Momenti random di RiSo

KH - Raccolta - Yaoi/Shonen-ai - Slice of life Rat: vario Gen: vario

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    Fuoco crepuscolare che mai si estinguerà

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    Il mio paesello marcondirondirondello

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    Titolo: Incubi
    Autore: Liberty89
    Genere: Comico, Demenziale
    Rating: Verde
    Personaggi: Riku, Sora
    Avvertimenti: Flash-fic, Shonen-ai
    Note dell’autrice: Buona sera a tutti! Dopo la fic di Kairi che sbircia le grazie di Sora e maledice Riku, ho iniziato una raccolta sulla coppia RiSo e questa è l'ennesima cosa che ho scritto, nonché la più stupida xD In fondo al topic trovete la cosa che mi ha ispirata ù.ù Il titolo dice tutto o niente della fic, quindi non dico altro ù.ù Buona lettura!


    Incubi


    Era tutto assolutamente perfetto.
    C’era Riku che gli teneva la mano e gli sorrideva, era un sorriso semplice e bellissimo che non avrebbe mai dimenticato. Il mare quieto, la spiaggia silenziosa e il cielo sereno facevano da sfondo a quel momento perfetto che avrebbe potuto vivere all’infinito. Chiuse gli occhi e prese un profondo respiro. Niente e nessuno avrebbe mai avuto il coraggio di interferire in quei meravigliosi momenti, rovinando i suoi ricordi. Stava così bene da sentirsi leggero come una piuma, come se non avesse più il terreno sotto i piedi e stesse galleggiando nell’aria.
    -Sora?!- urlò l’argenteo all’improvviso, tirandogli un braccio e facendogli spalancare gli occhi.
    -Che succede?!- replicò il castano, notando che effettivamente era sollevato da terra di venti centimetri buoni.
    Quando si sentì trascinare verso l’alto, alzò il viso e ciò che vide lo gettò nel panico più totale.
    -Una coscia di pollo alata!- gridò quasi in falsetto, stringendo d’istinto la mano del compagno e porgendogli l’altra. -Riku non lasciarmi!- implorò sull’orlo delle lacrime, ma quella strana cosa risultò più forte del previsto e riuscì a sciogliere la loro stretta con un ultimo strattone. -Riku!-


    Quando sentì il suo nome gridato con tanta disperazione saltò letteralmente per aria e aprì di colpo le palpebre per poi voltarsi verso il proprio amante che, ancora immerso nel mondo dei sogni, scalciava e piangeva.
    -Sora!- esclamò, scrollandolo per le spalle. -Svegliati, So! Dai svegliati!-
    All’improvviso il castano schizzò a sedere nel letto sfatto, ansimando come se avesse corso per mille chilometri, e quando l’altro lo chiamò con dolcezza, attirando la sua attenzione, non riuscì a trattenersi e si fiondò sul suo petto per abbracciarlo.
    -Va tutto bene, hai avuto solo un incubo.- spiegò Riku, carezzandogli la schiena. -Ti va di raccontarmelo?-
    -…mi portava via…- mormorò il minore singhiozzando. -Mi portava via da te…-
    Il custode dell’Alba lo strinse di più a sé, lasciandogli un bacio sulla tempia sudata. -Chi?-
    -Una coscia di pollo gigante con le ali!- rivelò, scoppiando a piangere per fermarsi l’attimo dopo, quando udì il rumore tipico di uno schiaffo. -Uh? Riku, perché hai una mano in faccia?-




    L'idea mi è venuta quando ho visto questa, giudicate voi xD Alla prossima!
    See ya!

    Edited by Liberty89 - 13/8/2013, 19:12
     
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    Titolo: Cicatrici
    Autore: Liberty89
    Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale
    Rating: Verde
    Personaggi: Riku, Sora
    Avvertimenti: Flash-fic, Shonen-ai
    Note dell'autrice: Ma salve a tutti, bella gente! È tanto che non mi faccio viva con questa raccolta, ma tra una cosa e l’altra (avevo un’idea e l’ho persa… eppure me l’ero segnata, ne sono certa ç_ç) mi sono dedicata ad altro, poi ieri mattina ero a zonzo, stavo aspettando l’arrivo della mia collega e bè, sapete com’è, no? Ho preso fuori il quaderno e la penna e ho scritto xD Detto questo, prendete il salvagente e preparatevi a tuffarvi nel diabetico fluff! Buona lettura! :3

    Cicatrici



    Non c’era niente di più bello del restare abbracciati dopo aver fatto l’amore. Ovviamente, il fare l’amore rientrava in una propria categoria e aveva un altro metro di misura, poiché nulla avrebbe potuto competervi.
    Per Sora, comunque, quei minuti di pace e silenzio post amplesso, in cui lui e il suo compagno restavano stretti l’uno all’altro ad accarezzarsi, erano la cosa più bella del mondo. Immobile e con gli occhi chiusi, il castano si lasciò guidare dai polpastrelli che correvano lentamente sul corpo latteo di Riku, misurandone ogni curva e seguendo il profilo dei muscoli ben sviluppati, verso cui ammise di provare una certa dose d’invidia. Fu passando sul fianco sinistro che percepì qualcosa di insolito al tatto: una superficie liscia e tirata, che pareva uno stretto e sottile solco.
    Mosso dalla curiosità, sollevò le palpebre e guardò il punto in cui s’erano fermate le sue dita, mentre l’argenteo, ignaro della sua indagine, continuava a carezzargli la nuca. Quando vide la lunga cicatrice, così bianca persino da svettare sulla pelle pallida che la ospitava, sgranò gli occhi e rabbrividì, mentre ricordava come e quando il custode dell’Alba se l’era procurata, per poi chiedersi con profondo orrore come aveva potuto non notarla fino a quel momento.
    -Qualcosa non va, So?- domandò il maggiore, sentendolo irrigidirsi tra le sue braccia.
    Non ottenendo risposta, Riku sollevò un sopracciglio stranito, dopodiché cercò di incrociare le iridi azzurre del minore, concentrate tuttavia su qualcosa in particolare. Ne seguì la direzione e scorgendo l’oggetto del suo taciturno interesse, comprese cosa avesse iniziato a muoversi nella testolina bruna del suo amante.
    -Non pensare di addossarti una colpa che non hai, chiaro?- affermò l’argenteo, attirando l’attenzione dell’altro che si voltò a guardarlo con gli occhi spalancati e lucidi, pieni di dispiacere.
    -Ma… è per salvare me che…- balbettò Sora, stringendo la presa sul suo fianco.
    Riku sospirò appena, avvolgendo la sua mano bronzea con la propria, per poi intrecciarne le dita e unire i palmi.
    -Stai tranquillo. È solo una cicatrice, non fa male.- asserì. -Se fosse stato necessario, ne avrei sopportate altre cento. Se ti avessi perso… quella ferita non sarebbe guarita mai più.- proseguì serio, prima di abbracciarlo di nuovo per donargli prima un bacio sulla fronte e poi uno a fior di labbra, leggero e casto. -Ti amo.-
    Il castano arrossì e sorrise, stringendo le palpebre sugli occhi umidi, che bagnarono le ciglia scure. -Anch’io ti amo…- sussurrò, accoccolandosi contro il petto dell’altro e respirando a pieni polmoni il suo profumo.
     
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    Titolo: Tramonto mancato
    Autore: Liberty89
    Genere: Fluff, Romantico
    Personaggi: Riku, Sora
    Avvertimenti: One-shot, Shonen-ai


    Tramonto mancato


    Simple and Clean (Music box version)

    Erano andati sull’isola dei bambini per stare insieme e godersi quel tramonto che con estrema gioia avevano riabbracciato al loro ritorno a Destiny Islands, riempiendosi gli sguardi con le sue sfumature rosse e oro che man mano svanivano e accompagnavano il viola e il blu della notte. Il risultato era stato un po’ diverso rispetto al progetto iniziale: erano stati insieme, questo sì, ma del tramonto non avevano visto nemmeno un raggio, poiché si erano dedicati a un’altra attività, molto più piacevole.
    Nell’attesa del crepuscolo si erano chiusi nel Luogo Segreto e si erano appoggiati alla porta che custodiva l’ingresso al cuore del loro mondo. Avevano iniziato a parlare di qualsiasi cosa, senza seguire un filo preciso e dopo un silenzio più lungo dei precedenti, Riku si era sporto verso l’amico, ormai amante, e l’aveva baciato con dolcezza, ottenendo immediatamente una risposta audace e vogliosa. In pochi minuti, la caverna si era riempita di vestiti buttati qui e là, di sorrisi, risatine e, infine, di gemiti e sospiri, sussurri e due nomi che si facevano eco l’un l’altro.
    Così era passato il tempo e quando uscirono dal Luogo Segreto, il sole si era già nascosto oltre l’orizzonte, probabilmente ridendo di loro e della faccia imbronciata di Sora, sicuramente soddisfatto di come aveva trascorso le ultime ore, ma deluso perché a quel tramonto ci teneva, poco gli importava che avrebbe potuto vederlo il giorno dopo, per lui doveva essere quello e quello soltanto perché così aveva deciso.
    Sbuffando con aria rassegnata di fronte alla dimostrazione d’infantilità del proprio compagno, l’argenteo mise in atto il piano B, cui aveva pensato mentre cercava il primo contatto con le labbra dell’altro, poiché sapeva che sarebbe finita in quel modo. Lo prese per mano, ignorandone le domande e trascinandolo verso l’altro lato dell’isola, dove il buio era già calato da un pezzo e avrebbero potuto godersi l’alba della notte.
    L’intera zona sembrava passata sotto le abili e svelte dita d’un pittore, che aveva passato acquose pennellate di blu sulle rocce, sugli alberi e la sabbia, che aveva assunto un brillante colore azzurro, mentre il mare con i suoi placidi mormorii era divenuto una chiazza scura come l’inchiostro, tranne il punto in cui si rifletteva la luna. Una candida sfera luminosa, circondata dal luccichio delle stelle, che splendeva come un faro su di un promontorio, gettando fasci argentei e impreziosendo il cobalto che era colato sull’ambiente.
    Sora osservò la baia come se fosse davanti a un gioiello prezioso d’inestimabile valore e sorrise, stringendo le dita del maggiore che ricambiò il suo sguardo felice con uno gentile e soddisfatto.
    -So che non è la stessa cosa, ma…-
    -Mi piace.- lo interruppe il castano. -Stiamo qui, insieme.- aggiunse, sedendosi a poca distanza dalla riva, come quella volta dopo la loro ultima battaglia.
    Riku lo imitò, dopodiché si sporse ancora una volta per posargli un casto bacio sulla guancia e soffiargli il suo amore nell’orecchio, guadagnandosi un sorriso così luminoso che avrebbe fatto impallidire l’astro notturno e quello stesso tramonto che non avevano visto.
     
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    Titolo: Morning
    Autore: Liberty89
    Genere: Fluff, Romantico
    Rating: Verde
    Personaggi: Riku, Sora
    Avvertimenti: Drabble, Shonen-ai

    Morning



    I raggi dell’alba s’insinuarono nelle fessure tra le radici che formavano parte del tetto del Luogo Segreto, rischiarandone l’interno e dando un lieto e placido buongiorno ai suoi occupanti. L’unico che avvertì quella carezza sugli occhi fu il più giovane dei due dormienti, che si svegliò mugugnando infastidito.
    Sbadigliò senza ritegno, ricordandosi solo in un secondo momento di non essere solo in quel grande sacco a pelo. Portò lo sguardo celeste sul viso dell’argenteo, disteso e sereno grazie alla magia del sonno. Sora sorrise e si accoccolò al suo petto, sentendosi stringere in un abbraccio istintivo da parte dell’altro.
    Poteva esserci al mondo posto più sicuro e perfetto di quello?
     
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    Titolo: Carpe diem
    Autore: Liberty89
    Genere: Romantico, Comico (?)
    Rating: Verde
    Personaggi: Kairi, Riku, Sora
    Avvertimenti: Flash fic, Shonen-ai

    Carpe diem


    “Cogli la rosa quando è il momento,
    che il tempo lo sai che vola
    e lo stesso fiore che oggi sboccia
    domani appassirà.”

    “L’attimo fuggente”


    Con le braccia incrociate dietro la nuca e un’espressione annoiata, il castano s’incamminò lungo il corridoio per raggiungere la propria aula prima che terminasse l’intervallo. Tutto voleva meno che l’insegnante lo sbattesse fuori per aver tardato.
    -Sora!-
    Si voltò immediatamente, ma ebbe solo il tempo di capire chi l’avesse chiamato, perché si ritrovò un paio di labbra rosse e piene posate sulle proprie, che diedero vita a un bacio leggero, inaspettato, che sarebbe potuto diventare qualcosa di più intenso.
    -Kairi!- esclamò lui quando si separarono, arrossendo fino alle orecchie e ignorando i fischi dei compagni. -Che…?-
    La ragazza sorrise furbescamente e indicò sopra di sé, rivelando la presenza di un innocente rametto di vischio.
    -Colgo l’attimo.- rispose, puntando gli occhi blu alle spalle dell’amico e incrociando lo sguardo glaciale e penetrante del custode dell’Alba.

    Al suonare della campanella, Sora raccolse le proprie cose e corse fuori dall’aula, precipitandosi verso le scale e scorgendo nella rampa più in basso la chioma argentea del suo compagno. Lo inseguì rischiando di inciampare nei propri piedi e nei gradini, evitando di chiamarlo perché comunque la sua voce si sarebbe persa nel chiacchiericcio generale degli studenti. Una volta fuori dall’edificio lo agguantò per un polso, guadagnandosi un’occhiata sorpresa in principio e una più scura poi. Tuttavia, il maggiore non si fece trascinare quando gli tirò il braccio per portarlo con sé nel giardino che si trovava alle spalle della scuola.
    Non perse tempo a riprendere fiato e si voltò per baciarlo con passione, ottenendo una risposta altrettanto appassionata.
    -È stata Kairi a baciarmi, ok?- chiarì, dopo aver interrotto il contatto.
    -Lo so.- fece l’argenteo con nonchalance.
    -E allora quell’occhiata che mi hai lanciato prima?!- sbottò il castano a occhi sgranati.
    -Sciocco, non era rivolta a te.- rispose l’altro, tirando fuori la mano dalla tasca e portandola sopra le loro teste per poi posare un casto bacio sulle labbra dell’amante.
    -E questo?-
    -Carpe diem.- replicò, indicando con uno sguardo il rametto di vischio che teneva tra le dita.
     
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    Titolo: Regalo inatteso
    Autore: Liberty89
    Genere: Fluff, Sentimentale
    Rating: Verde
    Personaggi: Riku, Sora
    Avvertimenti: One-shot, Shonen-ai
    Note dell’autrice: Buona sera a tutti :3 Eccomi qui con la quinta fic della raccolta, che doveva essere la quarta, se solo quella coscia di pollo con le ali non si fosse messa in mezzo… Comunque! Questa idea mi è venuta mentre leggevo una doujinshi a rating verde e ho visto un'immagine di Riku che personalmente mi ha colpita. Era un dettaglio, forse insignificante, ma io ho la fissa per le cose piccole che magari passano inosservate x3 Spero che la shot vi piaccia! Buona lettura!


    Regalo inatteso


    Finito l’esercizio, Sora abbandonò la matita sul libro di matematica e con un sospiro stanco vi si appoggiò col viso e le braccia incrociate. Sollevò lo sguardo color cielo e lo puntò sul suo compagno, seduto dall’altro lato del tavolino, che profondamente concentrato sulla lettura di un libro non s’era assolutamente accorto del suo esame. Ne studiò il profilo del collo e del viso dalla pelle lattea, circondato dai lunghi capelli argentei, e risalì ai suoi occhi, perdendosi nell’acquamarina dell’iride come gli accadeva spesso quando incrociavano gli sguardi.
    Inaspettatamente, la mano sinistra si mosse in un gesto automatico, scostando una ciocca, che ostacolava la vista al suo proprietario, per posizionarla dietro l’orecchio, dopodiché tornò in basso e voltò con leggerezza la pagina conclusa. Il castano realizzò in quel momento che non era la prima volta che assisteva a quell’azione, ma non vi aveva mai dato molto peso, riconoscendovi solamente un atto involontario, poiché Riku raramente si lamentava di qualcosa. Inoltre, per quello che sapeva, il pensiero di tagliarsi i capelli non gli sfiorava nemmeno l’anticamera del cervello. Fu il ripetersi di quel movimento, stavolta nei riguardi del lato destro, a destarlo dalle sue riflessioni e dedusse che forse, per una volta, poteva essere lui a fare qualcosa per l’altro.
    Annuì a se stesso e sorrise, convinto che la sua idea avrebbe fatto piacere al proprio compagno.
    -Perché sorridi?- gli domandò quest’ultimo, attirato con la coda dell’occhio dal suo cenno.
    -Mh? Nulla, nulla.- rispose Sora. -Lo sai che io sorrido sempre.-
    -Non saresti tu, altrimenti.- replicò, donandogli un sorriso. -Però, il più delle volte un motivo ce l’hai.-
    -Vero, ma questa volta non posso dirtelo.-
    -Come siamo misteriosi.-
    -Non prendermi in giro!- esclamò il castano, scatenando il riso dell’altro. -Riprendi a leggere piuttosto!-
    -D’accordo, d’accordo… riprendi pure ad ammirarmi.- lo schernì ancora, prima di tornare al suo libro e lasciare che Sora si perdesse nuovamente a osservarlo.
    Perché, in effetti, al keyblader piaceva davvero restare a guardarlo, anche per ore, mentre svolgeva qualsiasi attività e in quel frangente non fu da meno. Soprattutto perché la sua immaginazione stava aggiungendo un dettaglio non insignificante ai suoi occhi.

    Con un sopracciglio inarcato dalla curiosità, Riku prese l’oggetto cilindrico, avvolto in una sgargiante carta regalo con la trama a fiorellini, dalle mani del compagno che glielo stava porgendo con uno dei suoi sorrisi enormi e luminosi.
    -Non è il mio compleanno, So.- disse scettico, cercando di ricordarsi se si fosse scordato qualche festività.
    -Lo so benissimo.-
    -E non ci sono altre feste nei prossimi giorni o in quelli scorsi… hai paura di dimenticartelo e hai deciso di portarti avanti?-
    -Ma no!- esplose il minore, serrando le palpebre e stringendo i pugni lungo i fianchi. -Ho solo voluto farti un regalo! Dev’esserci per forza una festa di mezzo?!- sbottò poi, fissando l’altro che stava comodamente appoggiato al tronco dell’albero di Paopou.
    -Ah… non pensavo che ti sarebbe mai venuta una simile idea, grazie.- rispose l’argenteo, con una piccola risata.
    -Quando fai così sei davvero antipatico sai?- ribatté Sora, incrociando le braccia. -Bè? Aprilo, no?-
    Senza farselo ripetere due volte, il maggiore, ancor più incuriosito, scartò il pacchetto e rimase perplesso di fronte allo scatolino di plastica trasparente e al suo imprevisto contenuto.
    -Elastici per capelli?- chiese dubbioso, osservando i sottili nastri chiusi da una placca di metallo, impilati uno sull’altro secondo l’ordine cromatico che andava dal bianco al blu intenso, passando per ogni sfumatura possibile di azzurro.
    Sora annuì con un cenno del capo. -Ho notato che spesso, mentre leggi, i capelli ti danno fastidio e li sposti. Con questi risolvi il problema, e poi…- s’interruppe, avvicinandosi al compagno e raccogliendo le preziose ciocche in una mano. -…staresti benissimo con la coda.- completò con un sorriso furbo e malizioso, guadagnandosi un bacio breve e casto.
    -Saprò ringraziarti a dovere…- ghignò Riku.
    -Oh, non vedo l’ora.- replicò il castano, avvicinandosi di nuovo per avere un anticipo di quanto appena promessogli.
     
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    Titolo: Contagiarsi
    Autore: Liberty89
    Genere: Demenziale
    Rating: Verde
    Personaggi: Riku, Sora
    Avvertimenti: Flash-fic, Shonen-ai, OOC
    Note dell’autrice: Buona sera mondo! :3 Non c’è molto da dire, potete vedere questa flash come un seguito di “Regalo inatteso” e stavolta, sarà Riku a sorprenderci tutti quanti, anche se andrà OOC per questo... ma capita a tutti di avere certi momenti, no? ù.ù Buona lettura a tutti!

    Ps: un grazie speciale alla mia patatrottola che mi ha dato l’idea per questa fic demenziale <3

    Contagiarsi


    Ultimamente era sempre in giro a cercarlo, stavolta però, quando lo trovò, rimase a osservarlo senza farsi notare. Non che fosse così difficile avvicinarsi a Sora senza che se ne accorgesse, specialmente se era impegnato a fare qualcosa come in quel momento: strano a dirsi, ma era concentrato sul libro di biologia e doveva essere incredibilmente determinato visto che si era rifugiato nella casa sull’albero dell’isola dei bambini per studiare in tranquillità. Quasi gli dispiaceva disturbarlo, ma il desiderio di fargli quella sorta di scherzo si era fatto stranamente forte e attraente.
    -Ehi, So!- lo chiamò quando oltrepassò la soglia della stanzetta.
    -Mh? Riku?- rispose il castano incuriosito dalla sua presenza, alzando il volto dal libro. -Qualcosa non va? Hai una faccia strana…- aggiunse, guardandolo mentre gli si inginocchiava di fronte.
    Con un’espressione a dir poco indecifrabile, l’argenteo posò le mani sulla testa dell’altro per fargli, con dita abili e veloci e sfruttando uno dei suoi nuovi elastici, un codino a fontanella molto simile a quello che si adoperava per i cagnolini. Terminato il proprio lavoro, il maggiore rimase a osservarlo con un sopracciglio inarcato, studiando con occhio critico il risultato ottenuto, al contrario, il castano posò la mancina tra le proprie ciocche e sollevò lo sguardo come per cercare di vedere cosa mai gli avesse combinato l’altro. L’istante seguente, però, sussultò a causa della risata del suo compagno, che era esplosa all’improvviso.
    -Ma che…?- commentò, guardandolo con gli occhi sgranati e increduli, perché mai gli era capitato di vedere il grande Riku ridere così tanto e così di gusto, persino con lui si limitava a sorrisi piccoli e risatine innocue e quasi silenziose. -Oi, ma stai bene? Riku?- domandò, ottenendo una risata ancora più fragorosa e giungendo a una conclusione sola: se l’argenteo era stato capace di influenzarlo con la sua vicinanza, al punto da fargli capire il valore dello studio, probabilmente la sua presenza, ora molto più stretta e intima, stava facendo altrettanto con lui e in maniera del tutto bizzarra.
     
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    Titolo: Rain
    Autore: Liberty89
    Genere: Fluff, Romantico
    Rating: Verde
    Personaggi: Kairi, Riku, Sora
    Avvertimenti: One-shot, Shonen-ai
    Note dell'autrice: Buongiorno! Le vacanze fanno bene e, infatti, eccomi qui a spolverare la raccolta :3 Credo che qui dentro ci sarà solo roba fluff, ma immagino che a voi non darà fastidio ù.ù Il titolo non c’entra quasi nulla col contenuto, però boh… lo trovo adatto e non c’entra niente il fatto che nella fic sia presente la pioggia. Spero che vi piaccia :3 buona lettura!

    Ps: Grazie ai miei due pupilli che mi hanno fornito dei suggerimenti assurdi da inserire nella fic <3

    Rain


    Con odio profondo, Riku guardò prima il cielo coperto di plumbee nubi borbottanti e poi scese a guardare il cortile della scuola, colpito senza pietà da una pioggia torrenziale scoppiata praticamente dal nulla. Lui, ovviamente, era senza ombrello.
    Sospirò sconsolato, psicologicamente pronto a mettersi in cammino, ma non a lavarsi da capo a piedi e rischiare di prendersi una storica polmonite. Si mosse per compiere il primo passo, ma una voce inaspettata lo frenò.
    -Riku che fai?!- esclamò Sora, affiancando l’argenteo.
    -Vado a farmi la doccia, non si vede?- replicò con sarcasmo il maggiore. -Tu, invece? Credevo fossi uscito da un pezzo, mi avevi detto che dovevi fare delle commissioni per tua madre.- proseguì, ricordandosi le parole pronunciate dal castano quella mattina.
    -Il professore ci ha tenuti in classe qualche minuto in più, colpa degli esami in avvicinamento.- spiegò con voce stanca. -Comunque, prendi.- aggiunse subito, porgendo all’altro il proprio ombrello.
    -E tu? No, chiederò un passaggio a qualcuno.- protestò l’argenteo, spingendo l’oggetto verso il proprietario.
    -Scorbutico come sei, farai scappare via tutti. Prendilo.-
    -Ma So, ti bagnerai.-
    -Non fa niente! Devo correre qui e là, mi sarebbe solo d’impiccio.- assicurò il minore con un sorriso smagliante, cacciandogli il manico tra le dita. -Me lo rendi stasera. Vieni quando vuoi, tanto sono solo in casa.- sussurrò poi, facendogli l’occhiolino. -A più tardi!-
    -Aspetta! Sora!- provò a chiamarlo, mentre lo guardava oltrepassare il cancello e al contempo rabbrividire per il brusco contatto con l’acqua gelida. -È andato.-
    -Non dirmelo, l’ha fatto ancora?- intervenne una nuova voce alle sue spalle, costringendolo a girarsi. -Ti ha lasciato il suo ombrello?- continuò Kairi, prendendo l’ombrellino dalla borsa.
    -Già…- rispose il custode della Via per l’Alba con un sospiro. -Quello stupido, spero che non si ammali.-
    -Tranquillo, sai bene che Sora ha la pellaccia dura.- ridacchiò la rossa. -È tutto uguale.- proseguì, seguendo l’amico sotto la pioggia.
    -Mh? Di che parli?-
    -Tu che sei senza ombrello e Sora che ti lascia il suo perché a lui darebbe solo fastidio.- spiegò lei, guardandolo dal basso. -Non ricordi? È già successo qualche mese fa. Stessa identica scena.-
    Improvvisamente, Riku ricordò quel giorno e ricordò anche com’era finita quella sera.

    ***


    Suonato il campanello, il ragazzo attese che qualcuno arrivasse ad aprirgli. Chiuse meglio la zip della felpa, nonostante avesse smesso di piovere e non ci fosse vento, l’aria umida era comunque fredda e pungente.
    -Eccomi Riku! Scusa se ci ho messo tanto!- esclamò il padrone di casa, dopo aver spalancato la porta. -Entra.- invitò, scostandosi e lasciandogli lo spazio per passare.
    -Grazie So. Permesso.- rispose lui, pulendosi i piedi sullo zerbino e facendosi avanti nell’ingresso, dove trovò il consueto paio di ciabatte ad aspettarlo. -Sei solo?- chiese, levandosi le scarpe e posando l’ombrello avuto in prestito nell’angolo.
    -Sì, mia madre… etciù!- tentò di spiegare, prima di essere interrotto da una sfilza infinita di starnuti, attirando così lo sguardo verde mare dell’amico, che solo in quel momento si accorse delle sue condizioni.
    Occhi lucidi, gote rosse e pigiama lungo coperto da una felpa pesante. Sora non metteva mai il pigiama lungo.
    -Tua madre sa che sei conciato così?- domandò, posandogli una mano sulla fronte sudata. -Sei bollente.-
    Il minore scosse la testa. -Non è ancora rientrata, mi ha lasciato un biglietto sul tavolo in cui diceva che sarebbe tornata in serata.- disse, liberando un colpo di tosse. -Ma stai tranquillo, ho già preso qualcosa per abbassare la febbre…- aggiunse debolmente, appoggiandosi alla parete dell’ingresso.
    -Infatti stai sudando di brutto.- costatò l’argenteo, prendendogli poi un braccio per sorreggerlo. -Dai, andiamo.-
    Arrivati nella stanza del castano, Riku lo aiutò a sdraiarsi e gli rimboccò le coperte, dopodiché andò in bagno a recuperare una bacinella d’acqua e una pezza per rinfrescargli la fronte. Non appena avvertì il fresco sulla pelle, il custode del keyblade sospirò di sollievo e si abbandonò totalmente nella morbidezza del materasso.
    -Scusa, Ri…- mormorò, chiamandolo con il diminutivo che usavano solo tra loro. -Ti sto costringendo a farmi da balia, quando dovevi solamente riportarmi un ombrello…-
    Il maggiore sorrise, scuotendo il capo. -Non pensarci, dovevo insistere di più. Io mi sarei arrangiato in qualche modo.-
    -No… non potevo permetterti di raffreddarti.- replicò Sora con un ghigno. -Quando sei malato, a parte me non ti sopporta nessuno, nemmeno tua madre…- rise per poi girarsi verso la parete, scosso da un altro attacco di tosse. -Anzi, forse è meglio se vai… non vorrei attaccarti qualcosa…- concluse, mentre riprendeva fiato.
    -Correrò il rischio.- disse l’altro, ignorando il commento sul suo carattere e sedendogli accanto. -Non posso lasciarti solo in queste condizioni.-
    -Grazie.- rispose, regalandogli il sorriso più luminoso che gli concesse il suo pessimo stato.
    E Riku, non riuscì a non innamorarsi di quel sorriso, desiderando di vederne un altro uguale oppure uno ancora più bello. Tuttavia, mise da parte quei pensieri, poiché era certo che il prescelto del keyblade non provasse altro che una fraterna amicizia nei suoi confronti. Sapeva già da qualche tempo di sentire qualcosa di diverso dall’amicizia, ma l’aveva sempre messo da parte e tenuto nascosto per timore di incrinare il loro rapporto e, nonostante tutto, gli andava bene comunque.
    Si limitò quindi a stare accanto al castano e ad assisterlo come meglio poté.
    Passate un paio d’ore, la febbre del più giovane parve aumentare invece di diminuire e diede inizio a un teatrino di comico e inquietante delirio, in cui il malato affermava di vedere e sentire cose talmente assurde da far preoccupare seriamente il custode della Via per l’Alba: aveva chiesto di far smettere i cori natalizi di Halloween Town; a un certo punto si era voltato, a dir poco schifato, perché aveva visto Pippo ballare un valzer con Paperino; dopo un po’ aveva cominciato a discutere con la Lepre Marzolina sulla posizione delle stelle e di quanto fossero belle le fontane di Radiant Garden; ma aveva toccato il punto critico quando si era messo quasi a piangere tra le risate mentre diceva di vedere Roxas che urlava qualcosa come “È il fuoco d’Inferno!”, mentre ballava la conga con i tre ragazzini di Twilight Town. Oltre a essere preoccupato, l’argenteo cominciò anche a spaventarsi.
    -Guarda… guarda, Ri… c’è Kairi che cammina sulle mani…- farfugliò a un certo punto il castano con gli occhi lucidi e semi-chiusi e il respiro corto.
    -Ehm… d’accordo, So… prova a dormire un po’ adesso.- tentò di convincerlo, bagnandogli la fronte.
    -Perché? È troppo… divertente… guarda, sta camminando sul soffitto e imita una foca…- rise Sora, in pieno delirio, indicando il lampadario, per poi lasciarsi andare sul letto, come se all’improvviso gli avessero prosciugato le energie.
    -Sora? Ehi, mi senti?- lo chiamò in fretta il maggiore, scuotendolo piano per una spalla.
    -Uhm… sì…- biascicò, per poi girarsi su un fianco e chiudersi a riccio.
    -Che succede, So?-
    -Freddo…- riferì, tremante, aggrappandosi alle due coperte che aveva addosso.
    L’argenteo si alzò, andando a frugare nell’armadio della stanza per richiuderlo con un sospiro quando non trovò nient’altro che vestiti, puliti fortunatamente, ammucchiati uno sull’altro e… “cose” di dubbia natura. Si girò sconfitto, guardando l’amico febbricitante che aveva ripreso a bofonchiare cose assurde su Roxas che chiedeva l’aiuto di una certa Maria per salvarlo da un incantesimo, e riprese a pensare a un modo per riscaldarlo senza mettergli altra roba addosso, che probabilmente non avrebbe risolto comunque il problema.
    Gli venne in mente un’idea soltanto, ma si trattenne un istante dal metterla in atto, valutando se era o no la cosa migliore da fare. Non provava vergogna, quello no, perché non era la prima volta che dividevano il letto, avevano dormito insieme un sacco di volte da bambini, però… come poteva farlo ora, alla luce dei suoi sentimenti verso l’altro?
    Fu un richiamo dell’amico a destarlo dai suoi dubbi amletici. Un richiamo debole e quasi impaurito a causa della sua assenza.
    -Sono qui.- disse, quando fu tornato al suo fianco. -Scusa, ero andato a cercare una coperta.-
    -Mh… non andare più.- borbottò Sora, puntandogli addosso gli occhi lucidi. -Resta qui con me, adesso sono stanco… non potrei venirti a cercare…-
    Riku rise appena, scuotendo il capo. -Tranquillo, non vado da nessuna parte.- assicurò per poi sdraiarsi accanto a lui, sotto le coperte e abbracciandolo per riscaldarlo. -Ora fai il bravo e dormi ok?-
    -Mh, ok.- concesse il malato, accoccolandosi contro il petto dell’altro, per poi alzare il viso. -Ehi, Ri…-
    -Dimmi…- sospirò l’argenteo, ricambiando il suo sguardo e sussultando appena nel trovarlo così vicino.
    -Sai… mentre viaggiavo… ho scoperto una cosa…- esordì, fissandolo con intensità. -Non la sa nessuno.-
    -Vuoi dirla a me?- domandò, incerto, sentendosi stranamente trafitto da quelle iridi rese blu dalla febbre.
    -Mi mancavi tanto…- riprese, come se non l’avesse sentito. -Ho scoperto che mi piaci…- continuò, per poi avvicinarsi e baciarlo sulle labbra, godendo della loro freschezza sulle proprie, roventi. -Non andare via più… verrei a cercarti, ma… non andare via…- farfugliò poi, posando la testa sul cuscino e crollando in un sonno pesante e ristoratore.
    In tutto quel frangente, il maggiore l’aveva inizialmente ascoltato, per poi sgranare gli occhi per quel contatto improvviso e inaspettato. Rimase stordito e incredulo per un paio di minuti buoni, mentre la sua mente gli riproponeva a ripetizione le parole del castano e il suo gesto, sicuramente dettato dall’alta temperatura ma senza ombra di dubbio sincero. Quando, infine, tornò a osservarlo, sorrise e scosse il capo, riflettendo sul fatto che al suo risveglio probabilmente avrebbe dovuto riferirgli quanto accaduto, anche se sperava nel contrario. Dopodiché mise da parte ogni pensiero e gli baciò la fronte, stringendo l’abbraccio e addormentandosi a sua volta.


    ***


    -Ciao Riku! Entra!- esclamò contento Sora, spalancando la porta.
    -Ciao, tutto bene?- domandò, avanzando nell’ingresso.
    -Una meraviglia!- rispose l’altro, incrociando le braccia dietro la nuca. -Non posso mica ammalarmi ogni volta, ti pare?- aggiunse, attirandosi un’occhiata stranita e incredula. -Che ho detto?-
    -Cioè… mi stai dicendo che tu ti ricordi di quella volta?- chiese il custode della Via per l’Alba, bloccandosi con una scarpa in mano.
    Offeso, il minore inarcò un sopracciglio. -Comincio a pensare che tu mi ritenga un idiota totale, grazie tante. Puoi spiegarmi come faccio a dimenticarmi della volta in cui mi sono involontariamente dichiarato?- replicò piccato. -Ok, ero delirante per via della febbre, e, infatti, devo ancora trovare un modo per cancellare l’immagine di Paperino e Pippo che ballano un valzer in abito da sera, ma…- spiegò, fermandosi per chiudere la porta alle spalle del maggiore, che continuò a guardarlo come se avesse davanti un enigma. -Di averti detto quelle cose non mi dimenticherò mai. Certo, ho dovuto chiedere conferma a te perché ero completamente fuso, però- la sua frase fu interrotta di colpo dal bacio del compagno, che lo spinse fino alla parete.
    -Ah, stai zitto.- lo rimproverò dopo che si separarono. -Con te, devo smetterla di sorprendermi.- ammise, poggiando la fronte sulla sua e gettandosi nell’azzurro dei suoi occhi, mentre lui lo incantava con la sua risata. -Quindi sei qui tutto solo?-
    -Già, vuoi restare?- chiese il minore con fare innocente.
    -Non vado da nessuna parte.-
     
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    Titolo: Un passo indietro - Cioccolata
    Autore: Liberty89
    Genere: Comico, Fluff, Romantico
    Rating: Verde
    Personaggi: Riku, Sora
    Avvertimenti: One-shot, Shonen-ai
    Note dell'autrice: Buongiorno mondo :3 Il mare mi ha fatto proprio bene, mi sono riposata, rilassata e ho scritto un sacco di cose e ne ho progettate altrettante. Per ora vi lascio questa shottina che è legata alla precedente, “Rain”. Spero che vi piaccia :3 Buona lettura!

    Un passo indietro - Cioccolata


    Perché fosse così nervoso, Sora non lo sapeva proprio.
    Insomma, non era la prima volta che dopo la scuola lui e Riku andavano al bar insieme, quindi non poteva essere quello il motivo. Probabilmente c’entrava la sua dichiarazione fatta durante il delirio febbrile, perché quelle parole implicavano parecchie cose: innanzitutto il fatto che ora non fossero più solamente amici. Per lui, almeno, era così.
    Deglutì, arrossendo appena, e sbirciò il viso dell’amico che gli camminava accanto. Lo trovò rilassato e tranquillo come sempre e si chiese cosa si stesse muovendo nella sua mente. Fissò il suo profilo e l’intenso verde mare dei suoi occhi, trovandoli più belli di quanto ricordasse e desiderando di non vederli mai chiudersi. Distolse immediatamente lo sguardo, puntandolo davanti a sé e dandosi dell’imbecille patentato, perché era quella la figura che aveva fatto due giorni prima.
    Si era svegliato con Riku accanto ed era sbiancato l’istante seguente, convinto che l’immagine di Riku disteso al suo fianco per scaldarlo fosse soltanto un sogno. Restava da vedere se anche quello che credeva di aver detto fosse reale o meno, e ovviamente quando chiese stupidamente conferma all’argenteo, questo non aveva potuto far altro che ripetere la sua mezza dichiarazione e riferire, con un pesante velo d’imbarazzo a imporporargli le guance, che l’aveva anche baciato. Figura da imbecille cronico, per l’appunto.
    Si erano poi rivisti solo quella fresca mattina di fine inverno, ma non si erano detti granché fino alla pausa pranzo, ossia quando il custode della Via per l’Alba gli aveva chiesto se voleva andare con lui al bar quel pomeriggio. Stava seriamente rivalutando l’aver accettato quell’invito, ma era troppo tardi per inventarsi un impegno che non c’era e se ci avesse anche solo provato, il maggiore l’avrebbe scuoiato vivo lì in mezzo alla strada.
    Pochi minuti dopo erano seduti uno di fronte all’altro al tavolino del famoso bar, in attesa di un’ordinazione che Sora non ricordava nemmeno di aver fatto. Ma era certo che entro sera si sarebbe dimenticato pure il suo nome, la cosa grave era che non si trovava ad Oblivion Castle, eh no. Cominciò a pensare di soffrire d’Alzheimer prematuro, quando l’amico lo riportò nel mondo reale.
    -Ehi, So…- chiamò l’argenteo con un sospiro, ottenendo un’esplosione che non aveva nulla da invidiare a quella di una bomba.
    -Ah, Riku!- rispose il minore, tremando e guardandolo un attimo solo, prima di incollare di nuovo gli occhi celesti sul legno del tavolino. -Mi dispiace… per quello che è successo… io non volevo… cioè, in realtà sì… però, ecco… non in quella maniera…- balbettò a raffica, piantando le unghie nell’imbottitura della panca con l’involontario intento di ucciderla.
    -Per tutti i mondi, Sora, calmati…- lo frenò prima che si mordesse la lingua, mettendogli una mano sulla spalla e facendogli così rialzare il viso.
    Incrociò le sue iridi azzurre, larghe e sull’orlo di un pianto isterico dettato dal panico immotivato che aveva preso possesso di quella testolina bruna. Sospirò ancora, alzandosi e andando a sederglisi accanto, ma per un attimo se ne pentì perché il minore sembrava pronto a collassare sul pavimento.
    -Calmati, ok? È tutto a posto.- disse convinto, cercando di farlo capire all’altro.
    -Come… come fa a essere a posto…?- singhiozzò, senza versare lacrime. -Io… ho detto… ho fatto…- riprese a balbettare, interrompendosi solo quando l’argenteo gli posò una mano sulla nuca e lo tirò a sé per baciarlo con leggerezza, senza forzarlo più di quel tanto, così che avrebbe potuto tirarsi indietro se non avesse gradito.
    Tuttavia, Sora non si mosse di un solo millimetro, nemmeno quando il maggiore si allontanò.
    -Visto? Tutto a posto.- disse soltanto, risvegliandolo dallo stato catatonico.
    -Vuoi dire che… va bene? Cioè, io… e te…?-
    Riku annuì, paziente. -Sì, va bene.- rispose, sorridendogli e ottenendo in cambio un sorriso molto più luminoso del suo, ma soprattutto stracolmo di gioia.
    Fu posando la mano sul tavolino che Sora si accorse della presenza di una coppia di tazze di cioccolata fumante, spuntate da chissà dove. Tornò a guardare il maggiore, che ricambiò l’occhiata e lo imitò, raccogliendo la tazza e bevendo come se nulla fosse accaduto.


    Edited by Liberty89 - 12/10/2013, 14:26
     
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    Titolo: Vaniglia
    Autore: Liberty89
    Genere: Fluff, Romantico
    Rating: Verde
    Personaggi: Riku, Sora
    Avvertimenti: Shonen-ai, Flash-fic
    Note dell'autrice: Buona sera! Eccomi qua di nuovo con una flluffosissima fic. Stavolta c'è da stare attenti, tutto 'sto zucchero potrebbe far male a qualcuno xD Bon, vi ho annoiati abbastanza, buona lettura :3


    Vaniglia


    Il tramonto era sempre uguale e sempre diverso allo stesso tempo. Ogni volta era in grado di stupirlo con le sue sfumature che si sfilacciavano nel cielo in un modo forse simile ma mai uguale a quello precedente. Guardarlo con il suo compagno poi, non poteva che renderlo ancora più bello e speciale.
    Si voltò a osservarlo: comodamente seduto sul tronco dell’albero di paopou e con gli occhi color acquamarina puntati sull’orizzonte. La sua attenzione fu rapita l’attimo dopo dal verde delle ampie foglie dell’albero e dai suoi frutti a forma di stella. Gli balzò in mente un’idea germogliata dal nulla, che crebbe in un battito di ciglia, riempiendosi di determinazione. L’attimo dopo s’era già mosso, oltrepassando Riku e arrampicandosi sul ramo affusolato.
    -Che stai facendo?- domandò il custode della Via per l’Alba riservando al castano uno sguardo scettico e dubbioso.
    -Aspetta e vedrai.- rispose Sora, sporgendosi e staccando un frutto per poi tornare indietro, facendo attenzione a non cadere o perdere il “bottino” che teneva sotto braccio.
    Si sedette accanto all’argenteo e rimase qualche secondo a fissare il paopou che teneva tra le mani. Infine annuì e si girò, puntando gli occhi azzurri in quelli dell’altro.
    -Vuoi… dividerlo con me?- chiese in un sussurro, come se stesse rivelando un segreto che nemmeno l’isola stessa doveva sapere.
    Riku arrossì un istante, sentendosi travolto da quella proposta improvvisa e dai suoi toni più che mai intimi. Poco dopo, però, sorrise e si sporse per posare un bacio leggero sulle labbra dell’altro.
    -Sì, voglio intrecciare il mio destino al tuo.- disse, allontanandosi e godendosi il rossore comparso sulle sue guance.
    Morsero una punta ciascuno, nello stesso momento, e masticarono lentamente, gustando il sapore dolce e fresco del frutto, stretto da entrambi con una mano, mentre quelle libere si erano irrimediabilmente cercate per intrecciarne le dita.
    -Vaniglia.- pronunciarono all’unisono una volta inghiottito il boccone.
    Risero insieme per poi dare un nuovo morso, e poi un altro, sentendo che sapeva ancora di vaniglia e del loro amore. Un sapore che era soltanto loro e che per nessun altro sarebbe stato identico. Proprio come i tramonti che non erano mai uno uguale all’altro.
     
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    Titolo: Gelosia
    Autore: Liberty89
    Genere: Generale
    Rating: Verde
    Personaggi: Riku, Sora
    Avvertimenti: Flash-fic, Shonen-ai
    Note dell'autrice: Buongiorno :3 Eccomi tornata con la nuova flash, ma stavolta niente fluff ù.ù Tranquilli (?), tanto torna ù.ù xD Buona lettura!


    Gelosia


    Quando lo vide quella mattina scorse immediatamente quel dettaglio. Aveva passato tante di quelle giornate a guardarlo che ormai riusciva a cogliere anche il minimo cambiamento.
    -Ehi, Sora.- esordì, affiancandolo.
    -Oh, Riku! Buongiorno!- salutò il castano, allegro come sempre. -Qualcosa non va?- chiese subito dopo, notando che il compagno non gli aveva risposto come faceva di solito.
    Osservandolo meglio in viso e negli occhi capì che doveva avere qualcosa che lo impensieriva.
    -Quel polsino… come mai…?- domandò il maggiore, indicando con un cenno la fascetta di tessuto nero che l’altro portava al polso destro.
    -Mh? Ah, questo.- fece lui, per poi allungare le labbra in un sorriso malinconico. -Non so di preciso perché l’ho messo. Ricordo di aver sognato Roxas stanotte, ne aveva uno anche lui, ma il suo era a scacchi e lo portava a sinistra…- raccontò, incatenando l’altro alle sue parole. -Stamattina ho trovato questo in un cassetto e me lo sono infilato senza pensarci. Non ti piace?- proseguì, tornando a incrociare il suo sguardo acquamarina.
    -Eh? No, no… mi è solo sembrato strano, è la prima volta che porti qualcosa del genere.- si affrettò a rispondere Riku, celando i suoi veri pensieri.
    A quel punto Sora alzò le spalle e riprese a guardare avanti con un nuovo sorriso a illuminargli il volto.
    Con un sospiro l’argenteo lo seguì, sperando che la presenza del biondo Nobody non si facesse più invadente di così nella loro relazione.
     
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    Titolo: Shampoo
    Autore: Liberty89
    Genere: Fluff
    Rating: Verde
    Personaggi: Riku, Sora
    Avvertimenti: Flash-fic, Shonen-ai
    Note dell’autrice: Buondì mondo! È un sacco che non mi faccio vedere, mea culpa. No, ma che dico è colpa dell’università, perché sì mi sono iscritta di nuovo e sono nuovamente una matricola! *tira una testata al muro* Ma non parliamo di cose brutte! ù.ù Avevo detto che sarebbe tornato il fluff, ebbene eccolo qua! Buona lettura! :3


    Shampoo


    Se l’avesse raccontato in giro nessuno gli avrebbe creduto. Rivelare una cosa del genere l’avrebbe fatto passare per un pazzo che voleva prendersi gioco degli altri raccontando la più assurda delle barzellette. Si sarebbe sentito dire che si era trattato solamente di un bel sogno.
    Eppure era tutto reale ed era unicamente suo. A quel pensiero si sentì terribilmente fortunato e affondò ancora di più il viso tra le braccia incrociate, posate a loro volta sul bordo della vasca. Nel frattempo, le dita sottili del suo compagno si muovevano con una delicatezza incredibile sulla sua testa. S’infilavano rapidamente ma con dolcezza tra le ciocche argentee per sfregare con tocchi morbidi la cute insaponata, passando da un lato all’altro fino alla nuca. E quando la raggiunsero di nuovo, Riku non riuscì a trattenere un sospiro di piacere e apprezzamento, seguito da un mugolio che chiedeva di averne ancora e ancora.
    Sora ridacchiò, sporgendosi per baciargli la guancia. -Temo di averti viziato.- commentò, riprendendo a lavare i lunghi capelli dell’altro con una cura e una leggerezza che nessuno avrebbe mai creduto possibile da parte sua.
     
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    Titolo: Christmas Time
    Autore: Liberty89
    Genere: Fluff, Comico
    Rating: Verde
    Fandom: Kingdom Hearts
    Personaggi: Riku, Sora
    Avvertimenti: Flash-fic
    Note dell'autore: Buona sera a tutti! Sono tornata con una bella fic RiSo dai toni natalizi ù.ù Poco fluff, ma c'è ù.ù Detto questo, vi auguro una buona lettura!


    Christmas Time




    -Sora, cosa stai facendo…?- chiese il custode della Via per l’Alba, guardando il compagno con un sopracciglio inarcato e un principio di incredulità misto a isteria che gli stava causando un tremolante tic al rispettivo occhio.
    Il castano si girò, smettendo di rimirarsi al proprio specchio dopo essersi messo un completo natalizio che ricordava molto gli abiti che indossava solitamente a Christmas Town. C’erano solo due differenze: questo era di uno sgargiante verde smeraldo e invece dei denti da vampiro aveva un paio di brillanti ali semitrasparenti, lunghe quasi mezzo metro, attaccate alla schiena che vibravano a ogni minimo movimento.
    -In che senso?- replicò lui, cacciandosi meglio in testa il berretto col pelo.
    -Perché ti sei conciato così?- domandò Riku con un sospiro rassegnato.
    -Per la recita natalizia!- rispose il minore tutto contento. -Piacerò ai bambini secondo te?-
    -Sono certo che gli piacerai.- assicurò con un sorriso. -E che parte avresti tu?-
    -Sarò Trilli!- annunciò orgoglioso. -E tu farai Peter Pan!-
    Il maggiore divenne di un inquietante color cadavere e sgranò gli occhi per qualche istante, per poi tornare serio e cupo con le braccia incrociate sul petto.
    -Te lo scordi.- dichiarò con tono grave. -Non ci tengo minimamente a vestire i panni di quell’irritante galletto volante.-
    Sora s’imbronciò e portò le mani sui fianchi, dopodiché si alzò letteralmente in volo sbattendo rapidamente le ali che sembrarono tintinnare come i campanelli di una slitta, e atterrò di fronte all’amante che si ritrovò seduto sul letto con una smorfia quasi spaventata.
    -Quelle cose… sono vere?-
    -Ovviamente! Ho usato la magia per cambiare il costume!- spiegò nervoso il castano. -E comunque, non puoi darmi buca!-
    -Ma non ci somiglio neanche a quello lì!-
    -Perché io sono il gemello di Trilli, vero?-
    L’argenteo aprì la bocca per ribattere ancora, ma si trovò privo di argomenti, quindi la richiuse e chinò il capo, sconfitto. Al contrario, il prescelto per antonomasia tornò allegro e sfoggiò un sorriso enorme, che avrebbe fatto impallidire le sottili ali che indossava in quel momento tanto era luminoso.
    -Ottimo! Mettiamoci subito al lavoro!-
    L’unico regalo che Riku chiese mentalmente per Natale fu la propria sparizione prima che fosse la sua dignità ad abbandonarlo in maniera definitiva.
     
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    Titolo: Bacio senza perché
    Autore: Liberty89
    Genere: Fluff, Sentimentale, Romantico
    Rating: Verde
    Personaggi: Riku, Sora
    Avvertimenti: Drabble
    Note dell'autrice: Zalve~ Ritorno dopo davvero tanto tempo con una cosetta piccina picciò. Da dove nasce? Beh, sapete come vanno queste cose (?): vedi un’immagine e puf! Ecco la fic ù.ù Spero che vi piaccia! Buona lettura!


    Bacio senza perché


    Riku sapeva bene che Sora poteva dimostrarsi imprevedibile, gliel'aveva provato tante di quelle volte da perderci il conto. Tuttavia non si aspettava che potesse rivelarsi anche molto intraprendente -al di fuori di uno stato influenzale particolarmente molesto*.
    La sorpresa nel ritrovarsi all’improvviso le labbra dell’altro sulle proprie fu enorme. Sgranò gli occhi, fissando quelli azzurrissimi di Sora, che approfondì il contatto e non lo lasciò finché non fu a corto d’aria.
    Quando indagò sul perché di quel saluto così caloroso ricevette un ghigno e pura sincerità.
    -Mi sei mancato e ti amo. Serve qualche altro motivo?-
    Poi lo baciò ancora e Riku comprese che no, non serviva davvero nessun’altro motivo.







    *riferimento alla One-shot “Rain”.
     
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    Titolo: La mamma è sempre la mamma
    Autore: Liberty89
    Genere: Comico, Fluff
    Rating: Verde
    Personaggi: Riku, Sora
    Avvertimenti: Flash-fic
    Note dell'autrice: Yo! Con la RiSo questa flash c’entra… poco, però datemela buona, è pur sempre un loro momento random, no? ù.ù Buona lettura dunque!


    La mamma è sempre la mamma


    Riku sbatté le palpebre un paio di volte. -Credo di non aver capito bene.- esordì, guardando l'amico che si teneva la testa dolorante con una mano. -Ripeti da capo.-
    Sora sbuffò. -Quando mi ha visto sulla porta sembrava sul punto di piangere...- spiegò, sedendosi per terra a gambe incrociate. -Mi aspettavo frasi come "Finalmente sei tornato!" oppure "Ero preoccupata!", insomma, cose che pensano le mamme.-
    -Invece?- domandò il maggiore, affiancandolo e dando un'occhiata al bernoccolo.
    -Invece mi ha urlato contro.- borbottò il castano.

    -Dove diamine sei stato tutto questo tempo?!- urlò la donna, avanzando minacciosa verso il figlio.
    -Beh, ecco... è un po' difficile da spiegare su due piedi mamma...- il ragazzo deglutì. -Perché non ci sediamo...?-
    -Sei scappato dalla finestra! Durante una tempesta! Incosciente!- gridò lei, tirandogli un pugno in testa.
    -Ahia! Mamma!- protestò lui, portandosi una mano alla parte lesa e trovandosi un indice puntato addosso.
    -Non azzardarti ad alzare la voce con me, signorino! Adesso vieni dentro e spiegami per filo e per segno cos'hai combinato, o ti assicuro che non uscirai più da questa casa.-
    A quel punto, Sora non si diede neanche il tempo di annuire completamente ed entrò in casa, seguito dalla genitrice furente.


    -Beh, guarda il lato positivo: alla fine l'ha presa bene. O no?-
    -Sì, sì. L'ha presa bene, è stata contenta di sapere che non ho combinato disastri di sorta e che anzi ho contribuito a rimettere le cose a posto... E d'ora in poi devo sempre avvisarla quando esco. Anche per salvare l'universo...- sospirò Sora, infine, continuando a massaggiarsi il bernoccolo.
    L'altro custode rise appena, guardandolo. -Sei un elemento...- commentò, curandolo con la magia e baciandogli la tempia.
    -Grazie... Tua madre invece come l'ha presa?-
    -Non sono sceso molto nei dettagli... Appena mi ha visto è scoppiata a piangere come una fontana, se le avessi anche detto tutto quello che ho fatto e che mi è successo le sarebbe venuto un infarto, come minimo.- spiegò. -Se ti consola, anche lei da adesso vuole sempre sapere dove vado e perché.-
    -Anche se si tratta di salvare l'universo?-
    -Anche per salvare l'universo.-
     
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