Piovevano Arcangiolettuss

Loonyverso Gen: Comico/Erotico Rat: Giallo Note: One-Shot, Yaoi, Lime

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    Fuoco crepuscolare che mai si estinguerà

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    Titolo: Piovevano Arcangiolettuss
    Autore: Liberty89
    Genere: Comico, Slice of life, Erotico
    Rating: Giallo
    Fandom: Loonyverso/Batik
    Personaggi: Brad (IC), Pit (Kid Icarus), Liberty89, Roxas mannaro (IC), Cipotta91, Colui che È, Oma Desala.
    Pairing: PitxBrad
    Avvertimenti: One-shot, Yaoi, Lime
    Note dell’autrice: Buona sera (?) a tutti! ù.ù Torno con una shottina divertente e un pizzico yaoiosa ambientata nel Loonyverso di Ottoperotto. Non ricordo nemmeno come mi sia venuta un’idea simile… ma non importa ù.ù Spero che vi piaccia! Buona lettura!

    Ps: Grazie mille al mio esimio collega per le tracce che mi ha fornito x3


    Piovevano Arcangiolettuss


    Era una notte che pioveva,
    e che tirava un forte vento…


    A Brad venivano in mente le prime parole di quella vecchia canzone, mentre guardava fuori dalla finestra della sua stanza. O quelle, o l'abusatissimo incipit de Paul Clifford…
    -Era una notte buia e tempestosa…- citò il Tuss Mannaro con uno sbuffo, mentre si alzava e lasciava la camera, addentrandosi nei lunghi corridoi bui della villa silenziosa.
    Corridoi nei quali l'unico rumore era quello dei suoi piedi nudi che calpestavano il pavimento. Brad scacciò un brivido dalla schiena con un colpo della coda che faceva capolino dai pantaloni del pigiama azzurro, e si guardò attorno con fare nervoso. Non era abituato a restare solo in casa, per quella notte però era così, a causa di una serie di circostanze che avevano finito con l’accavallarsi per uno scherzo del destino.
    Liberty89 era con il fratellino all'ospedale. Niente di grave, solo una slogatura alla spalla cadendo malamente in giardino da un ramo del ciliegio, ma ovviamente, una volta al nosocomio si era scoperto che il monello biondo era indietro di ben cinque vaccini… E di quelli che bisognava fare urgentemente il richiamo per evitare "incidenti" o contagi di qualche tipo. Brad poteva solo immaginare quanto fosse contento Roxas della cosa, ma gli toccava. Morale: sarebbero ritornati solo la mattina dopo.
    Probabilmente, rientrando avrebbero incrociato il Banditore che tornava dalle -meritatissime- ferie. Il moro pensò che doveva essersele godute a giudicare dalla cartolina appena al frigorifero che lo ritraeva abbronzato accanto a una tavola da surf, in bermuda a fiori e con la tipica collana hawaiana.
    Il tuss ridacchiò ancora, guardandola, mentre spalancava la porta del refrigeratore e prendeva la bottiglia del latte, poiché la sete che lo aveva svegliato era aumentata e pretendeva di essere estinta.
    Servitosi un generoso bicchiere e svuotatolo praticamente d'un fiato con un sospiro soddisfatto, Brad si mosse per tornare a letto con rapidi passi, ma si fermò sull'uscio della cucina per via del rumore di vetri infranti che lo colse totalmente di sorpresa.
    Non aveva dubbi da dove fosse arrivato quel frastuono.
    Correndo a quattro zampe, si diresse a lunghe falcate verso il salone nell'ala est, raggiungendolo nel giro di pochi istanti. Tornato in posizione eretta, accese immediatamente la luce e la scena che si trovò davanti lo lasciò sbigottito.
    Si era aspettato che a rompere l'ampia finestra della stanza fosse stato un ramo d'uno degli alberi in giardino, strappato dal vento, o un qualsiasi altro oggetto che era finito tra le grinfie della tempesta ed era stato sballottato di qua e di là, di certo non si aspettava un Arcangiolettuss.
    -Pit?!- esclamò stupito e ancora più incredulo.
    -C-Ciao, Brad…- salutò il nuovo arrivato seduto in mezzo ai pezzi di vetro della finestra rotta. -Scusa l'entrata poco… Ortodossa…-
    -Ma cosa…?- riprese il Tuss Mannaro, avvicinandosi all'altro ragazzo.
    -Troppo vento… Decisamente troppo per volare.- spiegò il monello celeste, mentre tentava di tirarsi in piedi. -Ho perso l'equilibrio e- il resto della frase gli morì in gola, sostituito con violenza da un gemito soffocato di dolore, che lo costrinse a piegarsi su se stesso.
    -Pit!- chiamò Brad, scattando per sostenere l’amico.
    -Ohio…- deglutendo e riaprendo gli occhi che aveva serrato, l’Arcangiolettuss gettò uno sguardo al di sopra della spalla destra. Poi sospirò. A lungo. -Grandioso.-
    -Uh?- il mannaro seguì lo sguardo del castano.
    Comprese immediatamente cosa fosse successo quando vide che una delle candide gemelle che si diramavano dalla sua schiena era piegata in maniera innaturale.
    -Mi si è spezzata un'ala…- annunciò sconsolato, emettendo un altro stanco sospiro.
    Il moro a quel punto, saldò la presa sull’altro e gli fece passare un braccio intorno alle proprie spalle, guidandolo verso l’interno della stanza. -Vieni, sarà meglio allontanarsi dalla finestra.-
    Pit annuì e seguì il padrone di casa, muovendosi con cautela e studiando ogni passo per evitare di sentire fitte provenire dall’arto piumato.
    -Siediti qui e stai comodo.- disse Brad, facendolo accomodare sul divano più vicino.
    -Grazie… Ahi!- gemette il castano, quando l’ala toccò lo schienale del sofà. -Dovevo dare ascolto a Cipotta e starmene tranquillo stanotte…-
    -Posso portarti qualcosa?-
    -Se posso, ti chiederei una coperta… Sono bagnato fino all'osso…- rispose, trattenendo un brivido di freddo che gli era corso per tutto il corpo.
    -Ma certo!- il moro sfoggiò un sorriso trentadue denti. -Arrivo subito!- aggiunse, per poi voltarsi e correre verso la camera da letto più vicina in cui sapeva di trovare ciò che gli serviva.

    -Meglio?- chiese Brad, mentre aiutava l’amico ad avvolgersi nella trapunta che aveva recuperato, stando attento a non fargli compiere movimenti bruschi o inutili con l’ala spezzata.
    -Sì, grazie ancora.- l'Arcangiolettuss sorrise riconoscente, poi si voltò verso la finestra rotta. -Giuro che trovo il modo di ripagarvela, quella finestra…-
    -Ma non ci pensare! È stato un incidente!- ribatté il Tuss Mannaro.
    -See.- sbuffò l'altro, infagottandosi di più. -Avessi fatto lo stesso atterraggio in casa di Michele, a quest'ora le stavo prendendo anche per essermi comportato da irresponsabile, oltre che per il vetro.-
    Il Tuss Mannaro si sedette accanto al ferito, posandogli una mano sulla spalla opposta all’ala ferita. -La mamma è severa, ma capirà, ne sono certo.- disse con tono incoraggiante, ottenendo un nuovo sorriso, dopodiché entrambi rimasero in silenzio per qualche minuto.
    Il ruggire del vento di tempesta faceva capolino dalla finestra infranta, ma nemmeno lui riuscì a insidiarsi nelle menti dei due ragazzi, che persi nei loro pensieri guardavano in direzioni differenti. L’Arcangiolettuss osservava il pavimento senza realmente vederlo, riflettendo sul da farsi e cercando di non pensare all’arto infortunato, mentre il moro guardava il suo ospite con curiosità, perché preso da una domanda che voleva porre.
    -Fa male?- chiese infine, non riuscendo a trattenersi.
    -Un po'.- ammise Pit, provando a muovere con accuratezza l’ala acciaccata, ma rimediò solamente una fitta di dolore che lo fece mugugnare.
    -Guarirai?- domandò ancora Brad, senza nascondere una nota d’apprensione per le condizioni dell’altro.
    -Ma certo, tranquillo!- si affrettò a rispondere il tuss celeste. -Non è la prima volta che mi capita! Sai quanti atterraggi disastrosi ho fatto in vita mia?-
    -Tanti?-
    -Quanti vasi hai rotto, tu?-
    Il Tuss Mannaro agitò la coda e portò una mano dietro la nuca, imbarazzato. -T-Tanti.- confessò.
    -Ecco, più o meno quello è il numero.- il castano sospirò. -Qualche ora e sarò come nuovo.-
    -Davvero?-
    -Sì, non preoccuparti.- Pit sbuffò, quasi seccato. -Ma quanto preferirei poter accelerare i tempi come l'altra volta…- aggiunse fra sé e sé, dimenticandosi che il compagno non aveva le orecchie a punta solo per bellezza.
    -In che senso?- chiese infatti il padrone di casa, facendo sussultare il Supernatussral celeste.
    -Ah… bè, ecco, c’è una… ehm, tecnica che mi permetterebbe di guarire più velocemente.- spiegò, restando sul vago e distogliendo lo sguardo dalle iridi vermiglie del mannaro.
    -Oh, capisco. Posso aiutarti in qualche modo?-
    Per un istante, l’Arcangiolettuss arrossì. -Ehm, sì. In realtà, solo alcuni tipi di Supernatussral possono fare questa cosa…-
    L’altro annuì, determinato a dare tutto il suo contributo. -Cosa devo fare?-
    Pit prese un respiro profondo, poi sollevò il viso, mostrandosi serio come raramente s’era visto. -Devi darmi un morso.-
    Brad sbatté le palpebre e inarcò un sopracciglio, domandandosi se aveva sentito bene. -Devo darti un… cosa?-
    -Un morso.- ripeté il castano, con voce grave, ottenendo un’occhiata confusa. -Se mi faccio male da un’altra parte, il processo di guarigione viene accelerato, e se a farlo è un Supernatussral la cosa diventa ancora più veloce.- illustrò, guadagnandosi un’espressione incredula. -Non chiedere per favore… fatto sta che più male mi faccio, prima guarisco.-
    -E per curiosità… “l’altra volta” chi ti ha…?-
    -Ero nella Categoria One Piece, mi ha aiutato un Merboy.-
    -Ti ha morso un Merboy…?- chiese incredulo.
    -Già, non hai idea di quanto siano appuntiti i loro denti, come quelli di uno squalo se vogliono.- sospirò l’Arcangiolettuss, chiudendo gli occhi per poi tornare a guardare l’altro. -Dunque… ti va di aiutarmi?-
    Il moro si portò una mano al mento e spostò lo sguardo sul soffitto. -Mmh… se basta morderti non credo che ci siano problemi, non dovrebbe ingelosirsi…-
    Pit inarcò un sopracciglio. -Chi dovrebbe essere geloso del fatto che tu mi morda?-
    -Roxas, non quello che conosci tu, ma quello che vive qui con me, la mamma e il Banditore… Ogni tanto, quando è in forma mannara, diventa geloso.- ridacchiò Brad, grattandosi la nuca. -Ma se è solo un morso che ti serve non c’è nulla di sbagliato, soprattutto se così posso aiutarti!-
    -A proposito, dov’è Liberty?- domandò il tuss celeste, accorgendosi solo in quel momento che nessun’altro s’era presentato nonostante il frastuono. -E il Banditore?-
    -La mamma è in ospedale con Roxy, nulla di preoccupante ma torneranno domani mattina, e il Banditore è in ferie.- spiegò il Tuss Mannaro, studiando l’amico come se cercasse qualcosa. -Dove devo morderti?-
    A quella domanda, l’Arcangiolettuss avvampò e distolse lo sguardo.
    -Pit?- chiamò Brad, inarcando nuovamente un sopracciglio e domandandosi per quale ragione l’amico avesse reagito in quel modo.
    -Ecco…-
    -Sì?-
    -Vedi…- riprese il castano, guardando prima il soffitto poi il pavimento, dribblando abilmente l’occhiata del mannaro. -Dovresti mordermi in un punto dove fa male. Molto male, ma che riporti poco danno… Sai: ok curare l’ala, però…-
    -Certo, mi sembra giusto.- replicò annuendo e cambiando posizione, facendosi più vicino all’amico per incrociarne le iridi azzurre. -Allora, dove devo morderti?- ripeté con tono tranquillo e innocente.
    Il monello alato prese un profondo respiro a labbra chiuse, seguito da un secondo. E infine un terzo, molto più lungo dei precedenti.
    -Devi mordermi una chiappa.- rivelò con una serietà quasi inquietante, fissando gli occhi vermigli con i propri, trovandoli confusi e sorpresi per un breve momento.
    Infatti, l’istante seguente, il moro sorrise e mosse il capo in segno di assenso. -Ok!-
    Pit sbatté le palpebre, chiedendosi se l’amico dicesse sul serio o non avesse realmente capito quello che doveva fare. -Eh?-
    -Pensavo chissà cosa, tipo morderti sul collo come farebbe un Vampirettuss.- esordì Brad, quasi ringhiando sul nome della razza “nemica”. -Ma se devo morderti su un quarto mica è un problema!-
    -Ah… ma sei sicuro?- domandò ulteriormente, ben poco convinto dalla semplicità con cui il ragazzo in forma ferina stava trattando la cosa.
    -Ti dico di sì! Sono un Tuss Mannaro, credi che non mi sia mai capitato di mordere chiappe altrui?-
    -Ehm, d’accordo…-
    -Solo una cosa: destra o sinistra?-

    Dopo quella domanda assurdamente seria, ma che ricordava terribilmente una compravendita dal macellaio -petto o coscia?-, i due ragazzi si erano spostati nella stanza del padrone di casa per poter eseguire la “cura” in tutta comodità e soprattutto lontano dal freddo che entrava dalla finestra rotta. Comunque, alla fine la prescelta era stata la natica sinistra.
    Brad aiutò l’amico a sdraiarsi sul proprio letto, mettendoci tutta la delicatezza di cui era capace, poiché poteva soltanto immaginare il dolore che l’altro stava provando all’arto spezzato. Quando si arrampicò sul materasso fece altrettanta attenzione a come muoversi, quindi posò le mani sui pantaloncini scuri e li abbassò, rivelando i boxer chiari indossati dall’Arcangiolettuss, che deglutì, gettandogli un’occhiata un po’ preoccupata. Attirato dallo sguardo puntato su di sé, il Tuss Mannaro si affrettò a donare al castano un sorriso tranquillo e incoraggiante, tuttavia, a causa delle ombre generate dalla lampada posta sul comodino, le sue labbra allungate risultarono di ben altro avviso alle iridi dell’altro.
    -Brad… perdonami se te lo chiedo ancora, ma sei sicuro di quello che fai?- disse, cercando di non ritrarsi quando il moro fece calare anche l’intimo, scoprendo il suo fondoschiena roseo.
    -Assolutamente! Quando Roxas è in forma mannara spesso ci azzuffiamo, ma senza farci veramente male, e capita di morderci i quarti. E non preoccuparti, sono vaccinato per tutto!- rispose il ragazzo con la coda, per poi chinarsi a fauci schiuse sulle natiche esposte. -Ah, magari non guardare, potrebbe non so, farti senso?- aggiunse subito dopo, fermandosi e riferendo i propri pensieri con fare serafico, come se stesse parlando del tempo.
    -Aha… credo che seguirò il consiglio…- balbettò l’alato, girandosi e posando il mento sul cuscino, di cui afferrò istintivamente gli angoli. -Ok, vai.-
    Calmo come sempre e sicuro delle sue azioni, Brad avvicinò il viso al quarto sinistro dell’Arcangiolettuss e diede un piccolo morso a occhi chiusi, affondando appena i denti nel muscolo morbido, che non perse nemmeno una goccia di sangue. Pit sussultò ed emise un urletto di sorpresa più che di dolore, quando avvertì i canini gelidi pungerlo e trapassargli lentamente la pelle, ma si trovò a rabbrividire e sospirare inconsciamente nel sentire la punta umida della lingua sfiorarlo con una mossa involontaria.
    -Tutto bene?- domandò il moro, dopo aver rialzato il volto.
    -Sì…- riferì il tuss celeste, deglutendo a vuoto. -Però, credo che tu debba essere più deciso…-
    -D’accordo!- esclamò l’altro in risposta, muovendosi per dare un altro morso in un punto vicino ai segni appena lasciati.
    Questa volta, i denti calarono nella carne senza pietà, scendendo sempre di più e provocando la lenta fuoriuscita di liquido scarlatto, che si addensò attorno alle “ferite”. Di conseguenza, il tuss alato gettò il viso nel cuscino, soffocando il proprio urlo e ingoiando una possibile imprecazione diretta a chiunque, compreso l’amico, che aveva preso immediatamente alla lettera il suo invito a metterci più impegno. Trasalì poi, quando avvertì i lunghi canini sfilarsi, ma si ritrovò senza fiato nel percepire la lingua del moro sulla propria pelle, che la lappava con gentilezza come per scusarsi per avergli fatto male.
    -Brad… che stai facendo…?- chiese, facendo per voltarsi.
    -Mh, non guardare è meglio…- consigliò il Tuss Mannaro, proseguendo nel suo lavoro. -C’è ancora un po’ di sangue, meglio che tu non lo veda.-
    -S-Sangue…?-
    -L’ala come va?- domandò di rimando al proprio ospite, per distrarlo da quanto stava facendo.
    L’Arcangiolettuss girò il capo dall’altro lato, guardando oltre la spalla e tentando di muovere l’arto piumato. La candida ala, ora quasi dritta, si mosse al suo comando ma gli inviò una scarica di dolore subito dopo, facendolo gemere e rabbrividire.
    -Ancora non ci siamo…- buttò in un sospiro. -Serve un altro morso…-
    -Forte come prima?- chiese il moro, ottenendo un silenzioso assenso dal Supernatussral celeste, che gettò il viso nel cuscino, preparandosi a subire il trattamento per la terza volta.
    Senza avvertire né altro, Brad si abbassò sul quarto prescelto e vi affondò i canini dell’arcata superiore con decisione. Nell’impeto, i denti inferiori li imitarono, penetrando nella carne poco più in basso e dando origine a un morso vero e proprio. Il tuss alato gridò nel cuscino, stringendolo tra le dita sbiancate fin quasi a strapparlo, mentre l’arto piumato riacquistava energia e salute con un fremito, prima di sbattere un paio di volte a causa del dolore del suo padrone.
    Rendendosi conto di averci messo troppa forza, il Tuss Mannaro si staccò poco dopo, sentendosi ancora più mortificato e angosciato quando udì un singhiozzo provenire dall’amico.
    -Pit!- chiamò con voce ansiosa, scendendo dal letto e accucciandosi vicino al cuscino per posare una mano tra le ciocche castane dell’altro. -Mi dispiace, scusami!-
    -Non… non preoccuparti…- mormorò l’Arcangiolettuss, rialzando il viso e mostrando la scia delle lacrime che aveva versato. -Te l’ho chiesto io…-
    -Ma ho esagerato!- lo interruppe il moro. -Scusa, scusa!-
    L’alato tuttavia sorrise. -Stai tranquillo… te l’avevo detto che più mi faccio male prima guarisco, no? Guarda.- disse poi, indicando con un cenno l’ala destra, che tornata in piena forma si muoveva senza problemi, come se nulla fosse accaduto. -Visto? Tutto a posto.- aggiunse, facendo leva sulle braccia per alzarsi, ma venendo fermato dall’amico.
    -Resta sdraiato e non guardare, ok?- asserì Brad con tono autoritario, prima di tornare sul letto.
    -Ne è uscito tanto?- chiese il castano, cercando di non cedere alla masochistica curiosità, che spingeva a farlo voltare.
    -Un po’…- confessò il moro. -Tu rilassati, ci penso io come giusto che sia, visto che è colpa mia…- continuò, osservando con occhi colpevoli i fori sporchi di sangue, che a ogni contrazione muscolare liberavano altro liquido scarlatto.
    Chinò il viso e posò la lingua sulla pelle calda, lappando con cura e delicatezza, come avrebbe fatto con se stesso o Roxas. Partì dalle ferite superiori, leccandole piano e raccogliendo ogni goccia scarlatta, che ben presto gli riempirono la bocca con il loro sapore ferroso. Proseguì senza indugio, ripulendo con attenzione anche i fori stessi, per poi passare a quelli lasciati dall’arcata inferiore, più piccoli e meno profondi, ma altrettanto dolorosi.
    Dal canto suo, Pit non aveva resistito che pochi secondi, rabbrividendo a ogni contatto con la lingua umida, e si era girato per guardare quanto stava accadendo alle sue spalle. Sgranò gli occhi e deglutì quando vide Brad che a palpebre appena schiuse, si dedicava con impegno in quell’azione di pulizia. Si accorse troppo tardi di trovarlo terribilmente sensuale e fu un’inequivocabile fitta al basso ventre a segnalarglielo.
    -Oh mie Dee…- pensò, deglutendo nel sentire la bocca asciutta come un deserto.
    La parte razionale della sua mente gli stava urlando di girarsi, di non guardare ulteriormente quella scena tentatrice, ma l’altra parte, quella occupata dall’immaginazione, scacciò la sorella con prepotenza donandogli il pensiero del Tuss Mannaro che compiva quegli stessi gesti su un’altra zona del suo corpo. Zona che rispose nuovamente a quel suo fantasticare peccaminoso, provocandogli un gemito che non passò inascoltato alle orecchie sensibili del moro.
    -Mh? Ti ho fatto male?- domandò il padrone di casa, alzando il viso per incrociare le iridi chiare dell’amico.
    -Ah… eh? No, no!- balbettò il castano, scuotendo la testa.
    Si irrigidì di colpo, quando l’altro avanzò verso il suo volto, posizionandosi sopra la sua schiena, nello spazio lasciato dalle ali, e annusandolo con interesse.
    -Brad? Che… che stai facendo?-
    Il mannaro rispose con un mugugno indistinto, che suggerì al tuss alato di attendere in silenzio e immobile la fine di quell’esame. Era più facile a dirsi che a farsi però, perché presto la punta del naso del moro gli sfiorò il collo e un sospiro caldo lo colpì alla gola, facendogli vibrare il pomo d’Adamo con un ansito trattenuto a stento.
    -Mh… emani quell’odore…- costatò Brad, con una naturalezza disarmante.
    -O-Odore? Quale odore?- domandò il monello celeste, completamente intontito da quando stava succedendo.
    -Come quello di Roxas… il suo però era più intenso…- spiegò il Tuss Mannaro, riprendendo ad annusarlo. -Credo che tu abbia bisogno di risolvere anche questo problema prima di andare via, tu che ne pensi?- chiese poi, puntando le iridi scure in quelle azzurre dell’Arcangiolettuss che deglutì.

    Quello scambio di sguardi l’aveva infine stregato, come il più subdolo degli incantesimi, ed erano bastati un paio di minuti a far scivolare via del tutto pantaloni e boxer di entrambi. Inizialmente portato al comando della situazione, Brad si era presto lasciato domare dall’Arcangiolettuss, che l’aveva portato seduto su di sé per circondare entrambi con le proprie ali e chiuderli in un bozzolo caldo e sicuro, in cui i rumori della tempesta non sarebbero mai giunti.
    Il Tuss Mannaro strinse l’abbraccio sul collo del castano, gemendo all’ennesima spinta e al movimento della mano sulla sua intimità. Si prese il labbro inferiore tra i denti per trattenersi dal mordere l’amico e lasciargli così segni che sarebbero stati sotto gli occhi di tutti a causa della sua tunica tutt’altro che coprente. Fortunatamente, sulla schiena non avrebbe potuto lasciare graffi o altro neanche volendo a causa dell’attaccatura delle ali. Pit, invece, ansimava pesantemente contro il collo del moro, prendendo la pelle tra le labbra e i denti, mentre le sue dita sembravano voler affondare nei fianchi che stavano stringendo con possessività. Improvvisamente s’era scoperto incapace di trattenersi oltre, come se Brad con i suoi morsi gli avesse trasmesso un po’ del suo essere selvatico e turbolento. Si sentì più ricettivo e istintivo che mai, quindi mise totalmente da parte la razionalità e si lasciò guidare da quelle nuove e inaspettate caratteristiche. Aumentò la velocità dei suoi movimenti e morse la spalla dell’amante, soffocandovi il proprio gemito di piacere e godendo appieno di quello che sfuggì dalla bocca che in quel momento sostava accanto al suo orecchio.
    Il tempo trascorse con lentezza, permettendo ai due occasionali amanti di gustare ogni momento di quella notte calda, imprevista e piena di piacere. Quando infine raggiunsero il culmine del loro amplesso, liberarono entrambi un lungo gemito soddisfatto e si lasciarono cadere sul letto, l’uno sopra l’altro, con il respiro accelerato. Stanco e appagato, Pit ebbe solo la forza di riportare le ali dietro la schiena e di separarsi dal corpo del moro, ora steso sotto di lui, dopodiché crollò addormentato, posando la testa sulla spalla che aveva morso poco prima. Brad lo imitò qualche istante più tardi, dopo aver sistemato il capo sul cuscino e dopo aver tentato di coprire entrambi per ripararli dal freddo che li avrebbe presto aggrediti.

    ***


    Quando Liberty89 riapparve nel proprio salotto con Roxas ancora dormiente tra le braccia per poco non emise un grido di terrore nel vedere la finestra rotta e i vetri sparsi sul pavimento.
    -Per me stessa! Che accidenti è successo qui?!- pensò, adagiando il biondo sul divano e stando attenta a non muovere troppo il braccio fasciato che il ragazzo portava appeso al collo.
    Girò sui tacchi e percorse di gran carriera il corridoio, diretta in cucina perché sentiva gli odori e i rumori tipici della colazione che pian piano si diffondevano tra le pareti della villa.
    -Brad!- chiamò, oltrepassando l’uscio. -Cos’è succe- Pit?- pronunciò sbalordita, osservando l’Arcangiolettuss che aveva interrotto il gesto di portarsi la tazza fumante alle labbra per ricambiare il suo sguardo.
    -Mamma!- esclamò invece il Tuss Mannaro, abbandonando la propria brioches e correndo dalla Dea per abbracciarla.
    -Ehm, buongiorno Liberty…- salutò educatamente il monello celeste, alzandosi e chinando il capo.
    -Brad, puoi spiegarmi cos’è successo in salotto e che ci fa qui Pit?- chiese con calma al moro, che scodinzolò e annuì.
    -Stanotte c’era un temporale terribile qui e Pit che era in volo è stato travolto! Non ha fatto apposta a cadere sulla finestra del salotto! S’era rotto anche un’ala!- spiegò con enfasi, stringendo i fianchi della divinità.
    -Mi dispiace davvero tanto per la finestra, troverò il modo di ripagarla!- assicurò invece Kid Icarus, piegandosi in avanti con le braccia lungo i fianchi, per chiedere perdono e preparandosi psicologicamente a una possibile retribuzione, perché sapeva quanto potesse rivelarsi terribile l’ira della padrona di casa.
    Sussultò quando sentì una mano posarsi sul suo capo, che dopo essersi mossa in una leggera carezza lo invitò a risollevarsi.
    -Non preoccuparti per il vetro, non è certo la prima volta che si rompe, vero tesoro della mamma?- asserì la divinità rivolta al moro, che ridacchiò imbarazzato. -Piuttosto, l’ala come va? Ti sei fatto male da qualche altra parte?-
    Il castano scosse la testa e sorrise. -L’ala è completamente guarita come i pochi graffi che mi sono fatto cadendo, tranquilla.-
    -Bene, allora finisci di fare colazione, ma poi torna di corsa Lassù. Cipotta sarà preoccupata.-
    -D’accordo!- esclamò contento il tuss alato, tornando a sedersi e bevendo con gusto il latte che aveva nella tazza.
    -Roxas dov’è?- domandò Brad, annusando l’aria in cerca dell’odore del fratellino.
    -È di là sul divano che riposa, lascialo stare. Ha avuto una nottataccia anche lui, povero cucciolo. Oltre ai vaccini hanno dovuto dargli una dose massiccia di antidolorifici per via della spalla slogata…-
    -Ci metterà tanto a guarire?- indagò il lupetto, addentando la brioches.
    -Dovrà stare buono e tranquillo per almeno due settimane.- sospirò Liberty, schioccando le dita e facendo comparire una tazza di caffè e il giornale.
    Il Tuss Mannaro si fece pensieroso per qualche attimo. -Forse se uso quel metodo guarirà più in fretta… tu che ne dici Pit?-
    L’alato impallidì. -Ah, quello… ehm, non credo funzionerebbe… so che vale solamente per gli Angiolettuss o gli Arcangiolettuss…-
    La Dea inarcò un sopracciglio, sospettosa. -Di cosa state parlando?-
    -Niente!- esclamò il tuss celeste, scattando in piedi e lanciando un’occhiata a Brad, che si zittì. -Devo scappare, grazie mille per l’ospitalità e per la colazione! A presto Liberty! Ciao Brad!- salutò prima di scintillare per fare ritorno nell’alto dei Cieli.

    ***


    Arrivato a destinazione, Pit s’era precipitato alla scrivania di Cipotta91, che l’aveva accolto con un abbraccio spacca costole, un rimprovero per non averla ascoltata la sera prima e una richiesta di spiegazioni sul dove avesse passato la notte.
    -Uh, capisco. Ringrazierò Liberty anch’io appena la vedo, ora vai che c’è da fare! Su!-
    Così dettogli, il ragazzino scattò per tornare ai propri doveri e qualche ora dopo, si ritrovò a passare davanti allo studio del Sommo Capo, mentre fischiettava un motivetto allegro.
    -Pit?- chiamò l’anziana divinità, senza distogliere lo sguardo dal giornale che stava leggendo e bloccando sul posto il Supernatussral, che impallidì. -Puoi venire qui un secondo?-
    Kid Icarus deglutì e si avvicinò alla porta, entrando titubante. -S-Sì, Colui che È?-
    -Tutto bene questa notte?- domandò, passando a leggere pagina cinque del quotidiano “Le ultime dall’Empireo”.
    -Ehm, sì…- rispose, deglutendo a vuoto poco dopo per il silenzio così tranquillamente inquietante che era calato tra le quattro bianche pareti, interrotto solamente dallo sfogliare del giornale.
    Stava per riaprire bocca, avvertendo che doveva andare, quando il Sommo riprese la parola.
    -Sesto comandamento, Pit?-
    Il castano ci mise quell’attimo a rispondere, scavando nella propria memoria alla ricerca della frase giusta. -Non… ehm… non commettere… non commettere a-a-
    -Non commettere adulterio.- completò per lui l’uomo, anticipandolo.
    -Oh! Oh, sì! Proprio quello!- esclamò l’alato, per poi bofonchiare qualcosa d’incomprensibile sul fatto che lui non avrebbe mai potuto fare qualcosa del genere vista la sua condizione di tuss, single tra le altre cose.
    Infine, tornò a rivolgere la sua attenzione all’anziano, che solo dopo aver voltato pagina dieci lo guardò da sopra il quotidiano, donandogli un’occhiata molto più che eloquente. -…fila tuss, fila.-
    L’Arcangiolettuss sbiancò ancora, prima di spalancare le ali. -SìSommoCapovadosubitoancorprimatisialodeciao!- urlò, quasi gettandosi fuori dalla porta e incrociando l’Essere Asceso per antonomasia. -Ciao Oma!- salutò letteralmente al volo per poi sparire all’orizzonte.
    Madre Natura lo osservò per un istante prima di entrare a passo deciso nello studio appena lasciato dal giovane angelo.
    -Ciao Oma.- esordì il Sommo Capo, posando il giornale sulla scrivania.
    -Ciao… era Pit che usciva?- chiese di rimando, accomodandosi su una poltroncina.
    -Sì…-
    -Oh.- commentò l’Ascesa, guardando a malapena l’altro che si versava del caffè e si portava la tazza alle labbra, bevendone una lunga sorsata. -Era lui il seme o Brad?-
    Quella domanda posta con tanta naturalezza e un velo di sfacciataggine, ebbe quasi il potere di uccidere il Creatore, che tossì convulsamente per liberarsi delle ultime gocce di liquido scuro che gli erano andate pericolosamente di traverso.
    Non ottenendo risposta, la donna rincarò la dose. -Sai la differenza tra seme e uke, vero?-
    -Oma!- gridò scandalizzato Colui che È, avvampando per l’imbarazzo.
    -Lo prenderò per un sì.-







    Ehhh, l'onniscenza, che brutta cosa a volte ù.ù
    Spero che la fic vi sia piaciuta e che vi abbia divertiti! :3 A presto!
    See ya!
     
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