Cappuccetto Rosso Sangue

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    Titolo: Cappuccetto Rosso Sangue
    Autore: Seppy
    Genere: Dark - Fantasy - Splatter
    Rating: Rosso
    Fandom: Cappuccetto Rosso
    Avvertimenti: One-Shot
    Note: La mia versione dark della favola di Cappuccetto Rosso ù.ù



    Capuccetto Rosso Sangue

    La vera storia della bambina dal cappuccio rosso, che andava a trovare la propria nonna.

    In quella notte inquietante, la nebbia pervase la pineta, ricoprendo ogni angolo di quel luogo con un’aria opprimente e lugubre. La luna brillava piena, gioiosa nel vedere la calma in quel mondo terreno, che ben presto si sarebbe frantumata come fragile vetro.
    Rumori sospetti provenivano da dietro un cespuglio, una bestia famelica si nascondeva dietro alle foglie protettrici, ma senza esito positivo. Un colpo dritto al cuore, con un pugnale argentato, pose fine alla vita di quella bestia, un licantropo dal corto pelo bruno.
    Una strana figura incappucciata, dalle vesti nere, sollevò la carcassa con un’immensa ed inaspettata forza, come se fosse una leggiadra piuma. La figura teneva la bestia poggiata sulla schiena e le zampe posteriori strisciavano nell’umido terriccio, lasciando la scia del suo lento passaggio. Tuttavia, in poco tempo raggiunse una piccola abitazione, situata al centro della pineta, senza nulla intorno a farle compagnia. Una costruzione in pietra, tinta completamente di nero, situata su due piani e grande come un monolocale, qualcosa di decisamente piccolo. Di spaventoso, vi erano i gargoyle posti ai quattro angoli del tetto, scolpiti con una tale maestria da sembrare reali e pronti a prendere vita.
    La figura misteriosa si avvicinò, aprendo la porta senza indugi, ed entrò, portandosi dietro la carcassa. Si addentrò in un salotto, illuminato solamente dalla flebile e traballante fiamma di una candela, posta sul ripiano del camino. Lo strano individuo gettò d’innanzi a sé la bestia, provocando un pesante tonfo sul pavimento in legno dell’abitazione, dando prova della propria presenza.
    -Oggi la caccia è stata fruttuosa vedo-
    Disse una voce nascosta nell’ombra, dal tono grave e basso, tipico delle signore anziane. Con una spinta, la misteriosa proprietaria di quella voce, iniziò a ondeggiare su una vecchia sedia a dondolo, lasciando che la delicata luce della candela le illuminasse il volto. Un viso molto tenue, scalfito da qualche ruga accanto agli occhi e intorno alle labbra, ma che stranamente non perdeva il suo fascino. Lunghi capelli argentati, quasi tendenti al bianco, inizialmente lisci, che terminavano con qualche leggero boccolo, circondavano due iridi nere come il piombo.
    -Sì, ma ancora non ho trovato Fenrir-
    Rispose la figura incappucciata, rivelando una voce soave e leggiadra, con tonalità aspra, come una graziosa fanciulla seria e fredda. Non rimosse il cappuccio, ma rimase rigida e immobile accanto al cadavere del licantropo, attendendo una nuova risposta da parte dell’anziana donna.
    -Nipote mia, perché ti ostini a voler vendicare i tuoi genitori?- Rispose turbata l’anziana.
    La ragazza si avvicinò al camino, allungando la mano per afferrare una piccola foto incorniciata. L’immagine ritraeva una coppia felice che cingeva una bambina, la tipica allegra famiglia, un’effimera bellezza andata ormai perduta.
    -Perché mi ha tolto ciò che mi era più caro, e voglio che soffra-
    Concluse il discorso la giovane, riponendo al suo posto la foto. Si voltò velocemente, facendo ondeggiare il mantello, per dirigersi alla camera nella stanza superiore. L’anziana sospirò. Era preoccupata che quella caccia iraconda l’avrebbe portata alla morte, era stata dura perdere la figlia e il genero, non voleva perdere anche la nipote.
    Un’altra notte giunse maligna sul mondo, ricoprendolo con le sue ombre, lunghe come spire, che risucchiavano tutto in sé. Cappuccetto si mise il mantello, prese i suoi pugnali e li rinfoderò nella cintura, dopodiché aprì la finestra e saltando, uscì dalla sua stanza. Iniziò a correre velocissima, con un solo obbiettivo in mente: la vendetta.
    Il vento le carezzava la pelle, mentre il freddo pungente le penetrava nelle carni fino a raggiungere le ossa, e il respiro si faceva pesante. Si fermò su un ramo alto di un pino, guardandosi intorno, senza rintracciare nessuna di quelle bestie sanguinarie che tanto odiava.
    In lontananza però, riuscì a scorgere qualcosa: una creatura della notte più splendente che divorava una preda. Senza esitare, fece un lungo salto in quella direzione, prelevando dalla cintura una coppia di pugnali d’argento e preparandosi al peggio. Lo raggiunse in pochi attimi, scagliandogli fin da subito una delle sue lame, che sibilando fendette l’aria con grazia e stile. L’attacco, però, fu vano, perché l’arma si conficcò nella spessa corteccia di un albero, mentre la figura lupina scomparve totalmente dalla sua vista.
    La bestia fu tanto agile da percepire la presenza della silenziosa ragazza, allontanandosi e salendo su una roccia per poterla osservare. La giovane alzò al cielo lo sguardo, notando quella gigantesca bestia, alta per lo meno due metri, dal folto pelo nero, gli occhi come stiletti di ghiaccio e le zanne sporche di sangue. Strinse i denti, mentre i pugni si chiudevano saldi intorno ai pugnali, l’ira lentamente iniziava a scorrere all’interno delle sue vene.
    -Ti ho finalmente trovato… Fenrir…-
    Sussurrò lei, con un tono cupo, concludendo però con un sorriso sulle labbra. Finalmente poteva gustarsi quell’agognata vendetta che colmava il suo animo da un paio d’anni, il licantropo che cercava da tempo era lì, d’innanzi a lei. Riconobbe l’animale a causa di una vistosa cicatrice a croce sul petto, messa in risalto dal colorito rosa, una vecchia ferita inferta da qualche valoroso guerriero, che aveva tentato di sfidarlo. Il lupo ringhiava affamato e irritato per essere stato disturbato durante il suo pasto. Continuando a mostrare le zanne, si preparò allo scontro più violento che mai avrebbe pensato di affrontare.
    Attimi di profondo silenzio, che si ruppero con il rombo di un tuono, traccia di una tempesta in avvicinamento. Come un segnale, all’udire quel botto, la selvaggia bestia si scagliò fulminea contro la giovine, conficcando però i suoi artigli nella compatta terra umida. La ragazza evitò l’attacco con un semplice balzo all’indietro, per poi scattare appena atterrata, lacerando un fianco della bestia. L’animale, di tutta risposta, le sferrò un poderoso calcio, tanto potente da farla volare di qualche metro, interrompendo la sua sfrenata corsa contro un albero.
    -Te ne pentirai puttana-
    Pronunciò la bestia, ringhiando sempre più e mostrando la sua ira. La ragazza, seppur colpita da un semplice calcio, percepiva un immenso dolore al ventre, tenendosi con ambo le braccia incrociate, mentre il respiro si faceva affannoso. Era la prima volta che s’imbatteva in un licantropo con tanta potenza, era più agile dei comuni lupi, e sembrava avere una resistenza superiore al normale per non emettere nemmeno un grido di dolore, nonostante fosse stato ferito dall’argento.
    Capì che il momento non era ancora giunto, non poteva sconfiggere quella bestia nelle sue attuali condizioni. Rialzatasi, corse immediatamente verso la dimora della nonna, intenta a recuperare l’artiglieria pesante, e combattere con il massimo delle sue forze. L’animale, seppur più veloce di lei, non la inseguì, si limitò semplicemente a seguirne i movimenti con lo sguardo, annotando mentalmente la direzione in cui si stava dirigendo.
    Cappuccetto raggiunse la casetta solitaria, pronta a dirigersi verso la stanza al piano superiore, venendo però fermata da un colpo di tosse sospetto. Arrestò l’avanzata, osservando all’interno del salotto, notando una figura nell’ombra, sulla sedia a dondolo, dove sua nonna solitamente stava seduta. La candela era spenta, e lentamente s’iniziava a udire l’arrivo della pioggia.
    -Tutto bene nonna?- Domandò inquieta.
    -Non preoccuparti, passerà…- Rispose lei, ma con una voce rauca, pesante, tossendo tra le parole.
    -Perché la tua voce sembra così pesante?- Chiese la giovane, incerta.
    -Sarà colpa del malanno- Replicò nuovamente l’anziana, continuando a tossire ad ogni parola detta.
    -E come mai… odori di sangue?-
    -Mi son tagliata mentre preparavo la cena nipote mia-
    Un attimo di silenzio avvolse la stanza, mentre in Cappuccetto molti dubbi cominciavano a girare intorno sulla figura di sua nonna. Sentiva che c’era qualcosa di strano in lei, ma non riusciva a capire cosa. D’improvviso un fulmine cadde nelle vicinanze, illuminando la stanza per una frazione di secondo grazie alla sua luce, che entrò dalla finestra del salotto, coperta da una tenda leggera. La figura della nonna si rivelò massiccia, e qualcosa di folto pendeva sul lato della sedia, chiunque fosse lì, comprese, non era l’anziana donna.
    La ragazza portò velocemente la mano alla cintura, cercando di prendere il pugnale, ma fu troppo lenta. Il licantropo l’assalì, uscendo dall’ombra in tutta la sua magnificenza, afferrando la giovane per il collo e sbattendola con vigore contro la parete della stanza. La presa si faceva sempre più solida, mentre il respiro lentamente andava ad affievolirsi, mentre il lupo la fissava negli occhi, penetrando la sua mente e incutendole timore.
    Non volendo perire, la ragazza sbatté il tacco contro la parete, attivando un meccanismo nascosto, facendo apparire sulla punta della scarpa una lama argentata. Con grande maestria e agilità, sferrò un calcio contro il braccio dell’animale, facendogli lasciare la presa e permettendo a lei di cadere a terra. Cogliendo il nemico di sorpresa, si fiondò su di lui, conficcando violentemente il pugnale all’interno dell’addome del licantropo, provocandogli una ferita profonda.
    Un urlo di dolore da parte della bestia squarciò l’aria, che però non volle arrendersi e colpì con un pugno la giovane avversaria. La ragazza, leggera ed impotente, contro tanta forza, fu scagliata fuori dalla finestra, che si frantumò in tante schegge, mentre il suo corpo lentamente veniva bagnato dalla gelida pioggia. Alzò lo sguardo, notando l’animale che con calma scavalcava il buco nella parete, lasciandosi avvolgere anche lui dalle gocce d’acqua piovana, appesantendo il suo pelo, mentre un fragoroso ululato echeggiò per la foresta.
    Aggressiva come sempre, la giovine si rialzò, prendendo da sotto il mantello un’arma che teneva legata alla schiena. Si trattava di una balestra, caricata con dardi d’argento, rinforzato con giunture metalliche, motivo per cui non si era rotta durante quello scontro violento. La puntò velocemente contro il licantropo, sparando un colpo dopo l’altro, cercando di seguire i movimenti del nemico per intercettarli. L’animale purtroppo era veloce e riusciva a vedere e schivare ogni colpo con semplicità, e con un cambio di direzione continuo, riuscì ad arrivarle vicino per sferrarle il colpo di grazia.
    Il tuono che scoppiò in quell’attimo, coprì le urla di dolore della ragazza, che fu colpita in pieno dall’attacco nemico. Gli artigli le penetrarono le carni, squarciandole il ventre e lasciando scorrere un ingente quantitativo di sangue, mentre un rivolo cremisi le scendeva dalle labbra. Il cappuccio le scivolò sulle spalle, rivelando una bellissima fanciulla dai lunghissimi e lisci capelli castani, e due occhi bui come la notte più oscura. Non riusciva più a urlare dal dolore, la voce era strozzata dalla paura, poiché sembrava ormai tutto finito.
    Nel buio della notte però, nascosta dalle fronde degli alberi, s’intravide una scintilla.
    Dal nulla, apparve un’ascia sul campo di battaglia, con movimento rotatorio, che colpì la bestia alla schiena, impedendogli di uccidere la giovane. Lasciò cadere il corpo della sua preda e dopo un grugnito di dolore, il licantropo si voltò per osservare il responsabile dell’interruzione, e scorse una figura umana, che brandiva nella mano un’altra accetta, mentre sulla schiena portava una grossa ascia da guerra rinforzata.
    -Maledetto bastardo!-
    Urlò furiosa la bestia, ignorando completamente la ragazzina morente. Corse contro l’uomo con tutta la forza che possedeva, lasciandosi controllare come una marionetta dalla sete di sangue e vendetta, ciò che aveva impedito a Cappuccetto di vincere. L’uomo, dai corti capelli castani e la folta barba bruna, rimase immobile e freddo, sorridendo alla bestia e lanciandogli contro l’arma che teneva nella mano. La bestia, com’era prevedibile, la evitò, ma così facendo cadde nell’inganno del cacciatore, che nel frattempo si era avvicinato, ritrovandosi chinato sotto il possente corpo ricoperto di pelo nero. Con un colpo ben assestato, centrò l’animale con l’impugnatura della sua mastodontica arma, provocandogli un dolore inteso e dimostrandogli quanto fosse potente. Il licantropo rispose con un pugno, ma senza spostarlo più di tanto, mentre l’uomo replicò con un montante sotto il muso.
    Nonostante la sua incredibile forza, il taglialegna non poteva uccidere l’animale, perché le sue armi non erano d’argento e non poteva resistere a lungo contro quell’avversario assetato di sangue.
    La ragazza intanto, lentamente si era rialzata, assistendo inespressiva allo scambio di pugni che i due si stavano dando. Fece pressione sulla ferita, e strappandosi il lembo inferiore del mantello fece uno straccio con cui fasciarsi il ventre. Si rimise in piedi con calma, asciugandosi il rivolo di sangue con la manica, mentre con l’altra mano si rialzava il cappuccio, tornando a celarsi nell’ombra come un perfetto sicario. Allargò le braccia verso il basso, fendendo il vento con i pugnali per pulire le argentee lame dalle macchie di sangue che vi erano sopra, e avvicinandosi al licantropo con passi lenti e misurati.
    Si fermò a qualche metro di distanza, scagliando il pugnale e colpendo l’animale sulla scapola, che emise un latrato di dolore. Ciò tolse la sua attenzione dal duello, permettendo al taglialegna di colpirlo con l’ascia gigante al collo. Il sangue schizzò frenetico dall’arteria, però non era una ferita mortale, non per un licantropo. L’animale si voltò, ignorando l’uomo, in modo da vedere la ragazza ancora in piedi, determinata a combattere, con il respiro affannato ma il corpo rigido e concentrato.
    Un secondo colpo d’ascia lo prese alla schiena, costringendolo a chinarsi in avanti, ormai indebolito per tutte le ferite subite. Quando alzò lo sguardo, aveva a pochi centimetri di distanza la giovane, avvolta dal misterioso cappuccio, dando alla sua minuta figura un aspetto spaventoso. L’animale, infatti, aveva lo sguardo completamente stupefatto e impaurito, e per la prima volta si ritrovò paralizzato di fronte ad un avversario, conscio che quelli erano i suoi ultimi momenti di vita.
    La ragazzina prese il pugnale, e con un colpo netto lo ferì alla giugulare, facendo piovere sangue su di sé, tingendo il mantello nero di un rosso scarlatto molto scuro. Con il secondo pugnale lo trafisse al cuore, facendo indietreggiare l’animale, che non riusciva nemmeno ad emettere un lamento di dolore, a causa della gola lacerata. Con un salto, la piccola si lanciò contro il licantropo, e usò i pugnali come degli arpioni per conficcarglieli nel petto e spingerlo. Quando la posizione fu stabile, aprì di colpo le braccia, sventrando l’animale e ricoprendosi di altra linfa vitale cremisi, mentre il licantropo cessava lentamente di tremare per poi rimanere immobile, esanime.
    La ragazza si rialzò, finalmente tutto era concluso.
    Era riuscita a portare a termine la sua vendetta, aveva ucciso il licantropo Fenrir ed era uscita viva da quel terribile scontro, tutto grazie al taglialegna che casualmente si era trovato da quelle parti. La giovane si voltò, lasciando ondeggiare il mantello sotto il gelido vento invernale portato dalla pioggia, poi si fermò e rimase un attimo in silenzio.
    -Grazie buonuomo, senza di te non sarei viva-
    Disse la ragazza, incamminandosi verso un futuro più prospero.
    -Sai…- riprese il taglialegna, attirando la sua attenzione e facendola fermare -… ti dona il cappuccio rosso- conclude l’uomo con un ghigno.
    La giovane replicò a sua volta con un sorriso divertito, prima di allontanarsi da quel luogo pieno di sangue per andare a prendersi il riposo che le spettava.
    Da quel giorno, tutti i licantropi tremarono ogni qual volta che i loro occhi si posarono sulla ragazzina dal cappuccetto rosso.

    Edited by Liberty89 - 19/11/2011, 00:52
     
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    Fuoco crepuscolare che mai si estinguerà

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    Davvero stupenda ù.ù
    Non mi aspettavo il licantropo, ma ci sta benissimo nel contesto. Il taglialegna con la sua ascia gigante è il personaggio migliore ù.ù
    La lettura è stata ottima, veloce e senza intoppi particolari e la storia è fantastica.
    Complimentissimi :3
     
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    LOL! Ma è bellissima!
    Questa cappuccetto dark è millemila volte meglio della bambinetta descritta nella fiaba originale.
    Cappuccetto la Squartatrice XD Mi piace come idea! Bellissime le scene di combattimento *_* E tutto il sangue che schizza, colorandogli il cappuccio di rosso!
    Davvero complimenti per questa storia! Fantastica!!
     
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2 replies since 16/11/2011, 15:09   296 views
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