Unexpected appeal

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    Fuoco crepuscolare che mai si estinguerà

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    Titolo: Unexpected appeal
    Autore: Liberty89
    Genere: romatinco, comico
    Rating: giallo (a causa degli insulti che volano dall'inizio alla fine)
    Fandom: GDR
    Paring: ZeroxAlex
    Personaggi: Zero (un cyborg); Alex Mockushin (un mezzodemone)
    Avvertimenti: shonen-ai, OOC (lieve), one-shot
    Note dell'autore: Allora, questa fic ha per protagonisti due Pg del GDR in cui ruolo. Zero e Alex (leggermente OOC) non si possono neanche vedere perché si detestano, ma io insieme ce li vedo benissimo *-* Spero che possa piacervi ^^


    .:[ Unexpected appeal ]:.


    Mettendo un passo avanti all'altro, camminava lentamente e con poca voglia per una delle tante vie di Rigmont City, sotto il sole cocente del primo pomeriggio. Con la solita aria apatica e indifferente, il mezzo-demone dai corti capelli argentati si era ritrovato a vagare per il caotico e affollato centro abitato alla ricerca di un nuovo incarico per la sua professione di mercenario.
    -Ma quando mai mi è venuta l'idea di venire in questa città?!- si lamentò con se stesso, mettendosi le mani in tasca. -Quanto casino inutile! Bah, me ne andrò da un'altra parte a cercare lavoro.- disse seccato, facendo immediatamente dietro front per tornare da dove era venuto.
    Con gli occhi socchiusi, com'era solito fare, si mosse per incamminarsi, ma non fece nemmeno in tempo ad accorgersene che sbatté il naso contro una fredda e resistente superficie, che al tatto gli parve metallica.
    -Maledizione!- urlò, portandosi la mancina al viso latteo. -Guarda dove accidenti…- s'interruppe, riconoscendo chi aveva di fronte.
    -Ci incontriamo ancora Alex Mockushin.- intervenne la voce del tale.
    -Zero…- mugugnò, massaggiandosi la parte lesa. -Dannata lattina, è mai possibile che ti trovi ovunque vada?!-
    -Ed è incredibile che tu sia sempre così di cattivo umore.- rispose il cyborg, notando il rivolo di sangue scuro colare dal volto dell'altro e senza proferire verbo, lo prese per il polso destro, trascinandolo fuori dalla folla.
    -Dove diamine mi stai trascinando, lattina?- domandò nervoso il mezzo-demone, cercando di liberarsi dalla stretta, la quale non accennava ad allentarsi. Nonostante la pelle del cappotto, l'argenteo poteva chiaramente sentire l'abissale differenza di temperatura tra le dita d'acciaio di Zero e il calore del suo braccio. Quel contatto ebbe il potere di fargli scorrere un brivido lungo la schiena, facendogli provare qualcosa che non aveva mai sentito.
    Quando si fermarono di colpo, in uno stretto vicolo chiuso, protetti dall'ombra di una coppia di alti grattacieli, Alex ritrasse immediatamente l'arto non appena fu libero dalla ferrea morsa dell'automa e si dedicò al suo naso ancora sanguinante. Tolse la mano e osservò con frustrazione crescente il denso liquido scarlatto insozzargli il palmo candido e lo sentì cadere al suolo cementato goccia dopo goccia.
    -Guarda qua che casino!- esclamò irato, stringendo gli occhi per una piccola fitta di dolore.
    Quando li riaprì, le sue iridi si specchiarono nell'unica posseduta dal cyborg, che si trovava ad una distanza fin troppo breve per i suoi gusti. La fissò per qualche istante, perdendosi nel brillio cremisi di quel congegno che l'altro usava per osservare tutto ciò che lo circondava e raccogliere informazioni. Si riscosse da quell'incantesimo solamente quando avvertì il gelido ma lieve tocco delle dita d'acciaio, ma non si ritrasse. Non capì nemmeno lui il perché, ma rimase immobile e trattenne il respiro sotto il lento esame del robot.
    -Cosa… stai facendo?- chiese attirando il suo sguardo.
    -Il sangue sembra essersi fermato, ma temo che tu ti sia rotto qualcosa.- rispose semplicemente Zero, allontanando le dita.
    -Devo essere io a ricordarti che sei fatto di chissà quale metallo?!- esplose il mezzo-demone, scacciando il turbinio di pensieri e sensazioni che poco prima l'avevano attirato nelle loro spire.
    -Non era mia intenzione farti del male…- replicò il cyborg. -Però anche tu potevi prestare più attenzione.-
    -Quindi è colpa mia?!-
    -Mia no di certo moccioso.-
    -Come sarebbe a dire?! Che diavolo ci facevi alle mie spalle, così vicino da farmi sbattere la faccia su di te?!-
    Alex sbuffò irritato di fronte al silenzio dell'automa, mentre le sue pupille si allungavano come quelle dei gatti, segnalando la sua ira. Resistette, però, all'impulso di avventarsi su di lui e lo sorpassò, addentrandosi nel buio del vicolo cieco per appoggiarsi al muro che si trovava alla sua sinistra, mentre cercava di pulirsi il viso con la manica della giacca.
    -Ti ho riconosciuto da lontano e volevo salutarti, ma tu ti sei voltato all'improvviso.- spiegò l'androide senza girarsi. -Ti sembra così strano?-
    Il mezzo-demone gelò sul posto.
    Quella spiegazione gli sembrava tanto assurda quanto fattibile, poiché l'ultima volta che avevano avuto modo di incontrarsi erano giunti a una sorta di tregua ed erano riusciti a presentarsi per bene, dato che fino a quel momento si erano chiamati vicendevolmente con il primo epiteto che gli passava per il cervello. Tuttavia era anche vero che una certa ostilità tra loro permeava come un velo di foschia, che a tratti s'infittiva divenendo una spessa coltre di nebbia. Inoltre, da quel che aveva potuto capire sul carattere del cyborg, non era di certo il tipo che socializzava, anzi, come lui somigliava più a un lupo solitario.
    Quando riemerse dalle sue riflessioni, sussultò emettendo una specie di ringhio a causa della rinnovata vicinanza dell'altro e nuovamente le sue pupille si assottigliarono, avvertendo l'altro del suo disappunto, il quale però non durò più di una manciata di secondi. Difatti, esso crollò come un castello di fragili carte abbattuto dal vento, quando il robot gli posò le mani sulle spalle e si abbassò per ritrovarsi faccia a faccia col mezzo-demone, spingendolo ancora di più verso la parete.
    -Vista la piccola tregua che abbiamo raggiunto l'ultima volta, mi è sembrato logico avvicinarmi per salutarti. Dimmi Alex Mockushin, è forse sbagliato ciò che avevo intenzione di fare? - disse l'androide, mentre con il suo occhio studiava le reazioni del giovane.
    Vide le sue pallide gote tingersi di un delicato rosa e con i suoi sensori percepì il tocco dei suoi rapidi e caldi respiri. Da parte sua, l'argenteo si rese conto di essere caduto ancora nella rete di quelle che per lui erano sensazioni assurde o quanto meno poco probabili data la situazione e il soggetto che ne era la causa.
    Si rese conto di dovergli dare almeno una risposta, quando avvertì la stretta sulle sue spalle farsi più serrata e mai come in quel momento si era sentito alla mercé di qualcun altro.
    -Ecco…- farfugliò. -No, suppongo di no.- disse tutto d'un fiato, mentre le sue guance tornavano a pizzicare e al basso ventre si faceva sentire una reazione che lo mandò completamente in tilt, quando un freddo ginocchio del cyborg s'insinuò involontariamente tra le sue gambe.
    Quel lieve pizzicore che avvertiva alle gote, si trasformò immediatamente in un rogo e pensò di non aver mai sentito tanto caldo in vita sua, nemmeno quando viveva nel deserto. Strinse i denti e serrò gli occhi, ma la voce dell'androide lo richiamò alla realtà.
    -Ehi…-
    -Cosa?-
    -Hai le guance rosse.- rispose l'automa. -Se le informazioni che ho raccolto sono corrette, hai la febbre.-
    Il mezzo-demone sbatté le palpebre un paio di volte prima di esplodere. -Non dire scemenze lattina! Io sto benissimo!-
    Zero si sollevò in silenzio, lasciando la presa sulle spalle dell'altro, dopodiché si girò verso l'uscita del vicolo. -Allora me ne vado. Alla prossima Alex Mockushin.-
    Accennò appena un saluto col braccio destro, poi s'incamminò e in pochi istanti, la sua figura s'immerse nel fiume di persone che affollavano nella strada illuminata dal sole delle calde ore pomeridiane.
    L'argenteo non riuscì a proferire a sua volta un saluto, poiché era rimasto immobile a guardarlo mentre si allontanava e il suo corpo metallico veniva sommerso dai raggi solari, come un'onda marina che travolge uno scoglio. Scosse la testa, facendo danzare le corte ciocche argentee e appoggiò i palmi alla parete per darsi la spinta e rimettersi in piedi, ma una scossa di dolore lo costrinse a restare dove si trovava ed a portare disperatamente lo sguardo verso il cavallo dei propri pantaloni.
    -Maledetta lattina!!!-
    L'urlo di Alex Mockushin e la successiva minaccia che narrava di una batteria di pentole, si diffuse come un'eco, ma nel contempo si perse nel roboante chiacchiericcio dell'allegra Rigmont City.




    Doveva finire in un altro modo a dir la verità, ma devo dire che sono soddisfatta lo stesso ^^ Mi è piaciuto scrivere questa fic e spero di poterne scrivere altre in futuro con questi personaggi che ormai sono diventati i miei soggetti preferiti u.u perciò aspettatevi di tutto, sempre che i proprietari mi diano il consenso XD Alla prossima!
    See ya!

    Edited by Liberty89 - 2/3/2011, 22:21
     
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    Come detto la prima volta: stupendo ù.ù
    Scritto in modo divino, anche se avrei preferito vedere più roba piccante, spero ci sia nella seconda ù.ù
    Alex si, è stato OOC, mentre Zero non molto, freddo e logico come sempre. Migliora il carattere di Alex: lui non è incazzoso, è apatico, diverso la cosa ù.ù
    Tranquilla per il consenso dei due: Napoli è sempre d'accordo e Alex non conta nulla bwahahahaha ù.ù
    Attendo il prossimo.
     
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    Grazie Seppy-san u.u
    Non temere che nella seconda ci saranno tutte le scene piccanti che vuoi xD
     
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    LOL! Questo Alex mi sta troppo simpatico =D Poveretto che si è fatto male al naso ç_ç
    Mentre Zero è strano come personaggio XD
    Per me son personaggi nuovi, visto che non conosco il GDR.
    Comunque, la storia è molto bella e si legge con piacere!
     
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3 replies since 2/3/2011, 21:48   593 views
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