Capitolo 62: Il passato [quarto atto]

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    Fuoco crepuscolare che mai si estinguerà

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    Capitolo 62: Il passato [quarto atto]

    La luce all’interno della sfera liquida scemò e il silenzio cadde sulla gummiship.
    Ognuno aveva le sue domande da porre, ma inaspettatamente, fu Jessie a dar voce alle proprie per prima.
    -Anike, l’altra custode aveva l’Artiglio vero?- chiese, ottenendo conferma. -E… è possibile che sia ancora viva?-
    -Jessie dove vuoi andare a parare?- intervenne Sora. -Se anche fosse viva, il suo keyblade ce l’hai tu…-
    -Potrebbe cercarmi per venirselo a prendere. Il keyblade è un’arma volubile e imprevedibile, soprattutto i miei…- spiegò la castana. -Anike?-
    -Non so cosa risponderti… Io e mia sorella siamo nate da un fuoco inestinguibile e anche noi avremmo dovuto vivere per sempre, se il destino avesse preso una piega differente. Se non lei, credo che un nuovo prescelto possa essere stato creato dall’Oscurità oppure trovato com’è successo per voi, ma ormai sei tu la custode dell’Artiglio della Notte, quindi non dovrebbero esserci concorrenti… Però tu stai pensando a qualcuno, non è così?-
    La ragazza annuì. -Di che colore erano i capelli di tua sorella?-
    -Stai pensando che la sorella di Anike e quella ragazza siano la stessa persona?- domandò Axel.
    -Sì, sono quasi sicura che siano la stessa entità, più che persona…-
    -Non so dirti se l’emissario sia mia sorella, ma lei aveva i capelli bianchi, non blu… Inoltre, la presenza che ti ha salvata dal Nulla, prima che lo facesse il silente guardiano della Terra, non mi era familiare…-
    -Capisco…-
    -Non ricordi il suo nome?- chiese Demyx.
    -Se aveva uno, io non lo ricordo… Non so per quale motivo, ma i ricordi che avevo di lei sono stati cancellati…- disse, posando nuovamente la mano sul globo. -Magari proseguendo con la storia mi verrà in mente qualcosa oppure lo dedurremo… Ormai siamo quasi alla fine…-

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    [Video Collins - Another day in paradise[/URL]

    Alzò le braccia al cielo e si stiracchiò, chiudendo gli occhi.
    Quando li riaprì sorrise e osservò con orgoglio la splendente struttura bianca che aveva davanti.
    Con il giuramento di un mese prima, Anike aveva rinnegato tutto ciò che di oscuro c’era in lei, compreso il suo potere più grande, che la caratterizzava come custode del secondo equilibrio.
    Allargò il suo sorriso e, persa nei suoi pensieri, s’inoltrò nel maniero, dirigendosi verso la sua stanza.
    Da quando era diventata un cavaliere del Regno della Luce avevano vinto ogni battaglia. Lei e il suo fuoco facevano terra bruciata di ogni ombra dagli occhi gialli e di ogni bambola senza cuore che si presentava loro davanti.
    I rapporti con il resto del gruppo erano ottimi.
    Alexander l’aveva presa subito in simpatia, considerandola una sorella maggiore e l’aveva fatta sentire un membro della famiglia, composta solamente da lui e dal fratello. Terra, dal canto suo, avendo solo due anni in meno della ragazza, non trovava difficile andarci d’accordo e anche per lei era piacevole passare del tempo in compagnia dei due Blackeagle.
    Con la principessa Miyo era nata una salda amicizia e imparando a conoscerla, Anike concluse che sarebbe diventata un’ottima guida per il suo regno. Quando arrivarono alla reggia a battaglia conclusa, la custode della Shining Star aveva smosso mari e monti per aiutarla, facendole assegnare una stanza a palazzo e contattando chi di dovere per il suo giuramento di fedeltà alla Luce.
    Infine, c’era Stefano e con lui si era sviluppato un rapporto alquanto insolito per due persone legate sentimentalmente, almeno dal suo punto di vista. I loro primi momenti fatti solo di sguardi e timidi sorrisi erano divenuti un qualcosa che andava alla giornata. Lui si era dimostrato un ragazzo divertente, mentre lei era la serietà fatta persona quasi tutto il tempo, si completavano.
    Si riscosse dall’intreccio della sua mente quando giunse davanti all’entrata chiusa del suo alloggio. Quella porta era in grado di incuterle timore, ma anche di rassicurarla come l’abbraccio di una persona cara. Sul duro legno tinto di rosso era stata intagliata una perfetta riproduzione della sua arma, con l’unica differenza di avere l’ala di drago chiusa, poiché da quando aveva rinunciato al potere oscuro essa si era chiusa su se stessa, come se fosse caduta in un profondo e interminabile sonno.
    Mise mano alla maniglia ed entrò, superando il letto dalle lenzuola purpuree e la coperta cremisi, dirigendosi alla grande finestra che dava sul retro della reggia. Si sedette sul davanzale e posò lo sguardo all’esterno.
    Il prato smeraldino scintillava sotto gli argentei raggi della luna a forma di cuore, che illuminava il cielo notturno, circondata da miliardi di stelle, lanterne inestinguibili appese alla volta celeste.
    Un gruppo di risate e sospiri attirò il suo udito e la vista le cadde nuovamente sul giardino, sotto la sua finestra.
    Il custode dell’Alba, circondato da un folto gruppo di cortigiane, si allenava sul controllo dell’acqua.
    Un sentimento forte e spinoso si fece largo nel suo cuore a quella vista e decise di intervenire per placare quel tumulto, simile al ribollire della lava di un vulcano al momento del risveglio.
    Portò le gambe oltre il davanzale e dandosi la spinta con le mani saltò giù. Una dama la vide e gridò terrorizzata, causando il panico tra le altre donne, ma non nell’uomo, che ghignò e ripose il keyblade, seguendo la caduta della compagna con lo sguardo.
    La donna dai capelli corvini fece un paio di capriole e atterrò davanti ai presenti, posando un ginocchio e una mano al terreno. Sollevò il capo e i suoi occhi animati dalla furia di una belva brillarono nel buio.
    -Cosa stai facendo?- chiese al compagno.
    -Mi stavo allenando.- rispose lui con cautela.
    -E loro?- aggiunse, indicando le donne.
    -Si sono fermate a guardarmi…- disse, alzando un sopracciglio. -Anike, non sarai mica gelosa?-
    -Ecco cos’è…- pensò. -Affatto.- ribatté decisa, voltando il capo.
    -Io invece credo proprio di sì…- replicò Stefano, prendendola per i fianchi. -Non pensare nemmeno che io guardi le altre… Per me ci sei solo tu.-
    Fissò gli occhi del ragazzo e vi lesse una profonda sincerità e una dolcezza a cui non poté non sorridere. -E va bene… Ti credo.-
    -Sir Stefano, Lady Anike.- chiamò una voce maschile, attirando i loro sguardi.
    -Sì?- disse il keyblader.
    -La principessa Miyo chiede di voi nella sala delle udienze, pare che sia una questione urgente.- spiegò il ciambellano.
    -Facci strada.-
    Al seguito dell’uomo vestito di bianco, i due custodi attraversarono tre dei cinque cristalli che circondavano quello centrale e in pochi minuti giunsero al quarto piano della seconda torre.

    L’enorme stanza, arredata con un lungo e resistente tavolo di tenue marmo rosa e drappi colorati con le insegne della famiglia reale appesi alle pareti, ospitava la principessa Miyo, i due fratelli Blackeagle e altre tre persone, coperte da un candido soprabito dai bordi rosati, che sedevano dietro al piano con le mani nascoste nelle maniche delle loro vesti e il capo chino, nell’ombra del cappuccio.
    Anike si sentì inquieta e seppe con sicurezza che una volta uscita da lì tutto sarebbe cambiato.
    -Come mai tanta urgenza Miyo?- chiese il castano. -E come mai i venerabili saggi sono qui?- aggiunse preoccupato.
    La mora non sapeva chi fossero i saggi, ma capì che erano persone potenti dall’energia che emanavano. Erano entità al di fuori della sua comprensione, anime atone e incolori che potevano considerarsi un tutt’uno con il bianco e indistruttibile cristallo di cui era composto quel luogo.
    -Calmati cavaliere della prima luce.- esordì l’anziano di destra, con la sua voce roca resa autoritaria da una punta di severità. -Siamo qui per parlarvi del futuro che vi attende.-
    -Le stelle narrano dei giorni che saranno.- riprese l’anziano a sinistra, dal tono cupo. -Il vostro destino è scritto e si compirà all’alba della prossima luna.-
    Il terrore si dipinse negli occhi dei custodi, ad eccezione di lei.
    Abbassò lo sguardo, consapevole di ciò che avrebbero detto i saggi. Deglutì a vuoto e rialzò il viso, puntando le sue iridi verdi in quelle chiarissime, quasi bianche dell’ultimo anziano, che contraccambiò il gesto, mostrando un ghigno amaro e triste e cercando di osservare qualcosa che lei non avrebbe mai potuto vedere.
    -Cosa avete letto tra le parole del firmamento?- chiese.
    -Il futuro è roseo per il Regno della Luce.- iniziò il terzo saggio, una donna dalla voce rauca ma dolce e ferma come le acque di un lago di montagna. -La guerra presto troverà il suo epilogo, ma ad un prezzo che pagherete consapevolmente.-
    Dal buio della sua cecità, l’anziana profeta fissò i cinque ragazzi uno alla volta fermandosi sulla sua figura, che le appariva come una fiamma cremisi in continuo e perpetuo ardere.
    -L’ultima luce prenderà la sua scelta e tramonterà come il sole dopo una lunga giornata passata ad illuminare il cielo. Questo è il fato di chi rappresenta il secondo equilibrio: la morte.-
    -Di questo ne ero consapevole.- disse Anike. -Osservando il percorso del sole dall’aurora al crepuscolo ho potuto comprendere ciò che mi aspetta come rappresentante del tramonto. Come il sole dovrò scendere oltre l’orizzonte che separa il regno dei vivi da quello dei morti, per permettere l’ascesa della luna e l’inizio del nuovo giorno.-
    -Sei una ragazza saggia e attenta.- rispose la vecchia. -Ma dovrai farti artefice anche di un’altra discesa: nel nero oblio della morte dovrai portare con te anche la seconda custode figlia del fuoco nero.-
    -Nessun problema. Sconfiggerò l’ultima custode e con essa perirò per il bene della Luce.-
    I tre anziani annuirono compiaciuti e si alzarono.
    -Io non lo accetto!- urlò il detentore della Via per l’Alba, manifestando una rabbia che mai i suoi amici gli avevano visto in viso. -Come puoi dire che non ci sono problemi?! Ci sono eccome! La tua vita per te non conta nulla?!-
    -Stefano, io sapevo già a cosa ero destinata… L’Oscurità stessa me lo disse, appena mi diede una coscienza e il dono del pensiero. Divenendo una guerriera della Luce ho solo ritardato l’inevitabile…-
    -Ma ci deve essere un modo per salvarti… Non puoi lasciarmi…- mormorò il castano, stringendola a sé.
    -Potrei distruggere il mio keyblade, ma con la sua distruzione morirei in ogni caso: io e quest’arma siamo state forgiate insieme e ad essa sono legati il mio cuore e la mia anima.-
    La serenità e la celata rassegnazione della ragazza sconvolsero ulteriormente il cavaliere, cha affondò il viso nella sua morbida chioma corvina.
    -Perché a noi? Perché…- chiese a tutti e nessuno il ragazzo, piangendo lente lacrime di un dolore che mai sarebbe riuscito ad alleviare.
    I tre custodi della Luce abbassarono lo sguardo sulle punte degli stivali. Non c’era nulla da dire e niente si poteva fare: il destino è qualcosa a cui gli uomini, semplici ed effimere creature dalla breve vita, non possono opporsi.
    Una coppia di lacrime cristalline sfuggì dalle lucide ametiste che erano gli occhi della principessa; quella di destra, più rapida, arrivò per prima alla guancia e cadde al suolo senza emettere suono, la seconda invece fu raccolta dal custode della Catena Regale, che circondò le spalle della bionda in un tacito atto di conforto.
    Il giovane Alexander, invece, manteneva gli occhi abbassati, fissando il vuoto, mentre una profonda e infinita tristezza si faceva largo nel suo animo all’idea di separarsi per sempre da quella ragazza a cui tanto si era legato e che riteneva una sorella, ma a cui riservava l’affetto che sarebbe spettato alla madre che non aveva più.
    -Custode del Tramonto.- chiamò la vecchia, attirando su di sé l’attenzione delle iridi di giada. -In un futuro lontano, un’altra grande guerra coinvolgerà i due Regni dell’immenso universo e nuovi prescelti verranno reclutati da Kingdom Hearts. L’ultima delle sette virtù sarà compagna del Giorno, le stelle guideranno l’animo nobile, che aiuterà il sorgere della nuova Alba, mentre il Tramonto sarà guardiano inconsapevole della Notte e infine cadrà tornando alle tenebre che l’hanno generato.
    -L’Alba continuerà sempre a risorgere e il Tramonto per sempre si spegnerà, come vuole la sua natura di portatore del buio. Il destino dei custodi è racchiuso in un ciclo che si ripeterà all’infinito, finché non verrà la fine ultima dell’universo.-
    -Lo impedirò.- sentenziò la mora con decisione. -Se è vero che ci sarà un’altra guerra allora la forza del mio keyblade sarà necessaria, ma farò tutto ciò che potrò per aiutare il prossimo custode ad uscire dall’eterno ciclo del destino.-
    -Ragazza, i miei occhi non sono più in grado di scorgere le forme che mi stanno innanzi, ma in compenso il futuro mi scorre nella mente, come vecchi ricordi di una vita che non mi appartiene, e vedo che realizzerai in parte ciò che dici…-
    -In parte?-
    -Ti unirai per breve tempo al nuovo custode e lo addestrerai, ma non lo accompagnerai fino alla fine, che purtroppo mi resta celata perché incerta e confusa, quindi chissà… potresti anche avere ragione e riuscire a spezzare il grande cerchio, dando vita ad un nuovo ciclo… Ma come e a quale costo non so dirtelo… Addio custode dal cuore ardente.-
    -Addio e grazie somma veggente.- rispose lei, stringendosi ancor di più al suo compagno, che piangeva in silenzio il suo dolore e la sua rabbia.

    ***


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    Ciò che restava del corpo carbonizzato dell’ultima custode giaceva a terra e poco distante da quell’irriconoscibile ammasso di cenere, stava l’unica parte rimasta integra della ragazza: il braccio sinistro con la mano ancora stretta nell’atto d’impugnare l’arma della Notte, che aveva riconosciuto una nuova padrona nella custode del Tramonto.
    Il petto imbrattato di sangue s’alzava e s’abbassava con fatica sempre maggiore, mentre gli occhi verdi ancora fissavano il cratere in cui riposava quella che forse era stata sua sorella.
    Spostò lo sguardo sulla sua chiave e poi osservò con attenzione l’Artiglio della Notte.
    L’unico chiarore di quell’arma era dato dai tre immacolati artigli che sporgevano sulla sua punta, infatti, la lama e l’elsa a forma di fiamma erano nere come l’Oscurità stessa e il pendente consisteva in una ormai fredda sfera d’ametista.
    Ancora ricorda le parole di vendetta che la custode della Notte le aveva sputato contro: -Un giorno tornerò e mi riprenderò ciò che è mio! Compreso il tuo potere di traditrice, che garantirà la prossima vittoria dell’Oscurità!-
    Un rimbombo giunse alle sue orecchie, destandola, e voltò il capo verso l’esterno della barriera dalle pareti scarlatte.
    I suoi quattro compagni la chiamavano con insistenza, soprattutto lui.
    Sorrise, avvicinandosi con passo sempre più incerto, mentre il muro magico crollava riducendosi in tanti frammenti, ma senza emettere suono. Le due armi, al contrario, scivolarono dalle sue mani macchiate di rosso e caddero, producendo un fastidioso e secco rumore di metallo.
    Il custode dell’Alba corse immediatamente a sorreggerla, aiutandola a stendersi sul terreno arido e bruciato.
    -Anike?- chiamò il castano. -Anike mi senti?-
    Le iridi di giada, coperte da una patina di opacità, s’alzarono sul viso abbronzato del compagno e le sue labbra si tirarono in un nuovo sorriso.
    -Ce l’ho fatta, hai visto?-
    -Sei stata bravissima, ora risparmia le forze. Ho fatto chiamare un mago che ti curerà, ti riprenderai in fretta e…-
    -No Stefano…- lo interruppe. -Il mio tempo è finito… Devo andare…-
    -No… non puoi lasciarmi…- s’impuntò, scuotendo il capo.
    -Sigillerò il mio spirito nella Via del Tramonto, così quando il prossimo custode la impugnerà potrò fare in modo di cambiare almeno il suo destino… Il mio ormai è deciso ed è giunto il momento che si compia…- disse, con un filo di voce. -Miyo, sono sicura che sarai una regina perfetta…- sorrise, incontrando gli occhi d’ametista della principessa. -E scommetto che Terra sarà sempre al tuo fianco per aiutarti… Cercate di litigare di meno, ok?-
    I due si scambiarono uno sguardo di sfuggita, dopodiché, con le iridi lucide di pianto trattenuto, sorrisero a loro volta.
    -Alex… Non piangere dai…- asserì, sfiorando la guancia del ragazzo con la punta delle dita, cercando di asciugare la scia di lacrime.
    -Perché devi andartene Anike? Perché?- chiese il bruno.
    -Perché è così che deve andare… io sono il Tramonto e come tale devo agire…- spiegò. -Ti ringrazio per avermi accolta nella tua piccola famiglia… Ringrazio tutti voi per avermi aiutata a diventare una figlia della Luce, per avermi fatto conoscere il calore del sole a mezzogiorno… e grazie a te Stefano per avermi fatto capire cos’è l’amore… Un qualcosa di cui non avrei mai saputo nulla, se quel giorno non avessi incrociato i tuoi occhi…-
    Il castano ormai era preda di un pianto silenzioso privo di singhiozzi e la sua vista annebbiata dalle lacrime si schiarì, quando il corpo della custode che stava tra le sue braccia, iniziò a dissolversi in una scia di lucine rosse.
    Ad occhi sgranati, il prescelto dell’Alba fissò quelle piccole stelle cremisi catalizzarsi nell’arma del crepuscolo, come un gruppo di falene attirate dalla luce di una lanterna, ma la sua attenzione tornò sul viso della ragazza, quando lo chiamò.
    -Stefano, promettimi che resterai sempre te stesso, che continuerai a proteggere il Regno della Luce finché potrai… e che non mi seguirai, ti aspettano ancora molti giorni e tutti qui hanno bisogno della tua Alba…-
    Egli annuì, incapace di proferire verbo.
    -Non temere, ci rincontreremo prima o poi… ne sono sicura…-
    Con quelle ultime e sussurrate parole, i germogli di primavera che coloravano le sue iridi si spensero e ciò che restava del suo corpo svanì all’improvviso, alla velocità d’un battito di ciglia.
    Le due armi figlie del fuoco nero s’alzarono in volo, in direzione della grande e luminosa luna a forma di cuore, muta testimone di quella notte ricoperta di sangue, mentre un grido ricolmo di disperazione e dolore si diffondeva nell’etere, soffocando tutti gli altri suoni, come una fiamma che divampa e schiaccia ogni cosa sul suo cammino.


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    Edited by Liberty89 - 19/2/2015, 14:33
     
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