Capitolo 60: Il passato [secondo atto]

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    Fuoco crepuscolare che mai si estinguerà

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    Capitolo 60: Il passato [secondo atto]

    Come stelle cadenti, i quattro raggi precipitarono al suolo, gettandosi tra le mani di altrettante persone.
    -A te, giovane dal cuore impavido, candela che emana calore anche dopo essersi spenta, il Regno Supremo ti fa custode della Catena Regale, simbolo della luce del giorno. Tu sarai la guida a cui faranno riferimento gli altri custodi, poiché grandi sono il potere della tua luce e la forza del tuo animo.-
    Un ragazzo dai corti capelli bruni, scuri come il legno di rovere, e gli occhi azzurri, in cui si rifletteva il limpido cielo estivo, s’inginocchiò al cospetto del cuore nero, reggendo sui palmi l’arma dall’elsa dorata, a cui era legata una catena che terminava con un frammento sferico di topazio, e il taglio d’argento.
    -Io, Terra Blackeagle accetto di custodire la chiave del giorno!- rispose, per poi alzarsi ed impugnare lama con la dritta.
    Accanto a lui, un ragazzo poco più basso di lui, dagli occhi scuri ed i capelli castani legati in un codino sulla nuca, stringeva un’arma identica per forma a quella di Terra, ma dai colori invertiti e per pendente una sfera di preziosa ambra.
    -A te, che sei il cuore più nobile e giusto, con una sincerità pari solamente al prescelto del giorno, viene affidata la Catena Nobile, la luce che brilla nel buio, ultima speranza per tutti i figli della Luce. Il Regno Supremo ti affida la chiave gemella.-
    Il ragazzo s’inginocchiò a sua volta, sollevando l’arma.
    -Io Alexander Blackeagle accetto di custodire la chiave gemella del giorno!- sentenziò, impugnando nella mano destra l’elsa argentea.
    Il terzo raggio brillò tra le mani di Stefano, rivelando una chiave totalmente differente dalle sue sorelle. L’elsa dalla linea circolare era divisa in due metà: il lato sinistro aveva le sembianze di una nera ala di demone, mentre il lato destro era composto da candide piume d’angelo. Le due parti erano congiunte da una croce d’argento, da cui pendeva una catenella terminante in una piccola goccia di zaffiro. La lama era una lunga ala di pipistrello cremisi, dall’ossatura blu e sulla sua sommità sorgeva un’ala angelica, bianca come la prima neve.
    -La Via per l’Alba ha scelto te.- affermò la voce. -La chiave che rischiara il buio per liberare il sentiero alla luce del giorno. Ti attende un compito difficile cuore del primo equilibrio, illuminato dalla bontà e dalla genuina anima di eterno fanciullo, perché il tuo potere sarà ciò che le tenebre cercheranno di oscurare. Ad ogni tuo fendente nascerà un germoglio, che il sole crescerà poiché custodisci il seme della vita e, infine, rappresenti l’aurora di ogni cosa. Tuttavia, se il tuo cuore cadrà, il sole non potrà sorgere e il giorno non potrà avanzare al posto della notte, che permarrà fino alla venuta di un nuovo custode.
    -Cuore in equilibrio, l’acqua fonte di vita sarà la tua fedele compagna e con essa la sua essenza. Omi la fenice e la Via per l’Alba ti hanno scelto.-
    Un maestoso uccello fatto d’acqua pura calò dal cuore d’antracite e planò sulla folla, fino a fermarsi di fronte al suo prescelto, incrociando i loro sguardi.
    Il castano posò il ginocchio destro al suolo e sostenne l’arma tra le mani inguantate, mantenendo il contatto visivo con le iridi d’intenso blu cobalto dalla pupilla bianca come un brillante adagiato su uno strato di morbido velluto.
    -Io, Stefano Fiervento accetto di custodire la chiave dell’Alba, che apre la via verso la Luce!-
    La fenice spalancò il suo becco per emettere il suo verso cristallino, prima di scomparire in un vortice azzurro, che si catalizzò nel pendente dell’arma. Infine, il castano si rialzò, stringendo la sua arma con la mancina.
    L’ultimo raggio si spense sotto le iridi incredule della principessa Miyo.
    Anch’essa a forma di semplice chiave, era però di un candore immacolato, come le piume di una colomba, ad eccezione del verde ramo d’edera che correva a spirale sull’intera lunghezza della lama, e della piccola piramide di smeraldo che fungeva da pendente.
    -Principessa dal cuore puro, tu deterrai la chiave bianca, la Shining Star, e con la tua purezza e la tua forza magica sosterrai i tuoi compagni nella difficile battaglia che vi attende.-
    La ragazza fissò l’arma che stringeva tra le braccia: un frammento di stella caduto sulla terra nel buio dell’eclisse, che risplendeva di luce propria.
    -Tu sarai la rappresentante della Luce stessa.- sentenziò la voce.
    Imitando i suoi nuovi compagni, s’abbassò al cospetto della manifestazione del Regno Supremo e sollevò l’oggetto da cui sarebbe dipesa la sua vita da quel momento in avanti.
    -Io, Miyo Sunsky, futura erede al trono della Sacra Reggia, capitale del Regno della Luce, accetto di custodire la chiave bianca, simbolo della Luce!-
    Pochi istanti dopo, la bionda tornò in piedi, impugnando l’arma nella dritta.
    -Prescelti, la vostra missione comincia da adesso.- riprese la voce, senza cambiare tonalità. -L’Oscurità sta forgiando delle chiavi dal potere oscuro e maligno, dalla forza sconosciuta, e con esse sta plasmando chi le impugnerà. Neppure il Regno Supremo sa quando verrà sferrato il primo attacco, ma con l’avvicinarsi del tramonto e con l’allungarsi delle ombre il nemico avrà un terreno favorevole su cui far marciare le fila del suo esercito.
    -Quando vi troverete davanti un nemico non esitate, anche se fino a poco prima era vostro fratello ed eravate legati da un vincolo di sangue, perché quando un cuore viene corrotto dall’Oscurità, esso ne viene divorato, perde la ragione e la sua anima diventa una cacciatrice alla ricerca di ciò che non ha più.
    -Diffidate di chi ha gli occhi sporchi, perché essi riflettono lo stato dell’anima come uno specchio al massimo del suo lustro. Scrutate nell’anima di chi avete di fronte e saprete chi vi guarda le spalle e chi invece vi colpirà, tradendovi. Addio prescelti da Kingdom Hearts, custodi delle chiavi, che la luce dei vostri cuori brilli in eterno e che le tenebre siano presto sconfitte.-
    Con quelle parole di commiato, il cuore nero riprese il suo lento cammino, liberando a poco a poco i raggi del sole, che passò lo zenit procedendo dal lato opposto della regina che l’aveva spodestato.
    I quattro giovani incrociarono gli sguardi, mentre intorno a loro la paura e il caos tornavano ad impregnare l’aria come un gas nocivo, scoccando l’ultimo secondo della pace che fino a quel momento aveva albergato nel Regno della Luce.


    .:[ ------- ]:.


    -Cos’accadde poi?- domandò Xemnas al cavaliere vestito d’argento.
    -Quello stesso giorno, all’arrivo del sole al crepuscolo, le ombre invasero il Regno della Luce in ogni regione.- disse Stefano, abbassando lo sguardo. -Non so quante città e villaggi caddero quella notte, perché io e gli altri custodi abbiamo avuto solamente il tempo di organizzare una difesa improvvisata… Troppo vasti erano i territori protetti dalla Luce…-
    -Città e villaggi?- intervenne Pippo. -Vuol dire che l’Oscurità attaccò solo il vostro mondo?-
    -Compagno cavaliere, a quel tempo non esistevano mondi. Un unico mondo era nato sotto la guida della Luce e la protezione delle stelle, poiché in quell’epoca l’universo era diviso in due esatte metà: il Regno della Luce e il Regno dell’Oscurità.- spiegò l’uomo. -Non è così anche oggi?-
    Topolino scosse la testa. -Non so quando accadde esattamente, ma un giorno l’uomo cominciò a desiderare la Luce per sé e così l’Oscurità nacque direttamente in ogni cuore e il Regno della Luce cadde.-
    -E’ così dunque…- sospirò il primo custode. -Credo che non sarebbe avvenuto nulla di tutto ciò, se le cose fossero andate diversamente…-
    -E’ inutile pensarci ora.- affermò Anike. -Non addossarti colpe non tue, nessuno può controllare il cuore di ogni uomo… Adesso prosegui con la storia e forse sarà possibile impedire che essa si ripeta…- concluse la donna, posandogli una mano sulla spalla.
    -Hai ragione…- rispose, intrecciando le loro dita.
    -Permettete una domanda?- chiese Axel. -Nei ricordi che ci hai mostrato si parla di chiavi dell’Oscurità e non ho visto Anike… Significa quello che penso?-
    -Lascia che ti mostri ciò che accadde in seguito…- disse, mentre posava nuovamente il palmo della mancina sulla sfera. -Da quel giorno, battaglie e scontri si susseguirono per dieci lunghi anni. Durante quei due lustri, molti guerrieri valorosi caddero sotto gli artigli degli Heartless o per mano dei Nessuno, alla ricerca del proprio cuore; tanti altri si ritrovarono inconsapevolmente tra le fila nemiche e io stesso causai la morte definitiva di alcuni miei soldati… Tuttavia, mai le lame delle nostre chiavi si scontrarono con le loro antagoniste, fino all’ultimo tramonto dell’anno milletrecentotrentacinque…-

    .:[ ------- ]:.


    La neve cadeva senza sosta dal cielo grigio, leggera come petali di fiore, nell’inverno di quel decimo anno di guerra.
    Guerra che sembrava non avere fine.
    Le iridi color legno correvano sulla landa innevata, perfetta come se nessuno vi avesse mai posato piede. In realtà, su quel suolo erano stati combattuti scontri su scontri, ma niente poteva testimoniarlo, poiché le ombre, ovunque volgevano il passo, cancellavano e riducevano in polvere tutto ciò che travolgevano, come un violento tifone, compreso il sangue che inizialmente insozzava il tappeto bianco e i cadaveri dei guerrieri caduti.
    Al termine di ogni battaglia, grida di dolore si levavano al soffitto di quel teatro di morte. Mogli, madri, figli e sorelle piangevano la loro disperazione, stringendosi le mani al viso, colmo di lacrime che mai avranno una lapide sulla quale cadere.
    Serrò gli occhi, scuotendo il capo, per svuotare la mente dalle voci di quei cuori ormai distrutti, e camminò a passo svelto verso la sua tenda sgualcita.
    Sollevò il lembo di stoffa scarlatta e andò a sedersi pesantemente sulla branda opposta all’entrata, osservando con fare distratto l’arredamento che lo circondava: una cassa fungeva da tavolino, su di essa prendeva posto un catino con dell’acqua, a terra, accanto allo scomodo giaciglio su cui sedeva, una vecchia lampada corrosa in alcuni punti dalla ruggine. Sospirò pesantemente, accendendola con una magia.
    -Quando avrà fine tutto questo?- domandò a se stesso, stringendo la testa fra le mani.
    -Stefano!- urlò un ragazzo, entrando trafelato nel padiglione. -Stefano!-
    -Alex, che succede? Perché urli tanto?-
    -Forse…- iniziò, appoggiandosi alle ginocchia per riprendere fiato. -Forse ci siamo!- disse poi, sollevando il capo alla luce della lampada a olio, che si rifletté nei suoi vivaci occhi scuri. -E’ stato avvistato un cavaliere dalle sembianze umane a capo degli Heartless e dei Nessuno che si trovano oltre la piana.-
    -Chi l’ha visto?- chiese, facendosi attento.
    -Christopher Silversoul.- rispose. -E ha aggiunto che non aveva armi alla cintura o sulla schiena.-
    -Andiamo!- ruggì l’uomo, seguendo l’amico verso una tenda dalla stoffa verde.
    Quando entrarono un forte tepore li avvolse, insieme al fastidioso odore di medicinali, misto a quello ferroso del sangue.
    Al centro stava un tavolo di legno scuro coperto da un’enorme carta geografica, e attorno ad esso, uno di fronte all’altra c’erano i due custodi rimanenti. La principessa Miyo, aveva abbandonato la lunghezza femminea delle sue ciocche bionde, preferendo un taglio corto, che le copriva appena i lobi delle orecchie: -I capelli lunghi mi danno fastidio mentre combatto.- aveva detto, prima di tagliarli con la sua chiave bianca come la luna.
    L’armatura leggera e sottile composta da gambali, bracciali, spallacci e un semplice giustacuore, metteva in mostra molteplici graffi e scalfitture. Il viso dalla carnagione diafana non aveva subito ingiustizie dal corso degli eventi e i suoi occhi viola erano la sola cosa che permettevano di riconoscere in lei la dolce principessa che non sembrava più.
    Dall’altra parte del quadrato ligneo, il custode della Catena Regale, serio in volto e gli occhi stretti, si premeva la mano sinistra sulla spalla opposta, coperta solamente da un bendaggio tinto di rosso.
    -Eccoci!- disse Alexander, quando gli fu vicino. -Ma non ti avevo detto che dovevi cambiare le bende?- domandò severo, ottenendo un grugnito in risposta.
    -Tuo fratello è un testone!- esclamò la principessa. -Non ha voluto che gliele cambiassi io, voleva che fossi tu a farlo… Ancora non ho capito perché…-
    -Perché le tue mani hanno lo stesso tocco delle zampe di un cavallo imbizzarrito…- sbuffò il bruno, sedendosi sulla branda dietro di sé.
    -Villano!- ribatté offesa, voltandosi dall’altra parte.
    -Megera…- rispose l’altro, scatenando il riso del fratello minore.
    -Dai state calmi…- intervenne il custode della Via per l’Alba. -Non si può fare nulla con la magia per la tua spalla?-
    -Purtroppo no.- intervenne il giovane Blackeagle. -La ferita si è infettata, dobbiamo prima curarla con le erbe mediche.- spiegò, disfacendo il bendaggio.
    -Non preoccuparti Stefano, posso combattere lo stesso…- disse Terra, alzando lo sguardo sull’amico. -Ma non è di questo che dobbiamo discutere.-
    -Appunto…- s’intromise la bionda. -Pare che sia giunto il momento di confrontarci con le chiavi forgiate dall’Oscurità.-
    -Ma siamo sicuri che sia così?- domandò il castano.
    -Una fanciulla in armatura, che non reca armi al seguito, nel bel mezzo dell’esercito nero credo che sia una certezza chiara persino ai sassi.-
    -Una fanciulla?- dissero all’unisono i tre ragazzi.
    -Sì, ero lì quando il capitano Silversoul l’ha avvistata e ho potuto verificare io stessa.- affermò Miyo. -Una donna è scesa a capo delle forze oscure, fin’ora guidate da una mano invisibile ai nostri occhi.-
    -E non è stato visto nessun’altro?- chiese Alexander. -Kingdom Hearts aveva accennato al fatto che i custodi fossero più di uno…-
    -Nessuno, ma non dobbiamo abbassare la guardia, perché potrebbero arrivare altri prescelti…- concluse la bionda, posando lo sguardo sulla carta che ricopriva il piano del tavolo.
    La cauta coltre del silenzio scese tra i quattro cavalieri, disturbata solo dal pesante e regolare respiro del custode della Catena Regale, che si ritrovò assopito in un sonno leggero, sotto lo sguardo attento del fratello.
    Un improvviso e concitato vociare attirò le tre paia d’occhi sull’ingresso di stoffa.
    -Che sta succedendo?- chiese la ragazza, uscendo.
    Rientrò poco dopo, scura in viso. -Ci attaccano.-







    Note dell'autrice: il nome di Terra l'ho usato per pura pigrizia (quindi Ventus e Aqua non si faranno vedere in questa fic) u.u non avevo voglia di cercare un altro nome che stesse bene con "Blackeagle" e con il nome del fratello Alexander.
     
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