Capitolo 73: Partenza x Paura x Casa? [prima parte]

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    Fuoco crepuscolare che mai si estinguerà

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    Capitolo 73: Partenza x Paura x Casa? [prima parte]

    I custodi di Alba e Tramonto si studiavano l'un l'altra, muovendosi in cerchio.
    L'argenteo fissava la compagna con attenzione, per cogliere al volo l'attimo in cui si sarebbe mossa per attaccarlo, poiché lui non aveva la minima intenzione di fare il primo passo. Ciò che Jessie gli stava mostrando era un qualcosa di totalmente nuovo e sconosciuto, che non andava affrontato con leggerezza e imprudenza, in più nel bel mezzo di quel buio opprimente, la ragazza era in grado di muoversi a suo piacimento, senza essere vista.
    Si chiese se fosse il caso di evocare Omi, ma era indeciso. La castana ancora non aveva fatto uso del fuoco né del suo secondo keyblade, ed era riuscita a liquidare gli amici in poco tempo. Questo lo lasciò dubbioso e insicuro.
    -Quanto è grande il tuo potere? Durante il giorno i tuoi scontri sono durati anche un'ora, mentre adesso…- pensò nervoso.
    -Adesso basta. Vediamo di darci una svegliata.- sentenziò Jessie, correndo incontro al compagno, che si mise in guardia e l'attese, pronto per respingerla.
    L'Artiglio della Notte si scontrò con violenza con l'arma avversaria e Riku arretrò di un passo, sotto l'imprevista forza che lo stava mettendo alla prova e l'Oscurità emanata da quella chiave. Il ragazzo strinse i denti e spinse contro l'avversaria, riguadagnando il terreno perduto e facendola indietreggiare a sua volta. La castana assottigliò lo sguardo e caricò un calcio con la gamba destra, mirando al fianco dell'argenteo.
    A quel punto, Riku fu costretto ad interrompere il contatto tra le lame e si fece indietro di qualche passo, mentre Jessie lo imitava con un balzo, mescolandosi con il buio circostante. Il custode dell'Alba alzò la guardia e prese ad osservare attentamente ciò che lo attorniava: una fitta nebbia scura in cui non riusciva a scorgere nessun segnale. Nessun suono giunse alle sue orecchie e tutto restava immobile attorno alla sua figura. Le iridi acquamarina saettavano da una parte all'altra, in cerca di un movimento qualsiasi, ma per ora, nessun segnale che poteva tradire la presenza della giovane si mostrò loro.
    Come una goccia d'acqua nel profondo e immenso oceano, Jessie era divenuta un'ombra tra le ombre e con i suoi occhi color nocciola, non si perdeva un gesto del custode. Senza farsi notare, era giunta alle sue spalle e non le restava altro che attaccarlo. Qualcosa però la frenava. L'istinto le sussurrava nei pensieri, simile al propagarsi di una lunga e sibilante eco, mettendola in guardia sulle reazioni del suo avversario. Scosse il capo e si concentrò, tendendo il suo corpo per lo scatto, dopodiché si mosse.
    Silenziosa come uno spettro nato da quella stessa nebbia, la ragazza ne uscì, volando a raso terra, e levò l'Artiglio della Notte per colpire la schiena dell'altro keyblader.
    -Riku dietro di te!- urlò Sora, rimasto a terra poco distante dai duellanti.
    Il ragazzo si voltò, sollevando la sua arma e serrò gli occhi, preparandosi a ricevere l'offesa, che però non arrivò.
    Emettendo il suo delicato e cristallino verso, Omi si frappose tra il suo padrone e la custode del Tramonto, prendendo le fattezze di una violenta onda d'acqua. Jessie fu travolta dalla forza scatenata dalla fenice e istintivamente richiamò il fuoco a proteggerla, il quale l'avvolse come un guscio, che illuminò l'oscurità di quella nebbia. Chiusa tra le fiamme, la ragazza cadde a terra e rotolò per alcuni metri prima di fermarsi, piantando il keyblade nel terreno erboso del giardino. Rialzò lo sguardo sul compagno, vedendolo però rifratto dalle membra liquide del volatile e dalle sue iridi era ben leggibile un profondo senso di fastidio. Spense il fuoco attorno a sé e si mise in piedi, estraendo l'arma con un gesto secco, riportandola davanti al viso, mentre il braccio destro si poneva alle sue spalle e nella rispettiva mano compariva la Via del Tramonto.
    Il custode dell'Alba si fece attento, inarcando un sopracciglio. Solitamente, la castana teneva l'Artiglio dietro di sé e la prima chiave in avanti. Da quando la conosceva e in tutti gli scontri a cui aveva assistito non l'aveva mai vista cambiare schema. Si riscosse dai suoi pensieri, quando la vide scattare verso di lui. Sollevò la Via per l'Alba e corse incontro all'avversaria, preceduto da Omi, che con due potenti battiti delle sue ali d'acqua la raggiunse, frenando la sua avanzata.
    Jessie storse le labbra e levò la chiave della Notte, che inaspettatamente fu circondata da una fiamma bluastra dai bordi violacei, dopodiché calò il fendente. Un clangore acuto squarciò l'aria, quando le lame dei due keyblade si scontrarono tra loro.
    Incurante della presenza di Omi, Riku non aveva frenato la sua corsa e, passando attraverso il corpo dell'essenza dell'acqua, era giunto di fronte alla ragazza, intercettando il suo attacco e creando un nuovo stallo, in cui la osservò. Quello strano e tetro fuoco, che non emetteva alcun crepitio, incredibilmente non intaccò la sua arma, dopodiché spostò lo sguardo sul viso della compagna, cogliendola sudata e ansante, ma convinta e determinata. Nonostante l'oscurità che li circondava, il potere della Prima Pietra era ancora troppo forte per lei.
    Aprì la bocca per dirle di fermarsi, ma la castana lo anticipò, portando avanti la chiave del Tramonto per colpirlo al fianco sinistro con un fendente orizzontale. Con un rapido balzo si fece indietro ed evitò che il filo della lama affondasse nella sua carne, dopo avergli lacerato la felpa. Il suo posto fu rapidamente occupato dalla fenice d'acqua, che travolse ancora una volta la keyblader, gettandola lontano.
    Grondante d'acqua, con un ginocchio a terra e le mani strette sull'impugnatura delle sue armi puntate al suolo, Jessie prese lunghi e profondi respiri a capo chino, avvertendo su di sé l'intenso e potente influsso della Luce che albergava in quel mondo, che neanche nelle ore notturne le dava pace. Poteva rendere più buia la notte, ma la luce di quel frammento di universo era più forte di lei. Sollevò lo sguardo, mostrandolo ancor più deciso sotto al cappuccio nero. Finché ne era in grado, voleva lottare. Ricacciando la stanchezza in un angolo profondo del suo essere, si alzò in piedi e intraprese una nuova corsa, portando entrambe le braccia dietro la schiena, dove l'Artiglio bruciava, avvolto nella sua fiamma blu. Giunta di fronte alla fenice, saltò prendendo il volo, dopodiché si diresse in picchiata verso il compagno dai capelli argentei, che le lanciò contro una magia Idropulsar.
    Osservò ghignando le cinque enormi sfere d'acqua, dopodiché diede vita ad altrettanti globi composti di fuoco blu, chiari al centro che si scurivano man mano verso i bordi neri, e li scagliò in sua difesa. Cinque esplosioni si susseguirono rapidamente una dopo l'altra, illuminando la zona per pochi secondi, producendo boati e nubi di polvere, che si fusero con la nebbia già presente. Infine, il buio artificiale creato dall'incantesimo della keyblader fu infranto da una pioggia di scintille, che cadde dallo scontro fra le tre leggendarie lame.
    Sospesa a mezz'aria, Jessie aumentò la spinta delle sue armi parallele, costringendo il ragazzo a porre la mano destra sulla punta della sua chiave, mentre alle sue spalle avvertì la presenza di Omi farsi sempre più vicina. La ragazza si liberò dei keyblade, facendo perdere l'equilibrio all'altro custode, che barcollò, dopodiché si girò verso il volatile e gli mandò addosso un fascio di fiamme cremisi. Il fuoco si legò attorno alla fenice e prese le fattezze di un serpente, che sibilò soddisfatto alla creatura d'acqua.
    Tornata a terra, Jessie evocò l'Artiglio e parò il fendente verticale dell'argenteo, che la fissò con intensità prima di separarsi nuovamente da lei con un salto all'indietro. Come all'inizio di quello scontro, presero a girare in cerchio, studiandosi per l'ennesima volta, la sola differenza era l'affanno che presentavano entrambi, ma che nella ragazza era più accentuato. Dopo aver compiuto quasi un giro completo, si fermarono e si diedero lo slancio per un nuovo attacco, probabilmente decisivo. A pochi metri dal punto previsto per lo scontro, sollevarono le chiavi per caricare il colpo, però qualcosa si mise tra di loro, frenandoli.
    Una candida luce accecante trafisse la nebbia nera che li circondava. La custode del Tramonto arretrò d'impulso, mentre si schermava il viso con le braccia e cercava rifugio nelle ombre. Il keyblader dell'Alba abbandonò la propria arma, riconoscendo il portatore di quella luce e chiedendosi il perché della sua presenza. Nel frattempo, Omi e il serpente di fuoco si separarono e mentre il secondo si dissolse in un istante, la fenice si scompose in miliardi di gocce per tornare ad occupare il suo posto nel frammento di zaffiro che il suo padrone portava all'orecchio.
    -Adesso fermatevi!- sentenziò re Topolino, lasciando affievolire un po' il bagliore cui aveva dato vita e stringendo la presa sul proprio keyblade ancora luminoso.
    -Maestà come mai siete qui?- domandò l'argenteo, avvicinandosi.
    -Xemnas è venuto a chiamarmi, perché da più di un'ora non vi vedevano uscire.- spiegò il sovrano, guardandolo in viso. -Tutto bene?-
    Il ragazzo annuì, dopodiché si girò verso l'amico, trovandolo in piedi e avvolto da un'aura verde smeraldo.
    -E tu Sora? Stai bene?- chiese il detentore della Catena Nobile.
    -Certo Maestà non si preoccupi.- rispose il bruno, sorridendo al compagno.
    Il sovrano annuì e fece vagare lo sguardo alla ricerca della castana. -Jessie, io credo che sia sufficiente. Non lo pensi anche tu?-
    -Bè, Maestà, per quanto mi riguarda temo di sì. Se non fosse intervenuto, credo che non sarebbe finita troppo bene…- rispose la ragazza, celando la sua figura in un punto imprecisato della nebbia. -Ora devo chiederle una cortesia Maestà, potrebbe… ecco… mettere via il suo keyblade?- chiese con una lieve nota di fastidio.
    -Oh, certo! Scusami Jessie!- esclamò il re, dopo un istante di riflessione, lasciando che l'arma svanisse in una scia di luci. -Era l'unico modo per trovarvi qui dentro, non era mia intenzione farti del male.-
    La custode sospirò di sollievo, abbassando la mano che le aveva protetto gli occhi. -Non si preoccupi Maestà.- disse, riunendosi ai compagni. -Ora sarà meglio rimettere tutto a posto… Luce!- esclamò, alzando il braccio destro.
    Com'era giunta, quella fitta nebbia nera si diradò. Le stelle, gemme preziose adagiate sul velluto scuro della notte, tornarono a brillare come sempre, la luna gettò nuovamente i propri argentei raggi sull'intero mondo e le torce appese alle mura del candido castello, ripresero ad ardere diffondendo il loro tepore nel freddo del giardino.
    I Ritornanti osservarono con stupore il ritiro di quel lugubre fenomeno magico e lentamente videro comparire i custodi al centro dello manto erboso. Il Superiore sospirò di sollievo nel vederli tutti in piedi, incamminarsi nella loro direzione. Senza difficoltà, ammise di essersi preoccupato quando, dopo quasi un'ora di silenzio assoluto, la castana era riemersa dalle ombre del suo incantesimo, portando in spalla la principessa della Luce priva di sensi e l'aveva affidata a loro con poche e semplici parole rassicuranti sulla sua salute, per poi sparire ancora una volta nella nebbia con una sicurezza incrollabile in una direzione precisa. Poco dopo, la rossa aveva ripreso conoscenza e fu difficile per lui impedirle di rimettere piede in quella trappola. Nel frattempo, i minuti fuggivano come ladri e quando sentì rintoccare di nuovo il campanile non ci aveva pensato troppo e aveva aperto un varco per raggiungere il re.
    Si fece avanti e mostrò un lieve sorriso nel vedere Kairi gettarsi al collo del custode della Catena Regale. -Sono contento di vedere che state tutti bene.- esordì.
    -A quanto pare li ho trovati appena in tempo.- replicò Topolino con un sorriso. -Vero Jessie?-
    La ragazza si tolse il cappuccio, dopodiché si limitò ad annuire all'affermazione del sovrano. -Ora credo sia meglio andare a dormire… Abbiamo tutti bisogno di riposo.- disse con voce stanca.
    -Tu più di tutti!- esclamò il Feroce Lanciere. -Mi chiedo dove tu sia riuscita a trovare la forza per usare quell'incantesimo proprio qui.-
    La castana esibì un sorriso amaro, senza rispondere alla domanda del numero III. -È meglio che tu non lo sappia…- pensò poi.
    Salutato il re, che tornò a bordo della gummiship accompagnato da Xemnas, tutti lasciarono il giardino per dirigersi nelle rispettive stanze. I Ritornanti si avviarono per primi, chi confabulando e sbraitando come se fosse al mercato e chi rimase in silenzio pensando ai fatti propri, seguiti poi dai quattro custodi, taciturni e composti come mai si erano visti.
    L'argenteo gettava rapide e continue occhiate alla compagna, che gli camminava accanto con lo sguardo dritto avanti a sé e le palpebre socchiuse, chiaro segnale della sua profonda stanchezza. Dopodiché si voltò per un istante verso l'amica dai capelli rossi, mano nella mano con Sora, trovandola assorta con gli occhi cupi, attraversati da una strana sfumatura. Spostò l'attenzione dei suoi occhi acquamarina sul custode della Catena Regale, incrociando le sue iridi azzurre velate di preoccupazione.
    Jessie non badò alle occhiate nervose che le lanciava il suo compagno e nemmeno al disagio della principessa, poiché troppo concentrata sui suoi passi. Si sentiva esausta e avvertiva una forte pressione all'altezza del cuore, come se qualcuno vi si fosse posato con tutto il proprio peso. Comprese che quello doveva essere il prezzo da pagare per aver utilizzato una simile magia in quel mondo, ma si chiese in che condizioni si sarebbe svegliata la mattina dopo.
    Non capì il perché, ma il percorso fino alla stanza che divideva con Riku le sembrò più lungo del solito. Quando giunsero di fronte alle loro porte, la ragazza salutò con un cenno della mano e un piccolo sorriso i due keyblader più giovani, dopodiché entrò nella camera e si gettò sul letto, senza accennare al volersi muovere per cambiarsi.
    Il custode dell'Alba sospirò, stanco, voltandosi poi verso gli amici.
    -Credo sia più stanca di quel che vuole farci intendere…- disse. -Bè, buona notte ragazzi.- concluse prima di seguire la compagna e chiudersi la porta alle spalle.
    Immediatamente cercò la ragazza, così fece salire lo sguardo dal pavimento, dove erano state lanciate le scarpe, e la trovò stesa sul materasso, col viso affondato nel cuscino e gli occhi chiusi. Si avvicinò e la chiamò senza però ottenere risposta e capì che aveva già ceduto il passo ad un sonno profondo e quieto. Le sedette accanto e cercando di fare il più delicatamente possibile, la spogliò del cappotto e dei jeans, lasciandola in maglietta, infine la sollevò per metterla sotto le coperte. Sistemata la castana, Riku si svestì a sua volta, rimanendo in boxer, dopodiché si sdraiò accanto a lei e l'abbracciò, sentendo quanto fosse gelido il suo braccio e parte della sua schiena. La osservò dormire beata per qualche istante, poi se la portò al petto e si addormentò, sognando una possibile felicità futura.

    Si girò nuovamente e fissò il soffitto con i suoi occhi blu. Non seppe dire quanto tempo rimase in quella posizione, ma le sembrò comunque troppo poco, quando la cambiò ancora, mettendosi sul fianco destro e puntando il suo sguardo sul ragazzo che dormiva stranamente tranquillo accanto a sé. Gli accarezzò la guancia esposta con la punta delle dita e sussultò appena quando nel buio della stanza si mostrarono le sue iridi azzurre, luminose come stelle nel cielo notturno.
    -Cosa c'è Kairi? Perché non dormi?- le chiese Sora con voce impastata dal sonno.
    La principessa si fece più vicina e affondò il viso nel petto del castano, ascoltando il ritmo regolare e tranquillo del suo cuore.
    -Non vuoi dirmi cosa ti turba?- domandò ancora, passandole una mano tra i capelli rossi.
    -Non so come spiegare… però… credo di aver paura.- confessò.
    -Di cosa?-
    -Di Jessie… durante l'allenamento non sembrava nemmeno lei. Il tono della sua voce era freddo e distante…-
    -Anch'io mi sono spaventato quando l'ho vista in quelle condizioni e quando mi ha detto di averti sconfitta…- rispose il custode, stringendo a sé la ragazza. -Ho pensato il peggio, perché quella che avevo davanti era una Jessie completamente diversa dal solito.- spiegò. -Dopo avermi sconfitto è apparso Riku e anche lui deve aver faticato a riconoscerla perché Jessie gli ha assicurato di essere sempre la stessa, solamente ci ha mostrato il lato buio del suo cuore…-
    -Capisco, però…-
    Il castano la zittì, cercando il suo sguardo. -Non preoccuparti Kairi, se ci saranno pericoli, io ti proteggerò. E non devi aver paura di Jessie, magari parla con lei di questi tuoi timori…-
    La rossa rifletté sulle parole del ragazzo e dopo qualche attimo annuì. -Grazie Sora.-
    L'altro sorrise. -Di niente. Ora non pensarci più e dormi. Buona notte!-
    -Buona notte.- rispose, pensando che sì avrebbe parlato con qualcuno di questa sua paura, ma la persona in questione non sarebbe stata la custode del Tramonto.

    La mattina seguente, il sole fece ancora il suo silenzioso e lento ingresso nella stanza dei due custodi. Come il giorno precedente, un dispettoso raggio della stella del giorno fece capolino dalla finestra, filtrando attraverso le tende leggere e durante lo scorrere del tempo, arrivò a toccare le palpebre chiuse del keyblader dell'Alba.
    Il ragazzo strinse gli occhi, infastidito, dopodiché li aprì e attese per qualche istante che il velo opaco del sonno si levasse per permettergli di mettere a fuoco l'ambiente circostante. Si guardò lentamente attorno e riconobbe la candida stanza del Castello Disney, poi spostò la sua attenzione alla piccola fonte di calore che ancora stringeva tra le braccia. La ragazza riposava tranquilla, dando segno di vita con il lieve e ipnotico movimento del petto. Le sfiorò la guancia sinistra, trovandola calda, dopodiché scese a sentire la temperatura della rispettiva spalla, che era ancora tiepida. Quel contatto provocò alla castana un piccolo brivido, che la fece involontariamente spingere contro il corpo dell'argenteo, cercandone il tepore. Riku sorrise, riposando il capo sul cuscino e dicendosi che per quella mattina potevano permettersi fare tardi.
    Pigramente, il raggio dell'aurora si spostò dal viso del giovane e salì con l'avanzare della giornata.
    Furono dei colpi alla porta a destarlo nuovamente, un paio d'ore più tardi. Il custode sussultò e sbadigliò, grattandosi la testa, finché il bussare si ripeté e realizzò che non era frutto della sua immaginazione. A malincuore sciolse l'abbraccio che lo legava a Jessie e si alzò a sedere. Scese dal letto e recuperati i pantaloni li infilò in fretta, prima di andare a vedere chi l'aveva svegliato. Quando aprì, trovò ad attenderlo il volto del suo migliore amico, vispo e sorridente già a quell'ora del mattino.
    -Buongiorno Riku!- esclamò il bruno, ottenendo una strascicata risposta. -Dormito bene?-
    -Sì… ma cosa ci fai qui?- domandò, ancora intontito.
    -Bè, ieri sei passato tu a svegliarmi, quindi oggi ho approfittato del fatto che fossi ancora a letto!- rise, incrociando le braccia dietro la testa. -E Jessie? Anche lei dorme ancora?-
    -Già. Ora provo a vedere se si sveglia, ma non so cosa sarà in grado di fare…- rispose con un sospiro. -Prima torniamo sulla gummiship e meglio è.-
    -Ho capito. Allora io scendo e informo gli altri, magari qualche Ritornante ha voglia di scontrarsi con me. A dopo!- disse, salutando l'amico e correndo lungo il corridoio bianco, fino a sparire oltre una scalinata.
    L'argenteo sbuffò e scosse il capo, poi tornò in camera chiudendo la porta per dedicarsi in tutta calma al risveglio della compagna. Le sedette accanto e solo in quel momento notò il lieve pallore del suo viso. Mettendo da parte quel pensiero la chiamò, ma la castana non accennò la benché minima reazione, così ricorse al metodo utilizzato con successo la mattina precedente. Posò le labbra sulle sue, dando vita ad un contatto leggero, che lentamente divenne più profondo. Passato qualche istante, sentì un mugolio, dopodiché avvertì la debole risposta della ragazza. Si separò da lei e vide i suoi occhi schiusi, restii ad abbandonare la tranquillità del sonno.
    -Ehi, finalmente ti sei svegliata.- le disse con un sorriso.
    -Riku… E' già ora di alzarsi?- domandò lei, tirandosi a sedere per poi grattarsi la testa con la mano destra. -Non mi ricordo nemmeno di essere andata a dormire…-
    -Ti faccio un riassunto: quando siamo arrivati davanti alla porta hai salutato Sora e Kairi, poi sei entrata in camera e ti sei buttata nel letto. Io ti ho seguita dopo poco e già dormivi…-
    -Sono arrivata con le mie gambe fino al letto? Incredibile.- rispose, levandosi le coperte di dosso per alzarsi del tutto. -Temo che i Ritornanti non avranno il loro allenamento oggi, stanotte devo aver esagerato…-
    -Lo penso anch'io, come sta il tuo braccio?- chiese, aiutandola a mettersi in piedi.
    Jessie lo guardò per un attimo, poi spostò la sua attenzione sulla mano sinistra e strinse le dita, che tremarono sotto quell'ordine. Dopodiché provò a flettere il gomito e la spalla, non trovando particolari impedimenti. -Potrebbe stare peggio, quindi penso di potermi accontentare. Ora scusami, ma ho bisogno di svegliarmi con una doccia. Se vuoi iniziare a scendere…-
    -No, ti aspetto qui.- la interruppe l'argenteo. -Fai pure con calma.- aggiunse, lasciandole un bacio sulla guancia.
    -Ok.- concluse con un sorriso prima di avviarsi verso il bagno.

    ***


    Immersa nell'immobile e muto universo, la gummiship avanzava rapida lungo la rotta prestabilita dal pilota. Il mago di corte a sua volta, controllava che tutto fosse al suo posto e che lungo il percorso non ci fossero ostacoli di alcun genere. Con le dita piumate, serrate attorno ai comandi, guidava la navicella con l'abilità data dalla sua esperienza e, uscito dalla zona di un piccolo gruppo di asteroidi, inserì il pilota automatico per potersi rilassare qualche minuto.
    -Ancora mezza giornata e saremo in vista del mondo…- disse, stiracchiandosi prima di alzarsi e sgranchirsi un po'.
    -Allora non manca molto.- rispose il re appena entrato in sala comandi.
    -Esatto Maestà, forse sarà il caso di avvertire Sora e gli altri.-
    -Credo che tu abbia ragione, ci abbiamo messo meno tempo di quel che pensavamo.- costatò il sovrano dalle orecchie tonde. -Vado ad informare Axel e Demyx, finché non saranno tornati i ragazzi tu mantieni questa velocità e gli occhi bene aperti. Dobbiamo aspettarci di tutto dai nostri nemici.-
    -Non si preoccupi Maestà!- esclamò Paperino, mettendosi sull'attenti. -Nessun nemico ci coglierà impreparati!-

    ***


    Emise un lungo sospiro, colmo di stanchezza, e abbassò le palpebre per schermare le sue iridi al tocco dei raggi del caldo sole di mezzogiorno. I rumori prodotti dallo scontro che si stava svolgendo a pochi metri da lei svanirono e la sua mente cadde in un limbo di silenzio e tranquillità che la avvolse come una coperta.
    Il tempo a disposizione stava per terminare e quel che si poteva compiere era stato fatto.
    Una spina di tristezza però, le punse l'animo. La principessa del cuore aveva sviluppato una forte paura nei suoi confronti, ma non seppe dire se ciò fosse un bene o un male. Schiuse gli occhi e la cercò con lo sguardo, trovandola alla sua sinistra, vicina alla regina, probabilmente immerse in un dialogo femminile nel quale lei non avrebbe saputo cosa dire.
    Avvertì una presenza a pochi passi da sé e si voltò alla sua destra. Il Ritornante dalla lunga chioma color platino le sorrise, dopodiché sedette accanto a lei sul prato, poggiando la schiena sul freddo e immacolato muro del castello.
    -Sei pensierosa oggi custode, qualcosa ti preoccupa?- domandò l'uomo.
    -Nulla di grave Xemnas, almeno credo…- rispose Jessie, portando lo sguardo al centro del giardino dove Riku e Sora stavano affrontando Xigbar e Luxord. -Mi dispiace di non potermi confrontare anche con te o gli altri Ritornanti, ma…-
    -Non preoccuparti custode.- la interruppe. -Come vedi i tuoi compagni hanno trovato il giusto modo di impiegare il tempo che resta.-
    -Che non è molto purtroppo.- aggiunse la castana. -O per fortuna?- pensò poi, guardando la mancina che teneva in grembo.
    Il Superiore seguì il suo sguardo rassegnato su quella mano e intuì le sue riflessioni. Gli sembrava quasi impossibile credere che la ragazza che gli stava affianco fosse la stessa che quella notte aveva avuto il potere di richiamare un buio tanto fitto su un mondo in cui alberga la luce più pura e luminosa. E come altri prima di lui, si chiese dove la keyblader nascondesse tutta quella forza, che un giorno si sarebbero trovati ad affrontare.
    Un varco di luce frenò il fiume dei suoi pensieri e si alzò immediatamente quando ne vide uscire i suoi due compagni mancanti all'appello.
    -Axel, Demyx, che succede?- chiese loro, quando si fu avvicinato.
    -Salve capo!- esclamò il rosso. -Il re dice che mancano poche ore all'avvistamento del nuovo mondo e vuole che i ragazzi facciano ritorno sulla gummiship, per evitare quello che è successo nel primo mondo in cui sono stati, dove io e Demyx non siamo riusciti ad arrivare.-
    -Quindi il tempo è scaduto?- domandò il Maestro del keyblade, frenando la sua corsa.
    -Esatto Sora.- rispose il Notturno Melodico. -Perciò andate a prendere le vostre cose: il viaggio riprende!-
    Senza proferire verbo, Jessie si alzò e si incamminò per raggiungere la stanza che divideva col compagno, immediatamente seguita da quest’ultimo che l’affiancò.
    -Kairi tu aspetta qui.- disse il keyblader dai capelli castani, correndo dietro ai due amici.
    La principessa annuì e si avvicinò al Ritornante dai capelli rossi. -Axel posso chiederti un favore?-
    -Mh? Certo Kairi, dimmi pure.- rispose lui, inclinando il capo in segno di curiosità.

    -Ma che fine ha fatto Axel? E Kairi?- domandò Riku, quando ritornato nel giardino aveva notato l’assenza dei due compagni.
    -Kairi gli ha chiesto qualcosa e l’ha portata da qualche parte, ma non so dove.- spiegò Demyx. -Mi ha solo detto di non preoccuparsi e che torneranno per tempo sulla gummiship.-
    -Capisco, bè allora andiamo, non ha senso rimanere ancora qui.- riprese l’argenteo, gettando uno sguardo alla custode del Tramonto, che se ne stava in silenzio con la sua sacca issata sulla spalla destra.
    Salutarono i Ritornanti e la regina Minnie, che lasciarono ogni raccomandazione, dopodiché preceduti dal biondo numero IX, i tre custodi attraversarono il varco di luce, lasciandosi alle spalle la pace e il calore del Castello Disney, per ritrovarsi in pochi istanti, tra le pareti metalliche della nave spaziale, immersa nel silenzio glaciale dello spazio profondo.
    Quando il passaggio luminoso si chiuse, Jessie sospirò e prese un profondo respiro, avvertendo il cuore finalmente libero dal peso che vi gravava dalla notte precedente. Si sentì leggera come una foglia sull’acqua ferma di un lago e sentì che il braccio sinistro riacquistava rapidamente il suo tepore, dimenticandosi del gelo che lo aveva avvolto fino a qualche attimo prima.
    -Ti senti meglio vero?- le chiese il custode dell’Alba, accorgendosi del suo sollievo.
    -Da ieri mi sembrava di essere schiacciata da un peso ma ora che ho lasciato quel mondo comincio a stare meglio.- rispose con un piccolo sorriso stanco.
    -Perché non vai a riposare un po’?- intervenne il re. -Mancano ancora diverse ore di viaggio…-
    -Grazie del consiglio Maestà, ma non credo di poter riposare come facevo al castello.- replicò Jessie. -Resterò qui tranquilla e mi godrò ciò che rimane del viaggio.- detto questo, si issò meglio la sacca in spalla e si girò per portarla nella sua cabina, ma l’argenteo la anticipò.
    Mettendo una mano sulla sua, sciolse la presa che aveva sui lacci della sacca e la prese con sé. -Ci penso io, tu vai a sederti.-
    Jessie annuì e si accomodò sul suo sedile, osservando fuori dall’oblò lo scorrere dei puntini luminosi nel nero dell’universo, come perle preziose abbandonate sul fondo scuro dell’oceano. S’incantò a guardare quell’immensità buia, che divora ogni luce, e non si accorse del progressivo abbassarsi delle sue palpebre che lentamente la spinsero nel regno di Morfeo.

    ***


    Lunedì 16 giugno 2008, ore 17.30.
    -Come hai detto?- domandò incredula. -Hai paura di Jessie?-
    La rossa abbassò lo sguardo sul bicchiere d’acqua che teneva tra le mani e sospirò.
    Come suggeritole da Sora, la principessa del cuore aveva deciso di parlare dei timori che sentiva verso la compagna di viaggio, ma pensò che fosse meglio farlo con una persona che la conoscesse più di chiunque altro. Così, prima di andarsene dal Castello Disney, Kairi aveva chiesto ad Axel di portarla sulla Terra per incontrare Andrea.
    La ragazza dalle iridi azzurre la stava fissando stupita dall’altro lato del tavolo, mentre il Ritornante alle sue spalle osservava la keyblader come se avesse appena detto un’assurdità.
    -Forse… forse non mi sono spiegata bene…- riprese titubante. -Durante l’allenamento di questa notte, Jessie sembrava un’altra persona. I suoi modi, la sua voce… erano freddi, così diversi dal solito… non so perché, ma ne ho avuto paura.- spiegò, incerta per poi rialzare lo sguardo sull’altra ragazza. -Andrea, tu hai mai avuto paura di Jessie e del suo potere?-
    -Kairi ma cosa stai dicendo?!- chiese il ragazzo, incapace di trattenersi. -E’ assurdo!-
    La giovane scosse il capo, negando. -Axel se ci fossi stato anche tu, sicuramente avresti pensato qualcosa di simile…-
    -So di cosa parli.- intervenne la terrestre, attirando gli sguardi di entrambi. -La prima volta che ho visto Jessie con il keyblade tra le mani, mi sono spaventata. Sapevo già cosa fosse in grado di fare, ma vederlo con i miei occhi è stato diverso, perché non pensavo che la mia amica più cara potesse nascondere tanta rabbia e tanta paura.- disse, scatenando sconcerto nei due amici. -Esatto, Jessie è la prima a provare paura verso se stessa e ciò che potrebbe fare se solo volesse. Anche se quella volta, la sua paura più grande era che accadesse qualcosa a me, visto che quei cosi con gli occhi gialli si erano avvicinati troppo.- proseguì, perdendosi per un istante nel ricordo di quella calda sera. -Kairi, tu mi hai detto che Jessie ha creato una sorta di nebbia fitta e nera, giusto?-
    La custode annuì. -Sì. Era talmente scura che era impossibile vederci attraverso, ma Jessie si muoveva senza problemi al suo interno, come se la conoscesse a memoria.-
    Un sorriso amaro attraversò il viso dell’altra ragazza. -In effetti, credo che sia così.- riprese Andrea. -Jessie mi ha sempre descritto nello stesso modo ciò che vede quando si perde nei suoi ricordi…-
    -Ma questo significa…-
    -Ascoltami Kairi.- la interruppe la castana. -Non devi avere paura di Jessie, perché lei per prima ne ha e tutta questa paura non servirà a nessuno. Quando c’è buio, Jessie cambia atteggiamento, per impedirsi di cedere ad esso ed esserne schiacciata.-
    -Se non riesci a sconfiggerli, unisciti a loro…- citò Axel, cupo.
    -Più o meno è così. Quando combatte tra le ombre, Jessie diventa quasi come loro… fredda, distante, silenziosa, ma è sempre lei. Anche se nell'ultimo periodo è cambiata molto, nel profondo rimane la stessa.- concluse, con un piccolo sorriso nostalgico.
    La rossa abbassò lo sguardo, sentendosi in parte colpevole.
    -Quando Jessie è stata qui qualche giorno fa mi ha raccontato cos’è successo con i due spiriti, che ancora non ho capito da dove siano arrivati.- riprese Andrea. -E mi ha spiegato molto vagamente cosa può fare con il potere che ha ricevuto da Anike perché aveva paura solamente a parlarne…- disse. -Lo ammetto, mi sono spaventata a sentire quelle cose, ma non potevo abbandonarla perché Jessie aveva bisogno di me.-
    La keyblader e il Ritornante ascoltarono rapiti il discorso della ragazza, invidiando l'amicizia che la legava alla custode del Tramonto: un legame profondo che andava oltre ogni ostacolo che poteva trovarsi davanti. All'improvviso, Andrea allungò le braccia sul tavolo per stringere le mani dell'altra fra le sue.
    -Kairi, io purtroppo non posso viaggiare insieme a voi e Jessie ha ancora bisogno di qualcuno che la aiuti a non cadere ed a non perdersi nei suoi ricordi, quindi per favore sconfiggi le tue paure e stalle vicina al posto mio.- pregò la castana, aumentando la stretta.
    La rossa passò lentamente lo sguardo dalle sue mani al viso della terrestre e nelle iridi azzurre, lesse tutta la sua ansia per l'amica e l'intensità della sua richiesta di aiuto. Pochi secondi dopo, riabbassò gli occhi e si chiese se il suo coraggio sarebbe stato sufficiente per sconfiggere i suoi timori.
     
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