Capitolo 61: Il passato [terzo atto]

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    Fuoco crepuscolare che mai si estinguerà

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    Il folle genio
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    Capitolo 61: Il passato [terzo atto]

    Finale segreto kh2: Birth by sleep

    Dopo aver ridotto in polvere l’ennesima ombra, voltò il capo alla ricerca dei compagni e la vide.
    Coperta da un’armatura d’ossidiana dai bordi argentati, camminava tranquillamente tra le schiere degli esseri immondi, che le liberavano il passaggio come se fosse una regina.
    Ad ogni suo passo, la neve bianca macchiata di cremisi, evaporava e l’erba smeraldina sotto di essa cresceva fino all’attimo prima di appassire, tingendosi di giallo sulle punte sottili.
    Il braccio destro si levò nell’aria brulicante di candidi cristalli agitati dal vento, e tra le lunghe dita inguantate di pelle nera apparve la lama leggendaria che i guerrieri della Luce aspettavano d’incontrare dal giorno della loro investitura.
    Un cuore rovesciato del più scuro dei blu fungeva da elsa, da cui pendeva una catenella che terminava con un dischetto di rubino, all’interno di esso, una piccola falce di luna d’antracite lucida; la lama dal taglio lungo e la linea dritta, nera come la notte profonda che avvolgeva l’universo, si chiudeva in una protuberanza simile alla sottile ala di un drago, completamente aperta, come per spiccare il volo.
    Pochi metri li separavano e Stefano poté distinguerne il viso circondato dall’elmo, anch’esso nero come le tenebre, e da alcune ciocche corvine. Labbra carnose, scure come la sua pelle, su cui brillavano due iridi simili a foglie appena nate.
    Il cavaliere dall’armatura d’argento offuscato si perse in quegli occhi dal tratto felino, come un viandante che ha smarrito la strada di casa e vaga senza meta, tanto da non accorgersi di ciò che avveniva intorno a lui.
    Furono un urlo e una forte sensazione di dolore a risvegliarlo dal suo torpore.
    Gridò a sua volta, premendo la mano destra sulla guancia sinistra e fissando con odio la creatura dal corpo bianco sporco che l’aveva ferito. Un infido Simile si dondolava avanti e indietro, come un serpente pronto a scattare sulla preda.
    -Dannato Nessuno!- pensò furioso, lanciandosi sull’avversario ad una rapidità tale, che quest’ultimo non si rese nemmeno conto dell’attacco, poiché sparì in una scia di polvere che si confuse con la neve in continuo vorticare.
    Si girò nuovamente, alla ricerca di quello sguardo magnetico e si sorprese tanto da sussultare, quando si ritrovò quelle due gemme primaverili a pochi pollici dai suoi occhi.
    -Chi sei tu?- domandò la donna.
    La sua voce dal tono spento, con una timida punta di curiosità come quella dei bambini che hanno paura di fare la domanda sbagliata, colpì il ragazzo, che impiegò qualche secondo per rispondere.
    -Io sono Stefano… il custode della Via per l’Alba… Tu invece?-
    -Io sono colei che impugna la chiave dell’equilibrio opposto al tuo, io sono la custode della Via del Tramonto.- disse lei. -Sono colei che porrà fine alla tua vita.- aggiunse con freddezza irreale, prima di scagliare un fendente verso il ventre del castano.
    Con un repentino scatto all’indietro, Stefano schivò la lama del keyblade, ma non fu lo stesso con la scia infuocata che la seguì. Una lingua di fuoco scarlatto lacerò il metallo dell’armatura e intaccò la carne sottostante.
    Un nuovo urlo di dolore si levò al cielo plumbeo. Un’accecante luce scaturì dalla goccia di zaffiro e la fenice d’acqua si librò tra i due custodi, separandoli con un potente getto, violento come un’onda marina.
    L’ultima cosa che gli occhi lignei videro fu l’intrecciarsi di due elementi opposti e complementari, poi il buio.


    .:[ ------- ]:.


    -Allora, è come pensavo…- fece Axel, quando il ricordo si spense. -Anike era dalla parte dell’Oscurità.-
    -E’ così.- affermò lei, senza scomporsi. -L’oscurità mi ha plasmata dal fuoco eterno che io stessa controllavo e non sapevo dell’esistenza della Luce. Quando i miei occhi si sono aperti per la prima volta, hanno visto solo il buio del Regno Oscuro e le mie orecchie udirono una voce darmi i miei primi e ultimi ordini: vai in battaglia e uccidi il portatore dell’Alba, altrimenti la tua vita si spegnerà come il sole oltre la linea dell’orizzonte.-
    -Quindi hai solo eseguito un ordine a cui tu non eri d’accordo…- dedusse Kairi.
    -Non ero d’accordo, ma nemmeno ero contraria. Tuttavia, seppi di dover andare su quel campo di battaglia, perché il mio cuore mi spinse a farlo. Nonostante fossi nata dal niente, un cuore batteva in me e un’anima infondeva la vita nel mio corpo, che altrimenti sarebbe stato un involucro vuoto, pari ad un Nessuno.
    -Durante quel nostro breve scontro, avvertii qualcosa a cui non fui capace di dare un nome. Mi sentii attratta da quel giovane che avevo il compito di uccidere per salvare la mia vita, ma quando il mio fuoco lo ferì, il mio cuore fu stretto da una morsa, che non volle lasciarmi, finché non scappai. Fui costretta alla fuga da Omi e comunque, sebbene la mia mente credesse di averlo ucciso, il mio cuore diceva il contrario.
    - spiegò.
    -Infatti quel colpo non mi uccise, ma ci andò molto vicino.- proseguì Stefano. -Rimasi incosciente per cinque giorni e al mio risveglio quasi mi venne un infarto!-
    Il palmo destro di Anike si posò sul globo d’acqua e una nuova serie di ricordi si mostrò ai presenti.

    .:[ ------- ]:.


    Le chiare iridi verdi osservavano curiose il corpo del ragazzo addormentato sotto un pesante strato di coperte.
    Come i due giorni precedenti, il lato destro del volto era coperto da un bendaggio leggero e gli occhi serrati, ogni tanto si stringevano per una fitta di dolore improvvisa. Di diverso, notò che il viso aveva riacquistato gran parte del suo colorito e il respiro non era più affannoso e velocizzato ma regolare e tranquillo.
    Il castano voltò il capo verso sinistra e il panno che stava sulla sua fronte cadde a terra, accanto al suo piede.
    La donna dai capelli corvini si tolse il guanto e con insicurezza allungò il braccio per raccogliere l’oggetto. Sussultò quando la sua pelle calda entrò in contatto con la stoffa fresca e umida, ma la tenne stretta nel pugno e la rimise sulla fronte del dormiente, che tirò un sospiro di sollievo.
    Si fece in avanti, sporgendosi dalla cassa su cui era seduta, per scostare una ciocca di capelli dal suo viso, ma una mano attorno al suo polso la bloccò.
    Non vi era forza in quella stretta, ma la ragazza non fece nulla per sottrarsi al contatto, anzi, si avvicinò ancora di più per permettere all’altro di stare comodo. Avvertì una sensazione nuova, che le piacque e desiderò che non terminasse.
    -Che sia tutto merito della sua mano?- domandò a se stessa, scrutando il volto del castano.
    -Cosa fai qui?- chiese Stefano, facendo vagare lo sguardo velato dalla stanchezza sul viso della ragazza.
    -Non so perché, ma il mio cuore mi ha fatto capire che dovevo essere qui.- rispose, prendendo la mano del ragazzo tra le sue per studiarla con attenzione.
    Lui la guardò confuso più che mai. -Ma tu non dovevi uccidermi?-
    -Mi è stato ordinato di farlo, ma io credo di non poterlo fare…- disse, continuando ad osservare ogni dettaglio della mano che stringeva.
    -Come mai?-
    -Il mio cuore mi dice che non devo farlo… e mi sento… male… al pensiero di averti ferito…-
    -Ritieni che uccidermi sia sbagliato?-
    -Suppongo di sì…-
    -Chi te l’ha ordinato?-
    -La voce proveniente dal buio, voi la chiamate Oscurità… ma se io vengo dall’Oscurità, tu da dove vieni?-
    -Io vengo dal Regno della Luce, il regno in cui ci troviamo adesso.-
    -Cos’è la Luce?- chiese lei innocentemente, andando ad incrociare i loro sguardi.
    Il custode dell’Alba rimase fulminato da quel quesito e spalancò gli occhi, incredulo.
    -Stai scherzando?-
    Lei scosse la testa. -No, io conosco solo il Regno dell’Oscurità e se devo essere sincera, non mi piace granché… Troppo tetro e tutto uguale per quanto si vede… La Luce com’è?-
    -Bè…- iniziò lui, con una certa difficoltà, come spiegare qualcosa di ovvio alla domanda di un bambino?
    -La Luce è il contrario dell’Oscurità… Di giorno c’è il sole ad illuminare il cielo, poi, quando comincia a diventare blu, il sole scompare oltre l’orizzonte e si possono vedere le stelle, seguite dalla luna… da Kingdom Hearts.-
    -Io ho visto solamente gli ultimi minuti del tramonto e la notte, ma mai quello che tu definisci giorno… dev’essere bello…- commentò, tornando a studiare la mano del cavaliere.
    -Lo è…- sorrise lui. -Ma perché t’interessa tanto la mia mano?- domandò divertito.
    -E’ calda…- rispose semplicemente, portandosela alla guancia. -Non è come le sue…-
    -Le sue?-
    -Sì, quelle dell’altra custode… Le sue mani sono fredde come il ghiaccio, nonostante sia nata dal mio stesso fuoco…-
    -E’ tua sorella?-
    -Non lo so… Non ci siamo mai rivolte la parola, quando siamo insieme di solito ci alleniamo ed è stato durante un allenamento che le ho toccato la mano…-
    Senza dire nulla, Stefano le prese la mano e la posò sulla sua guancia. -Anche la tua è calda, rovente quasi…- affermò, guardandola negli occhi.
    La custode del Tramonto si perse in quello sguardo e fu rapita da quel sorriso dolce e sincero che gli allungava le labbra rosee. Nel suo cuore crebbe la convinzione di non voler porre fine a quel sorriso luminoso, che era in grado di scaldarle l’anima, superando il fuoco che l’aveva generata.
    -Dimmi il tuo nome.- esordì il castano.
    -Anike.-
    -E’ un bel nome…-
    -Grazie.- disse, arrossendo appena, prima di alzarsi. -Ora devo andare…-
    Il keyblader scattò a sedere, ma una fitta proveniente dalla ferita lo bloccò, facendolo tornare disteso.
    -Mi dispiace per quello che ti ho fatto… Ti curerei se potessi…-
    -Non sai usare la magia curativa?-
    -Io sono solo capace di distruggere e di portare il buio.- spiegò con freddezza, sistemandogli le coperte sul petto.
    -Ti vedrò ancora?-
    -Non lo so… Al momento sono confusa… So di essere dalla parte sbagliata, ma non so come fare per passare a quella giusta…-
    -Giura fedeltà alla Luce… Prometti di difendere la pace e la vita altrui… Diventa un cavaliere del Regno della Luce, come me…-
    Anike abbassò lo sguardo sui suoi stivali. Il suo cuore batteva ad un ritmo impossibile da seguire e i suoi pensieri erano come impazziti e persi, somiglianti ad una piccola barca in balia di una tremenda tempesta in mare aperto che veniva sballottata di qua e di là.
    -Mi stai chiedendo di lasciare l’Oscurità per unirmi alla Luce?-
    -Pensaci…- chiese lui, allungando una mano verso di lei. -Ti prego… pensaci e torna da me…-
    Lei annuì e scomparve in un varco oscuro mormorando tre semplici parole. -Te lo prometto.-


    ***


    -Sei completamente impazzito?!- gridò la bionda senza trattenere un briciolo della sua rabbia, facendo indietreggiare i tre ragazzi dal terrore. -Che diavolo ti è passato per la testa?!-
    -Miyo… Se mi lasciassi spiegare…- tentò il custode dell’Alba.
    -Hai una sola possibilità di convincermi! Una sola!- urlò ancora, alzando un dito a testimonianza delle sue parole.
    -Nonostante provenga dall’Oscurità, Anike è buona.- iniziò Stefano. -I suoi occhi… ho visto la sua anima attraverso quegli occhi! E ti giuro sulla mia testa che non era sporca!- sentenziò, alzando la voce. -Io… non posso più stare senza vedere quegli occhi…- aggiunse con tono più basso, facendo ampi respiri per calmarsi.
    -Ma Stefano, ragiona…- riprovò la ragazza. -Lei è…-
    -Lei è il tramonto, io l’alba…- la interruppe. -E’ la metà che mi manca… non riesco a stare senza di lei…-
    -Da quanto tempo va avanti?-
    -Da quando mi sono svegliato, una settimana fa…- confessò.
    Un varco oscuro si aprì alle loro spalle e quattro sguardi si posarono sulla figura della ragazza di colore.
    Un silenzio carico di tensione avvolse i cinque custodi.
    All’improvviso, il detentore della Catena Nobile si mosse in direzione della donna, che indietreggiò, mostrando uno sguardo inquieto e insicuro.
    -Non aver paura…- disse piano. -Puoi mostrarmi i tuoi occhi, per favore?-
    Anike rimase spiazzata da tanta gentilezza, ma annuì con un cenno del capo, lasciando avvicinare il giovane, che si abbassò leggermente per far sì che i loro sguardi s’incrociassero.
    -I tuoi occhi brillano…- fece lei, dopo un po’. -Anche se sono neri come i suoi, i tuoi brillano… com’è possibile?-
    -Lui è Alexander, il cuore nobile.- intervenne il prescelto dell’Alba. -Rappresenta la luce che brilla nel buio, per questo i suoi occhi sono così luminosi…-
    -Capisco… E i miei come sono?-
    Il ragazzo più giovane sorrise sincero. -Sono splendidi.- asserì, prima di stringere la keyblader in un abbraccio, che spiazzò ulteriormente la ragazza. -Benvenuta a bordo!-
    -Miyo?- fece il custode del giorno.
    -E va bene… Se Alex non ha trovato nulla di strano allora è tutto ok…- capitolò, avvicinandosi. -Benvenuta Anike, io sono Miyo, custode della chiave bianca, invece lui è Terra, il custode della Catena Regale.-
    -E’ anche il mio fratellone!- esclamò il bruno. -Non farti ingannare dalla sua faccia scorbutica, in realtà è un ragazzo adorabile!-
    -Ah sì?- replicò il maggiore dei Blackeagle. -Questa me la segno fratellino…- aggiunse, avvicinandosi al gruppo. -Posso farti una domanda?-
    -Certo.-
    -Hai paragonato gli occhi di Alex a quelli di qualcun altro, chi è?-
    -L’altra custode ha gli occhi neri, ma poco fa sono diventati rossi di rabbia… Rossi come il sangue che ha giurato di versare a causa del mio tradimento…-
    -Avete combattuto?- chiese preoccupato Stefano.
    -Sì, ma nessuna delle due è riuscita a ferire l’altra, perché siamo identiche…-
    -Identiche?- ripeté Alexander. -Siete gemelle?-
    -Non lo so… Il fuoco ci ha plasmate con lo stesso viso, la stessa forza, ma gli occhi e i capelli sono diversi…-
    -E i vostri poteri?- domandò Terra.
    -Non so nulla sul suo potere…- disse con una nota di dispiacere. -Durante gli allenamenti usavamo solo il keyblade e il fuoco, null’altro… Mi dispiace…-
    -Non fa niente.- asserì il custode dell’Alba, sorridendole. -Ora che sei dalla nostra parte, siamo molto più forti di prima e tua sorella, o chiunque sia, dovrà affrontarci tutti per poter conquistare il Regno della Luce.-
    -Giusto!- esclamò il più piccolo della compagnia.
    -Adesso che fai parte della squadra, la prima cosa da fare al più presto è il tuo giuramento al re.- spiegò Miyo. -Perciò, dobbiamo fare ritorno alla Sacra Reggia, solo dopo aver riconquistato questo settore.-
    -Va bene.- rispose Anike con un sorriso, manifestando per la prima volta il benessere del cuore e del suo animo.





     
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