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Titolo: No Time For Feelin' Sorry
Autore: -M a r s h- (collaborazione con Frenz)
Genere: Tentata Comicità (molto probabilmente mancata)
Rating: Verde
Avvertimenti: One-shot -Slice Of Life-
Note dell'autore: Ok, è abbastanza una scemata. Molto semplice come One-shot, niente di pretenzioso né di eclatante. Un pensierino. Una sciocchezza per augurare alla nostra bella mamma (in ritardo, ma meglio tardi che mai u.u) buon compleanno :3No Time For Feelin’ Sorry
Il lumicino tremolante di una flebile candela, con il suo tenero alone rosso-arancione, si guardava intorno timoroso nelle tenebre più assolute della stanza, proiettando figure sottili e diaboliche, come feroci belve pronte all’assalto. Serrate porte e finestre, era l’unica fonte di luce, assieme allo spiraglio tenue che faceva timidamente capolino da sotto l’entrata.
Incatenato, in trappola. Uno strato di nastro adesivo, di quello marrone per chiudere gli scatoloni, teneva le mani e le caviglie bloccate, e gli impediva di aprire bocca, di parlare, di gridare nella speranza di ricevere soccorso. Poteva solo gemere nel silenzio, inerme di fronte al suo sadico carnefice che non perdeva occasione per torturarlo. Non gli lasciava nemmeno il tempo di riprendere fiato, che subito riprendeva quell’atroce tormento, e subito il corpo tornava a contorcersi nelle pose e nelle posizioni più impensabili e impossibili, nel tentativo di segnalare che ormai era distrutto, che il suo fisico non avrebbe retto oltre, che si sarebbe arreso, che avrebbe implorato pietà. Le mani del suo aguzzino scorrevano rapide e minacciose sul piccolo corpo, teso per l’ansia, il panico e per la fatica. Un tocco malvagio, possessivo, in un certo senso languido, che lo stava privando di tutte le sue forze, di tutta la sua energia. Lo stava sfinendo.
Aprì nuovamente, lentamente, gli occhi celesti come il cielo primaverile sgombro da nuvole mentre i suoi lineamenti si piegavano in un’espressione disfatta, esausta. Quasi con un moto di misericordia, il persecutore si allontanò di pochi centimetri da sopra la sua vittima, fissandola con un certo astio. Non vedeva odio, più un desiderio di irrefrenabile vendetta.
La povera preda, semi-accasciata su un fianco, con il respiro accelerato e la debolezza sulla pelle, tentò di mettersi in ginocchio, di raddrizzarsi per poter affrontare meglio chi gli stava di fronte. Con un pensiero fulmineo – forse fatale, forse determinante-, nel tentativo di salvare almeno quella poca dignità che gli rimaneva, dato che ormai gli abiti erano stati rimossi o, alla meno peggio, aperti, slacciati, sbottonati dai gesti esperti del suo carceriere, gli ordinò quasi imperiosamente di chinarsi in avanti, con il capo basso, di emettere un gemito in segno di resa.
L’altro gli strappò il nastro adesivo con violenza, facendogli voltare il capo dall’altra parte. Già cominciava a comparire il segno rosso lasciatogli dalla colla e dalla brutalità del gesto.
-Perdono! Pietà! Misericordia! Chiedo venia!- supplicò il biondo trovandosi di fronte due iridi accese di un arrogante verde brillante.
-Dove sono le mie ciambelle? Parla Roxas, o nessuno potrà toglierti un altro quarto d’ora di solletico!-
-Te l’ho detto, le ha prese Demyx!-
Axel lasciò che una smorfia inclinasse le labbra sottili. Dopo pochi secondi ritornò sul corpo esile della Chiave del Destino, in quella situazione ormai da un’ora, per riprendere, subito dopo, a torturarlo. Le mani del rosso iniziarono nuovamente a scorrere fameliche sul corpo latteo del Keyblader, e stavolta la sua risata forzata proruppe senza limitazioni, non c’era più il nastro marrone a soffocarla. Si contorse su se stesso nel tentativo di fuggire, cercando di liberarsi dalla presa dell’altro, ma ogni movimento risultava inutile perchè indebolito dal tocco letale del rosso.
-Va bene, va bene! Le ho finite io, le ho mangiate io...- ammise dopo qualche minuto, con la voce spezzata e il fiato corto, sfinito.
Axel, soddisfatto, sorrise diabolico, mantenendo la posizione di dominatore.
-Perchè... quel ghigno?- chiese il biondo deglutendo sonoramente, più che convinto che i suoi guai non fossero terminati lì, che il perdono non fosse così facile da guadagnare.
-Perchè questo tipo ti punizione non è sufficiente...- borbottò portandosi una mano al mento, con fare pensieroso. Poi, l’illuminazione.
Prese il nastro adesivo e fece con quello un altro paio di giri intorno ai polsi e alle caviglie del biondo, che, più che mai terrorizzato, immaginava già cosa avrebbe dovuto fare.
-No, aspetta Axel, tutto ma non quello...! Te le ricompro le ciambelle, te le faccio io, ti...!-
-Xaldin!- chiamò il rosso a gran voce, superando i sussurri flebili del giovane condannato al patibolo.- Ho trovato qualcuno disposto a immergersi nella giungla che hai sulle gambe!-
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Cioè, allora... piccola mia, non puoi illudere la tua mamma per quasi più della metà della shot ù.ù Eh no, sono andata anche a controllare bene gli avvertimenti e il rating xD Mi stavo già facendo certi film ç__ç peccato ç___ç
Molto carina e divertente piccola, davvero :3 L'ultima frase, però mi lascia perplessa O.o E' proprio il caso di dirlo... "Cos'avrà voluto dire?!" xD
Grazie del regalo piccola, l'ho apprezzato molto ^^ *abbraFFa*. -
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Diciamo che c'è del nastro adesivo marrone che funge da ceretta, Xaldin che... è un orso e Roxas che poveretto deve farsi perdonare XD Credo sia più che sufficiente a chiarire la situazione XD
Di niente stellina :3
Felice che ti sia piaciuta <3. -
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OMG! Riguardo alla frase finale... ma non è Xaldin ora uccide Axel perché ha criticato le sue gambe da scimmione? XD
Troppo divertente questa storia, davvero! All'inizio ho pensato davvero male u.u Pensavo che Axel stesse facendo qualcosa di hot con Roxy senza il suo consenso... proprio non mi immaginavo che gli stesse facendo il solletico XD
Però se l'è meritato Roxy: nonn avrebbe dovuto prendere le ciambelle di Axel u.u
Storia davvero molto bella =D Complimenti!!.
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