Capitolo 65: Drinks and blades

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    Fuoco crepuscolare che mai si estinguerà

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    Capitolo 65: Drinks and blades

    -Ma sei sicura?-
    -Ancora? Ti ho detto di sì!- sbuffò, raggiungendo l’altra nel bagno. -Je, ma mi vuoi dire perché dovresti sentirti fuori posto?- chiese Andrea.
    -Perché già prima che scoppiasse tutto ‘sto casino… o meglio…- si corresse. -…da prima che il casino divenisse di dominio pubblico non uscivo con te e gli altri da un po’ e ora che sanno quello che sono… non so come potrebbero reagire…- spiegò la keyblader, mentre spazzolava la sua lunga chioma con attenzione.
    -Allora te lo ripeto: ho parlato con gli altri e per loro non ci sono problemi.-
    -Ma che ti hanno detto di preciso?- domandò, senza smettere di armeggiare con la spazzola.
    -Dunque…- cominciò. -…i ragazzi si sono quasi esaltati, dandoti della Wonder Woman.-
    -Scherzi?- fece sbigottita.
    -No. Anche perché Luca ti ha vista dalle finestre della scuola, quindi…-
    -Ah bè, allora è tutto chiaro…- dedusse Jessie.
    -Già, poi Davide ha dato corda alle parole di Luca, invece Claudia l’ha presa con filosofia e le è dispiaciuto non vederti all’opera, anzi, si è chiesta perché non ti sei spostata vicino la vecchia sede… avrebbe fatto il tifo per te!-
    -Oh… le spiegherò… in ogni caso, mi aspettavo peggio…- concluse, fissando il suo riflesso con poca convinzione. -Sono orribili.- sentenziò, indicando i suoi capelli con lo sguardo.
    -Ma va, ti stanno bene slegati!- esclamò l’amica. -Dovrebbero essere ridotti ad uno schifo per via di tutti i combattimenti che affronti, invece sono sempre belli!-
    -Credo sia merito della magia…- disse la custode, prendendo una ciocca tra le dita.
    -Può darsi… comunque stasera ci sarà solo Claudia, i ragazzi non vengono.-
    -Come mai?-
    -C’è la partita di calcio dei fratelli e non possono mancare. Sono stati minacciati.- replicò ridendo.
    -Capito… peccato, mi sarebbe piaciuto salutarli nonostante tutto…-
    -Li saluterai la prossima volta no?- sorrise Andrea.
    -Già…- rispose, accennando un sorriso. -Sempre se ci sarà una prossima volta…- pensò poi, avviandosi in sala. -E quindi, chi ci accompagna al pub? Lo sai che se guidi non bevi e se bevi non guidi vero?-
    -Certo che lo so!- esclamò l’altra. -Ci accompagnano i genitori di Claudia, che poi se ne vanno a vedere un film e poi ci vengono a riprendere, tutto calcolato!-
    -Se dovrò organizzare una festa di gala con migliaia di invitati ti mando a chiamare!- affermò Jessie.
    -Che faresti senza di me?-
    -Oh, tante cose…- ammise con sicurezza, annuendo col capo.
    -Brutta antipatica!- ribatté Andrea, rincorrendo l’amica per tutta la casa, che si riempì delle loro risate spontanee. Qualcosa di cui avevano bisogno e che mancava a entrambe in egual misura.

    Attraversata la porta del pub, la custode emise un lungo sospiro stanco, attirando l’attenzione delle amiche.
    -Mi dispiace che mia madre ti abbia fatto il terzo grado, ma sai com’è…- si scusò Claudia.
    -Non preoccuparti è stato peggio quando ho spiegato tutto ai miei, ma non indugiamo oltre e troviamoci un tavolo!- esclamò per risposta la castana, sorridendo all’amica.
    La ragazza che completava il trio aveva un anno in meno rispetto alle amiche, ma era di pari maturità. La carnagione chiara del viso risaltava particolarmente grazie all’agitata cascata di capelli corvini che lo circondavano ed era illuminato dal caldo color cioccolato delle sue iridi.
    Si addentrarono nel locale, oltrepassando la seconda coppia di porte e si trovarono davanti al lungo bancone, dietro al quale facevano bella mostra di sé numerose bottiglie dei più svariati tipi di alcolici.
    Si diressero con sicurezza verso destra, entrando così in una saletta che ospitava diversi tavolini bassi e rotondi di svariate dimensioni, attorniati da numerosi sgabelli, mentre quelli addossati alle pareti presentavano la comodità di un morbido divanetto dalle tinte scure.
    Le pareti e il pavimento di legno, tipici dei locali in stile western, emanavano un odore tenue e la musica in sottofondo trasmetteva una bella sensazione di accoglienza. L’insieme donava calore e serenità a chiunque vi mettesse piede.
    Le tre ragazze andarono spedite e decise in fondo alla saletta e si accomodarono su un divanetto ad angolo, seguite da una cameriera dagli occhi chiari e i capelli scuri raccolti in due corte trecce che le circondavano il viso.
    -Torno tra un po’ a prendere le ordinazioni.- comunicò, consegnando le liste, prima di lasciare le clienti alla tranquillità del luogo.
    -Poca gente stasera o sbaglio?- domandò Jessie, sfogliando la lista.
    -Sono tutti fuori nel retro del locale a guardare la partita…- spiegò Andrea. -Io ho deciso!- esclamò poi, poggiando la lista aperta sul tavolo. -Prendo l’Angelo Azzurro!-
    -Sempre roba forte tu, eh?- costatò la castana. -Io invece un semplice coca malibù… tu Claudia?-
    -Sex on the beach…- disse, chiudendo il libretto. -Allora Jessie, raccontami un po’ che vita fai nello spazio? Andrea mi ha accennato qualcosa, ma sono curiosa!-
    -Che dirti? S’incontrano persone strane e poco normali… anche se alcune non erano propriamente persone…-
    -Che intendi?-
    -A proposito!- esclamò l’amica rimasta in disparte. -Hai fatto la foto al drago?-
    -Mi dispiace, ma non ce n’è stato il tempo…- confessò la keyblader, interrompendosi un momento all’arrivo della cameriera, la quale, prese le ordinazioni, se ne andò di nuovo.
    -Drago?- s’intromise la mora, fissando Jessie a occhi sgranati.
    -Ma me l’avevi promesso!- sbuffò l’altra.
    -Ho capito Andrea, ma gli abitanti del castello mi puntavano contro lance e balestre oltre a sguardi ostili… Come avrebbero reagito secondo te, se avessi tirato fuori una macchina fotografica?- domandò serafica.
    -Forse non hai tutti i torti…- ammise.
    -Esatto.- annuì. -Ecco cosa intendevo al fatto che non fossero tutte persone…- disse, riprendendo il discorso. -Ho fatto amicizia con una dragona nell’ultimo mondo in cui sono stata.-
    -E com’era?-
    -Di buona compagnia, ci capivamo a sguardi e in battaglia si è rivelata un’alleata preziosa.-
    -Ma c’è qualcosa che non capisco, perché ti puntavano le armi contro? Non hai combattuto per difenderli?-
    Quella domanda, seppur posta con innocenza e senza sgradito fine, ebbe l’effetto di una pugnalata al cuore per Jessie, che inaspettatamente frenò l’intento della coetanea di aiutarla con una risposta inventata sul momento.
    -C’è qualcosa che non va?- chiese la mora.
    Con calma e serenità dipinte in volto, la custode del Tramonto spiegò a grandi linee il perché del comportamento bellicoso degli abitanti di quel mondo nei suoi confronti.
    -E non ti ha dato fastidio che invece di ringraziarti ti abbiano cacciata?- domandò stupita.
    -Più che fastidio… mi rende un po’ triste, ma come ho già spiegato ad altri, non posso di certo pretendere che tutti la pensino alla stessa maniera ti pare? Inoltre, non faccio loro una colpa della reazione che hanno avuto… cercavano solamente di proteggere ciò che ritengono importante…-
    Bloccò una possibile risposta dell’amica, sentendo arrivare la cameriera con le loro ordinazioni.
    -Tu sei troppo buona fattelo dire…- sospirò la più giovane, riprendendo il discorso. -Mi sembra impossibile che proprio tu possa diventare cattiva…- prendendo a sorseggiare il suo cocktail.
    -Perché tu non l’hai mai vista combattere…- mormorò una voce alle spalle della custode, che non si voltò, ma chiuse le labbra intorno alla cannuccia e bevve un lungo sorso del suo coca malibù.
    -Più che vedermi combattere, io parlerei di farmi da avversario… non credi Marluxia?- chiese, all’indirizzo del nuovo venuto, che s’imbronciò alla reazione della ragazza.
    -Ma come? Vengo a trovarti e tu nemmeno mi guardi?-
    -Comincia a dirmi cosa vuoi da me.- sibilò seccata.
    -Sei crudele sai?-
    -Bada che è l’ultima volta che lo dico: cosa vuoi?- ringhiò quasi, voltandosi verso il suo nemico dai capelli rosa, comodamente seduto su una sedia del pub.
    La nocciola s’immerse nell’oceano blu delle iridi del Ritornante che osservò quelle due polle grondanti d’ira con interesse crescente.
    -A quanto pare è vero…- ghignò. -Sei entrata in possesso del potere perduto…-
    -E allora?-
    -Oh nulla, volevo solo verificare con i miei stessi occhi… sai, non avevo mai visto la mia compagna così contenta ed ero curioso…-
    -Bene, ora che hai verificato puoi anche andartene!- urlò quasi la keyblader, sbattendo un pugno fumante sul tavolino. -Altrimenti sarò costretta a mandarti via a calci… e ti rammento che l’ho già fatto…- disse, fulminandolo con uno sguardo gelido e furente.
    -E io ti ricordo che era l’oscurità del tuo cuore a spingerti a tanta violenza verso il mio bellissimo viso…-
    -Hai scordato la clausola da te citata? Ho un potere nuovo e una fiamma che brucia ogni cosa fino a non lasciare nient’altro che un ricordo di ciò che l’ha toccata…-
    -Mi stai forse minacciando?-
    -Tu che pensi?- lo sfidò. -Magari questa è la volta buona che mi lasci in pace… volevo solamente farmi una bevuta invece arrivi tu a rompere le scatole…- proseguì. -E come ti ho già detto, io non sopporto le persone insistenti…-
    Un brivido corse lungo la schiena del Leggiadro Sicario. Paura o eccitazione? Nemmeno lui seppe dirlo, ma un mefistofelico sorriso gli allungò le labbra sottili. -Ti aspetto fuori…-
    Le tre ragazze lo guardarono svanire, avvolto in una scia di nere spire, mentre l’eco della sua leggera risata si perdeva nella sala vuota del locale.
    -Je, chi era quel tipo?- chiese la mora con timore.
    -Quello è Marluxia, uno dei due pazzi che mi danno tanti problemi…- sospirò. -Meglio uscire, prima che qualcuno si faccia male…- si alzò e s’incamminò verso la porta. -Se non avete capito, voi due restate dentro.- disse a metà strada, quando si accorse di essere seguita dalle amiche.
    -Ma Je! Noi vogliamo vederti all’opera!- esclamò la castana dalle iridi azzurre.
    -Andrea, tu lo sai cosa si rischia… restate dentro per favore…-
    -Ti guardiamo dalla porta!- propose Claudia. -Non ti daremo fastidio!-
    -Certo che con voi due è tutto fiato sprecato…- affermò con un lungo sospiro rassegnato. -Vorrà dire che alzerò una barriera intorno a me e Marluxia… almeno non distruggiamo niente…-
    Così deciso, la custode uscì a passo tranquillo dal pub, trovando nel parcheggio antistante, il suo avversario a braccia incrociate.
    -Era ora!- si lamentò.
    La castana non rispose, continuando a camminare, e si fermò solamente quando fu a poco più di un metro di distanza dall’altro. -Vogliamo cominciare?-
    -Tsk, mi fai aspettare e poi hai anche una tale faccia tosta?- replicò l’uomo, alzando il braccio destro con cui evocò la sua falce dal lungo manico blu come la notte più scura e l’affilata e lucente lama d’antracite lucente ai raggi lunari, assieme ad una barriera trasparente, che li circondò. -Così non verremo disturbati.-
    Jessie sorrise divertita, dopodiché richiamò entrambe le sue chiavi, mettendosi con il braccio destro in avanti e il sinistro indietro, pronta a dar battaglia.
    -Sappi Marluxia, che il tuo bel faccino pagherà per essermi venuto a disturbare proprio stasera.- avvertì, prima di lanciarsi sul Ritornante, che portò la sua arma orizzontalmente davanti a sé.
    La Via del Tramonto, mostrando la sua ala finalmente riaperta dopo secoli, si scontrò violentemente con la falce, provocando scintille e una forte onda d’urto, che però non smosse i due contendenti dalle loro posizioni.
    All’improvviso, l’Artiglio della Notte fu scagliato in avanti, dal basso verso l’alto, per minare la difesa nemica e colpire il volto circondato dalla fluente chioma rosa.
    L’ex numero XI, però avvertito il pericolo, scattò all’indietro con un alto e rapido balzo, rialzando subito dopo la sua arma per distruggere la palla di fuoco che altrimenti l’avrebbe colpito al petto. La ragazza lanciò entrambi i keyblade, uno dietro l’altro, dopodiché si alzò in volo a pochi centimetri dal suolo, giungendo in breve di fronte all’uomo, che aveva appena rimesso i piedi a terra.
    -Aero!- gridò, mettendo la mano destra avanti.
    Un vortice d’aria fredda circondò l’intero corpo del Ritornante, che si difese evocando una cupola fatta di folti e resistenti rami.
    -Quattro foglie non ti proteggeranno! Flare!- urlò Jessie, puntando i palmi verso la cupola di vegetazione.
    Un intenso vortice di fiamme scarlatte avvolse quell’intrico di rami e foglie, consumandolo fino all’ultima cellula.
    La custode osservò il falò da lei provocato per qualche secondo, prima di girarsi e guardare alle sue spalle. -Hai deciso di fare sul serio?-
    -Bè, anche tu non ci stai andando leggera, ma so che puoi fare di meglio…- rispose Marluxia.
    -Coraggio allora, ti sto aspettando.- sentenziò la custode, riportando il proprio corpo in posizione di guardia.
    Il Leggiadro Sicario, al contrario delle sue aspettative, allungò il braccio sinistro in avanti. -Danza di petali!-
    A quelle parole, un fitto sciame di petali neri come la pece si materializzò dal niente e si diresse a gran velocità verso la ragazza dagli occhi color nocciola.
    La keyblader attese fino all’ultimo secondo prima di evocare un Reflex, su cui rimbalzò l’attacco, ma che non lo distrusse. La barriera rosata s’infranse in una miriade di frammenti una volta esaurito il suo effetto e quella marea di piccole lame tornò in formazione e si gettò sulla custode, prendendo le fattezze di un vortice.
    Di secondo in secondo, quelle nuove e inaspettate armi tagliarono in vari punti le braccia scoperte di Jessie, che aveva portato le due chiavi a difesa del resto del corpo, chiudendosi su se stessa.
    -Vediamo se questi cosi resistono anche al fuoco…- pensò, prima di scatenare quella nuova fiamma che le scorreva nelle vene.
    Un enorme rogo, fatto di scoppiettanti lingue cremisi, prese forma allargandosi e allungandosi, per sfamarsi dell’ossigeno presente intorno a sé, come una vorace belva da tempo a digiuno.
    Marluxia osservò con tanto d’occhi quel vivo inferno sceso nel mondo mortale e rabbrividì al pensiero di essere sempre stato accanto a qualcosa di simile, anche se mai ne aveva avuta prova se fosse fortuna o sfortuna, dipende dai punti di vista.
    -Mi chiedo se sia possibile fermare una simile furia…- domandò a se stesso, mentre notava la cenere rimasta dei suoi petali svanire ancora prima di toccare il suolo, perché distrutti dalla violenza di quel fuoco innaturale, che iniziava lentamente ad esaurirsi, rivelando l’intatta figura della sua evocatrice.
     
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