Capitolo 63: L'ultima eredità

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    Fuoco crepuscolare che mai si estinguerà

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    Capitolo 63: L'ultima eredità

    Allontanò la mano dalla superficie liquida, mentre il cavaliere dalla chioma castana vi posava la sua. La sfera tremò per alcuni istanti e infine si dissolse senza lasciare traccia alcuna, come se non fosse mai esistita.
    Il silenzio divenne una presenza tangibile all’interno della gummiship.
    Tutti facevano saltare lo sguardo dai primi custodi alla loro compagna dai capelli castani, che teneva il capo girato verso la parete e gli occhi bassi.
    Kairi con gli occhi lucidi si era stretta a Sora, il quale a sua volta osservava il continuo mutare del viso del suo migliore amico.
    Tristezza per i suoi predecessori, seguita dalla consapevolezza di cosa comportava esserne gli eredi. Terrore.
    Con uno scatto repentino, l’argenteo si voltò verso la compagna e sbiancò al pensiero di ciò che sarebbe accaduto se la storia che gli era appena stata mostrata si fosse ripetuta.
    -Jessie… tu lo sapevi?- chiese, con voce tremante.
    Lei, però, non proferì parola e rimase voltata per non incontrare le iridi del compagno, che insisté a causa del suo mutismo. -E’ così?!-
    -Lo sapeva.- rispose Anike, venendole in aiuto. -Con la profezia portata dalla donna drago sapeva che il suo destino l’avrebbe portata sulla via del buio…-
    -E non mi ci è voluto molto per arrivare alla conclusione…- proseguì la castana. -Insomma, il fuoco brucia e distrugge, ma prima o poi viene spento. Il sole sorge e poi tramonta, come giusto che sia.- spiegò con freddezza.
    -Come fai a restare così calma?!- sbottò il ragazzo dalla chioma argentea.
    -E tu dimmi che senso ha agitarsi?- replicò incrociando i loro sguardi, zittendo il compagno. Le sue iridi color nocciola erano attraversate da una freddezza e una calma irreali, che si riflettevano nel suo tono di voce, ed ebbero il potere di trasmettere paura al custode dell’Alba. -Siamo venuti a conoscenza di ciò che è accaduto e se giocheremo bene le nostre carte, potremo evitare la parte più fastidiosa di ciò che ci aspetta, per quanto mi riguarda. Anche se non mi sento di essere troppo ottimista…- affermò, avanzando di qualche passo.
    -Per quale motivo?- intervenne Kairi. -Non ti fidi di noi? Credi che non saremo in grado di salvarti?-
    La castana sorrise, mettendo le mani avanti. -Non è di voi che non mi fido, ma di me. Posso immaginare di cosa sarei capace se l’Oscurità dovesse mettere le mani sul mio potere e so che questo potrebbe ritorcersi contro di me, data la sua natura.-
    -Allora hai compreso?- domandò Anike con occhi seri.
    La giovane custode del Tramonto tacque, consapevole di ciò a cui l’avrebbe portata la sua scoperta.
    Serrò i pugni, distogliendo lo sguardo da quello della donna. -Sì.-
    -Sai anche a cosa ti porta l’aver capito il segreto celato dal ricordo?-
    Strinse maggiormente le dita, fino a sbiancare le nocche e arrivò quasi a ferirsi con le unghie, mentre annuiva e il corpo intangibile della custode dalla pelle scura le si avvicinava.
    -So cosa si sta agitando nel tuo cuore e nei tuoi pensieri, ma voglio che tu sappia che questo potere ti obbedirà finché la tua mente sarà illuminata dalla ragione, come per il fuoco eterno che già ti scorre in corpo. Farne uso o meno, sarà una tua scelta.- spiegò.
    La ragazza rialzò il viso, mostrando le sue iridi lucide di lacrime trattenute per orgoglio, per non dare segni di cedimento di fronte ai suoi compagni, nonostante il pesante fardello che le stava per essere consegnato.
    -Ho solo una domanda.- disse, con una lieve incrinatura nella voce. -Quando sarà risvegliato il potere perduto, verrà meno il tuo giuramento di fedeltà alla Luce?-
    A quelle sue parole, i presenti sgranarono gli occhi domandandosi se fosse giunto realmente il momento in cui avrebbero visto quel potere tanto bramato dai loro avversari in quella guerra dal fragile e precario equilibrio, che si perpetuava dall’inizio dei tempi e che forse non avrebbe mai avuto un epilogo definitivo.
    La donna dai capelli corvini non rispose immediatamente e così il silenzio scese nuovamente nella stanza. Con le gemme primaverili che le brillavano tra le agitate ciocche scure, scrutò fin nel profondo dell’anima della sua erede, attraverso i suoi occhi opachi di pianto, ma al tempo stesso limpidi e sinceri come quelli di un bimbo. L’amarezza si dipinse sul suo viso, avendo intuito i pensieri preoccupati della fanciulla e maledisse il destino con tutta se stessa.
    -Mi onora la tua premura nei miei riguardi Jessie, ma non temere, il mio giuramento non ha nulla a che vedere con te e ciò che sarà messo in atto tra poco. Il sonno che ha colpito l’arma che ora ti appartiene è stato dettato dalla mia scelta di vivere nella Luce e dalla rinuncia a quel potere, ma con il suo risveglio tu non tradirai la Luce.- chiarì la mora.
    Parte della nebbia che oscurava le sue iridi color nocciola sbiadì, ma una forte nota di supplica e paura rimase a ottenebrarli e di questo la prima custode del Tramonto se ne accorse.
    -Vedo dai tuoi occhi però che c’è qualcos’altro ad angustiarti, ponimi la tua domanda.-
    -Non…- la castana prese fiato come se dovesse tuffarsi da un’alta scogliera, che promette solo punte acuminate ai suoi piedi, e ricacciò indietro per l’ennesima volta le lacrime. -Non si può fare altrimenti, vero? Quel potere deve per forza essere risvegliato qui e oggi?- chiese, conoscendo tuttavia la risposta che le sarebbe stata data.
    -Jessie, credimi quando ti dico che preferirei non farlo, ma è meglio che lo faccia io per evitarti sofferenze maggiori in futuro.- rispose tristemente. -Se dovesse essere compiuto da mani altrui, sarebbe contro la tua volontà, la tua anima ne uscirebbe dilaniata e la mia presenza qui risulterebbe vana, come la debole fiamma di un fiammifero che vuole riscaldare un’ampia caverna.-
    La ragazza impallidì a quelle parole con terrore, ma colse anche il profondo e sincero dispiacere della donna nei suoi confronti, che più di ogni altra persona aveva a cuore la sua vita.
    -Sei una giovane dal cuore forte, che ha superato ferite ben più gravi di quelle fisiche e ora possiedi la conoscenza e la forza necessarie per ottenere l’ultima parte di ciò che sei. Il potere nelle tue mani sarà grande e terribile, ma solo se tu lo vorrai, perché la spada ferisce solo se il suo padrone ne ha desiderio.
    -Jessie, figlia della Luce e Signora della rossa fiamma eterna, sei pronta a ricevere l’eredità che ti spetta e che ti renderà custode del Tramonto a tutti gli effetti?- concluse con solennità, attendendo la risposta della keyblader, la quale fece scorrere lo sguardo sui suoi compagni che la fissavano increduli e spaesati.
    Con dolore crescente incrociò lo sguardo acquamarina del custode dell’Alba, che probabilmente era più spaventato di lei in quel momento, ignaro della sorte che le sarebbe toccata.
    Un altro paio d’occhi però, attirò la sua attenzione e per la prima volta, Jessie si tuffò nelle iridi lignee di Stefano. Percepì una profonda e immensa saggezza e si lasciò confortare dalla serenità di quell’anima ancora calda come il primo sole del mattino.
    -Sono pronta.- disse solamente, tornando a posare la vista su Anike.
    Gli occhi della donna si accesero di un intenso bagliore smeraldino e il suo corpo trasparente brillò di un rosso cupo.
    -Chiave del Tramonto, compari di fronte alla tua antica padrona poiché è giunto il tempo di spiegare l’ala alla tua nuova Signora.-
    L’arma del crepuscolo comparve dal nulla in una scia di luci bianche e rimase sospesa tra le due custodi in attesa di ricevere ordini, come un vassallo di fronte al suo feudatario.
    -Risvegliati ala del sommo drago immortale, destati dal sonno che ti sei imposta e sottomettiti alla tua Signora, padrona dell’eterna fiamma cremisi e figlia della Luce.-
    Il keyblade fremette un istante prima che l’ala di drago s’illuminasse per aprirsi con uno scatto secco e farsi ammirare nella sua interezza, perfetta e magnifica come il giorno in cui fu forgiata.
    La chiave scomparve e ricomparve in un batter di ciglia nella mano destra della castana, che si sentì invasa da quel potere pericoloso quanto la punta della coda di uno scorpione, che prese a scorrergli in corpo a una velocità inaudita, fondendosi col suo sangue, che divenne incandescente come lava.
    Sgranò gli occhi mentre apriva la bocca in un muto grido di dolore e barcollava all’indietro, finendo appoggiata alla parete e causando preoccupazione nei compagni, che furono dissuasi dall’avvicinarsi dal braccio destro della custode dalla pelle scura.
    -Non opporti.- le disse con voce dura e calma. -Lascia che il potere diventi un tutt’uno con te e che il fuoco ti rimodelli per permetterti la sopravvivenza.-
    Serrò nuovamente le palpebre e strinse i denti, per poi annuire e lasciarsi trasportare da quel flusso indomabile.

    ***


    Agguantò di scatto i braccioli del trono coperto di soffice velluto d’antracite, affondando le unghie perfette nella morbida superficie.
    I felini occhi neri si colmarono d’ingenuo stupore, che mutò in compiacimento quando anche le sottili labbra rosee si tirarono in un sorriso soddisfatto, che inquietò il Ritornante dall’oscuro soprabito.
    -Che succede?- domandò timoroso, avvicinandosi.
    -Ciò che mai avrei creduto possibile, se non per mano mia.- rispose alzandosi per incamminarsi verso l’uscita della grande sala avvolta nel buio.
    -Il potere perduto è di nuovo tra le stelle. Anike ha lasciato la sua ultima eredità.- dichiarò senza celare la sua eccitazione nel tono di voce.
    Il rosato spalancò i profondi occhi blu in una chiara espressione d’incredulità.
    -Tutto sarà più semplice.- ghignò nuovamente, come una volpe fiera del suo furbo operato. -Non dovrò far altro che raccogliere quel potere dalle mani della nostra custode, come una succosa mela rossa che non attende altro momento se non quello di essere colta.-
    Un’agghiacciante e perfida risata si diffuse tra le fredde e mute pareti di cristallo spento e la giovane dai capelli color cobalto uscì dall’alto ingresso di legno di faggio, lasciando il Leggiadro Sicario alla sua solitudine.
    Silenziosa come la notte che avanza sulla sera, la ragazza attraversò i lunghi corridoi, animati solamente dalle fiaccole appese alle pareti, finché giunse all’esterno dell’imponente edificio che abitava. Volse lo sguardo al cielo trapunto di stelle, che come perle cadute da una collana senza fine, circondavano il sempre luminoso astro notturno dalla particolare forma a cuore, perdendosi nella sua contemplazione.
    -Il frutto proibito alla Luce è maturo, pronto per essere colto dalle mani del demonio suo creatore.- sussurrò al sottile alito di vento, simile all’eco di un lamento straziante lontano nel tempo e nello spazio, che agitò le sue lunghe ciocche blu.

    ***


    Il respiro era affannato e irregolare, mentre il cuore batteva rapido, come quello di un cavallo durante una corsa frenetica, e l’ansia e la paura vi gravavano con tutto il loro peso. Un pensiero funesto, nel frattempo, le avvolgeva la mente: il suo corpo stava cambiando, ma sarebbe rimasta la stessa?
    Emise un ultimo sospiro, dopodiché si accasciò sul pavimento, scivolando lungo la parete della gummiship, che l’aveva sorretta fino a quel momento, scatenando l’apprensione dei suoi compagni.
    Nessuno osò però avvicinarsi a lei, poiché il braccio destro della prima custode era ancora levato. Questa, nel frattempo, osservava con occhio vigile il comportamento della ragazza dalla chioma castana, pronta a intervenire in caso di pericolo per i presenti.
    Tuttavia, si rilassò, quando vide la giovane sollevare le mani tremanti per portarsele sotto gli occhi, nascosti da una ciocca ribelle.
    La custode del Tramonto si osservò le mani, riconoscendole come strumenti di distruzione e in quel momento desiderò tagliarsele via con tutta se stessa. Dopo qualche istante di silenzio, una serie di parole, dal tono di delirio uscì dalle sue labbra.
    -Come hai potuto vivere per tanto tempo con un potere del genere? Come hai potuto sopportarlo?-
    -Io sono nata con quel potere, siamo stati plasmati insieme… Esserne privata è stato come perdere una parte di me e sono diventata una persona nuova, che ha trovato cose che tu già possiedi…- disse piano, sentendo la crescita dell’ira della giovane.
    -E’ vero, ma sono cose che rischio di distruggere con queste mie stesse mani… con un solo tocco tutto svanirebbe…-
    -Accadrebbe solo se sei tu a volerlo. Questo potere non si attiva di sua spontanea volontà proprio per la sua natura, diciamo che è una sorta di freno che vi ho imposto nel periodo antecedente al mio giuramento. Perché anch’io, come te ora, ho avuto il terrore di cancellare ciò che avevo intorno a me. So come ci si sente.-
    Jessie alzò il viso, fissando quello di Anike, ancora una volta vi lesse sincerità e obbedì immediatamente, quando la donna le disse di alzarsi. La osservò avvicinarsi fino ad avere una distanza minima tra loro, facendola sussultare nel momento in cui le prese le mani tra le sue incorporee, ma incredibilmente calde. Quel contatto le trasmise una dolce sensazione di familiarità, che le riportò alla mente il loro primo incontro: imprevedibile, ma inconsciamente atteso.
    -Mi dispiace per quello che ti ho detto… non dovevo arrabbiarmi con te…- esordì Jessie, a capo chino.
    -Non scusarti, la tua reazione è più che giustificata…- replicò la donna con un ampio sorriso. -Il mio tempo qui è finito. Ora che sai cosa sei e ciò che ti attende dovrai essere tu a cambiare il tuo destino. Se non dovessi riuscirci sai cosa fare vero?-
    Annuì, stringendo a sua volta quelle eteree dita. -Impedire che sia scelto un nuovo custode in futuro. Se dovessi fallire, mi assumerò le mie responsabilità e farò tutto ciò che potrò per rompere il cerchio del destino. La tua missione ora è mia.-
    -Sono fiera dell’erede che è stato scelto.- asserì solamente la custode dalla pelle scura, prima di voltarsi e di mettersi al suo fianco. -Direi che ora tocca a te Stefano.-
    Il primo custode assentì con un gesto del capo e richiamò su di sé l’attenzione degli astanti.
    -Da quella notte macchiata di cremisi, la pace perdurò nel Regno della Luce negli anni seguenti fino al giorno della mia morte, ma non so cos’accadde poi… Anche se, come mi avete detto, il regno è caduto riducendosi in miliardi di frammenti, sono sicuro che il suo centro esista ancora.-
    -Intendi la Sacra Reggia?- domandò Sora.
    -Esatto. La reggia di cristallo è indistruttibile e niente, se non la Luce stessa che le ha dato vita, può farla cadere. Perciò sono più che sicuro che al centro dell’universo ci sia un frammento che la ospita.-
    -Controlleremo e se è così, andremo a farvi visita. Te lo prometto.- assicurò Topolino, ricevendo un sorriso di gratitudine dal cavaliere in armatura, che dopo qualche istante si rivolse al suo successore.
    -Riku, tu già conosci il tuo potere e senza saperlo ne hai fatto uso più volte.- affermò serio, scatenando stupore sul viso dell’altro.
    -Davvero? Quando?-
    -Nella battaglia appena passata, quando hai aiutato Jessie a uscire da quella sfera oscura, usando la tua luce. Con il tuo potere sei in grado di sfondare le mura erette dalle tenebre e diffondere la luce, che il custode del Giorno ha il compito di amplificare. Per questo non devi più temere l’oscurità che ti tentò anni fa, quando intrapresi il tuo primo viaggio, perché sei in grado di mutarla in luce.-
    Il giovane custode dell’Alba si ritrovò a pensare che alla fine era riuscito a sconfiggere l’ombra che continuava a invadere i suoi sogni, tramutandoli in terribili incubi, finalmente la mano seduttrice di quel falso Ansem non l’avrebbe più tormentato.
    -Ho vinto la mia battaglia…- pensò soddisfatto, stirando le labbra in un piccolo sorriso.
    -Anche per me è giunto il momento di andarmene, ma prima voglio farti un regalo.- riprese all’improvviso l’uomo, portando in avanti il pugno sinistro.
    Quando lo aprì, una piccola ma intensa fonte di luce bluastra brillò per un paio di secondi, rivelando poco dopo un piccolo orecchino d’argento di semplice e comune fattura, che sulla cima mostrava con orgoglio una pietra di colore blu.
    -La Via per l’Alba è cambiata da quando ne sei tu l’erede e non è più presente la goccia di Omi. Questo frammento di zaffiro, viene da quella stessa goccia ed è l’unica cosa che il keyblade mi lasciò quando non fui più custode. Desidero che l’abbia tu.- disse, posando il gioiello tra le mani dell’argenteo.
    Il ragazzo inizialmente rabbrividì al contatto con il freddo metallo dell’armatura del suo predecessore, ma poi si rilassò al tepore che emanava l’oggetto sul suo palmo e si perse un attimo nella contemplazione della pietra preziosa.
    -Sei sicuro di volermelo dare? Rappresenta molto per te…-
    -L’ho tenuto abbastanza e inoltre nel luogo in cui andrò di certo non mi serve ad attirare le donne!- esclamò con una risata divertita, che però si spense sotto lo sguardo seccato della sua compagna. -Scherzi a parte… Sono sicuro di volerlo dare a te, è tuo diritto possederlo in quanto custode e padrone della fenice d’acqua.- continuò con ritrovata serietà.
    -Allora ti ringrazio… lo accetto con onore.- rispose il ragazzo chinando il capo.
    -Bene, la mia ultima ramanzina è la seguente: non dimenticare mai ciò che sei. La tua luce è la tua forza, perciò più sarai forte, più sarà potente la tua luce.- spiegò, fissando gli occhi acquamarina. -La tua forza dipende dalla volontà di raggiungere i tuoi obiettivi. Più sarà grande il tuo desiderio di sconfiggere le tenebre e di ottenere ciò che vuoi, più la tua luce sarà intensa.- terminò, ottenendo un deciso assenso dal giovane, dopodiché si girò verso il custode della Catena Regale, che quando capì di essere il nuovo interpellato si alzò dal sedile e raggiunse lo spirito al fianco dell’amico.
    Stefano osservò il bruno in tutta la sua figura e infine si fermò sulle sue iridi confuse e sorprese, incrociando i loro sguardi e sorrise di nostalgia.
    -Hai gli stessi occhi di Terra… lo stesso irripetibile azzurro… Devi per forza essere un suo diretto discendente… Comunque!- proruppe l’uomo, facendo sobbalzare i due. -Non ho doni per te, ma solo delle parole che ti aiuteranno a comprendere meglio ciò che sei, o almeno è quello che mi auguro… Tu rappresenti il Giorno, colui che amplifica la luce dell’Alba e la fa risplendere al massimo delle sue possibilità. Su di te, l’Oscurità ha ben poco effetto, ma non per questo devi abbassare la guardia, poiché anche se la tua luce è potente, l’ombra dietro di te può sempre attaccarti.-
    -Più ti avvicini alla luce, più grande diventa la tua ombra…- intervenne Sora, ricordandosi del giorno in cui il keyblade arrivò tra le sue mani ancora inesperte.
    -Precisamente, ma non sarai solo.- riprese il cavaliere. -Al tuo fianco ci sarà sempre l’ultima delle sette virtù: il coraggio.- disse, cercando la ragazza dalla chioma rossa con gli occhi.
    -Io?- domandò lei, indicandosi.
    -Quando il keyblade lasciò Miyo, questo esplose in sette sfere di luce e i saggi ripeterono la loro prima predizione sulle guerre future dove i cuori puri sarebbero stati sette come le sacre virtù, che nel nostro tempo si riunivano tutte nella nostra principessa e tu Kairi rappresenti il suo coraggio.-
    La keyblader assentì e lo sguardo del primo custode si spostò sul re dalle orecchie tonde.
    -Re Topolino, non so come ringraziarti dell’aiuto che hai dato a Riku… te ne sarò sempre riconoscente…- disse, abbassando il capo con umiltà in segno di gratitudine.
    -Non dovete ringraziarmi cavaliere, per me è stato un piacere e un onore dare il mio sostegno a Riku quando era in difficoltà. Gli amici si aiutano sempre.-
    -La tua nobiltà d’animo mi dà conferma dell’ottima scelta fatta dalla chiave gemella, sei il degno successore di Alexander.-
    Dopo quelle parole, il castano fu raggiunto dalla compagna e insieme fecero scorrere lo sguardo sui Ritornanti.
    -Anche a voi, cuori tornati alla Luce, abbiamo qualcosa da dire…- iniziò l’uomo.
    -Voi che già conoscete di quali armi dispone l’Oscurità, siete forse coloro che rischiano di più. I sentimenti sono qualcosa di difficile comprensione, ma è possibile controllarli se si è fermi sulle proprie decisioni.- proseguì la donna.
    -Quando vi troverete di fronte all’emissario, fate brillare la vostra luce al massimo delle vostre possibilità, perché i custodi avranno bisogno del vostro aiuto come mai in precedenza. Le profezie non parlano di voi… siete un segno del cambiamento che da secoli è atteso, per ora l’ago della bilancia tende in favore della Luce grazie a voi.- terminò Stefano.
    -Saremo sempre al fianco dei custodi e li aiuteremo nella loro missione. È una promessa.- sentenziò Xemnas anche in nome di tutti i suoi compagni vestiti di bianco.
    -Queste sono parole!- esclamò sinceramente contento il cavaliere in armatura. -Ma per noi è giunto il momento di ritirarci…- proseguì ritornando a quella serietà che tuttavia ben poco si addiceva al suo carattere. -Ci auguriamo che il nostro aiuto, per quanto piccolo sia, possa fare la differenza e cambiare il corso del destino, descrivendo un nuovo cerchio.-
    -Non siate tristi.- intervenne la custode dalla pelle scura, rivolgendo uno sguardo intenso alla sua erede. -Le insidie che vi aspettano saranno numerose e difficili, ma finché sarete insieme e potrete contare ognuno sull’altro, nulla vi fermerà. Ci auguriamo che questa guerra finisca presto e che possiate avere quel futuro sereno che a noi non è stato concesso.-
    Senza pronunciare addio e un sorriso d’incoraggiamento sul viso, i due custodi dal corpo etereo cominciarono a svanire, fino a non lasciare altro se non il loro ricordo e un ringraziamento unanime che si perse nel silenzio della gummiship.
     
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