Cuor di Ghiaccio

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    Autore: Red Typhoon Seppy
    Titolo: Cuor di Ghiaccio
    Genere: Sentimentale - Introspettivo
    Rating: Verde
    Personaggi: Joseph Alexander - Giulia Blackrose
    Note: ///

    Illuminato e riscaldato dalla flebile fiamma di un camino, il giovane Joseph giaceva sulla sua comoda poltrona per riposare le sue fragili membra. Seduto su una raffinata lavorazione di pelle pregiata, rinforzata ai bordi da oro puro, mentre i bracciali terminavano con teschi umani. In quella stanza vi era unicamente quel camino fatto con varie pietre incastonate tra loro, mentre i muri laterali erano coperti da vistose librerie stracolme di documenti e libri. Un ambiente molto tranquillo e piacevole per Joseph, tant’è che stava beatamente meditando sul da farsi, il mercato nero era in continuo mutamento.
    D’improvviso s’aprì una delle ante dell’imponente porta, mentre a diffondersi come l’aria il suono dei tacchi che picchiettavano su quella pavimentazione di freddo e gelido marmo. Una splendida donna, dai lunghi capelli corvini che le cadevano fino al bacino, accompagnati da due smeraldi luminosi che risaltavano la bellezza di quel volto. S’avvicinò all’uomo e mostrò il suo grazioso corpo ponendosi d’innanzi alle ribelli fiamme, sorridendo maliziosa e perversa.
    -Mio signore, sembrate teso, lasciate che vi dia conforto.- Sentenziò la donna, che si sedette tra le gambe accavallate dell’uomo, cingendo le braccia intorno al suo collo, carezzandogli la nuca delicatamente. Joseph lasciò che quella mano scompigliasse la sua folta chioma scura, osservandola con quei freddi occhi come stiletti di ghiaccio, divorandola con lo sguardo. Delicatamente il mercante poggiò le sue mani intorno ai fianchi della donna, congiungendo poi le loro labbra in quello che si poteva ben dire un bacio passionale. Sembravano intenti a passare una magnifica serata all’insegna dell’ardore e della passione, quando l’uomo esitò, tirandosi indietro.
    -Non posso Giulia, ho un affare importante da completare. - Disse freddo e con tono serio l’uomo, lasciando la presa su di lei e alzandosi, facendo cadere delicatamente la donna sulla poltrona al suo posto. Si diede una sistemata ai capelli, dirigendosi verso l’uscita, mentre dava una controllata alle condizioni del suo abito elegante. La donna emise un lungo sospiro, osservandolo fuggire fin quando la sua figura non scomparve nel buio della notte, per poi posare lo sguardo assopito al suolo.
    -Vedi solamente ciò che i tuoi occhi vogliono vedere, come può essere la vita come ladesideri?- Sussurrò flebile lei, in un monologo malinconico, con lo sguardo perso, pensando a come sacrificasse tutto per il vile denaro. Si dice che la ricchezza porta felicità, eppure Joseph era sempre serio, pensieroso su quella poltrona nera, con gli occhi vuoti e privi di gioia. -Seifreddo… quando il tuo cuore non è aperto …- continuò lei, passandosi la mano destra sulla spalla opposta, come se un brivido le percorresse la pelle nuda.
    -Sei tanto consumato con quanto puoi guadagnare, e sprechi il tuo tempo con odio e dispiacere- proseguì la giovane nel suo monologo, ma assumendo un tono decisamente più irritato. Con la mano libera andò a coprirsi il volto, a nascondere dal vento l’espressione afflitta che le rovinava i delicati lineamenti. Quel suo delicato cuore, che si struggeva per l’uomo che amava, qualcuno che non sembrava direttamente interessato a lei.
    A quel punto si rialzò, compiendo qualche passo verso il caldo camino, lasciando che le vigorose fiamme si riflettessero nei suoi occhi. -Se solo potessi sciogliere il tuo cuore… non saremmo mai separati. Lasciati amare da me, tu tieni le chiavi del…- Proseguì la ragazza, tornando a un tono malinconico, lasciando la fraseincompleta, mentre il volto cadeva, e le mani congiunte si poggiavano al centro del suo petto. Lei era una donna innamorata, tanto da affliggersi con certe preoccupazioni, facendo crollare l’immagine che si era costruita come “Rosa Nera”.
    -Ora non c’è ragione a dar la colpa, e dovresti sapere che soffro ugualmente.- Pronunciò lei, mentre lo sguardo si rivolse verso la porta, ancora aperta, cercando invano di incrociare gli occhi dell’amato, e che potesse udire le sue parole. Sembrava che le colpe ricadessero sempre sul lavoro, e Giulia era certa che pure Joseph, dietro a quell’espressione da fiero condottiero, celasse nell’ombra un remoto sentimento passionale per lei. Si lasciò cadere sulla poltrona, come rassegnata alla vita, trattenendo a stento le lacrime. -Se ti perdessi… il mio cuore si spezzerebbe…- concluse lei, lasciando che una singola lacrima le rigasse la gota.
    Il cuore infranto era il male peggiore che una donna potesse subire, e lei di certo non desiderava ciò, avrebbe semplicemente continuato a lottare per conquistare l’amore di Joseph. -L’amore è come un uccello, deve volare. Lascia che tutto il dolore dentro di te muoia.- Disse ancora, con tono più deciso, asciugandosi quella lacrima, mentre un gelido vento entrò nella stanza, spegnendo le vivaci lingue di fuoco del camino. Immersa nel buio, sorrise maliziosa, tornando l’impavida e possente figura femminile qual era nota al mondo, incamminandosi verso l’uscita.
    -Riuscirò a sciogliere quel cuore di ghiaccio, fosse l’ultima cosa che farò…-
     
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