Posts written by darkroxas92

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    Cover68
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    Da quando Harry e gli altri erano tornati a Magnolia, non era successo molto.
    Lupin aveva declinato l’offerta di Makarov di unirsi alla Gilda, dicendo che prima voleva viaggiare un po’. Inoltre voleva essere sicuro che la sua maledizione fosse inefficace anche a Fiore grazie alla benda creata da Ginny. Così, dopo solo una settimana dal suo arrivo, si allontanò. 
    Allo stesso modo anche Sirius, poco dopo la partenza di Remus, decise di prendere una missione della durata di qualche settimana con la scusa di dover riprendere la mano nell’uso della magia. “Inoltre, da quel che ho capito qui si può scendere alle mani e usare la magia liberamente, no? Non posso di certo starmene per sempre seduto!” 
    Dopo quasi un mese, Makarov fece un annuncio alla Gilda. 
    “Come sapete, tra due giorni si svolgerà la Festa del Raccolto di Magnolia. E come tradizione, Fairy Tail avrà il compito di entusiasmare i suoi concittadini con la sua parata.” 
    “Davvero?” Fece Fred. “Noi non l’abbiamo mai vista prima questa festa.” 
    “Sfortunatamente, gli ultimi due anni siamo sempre stati impegnati in missioni… non totalmente volontarie, che ci hanno tenuto alla larga da Magnolia.” Spiegò Erza. “Quest’anno sembra siamo abbastanza fortunati da potervi partecipare.” 
    “Infatti. Per questo ho deciso che quest’anno, oltre alla parata, faremo anche uno spettacolo di magia. Ognuno è libero di partecipare, a condizione ovviamente di non ferire nessuno.” 
    “Tsk. Sarà una noia allora.” Si lamentò Gajil, sbuffando. 
    “Juvia spera sarà una possibilità per uscire…” Disse la maga dell’acqua, gettando uno sguardo a Gray, che tuttavia non se ne rese nemmeno conto. 
    “Sembra interessante.” Commentò Neville. 
    “Già! Sono sicuro che a Hermione dispiacerà un sacco scoprire che si è persa questa possibilità.” Fece Ron. 
    “Non sarà l’unica.” Disse Natsu. “Anche Harry sarà assente. È appena partito per una missione, anche se non ci ha voluto dire quale.” 
    “Sai com’è, odia stare sotto i riflettori.” Fece Erza, girando lo sguardo verso l’entrata della Gilda. 

    Harry sospirò mentre attraversava le vie di Magnolia. 
    “Speriamo bene…” Borbottò tra sé e sé. 
    “Aspetta cara, non andare così veloce!” Sentì dire mentre un’anziana signora dai lisci e lunghi capelli bianchi lo superava con un bastone da passeggio in mano, che sembrava inutile vista la velocità della sua proprietaria, seguita a pochi metri di distanza da un uomo con ormai pochi capelli neri sulla testa, che doveva essere suo marito. 
    La coppia di anziani proseguì per qualche passo, per poi fermarsi e voltarsi indietro, guardando Harry, che si fermò a sua volta. 
    “Tu sei di Fairy Tail, vero?” Chiese la donna, avvicinandosi e guardando la sua fronte. “Che fortuna! Speravo proprio di imbattermi in qualcuno della Gilda! Puoi darci una mano, vero?” 
    Harry sbatté le palpebre, leggermente sorpreso dalla vitalità della signora, ma annuì. “Certo, se posso sarò felice di aiutarvi. Anche se temo di non potervi accompagnare da nessuna parte… sto partendo per una missione.” 
    “Oh, no, no, tranquillo.” Fece il marito, raggiungendoli. “Vedi, veniamo da un piccolo villaggio ai confini di Fiore. Abbiamo sentito che in occasione della Festa del Raccolto di Magnolia, Fairy Tail fa sempre una grande parata, e così quest’anno abbiamo deciso di venire a vederla. Sai dirci quando ci sarà?” 
    Harry annuì. “La festa sarà tra due giorni, e la parata si svolgerà di sera.” Rispose. “Se cercate un posto dove stare, in fondo a questa via troverete una locanda non troppo cara. La proprietaria è molto gentile, e se le dite che vi manda Majutsu probabilmente vi farà anche uno sconto.” 
    “Oh, no, non potremmo mai mentire.” Fece la signora, sorridendo. “Sfortunatamente non abbiamo mai incontrato dal vivo Majutsu, e sarebbe scortese nei suoi confronti sfruttarlo così.” 
    Il moro ridacchiò. “Oh, non credo proprio di potermela prendere per così poco. Non credevo di fare tanta paura alle persone.” 
    Harry si aspettò un piccolo salto di sorpresa da parte dell’anziana coppia, ma con sua sorpresa i due si limitarono a guardarlo. 
    “Cielo! Abbiamo parlato con una celebrità e non lo sapevamo neppure.” Ridacchiò l’uomo, portandosi una mano dietro la testa in imbarazzo. “Ti chiediamo scusa.” 
    “Tranquilli. Per me è sempre un piacere aiutare chi ne ha bisogno.” 
    “Caro, credo sia meglio lasciare andare Harry. Gli abbiamo già portato via tempo prezioso.” Disse la donna. “Speriamo di rivederti presto. E grazie per le informazioni.” 
    “Non c’è di che.” 
    La coppia si inchinò leggermente per ringraziarlo, poi si girarono e s’incamminarono. 
    Majutsu sorrise, per poi avviarsi, mentre il sorriso sul suo volto scomparve, lasciando spazio a un’espressione vuota. A sua insaputa, la coppia si era voltata nuovamente a guardarlo, restando fermi nel vederlo allontanarsi. 
    “Ha proprio dei bei capelli.” Commentò divertita la signora guardando il marito, che sbuffò. 
    “Non è colpa mia se non esiste una magia in grado di curare le calvizie.” Replicò. “E poi credevo che non t’importasse troppo.” 
    “Ma se sono stati proprio i tuoi capelli a far sì che ti notassi. Era impossibile restare immuni al loro fascino.” 
    “Potrei offendermi, sai?” Disse. “Sono affascinante anche adesso!” 
    I due si guardarono negli occhi, per poi scoppiare a ridere nello stesso momento. 
    “Oh, Char, non cambi proprio mai, eh?” 
    “Certo che no! Fiero di essere rimasto lo stesso in tutta la mia vita!” 


    Due giorni dopo tutti i maghi di Fairy Tail rimasti a Magnolia si riunirono all’interno della Gilda, dove era stato montato un piccolo palco. 
    Oltre ai membri si erano uniti anche diversi cittadini, e a presentare l’evento c’era un piccolo uomo vestito elegantemente con un enorme papillon. 
    “Signore e signori, benvenuti allo spettacolo di magia offerto da Fairy Tail!” Urlò in un microfono magico, che fece risuonare la sua voce dentro tutto l’edificio senza alcuno sforzo da parte sua. 
    Dopo aver detto ciò mosse in avanti la mano libera, creando dal nulla della sabbia, che fece un giro attorno a lui. “A presentare l’evento sarò io, Max, mago della sabbia!” 
    “Beh… Bill potrebbe chiedergli di lavorare con lui.” Commentò Fred, sorridendo. “Visto che lavora in Egitto, di certo un mago in grado di controllare la sabbia gli sarebbe utile non poco.” 
    “Prima di procedere con la classica parata di Fairy Tail, Phantasia, i maghi della nostra città si esibiranno in questo spettacolo!” 
    Immediatamente si alzò una serie di urla entusiaste da parte del pubblico. 
    “E come ogni spettacolo che si rispetti, iniziamo con le ragazze!” 
    Dette quelle parole, sul palco apparve una nuvola di fumo, che una volta dissipata rivelò tutti i membri femminili della Gilda, comprese le ultime arrivate, ovvero un’imbarazzata Ginny e una tranquilla Luna, che esibiva un paio di occhiali con sopra dei ghirigori a forma di farfalle. 
    “Una ad una ci mostreranno la loro magia, facendo del loro meglio per divertirci!” Urlò ancora Max, per poi indicare con la mano Mirajane, che era la prima. 
    “Sembra che abbiate dimenticato uno dei membri.” Fece una voce, che risuonò nell’aria. 
    Poggiando delicatamente i piedi sugli scalini del palco, Evergreen fece la sua entrata in scena, aprendo un ventaglio e mettendolo davanti al volto, sorridendo. “Inoltre, questo spettacolo è inutile. L’unica vera Fata sono io. La più bella sono io. La migliore sono io. Sì… io sono tutto.” Continuando a sorridere, guardò gli spettatori, che la fissavano increduli. “E infine… sono anche la vincitrice. Io, la grandiosa Evergreen!” 
    “E quella chi è?” Domandò Neville, guardando Natsu e Gray, che stavano fissando la ragazza con preoccupazione, come anche il Master e le altre ragazze sul palco, con l’esclusione delle due new entry. 
    “È Evergreen…” Rispose Happy, che aveva deciso di mantenere il suo aspetto umano. “Una dei compagni di Luxus…” 
    “Come mai sei in ritardo?” Chiese Luna, guardandola. “Se volevi partecipare bastava arrivare un po’ prima. Inoltre, non c’è alcun vincitore qui.” 
    Evergreen abbassò il ventaglio, per poi togliersi gli occhiali e guardare le altre ragazze. “Silenzio, mocciosa.” 
    Immediatamente tutte quante si trasformarono in pietra, con la sola eccezione di Luna. 
    “Ginny!” Urlarono subito i fratelli Weasley, mentre la nuova Medusa si rimetteva gli occhiali. 
    “Strano.” Osservò, fissando Luna, i cui occhi erano ancora nascosti dai suoi occhiali. “Di solito non ho problemi a pietrificare persone che indossano gli occhiali.” 
    Max non perse tempo, creando subito con la sabbia una freccia che indicava l’uscita. “Presto! Scappate tutti!” Ordinò ai cittadini, che obbedirono lasciando soli i maghi di Fairy Tail. 
    “Che cos’hai intenzione di fare?!” Esclamò irato Makarov. “Vuoi rovinare il festival?!” 
    “In un festival bisogna divertirsi, no?” 
    “Riportale subito come prima!” Gridò Neville, evocando subito la sua spada. 
    Ma prima che uno di loro potesse fare qualcosa, un fulmine colpì il palco, impedendo per qualche secondo di vedere. 
    Quando la luce tornò normale, sul palco, davanti alle ragazze, oltre ad Evergreen erano apparse altre quattro figure. 
    “Ehilà, pezzenti di Fairy Tail.” Salutò Luxus divertito, mentre dietro di lui Fried e Bixlow guardavano con superiorità i loro colleghi di Gilda. 
    Ma quello che tutti guardavano increduli era il ragazzo a fianco di Luxus. 
    Majutsu fissò tutti quanti con indifferenza, ignorando le ragazze pietrificate dietro di lui. 
    “H-Harry?!” Esclamò Ron. “C-Che cosa significa questo? P-Perché non stai facendo nulla per fermarli?” 
    “Mi sembra ovvio, ragazzo.” Rispose Luxus. “Majutsu è dalla nostra parte. Dopotutto, è uno dei membri più forti assieme a noi.” 
    “E che cos’avete intenzione di fare ora?” Chiese Luna, superando il quintetto e saltando giù dal palco, affiancando il Master, che fissava con rabbia il nipote. 
    “Vogliamo far iniziare la vera festa.” Rispose lui. “E che ne dite di cominciare con un gioco?” 
    Dicendo ciò alzò una mano verso l’alto, schioccando le dita e facendo cadere un fulmine, che sfiorò per pochi centimetri il corpo pietrificato di Lucy. 
    “Smettila!” Ordinò Makarov. 
    “Prendiamo in ostaggio queste ragazze.” Continuò Luxus. “Se infrangerete le regole, le farò a pezzi una per una.” 
    “Non osare!” Urlarono assieme i gemelli. 
    “Majutsu mi ha detto che vi piace divertirvi. Allora partecipate al nostro gioco.” 
    “Harry…” Fece Neville, stringendo con maggiore forza l’elsa della spada. “Davvero sei d’accordo con tutto questo?! Rispondimi!” 
    Il moro sospirò, per poi fare un passo avanti. “Concordo con Luxus che solo i più forti meritano di far parte di Fairy Tail.” Rispose. “Per questo ho accettato il suo piano. Entro stasera, lui sarà il nuovo Master di Fairy Tail.” 
    “In pratica, ora vogliamo stabilire chi è il più forte di Fairy Tail.” Disse Fried. 
    “Ecco le regole del nostro gioco.” Fece Evergreen, per poi lasciar parlare Bixlow. 
    “Vince chi resiste fino alla fine.” Spiegò in maniera semplice lui. 
    “Questa… è la battaglia di Fairy Tail!” Gridò Luxus sorridendo. 
    Sorriso che non scomparve nemmeno dopo che Natsu sbatté un piede infuocato a terra, guardandoli con pura rabbia. 
    “Come osate?!” Urlò, saltando contro Luxus, solo per venire preso in pieno da un fulmine, che lo lasciò a terra fumante e privo di sensi. 
    “Natsu!” Chiamarono subito tutti quanti, con l’eccezione di Gajil, che rimase a fissare serio il nipote di Makarov. 
    “Ovviamente, c’è un modo per salvare le ragazze.” Fece Harry, dando loro le spalle. “Dovete provare a batterci.” 
    “Noi siamo solo cinque, voi quasi cento.” Aggiunse Bixlow, divertito. “Non dovrebbe essere difficile, no?” 
    “Tuttavia… avete solo tre ore di tempo.” Precisò Evergreen. “Dopodiché… le ragazze si sbricioleranno.” 
    “È un gioco molto pesante.” Commentò Luna, seria. “E tutto questo solo perché volete dimostrare di essere i più forti?” 
    “Proprio così, Luna.” Replicò Majutsu. “Magnolia sarà il campo di battaglia. Abbiamo già provveduto a mettere al sicuro tutti gli abitanti, con la scusa delle prove di Phantasia.” 
    “Una precauzione per la quale Majutsu ha insistito.” Disse Luxus. “Ma giustamente mi ha fatto notare che se dovessimo danneggiare degli innocenti, il nuovo Consiglio potrebbe anche chiudere la Gilda. E non vogliamo che succeda.” 
    “Tu… Tutto quello che ci hai detto finora… Allora non ci credevi?!” Urlò Neville a Harry, che continuò a dargli le spalle. “Erza… Come hai potuto fare questo a Erza?! E a Ginny, Lucy e tutte le altre?!” 
    “Sto facendo ciò che reputo giusto.” 
    Sentendo ciò Neville perse definitivamente la pazienza e si scaglio contro di lui, solo per essere costretto a fermarsi quando un fulmine colpì nuovamente il palco. 
    Quando la luce scomparve, non c’era più alcuna traccia di Luxus e degli altri. 
    “La battaglia di Fairy Tail è iniziata!” Risuonò la sua voce. 
    Immediatamente, la maggior parte dei membri uscì di corsa dall’edificio, con Elfman in testa. 
    Solo il gruppo di Hogwarts, il Master e Gajil restarono indietro. 
    “Dannato moccioso… Tra tutti i giorni, proprio oggi…” Fece Makarov, per poi lanciarsi all’inseguimento. 
    Ma con sorpresa di tutti, andò a sbattere contro una parete invisibile proprio in prossimità dell’uscita. 
    “E ora che cosa succede?” Domandò Ron, raggiungendolo e provando a toccare la barriera, solo per passarci attraverso. 
    “Questa è opera di Fried.” Sbottò Gray. “È uno specialista con le rune… E con esse può creare regole inviolabili.” 
    A conferma delle sue parole, sopra l’ingresso apparvero dei caratteri magici. 
    “Che cosa dicono?” Chiese subito George. 
    “Persone o statue di più di ottant’anni non possono superare questo muro.” Lesse Luna, guadagnandosi gli sguardi sorpresi di tutti. “Ho studiato le rune grazie a un libro preso in prestito la scorsa estate. Mi sembrava una lingua interessante…” 
    “Beh… direi che non abbiamo molta scelta…” Borbottò Natsu, rialzandosi. 
    “Ben detto!” Esclamarono assieme i gemelli. “Inoltre, dobbiamo far rinsavire Harry! Dev’essergli per forza successo qualcosa! Non si comporterebbe mai così!” 
    “Non c’è altra soluzione! Presto, andate a cercarli! Sono nascosti da qualche parte in città!” Ordinò Makarov. 
    “Sì!!!” Urlarono tutti per poi lanciarsi verso l’uscita, con l’esclusione di Luna e Gajil. 
    Ma di nuovo la parete fermò uno di loro. Per la precisione Natsu, che andò a schiantarsi contro il muro invisibile, facendo fermare gli altri oltre la barriera. 
    “Eh?!” Fece incredulo Happy. “Ma cosa… Natsu, non mi hai mai detto di essere vecchio di ottant’anni o di essere di pietra!” 
    “Io non lo fono…” Biascicò lui, ancora schiacciato contro il muro. 
    “Come mai voi non ci provate neppure?” Chiese Ron a Gajil e Luna. 
    “Ho provato a uscire prima di tutti gli altri.” Rispose il Dragon Slayer. “E proprio come Salamander, mi sono ritrovato impossibilitato a lasciare la Gilda.” 
    “Io invece sarei inutile là fuori.” Disse Luna. “La mia magia consiste nell’evocare le fate… e mi hanno detto che sono tutte esseri centenari. Rischierei di ritrovarmi con la magia bloccata qui dentro.” 
    “E in questo momento è meglio non rischiare…” Concordò il Master, per poi voltarsi verso il bancone del bar, dietro il quale era in bella vista uno specchio. “Allora direi che è il caso di rivolgerci a qualcuno di esterno… Levy è l’unica oltre a Fried a comprendere le rune, ma c’è anche un’altra persona che potrebbe aiutarci.” 
    “Hermione!” Esclamarono tutti quanti. 
    “Ma certo! Lei aveva studiato qualcosa sulle rune proprio da Levy!” Disse Gray. 
    “Inoltre, ha studiato anche Antiche Rune a Hogwarts. Senza contare la sua magia!” 


    Hermione si lasciò cadere a terra, facendo profondi respiri. 
    Si era addentrata in una foresta approfittando di una giornata in cui i suoi l’avevano lasciata sola in hotel per andare a visitare una città vicina. Uscita alla quale aveva gentilmente detto di no. 
    Da quando era arrivata in Francia aveva scoperto un paio di cose interessanti: la prima era il fatto che fosse perfettamente in grado di comprendere il francese, probabilmente per merito del marchio di Fairy Tail. Aveva sentito la scorsa estate che a Fiore non c’erano problemi linguistici grazie a un incantesimo di traduzione. Ad ogni modo non poteva lamentarsi, almeno era in grado di comunicare senza problemi. 
    L’altra notizia era la differenza di leggi magiche: in Francia infatti aveva scoperto che era permesso esercitare la magia anche al di fuori delle scuole, sempre a condizione di non essere visti dai Babbani. E a essere onesti, Hermione preferiva un simile compromesso rispetto al rigido protocollo inglese. 
    Ed era proprio grazie a ciò che ora si trovava a terra senza fiato: aveva passato l’intero pomeriggio a esercitarsi con la sua magia, nella speranza di scoprire qualche altra capacità in grado di aiutarla a combattere con gli altri. 
    “Di… nuovo…” Ansimò, rialzandosi e facendo apparire di nuovo lo schermo magico, sul quale cominciò a digitare velocemente una sequenza di codici decifrabili solo a lei. 
    Mentre continuava a scrivere, di fronte a lei cominciò a prendere forma qualcosa, ma durò solo pochi secondi prima di disgregarsi nel nulla, vanificando il suo lavoro. 
    “Perché non funziona?” Borbottò, ricontrollando il testo scritto. “Eppure non dovrebbero esserci errori…” 
    “Hermione!” 
    La ragazza saltò per la sorpresa, facendo subito scomparire la sua magia e guardandosi intorno. 
    “Chi-” 
    “Hermione! Riesci a sentirmi?!” 
    La maga si voltò verso la sua borsa, poggiata poco lontana, per poi correre subito a prenderla, tirando fuori lo specchio che Harry le aveva dato all’inizio delle vacanze, che ora mostrava il volto preoccupato di Makarov. 
    “Master!” Esclamò. “Che cosa succede?” 
    “Temo siamo nei guai… E mi dispiace disturbarti durante la tua vacanza, ma sei l’unica a cui possiamo rivolgerci ora.” 
    Hermione si fece seria. “Dimmi tutto.” 
    Nei minuti successivi la ragazza restò ad ascoltare in silenzio ciò che era successo durante la festa, faticando a credere alle proprie orecchie. 
    “Harry… ha davvero attaccato gli altri?” 
    “A questo ci penseremo dopo. Ora, pensi di poter fare qualcosa per le ragazze?” 
    “Non ne sono sicura… se fossi presente di persona avrei già più possibilità, ma così… Prova a mostrarmi una di loro da vicino.” 
    Il Master annuì, per poi avvicinarsi subito a Erza. Hermione attivò immediatamente la sua magia, creando la copia olografica dell’amica pietrificata e leggendo i dati che apparivano. 
    “Temo di poter fare ben poco…” Mormorò, mordendosi un labbro. “Evergreen è fin troppo abile nella sua magia. Si può sciogliere l’incantesimo solo se è lei a volerlo o se non è più in grado di tenerlo attivo.” 
    “In poche parole dobbiamo metterla fuori gioco, giusto?” Semplificò Natsu, facendosi avanti. “Che rabbia! Gli altri sono andati tutti quanti, mentre io sono bloccato qui!” 
    “Ci sono anch’io, aye!” Sentì dire dalla voce di Happy. 
    “Mostratemi quelle rune.” Fece Hermione. “Non sono ai livelli di Levy, ma posso tentare di crearne di nuove che permettano di passare oltre a quelle attuali.” 
    “Allora provaci.” Disse Makarov, girando lo specchio verso le scritte in aria, che la ragazza copiò subito con la sua magia, creando un secondo schermo che tenne in disparte. 
    “Farò del mio meglio. Vi farò sapere se riesco a risolvere qualcosa.” 
    “Aspettiamo tue notizie.” 
    Detto ciò il Master interruppe la comunicazione. 
    “Bene… allora vediamo di darci da fare-” 
    “Quel tuo incantesimo… è molto particolare.” Fece una voce dall’accento francese alle sue spalle. 
    Hermione sussultò, per poi girarsi lentamente, ritrovandosi a guardare una ragazza dai capelli biondi e gli occhi azzurri, che le trasmise una sensazione che non riuscì a descrivere. 
    La castana deglutì, riflettendo se far sparire la magia o no. 
    “Quelle rune… non pensavo le avrei mai viste qui.” Continuò la ragazza. “Credevo esistessero solo a Fiore.” 
    Hermione a quel punto spalancò gli occhi. “Come fai a sapere di Fiore?” 
    A bionda le restituì lo sguardo sorpreso. “Che sorpresa. Non pensavo ne fossi davvero a conoscenza. Anche perché non ero certa esistesse davvero, ma pare che tu me ne abbia appena dato la conferma.” 
    “Come sarebbe a dire? Hai riconosciuto subito le rune e conoscevi il nome di Fiore… Chi sei? E da dove vieni?” 
    “Ho visto quelle rune su un diario di mia nonna. Mi disse di aver incontrato da giovane un ragazzo che diceva di venire da un posto chiamato Fiore, irrintracciabile anche per noi maghi. Le insegnò le basi della sua lingua, per poi svanire nel nulla. Io e mia madre siamo sempre state dubbiose sulla veridicità di quella storia, ma pare che alla fine avesse ragione. Dovrò dirglielo la prossima volta.” 
    Hermione la guardò seria. “Ti pregherei di non farlo. Questa conoscenza mi è stata data da un’amica, che mi ha chiesto di non diffonderla. E sarebbe pericoloso se l’esistenza di Fiore venisse diffusa.” 
    La ragazza restò in silenzio per qualche secondo, per poi annuire. “Sì, capisco. È un po’ come la mia condizione… ne si è fieri, ma non la si vuole sbandierare ai quattro venti.” 
    Hermione la guardò, chiedendosi a cosa si stesse riferendo. E l’altra ragazza sembrò intuire i suoi pensieri, facendo una piccola risata. “Se qui ci fosse qualche ragazzo, forse avresti capito a cosa mi sto riferendo.” 
    “Tu… sei in parte Veela, vero? Dal tuo commento non mi viene in mente altro.” 
    L’altra allargo leggermente gli occhi. “Complimenti. C’è chi ha difficoltà a comprenderlo anche quando è palese, e a te sono bastate poche parole… Sei molto intelligente.” 
    “I miei amici me lo dicono spesso.” ridacchiò la castana. 
    “Il mio nome è Fleur Delacour. E il tuo?” 
    “Hermione Granger. Piacere di conoscerti.” 
    “Allora, qual è il problema?” Chiese Fleur, avvicinandosi allo schermo con le rune. “Se riesco a tradurre bene, questa scritta è una limitazione. Ma perché una statua con più di ottant’anni non dovrebbe poter uscire?” 
    “È quello che mi sono chiesta anch’io. Visto che ha bloccato anche un mio amico, che sono sicura ha la mia stessa età, probabilmente c’è una qualche riga nascosta tra le altre.”
    Fleur annuì per poi mettersi al lavoro con la studentessa di Hogwarts.




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    Cavoli... sono un po' in ritardo, vero?
    Vi chiedo infinitamente scusa, ma è stato un periodo pieno, e questa saga sinceramente è quella che mi piace di meno, quindi sto un po' faticando a trovare l'ispirazione necessaria... ma non temete, non mi fermerò! Anche perché non vedo l'ora di iniziare a fare il quarto anno di Harry, quindi... avanti tutta!
    Ora, ormai Fairy Tail è giunto alla fine (anche se devo recuperare la lettura di tipo gli ultimi 20 capitoli XD), e questo mi permetterà di mettere giù per bene le idee per il futuro di questa fanfiction, anche se non dovrebbe cambiare di molto, avendo già deciso il percorso.
    Dunque, spero di non farvi più aspettare così tanto per il prossimo capitolo, e sopratutto di riuscire comunque a continuare ad appassionarvi con la storia!
    Detto questo... alla prossima! E buone vacanze a tutti!
  2. .

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    “Ehi… vedo che ti sei divertito qui…” Commentò un ragazzo dai lunghi capelli verdi, vestito con una tunica rossa e con una spada appesa alla cintura. “Potevi aspettarci.” Continuò, portandosi una mano sul viso, mostrando così un tatuaggio verde di Fairy Tail.
    Luxus sbuffò, alzandosi dalla sedia e scavalcando il corpo fumante di un uomo, scosso da brevi convulsioni. “Ha osato deridere Fairy Tail. Non sono riuscito a trattenermi. Sai come sono, Fried.”
    “Pensare che ci sono persone che credono di farla franca… ridicolo.” Intervenne una nuova voce, mentre un altro ragazzo si avvicinava.
    Egli indossava una maglia a righe bianche e nere che lo copriva completamente fin sopra i capelli, mentre gli avambracci erano coperti da delle fasce verdi a righe. Gli occhi erano coperti da un elmo che lasciava libero il viso solo dal naso in giù. La vita era circondata da una semplice fascia scura che sosteneva a sua volta un’altra fascia divisa in quattro parti lunghe di colore chiaro. Infine attorno a lui galleggiavano quattro piccoli totem, ognuno con un disegno diverso sopra.
    “Sarà ancora per poco, Bixlow. Presto… la vera Fairy Tail prenderà finalmente il sopravvento. Ormai è solo questione di settimane.” Fece Luxus, sorridendo.
     
     

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    “Una faccenda spaventosa… spaventosa… È un miracolo se non è morto nessuno… mai sentito niente di simile… Fortuna che è arrivato subito, Piton.”
    “Non c’è di che, Ministro. Mi sono ripreso in tempo per soccorrerli.”
    “Peccato che Black sia riuscito a fuggire… Ma almeno abbiamo salvato quel ragazzo. Non riesco a crederci… Deve averlo tenuto in ostaggio per tutto questo tempo…”
    “Io sono più sorpreso dalla sua identità…”
    “Io invece non posso credere a quello che hanno fatto i Dissennatori… attaccare in gruppo degli studenti… Li farò allontanare subito dal perimetro della scuola. In ogni caso, si sono dimostrati inutili contro Black…”
    “Black non tornerà.” Disse Erza. “Non riuscivo ad alzarmi, ma l’ho visto allontanarsi, borbottando che non ne valeva più la pena.”
    “Ciononostante, continueremo a tenere un occhio aperto sulla sua ricerca. E spero vi rendiate conto di essere stati molto fortunati stasera.” Fece il Ministro.
    Harry aprì lentamente gli occhi, ritrovandosi a guardare il soffitto dell’infermeria, in quel momento piena a causa del fatto che tutti i membri di Fairy Tail erano a letto.
    Davanti alla porta c’erano il Ministro Caramell e Piton, che stavano parlando degli avvenimenti di quella sera, con Erza seduta su un letto lì vicino ad ascoltare attentamente.
    “Ministro, le assicuro che l’unico vero pericolo che abbiamo incontrato stasera è stato ad opera dei Dissennatori.” Ribadì Titania, sospirando. “Black era debole per la fuga, ed eravamo quasi riusciti a prenderlo nonostante ci avesse teso una trappola…”
    Harry si trattenne dal sorridere. Erza stava inventando una bella storiella per giustificare gli eventi di quella sera. Senza Peter, era impossibile dimostrare l’innocenza di Sirius. E comunque, ora avrebbero potuto cercarlo ovunque, ma non sarebbero mai riusciti a trovarlo.
    “Oh, Harry, sei sveglio.” Disse il Ministro, approfittandone per cambiare argomento. “Ci hai fatto prendere un bello spavento stasera…”
    “Cos’è successo?” Chiese, portandosi una mano sulla testa per simulare meglio la confusione.
    “Siamo stati attaccati dai Dissennatori.” Rispose Gray, sdraiato sul letto vicino con le braccia dietro la testa. “E il traditore ne ha approfittato per fuggire.”
    “L’importante è che non sia riuscito a farvi del male. E siamo anche riusciti a recuperare il suo ostaggio…”
    Sentendo ciò Majutsu cominciò a guardarsi intorno, finché non vide Dudley, ancora privo di sensi, in quel momento curato da Madama Chips.
    “Non credevo che dietro la sparizione di tuo cugino ci fosse proprio lui… Però non mi spiego come mai non risulti iscritto a Hogwarts…”
    “A questo posso rispondere io.” Intervenne Silente, entrando nell’infermeria. “Ho scritto al signor Dursley più volte, invitandolo a unirsi alla nostra scuola. Ma ahimè, ha sempre rifiutato. E come sapete, non posso costringerlo a iscriversi.”
    “C-Certo che no, ma non riesco proprio a capire perché abbia rifiutato…”
    “Perché i suoi genitori odiano la magia, in qualunque sua forma.” Rispose Harry, guardandolo. “Lo so perché mi trattavano come spazzatura proprio per quel motivo. Dudley ha scoperto di poter usare la magia poco dopo la mia scomparsa. E sapeva bene come avrebbero reagito i suoi genitori.”
    “Non mi sorprende.” Fece gelido Piton. “Sua madre ha sempre avuto una certa avversione nei nostri confronti…”
    “Lei la conosce, Piton?” Domandò sorpreso Caramell.
    “Ho avuto modo di parlarci qualche volta, quando ero ragazzo.”
    “È così… vi prego, non dite nulla ai miei genitori…” Mormorò Dudley, dopo aver ripreso i sensi. “Sono stato costretto da Black a usare la magia… ma non è mia intenzione continuare.”
    “Certo… posso ben capire… dopo una simile esperienza… Non appena ti sarai rimesso ti riaccompagneremo a casa…”
    “Ad ogni modo, signor Dursley, sappia che Hogwarts avrà sempre un posto per lei.” Fece Silente, ricevendo un silenzioso assenso dal ragazzo.
    “Meglio che vada ora… Devo affrontare la Gazzetta del Profeta… Non saranno felici di sapere che Black è riuscito a scappare ancora…”
    “Immagino. Severus, ti spiacerebbe accompagnare il Ministro?”
    Dalla faccia di Piton fu chiaro che gli dispiaceva parecchio, ma annuì, per poi girarsi e uscire, non senza rivolgere un’ultima volta lo sguardo a Harry.
    Dopo che la porta si chiuse alle loro spalle, il preside si rivolse a Madama Chips. “Poppy, potresti lasciarci soli per qualche minuto? Vorrei parlare con i ragazzi degli eventi di stasera.”
    “Certo preside, ma eviti di affaticarli troppo. Sono tutti con un non indifferente esaurimento magico.”
    “Farò loro solo qualche domanda.” La tranquillizzò Silente, aspettando che entrasse nel suo ufficio.
    “Preside, noi-”
    “So già tutto, Harry.” Disse subito l’anziano mago, sorridendo. “La signorina Scarlett mi ha già detto chi era davvero il traditore dei tuoi genitori, e il professor Lupin mi ha confermato la sua versione dei fatti. Sfortunatamente, Minus è riuscito a sfuggire. E temo che stia già cercando di ritrovare Voldemort, proprio come previsto dalla professoressa Cooman.”
    Sentendo ciò Majutsu spalancò gli occhi. “E lei come-”
    “Ho un ritratto nel suo studio che mi riferisce ogni sua profezia. Almeno, quelle vere.” Si corresse, sorridendo. “Quest’anno ne ha avute ben due… ed entrambe hanno messo a grave rischio questo castello. Tuttavia, Harry, vorrei sapere che fine ha fatto il tuo padrino. Nessuno dei tuoi amici, che abbia ripreso i sensi almeno, ha saputo rispondermi.”
    Majutsu sorrise. “Diciamo che ho chiesto a un amico di portarlo a casa nostra.”
    “E così ho fatto.” Rispose Leo, apparendo dal nulla e avanzando attraverso la stanza. “L’ho lasciato appena fuori dalla gilda. Non ho avvertito il Master, ma farò in modo di essere presente quando entrerà.”
    “Uno scherzo, eh?” Fece Fred, mettendosi seduto. “Vuoi fargli prendere un colpo, sapendo che il Master e gli altri lo assalteranno non appena metterà piede lì dentro, cosa che farà perché riconoscerà il nome della gilda.”
    “Non abbiamo ancora ben capito chi sei, ma potremo considerarti come possibile futuro complice di scherzi.” Aggiunse George, ridacchiando.
    “Credi che Makarov lo accetterà?” Chiese Silente a Harry, ignorando l’uomo appena apparso.
    “Una volta spiegata la situazione, sono sicuro di sì.”
    “Ma com’è possibile?” Domandò Lupin, sdraiato su un letto poco lontano, ancora con la benda sugli occhi. “Prima di tutto, dovrebbe essere impossibile smaterializzarsi dentro Hogwarts, posso accettarlo da elementi come Dark o il Dottore… però anche voi?”
    “A dir la verità, solo noi Spiriti possiamo farlo.” Spiegò Leo. “Questo perché non siamo umani e abbiamo il potere di viaggiare tra i mondi. Ma per portare ospiti dobbiamo chiedere il permesso al nostro Re.”
    “E per nostra fortuna, avevo un passaggio gratis offerto dal re.” Spiegò Harry. “Visto che noi di solito usiamo la fenice di Silente o Virgo, ho preferito farlo usare a Sirius.”
    “Ma ora dov’è esattamente?”
    “Beh… diciamo che non è più in questo mondo.” Rispose Gray, ghignando.
    “Non è più-” Cominciò a ripetere il professore, per poi interrompersi. “Volete dire che potete davvero viaggiare liberamente in un altro mondo?”
    “Beh, considerando che mi sono smaterializzato da loro per errore e che se siamo venuti qui è solo perché Silente mi ha trovato con l’aiuto di Fanny, direi proprio di sì.” Disse Majutsu, sorridendo.
    “U-Un altro mondo?” Ripeté Dudley. “Vuoi dire che quando sei sparito sei finito in un altro mondo?!”
    “Già. Un mondo chiamato Earthland. Un mondo pieno di magia, dove non c’è una grande divisione tra maghi e non maghi. Anzi, noi maghi aiutiamo, su pagamento, i nostri Babbani… Tipo recuperando oggetti, affrontando banditi, mostri e robe così…”
    “Allora è per questo che possedete una magia così diversa dalla nostra?” Chiese ancora il professore.
    “Esatto!” Risposero assieme i gemelli. “E non è tutto: anche noi siamo riusciti ad apprenderla!”
    “E credo che Madama Chips apprezzerebbe che non facciate una dimostrazione qui.” Li fermò subito Silente, sorridendo. “Bene, allora direi che è tutto. Vi lascio riposare ora.”
    “Vado anch’io.” Fece Leo. “Non vorrei che Sirius si svegliasse senza che io possa fermare gli altri dal dargli il pestaggio peggiore della sua vita. Dopotutto, dev’essere ancora introdotto allo stile di Fairy Tail, e dubito che stasera io possa servire ancora.”
    Harry annuì, osservandolo sparire, per poi voltarsi verso Lupin. “Professore, non che mi dispiaccia, ma come ha fatto a non trasformarsi?”
    Remus sorrise, per poi indicare la benda attorno ai suoi occhi. “Devo ringraziare Hermione. Poco prima che uscissimo, si è ricordata che stanotte c’era luna piena. Così ha chiesto subito a Ginny di creare questa benda, e lei l’ha fatta apparire dal nulla dopo aver evocato un quaderno dove ha scritto qualcosa… fatto sta che la luce lunare sembra non avere alcun effetto. E sono ben lieto di rinunciare alla vista per una notte piuttosto che trasformarmi.”
    “Per fortuna. Con tutto quello che è successo, affrontare anche un lupo mannaro sarebbe stato piuttosto difficile…” Commentò Erza.
    “Solitamente non faccio male a una mosca, grazie a una pozione preparatami dal professor Piton, ma questa sera, con tutto quello che è successo, non sono riuscito a prenderla. Tuttavia, questa soluzione mi piace decisamente di più.”
     
     
    Piton osservò il Ministro della Magia allontanarsi in direzione di Hogsmeade.
    “Che cos’era quello…? Era davvero Potter?” Si chiese.
    Dopo essere stato messo fuori gioco aveva ripreso i sensi solo per pochi secondi, per la precisione quando i gemelli lo avevano sollevato per portarlo fuori dalla Stamberga Strillante.
    E in quegli istanti aveva visto Potter preda della più totale furia.
    “Nemmeno il Signore Oscuro ha mai reagito in un modo simile… E il potere che ho sentito… era spaventoso.”
    Il professore si voltò verso il castello.
    “Lily… che cosa dovrei fare?”
     
     

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    Madama Chips li trattenne in infermeria per due giorni.
    Quando uscirono furono letteralmente sommersi dalle domande degli altri studenti, che chiedevano se avevano davvero affrontato Sirius Black o no. Tuttavia Majutsu non rispose a nessuna curiosità, limitandosi a dire che non ne voleva parlare.
    Draco li osservò da lontano, sbuffando.
    “Speravo in qualcosa di più.” Borbottò. “Ma a quanto pare, se la sono cavata tutti quanti.”
    “Meglio per i nostri piani.” Rispose Urrutia, nascosta dietro una colonna. “D’ora in poi le cose si faranno più interessanti. Peter Minus è sicuramente andato alla ricerca del suo padrone. Molto presto sarà il momento di fare la nostra mossa.”
    Malfoy sorrise. “Lo so, e non vedo l’ora. E considerando quello che succederà il prossimo anno… Posso solo divertirmi alla sola idea. È utile avere un padre con così tanti contatti.”
    “Bene. Allora ti aspetterò a casa tua. Se le informazioni che abbiamo ricevuto sono vere, dubito tu voglia perderti le vacanze a Fiore.” Fece Urrutia, allontanandosi.
    “Sì, hai ragione. Ma prima, voglio avere ancora qualche piccolo divertimento…” Disse Malfoy.
     
     
    Harry e gli altri si allontanarono verso la Foresta Proibita, fermandosi al suo ingresso, al sicuro dalla vista degli altri studenti.
    “Come mai ci hai portati qui?” Chiese Lucy.
    Majutsu sorrise, per poi tirare fuori dalla tasca la chiave dorata in suo possesso.
    “Apriti, porta del Leone! Leo!” Urlò, lasciando apparire Loki.
    “Avevate chiesto una spiegazione, no?” Fece lui, sorridendo.
    “Direi che è chiaro che ci hai mentito sul fatto che eri umano.” Disse Erza, guardandolo con un sorriso. “Ma abbiamo visto di peggio.”
    “Non è solo quello. Abbiamo tenuto nascosta la verità anche per un altro motivo.” Spiegò Majutsu. “Vuoi spiegare tu, Leo?”
    Lo Spirito Stellare annuì. “È cominciato tutto qualche anno prima che mi unissi alla gilda. Allora appartenevo a una maga di nome Karen Lirica.”
    “Karen Lirica?!” Esclamò incredula Lucy. “Davvero?!”
    “La conosci?” Chiese Hermione.
    “Certo che la conosco! Era una famosissima maga degli Spiriti Stellari! Questo finché…”
    “Finché non venne uccisa in una battaglia.” Concluse Loki, chiudendo gli occhi. “Quello che quasi nessuno sa… è che il responsabile della sua morte sono io.”
    A quella frase tutti spalancarono gli occhi.
    “A-Aspetta…” Fece George. “Credevo che gli Spiriti Stellari non potessero fare davvero del male ai loro padroni. Nemmeno Aquarius ha mai tentato seriamente di affogare Lucy, e noi con lei.”
    “È così, ma c’è un modo. Ed è il motivo per cui ero così preoccupato per Lucy l’altra sera. Se un mago degli Spiriti ne evoca troppi esaurisce il suo potere magico. E se si richiamano Spiriti anche dopo aver raggiunto quel punto… il loro proprietario muore.”
    “Allora ha tentato di chiamarti assieme ad altri Spiriti e non ha retto lo sforzo.” Concluse Luna.
    “No. Ha tentato di evocare un altro spirito nonostante io fossi già fuori… perché io mi sono rifiutato di tornare nel mio mondo.”
    Sentendo ciò tutti restarono in silenzio.
    “Perché?” Chiese infine Neville.
    “Karen non era quella che si mostrava agli altri, non era affatto una maga gentile. Usava noi Spiriti in maniera impropria, sfruttandoci per qualunque cosa. Quando decise di punire Aries, lo Spirito dell’Ariete, io presi il suo posto e chiusi la mia porta, in modo che non potesse rimandarmi indietro. E le dissi che io e Aries volevamo sciogliere il nostro contratto con lei, e finché non avrebbe accettato, sarei rimasto nel mondo degli umani, impedendole così di chiamare altri Spiriti.”
    “Ma per uno Spirito… restare troppo tempo nel nostro mondo è nocivo. Quanto tempo hai resistito?” Domandò Lucy.
    “Inizialmente, tre mesi. Fu dopo quei tre mesi che mi arresi e decisi di concedere a Karen una seconda possibilità… solo per scoprire che era morta. E uno Spirito Stellare che uccide il suo padrone… non può più tornare a casa.”
    “Ma tu allora-”
    “Ho resistito per quasi tre anni. Mi sono unito a Fairy Tail per passare il tempo, in attesa della mia fine.”
    “E fu allora che intervenni io.” S’intromise Harry. “Come sapete, ho avuto diverse difficoltà a usare la mia magia all’inizio. Quando dopo un anno finalmente riuscii a padroneggiarla, ho fatto un piccolo viaggio per Fiore, deciso a diventare più forte. E lì, per puro caso, incontrai Loki mentre svolgeva una missione. Avevo avuto modo di vedere altri Spiriti Stellari in azione e così capii che anche lui era uno di loro. Dopo averlo messo alle strette, lo convinsi a raccontarmi la sua storia.”
    “Come hai fatto a salvarlo?” Domandò Lucy. “Per quel che so, solo il Re degli Spiriti Stellari può fare qualcosa.”
    “E infatti Harry fece qualcosa di tanto stupido quanto coraggioso.” Ridacchiò Loki. “Cominciò a insultare ad alta voce il nostro Re, invitandolo a mostrarsi.”
    Per qualche secondo nessuno disse nulla.
    “Che cosa hai fatto?!” Urlarono infine tutti quanti, facendo ridacchiare Majutsu.
    “Beh… ero ancora inesperto, e dalle storie che avevo letto, di solito i re sono sempre i più deboli… Per questo restai paralizzato quando si materializzò davanti a me. Per darvi un’idea… era molto più grande di Deliora.”
    “Okay, questa è la conferma che sei pazzo!” Esclamò Ron, portandosi una mano sulla faccia. “Offendere il re di Spiriti in grado di combattere con poteri strani…”
    “No, direi che è nel perfetto stile di Harry.” Fece invece divertita Erza.
    “Sì, diciamo che non ho perso il vizio…” Ammise Harry. “Comunque, dopo essermi ripreso dallo shock, cominciai a parlare con lui.”
    “Mentre io restai immobile ancora per diversi minuti.” Disse Loki. “Il Re si scomoda ben poche volte per questioni in cui c’entrano gli umani.”
    “Dopo qualche ora di discussione, giungemmo a un accordo.” Continuò Majutsu. “Leo sarebbe potuto tornare nel mondo degli Spiriti… a condizione che mi aiutasse nelle battaglie future. E oltre a questo, avrei dovuto cercare un padrone degno di lui. Qualcuno in grado di usare tutto il suo potere senza abusarne.” Dicendo ciò Harry si avvicinò a Lucy, per poi porgerle la chiave. “L’altra sera abbiamo avuto la conferma che quella persona sei tu. Da quando ti ho conosciuta ti ho tenuta d’occhio per vedere se potevi essere la maga degna di ereditare questa chiave. E così è stato. Solo una maga eccezionale poteva evocare tutti i suoi Spiriti assieme e restare in vita.”
    Lucy guardò prima la chiave, poi Harry e infine Loki, per poi indicarsi. “I-Io? S-Sei sicuro? Non sono poi granché…”
    “Stai scherzando, vero?” Fece Natsu. “Se non fosse stato per te, non saremmo mai riusciti ad allontanare i Dissennatori!”
    “Il fiammifero ha ragione.” Disse Gray, sorridendole. “Inoltre, hai dimostrato di possedere un potere magico non indifferente.”
    Lucy guardò uno a uno tutti i suoi amici, per poi soffermare il suo sguardo sulla chiave dorata.
    “D’accordo… se è questo il vostro desiderio, lo seguirò.” Affermò, prendendola, per poi guardare Leo. “Giuro che non abuserò mai del tuo potere. Come di nessun altro Spirito Stellare che ha stretto un contratto con me.”
    “Ne sono certo, ma prima di tornare a casa… Harry, ho un’ultima commissione da fare per te.” Fece lo Spirito, schioccando le dita e facendo apparire uno specchio, che volò tra le mani del moro, sorpreso.
    “Sirius mi ha mandato a prenderlo a casa sua. Mi è bastato evitare quell’elfo fuori di testa e ignorare quelle urla provenienti dalle mura… Mi ha chiesto di fartelo avere.”
    “Proprio così!” Risuonò la voce di Sirius.
    Tutti i maghi cominciarono a guardarsi attorno, cercandone la fonte.
    “Qui sotto, Harry.”
    Majutsu abbassò lo sguardo, spalancando gli occhi quando vide il volto del padrino nello specchio.
    “Come…? Dovrebbe essere impossibile!” Esclamò Erza.
    “Questo specchio è speciale. Permette di comunicare con la sua copia ovunque essa sia. Ho pensato che potesse funzionare anche a qualche dimensione di distanza, e infatti è così.”
    “Non è fantastico?” S’intromise Makarov, spostando di lato Sirius. “Abbiamo appeso lo specchio nella gilda, così da poterlo usare per comunicare con voi in qualunque situazione!”
    “E sembra non avere alcun limite di energia come le Lacrime!” Esclamò Levy poco distante. “È semplicemente incredibile! Ovviamente sto già studiando il suo funzionamento nella speranza di replicarlo.”
    “Ehi, stavo parlando io con il mio figlioccio!” Protestò Black, facendosi largo e mostrando così involontariamente il tatuaggio di Fairy Tail sull’avambraccio.
    “Sirius, allora anche tu-”
    “Proprio così, Harry! Dopo lo scherzo che il tuo amico Spirito mi ha tirato, ho spiegato la situazione a Makarov. E dopo un po’ di discussioni, mi ha proposto di unirmi alla gilda. Sembra che mi divertirò parecchio qui… senza considerare che nessuno mi conosce. Così posso finalmente andare in giro da umano! Tranne quando devo farmi vedere da quella vecchia… non riesco proprio a capire cos’ha contro gli umani…”
    “Polyushka è fatta così. Anch’io ho avuto parecchie difficoltà a farle accettare di visitarmi.”
    Gli altri membri di Fairy Tail sorrisero, per poi decidere di allontanarsi, lasciando i due da soli.
    “Parlando d’altro… Sai, non ho avuto modo di dirtelo, ma sei davvero bravo a giocare a Quidditch. Proprio come tuo padre.”
    “Me lo dicono tutti… Allora sei stato davvero tu a regalarmi la Firebolt, eh?”
    “Ehi, ho perso dodici anni per viziarti! Consideralo un recupero immediato. Ora però mi chiedo… cosa ne sarà di Dudley? L’ho coinvolto forzatamente in questioni del mondo magico…”
    Majutsu sospirò. “Ha deciso di tornare a casa. Non vuole iscriversi a Hogwarts.” Ma mentre diceva ciò gli scappò un sorriso. “Tuttavia… io non ho visto da nessuna parte la sua bacchetta magica.”
    Sirius condivise il suo divertimento. “Allora credo che potremmo rivederlo presto. Quando tornerà a casa?”
    “Assieme agli altri studenti, anche se sarà Silente a portarlo a Privet Drive.”
    “Capisco…”
    “Sirius… ho una richiesta da farti.” Disse Harry, facendosi serio. “E ti prego… non chiedermi nulla e ascoltami.”
    Felpato rimase in silenzio ad ascoltare, per poi annuire.
    “Sì, posso.” Rispose infine. “Però Harry… per piacere, evita di cacciarti in altri guai. Mi hanno raccontato cos’hai fatto la scorsa estate… E per quanto sia orgoglioso, non voglio che tu corra altri rischi.”
    “Tranquillo. Sono pur sempre il figlio di Ramoso, non sottovalutarmi.”
     
     

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    “Allora non vieni con noi questa volta?” Chiese Lucy a Hermione, che scosse la testa.
    “Mi spiace, ma quest’estate voglio passarla con i miei genitori. In più, hanno detto che vogliono andare in vacanza in Francia, e sono curiosa di vedere la comunità magica di un altro Stato. In fondo, ho già visto quella di ben altri due mondi.” Rispose, ridacchiando.
    “Beh, dopotutto è giusto così.” Osservò Majutsu, annuendo. “Dovreste farlo anche voi.” Continuò, rivolgendosi agli altri studenti di Grifondoro.
    “Scherzi?” Esclamarono assieme i gemelli. “Ogni anno succede qualcosa di nuovo! Non potremmo perdercelo per nulla al mondo!”
    “Tranne forse per la finale della Coppa del mondo di Quidditch. Motivo per cui torneremo indietro prima.” Aggiunse Ron. “Ovviamente siete invitati anche voi!”
    “Sembra interessante.” Ammise Erza. “Vedremo un po’ come siamo messi con le missioni. Noi a differenza vostra abbiamo anche una casa con le sue tasse da mandare avanti.”
    “Se penso che la mia proprietaria ogni volta minaccia di buttarmi fuori se non le pago l’intero anno in anticipo…” Si lamentò Lucy.
    “Bene, allora direi che possiamo andare dal preside e-”
    “Non ce n’è bisogno, sono già qui. E anche Fanny ovviamente.” Intervenne Silente alle loro spalle.
    Al suo fianco c’era Dudley, che guardò imbarazzato il cugino.
    “Allora sei sicuro?” Gli chiese Majutsu. “Potresti venire anche tu con noi.”
    Dudley scosse la testa. “No, non posso. E non credo di volerlo. Preferisco tornare dai miei genitori. Sarà dura continuare a fingere, ma mi va bene così.”
    Harry gli poggiò una mano sulla spalla. “Sai, fino a qualche settimana fa ti consideravo un codardo che chiedeva sempre aiuto a mamma e papà, ma vedo con piacere che mi sbagliavo.”
    Dudley fece una risata triste. “Probabilmente perché ero così quando sei sparito. E riconosco anch’io di essere stato un idiota. Puoi perdonarmi per averti trattato in quel modo?”
    Majutsu sorrise, per poi dargli un piccolo pugno sul petto. “Basta solo che non torni più come prima e che continui a seguire ciò che ti dice il tuo cuore. Non esitare a chiedere aiuto.”
    Il cugino fece per rispondere quando un miagolio distolse l’attenzione dei presenti. Nessuno si era accorto di Grattastinchi, che ora si stava strusciando contro la gamba di Dudley, che lo prese in braccio.
    “Sembra comunque che abbia ottenuto qualcosa.” Disse. “Grattastinchi sembra non volersene andare. E credo di poter convincere i miei a tenerlo, basterà non dirgli da dove proviene. Sapete, è scappato da un negozio di animali magici. O almeno così mi ha detto Sirius.”
    “Vedi di trattarlo bene, aye!” Esclamò Happy. “O ti lancerò contro la maledizione di noi gatti, aye!”
    “Esiste qualcosa del genere?!” Replicò incredulo Natsu, facendo scoppiare tutti a ridere.
    “Allora ci vediamo il prossimo anno.” Fece Gray.
    “E nel caso dovessi avere bisogno di noi… ecco.” Disse Harry, consegnando lo specchio di Sirius a Hermione. “Noi non ne avremo bisogno a Fiore, però così almeno potremo comunicare.”
    La castana sorrise, prendendolo in mano. “Grazie. Fatemi sapere se succede qualcosa di interessante! Non vedo l’ora di rivedervi!”
    “Contaci!”
    “E vedi di fare attenzione ai Nargilli.” Intervenne Luna. “Ho sentito che colpiscono spesso le persone in vacanza. Per questo spero di incontrarne qualcuno quest’estate.”
    “Tuo padre non ha avuto nulla da ridire?” Chiese Majutsu. “Se vuoi restare non-”
    “Mio padre è contento se vado a fare ricerche in altri Paesi.” Lo interruppe la ragazza, guardandolo con un sorriso sul volto. “Dopotutto, non rischierò certo di venire pietrificata o peggio. Non mi pare di aver letto di Basilischi a Fiore.”
    Harry la guardò per qualche secondo, per poi annuire. “D’accordo.”
    “Aspettate!” Chiamò una voce, anticipando il professor Lupin, con in mano una valigia. “Lasciate che venga anch’io con voi!”
    “Professore?!” Esclamarono sorpresi i ragazzi. “Ma perché? Non le conviene restare qui e-”
    “Sfortunatamente, Remus mi ha consegnato ieri sera le sue dimissioni.” Disse Silente.
    “Cosa?!” Gridò incredulo Harry. “Perché?!”
    Lupin sorrise triste. “Pare che qualcuno abbia raccontato la verità sulla mia natura. E anche se ora ho una soluzione, ci vorranno solo poche ore prima che i genitori sommergano Silente di lettere chiedendo il mio licenziamento, tanto vale anticiparli. E poi, sono anch’io curioso di vedere Fiore.”
    “Ne è sicuro?” Chiese Majutsu. “Potrebbe essere pericoloso e-”
    “Non importa, Harry. Credo di aver bisogno anch’io di ricominciare.”
    Potter sospirò. “D’accordo. Non posso negare una richiesta a uno degli amici di mio padre. Soprattutto considerando l’aiuto che ci ha dato quest’anno.”
    “Grazie Harry. E per piacere, smettila di darmi del lei. Dopotutto, ormai non sono più un tuo insegnante.”
    Majutsu sorrise, per poi mettersi a ridere. “Hai ragione, Remus.” Disse. “Ora possiamo trattarti da nostro pari, vero?”
     
     

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    Dudley e Silente apparvero dal nulla in una strada vuota, senza una sola persona.
    “Ho lanciato un incantesimo su di te in modo che nessun Babbano possa vederti finché non entri in casa tua.” Spiegò il preside, per poi tirare fuori dal vestito una busta, che consegnò al ragazzo. “So che non vuoi frequentare Hogwarts, ma se mai dovessi trovarti in pericolo, o dovessi cambiare idea, ti basterà aprire quella lettera.”
    “Capisco… Grazie, signore.” Disse Dudley, prendendola e mettendola in tasca. “Ora… io andrei…”
    “Dudley, essere un mago non è sinonimo di stranezza. Come essere un Babbano non significa essere inferiore ai maghi.” Disse Silente, sospirando. “È un peccato che non tutti siano in grado di capirlo…”
    “Questo ormai lo so. Ho visto… quanto sono felici i suoi studenti. E anche Harry… sono contento che ha trovato qualcuno con cui divertirsi. E anche Sirius… sono sicuro che ora si rimetterà completamente. Sono io a essere un codardo.”
    “Non c’è nulla di male in questo. Se tu ti consideri un codardo, allora posso solo dirti che vorrei esserlo anch’io. Se solo avessi avuto la tua stessa paura…”
    Il ragazzo guardò l’anziano mago, i cui occhi stavano fissando il nulla.
    “Ma questa è solo la storia di un vecchio che ormai non ha più importanza. Ora è meglio che tu vada.”
    Dudley annuì, per poi correre via, senza girarsi quando sentì Silente smaterializzarsi.
    Raggiunse casa sua in pochi minuti. Un’altra cosa di cui doveva ringraziare Sirius era che ora era decisamente più in forma rispetto a prima.
    Fece per aprire la porta quando sentì il rumore di un vaso che si rompeva.
    “Lo sapevo!” Ruggì la voce di suo padre. “Lo sapevo che non poteva essere altrimenti! L’avrei dovuto capire quando mi hai detto la verità su tua sorella!”
    “Vernon, non puoi parlare sul serio!” Rispose la voce allarmata di Petunia. “È pur sempre tuo fig-”
    “Non sono padre di un mostro!” Urlò ancora Vernon. “Guarda cos’ha fatto! È sparito per quasi un anno senza farsi vivo nemmeno una volta! Se non fosse stato per quel tipo che ci è venuto ad avvisare, non avremmo nemmeno saputo la verità!”
    Dudley sgranò gli occhi, per poi fare un passo indietro.
    “No…” Mormorò, per poi scappare, mentre cominciava a piangere.
    Corse per diversi minuti, finché non si ritrovò nello stesso parco dove aveva incontrato Grattastinchi, che miagolò.
    “Chi… Chi è stato a dirglielo…?” Singhiozzò, lasciandosi cadere a terra. “Avevo chiesto… di non fargli sapere nulla…”
    “È stato un uomo dai lunghi capelli biondi.” Rispose una voce.
    La testa di Dudley scattò subito, girandosi verso la fonte di quella risposta.
    “Passavo di qua nella speranza di incontrare alcuni amici. E così ho avuto modo di assistere a quell’incontro.” Fece un ragazzo dai capelli biondi e la pelle abbronzata, che indossava un paio di jeans e una semplice maglietta a maniche corte bianca. “Non sono riuscito a sentire il suo nome, ma ha detto che sei stato rapito da un mago che ti ha convinto a lavorare al suo fianco. Oltre ovviamente a rivelare ai tuoi genitori che eri tu stesso un mago. Credo fosse qualcuno che ce l’aveva con te, visto il sorriso che aveva stampato in faccia, ha detto anche che non volevi che loro lo scoprissero. E dopo quel che ho sentito poco fa, posso capire la tua paura.”
    “Tu… chi sei?”
    Il ragazzo sorrise, per poi tendergli la mano. “Un amico di Harry ed Erza. Mi hanno salvato la vita.”
    Dudley lo guardò incredulo. “Allora anche tu sei… di Fiore?”
    “Oh, lo sai? Questa è una sorpresa ancora maggiore.” Fece il ragazzo.
    Dudley lo fissò ancora per qualche secondo, per poi afferrare la mano e lasciarsi aiutare a rimettersi in piedi.
    “Scusa se risulto un po’ indelicato, ma ora che cosa vuoi fare?”
    Il Dursley si girò in direzione di casa sua. “Io… Io volevo solo tornare a vivere come prima… ma ora mi è chiaro che non mi è possibile.”
    Il biondo al suo fianco sorrise, per poi tirare fuori una carta da gioco, apparentemente dal nulla, guardandola con interesse.
    “Potresti raggiungere tuo cugino.” Disse. “Sono sicuro che non ti negherebbe una mano. O anche Silente.”
    Dudley guardò la tasca dove aveva messo la lettera, ma poi scosse la testa. “No, non posso. Ho passato così tanti anni a odiare la magia… per me restare con loro risulterebbe impossibile. Almeno, per ora…”
    “Allora che ne dici di venire con me?” Chiese il ragazzo. “Sto viaggiando per il mondo. E ho scoperto che non possono farti nulla se non hai una residenza fissa.”
    “Eh?”
    “Pare che qui ogni mago minorenne sia monitorato per far sì che non possa compiere incantesimi al di fuori della scuola, ma ho scoperto, dopo qualche azzardato tentativo, che la lettera di richiamo ti arriva solo se hai un indirizzo fisso e se sei iscritto a una scuola. Dopotutto, non possono di certo minacciarti di espellerti se non sei iscritto, no?”
    “E perché vorresti me come compagno di viaggio? Dopotutto, sono solo un codardo.”
    “Perché dici? Sarò sincero… lo faccio per Harry. Lui mi ha salvato e mi ha permesso di venire qui. È il mio modo per ringraziarlo.”
    Dudley lo guardò. “Che cosa vuoi fare in questo viaggio?”
    Il ragazzo fece girare la carta tra le dita, che improvvisamente si divise in altre cinque copie.
    “Approfondire la magia di questo mondo. E scoprire se c’è qualcosa di pericoloso che possa minacciarlo. Non voglio che nessun altro come lui possa nascere. E ovviamente, se dovessi decidere di venire con me, ti aiuterò a usare meglio la tua magia.”
    Dudley lo guardò ancora, per poi sospirare, mostrando un accenno di sorriso. “Temo di non avere molta scelta. Dopotutto, non ho un posto dove andare, ma prima… perché non mi dici come ti chiami?”
    Il ragazzo prese una carta, per poi girarla, mostrando un asso di quadri.
    “Il mio nome è Sho. Piacere di conoscerti, Dudley Dursley.”




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    Poffare, poffarissimo, sono in ritardo!
    Ok, si vede che di recente ho rivisto "Alice nel paese delle meraviglie"... XD
    Va beh, pazzie a parte, vi chiedo scusa per l'enorme ritardo, ma ho avuto mille e più cose in mezzo da fare... ma finalmente eccomi qui con l'ultimo capitolo di questa saga!
    Ebbene sì, Sho è tornato in scena! E con lui un'alleanza che credo nessuno di voi sospettasse minimamente... spero XD.
    Beh... Ora come ora non ho altro da dirvi, se non che la prossima saga sarà decisamente importante, con grosse novità anche per chi se la ricorda perfettamente dal manga di Fairy Tail... e avrà ripercussioni per tutto il resto della storia!
    Spero solo di non farvi aspettare troppo XD
  3. .

    Cover67
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    Sirius Black continuò a fissare il suo figlioccio, i cui occhi verdi non mostravano alcun segno di dubbio. 
    “Sirius…” Mormorò Dudley. 
    “Molto bene.” Rispose infine il ricercato. “Ti darò la prova che vuoi. Dopotutto, è il momento che stavo aspettando da molto tempo.” 
    Il professor Lupin si avvicinò, tenendo la bacchetta alzata. “Vuoi che me ne occupi io?” 
    “Che cosa volete fare a Crosta?” Chiese Ron, anche se ora il dubbio che il suo animale domestico non fosse tale gli impediva di preoccuparsi totalmente per lui. 
    “Useremo un semplice incantesimo che lo costringerà a riprendere le sue vere sembianze. Se è un topo normale, non succederà nulla.” 
    “Non è pericoloso per altri, vero, aye?” Chiese Happy, alzando la mano. 
    “No, tranquillo. Perché dovresti preoccupartene? Non mi pare tu abbia con te qualche animale, e spero che non ci siano altri Animagus.” Replicò Sirius, ottenendo una risatina nervosa da Happy, che si portò una mano dietro la testa. 
    “Non sarà una trasformazione Animagus… ma preferirei restare così almeno fino alla fine dell’anno scolastico, aye.” 
    “Che cosa vuoi di-” Cominciò Remus, per poi spalancare leggermente gli occhi. “Non è possibile… ma questo spiegherebbe perché hai un simile odore…” 
    “Di cosa state parlando?” Domandò Dudley. 
    “Happy è un gatto in grado di parlare, trasformato in umano dalla McGranitt. Ma non è lui il centro del nostro discorso.” Spiegò rapidamente Majutsu. 
    “Giusto. Allora Remus, facciamolo insieme.” Disse Sirius, cercando di ignorare ciò che aveva appena sentito. 
    “D’accordo. Al mio tre.” Rispose lui, per poi puntare assieme all’amico la bacchetta verso Crosta. “Uno… due… tre!” 
    Un lampo di luce blu e bianca sprizzò da tutte e due le bacchette. Crosta si svegliò e cominciò a squittire terrorizzato, restando paralizzato a mezz’aria, contorcendosi follemente. 
    Il topo cadde per terra: ci fu un altro lampo di luce accecante e poi tutti quanti guardarono increduli la scena. 
    Fu come vedere la ripresa accelerata di un albero in crescita. Dal suolo si levò una testa, poi spuntarono braccia e gambe e un attimo dopo, nel punto in cui era caduto Crosta, comparve un uomo che cercava di farsi piccolo piccolo, torcendosi le mani. Era un ometto molto basso; i suoi sottili capelli incolori erano in disordine e in mezzo alla testa aveva una larga chiazza calva. Aveva l’aspetto raggrinzito di un uomo grasso che aveva perso molto peso in poco tempo. La sua pelle sembrava sporca e malaticcia, come il pelo di Crosta, e qualcosa del topo era rimasto attorno al naso puntuto e agli occhietti acquosi. 
    “Ed ecco a voi Peter Minus.” Annunciò Sirius, facendo voltare verso di sé l’uomo, che lo guardò spaventato. 
    “S-Sirius… R-Remus…” Mormorò Minus con una voce simile allo squittio di un topo, mentre i suoi occhi dardeggiarono verso la porta. “I miei amici… I miei vecchi amici…” 
    “Questo… Questo qui è Peter Minus?” Fece sorpreso Gray, guardando l’uomo che si voltò verso i ragazzi. 
    “È cambiato parecchio da quando lo abbiamo visto.” Disse gelida Erza, guardandolo con disgusto. 
    L’unico a non dire nulla fu Harry, che restò in silenzio. 
    “Sai Peter, stavamo parlando proprio di te.” Intervenne Remus. “In particolar modo, su ciò che è successo la notte in cui Lily e James furono uccisi.” 
    “Remus…” Ansimò Peter, con il sudore che gli imperlava la faccia pallida. “Non credergli, ti prego… ha cercato di uccidermi, Remus… Ha fatto di tutto per riuscirci…” 
    “Che… Che faccia di bronzo!” Esclamò Lucy. “Proprio tu parli, che ti sei nascosto per dodici anni come topo?!” 
    “Certo che mi sono nascosto! Sapevo che avrebbe tentato di uccidermi di nuovo.” 
    “Quindi facci capire bene.” Disse Majutsu, atono. “Tu sapevi che sarebbe fuggito da Azkaban, la prigione ritenuta inviolabile da tutti i maghi di questo mondo, solo per ucciderti?” 
    “H-Harry… Tu lo sai… è riuscito a entrare a Hogwarts… Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato deve avergli per forza insegnato qualche trucchetto… altrimenti come avrebbe fatto a scappare? Harry, io non avrei mai tradito-” 
    Peter Minus non finì la frase che un’onda d’energia proveniente dal moro lo fece cadere all’indietro. 
    “Non osare nominare i miei genitori!” Ordinò, osservando l’uomo rialzarsi spaventato. “Ora come ora nessuno deve osare metterli in mezzo! E non tentare di farmi credere che Voldemort avrebbe insegnato qualcosa a uno dei suoi seguaci se non per il suo tornaconto personale. L’ho incontrato ben due volte, e non mi è mai sembrato uno che la pensasse così!” 
    Peter tremò a sentire il nome del Signore Oscuro, facendo sbuffare Sirius. 
    “Cos’è, hai paura di sentire il nome del tuo vecchio padrone?” Domandò derisorio. “Non ti biasimo, Peter. I suoi seguaci non sono molto soddisfatti di te, vero?” 
    “Non so… cosa intendi dire, Sirius…” Balbettò Minus, il respiro più affannoso che mai, con il volto ormai luccicante di sudore. 
    “Non sono dodici anni che ti nascondi da me.” Continuò Black. “Tu ti nascondi dagli antichi sostenitori di Voldemort. Ho sentito delle voci ad Azkaban, Peter… Credono tutti che tu sia morto, perché altrimenti dovresti spiegare molte cose. Li ho sentiti gridare nel sonno. Sembrano convinti che il doppiogiochista abbia fatto il doppio gioco anche con loro. Voldemort è arrivato ai Potter seguendo le tue informazioni… e Voldemort là è caduto. E non tutti i suoi sostenitori sono finiti ad Azkaban, vero? Ce ne sono ancora molti liberi, che aspettano la loro occasione, fingendo di aver capito l’errore commesso. Ma se mai venissero a sapere che sei ancora vivo, Peter…” 
    “Non so… di che cosa parli…” Ribadì Minus, con voce più stridula che mai. Si asciugò il viso sulla manica e guardò Lupin. “Tu non puoi credere a questa… a questa follia, Remus…” 
    “Devo ammettere, Peter, che come la signorina Heartphilia ho qualche difficoltà a comprendere perché un uomo innocente voglia passare dodici anni da topo.” Osservò Lupin tranquillamente. 
    “Innocente, ma spaventato!” Squittì Minus. “Se i seguaci di Voldemort mi davano la caccia, era perché ho fatto rinchiudere ad Azkaban uno dei loro uomini migliori: la spia, Sirius Black!” 
    Il volto di Black si contorse per la rabbia. 
    “Come osi?!” Ringhiò, improvvisamente simile all’enorme cane che era stato. “Io, la spia di Voldemort?! Quando mai ho strisciato attorno a persone più forti e potenti di me? Ma tu, Peter… non capirò mai come ho fatto a non vedere che la spia fin dall’inizio eri tu. Ti è sempre piaciuto avere dei grandi amici che ti proteggessero, vero? Eravamo noi… io e Remus… e James…” 
    Minus si asciugò di nuovo il viso; ormai quasi boccheggiava. 
    “Io, una spia…? Devi essere impazzito… Mai… Non so come fai a dire una cosa…” 
    “Lily e James ti hanno scelto come Custode Segreto solo perché gliel’ho detto io!” Ringhiò ancora Black in tono così velenoso che Minus fece un passo indietro. “Credevo che fosse un piano perfetto… un inganno… Voldemort avrebbe di certo dato la caccia a me, non avrebbe mai immaginato che avessero scelto una creatura debole e ottusa come te… Dev’essere stato il momento più bello della tua misera vita, dire a Voldemort che potevi consegnargli i Potter, vero?!” 
    Minus borbottava distrattamente alcune parole, come ‘incredibile’ e ‘follia’, ma quello che si notò fu il colore cinereo del suo volto e il modo in cui i suoi occhi continuavano a saettare verso le finestre e la porta. 
    “Però… c’è una cosa che non mi è chiara in tutto questo.” Fece Ron, guardando con puro disgusto quello che era stato per tre anni il suo topo. “Questo… uomo, ha vissuto con noi fino ad oggi. Era nel nostro stesso dormitorio. Perché non ha mai tentato di uccidere Harry?” 
    “Ecco!” Esclamò Minus con voce acuta. “Grazie! Vedi, Remus? Non ho mai torto un capello a Harry! Perché dovrei?” 
    “Te lo dico io il perché!” Disse Black. “Perché non hai mai fatto niente per nessuno se non hai il tuo tornaconto. Voldemort si nasconde da allora, dicono che sia mezzo morto. Non avevi intenzione di commettere un assassinio proprio sotto il naso di Albus Silente per un mago in rovina, uno che ha perso tutto il suo potere, vero? Volevi essere sicuro che fosse il più forte di tutti prima di tornare da lui, vero? Altrimenti perché ti saresti trovato una famiglia di maghi? Per tenere le orecchie bene aperte, vero, Peter? Così, se il tuo vecchio protettore avesse riacquistato la sua forza fosse stato possibile riunirsi a lui…” 
    “Io sono furioso per il fatto che non ci siamo mai accorti di nulla!” Sbottò Natsu. “Con il mio olfatto avrei dovuto capirlo subito… ma ho sempre pensato che l’odore di umano che aveva addosso fosse dovuto alla nostra presenza.” 
    “Tuttavia prima ha sollevato un punto.” Intervenne Erza, guardando il ricercato. “Se non hai usato la magia oscura, come hai fatto a evadere? Come hai fatto a resistere tutti quegli anni con i Dissennatori?” 
    “Grazie!” Ansimò Minus, annuendo freneticamente. “Proprio così! Proprio quello che-” 
    “Non ho chiesto a te!” Lo interruppe Titania. 
    Black la guardò appena rabbuiato, pensando a come rispondere. 
    “Non so come ho fatto.” Disse lentamente. “Immagino che l’unico motivo per cui non sono impazzito è che sapevo di essere innocente. Non era un bel pensiero, quindi i Dissennatori non sono riusciti a portarmelo via, ma mi ha permesso di conservare il senno e non ho perso me stesso… mi ha aiutato a mantenere i miei poteri. Così quando tutto è diventato… troppo, sono riuscito a trasformarmi nella mia cella… sono diventato un cane, e grazie al fatto che ero molto magro, sono riuscito a passare oltre le sbarre. I Dissennatori, sapete, non ci vedono…” 
    “Davvero?” Chiese Natsu. 
    Sirius deglutì, annuendo. “Vanno a tentoni verso le persone captando le loro emozioni… capivano che le mie emozioni erano meno… meno umane, meno complesse quando ero un cane… ma naturalmente hanno pensato che stessi perdendo la testa come tutti gli altri là dentro, e non si sono preoccupati. Ma ero debole, molto debole, e non avevo alcuna speranza di allontanarli da me senza una bacchetta magica…” 
    Poi tornò a guardare con ira il suo vecchio amico. “Ma poi ho visto quella foto… E lì con voi c’era anche Peter… Ho capito che era a Hogwarts con Harry… nelle condizioni ideali per agire, se gli fosse giunta voce che il Lato Oscuro stava riprendendo potere…” 
    Minus scuoteva la testa e muoveva le labbra senza dire niente, ma fissava Black come se fosse ipnotizzato. 
    “…pronto a colpire nel momento in cui fosse stato sicuro di avere degli alleati… pronto a consegnare loro l’ultimo Potter. Se avesse dato loro Harry, chi avrebbe osato dire che aveva tradito Voldemort? Sarebbe stato riaccolto con grandi onori… Per questo non ho avuto altra scelta che evadere. Nessuno mi avrebbe creduto, ed ero il solo a sapere la verità…” 
    “Non proprio il solo, vero?” Fece Majutsu. “Anche Dark ne era a conoscenza, ma ha preferito non dirci nulla. Ora mi è chiaro come il sole, ma all’epoca…” 
    “Già. Dark sapeva tutto, ma era un fattore esterno. Sai, l’ho incontrato dopo la battaglia svoltasi a Natale. Mi ha curato le ferite che mi ero procurato contro quell’altro ragazzo… Ed io gli ho dato un bel pugno in faccia per non avermi avvertito nel passato di Peter.” 
    “D-Di cosa state parlando?” Chiese tremante lui, facendo voltare tutti a guardarlo. 
    “A quanto pare, gli ha cancellato definitivamente la memoria. Altrimenti credo avrebbe agito prima di arrivare a questo punto.” Osservò Remus. 
    “Dopo essere evaso, ho cominciato a cercare Harry ovunque.” Riprese Sirius. “Così scoprii che ogni estate ti allontanavi verso il continente di cui ci avevi parlato. Temevo che Peter fosse con te, così ho raggiunto di nascosto la casa dei Weasley. Non potevo entrare per via delle protezioni, ma vidi Peter chiuso in una gabbia, così non mi preoccupai. Speravo di poterlo prendere prima che entrasse a Hogwarts, ma mi resi conto che non era possibile. Così decisi di aspettare. Dentro Hogwarts avrebbe abbassato le difese.” 
    “Perché eri a Privet Drive?” Chiese Gray. 
    “Sapevo che Harry sarebbe dovuto tornare lì per farsi firmare il permesso per Hogsmeade. Ho avuto il suo stesso identico problema, visto che i miei genitori mi odiavano per essere un Grifondoro. Dopo il secondo anno mi buttarono fuori casa. Fui accolto da Charlus, il nonno di Harry, che mi trattò come un figlio. Fui fortunato che a Silente bastò la sua firma per il permesso. Mi ricordo come io e James reagimmo quando scomparve assieme a zia Dorea…” 
    “Allora era a questo che ti riferivi quando ci siamo incontrati la prima volta?” Domandò Majutsu, guardandolo. 
    “Già.” Rispose Black con voce roca. “Credimi, Harry. Non ho mai tradito James e Lily; sarei morto piuttosto che tradirli.” 
    Il mago di classe S restò in silenzio per qualche secondo, per poi sospirare. 
    “Sì… hai ragione… sono stato io a causare la loro morte… non tu.” Disse infine. “Se fossi stato zitto… forse nessuno avrebbe pensato a un simile stratagemma… forse avrebbero scelto lo stesso te… Mia madre mi ha scritto una lettera dicendomi che aveva ricordato tutto… Se solo non avessi ceduto alla rabbia…” 
    “Abbiamo sbagliato entrambi.” Fece Sirius. “Se solo ci fossimo fidati anche di Silente e Remus… Non abbiamo detto nulla a nessuno per essere sicuri di non venire scoperti… E così abbiamo decretato il nostro destino.” 
    “Però…” Continuò Harry, abbassando la testa. “C’è un responsabile per tutto questo…” 
    “No!” Urlò Minus, cadendo in ginocchio di fronte a lui, prostrato, con le mani giunte. “Harry… Harry… assomigli tanto a tuo padre…sei come lui… ti prego…” 
    Ancora una volta dal corpo di Majutsu si scatenò un’ondata di energia, ma stavolta colpì tutti i presenti, facendoli volare indietro. 
    “Tu… Tu osi nominare mio padre di fronte a me?!” Sputò il ragazzo, continuando a tenere lo sguardo verso terra. 
    “Oh no…” Mormorò Erza, rialzandosi assieme a Natsu e Gray, che guardavano preoccupati l’amico. 
    Peter però non sembrò volersi arrendere. “Harry, James non mi avrebbe voluto morto… James avrebbe capito, Harry…lui avrebbe avuto pietà di me…” 
    Black e Lupin si rialzarono, facendo un passo in avanti, ma furono costretti a fermarsi quando anche il figlio del loro amico fece lo stesso, avvicinandosi a Minus. 
    “Sai una cosa? Non saprò mai cosa avrebbe fatto mio padre… Perché tu hai tradito i miei genitori. Lo neghi?” 
    L’uomo non rispose, limitandosi a piagnucolare. 
    “LO NEGHI?!” Ripeté Harry, urlando. 
    “C-Che cosa potevo fare? Il Signore Oscuro… non hai idea… possiede armi che non puoi immaginare… Ero spaventato, non sono mai stato coraggioso come Sirius, Remus e James. Non volevo che succedesse… Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato mi ha costretto…” 
    “Ti ha costretto? Tutto qui?” Replicò Majutsu. “Questa è la scusa migliore che sai inventare? Se fossi stato veramente loro amico… saresti morto per loro. Saresti morto per la giustizia. Persino io comprendo una cosa del genere… Sai, mi stavo sacrificando poco meno di un anno fa. Proprio per fermare un mago come Voldemort. L’hai visto, no? Il suo potere… anche tu eri presente alla prova con il Moliccio… Quindi rispondimi… che cosa dovrebbe impedirmi… di distruggerti?” 
    Peter spalancò gli occhi, mentre una forza invisibile lo sollevava in aria, come se qualcuno lo tenesse per il collo. 
    Solo in quel momento Harry alzò lo sguardo, rivelando che il tatuaggio di Fairy Tail ormai era completamente nero e pulsava, come se fosse dotato di vita propria. 
    “Dannazione!” Esclamò Erza, deglutendo. “Questo non va affatto bene! Dobbiamo fermarlo subito!” 
    “Che cosa sta succedendo?” Chiese Fred. 
    “Il nostro peggiore incubo!” Rispose Natsu, guardando anche lui preoccupato Harry. “Ora siamo davvero in pericolo!” 
    “Cosa volete dire? Che cosa sta succedendo a Harry?” Domandò Sirius. 
    “Ha perso il controllo.” Disse Gray. “Si è lasciato completamente andare alla furia. Ora come ora, solo un miracolo potrebbe salvare Minus… e nemmeno noi siamo al sicuro!” 
    “H-Harry… P-Pietà… t-ti prego…” Mormorò Peter, faticando a respirare. 
    “Pietà?” Ripeté Majutsu. “La stessa che tu hai avuto verso i miei genitori? La stessa che ha avuto Voldemort? Sarò più che felice di concedertela… Sono sicuro che mamma e papà non vedono l’ora di incontrarti per dirti che cosa pensano di te!” 
    “Harry, no!” Scattò Erza, raggiungendolo, solo per venire spinta indietro dalla sua magia. “Se lo uccidi, non potrai dimostrare l’innocenza di Sirius!” 
    “Il suo corpo basterà! Questo uomo non merita in alcun modo una seconda possibilità!” 
    Una fiammata lo colpì in pieno sul capo, ma non sortì alcun effetto se non quello di farlo girare appena verso Natsu, che continuò a tenere teso in avanti il braccio. 
    “Ci dispiace Harry, ma dobbiamo fermarti subito! Non possiamo farti fare qualcosa di cui ti pentirai in seguito!” 
    “Andatevene.” Sussurrò Gray agli altri. “Per voi è troppo pericoloso restare.” 
    “Ma noi-” Cominciò Hermione, subito interrotta dal mago del ghiaccio. 
    “Solo noi possiamo calmarlo. Voi non avete ancora un buon controllo della magia a livello puro. Happy, tu sai cosa dobbiamo fare. Per piacere, portali fuori.” 
    “A-Aye!” Fece lui, prendendo la mano di Luna, che continuava a osservare Harry impassibile. “Andiamo, presto!” 
    Luna annuì, per poi girarsi verso le scale, seguita di malavoglia dagli altri. Fred e George si fermarono pochi secondi giusto per prendere Piton, ancora privo di sensi, e portarlo via. Non era di certo il loro professore preferito, ma non potevano lasciargli correre un pericolo, qualunque esso fosse. 
    “Anche voi due!” Esclamò Erza, guardando Sirius e Remus. 
    “No! Non abbandoneremo Harry!” 
    “Non c’è tempo per queste discussioni! Andatevene subito!” Ordinò Natsu. 
    “Ma-” Fece Lupin, solo per venire interrotto da Gray. 
    “Non c’è niente che potete fare per lui. È compito nostro calmarlo. Voi sbrigatevi solo a lasciare il prima possibile questo posto!” 
    La determinazione nei loro occhi fu sufficiente a convincerli. Lanciando un’ultima occhiata a Harry e Peter, i due vecchi amici annuirono, per poi correre fuori. 
    “Basteremo?” Domandò il mago del ghiaccio, cominciando a togliersi la veste, per poi rimuovere anche la maglietta, restando a petto scoperto, con il marchio di Fairy Tail in bella vista. 
    “Dobbiamo.” Rispose Erza, strappandosi la manica, mostrando anche lei il suo simbolo, imitata subito da Natsu. 
    Per tutto il tempo Majutsu non rivolse loro nemmeno lo sguardo, tutta la sua attenzione era su Peter, il cui volto cominciava a diventare blu. 
    “Non mi piace l’idea di salvare un simile verme, ma non possiamo permettere a Harry di macchiarsi le mani.” Fece Dragonil, per poi portare in avanti il braccio scoperto. 
    Nello stesso momento anche Titania fece lo stesso, mentre Gray stese entrambe le braccia. 
    I loro tatuaggi cominciarono a brillare, per poi lasciare uscire un piccolo raggio di luce, che unendosi ai loro gemelli avvolsero Harry, facendolo così distrarre e far cadere Minus, che riprese così a respirare liberamente. 
    “Che cosa state facendo?” Chiese Majutsu, voltandosi finalmente verso di loro. 
    “Ti impediamo di fare una sciocchezza!” Rispose Erza, seria. 
      
      
    “Che cosa sta succedendo laggiù?” Domandarono i gemelli a Happy, che deglutì, mentre tutti quanti proseguivano la loro corsa fuori dalla stamberga. 
    “Qualcosa di molto pericoloso, aye…” Rispose il gatto. 
    “Che cos’è successo a Harry? Non sembrava più in sé.” Disse Neville. 
    “Non è qualcosa che succede spesso… questa è la terza volta… anche se io ho assistito a questo evento in una sola occasione… ed è stato spaventoso, aye.” 
    “Di cosa si tratta?” Domandò Hermione. 
    “Come sapete, la magia di Harry è molto potente. Lo è sempre stata, anche quando era più piccolo, aye. Quando non riesce più a controllare i suoi sentimenti, quando è veramente arrabbiato… perde il controllo, aye.” 
    “In pratica ora come ora è in modalità furia totale?” Intervenne Ron. 
    “Peggio. Ho sentito che la prima volta ha quasi distrutto tutta Magnolia… Sono serviti il Master e tutti i membri per riuscire a calmarlo abbastanza perché riprendesse il controllo di sé… aye…” 
    “Spero che Magnolia sia il nome di una casa e non di una città!” Fece Sirius, anticipandolo, seguito da Remus. “Perché farei fatica a crederci altrimenti…” 
    “Ma se è così…” Disse Lucy, deglutendo. “Erza, Natsu e Gray non basteranno mai! E Hogwarts stessa…” 
    “No, aye!” Esclamò Happy. “In seguito, Harry e il Master hanno cercato di trovare una soluzione a questo problema. Harry non ama finire in quello stato, anzi. Ma sa perfettamente che non può sempre impedirlo. Così hanno scoperto un metodo per costringerlo a calmarsi, aye.” 
    “Ci cosa si tratta?” 
    “Devono usare la propria magia per calmarlo.” Rispose Luna. “E per far ciò devono sfruttare il loro legame. Il legame che ogni mago di Fairy Tail possiede.” 
    Il gatto la guardò sorpreso, ma annuì. “Proprio così. Il marchio di Fairy Tail è l’unica via per incanalare la propria magia dentro Harry, costringendolo a calmarsi, ma meno membri ci sono, più difficile è, aye.” 
    “Allora non dovremmo tornare indietro per aiutarli?” Chiese Fred. 
    “Sarebbe inutile. Bisogna possedere una grande energia magica per riuscirci, aye. Nemmeno io posso essere d’aiuto.” 
    “Dannazione… odio sentirmi così debole…” Sbottò Lucy, per poi fermarsi di colpo e voltarsi indietro. 
    “Che succede?” Domandò Dudley. “Non che voglia sembrare più codardo di quel che sono, ma se ci fermiamo-” 
    “Questa magia…” Mormorò la maga degli Spiriti Stellari, incredula. “Non è possibile… Chi può usarla?” 
      
      
    Majutsu emise un ringhio, per poi afferrare con la mano uno dei tre raggi, cercando di allontanarlo. 
    “Per piacere Harry, cerca di riprenderti! Sai benissimo che non devi perdere il controllo!” Affermò Erza, cercando di aumentare il flusso della magia all’interno del raggio. 
    “Quest’uomo ha ucciso i miei genitori! Deve pagare!” 
    “E lo farà! Ma non possiamo lasciartelo uccidere!” Urlò Natsu. 
    “Hanno ragione loro! Harry, torna in te!” Gridò una voce. 
    Prima che uno dei presenti potesse dire qualcosa, una delle tasche di Majutsu s’illuminò, lasciando uscire un raggio dorato che colpì il terreno. 
    Sotto gli occhi increduli di Erza, Natsu e Gray, più quelli confusi di Peter, la luce cominciò ad assumere forma umana, finché non mostrò un giovane uomo dai capelli arancioni, vestito con un elegante completo nero e un paio di occhiali con le lenti azzurre a coprirgli gli occhi. 
    “Capisco che non sia facile, ma non devi agire d’impulso per poi pentirtene, come ho fatto io.” Continuò l’uomo, per poi togliersi anche lui la giacca e la camicia, mostrando così un tatuaggio verde di Fairy Tail impresso sulla schiena. 
    “L-Loki?!” Esclamò sorpresa Erza. “Che cosa… Come hai fatto…?” 
    “A dopo le spiegazioni! Ora pensiamo a calmarlo. Ho sufficiente energia magica per aiutarvi, oltre al fatto che ogni minuto che resto qui lo indebolisce, anche se non di molto!” 
    “Leo… anche tu?” Domandò Majutsu, guardandolo con rabbia. 
    “Lo facciamo solo per te!” Replicò lui, per poi far partire un quarto raggio che lo avvolse, riuscendo finalmente a bloccare totalmente i suoi movimenti. 
    “ORA!!!” Gridarono assieme i quattro maghi, aumentando ulteriormente la quantità di magia presente nei fasci. 
    Majutsu urlò di dolore, mentre il suo corpo sembrava venire colpito da un’altissima scarica elettrica. 
    Il tutto durò solo pochi secondi, dopodiché i quattro raggi si infransero, lasciando cadere a terra un Harry Potter privo di sensi, mentre il suo tatuaggio tornava verde. 
    “Ci… Ci siamo riusciti…” Ansimò Gray, cadendo a terra esausto. 
    Peter Minus deglutì, osservando lo spettacolo. “C-C’è mancato poco… Io stavo per… stavo per…” 
    Ma prima che potesse fare qualcosa, Loki lo raggiunse, afferrandolo per un braccio. “Tu non vai da nessuna parte. Ho sentito tutta la discussione, e sono perfettamente d’accordo con gli altri che tu debba pagare. Fairy Tail non perdona.” 
    “Già… Non lo abbiamo fatto per te… Non abbiamo alcuna intenzione di salvarti.” Continuò Erza, riprendendo fiato. “Semplicemente… Harry non doveva sporcarsi le mani… con uno come te…” 
    Natsu annuì, per poi andare a recuperare l’amico, sollevandolo per un braccio e poggiandolo sulla spalla. “Forza, raggiungiamo gli altri.” 
      
      
    “La situazione sembra essersi calmata.” Fece Hermione, guardando il suo schermo olografico, il quale le aveva riportato una diminuzione dell’energia magica. 
    “Menomale…” Sospirò Lucy, sollevata. “Ma mi chiedo come fosse possibile…” 
    “Che cosa?” Domandò Remus, con una benda nera attorno agli occhi, girandosi nella sua direzione. 
    “L’energia che ho sentito prima era come quella che uso io quando attivo la mia magia… ma non è possibile che ci sia un altro mago come me qui.” 
    “Cosa intendi dire ragazzina?” Chiese Sirius, facendo sbuffare la bionda per il nomignolo. 
    “Lei è la principessa Lucy.” Rispose Virgo, apparendo dal nulla al suo fianco. “E si riferisce al fatto che può evocare noi Spiriti Stellari usando la sua energia magica.” 
    “Non chiamarmi principessa!” Replicò la sua proprietaria, portandosi una mano sulla fronte, ignorando la faccia incredula del ricercato. 
    Per il cappello di Merlino, come hai fatto? Evocare una persona richiede una gigantesca quantità di magia, per non parlare che siamo dentro Hogwarts!” 
    “Noi Spiriti Stellari non siamo di questa dimensione. Di conseguenza possiamo apparire dove vogliamo.” 
    “Okay, rimandiamo a dopo le spiegazioni, grazie…” La interruppe Lucy, tirando fuori la sua chiave dorata e costringendo così Virgo a sparire. 
    “Un’altra dimensione? Ho sentito bene?” Chiese Lupin, sorpreso. 
    “Meglio non parlarne adesso. Se Piton dovesse svegliarsi, sarebbe difficile spiegarlo… Ma sono sicuro che Harry vi dirà tutto quanto non appena possibile.” Rispose George. 
    “Sì, credo che lo farò…” Rispose la voce del diretto interessato, mentre usciva sorretto da Natsu e Erza, con dietro Peter tenuto fermo da Loki e Gray. 
    “Harry!” Esclamarono tutti, felici di vederlo sano e salvo. 
    “Scusatemi… Ho perso il controllo senza nemmeno rendermene conto…” 
    “Ma quello… è Loki!” Fece Lucy, indicando l’uomo, che alzò la mano libera per salutarla. “Come ha fatto ad arrivare qui?” 
    “Non l’hai capito?” Rispose lui, sorridendo. “Avevo sentito che eri una maga molto portata su questo argomento.” 
    Sentendo ciò la bionda spalancò gli occhi. “Tu… Tu sei uno Spirito Stellare?!” Esclamò incredula. 
    “Leo della chiave d’oro del Leone. Al vostro servizio.” 
    “Come facevi a conoscerlo?” Chiese Neville. 
    “Loki era un membro fisso della nostra gilda fino a qualche anno fa. Poi ha cominciato a venire sempre meno. Non avremmo mai immaginato che fosse uno Spirito Stellare, tantomeno che appartenesse a Harry.” Spiegò Gray guardando l’amico, che sospirò. 
    “Vi spiegheremo anche questo. Ora però sarà meglio tornare al castello. Direi che è il momento che Sirius venga finalmente liberato da quelle false accuse.” 
    “Allora direi di muoverci.” Fece Leo. “Prima consegniamo questo farabutto, meglio è.” 
    Tutti annuirono, facendo per incamminarsi verso il castello. Salvo fermarsi quando un gelo innaturale cominciò ad avvolgerli. 
    “No… No, no, no!” Urlò Sirius, cadendo in ginocchio e portandosi le mani sulla testa. “Non loro!” 
    “Questa sensazione… i Dissennatori?” Disse George, cadendo anche lui in ginocchio. 
    “Ma perché… è più forte?” Domandò il gemello, per poi alzare lo sguardo e spalancare gli occhi per la paura. 
    Sopra le loro teste c’erano un centinaio di Dissennatori, i quali si stavano avvicinando sempre di più, costringendo tutti i maghi a cadere a terra uno ad uno, con l’esclusione di Loki, che guardò le creature con rabbia. 
    “Questi avvoltoi devono aver percepito il nostro sollievo…” Ringhiò, poco prima di sentire il braccio del suo prigioniero diventare più piccolo. 
    Peter Minus, approfittando della debolezza di Gray, si era liberato dalla sua presa, e con solo un braccio trattenuto, non perse tempo a trasformarsi, e prima che Loki potesse riacciuffarlo, corse via attraverso il bosco. 
    “F-Fermo!” Urlò Majutsu, cadendo anche lui in ginocchio. “Dannazione!” 
    “Questa non ci voleva… siamo troppo deboli…” Mormorò Erza, guardando i Dissennatori farsi sempre più vicini. 
    “Cercherò di allontanarli io. Dato che non sono umano, non hanno alcun effetto su di me.” Disse Leo, per poi avvolgere il suo pugno con della luce, saltando subito contro una delle creature, colpendola in pieno e facendola sparire in una scia luminosa. 
    “Tsk. Non pensavo fossero così resistenti…” Osservò lo Spirito Stellare, vedendo la luce attorno alla mano svanire. “Non so se riuscirò a eliminarli tutti…” 
    “L-Lascia che ti dia una mano…” Ansimò Lucy, cercando di restare in piedi, tirando fuori dalla tasca una chiave dorata. “Apriti, Porta del Centauro! Sagittarius!” Urlò, richiamando l’arciere vestito da cavallo, che incoccò subito una freccia. 
    Prontopronto, sono pronto!” Esclamò egli, per poi scoccare la freccia, colpendo uno dei Dissennatori, che scomparve nel nulla. 
    Apriti, porta del Toro! Taurus!” Urlò ancora Lucy, tirando fuori un’altra chiave e facendo apparire il secondo spirito, che si lanciò subito contro un altro Dissennatore, tagliandolo a metà con la falce. 
    Apriti, Porta della Vergine! Virgo!” 
    “Ai suoi ordini, principessa!” rispose prontamente la donna evocata, saltando in alto e colpendo con un pugno un’altra delle creature oscure, che si schiantò a terra prima di sparire. 
    Apriti, Porta del-” 
    “Fermati Lucy!” Gridò Leo. “Hai già aperto tre porte! Sei già oltre il limite! Morirai!” 
    “Non m’importa… voi Spiriti siete gli unici in grado di contrastare questi mostri… Non mi fermerò ora!” Affermò la bionda. “Apriti, Porta del Granchio, Cancer!” 
    Questa volta ad apparire fu un uomo con pantaloni neri e camicia azzurra; dalla schiena uscivano sei zampe gigantesche di granchio, mentre tra le dita delle mani stringeva un paio di forbici, la cui impugnatura ricordava a loro volta la chela di un granchio. I suoi capelli scuri erano intrecciati a forma di granchio. 
    Ebi! Cosa devo tagliare?” Chiese Cancer, aprendo e chiudendo le forbici un paio di volte. 
    “Attacca quelle creature!” Ordinò Lucy, cadendo in ginocchio e cominciando ad ansimare. 
    “Non devo sistemare nessuna accorciatura?” domandò lo Spirito, per poi farsi serio nel vedere i suoi colleghi continuare a colpire i Dissennatori. “Capisco, ebi.” 
    Detto ciò scomparve, riapparendo alle spalle di una delle creature, infilzandola con le forbici. 
    A-Apriti, Porta della-” Continuò la maga degli Spiriti Stellari, venendo fermata da Harry, che le aveva bloccato la mano. 
    “B-Basta così.” Ansimò, cercando di resistere all’influenza dei Dissennatori. “Non lascerò che una mia amica si sacrifichi in questo modo!” 
    “Sì… Hai ragione…” Intervenne Gray, raggiungendolo, seguito da Natsu ed Erza. 
    “Ci siamo preparati per questo momento… Sappiamo cosa fare.” Disse Titania, tirando fuori la bacchetta. 
    “Non ci lasceremo sconfiggere da questi mantelli rovinati!” Gridò il Dragon Slayer, con rinnovato vigore. 
    “Unison Raid…” Mormorò Luna, ormai a terra. “Usate l’Unison Raid…” 
    “L’Unison Raid?” Ripeté Majutsu, guardandola incredulo. “Ma è una magia avanzata! Non possiamo-” 
    “I-Io posso fungere da nucleo.” Rispose Lucy. “Ci sono già riuscita una volta… Posso farcela di nuovo!” 
    “Ma sei troppo deb-” 
    “Non sono così debole!” Replicò la bionda, mentre la sua tasca s’illuminò, lasciando uscire altri cinque raggi di luce, materializzando così Aquarius, Horologium, Lyra, Plue e un altro spirito che non avevano visto prima: un’enorme croce argentata, con gambe, braccia e volto umani, con il naso e i baffi bianchi anch’essi a forma di croce, che rispondeva al nome di Crux. 
    Come a un segnale silenzioso, gli altri suoi Spiriti abbandonarono il combattimento, raggiungendoli e mettendosi attorno ai cinque maghi, creando una barriera magica che annullò al suo interno l’influenza dei Dissennatori. 
    “Non ci credo… È riuscita a evocare tutti i suoi Spiriti assieme…” Fece Leo, per poi raggiungerli e unirsi alla barriera. 
    “I-Incredibile…” Disse Hermione, guardando incredula lo spettacolo, assieme agli altri, mentre Luna sorrideva. 
    “Questo… è ancora più potente dell’altra volta…” Mormorò George, per poi perdere i sensi, seguito poco alla volta dagli altri rimasti fuori dalla barriera. 
    “Sappi che non accetterò una sconfitta.” Intervenne Aquarius, guardando Lucy. “Ho dovuto interrompere il mio appuntamento per raggiungerti.” 
    Lucy sorrise debolmente, annuendo. 
    “Come conti di attivare l’Unison Raid?” Chiese Harry, guardando la bionda, che si rialzò. 
    “Mettetevi attorno a me. Cercherò di richiamare la stessa sensazione che ho sentito l’altra volta.” Disse seria. 
    I quattro maghi annuirono, obbedendo al suo commando, mentre Lucy chiuse gli occhi, unendo le mani in una silenziosa preghiera. 
    Immediatamente, il suo corpo cominciò a emanare una debole luce, che dopo un paio di secondi divenne più intensa, colpendo Harry, Erza, Gray e Natsu, i quali spalancarono gli occhi. 
    “Questa energia…” 
    “Incredibile…” 
    “Mi sento tutto un fuoco!” 
    “Andiamo!” Disse Majutsu, per poi alzare la bacchetta. 
    “EXPECTO PATRONUM!!!” Urlarono i quattro maghi. 
    Dalla punta delle loro bacchette uscirono quattro abbaglianti animali argentati, i quali si scagliarono subito contro i Dissennatori, colpendone una decina ciascuno, costringendoli a indietreggiare. 
    I quattro membri di Fairy Tail alzarono lo sguardo, imitati dagli Spiriti Stellari, osservando sorpresi quelle quattro emanazioni. 
    Queste, senza perdere tempo, si girarono verso gli altri Dissennatori, continuando la loro caccia, finché finalmente tutte le creature oscure non decisero di ritirarsi. 
    In quel momento gli Spiriti sorrisero, per poi svanire, con l’eccezione di Leo. 
    Lucy sospirò e sciolse la presa delle mani, facendo scomparire la luce e cadendo indietro, priva di forze, venendo presa al volo da Natsu. 
    I quattro Patronus si voltarono verso i loro evocatori, raggiungendoli. 
    Di fronte a Natsu si fermò una salamandra, da Gray un orso polare e da Erza una tigre. 
    Davanti a Harry invece un cervo lo fissava negli occhi. Un cervo che il moro pensava non avrebbe mai più rivisto. 
    “Ramoso…” Mormorò, incredulo. “Papà…” 
    Il cervo chinò la testa, per poi sparire nel nulla, imitato dai suoi simili. 
    “Stavolta… credo di aver dato davvero tutto me stesso…” Annunciò Gray, lasciandosi cadere a terra. “Ora credo di voler dormire un po’…” 
    A imitarlo subito ci furono sia Erza che Natsu, lasciando in piedi solo Harry, il quale si abbandonò seduto. 
    “Ci siamo riusciti…” Sussurrò, per poi guardare la boscaglia. “Ma Peter… è fuggito…” 
    “Mi spiace.” Fece Loki. “Non sono riuscito a trattenerlo mentre pensavo a come uscire da quella situazione.” 
    Majutsu sospirò. “Ormai non possiamo farci più niente. Possiamo solo sperare che la profezia della Cooman stavolta non diventi realtà. Ma ora… abbiamo un’altra questione di cui preoccuparci.” 
    Leo annuì, per poi voltarsi verso il corpo privo di sensi di Sirius. 
    “Con tutto quello che è successo, dubito fortemente che nessuno si sia accorto di qualcosa. A breve arriveranno i professori. Sirius… non deve trovarsi qui.” 
    “Non dire altro. Lo porterò via io. Credo di sapere cosa vuoi fare.” 
    Harry sorrise, per poi sdraiarsi a terra. 
    “Grazie mille… E Leo? Quando ci saremo ripresi, manterrò fede alla mia promessa. Ormai direi che non hai più alcun dubbio, vero?” 
    Loki scosse la testa, sorridendo e guardando Lucy. “No. Dopo quello che ha fatto stasera… Dev’esserci stato per forza lo zampino del Re, altrimenti non sarebbe mai riuscita a evocare tutti i suoi Spiriti assieme. E questo mi basta.” 
    “Perfetto. Ora scusami… ma temo… sia il mio turno di dormire…” Fece Majutsu, chiudendo gli occhi. 
    Leo sorrise, per poi dirigersi verso Sirius, sollevandolo come se niente fosse. 
    “Posso solo dire che è stato un onore e un piacere esserti stato utile finora. E non potrò mai ringraziarti abbastanza per avermi salvato.” Disse, per poi sparire in una scia di luce assieme a Black. 
      
      

    ~~~~~~~~~~~
      
      
    Sirius aprì gli occhi, ritrovandosi poggiato contro il muro di una casa. 
    “Dove… Dove sono finito?” Domandò, alzando una mano per coprire la luce del sole. 
    Rialzandosi, cominciò a guardarsi attorno. 
    Si trovava in una via, piena di persone che parlavano tra di loro senza fare caso a lui. 
    “Questa non è Hogsmeade… e nemmeno Diagon Alley…” Capì, guardandosi attorno, mentre poco lontano un uomo, con uno schiocco di dita, faceva apparire un palloncino per darlo a una bambina, che applaudì prima di prenderlo. 
    Sirius si voltò, sgranando gli occhi. 
    A pochi metri da lui c’era un enorme edificio su cui svettavano il logo e il nome di Fairy Tail. 
    “Questo… Questo è il posto dov’è finito Harry?” Si chiese, avvicinandosi. 
      
      
    “Ehi vecchio! Quanto ci vorrà prima che Salamander e gli altri tornino?” Domandò Gajil al Master, che sospirò. 
    “Dovrebbero essere qui tra qualche settimana al massimo. È inutile che continui a chiedermelo.” Rispose lui, mandando giù un sorso di birra, svuotando il calice, che poggiò sul tavolo, subito preso da Dobby. 
    “Dobby può fare qualcos’altro per il Master, signore?” 
    Il vecchio ridacchiò, scuotendo una mano. “No, no, ma grazie lo stesso Dobby.” 
    “Secondo le mie carte, sta per arrivare qualcuno.” Disse Cana, guardando una carta appena estratta dal mazzo. 
    “Grazie tante, abbiamo il portone spalancato, lo vediamo anche noi!” Replicò Droy. 
    “Cerchi rogne?” Replicò subito la ragazza, fissandolo in cagnesco. 
    “Su, su, non c’è bisogno di litigare. Vediamo piuttosto chi è il nostro ospite e-” 
    Ma Mirajane si interruppe, mentre Sirius metteva il primo passo nella gilda, guardandosi attorno leggermente timoroso. 
    “Scusate… Potrei sbagliarmi, ma forse voi potete sapere dove posso trovare Harry-” 
    Prima ancora che potesse finire la frase, tutti i membri della gilda si erano voltati a guardarlo, interrompendo le loro attività. 
    Mira, che stava versando altro sake per Cana continuò a fissarlo, ignorando il liquore che straripava dal calice. 
    “Tu… qui?” Fece Gajil, sorridendo. “Questa dopotutto dev’essere la mia giornata fortunata!” Esclamò, alzandosi di colpo dalla sedia e battendo le mani. 
    “T-Tu sei quel ragazzo di Halloween…” Mormorò Sirius, deglutendo. 
    “Non è da uomini venire qui e far finta di nulla per attaccare un nostro amico!” Urlò Elfman, trasformandosi e facendo un passo verso di lui, mentre anche gli altri si prepararono a combattere, con l’eccezione di Mira, che si limitò a interrompere il flusso di sake. 
    “Con quale coraggio… il traditore di un membro della nostra famiglia… osa presentarsi qui?!” Tuonò il Master, ingigantendosi e avvicinandosi minacciosamente a Sirius. “Non so come tu sia giunto fin qui, ma sarà un immenso piacere sistemarti fino all’arrivo di Harry!”
    Sirius, che era già pallido di suo, sbiancò ulteriormente. 
    “S-Sentite… so come può sembrare la cosa… Ma io non sono nemico di Harry… E non so nemmeno come sono giunto qui… Anzi, non so neppure dov’è questo qui!” Disse indietreggiando. 
    “E perché dovremmo crederti?” Chiese Mira, guardandolo seria. “Harry ci ha fatto vedere un tuo manifesto e ci ha detto che cos’hai fatto. Sai, sto faticando a non raggiungerti per farti a pezzi.” 
    “Tranquilli.” Intervenne una voce, facendo voltare tutti i presenti verso un tavolo, al quale era seduto Leo, intento a bere una tazza di caffè. “L’ho portato qui io su richiesta di Harry. E credo di dovervi spiegare un paio di cose.” 
    “Loki? E tu quando sei arrivato?” Domandò Levy, guardandolo sorpresa. 
    “Pochi secondi fa. Anche se sono qui da qualche ora. Infatti ho lasciato Sirius fuori che era ancora notte. E scusami, non ho saputo fare a meno di tirarti un piccolo scherzo. Dopotutto, per quasi un anno ho creduto anch’io che tu fossi colpevole.” 
    Sirius sbatté le palpebre un paio di volte, mentre gli altri membri sembrarono calmarsi. 
    Il Master tornò alle sue dimensioni normali, avvicinandosi a Black, ridacchiando. 
    “Capisco. Dunque è stato tutto un malinteso, eh?” Fece, per poi fermarsi una volta che fu di fronte al ricercato, che lo guardò incredulo. 
    “Come… Che razza di magia è mai questa? E nessuno di voi ha una bacchetta… Credevo che solo Harry e i suoi amici ne fossero in grado…” 
    “Sembra ci saranno molte cose da spiegare, da entrambe le parti.” Disse Makarov. “Perciò ti consiglio di metterti comodo. E inoltre, mi auguro per te che Loki abbia detto il vero. Perché altrimenti la nostra furia non avrà eguali.” 
    “Lo so… ho visto Harry perdere il controllo… e non voglio vedere nient’altro di simile…” Sospirò Sirius, per poi sorridere. “Però, devo dire che mi ha tirato uno bello scherzo. Quasi degno dei Malandrini.” 
    A quella frase Makarov spalancò gli occhi. “Harry ha perso il controllo?” Ripeté spaventato. 
    “Sì, ma i suoi amici… Erza, Natsu e Gray, se non mi confondo, più lo spiritosone che a momenti mi fa ammazzare, sono riusciti a calmarlo.” 
    Il Master sospirò di sollievo, mentre Loki guardava entrambi con un sorriso.




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    Ed eccomi qui con il nuovo capitolo!
    Dunque, ecco rivelata l'identità del misterioso collaboratore di Harry! Qualcuno c'era arrivato?
    Per chi se lo sta chiedendo... no, Harry non è un Obscurus. Che ci crediate o no, quanto successo in questo capitolo era previsto fin dall'inizio della storia, e mi pare che all'epoca non avvessero nemmeno annunciato il film (e il libro non l'ho mai letto, quindi non so se viene nominato prima o no).
    E con il prossimo capitolo, finalmente si vedrà la conclusione del terzo libro! Cosa succederà dopo? Beh, diciamo che ci saranno parecchi eventi... shockanti XD.
  4. .

    Cover66
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    “Che cosa?!” Esclamò Erza, dopo che Harry aveva riunito tutti i membri di Fairy Tail in un’aula vuota.
    “Sirius Black… farà la sua mossa questa sera?” Ripeté Fred, preoccupato.
    “Sicuro che sia affidabile?” S’intromise George. “Stiamo sempre parlando della Cooman.”
    “Che ha previsto l’arrivo di un uomo pazzo a Natale, aye…”
    “Beh, direi che ha indovinato in pieno. Anche se mi sto ancora chiedendo se si riferisse al Dottore o Hakai…” Commentò Luna.
    “Beh, a chi importa?” Domandò Natsu sprezzante, battendo i pugni tra di loro. “Black tornerà stasera, no? Stavolta dobbiamo solo assicurarci di cuocerlo a puntino!”
    “Concordo con il fiammifero. Tu cosa dici, Harry?”
    Majutsu chiuse gli occhi, sospirando. “Sapete bene come la penso. Non vedo l’ora di farlo soffrire. So che è contro la politica di Fairy Tail, però… Non posso perdonarlo.”
    “Perché non provi ad ascoltarlo prima?” Intervenne Hermione, facendo girare tutti verso di lei. “Ti ricordi cosa ti ha detto nel passato, no? Perché non dargli almeno una possibilità per spiegarsi? Forse le cose non sono proprio come stanno…”
    “No.” Rispose subito Potter. “Non m’importa. L’unica cosa che manterrò di ciò che ha detto è che lo farò soffrire. Gli farò rimpiangere ciò che ha fatto.”
    Tutti lo guardarono preoccupati.
    “Harry…” Cominciò Lucy. “So di non essere la persona migliore a parlare, però-”
    “Appunto!” Sbottò il ragazzo, guardandola furioso. “Perciò non dire nulla! Non cambierò idea! Il traditore pagherà cara la sua scelta!”
    Senza dire altro, Majutsu uscì dalla stanza, lasciandosi dietro gli amici, che si guardarono tra di loro.
    “È piuttosto raro vederlo così.” Fece Gray, sospirando. “Ma almeno, dopo si calma. Meglio che sia esploso adesso piuttosto che stasera. Ora ci sono maggiori possibilità che Black riesca almeno a dire ‘Pietà’ prima di venire vaporizzato…”
     
    ~~~~~~~~~~~


    Hermione sospirò, mentre si dirigeva verso la Sala Comune, guardando attraverso una finestra il sole cominciare a tramontare.
    “Cosa devo fare?” Si chiese, fermandosi. “Mi sembra di essere in mezzo a due fuochi…”
    “Ma tu guarda.” Fece una voce alle sue spalle. “Quindi anche la geniale Hermione Granger può avere i suoi dubbi.”
    La castana si girò, ritrovandosi a guardare negli occhi Melody.
    “Anch’io sono umana in fondo. È solo un periodaccio… ma ora che gli esami sono finiti, sono sicura che mi riprenderò.”
    “Capisco… In effetti anch’io ho trovato gli esami piuttosto difficili. Quasi mi dispiace averli persi lo scorso anno… almeno sarei stata preparata a ciò che mi aspettava.”
    A quel punto Hermione si rese conto di un particolare.
    “Ma… Ginny e le altre dove sono?”
    “Ginny è nella Sala Comune, mentre le altre sono riuscita a seminarle. Non mi piace avere troppe persone intorno. Lo odio.”
    “Per questo te ne stai sempre in disparte?”
    Melody sorrise tristemente. “Ho i miei buoni motivi. E poi, è stato dimostrato che quando faccio qualcosa che reputo buono, combino solo guai. Non avrei mai creduto che quel ragazzo tentasse davvero di intrufolarsi dentro la Torre di Grifondoro.”
    Hermione spalancò gli occhi. “Aspetta… stai dicendo che sapevi che non era uno di noi?”
    “Certo che lo sapevo. Non sono stupida. Era impossibile che nessuno lo avesse mai visto prima. Tuttavia, non ho sentito alcuna minaccia in lui.”
    “Ti rendi conto di cos’hai fatto? Hai messo a rischio la nostra vita!”
    “Davvero? E tu cosa stai facendo ora, Granger?”
    La castana restò in silenzio. Che cosa sapeva Melody?
    “Il mondo dei maghi è davvero uno schifo. L’ho sempre saputo. Tuttavia anch’io ne faccio parte e non posso rifiutarlo.” Continuò la ragazzina, per poi riprendere la sua camminata. “Ma almeno, io non devo scappare per un errore.”
    Hermione la guardò allontanarsi, per poi voltarsi di nuovo verso la finestra.
    “Già… hai ragione. Nessuno dovrebbe farlo.” Mormorò, per poi cominciare a correre.

    “E… scacco matto!” sentenziò Ron con il sorriso sul volto.
    “Ah, non è possibile!” Sbraitò Erza, portandosi le mani sulla testa. “È la quinta volta di fila!”
    “Erza non è abituata a perdere.” Ridacchiò Natsu, poco prima di ritrovarsi un coltello infilzato nel muro due centimetri sopra la testa, mentre Titania lo guardava con uno sguardo che prometteva indescrivibile dolore se avesse fatto altri commenti sulla sua bravura a scacchi.
    La Sala Comune era vuota salvo loro, dato che tutti si stavano godendo la fine degli esami nella Sala Grande, dove la cena era stata servita in anticipo per festeggiare.
    Loro invece avevano deciso di restare lì, dato che sarebbe stato il luogo dove probabilmente Black si sarebbe fatto vivo, come le volte precedenti.
    “Io sono solo contento che sia finita, aye…” Sospirò Happy, mentre riposava su una poltrona. “Non pensavo fossero così difficili…”
    “Suvvia, non è stata poi così dura.” Cercò di consolarlo Ginny.
    “Ancora nulla…” Mormorò Majutsu, il quale invece appena arrivato aveva aperto la mappa, e non stava facendo altro che fissarla, in attesa di vedere qualcosa che non tornava.
    “Cerca di calmarti, Harry.” Fece George affiancandolo, subito seguito dal gemello.
    “Già. Non ti fa bene, e cosa più importante, fa ancora meno bene al castello.”
    “Potresti distruggerlo se non ti controlli.” Conclusero assieme, nel tentativo di farlo almeno ridacchiare.
    Cosa che purtroppo non avvenne.
    “Sarebbe un prezzo più che giusto.” Rispose serio. “Per quanto mi riguarda, da come finirà stasera potrebbe dipendere l’intera missione.”
    Prima che qualcuno potesse replicare, il passaggio della sala si aprì, rivelando Hermione, che ansimava per la corsa appena fatta.
    “Ehilà! Che succede?” Chiese Gray.
    “C-Crosta… Ron, mi serve Crosta!” Esclamò, guardando verso il minore dei fratelli Weasley, che sbatté le palpebre sorpreso.
    “P-Perché?”
    “Per un… Per un esame…” Rispose. “Di Antiche Rune. Ci hanno chiesto di verificare alcune rune che servono per rilevare l’età sui nostri animali… ma come sai, io non ne ho uno.”
    “Potresti usare uno dei nostri gufi.” Propose Lucy.
    “S-Sì… ma nel caso vi servissero, potrei essere d’intralcio. Invece Crosta, senza offesa Ron, è un po’ inutile da quel punto di vista.”
    “Va bene… ma fai attenzione. È da quest’estate che è così magro, preferirei evitare di fargli prendere troppi spaventi…” Rispose Ron, tirando fuori dalla tasca il suo topo.
    “Grazie!” Replicò subito la castana, prendendolo e correndo fuori dalla Sala Comune, tenendolo ben stretto tra le mani.
    “Che strano… Non pensavo chiedessero l’uso di animali domestici per un esame.” Fece Natsu.
    “Piton lo fa. Vi ricordate la Pozione Restringente, no? Piton ha testato la mia su Oscar. Sono stato fortunato che mi avete aiutato, altrimenti a quest’ora non avrei più il mio rospo…”
    “Piton è Piton.” Commentò Fred. “Se potesse, userebbe tua nonna come cavia.”
    “Però qualcosa non va…” Li interruppe Harry, che non aveva mai staccato gli occhi dalla Mappa. “Dove sta andando?”
    A quella frase tutti si voltarono a guardarlo.
    “Cosa intendi dire?” Domandò Erza, alzandosi.
    “Si sta dirigendo verso l’uscita del Castello.”


    Hermione varcò il portone, tenendo sempre ben stretto Crosta.
    “Mi dispiace ragazzi… non c’è altra scelta…” Disse tra sé, mentre correva in direzione del Platano Picchiatore. Stranamente, questi era perfettamente immobile.
    Ai suoi piedi sembrò apparire di colpo Dudley, sempre incappucciato, seguito da un grosso cane nero.
    “C-Ci sei riuscita?” Domandò preoccupato il ragazzo, mentre con un bastone premeva un nodo alla base dell’albero alle sue spalle.
    “S-Sì… è qui. Non gli ho permesso di vedere nulla. Devi tramortirlo ora.”
    Dudley deglutì, per poi tirare fuori da una tasca la bacchetta.
    Ma prima che potesse fare qualcosa, il cane al suo fianco si trasformò in Sirius Black, che lo fermò.
    “Scusa ragazzo, ma se permetti ci penso io. Non hai ancora un buon controllo della tua magia.”
    Prima che Hermione o Dudley potessero dire qualcosa, tirò fuori la sua bacchetta, per poi mormorare un incantesimo verso le mani di Hermione, che sentì al loro interno il topo smettere di muoversi.
    “Sai cos’hai fatto, vero?” Chiese la ragazza, guardando Black, che sorrise.
    “Certo. Ho appena suonato la campana del ritrovo.”


    Harry sgranò gli occhi.
    Aveva seguito il punto che indicava Hermione fin nel parco, dove si fermò per circa un minuto di fronte a un punto senza nome, sbucato fuori dal nulla.
    E pochi istanti dopo apparve anche Sirius Black.
    Majutsu scattò in piedi, continuando a tenere salda la mappa tra le mani.
    “Che succede?” Chiese Lucy.
    “Black… ha trovato Hermione.” Disse con gli occhi che tremavano per la rabbia.
    Per un lungo, lunghissimo secondo nessuno parlò.
    “Che… cosa?” Fece Neville, sperando di aver capito male.
    Harry non rispose, limitandosi a uscire di fretta dalla Sala Comune, seguito subito dagli altri.
    “Ginny, Happy, voi andate a cercare Luna. Potrebbe servirci anche il suo aiuto.” Ordinò Erza, guardando i due studenti del secondo anno, che a malincuore annuirono.
    Non essendo ancora passata l’ora del coprifuoco non si preoccuparono di nascondersi sotto i mantelli, e in pochi minuti si ritrovarono a correre attraverso il parco.
    Harry si fermò una volta giunto davanti al Platano Picchiatore. Lì, ad attenderlo, c’erano Sirius Black e il suo complice, entrambi con la bacchetta magica puntata contro Hermione.
    “Lasciatela andare!” Sbraitò Natsu, lasciandosi sfuggire qualche fiamma.
    Black sorrise. “Tu devi essere Dragonil. Ho sentito parlare di te.” Sghignazzò il ricercato, per poi voltarsi verso Erza. “È un piacere rivederti… Titania.”
    “Non posso dire lo stesso, Felpato.” Replicò lei gelida, pronta a evocare le sue spade.
    “Non pensavo avremmo davvero mai incontrato un altro dei Malandrini… ma speravo che sarebbe stato dalla nostra parte…” Commentò Fred.
    “Così alla fine tu e il tuo complice vi siete fatti vivi.” Disse Harry, continuando a fissarlo con rabbia. “Non so come tu abbia fatto a convincere un ragazzo a collaborare con te, ma non m’importa. Non mi fermerà.”
    Sirius continuò a sogghignare. “Se la pensi così, allora seguimi. Ovviamente anche i tuoi amici di Fairy Tail sono invitati. Ma vi consiglio di sbrigarvi a scegliere: il Platano Picchiatore non riposerà ancora per molto.”
    A conferma delle sue parole, alcuni rami ricominciarono a muoversi.
    “E dove? Dritto dritto dai Dissennatori?”
    “Harry, mi deludi. Per essere il figlio di uno dei Malandrini, non hai il nostro stesso spirito d’avventura. Hai osservato la Mappa e non ti sei accorto che ci troviamo proprio alla base di un passaggio segreto?”
    “Ma passa per la Stamberga Strillante!” Esclamò George. “E a parte le storie sui fantasmi, non è sicura!”
    “È sicura da quasi vent’anni. Ora seguitemi, forza. Non vorrete di certo che qualcuno ci veda. Sarebbe svantaggioso per tutti quanti.”
    E tenendo sempre la bacchetta verso Hermione, cominciò a scendere lungo delle scale nascoste dietro le radici dell’albero, seguito dal ragazzo incappucciato.
    Harry fece per seguirlo, ma Erza lo fermò per una spalla.
    “Aspetta. Sei sicuro? Potrebbe essere una trappola. Inoltre ha Hermione come ostaggio e-”
    “Un motivo in più per andare.” Replicò lui, liberandosi della presa e scendendo lungo le scale.
    “Beh, direi che non ci resta molto da fare.” Commentò Gray seguendolo, imitato da Erza e Natsu, mentre gli altri gli andarono dietro di malavoglia.
    Si dovettero chinare per scendere lungo le scale, dove proseguirono per qualche minuto, finché non si ritrovarono in una stanza che non vedeva cura umana da molti anni: la carta da parati si scollava dai muri, il pavimento era tutto macchiato, ogni mobile era rotto come se qualcuno lo avesse preso a randellate e le finestre erano chiuse da tavole inchiodate.
    “Possiamo tornare indietro?” Supplicò Lucy, deglutendo. “Non mi piace questo posto.”
    Ma prima ancora che potesse girarsi, la porta si chiuse alle loro spalle.
    Tutti si voltarono, vedendo Hermione con la mano sulla maniglia e lo sguardo che fissava il pavimento.
    “Mi dispiace… non c’era altro modo…” Mormorò con un filo di voce, appena udibile.
    “Hermione, che cosa-” Cominciò Ron, ma venendo subito interrotto.
    “Hermione è con noi.” Rispose Black, uscendo dalle tenebre, affiancato dal suo complice. “Ci ha aiutato a rendere possibile questa riunione.”
    Tutti guardarono alternamente la castana e il ricercato, finché Harry non cominciò a ridacchiare.
    “Direi che ha fatto un ottimo lavoro allora.” Fece, per poi fermare la sua risata, ma mantenendo il sorriso. “Erano mesi che aspettavo questo momento. Nel passato mi sono dovuto fermare, ma ora posso finalmente avere la mia vendetta.”
    Sirius restò impassibile dove si trovava. “Se vuoi uccidermi per aver tradito i tuoi genitori, non ti fermerò. Sono senza dubbio il responsabile della loro morte. Stavolta non posso negarlo.”
    Majutsu evocò subito la sua spada. “È una confessione allora?”
    “Sono morti a causa di una mia scelta. Una scelta per la quale non potrò mai chiederti perdono.”
    “Perdono che non ti concederei mai!” Urlò Majutsu, lasciandosi andare totalmente alla rabbia. “Tu… Tu hai ucciso i miei genitori! Tu sei il responsabile di tutto quanto!”
    Sirius restò in silenzio a guardarlo.
    “Tu… Tu mi hai abbandonato…” Continuò Harry, calmandosi e chiudendo gli occhi, sorprendendo tutti quanti. “I miei genitori ti avevano nominato mio padrino… E tu ci hai tradito. Tutti quanti.”
    “Harry… Io-”
    “Non l’ha fatto!” Intervenne il ragazzo al suo fianco.
    In quel momento Harry, Erza, Natsu e Gray spalancarono gli occhi.
    “Non è possibile…” Fece Majutsu, guardandolo incredulo.
    “Ormai non c’è più motivo per nasconderti.” Gli disse Black.
    Il suo complice annuì, per poi portarsi una mano sul cappuccio, levandoselo.
    “Dudley?!” Esclamarono immediatamente i membri originali di Fairy Tail, mentre gli altri, Hermione esclusa, spalancarono la bocca.
    “Dudley?! Il cugino Babbano di Harry?!” Ripeté Fred, guardando il ragazzo. “Ma non è possibile! Ha usato la magia, l’abbiamo visto tutti a Natale!”
    Dudley distolse lo sguardo, stringendo con maggiore forza la bacchetta.
    “Tu… è per questo che mi hai aiutato a ottenere il permesso!” Ragionò Harry. “Tu sei un mago!”
    “Non volevo esserlo!” Replicò subito lui, quasi offeso. “Io ho sempre e solo desiderato essere una persona comune!”
    “Ma perché?” Domandò Gray. “Tutti quanti sarebbero disposti a fare qualsiasi cosa per poter usare la magia e tu-”
    “Ed io non voglio perdere la mia famiglia per questo!” Urlò Dudley, per poi rivolgersi a Harry. “Tu sai bene cosa ne pensano i miei genitori. Se lo scoprissero, mi odierebbero. Proprio come fanno con te.”
    Majutsu sembrò essersi dimenticato del ricercato, il quale stava osservando in silenzio lo scambio di battute.
    “Da quanto tempo lo sai?” Chiese infine.
    “Quasi sei anni. Sono riuscito a spostare un oggetto senza toccarlo, e corsi a farlo vedere a mamma e papà. Era lo stesso giorno in cui tu sei scomparso. Stavo per entrare in cucina quando li ho sentiti discutere di com’erano felici di non doversi più occupare di te. E di come odiavano la magia…”
    “Ma come hai fatto a tenerlo nascosto per tutti questi anni?” Chiese Erza. “So per esperienza che i maghi difficilmente riescono a ignorare la propria magia. Questa viene fuori prima o poi. E la prima volta è raro che passi inosservata.”
    “Immagino fosse la paura di essere scoperto. Paura che è aumentata quando tre anni fa ricevetti la prima lettera per venire in questo posto. Ho risposto che non ero interessato e di non contattarmi più, ma ogni estate me ne arrivava sempre una…”
    “E qui siamo entrati in campo io e Grattastinchi.” Intervenne Sirius, riportando l’attenzione su di sé. “Dopo aver recuperato la memoria grazie alla vostra foto sulla Gazzetta, come sapete sono scappato da Azkaban. La mia prima tappa è stata Diagon Alley, dove ho preso in… prestito una nuova bacchetta. E lì ho incontrato anche Grattastinchi.”
    “Di chi stai parlando?” Domandò Natsu, sentendo subito dopo un miagolio.
    Da dietro Black sbucò fuori un gatto dal pelo rosso, che si strusciò sulla gamba del ricercato.
    “È lui. Mi è stato molto d’aiuto. Poteva entrare in più posti rispetto a me.”
    “Già! Un grosso cane nero immagino non passi totalmente inosservato.” Fece Erza, per poi portarsi una mano sulla testa. “Non posso credere di aver dimenticato una cosa così importante!”
    “È stato Dark.” Rispose Hermione. “Ci ha fatto dimenticare che Sirius e James erano degli Animagus.”
    “Ma perché ti ha aiutato? Dark era dalla nostra parte, nonostante tutto.” Disse Majutsu.
    “Beh, immagino che viaggiare nel tempo e nello spazio lo abbia reso cosciente della verità.” Ridacchiò Sirius, per poi tornare serio. “Harry, non ti chiedo di perdonarmi, ma solo di ascoltarmi… e di permettermi di vendicarmi.”
    “Vuoi che ti lasciamo uccidere Harry?!” Esclamò Natsu. “Ci prendi in giro?!”
    “Io NON voglio ucciderlo.” Urlò, sottolineando la negazione. “Preferirei affrontare Voldemort armato solo di uno stuzzicadenti piuttosto che fare del male al mio figlioccio.”
    “Tradire i miei genitori non è stato un buon modo per dimostrarlo. Come nemmeno le tue intrusioni nel castello.”
    “Harry, per piacere, ascoltalo. Le cose non stanno come sem-”
    Ma prima che Hermione potesse finire la frase, la porta alle sue spalle esplose, scaraventandola in avanti.
    Tutti i maghi si prepararono a combattere, ma sgranarono gli occhi nel vedere chi era il responsabile.
    “Bene, bene, bene… Sembra sia la mia serata fortunata.” Fece Piton, tenendo la bacchetta puntata contro di loro, avanzando lentamente nella stanza. “E direi che il posto è… perfetto.”
    “Professore… che cosa ci fa qui?” Chiese Lucy, deglutendo.
    “Mi sono incuriosito nel vedere Potter correre fuori a quest’ora… soprattutto con quell’espressione piena d’ira, ma mai potevo sperare che la vendetta potesse venirmi servita su un piatto d’argento.”
    “Vendetta?” Ripeté Harry, guardandolo. “Che cosa le ha fatto Black? Dubito voglia ucciderlo solo per il bullismo, vero?”
    Piton socchiuse gli occhi. “Diverse cose, Potter. Ma quella che può interessare ora è che ha tentato di uccidermi.”
    Sirius sospirò, per poi guardare il suo vecchio compagno di scuola. “Ero un ragazzo. Uno stupido ragazzo, vero, ma pur sempre un ragazzo.”
    “Un ragazzo che non ha esitato a gettarmi nelle fauci di un lupo mannaro.” Replicò gelido Piton. “E poi sei colpevole anche di un altro reato…” Continuò, abbassando leggermente la voce. “Molto più grave.”
    “Un lupo mannaro?” Ripeté Ron, sbiancando. “C-Come avrebbe fatto?”
    “Davvero Ron, non ci sei ancora arrivato?” Chiese Gray, guardandolo. “Questo spiega molte cose.”
    “È per questo che ci ha dato quel saggio da fare, vero?” Domandò Hermione, mettendosi seduta e fissando il professore di Pozioni. “Voleva che ci arrivassimo da soli. Che leggessimo gli indizi.”
    “Cosa che vedo avete fatto quasi tutti.” Ghignò Piton. “Ma a quanto pare, non è servito a molto.”
    “Perché dovremo preoccuparcene?” Fece Natsu. “Sarà anche un lupo mannaro, ma questo non cambia nulla.”
    “Ma di chi state parlando?” Chiese Neville, poco prima che un fascio di luce rossa colpisse alla schiena Piton, facendolo cadere in avanti privo di sensi.
    “Credo stesse parlando di me.” Intervenne Lupin, entrando nella stanza seguito da Ginny, Luna e Happy.
    “Professor Lupin!” Esclamarono tutti quanti, sorpresi per il suo arrivo.
    “Come ha fatto a scoprire dove eravamo?” Domandò Erza.
    Lupin sorrise, e tirò fuori un vecchio foglio di pergamena. “Dopo la vostra visita, abbiamo deciso di creare una seconda Mappa. L’ho custodita io per tutto questo tempo.”
    “La prima l’abbiamo lasciata in giro per il castello, nella speranza che venisse trovata da qualcuno.” Continuò per lui Sirius.
    “Ma come?” Fece Harry. “Credevo non aveste alcun ricordo di quell’incontro.”
    “Infatti era così, ma probabilmente, a livello subconscio, ci ricordavamo tutto.” Rispose Lupin, per poi voltarsi verso il suo vecchio amico. “Ora… Deduco che tu abbia fatto tutto questo per lui, vero?”
    Black sorrise. “Certo. Ho fatto mettere su questo spettacolo per il nostro ospite d’onore. Uno spettacolo che, mi auguro con tutto me stesso, lo lascerà senza fiato. In tutti i sensi possibili.”
    “Non sono così facile da spaventare, Black.” Replicò Majutsu.
    “Lo so. Infatti non sto parlando di te.” Dicendo ciò, si portò una mano in tasca, tirando fuori un topo privo di sensi.
    “Crosta!” Gridò preoccupato Ron, facendo un passo avanti per recuperarlo, ma venendo fermato da Hermione, che lo afferrò per i pantaloni, scuotendo la testa.
    “Un topo? Tutto questo per un topo, aye?” Asserì incredulo Happy.
    “Già. Un topo. Un topo che ho desiderato uccidere per dodici lunghi anni. Undici dei quali passati nella sua gabbia.”
    “Tu sei pazzo.” Fece Majutsu. “Completamente pazzo.”
    Sirius lo guardò triste. “Harry, ti hanno detto perché sono finito ad Azkaban?”
    “Cos’è, una presa in giro? Hai tradito i miei genitori, hai ucciso Peter Minus e assieme a lui dodici Babbani, facendo esplodere un’intera strada. Non è proprio qualcosa che si può dimenticare!”
    “Beh, Natsu al nostro primo incontro ha distrutto un intero porto…” Rifletté Lucy sottovoce, ma riuscendo ad attirare comunque l’attenzione di Black.
    “Come diamine ha fatto? Un porto intero, da solo?”
    “Però io non ho ucciso nessuno!” Si difese subito il rosato. “Tu invece?”
    “Io?” Ripeté Sirius, per poi cominciare a ridacchiare. “Io quella notte ero lì solo per uccidere Peter. Per vendicare James e Lily.”
    “Come osi?!” Gli urlò subito contro Harry. “Tu hai tradito i tuoi amici! Tu li hai uccisi! Che cosa c’entra Peter Minus ora?”
    “Tutto, Harry!” Replicò il suo padrino. “Ogni singola cosa successa finora è stata una conseguenza di quel lurido ratto! La morte dei tuoi genitori, la morte di quei Babbani, la mia prigionia… e il tuo soggiorno dai Dursley.”
    “Ma l’hai ucciso!” Intervenne Erza. “Come può essere lui il colpevole di tutto quanto?”
    “Perché non ero io il Custode Segreto!” Scoppiò Sirius, sbattendo un pugno contro il muro. “Io ho suggerito a James e Lily di nominare Peter al mio posto! Io ero quello più probabile, il loro migliore amico… era ovvio che tutti avrebbero pensato a me! Così scelsi di fare da esca, mentre Peter li avrebbe tenuti al sicuro.”
    “Perché dovrei crederti? Non hai nessuna prova per dimostrare quello che stai dicendo.” Disse Harry, senza però riuscire a nascondere la sua sorpresa nel sentire quelle parole.
    “Perché, grazie a Hermione, ho finalmente qui la prova fondamentale.” Rispose l’uomo, mostrando Crosta.
    “Che c’entra il mio topo?” Domandò Ron. “È solo uno stupido, vecchio topo domestico.”
    A quella frase Black scoppiò a ridere. “Stupido vecchio topo domestico, dici?” Ripeté. “Vecchio, non posso dirlo per autostima personale. Stupido? Non sai quanto vorrei dirlo, ma è riuscito a farmi restare per undici lunghi anni ad Azkaban.”
    Majutsu spalancò gli occhi.
    “Aspetta…” Fece Lucy. “Se tu e James siete Animagus… lo era anche Peter?”
    “Proprio così.” Rispose Lupin. “Scoprirono in poco tempo la mia vera natura. Adesso mi basta prendere una pozione preparata da Piton per trasformarmi senza cedere agli istinti del lupo, ma quando eravamo ragazzi non era ancora stata scoperta. Così ogni luna piena venivo in questa stanza. E come vedete, ancora oggi ci sono i segni della mia furia. James, Sirius e Peter, una volta scoperta la verità, decisero di restare al mio fianco. E dopo diversi anni di tentativi, riuscirono a diventare Animagus. James era un cervo. Sirius come avete visto un cane. E Peter…”
    “Peter Minus può diventare un topo.” Concluse Dudley, rivolgendo uno sguardo all’animale tenuto da Black. “Questo topo a essere precisi.”
    “Ci state dicendo che per dodici anni avremmo condiviso casa e scuola con un mago trasformato in topo?!” Esclamarono increduli i gemelli, fissando Crosta.
    “Come fai a esserne certo?” Chiese Gray. “Non avevi fatto saltare tu stesso in mille pezzi Peter? Hanno trovato solo un suo dito e-”
    “Sinceramente, pensate davvero che qui ci sia un mago normale in grado di far saltare un’intera via con un solo incantesimo? E anche se fosse, in quel caso di Peter non sarebbe rimasto qualcosa, essendo il diretto destinatario della magia. No… Questo traditore ha colpito un condotto del gas, facendolo saltare in aria. E poi si è tagliato un dito, trasformandosi subito dopo e scappando nelle fogne.” Sirius sbuffò. “La situazione mi è parsa così assurda che sono scoppiato a ridere. Sapere che il mio migliore amico e sua moglie erano morti per colpa mia, il tradimento di una delle persone di cui mi fidavo di più… L’aver scelto la vendetta invece del mio dovere… tutte cose che mi hanno messo fuori gioco psicologicamente. È così che mi hanno trovato. Era tutto così perfetto che hanno pensato bene di mandarmi ad Azkaban senza nemmeno sottopormi a un processo.”
    “Dimostralo.”
    Tutti si voltarono a guardare Majutsu, che si limitò a continuare a fissare freddamente il padrino.
    “Ti darò una sola possibilità per dimostrarmi che tutto quelle che hai detto è vero. Se Crosta è davvero Peter Minus, ti crederò.”





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    E finalmente eccomi qui con il nuovo capitolo!
    Ci siamo: ormai il momento della verità è giunto! Harry e gli altri sono finalmente di fronte a Sirius Black, e ora tutto dipenderà da ciò che Harry vedrà. E non temete... non sarà così semplice come potete credere ù.ù
    Nel prossimo capitolo, che sarà il penultimo di questa saga, finalmente si vedrà quale sarà il destino di Sirius... Andrà come nel libro? Verrà liberato? E di Peter... beh, non voglio anticiparvi troppo!
    Farò del mio meglio per postare il prossimo capitolo prima della fine dell'anno, ma nel frattempo... Buon Natale a tutti!
  5. .

    Cover64
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    Le conseguenze dell’errore di Melody si fecero sentire subito.
    La mattina dopo il professor Vitious aveva cominciato a incantare le porte principali per far loro riconoscere Sirius Black e impedirgli di entrare, mentre Gazza andava su e giù per i corridoi a inchiodare assi dappertutto, dalle minuscole crepe nelle pareti alle tane di topo.
    Sir Cadogan invece era stato licenziato e il suo ritratto era stato riportato su al solitario pianerottolo del settimo piano. La Signora Grassa era tornata dopo essere stata restaurata da mani esperte, ma era ancora molto nervosa, e aveva accettato di riprendere il suo lavoro solo con la garanzia di una protezione speciale. Un gruppo di scontrosi troll guardiani era stato reclutato per sorvegliarla. Marciavano per il corridoio in un drappello minaccioso, parlando a grugniti e confrontando la misura delle loro mazze.
    “Suvvia, solo un piccolo scontro!” Esclamò Natsu a Erza. “Tu e Lucy vi siete divertite il primo anno, voglio affrontarli anch’io!”
    La punizione per Melody fu relativamente leggera. La McGranitt riconobbe il fatto che nessuno si aspettava che Black avesse realmente uno studente come complice. Questo, però, non le impedì di vietarle di andare in giro da sola, infatti, ordinò alle sue compagne di dormitorio di stare sempre insieme a lei. Tuttavia, ciò non sembrò preoccuparla poi molto, anzi: a detta di Ginny, sembrava che la McGranitt avesse punito lei e le sue amiche invece di Melody.
    Ma quello che tutti si chiedevano era come avesse fatto Black a convincere uno studente ad aiutarlo.
    “Lo minaccia, non c’è dubbio!” Esclamò Seamus a Dean, mentre mangiavano. “Chiunque sia, non ha altra scelta. Forse tiene in ostaggio i suoi parenti.”
    “Allora è un codardo.” S’intromise Natsu. “Basterebbe scappare mentre Black dorme e andare ad avvisare qualcuno. Eppure non l’ha fatto.”
    “Per quanto mi addolori dirlo, sono d’accordo con il fiammifero. Chi lo sta aiutando lo sta facendo volontariamente.” Disse Gray.
    “Ma allora perché? Chi può avercela tanto a morte con Harry da aiutare un assassino?” Domandò Lucy, guardando Hermione, che si portò una mano sotto il mento per riflettere.
    “L’unico che mi viene in mente è Klaun…”
    “Chi?” Chiesero gli altri due Grifondoro.
    “Solo un tipo che ce l’ha con noi. Non sappiamo nemmeno perché.” Rispose Harry.
    “Non era lui. Non aveva lo stesso odore. Era famigliare, ma non riesco a ricordare…” Borbottò Natsu.
    “Questo non ci aiuta.” Commentò Erza. “Ma per ora non possiamo farci niente.”
    “Bah, quando decidete di parlare chiaramente, fateci sapere. Noi siamo in biblioteca a vedere di finire quel maledetto saggio di Pozioni.” Avvertì Seamus, allontanandosi assieme a Dean e lasciando il gruppo di Fairy Tail da solo.
    “La mappa non ha rilevato nulla.” Disse Fred, avvicinandosi a Majutsu. “L’abbiamo aperta subito dopo che Black è scappato, ma il suo puntino è scomparso dopo pochi secondi. Chi lo accompagnava era senza nome, e anche lui è scomparso dopo poco.”
    “Senza nome… quindi non dovrebbe essere mai stato chiamato dentro il castello… com’è possibile?”
    “Se non sapessimo che è impossibile, potremmo pensare che si sono smaterializzati.”
    Hermione restò in silenzio.
    “Dovremmo far vedere la mappa a Lupin.” Propose Majutsu. “Lui è uno dei suoi creatori. Forse ora che ha più esperienza rispetto a quando studiava, può modificarla.”
    “Ma nemmeno Levy è riuscita a scoprire come funziona.” Mormorò Lucy, lasciando cadere sconsolata la testa sul tavolo. “E con le sue rune sarebbe dovuta riuscire a capire come funziona.”
    “Ad ogni modo, dobbiamo fare attenzione. Se Black può davvero entrare liberamente nella scuola, non possiamo abbassare la guardia un solo momento.”
    Harry incrociò le braccia, chiudendo gli occhi.
    Cercò di ricordare il suo incontro con Black nel passato.
    Non sapeva spiegarselo, ma era convinto che qualcosa d’importante gli stesse sfuggendo… qualcosa di fondamentale.
    “È solo stato fortunato!” Esclamò Natsu. “Se solo ci fossimo svegliati tutti in tempo, non sarebbe riuscito a fuggire.”
    Hermione restò in silenzio, per poi alzarsi.
    “Scusatemi, vado in biblioteca. Voglio finire il saggio di Antiche Rune per stasera, e come sapete, ho ben poco tempo libero.”
    Senza lasciare ai suoi amici nemmeno il tempo per salutarla, uscì di fretta dalla Sala Grande, ma non si diresse verso la biblioteca. Entrò invece in un’aula vuota.
    Chiuse la porta a chiave e attivò la sua magia, che le mostrò nuovamente la battaglia contro l’Heartless che avevano sostenuto nel passato.
    “Ormai non ci sono più dubbi su cosa Dark volesse che dimenticassimo… Quello che mi chiedo è il perché…” Mormorò.
    Era contenta di aver scoperto di poter salvare alcune ore di ricordi all’interno della sua magia, come se si trattasse di un semplice file di un computer. In questo modo era riuscita a impedire a Dark di cancellarle il ricordo che James e Sirius erano degli Animagus. Perché ormai era sicura che fosse quello il dettaglio che il Custode gli aveva fatto dimenticare.
    “Ma perché… Era un’informazione per noi fondamentale. Perché nascondercela?” Si chiese, per poi tirare fuori la mappa.
    “Black è scomparso in questo punto.” Pensò, indicando con un dito un corridoio. “Il suo complice invece ha proseguito fino a qui…”
    Hermione continuò a osservare la mappa, per poi crearne una copia in 3D con la sua magia, che cominciò a scorrere.
    “Non ci sono passaggi segreti… Quindi come hanno fatto?”
    Poi spalancò gli occhi, dandosi una manata sulla fronte.
    “Che stupida!” Esclamò. “Perché mai avrebbero dovuto mettere tutti i segreti che avevano scoperto in una mappa potenzialmente utilizzabile da chiunque?”
    Con rinnovato entusiasmo, la ragazza riprese a esaminare la mappa. “Devono aver tenuto per loro qualche segreto… e forse non l’hanno nemmeno condiviso con gli altri. Black probabilmente sta usando un passaggio noto solo a lui, altrimenti il professor Lupin avrebbe già avvertito il preside.”
    Hermione interruppe il suo ragionamento quando sentì la maniglia della porta abbassarsi, e fece subito svanire la sua magia, per poi nascondere la mappa.
    Non fu affatto sorpresa di sentire il rumore della serratura che cedeva sotto un ‘Alohomora’.
    Tirò subito fuori la bacchetta magica, pronta a respingere chiunque fosse entrato.
    La porta si aprì, ma non vide nessuno.
    “Ragazzi? Siete voi?” Domandò, pensando che fosse uno dei suoi amici con addosso il mantello.
    Tuttavia sgranò gli occhi quando la porta si richiuse, mentre di fronte a lei apparve come dal nulla Sirius Black, con un sorriso stampato sul volto.
    “Finalmente ci rivediamo… Hermione.”
     
     
    “Come mai ci hai messo tanto per arrivare?” Chiese Lucy, mentre si sedeva assieme a Hermione a Divinazione. “Cominciavamo a pensare che volessi saltare la lezione.”
    La castana sorrise. “Ho cominciato a leggere un libro e ho perso la cognizione del tempo. Per fortuna mi sono accorta di che ora fosse.”
    “Doveva essere davvero interessante, se ti ha fatto quasi arrivare in ritardo.” Commentò Gray, ridacchiando.
    “In effetti era molto… illuminante…” Rispose Hermione. “Anche se ho perso tempo prezioso per studiare.”
    “Dovresti davvero pensare di lasciare qualche materia.” Intervenne Harry. “Rischi di avere un collasso con questo ritmo.”
    “Lo so…Penso lascerò almeno Babbanologia… non è proprio quello che pensavo.” Ammise lei, sospirando, per poi rivolgersi a guardare la sfera di cristallo di fronte a lei. “Credevo che avremmo cominciato con la Sfera di Cristallo solo il prossimo trimestre.”
    “Buona giornata a voi!” Disse la familiare voce velata, anticipando il solito ingresso teatrale della professoressa Cooman. “Ho deciso di cominciare con la Sfera di Cristallo un po’ in anticipo sul programma poiché la sorte mi ha informato che il vostro esame a giugno verterà sull’Occhio, e ci tengo che facciate abbastanza pratica.”
    Hermione sbuffò. “Oh, andiamo… ‘la sorte l’ha informata’… chi li decide gli esami? Lei! Che profezia straordinaria!” Sbottò, senza preoccuparsi di abbassare la voce, e costringendo i suoi amici a trattenersi dal ridere.
    Era difficile dire se la professoressa Cooman l’avesse sentita, perché il suo viso era in ombra. Comunque riprese come se niente fosse.
    “La Lettura della Sfera di Cristallo è un’arte particolarmente avanzata.” Continuò in tono sognante. “Non mi aspetto che tutti voi vediate quando scruterete per la prima volta negli infiniti abissi dell’Occhio. Cominceremo provando a rilassare la mente consapevole e gli occhi esterni.”
    “Sono davvero tentata di far venire qui Cana prima o poi. Voglio proprio assistere a un loro dibattito sul vedere il futuro.” Sussurrò Erza a Harry, che ridacchiò sommessamente.
    Hermione fece un sorriso a sentire ciò, per poi mettersi a guardare dentro la sfera, vedendo solo il suo riflesso. Non che si aspettasse altro, soprattutto dopo ciò che aveva appena scoperto.
    Scoccò uno sguardo a Ron, che assieme a Gray cercava di ottenere qualche risultato.
    “Visto niente?” Chiese il mago del ghiaccio al compagno di lavoro.
    “Sì: c’è una bruciatura sul tavolo.” Rispose lui, indicando una macchia. “Qualcuno ha fatto cadere la cera dalla candela.”
    “Che perdita di tempo.” Sibilò Hermione.
    La professoressa Cooman si avvicinò frusciando. “Qualcuno vuole che lo aiuti a interpretare i misteriosi prodigi del suo Occhio?” Mormorò nel tintinnio dei suoi braccialetti, guardando in direzione di Harry, che sbuffò, sapendo già come sarebbe finita.
    Infatti, come da lui previsto, l’insegnante si avvicinò al suo tavolo e scrutò la sfera di cristallo.
    “Qui c’è qualcosa!” Sussurrò la professoressa Cooman, chinandosi sulla sfera, che si rifletté due volte nei suoi grandi occhiali. “Qualcosa si muove… che cos’è?”
    Majutsu, non visto dalla Cooman, alzò una mano, cominciando a fare un conto alla rovescia.
    “Mio caro…” Mormorò la professoressa guardando Harry, che sospirò divertito mentre abbassava l’ultimo dito. “È qui, chiaro come non mai… mio caro, avanza verso di te, si avvicina… il Gr-”
    “Oh, santo cielo!” Esclamò Hermione a voce alta, alzandosi. “Non sarà ancora quel ridicolo Gramo!”
    La professoressa Cooman alzò gli occhi enormi verso Hermione, mentre Calì sussurrò qualcosa a Lavanda, e anche loro guardarono la castana sprezzanti.
    La docente si sollevò e squadrò Hermione con inequivocabile ira.
    “Insomma, è dalla prima lezione che non vede altro quando guarda Harry. Se all’inizio poteva fare effetto, adesso è diventata banale. È più scontata del sorgere del sole!”
    Tutti quanti la guardarono in un silenzio sgomento: Neville e Natsu avevano letteralmente la bocca spalancata, mentre Erza sembrò osservarla quasi con ammirazione.
    Calì e Lavanda invece si erano portate le mani alla bocca, come se stessero vedendo qualcosa di orribile.
    “Sono spiacente di dover dire che da quando hai messo piede in quest’aula, mia cara, è apparso evidente che tu non possiedi i requisiti necessari alla nobile arte della Divinazione. A dire il vero non ricordo di aver mai incontrato uno studente la cui mente fosse così irrimediabilmente frivola.” Replicò la Cooman.
    Hermione prese fiato, per poi chiudere di colpo il libro. “Frivola, eh?” Ripeté in tono asciutto. “Molto bene allora. Credo che ci siamo detti tutto. Non c’è più niente che mi trattenga qui. Io sono una che analizza i fatti, mentre lei crede solo in ciò che vuole. Non è possibile per noi andare d’accordo.”
    Mettendo via la sua roba, Hermione si avviò verso la botola, la apri con un calcio, e sparì giù per la scala.
    “Beh… questo era inaspettato.” Disse Majutsu infine, ancora sorpreso per ciò che era appena successo. “Hermione ci ha battuti tutti sul tempo.”
    “Oooooh!” Esclamò Lavanda all’improvviso, facendo sobbalzare tutti. “Oooooh, professoressa Cooman, mi è appena venuto in mente! L’aveva visto, che se ne sarebbe andata, vero? Vero, professoressa? ‘Verso Pasqua, uno di noi ci lascerà per sempre!’ L’ha detto secoli fa, professoressa!”
    La Cooman sbatté le palpebre un paio di volte, poi le rivolse un sorriso svenevole. “Sì, mia cara, in effetti sapevo che la signorina Granger ci avrebbe lasciati. Uno spera sempre, naturalmente, di aver frainteso i Segni… L’Occhio Interiore può essere un fardello, sapete…”
    Lavanda e Calì sembravano profondamente colpite, e si avvicinarono per far posto all’insegnante al loro tavolo.
    “Io direi che ha fatto di tutto per arrivare a un simile risultato…” Commentò Gray, per poi sospirare. “E ora devo pure cinque Galeoni a Fred e George.”
    “Perché?” Chiese Lucy.
    “Semplice: avevamo scommesso su chi avrebbe lasciato prima questa materia. Io avevo puntato su Harry, loro invece su Hermione.”
    “Ehi… non dovreste almeno chiedere il permesso?” Fece Majutsu, sentendosi usato.
    “Non sarebbe più stato imparziale, no?”
     
     
    Dopo aver lasciato Divinazione, Hermione si diresse dalla McGranitt, riconsegnandole la Giratempo e dicendo che si sarebbe ritirata anche da Babbanologia, così da poter tornare ad avere un orario normale.
    La vicepreside non disse nulla, ma dentro di sé era contenta che la ragazza finalmente avesse accettato il fatto di non poter seguire tutte le materie. Inoltre, non poteva non sorridere segretamente al pensiero di ciò che aveva fatto durante la sua ultima lezione di Divinazione: in poche ore la voce si era diffusa in tutto in castello.
    Dopo quel giorno, Hermione riuscì finalmente a calmarsi grazie al calo di compiti, sebbene restasse sempre quella con il numero maggiore di lezioni.
    Harry ed Erza, nel frattempo, dovevano far convivere i compiti e le lezioni con l’allenamento quotidiano di Quidditch, per non parlare delle interminabili discussioni di tattica con Baston.
    La partita Grifondoro-Serpeverde si sarebbe tenuta il primo sabato dopo le vacanze di Pasqua. Serpeverde era in testa di duecento punti esatti. Il che voleva dire (come Baston ricordava costantemente alla squadra) che dovevano vincere la partita con un vantaggio maggiore per conquistare la Coppa. Voleva dire anche che la responsabilità della vittoria pesava soprattutto su Harry, perché la cattura del Boccino valeva da sola centocinquanta punti.
    “Quindi devi prenderlo solo se siamo in vantaggio di più di cinquanta punti.” Ripeté Baston a Harry per l’ennesima volta. “Solo se siamo sopra di più di cinquanta punti, Harry, altrimenti vinciamo la partita ma perdiamo la coppa. Hai capito, vero? Devi prendere il Boccino solo se-”
    “Baston, ho capito, non sono né sordo né stupido. Farò il mio dovere.” Lo interruppe il moro, esasperato.
    Tutta la Casa di Grifondoro era ossessionata dall’imminente incontro. Grifondoro non vinceva il trofeo da quando il leggendario Charlie Weasley (il secondo fratello di Ron in ordine di età) era Cercatore.
    Mai, a memoria di nessuno, l’attesa di una partita era trascorsa in un’atmosfera così elettrica. Alla fine delle vacanze, la tensione tra le due squadre e le loro Case era arrivata al punto di rottura. Nei corridoi esplosero piccole risse, che culminarono in un brutto scontro in cui un quarto anno di Grifondoro e un sesto anno di Serpeverde finirono in infermeria con dei porri che gli spuntavano dalle orecchie.
    La sera prima della partita, tutte le attività abituali furono abbandonate nella Sala Comune di Grifondoro. Anche Hermione mise da parte i libri.
    “Non posso studiare, non riesco a concentrarmi con tutto questo rumore.” Disse nervosamente.
    C’era un gran frastuono. Fred e George affrontavano la tensione comportandosi in modo più chiassoso e scatenato che mai, aiutati anche da Natsu e Happy. Oliver era chino sul modellino di un campo da Quidditch sul quale faceva avanzare minuscole figurine con la bacchetta magica, borbottando fra sé.
     
    Harry si svegliò presto la mattina dopo.
    Provò a riaddormentarsi per una mezz’ora, dopodiché rinunciò, andando alla finestra, dove i prati cominciavano a venire illuminati dall’alba. Nemmeno un alito di vento sfiorava le cime degli alberi della foresta proibita; il Platano Picchiatore era immobile e sembrava innocuo. Pareva che le condizioni per la partita sarebbero state perfette.
    Majutsu sospirò e fece per tornare a letto quando qualcosa catturò la sua attenzione. Un animale si aggirava sul prato.
    Harry sbatté le palpebre e si avvicinò al vetro per osservare meglio.
    Con un velato sollievo, sospirò nel vedere che era solo un gatto dal pelo rosso.
    Il mago di Classe S restò a osservare l’animale, chiedendosi a chi potesse appartenere. Sapeva che i gatti erano permessi come animali a Hogwarts, però finora a parte Happy non ne aveva visto nessuno.
    Mentre pensava a ciò, il suo sguardo si spostò verso gli alberi della Foresta Proibita.
    Majutsu spalancò gli occhi. Lì, incurante di tutto, il grosso cane nero che aveva visto a Privet Drive, uscì dalle ombre, avvicinandosi al gatto che, a dispetto dei luoghi comuni, restò al suo posto impassibile.
    “Che cosa succede? Che cosa ci fa qui?” Mormorò, guardandolo attentamente.
    Ora che ci pensava su, quel cane gli era stranamente familiare… e non solo per l’incontro avuto durante l’estate.
    Harry restò in silenzio a osservarli finché i due animali non si allontanarono assieme dentro la foresta, lasciando il prato deserto.
     
     
    La squadra di Grifondoro quella mattina entrò nella Sala Grande salutata da un fragoroso applauso anche da parte dei tavoli di Corvonero e di Tassorosso.
    Harry sorrise: significava che tutta la scuola desiderava che i Serpeverde finalmente venissero sconfitti a Quidditch.
    Baston passò tutta la colazione esortando la sua squadra a mangiare, ma lui non toccò cibo. Poi si affrettò a farli correre in campo prima che gli altri finissero, per farsi un’idea delle condizioni in cui avrebbero giocato. Mentre uscivano dalla Sala Grande, tutti applaudirono di nuovo.
    “Ok… niente vento… è fin troppo sereno, il sole potrebbe abbagliarvi, state attenti… il terreno è duro, bene, il decollo sarà veloce…” Osservò il capitano, una volta arrivati sul campo, che percorse guardandosi in giro, seguito dalla squadra. Alla fine videro le porte del castello aprirsi in lontananza, e il resto della scuola disperdersi nel prato.
    “Agli spogliatoi.” Ordinò asciutto Baston.
    Nessuno parlò mentre indossavano le divise scarlatte. Sembrarono passare solo pochi minuti prima di ritrovarsi nuovamente sul campo, questa volta accolti da un’ondata di fragoroso entusiasmo. I tre quarti della folla portavano coccarde scarlatte, agitavano bandiere scarlatte con il leone di Grifondoro disegnato sopra o brandivano striscioni con slogan come ‘VAI GRIFONDORO!’ e ‘LA COPPA AI LEONI’. Dietro la porta di Serpeverde, comunque, erano schierate almeno duecento persone in verde; il serpente argentato di Serpeverde scintillava sulle loro bandiere, e il professor Piton era seduto in prima fila, vestito di verde come tutti gli altri, con in faccia un sorriso sgradevole.
    “Ed ecco i Grifondoro!” Urlò Lee Jordan, che come al solito faceva la cronaca. “Potter, Bell, Johnson, Scarlett, i gemelli Weasley e Baston. Ampiamente accreditata come la squadra migliore che Hogwarts abbia avuto da parecchi anni!”
    Il commento di Lee fu seppellito da una marea di ‘buuu’ dal fronte di Serpeverde, mentre i Grifondoro, i membri di Fairy Tail in particolar modo, confermarono le sue parole applaudendo.
    “Ed ecco la squadra di Serpeverde, guidata dal capitano Flitt. Il capitano ha apportato alcune modifiche nello schieramento, e si direbbe che abbia privilegiato la taglia più che l’abilità…”
    Altri ‘buuu’ dalla folla di Serpeverde per il commento. Harry, tuttavia, pensava che Lee avesse ragione. Malfoy era di gran lunga il più piccolo in campo; tutti i suoi compagni erano enormi.
    “Beh… più grandi sono, più rumore fanno quando cadono.” Ridacchiò, consapevole che una simile tattica era in realtà molto sfavorevole per vincere.
    “I capitani si diano la mano!” Disse Madama Bumb.
    Flitt e Baston si avvicinarono e si strinsero forte la mano; era come se ciascuno stesse cercando di spezzare le dita dell’altro.
    “In sella alle scope!” Continuò Madama Bumb.
    Il fischio d’inizio andò perso nell’urlo della folla mentre quattordici scope si libravano a mezz’aria. “Grifondoro in possesso di palla. Katie di Grifondoro ha la Pluffa e si dirige verso la porta di Serpeverde, vai così, Erza! Argh, no… Pluffa intercettata da Warrington, Warrington di Serpeverde attraversa il campo… WHAM! Bel colpo di Bolide per George Weasley, Warrington perde la Pluffa, la prende Johnson, Grifondoro è di nuovo in possesso, forza, Angelina… bel dribbling su Montague… stai giù, Angelina, è un Bolide!… E SEGNA! DIECI A ZERO PER GRIFONDORO!”
    Angelina alzò il pugno mentre filava a bordo campo; il mare scarlatto sotto di lei urlava di gioia…
    “AHIA!”
    Angelina fini quasi disarcionata mentre Marcus Flitt la urtava.
    “Scusa!” Disse Flitt, mentre la folla in basso protestava. “Scusate, non l’ho vista!”
    Un attimo dopo, Fred Weasley colpì Flitt in testa con la sua mazza da Battitore. Il naso di Flitt finì spiaccicato contro il manico della sua scopa e prese a sanguinare.
    “Basta così!” Strillò Madama Bumb sfrecciando fra di loro. “Rigore a Grifondoro, per attacco immotivato al suo Cacciatore! Rigore a Serpeverde, per deliberata aggressione al suo Cacciatore!”
    “Ma insomma, Madama!” Ululò Fred, ma Madama Bumb soffiò il fischietto e Erza scattò in avanti per battere il rigore.
    “Forza, Erza!” strillò Lee nel silenzio che era sceso sulla folla. “SÌ! HA BATTUTO IL PORTIERE! VENTI A ZERO PER GRIFONDORO!”
    Harry voltò bruscamente la Firebolt e vide Flitt che, sempre sanguinando abbondantemente, volava in avanti per battere il rigore a favore di Serpeverde. Baston era accovacciato davanti alla porta di Grifondoro, le mascelle serrate.
    “Naturalmente Baston è un ottimo Portiere!” Disse Lee Jordan alla folla, mentre Flitt aspettava il fischio di Madama Bumb. “Superbo! Molto difficile da prendere… davvero molto difficile… SÌ! NON CI CREDO! L’HA PARATA!”
    Sorridendo, Harry sfrecciò via, cercando il Boccino con lo sguardo, ben attento a non perdere una parola del commento di Lee. Era fondamentale tenere Malfoy lontano dal Boccino finché Grifondoro non avesse avuto almeno cinquanta punti di vantaggio.
    “Grifondoro in possesso, no, è Serpeverde in possesso… no! …Grifondoro torna in possesso, ed è Katie Bell, Katie Bell per Grifondoro con la Pluffa, sta risalendo il campo… L’HA FATTO APPOSTA!”
    Montague, un Cacciatore di Serpeverde, aveva scartato davanti a Katie, e invece di prendere la Pluffa le aveva afferrato la testa. Katie si rovesciò in aria, riuscì a rimanere in sella ma lasciò cadere la Pluffa.
    Il fischietto di Madama Bumb sibilò di nuovo mentre lei sfrecciava verso Montague e gli urlava contro. Un minuto dopo, Katie segnò un’altra rete.
    “TRENTA A ZERO! VI STA BENE, BRUTTI IMBROGLIONI-”
    “Jordan, se non riesci a commentare in modo imparziale…”
    “Dico le cose come stanno, professoressa!”
    Harry avvertì un’ondata di eccitazione. Aveva visto il Boccino… scintillava accanto a una delle porte di Grifondoro… ma non doveva prenderlo, non ancora. E se lo vedeva Malfoy…
    Fingendo un’improvvisa concentrazione, Harry voltò la Firebolt e filò verso il campo di Serpeverde. Funzionò. Malfoy si affrettò a inseguirlo, convinto che Harry avesse visto il Boccino laggiù.
    WHOOSH.
    Un Bolide sfrecciò accanto all’orecchio destro di Harry, colpito dal gigantesco Battitore di Serpeverde, Derrick. Un attimo dopo…
    WHOOSH.
    Il secondo Bolide sfiorò il gomito di Harry. L’altro Battitore, Bole, si avvicinava.
    “Che succede Potter?” Domandò Malfoy ghignando, affiancandolo. “Difficoltà a restare in sella? Forse quella scopa è troppo veloce per te.”
    Majutsu non lo guardò nemmeno, ma dentro di sé sorrise. Se Malfoy era così determinato a denigrarlo, significava che sarebbe stato dietro alle sue finte.
    Pensando ciò, ebbe una visione fugace di Bole e Derrick che filavano verso di lui con le mazze levate, e decisamente non avevano l’intenzione di colpire un fantomatico Bollide.
    Puntò la Firebolt verso l’alto all’ultimo secondo e Bole e Derrick si scontrarono con un fragore assordante.
    “Ha haaa!” Urlò Lee Jordan, mentre i Battitori di Serpeverde si allontanavano l’uno dall’altro tenendosi la testa fra le mani. “Peccato, ragazzi! Dovete darvi una svegliata se volete battere una Firebolt! E Grifondoro è di nuovo in possesso, ecco Johnson che prende la Pluffa… Flitt la segue… colpiscilo nell’occhio, Angelina! Scherzavo, professoressa, scherzavo… oh, no… Flitt in possesso, Flitt vola verso le reti di Grifondoro, dai, Baston, prendila!”
    Ma Flitt aveva segnato; ci fu uno scoppio di applausi dall’ala di Serpeverde e Lee disse una parolaccia così grossa che la McGranitt cercò di strappargli il megafono magico.
    “Mi perdoni, professoressa, mi perdoni! Non succederà più! Allora, Grifondoro è in vantaggio trenta a dieci, ed è in possesso…”
    Stava diventando la partita più sporca a cui avessero mai preso parte. Furiosi che Grifondoro fosse passato in vantaggio così in fretta, i Serpeverde ricorrevano ormai a ogni mezzo per prendere la Pluffa. Bole colpì Angelina con la mazza e si giustificò dicendo che l’aveva scambiata per un Bolide. George Weasley in cambio diede una gomitata in faccia a Bole. Madama Bumb assegnò altri rigori a entrambe le squadre, e Baston fece un altro salvataggio spettacolare. Il punteggio era quaranta a dieci per Grifondoro.
    “Scusate, mi sono persa…” Fece Lucy, guardando gli altri. “Quand’è che siamo passati da Quidditch a Wrestling su scope volanti?”
    “Non lo so… Ma per la prima volta mi dispiace non essere parte della squadra!” Esclamò Natsu. “Mi sarei divertito parecchio oggi!”
    Erza si fermò al fianco di Harry, approfittando di un momento di apparente calma, mentre Katie volava con la Pluffa in direzione delle porte avversarie.
    “Sembra quasi di essere a casa, eh?” Chiese sorridendo.
    “Già. Solo che qui sembrano voler fare davvero del male.” Replicò lui, guardandosi in giro per assicurarsi che Malfoy non vedesse il Boccino. “Dobbiamo fare attenzione a non intervenire direttamente. Uno dei nostri pugni sarebbe sufficiente per far cadere dalla scopa il povero idiota che ha creduto di poterci mettere fuori gioco.”
    “Tranquillo, lo so. Ora vediamo solo di mettere fine a questa partita!”
    Dicendo ciò Titania volò di sotto, giusto in tempo per recuperare la Pluffa che era stata rubata da Flitt e riuscendo subito a segnare, portando così Grifondoro a cinquanta punti.
    Harry sorrise, per poi tornare serio.
    “Già… dobbiamo farla finita presto.” Mormorò, per poi volare via.
    Fred e George restarono intorno ad Angelina, pronti a difenderla nel caso i Battitori avversari decidessero di colpirla. Per loro sfortuna, essi approfittarono della loro assenza per sparare entrambi i Bolidi contro Baston, colpendolo allo stomaco uno dopo l’altro, facendolo rotolare nell’aria, stretto alla scopa, col fiato mozzo.
    Madama Bumb era fuori di sé. “Non si attacca il Portiere se la Pluffa non è nell’area di rigore!” Strillò contro Bole e Derrick. “Rigore per Grifondoro!”
    E Angelina segnò. Sessanta a dieci. Un attimo dopo, Fred Weasley sparò un Bolide contro Warrington, facendogli perdere la Pluffa; Katie la prese e la spedì nella porta di Serpeverde. Settanta a dieci.
    La folla di Grifondoro si sgolava: ora la squadra aveva sessanta punti di vantaggio, e se Harry avesse preso il boccino, avrebbero vinto la Coppa. Harry sentiva centinaia di occhi seguirlo mentre volava per il campo, alto sulla partita, con Malfoy che filava alle sue spalle.
    E poi lo vide. Il Boccino brillava sei metri più in alto.
    Harry accelerò bruscamente; il vento gli fischiava nelle orecchie; tese la mano, ma all’improvviso la Firebolt rallentò.
    Majutsu si voltò, per poi sgranare gli occhi: Malfoy si era lanciato in avanti, afferrando la coda della Firebolt e trattenendolo con tutta la sua forza, sorridendo.
    “Tu…” Cominciò furioso, accorgendosi di aver perso di vista il Boccino, mentre Draco lasciava andare la presa, soddisfatto del suo risultato.
    “Rigore! Rigore per Grifondoro! Non ho mai visto un comportamento simile!” Strillò Madama Bumb, sfrecciando in su mentre Malfoy riscivolava a cavalcioni della sua Nimbus Duemilauno.
    “TU, CANAGLIA, IMBROGLIONE!” Ululava Jordan nel megafono, saltellando fuori dalla portata della professoressa McGranitt. “TU, SUDICIO IMPOSTORE BAST-”
    La McGranitt non pensò nemmeno a zittirlo. Stava agitando la mano in direzione di Malfoy, aveva perso il cappello e urlava furibonda anche lei.
    Hermione la guardò incredula, anche se in parte condivideva a pieno la sua reazione. Gray e Natsu, d’altra parte, non si fecero problemi a esprimere tutto il loro disappunto contro il biondo, facendo sbiancare i loro compagni di dormitorio.
    “N-Non credo di aver nemmeno mai sentito così tante imprecazioni assieme…” Mormorò Dean sotto shock.
    “Io neanche le conoscevo tutte…” Aggiunse Seamus altrettanto sconvolto, mentre Neville annuiva d’accordo. E aveva visto Natsu combattere contro Gerard.
    Katie batté il rigore per Grifondoro, ma era così arrabbiata che mancò la porta di diversi metri. La squadra di Grifondoro stava perdendo la concentrazione e i Serpeverde, eccitati dal fallo di Malfoy, cavalcavano a spron battuto, sempre più in alto.
    “Serpeverde in possesso, Serpeverde avanza verso la porta… Montague segna…” Gemette Lee. “Settanta a venti per Grifondoro…”
    Harry ora marcava il Cercatore avversario così stretto che le loro ginocchia continuavano a urtarsi. Harry non aveva intenzione di lasciar avvicinare Malfoy al Boccino.
    “Vattene, Potter!” Urlò Draco irritato, mentre cercava di voltarsi solo per trovarsi la strada sbarrata.
    “Che ti prende? Sei stato così coraggioso prima che ora te la fai sotto?” Lo prese in giro il moro.
    Draco digrignò i denti.
    “Angelina Johnson prende la Pluffa per il Grifondoro, dai, Angelina, DAI!”
    Harry si voltò. Ogni singolo giocatore di Serpeverde a parte Malfoy stava risalendo il campo verso Angelina, compreso il Portiere: volevano bloccarla a tutti i costi.
    Harry puntò la Firebolt, si chinò tanto da aderire al manico e la spronò in avanti. Come un proiettile, filò verso i Serpeverde.
    “AAAAARGH!”
    Gli avversari si dispersero mentre la Firebolt sfrecciava contro di loro; Angelina aveva via libera.
    “HA SEGNATO! HA SEGNATO! Il Grifondoro è in testa ottanta a venti…”
    Harry, che era quasi finito a testa in giù nelle tribune, si arrestò a mezz’aria, si voltò e schizzò di nuovo a centrocampo.
    E poi vide qualcosa che gli paralizzò il cuore. Malfoy era in picchiata, trionfante. Laggiù, a pochi piedi dalla superficie dell'erba, c’era un lieve scintillio d’oro…
    Harry puntò rapido la Firebolt verso il basso, ma Malfoy era miglia davanti a lui…
    “Vai! Vai! Vai!” Harry spronò la scopa… stava per raggiungere Malfoy… Harry si appiattì lungo il manico mentre Bole gli lanciava contro un Bolide, subito deviato da Fred… era alle calcagna di Malfoy… erano alla pari…
    Harry si gettò in avanti, staccò entrambe le mani dalla scopa… allontanò con un colpo secco il braccio di Malfoy e chiuse le mani.
    “Sì!”
    Interruppe la picchiata, la mano alzata in aria, e lo stadio esplose. Harry volò sulla folla, con un ronzio nelle orecchie e il pallino d’oro stretto in pugno, che sbatteva invano le ali contro le sue dita per liberarsi.
    Poi Baston sfrecciò verso Harry, accecato dalle lacrime; gli saltò al collo e scoppiò in un pianto irrefrenabile sulla sua spalla. Harry sentì due colpi secchi sulle spalle, il saluto di Fred e George, seguito da una pacca di Erza, mentre le altre due Cacciatrici esultavano. “Abbiamo vinto la Coppa! Abbiamo vinto la Coppa!”
    Aggrovigliata in un enorme abbraccio collettivo, la squadra di Grifondoro scese lentamente a terra, urlando a squarciagola.
    Ondate di tifosi scarlatti si riversarono in campo scavalcando le barriere. Mani festanti battevano sulle schiene dei giocatori. Harry ebbe una confusa impressione di rumore e di corpi che premevano contro il suo. Poi lui e il resto della squadra furono issati sulle spalle della folla. Spinto verso la luce, vide Hagrid tappezzato di coccarde scarlatte. “Li hai battuti, Harry, li hai battuti!”
    C’era Percy che, dimenticata ogni dignità, saltava su e giù come un pazzo. La professoressa McGranitt singhiozzava più forte di Baston, asciugandosi gli occhi in un’enorme bandiera di Grifondoro; e laggiù c’erano i loro compagni di Gilda, che si facevano largo a fatica verso Harry, che venne trasportato verso le tribune, dove Silente attendeva in piedi con l’enorme Coppa del Quidditch tra le mani.
     
     

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    L’euforia dei Grifondoro per aver finalmente conquistato la Coppa del Quidditch durò almeno una settimana. Anche il tempo sembrava festeggiare: con l’avvicinarsi di giugno, le giornate si fecero serene e afose, e l’unica cosa che veniva voglia di fare era passeggiare nei prati e gettarsi lunghi distesi sull’erba con parecchie pinte di succo di zucca gelato, a giocare qualche distratta partita a Gobbiglie o a guardare l’enorme piovra che avanzava sognante sulla superficie del lago.
    Ma non potevano permetterselo: gli esami erano vicini, e invece di impigrire in giro, gli studenti erano costretti a rimanere al castello, cercando di obbligare i cervelli a concentrarsi mentre seducenti sbuffi di aria estiva penetravano dalle finestre. Anche Fred e George furono visti studiare: dovevano ottenere il G.U.F.O. (Giudizio Unico per i Fattucchieri Ordinari), mentre Percy invece si preparava per il M.A.G.O. (Magia Avanzata Grado Ottimale), il diploma più alto che si potesse prendere a Hogwarts. Dal momento che sperava di entrare al Ministero della Magia, doveva ottenere il massimo dei voti. Diventava sempre più irritabile, e assegnava punizioni molto severe a chiunque disturbasse la pace serale della Sala Comune.
     

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    “Allora, hai deciso?” Chiese una voce tramite la Lacrima a Harry, che si trovava da solo chiuso in un’aula.
    “Sì.” Disse freddo. “Non sono totalmente d’accordo, ma sono con te. Tutto questo… va fermato.”
    “Ottimo! Sono contento di sentirtelo dire. Ora però parliamo di te: hai trovato il tuo amato padrino?”
    Majutsu ringhiò. “Non ancora, ma spero proprio che decida di farsi vivo di nuovo. Stavolta non mi lascerò sorprendere. Anche se mi chiedo perché abbia deciso di ignorarmi e aggredire Ron…”
    “Forse, dopo tanto tempo passato in prigione, è diventato mezzo cieco e ha visto male.” Ridacchiò la voce.
    “Forse… o forse vuole solo farmi abbassare la guardia. Piuttosto, tornando all’argomento di prima… puoi assicurarmi di nuovo il tutto?”
    “Sì, sì… tranquillo. Se è tutto quello che chiedi, posso farlo… Anche se sei troppo sentimentale per i miei gusti.”
    Majutsu non replicò, limitandosi a poggiare la mano sulla Lacrima.
    “Vedi solo di non tradire la mia fiducia.” Disse, disattivandola.
     

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    La settimana degli esami cominciò e una quiete innaturale scese sul castello. Il lunedì i ragazzi del terzo anno uscirono da Trasfigurazione all’ora di pranzo, mogi e pallidi, confrontando i risultati e lamentandosi per la difficoltà delle prove, compresa la trasformazione di una teiera in una testuggine.
    Poi, dopo un rapido pasto, tutti di nuovo di sopra per l’esame di Incantesimi. Dopo cena, gli studenti tornarono in fretta nelle Sale Comuni, non per rilassarsi, ma per ripassare Cura delle Creature Magiche, Pozioni e Astronomia.
    “Ma com’è possibile studiare così tanto, aye?!” Esclamò esasperato Happy, buttando a terra disperato il suo libro di Difesa contro le Arti Oscure. “È impossibile, aye!”
    Il mercoledì fu poi il turno di Erbologia, mentre giovedì dovettero vedersela con una corsa a ostacoli all’aperto organizzata dal professor Lupin, in cui dovevano attraversare una piccola vasca che conteneva un Avvincino, superare una serie di buche piene di Berretti Rossi, farsi strada lungo un sentiero nella palude ignorando i consigli maliziosi di un Marciotto e infine arrampicarsi dentro un vecchio tronco e combattere contro un Molliccio.
    “Ottimo lavoro Harry!” Mormorò Lupin con un sorriso mentre il ragazzo usciva dal tronco. “Punteggio pieno!”
    Contento del proprio successo, Majutsu rimase nei paraggi per vedere come se la cavavano gli altri, costatando con piacere che tutti quanti riuscirono a superarlo senza troppi problemi. Giusto Ron uscì dal labirinto leggermente pallido, dicendo di aver incontrato un Molliccio… e davvero, non riusciva a capire come avesse potuto trasformarsi in un simile soggetto.
    L’ultimo esame per il gruppo di Fairy Tail era Divinazione, mentre Hermione si diresse a quello di Antiche Rune.
    “Ci vuole vedere uno alla volta.” Li informò Neville mentre si sedevano vicino a lui fuori dall’aula. “Ma so già che questo sarà un totale fallimento…”
    “Beh, se ti può consolare, a parte Harry credo che ne usciremo male tutti quanti.” Ridacchiò Erza.
    “Già.” Sbuffò lui. “A me basterà dire di vedere la morte alleggiare sopra di me armata di falce e mi darà il pieno dei voti.”
    Uno a uno, tutti quanti salirono, finché Harry non restò da solo.
    Quando anche Erza scese, aveva un sorriso sul volto.
    “Che è successo?”
    “Oh, nulla. Ha solo tentato di predirmi una grande sventura… ed io le ho detto che nella Sfera di Cristallo vedevo solo un flauto. Non so perché, ma si è esaltata nel sentirlo. Chi la capisce… beh, ci vediamo dopo nella Sala Comune.”
    “Harry Potter!” Si sentì chiamare Majutsu, che sospirando salì le scale.
    La stanzetta della torre era più calda che mai; le tende erano tirate, il fuoco acceso e il solito aroma nauseante fece tossire Harry mentre inciampava nella folla di sedie e tavoli fino a raggiungere la professoressa Cooman, che lo aspettava seduta davanti a una grossa sfera di cristallo.
    “Buona giornata, mio caro.” Disse con voce dolce. “Se gentilmente vuoi guardare nell’Occhio… fai pure con calma… poi dimmi che cosa vedi…”
    Harry si chinò sulla sfera di cristallo e la fissò più intensamente che poteva, nella speranza che gli mostrasse qualcosa oltre alla solita nebbia bianca vorticante.
    “Allora?” Lo esortò la professoressa Cooman. “Che cosa vedi?”
    Il moro restò in silenzio a osservare il fumo dentro la sfera. Finora non aveva mai visto nulla al suo interno. Per questo fu non poco sorpreso quando vide un luccichio brillare al suo interno.
    “C’è qualcosa…” Mormorò, quasi dimenticandosi dell’insegnante, che si fece attenta. “Sta brillando…”
    “Riesci a capire di cosa si tratta?” Sussurrò la professoressa Cooman. “Concentrati…”
    Harry socchiuse gli occhi. “Sembra una moneta. Ma una che non ho mai visto prima… sembra antica…”
    “Davvero!” Bisbigliò la professoressa Cooman, scarabocchiando furiosamente sulla pergamena che teneva in bilico sulle ginocchia. “Ragazzo mio, come ti dissi a inizio anno, il tuo Occhio Interiore è forte. Riesci a vedere altro?”
    Majutsu era esaltato. Non si aspettava minimamente quello che stava succedendo.
    “Vedo dell’acqua. Ma è nera… e la moneta ci galleggia sopra.”
    “Interessante… Non ho mai visto nulla del genere…” Rifletté la Cooman, smettendo di scrivere. “Bene caro, direi che è tutto. Puoi andare.”
    Ancora intontito, il ragazzo si alzò, prendendo la borsa e girandosi.
    “Accadrà questa notte.”
    Harry si irrigidì, voltandosi lentamente.
    La professoressa Cooman si era irrigidita sulla sedia, con gli occhi bianchi e la bocca tremante.
    “Co… Come?” Balbettò Harry.
    Ma la professoressa Cooman parve non sentirlo. Poi, dopo qualche secondo, parlò di nuovo.
    “Il Signore Oscuro è solo e senza amici, abbandonato dai suoi seguaci. Il suo servo è rimasto in catene per dodici anni. Questa notte, prima di mezzanotte, il servo si libererà e cercherà di unirsi al padrone. Il Signore Oscuro risorgerà con l’aiuto del servo, più grande e più orribile che mai. Questa notte prima di mezzanotte il servo si libererà per unirsi al padrone…”
    Potter sgranò gli occhi, lasciando cadere a terra la borsa e afferrando la professoressa per le spalle.
    “Come? Devo saperlo, come succederà?!” Esclamò.
    “Il servo si è nascosto nella luce. È rimasto visibile per tutto questo tempo. Nemmeno l’Imprevisto potrà impedire la riunione con il suo padrone. Le fate si ritroveranno ad affrontare una grande minaccia… Ma il fiume… Il fiume le colpirà in pieno… Inarrestabile… Malvagio…”
    La testa le ricadde sul petto. L’insegnante emise una sorta di grugnito. Poi, all’improvviso, la sua testa si rialzò.
    “Mi dispiace tanto, caro ragazzo.” Disse sognante. “Dev’essere stato il caldo, sai… mi sono addormentata…”
    Harry continuò a guardarla, lasciandola andare.
    “C’è qualcosa che non va, mio caro? Sei diventato piuttosto pallido.”
    Majutsu non rispose, limitandosi a correre fuori dall’aula, sotto lo sguardo incuriosito dell’insegnante. Attraversò di corsa i corridoi, finché non si ritrovò fuori dal castello.
    “Questa notte…” Ansimò, riprendendo fiato. “Questa notte Black farà la sua mossa… Dobbiamo impedirlo a ogni costo!”




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    Ok, sono in ritardo esagerato, ma finalmente eccomi qui ad aggiornare!
    Scusatemi, ma è stato un periodo abbastanza pieno... tra Digimon tri, Harry Potter 8, il lavoro e altre cose... ma finalmente ci sono!
    Anticipo la domanda che mi farà sicuramente qualcuno: non so ancora se userò nella trama l'ottavo libro, semplicemente perché quando ho messo giù i piani di questa fiction non era nemmeno lontanamente previsto un possibile sequel dei sette libri. Quindi non mi resta che vedere direttamente se mi sarà possibile integrare qualcosa o no.
    Beh, ormai siamo quasi alla fine del terzo libro... e spero di riuscire a concluderlo prima di Natale XD
  6. .

    Cover64
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    “Ti hanno regalato cosa?!” Sputò Oliver Baston, facendo cadere a terra il catalogo di scope che teneva in mano, guardando incredulo Harry, che sospirò.
    “Una Firebolt, però per il momento non ce l’ho più. Visto che non sappiamo chi me l’ha spedita, l’ho lasciata alla McGranitt per farla controllare.”
    “Tu… Tu hai…” Bofonchiò il capitano della squadra, allontanandosi sconvolto.
    “Credo che un colpo di Hakai sarebbe risultato meno fatale per lui.” Ridacchiarono i due gemelli.
    “È solo una scopa.” Replicò Erza.
    “Non è solo una scopa! È una Firebolt!” Esclamò Ron, incredulo. “Davvero, come potete giocare a Quidditch e non interessarvi di queste cose?!”
    “Semplice: abbiamo questioni più importanti a cui pensare.” Rispose Majutsu. “Tipo trovare Black.”
    “Lo vuoi ancora uccidere?” Chiese Hermione, senza nascondere il suo timore.
    “Prima voglio chiedergli perché l’ha fatto. Mio padre sembrava fidarsi di lui ciecamente, fino alla fine.” Fece il moro, ripensando alla lettera della madre.
    “Io ancora non riesco a crederci!” Dichiarò Fred. “Per quasi tre anni siamo stati amici nientemeno che del figlio di uno dei nostri eroi! E ora sappiamo anche chi sono!”
    “E questo spiega come ha fatto Black a entrare a Halloween.” Mormorò Gray. “Se ha contribuito alla creazione della Mappa, possiamo ben pensare che la conosca a memoria.”
    “Il professor Lupin di certo ha già avvertito Silente di questo. Comunque, non può andarsene in giro facilmente con tutti quei Dissennatori.”
    Hermione si morse un labbro.
    “A proposito, Lupin ti ha più detto nulla sulle lezioni per affrontarli?” Chiese Natsu. “Non voglio rischiare di perdere contro di loro di nuovo.”
    “Sì, gli ho parlato ieri. Non appena si riprende dalla malattia, userà il dono di Dark per aiutarci. Anche se non mi ha detto di cosa si tratta.”
    “È ancora malato?” Domandò Neville. “Dev’essere proprio una brutta malattia…”
    “Beh, quello credo proprio di sì… In effetti, dubito fortemente che per lui sia un piacere.” Ammise Lucy.
    “Sai di cosa si tratta?” Chiese Ron, sorpreso.
    “Beh, da loro c’era da aspettarselo.” Ridacchiò Fred. “Ma sono curioso. Che cos’ha?”
    “Non è ovvio?” S’intromise una voce, facendoli sobbalzare.
    Era stata Melody a parlare, impegnata a leggere un libro d’incantesimi su una poltrona vicina.
    “Lo hai capito anche tu, aye?” Chiese sorpreso Happy.
    La ragazzina non parlava quasi mai, se non quando interpellata dai professori e poche altre occasioni. “Certo. Non è poi così difficile, ma per quel che mi riguarda, non è un problema.”
    “Nel senso che non è contagioso?”
    “Non di solito. Basta stargli lontano quando si aggrava.”
    “Quando si aggrava?” Ripeté Ginny, chinando leggermente la testa di lato.
    Melody sbuffò, chiudendo di colpo il libro e alzandosi. “Non sta a me dirvelo. Vedete un po’ di capirlo da soli.”
    E dicendo ciò salì in dormitorio.

    Il giorno dopo ripresero le lezioni.
    L’ultima cosa che gli studenti potevano desiderare, a esclusione di Gray, era passare due ore all’aperto in una gelida mattina di gennaio, ma Hagrid aveva preparato un falò pieno di Salamandre per divertirli, e trascorsero una lezione insolitamente piacevole raccogliendo legna secca e foglie per alimentare il fuoco, mentre le bestiole scorrazzavano su e giù per i ceppi incandescenti che si sgretolavano, e a evitare che Natsu si concedesse uno spuntino.
    La prima lezione di Divinazione del nuovo trimestre fu invece molto meno divertente: la professoressa Cooman era passata alla Lettura della Mano, e informò subito Harry che aveva le linee della vita più brevi che avesse mai visto, ottenendo un sospiro esasperato dal diretto interessato.
    Fu una settimana dopo che finalmente Lupin si avvicinò a loro al termine della sua lezione.
    “Vi andrebbe bene giovedì sera alle otto?” Majutsu, Titania, Natsu e Gray annuirono.
    “Che cosa faremo esattamente?” Domandò Erza, guardando il professore mettersi una mano sotto il mento.
    “Ho aperto il pacchetto che ci ha lasciato Dark. E devo dire che anche da assente dimostra quanto fosse diverso da noi. Vedrete, sono sicuro che con le vostre capacità riuscirete a padroneggiare l’incantesimo che ho in mente per voi in poche lezioni. Allora ci vediamo giovedì sera nella classe di Storia della Magia, d’accordo?”
    I quattro annuirono, per poi allontanarsi.

    Alle otto di giovedì sera, il gruppetto salutò gli amici e si diresse sul luogo della lezione. L’aula era buia e vuota quando arrivarono, ma Natsu provvide subito ad accendere le lanterne e dopo soli cinque minuti apparve il professor Lupin con la scatola lasciatagli da Dark, che posò sulla scrivania del professor Rüf.
    “Allora che cos’è?” Chiese Gray.
    “Un altro Molliccio.” Rispose Lupin, togliendosi il mantello. “Dark lo ha bloccato facendo in modo che possa diventare solo un Dissennatore. Sarà meno potente di uno vero e fortunatamente non potrà essere letale, ma per noi andrà più che bene.”
    “Mi pare un buon piano.” Annuì Erza.
    “Allora…” Il professor Lupin estrasse la bacchetta e fece cenno ai ragazzi di imitarlo. “L’incantesimo che cercherò di insegnarvi è magia molto avanzata… molto al di sopra del Fattucchiere Ordinario, e probabilmente nemmeno con la vostra… magia alternativa riuscirete a padroneggiarlo subito. Si chiama Incanto Patronus.”
    “Come funziona?” Domandò Harry, curioso.
    “Beh, quando funziona correttamente, evoca un Patronus.” Spiegò Lupin. “Che è una specie di Anti-Dissennatore. Un guardiano che fa da schermo fra te e il Dissennatore. Il Patronus è una forza positiva, una proiezione delle cose di cui si alimenta il Dissennatore: la speranza, la felicità, il desiderio di sopravvivere, ma non può provare la disperazione come i veri esseri umani, quindi i Dissennatori non sono in grado di fargli del male.”
    “Bello!” Esclamò entusiasta Natsu. “Che aspetto ha un Patronus?”
    “Ciascuno è unico per il mago che lo evoca.”
    “E come si fa a evocarlo? Mi pare di capire che non basti agitare la bacchetta, no?” Intervenne Erza.
    “Con un incantesimo che funziona soltanto se ti concentri con tutte le tue forze su un solo ricordo molto felice.”
    I quattro maghi restarono in silenzio. Un ricordo felice? Beh, con tutto quello che avevano passato in gilda non doveva essere troppo difficile.
    “L’incantesimo è questo.” Lupin si schiarì la voce. “Expecto Patronum!”
    “Expecto Patronum!” Ripeterono i quattro maghi. “Expecto Patronum!”
    “Vi state concentrando su un ricordo felice?”
    Tutti annuirono.
    “Expecto Patronum! Expecto Patronum!”
    Qualcosa schizzò fuori all’improvviso dalla punta delle loro bacchette, simile a un filo di gas argenteo.
    “Molto bene!” Esclamò Lupin con un sorriso. “Ora... siete pronti a provarci con un Dissennatore? Uno per volta ovviamente. Chi comincia?”
    “Io!” Si fece avanti Majutsu, stringendo forte la bacchetta e spostandosi al centro della classe.
    Lupin afferrò la scatola e l’aprì.
    Un Dissennatore si levò lentamente, il viso incappucciato rivolto verso Harry, una mano spettrale e coperta di croste che tratteneva il mantello. Le lanterne tutt’intorno guizzarono e si spensero. Il Dissennatore uscì dal contenitore e prese ad avanzare in silenzio verso Harry, traendo respiri rotti e profondi. Un’ondata di gelo pungente investì i presenti.
    “Expecto Patronum!” Urlò Majutsu. “Expecto Patronum! Expecto-”
    Ma la classe e il Dissennatore si stavano dissolvendo… Harry cadeva di nuovo in una fitta nebbia bianca, e la voce di sua madre risuonò nella sua testa…

    “Harry no! Harry no! Per favore… farò qualunque cosa…”

    Scrosci di risa penetranti… Si divertiva al suo terrore…
    “Harry!”
    Il moro riaprì di colpo gli occhi. Era disteso sul pavimento, a pancia in su. Le lanterne della classe erano di nuovo accese. Non dovette chiedere che cos’era successo.
    “Accidenti… Sarà falso, ma è decisamente efficace…” Borbottò, alzandosi a sedere.
    “Stai bene?” Gli chiese Lupin.
    “Sì…” Harry si aggrappò a un banco, si alzò e vi si appoggiò. “Solo il tempo di recuperare un po’ di forze.”
    “Ecco…” Lupin gli porse una Cioccorana. “Mangiala prima di riprovare. Non mi aspettavo che ce la facessi la prima volta. In effetti mi sarei stupito se ti fosse riuscito.”
    “Non credevo avrei provato di nuovo così tante difficoltà nell’apprendere un incantesimo…” Ammise Harry, per poi sorridere. “Sarà interessante.”
    Il professore lo guardò, mentre gli altri si affiancavano all’amico.
    “Ditemi… Questa Fairy Tail è davvero così bella? Silente non mi ha voluto dire molto, anche dopo avergli detto che sapevo la verità.”
    “È il posto migliore del mondo!” Esclamò Natsu. “Ci sono tutti i maghi più forti!”
    Lupin sorrise. “Capisco. Allora sono contento che Harry sia finito lì, però sono curioso… come hai fatto ad apprendere la loro magia?”
    Harry sospirò. “Non è stato affatto facile. Mi ci è voluto quasi un anno prima di riuscire a destreggiarla senza problemi. Sono stato aiutato dal mago più forte della gilda, ma anche con lui ci è voluto un po’. Dopotutto, immagino fosse perché da noi non esistono bacchette magiche, e qui sono secoli che i maghi usano solo quelle per eseguire le magie.”
    “Fai pure millenni.” Ridacchiò il professore.
    “Bene, ora direi che tocca a me.” Intervenne Erza, preparando la bacchetta.

    Il quartetto continuò nelle settimane successive a esercitarsi con l’Incanto Patronus, ottenendo di volta in volta risultati migliori, ma senza mai riuscire a evocarne uno vero e proprio.
    Corvonero giocò contro Serpeverde una settimana dopo l’inizio del trimestre. Vinse Serpeverde, anche se di stretta misura. Secondo Baston, era un bene per Grifondoro, che si sarebbe piazzato secondo se a sua volta avesse battuto Corvonero. Quindi Baston portò il numero degli allenamenti a cinque la settimana.
    Con le lezioni Anti-Dissennatore di Lupin, gli allenamenti di Quidditch e i compiti, il gruppo di Fairy Tail per la prima volta si ritrovò in difficoltà a gestire la situazione, ma quella che se la passava peggio di tutti era Hermione.
    Anche se ora sapevano come faceva a seguire tutte le lezioni, Harry ed Erza non potevano non preoccuparsi vedendo quanto fosse vicina a un esaurimento nervoso.
    “Bisogna fermarla, o esploderà davvero.” Fece preoccupato Gray, guardandola seduta in un angolo della Sala Comune, con parecchi tavoli coperti di libri, schemi di Aritmanzia, dizionari di rune, diagrammi di Babbani che sollevavano oggetti pesanti e quaderni su quaderni di appunti fitti fitti.
    “E non usa neppure gli Occhiali del Vento… non credevo fosse umanamente possibile!” Esclamò Lucy.

    Gennaio si trasformò quietamente in febbraio, senza alcun cambiamento nel tempo, ancora freddo pungente. La partita contro i Corvonero si avvicinava, ma Harry non aveva ancora ordinato una scopa nuova, aspettando pazientemente che la McGranitt terminasse di controllare la Firebolt: sapeva che anche se fosse stata maledetta, alla fine sarebbe rientrata in suo possesso, sicura al cento per cento. Il problema era Baston, che non aveva la sua stessa pazienza, e continuava a importunare la vicepreside per sapere a che punto era. Aveva anche perso cinque punti quando aveva fatto notare che anche se la scopa avesse disarcionato Harry, lui sarebbe riuscito a prendere il Boccino prima di cadere a terra.
    Una sera, dopo la lezione anti-Dissennatori, Lupin tirò fuori una bottiglia di Burrobirra, che i quattro studenti accettarono volentieri di bere, avendo avuto già modo di assaggiarla a Hogsmeade.
    “Grazie mille.” Fece Natsu, mandando giù tutto il contenuto del bicchiere in un solo sorso. “Almeno qualcosa di buono dopo tutti questi tentativi andati a vuoto.”
    “Non dire così. State facendo ottimi progressi. Vi ho detto che ci sono anche maghi che non riescono a usarlo.”
    “Io credevo che un Patronus schiacciasse i Dissennatori, che li facesse sparire… Ma il massimo che abbiamo ottenuto è stato farlo indietreggiare.” Commentò Gray scocciato.
    “Un vero Patronus lo fa.” Rispose Lupin. “Ma non dovete preoccuparvi. Se i Dissennatori si fanno vedere alla prossima partita di Quidditch, sarete in grado di tenerli a bada abbastanza a lungo da riuscire a tornare a terra.”
    “Spero che non succeda. Voglio affrontarli, è vero, ma se posso evitare finché possibile o finché non sono sicuro di vincere…” Mormorò Majutsu.
    “Professore…” Intervenne Erza, poggiando delicatamente il bicchiere sul tavolo. “Mi chiedevo… che cosa c’è sotto il cappuccio dei Dissennatori?”
    Gli altri tre compagni la guardarono in silenzio, ma tutti loro condividevano la stessa curiosità.
    “Non si sa.” Disse Lupin dopo qualche secondo. “I soli che l’hanno visto… beh, non sono in grado di raccontarlo.”
    “È come il Basilisco?”
    Il professore scosse la testa. “Molto peggio. Il Dissennatore abbassa il cappuccio solo quando decide di usare la sua arma peggiore.”
    “Quale?”
    “Lo chiamano il Bacio del Dissennatore.” Spiegò Lupin con un sorriso un po’ obliquo. “È quello che fanno i Dissennatori quando vogliono distruggere completamente qualcuno. Immagino che ci siano delle fauci lì sotto, perché le stringono sulla bocca della vittima e… le succhiano l’anima.”
    Tutti e quattro i maghi sputarono un po’ di Burrobirra.
    “Fanno cosa?!” Esclamò incredula Erza.
    “Non è come ucciderli?” Chiese invece Gray.
    “Oh, no. È molto peggio. Puoi esistere anche senza l’anima, sai, purché il cuore e il cervello funzionino ancora, ma non avrai più nessuna idea di te stesso, nessun ricordo… nulla. Non è possibile guarire. Esisti e basta. Come un guscio vuoto. E la tua anima se n’è andata per sempre… è perduta.”
    Lupin prese un altro sorso di Burrobirra e poi disse: “È la sorte che attende Sirius Black. C’era scritto stamattina sulla Gazzetta del Profeta. Il Ministero ha dato ai Dissennatori il permesso di procedere se lo trovano.”
    Harry restò in silenzio. “Capisco. Quindi è così che finirà…”
    “Ti dispiace per lui?” Domandò il professore.
    “Non so… fino a prima di Natale, avrei gioito di questa notizia… ma ora… Non posso negare che ho diversi dubbi.”
    “Gli stessi che ho io. Ancora fatico a credere che abbia davvero tradito James e Lily. E ucciso Peter…”
    “Perché? Perché l’ha fatto?”
    “Qualunque sia stato il motivo, è imperdonabile.” S’intromise Gray. “Ha tradito i suoi amici, gli ha voltato le spalle… li ha venduti al nemico! E solo per il suo tornaconto personale!”
    Harry distolse lo sguardo, mentre Erza lo fissava sconsolata.

    “Potter.” Si sentì chiamare la mattina dopo dalla McGranitt, che si avvicinò al tavolo di Grifondoro. “Abbiamo fatto tutto quello che ci veniva in mente, e sembra che non abbia niente che non va... hai un vero amico da qualche parte, Potter.”
    Dicendo ciò agitò la bacchetta, per poi far apparire tra le mani di Majutsu la sua Firebolt, splendida come quando l’aveva ricevuta.
    “Yahoo!!!” Esultò Baston, saltando in piedi e alzando le braccia, ricevendo uno sguardo sorpreso da tutti quanti. “E proprio il giorno prima della partita! Fantastico!”
     
    ~~~~~~~~~~~


    Melody fece il solletico a una pera dipinta in un quadro di frutta, facendo così aprire un passaggio segreto. Senza preoccuparsi di nulla lo varcò, venendo subito accolta da decine di elfi domestici, tutti con la stessa uniforme, ovvero uno strofinaccio con ricamato il blasone di Hogwarts, drappeggiato a mo’ di toga.
    “Signorina Melody!” Squittì uno di essi. “Bentornata!”
    La ragazza sorrise, mentre un altro elfo le portava un vassoio pieno di cibo.
    “Grazie. Avevo una certa fame, ma sopra tutti non fanno che parlare di Quidditch… è una tale noia…”
    “Non si preoccupi. Può venire qui quando vuole!”
    La ragazza annuì, per poi sedersi a un tavolino lì vicino. Ma prima ancora di poter dare un morso, la porta della cucina si aprì di nuovo, facendo entrare un ragazzo con la divisa di Grifondoro.
    Dudley richiuse la porta dietro di sé, venendo anche lui accolto subito dai gioiosi elfi. I suoi occhi però si allargarono quando vide Melody, che tuttavia cominciò a mangiare senza degnarlo di un ulteriore sguardo.
    Il ragazzo, tremando, prese il vassoio che gli veniva offerto, per poi allontanarsi.
    “Cos’è tutto questo nervosismo?” Domandò la ragazza, senza guardarlo. “Sono qui anch’io, non andrò di certo a fare la spia perché ti sei intrufolato nelle cucine. O sono io a farti così tanta paura?”
    Dudley deglutì. “N-No… solo, non sono abituato a stare con altri ma- compagni. Preferisco stare da solo.”
    Alla ragazza non era sfuggito il suo lapsus, ma lo ignorò. “Immagino sia per questo che non ti ho mai visto prima.”
    “G-Già… vengo sempre qui a mangiare… Ho sentito alcuni che dicevano come entrare e così-”
    “Smettila di giustificarti.” Sbottò Melody, addentando una salsiccia. “Lo odio.”
    “S-Scusa.”
    “Nemmeno tu sei un fan del Quidditch, vero? Altrimenti saresti già andato allo stadio per non farti vedere, stando a quel che dici.”
    “I-Infatti… non mi è mai piaciuto… Sono di origini Babbane, e sono ancora legato ai loro sport…”
    “Ti capisco. È lo stesso anche per me, anche se non mi sono mai appassionata nemmeno agli sport Babbani. Ho sempre preferito studiare.”
    Dudley annuì, muovendosi per allontanarsi, solo per fermarsi dopo un paio di passi.
    “Forse…” Mormorò a bassa voce, per poi girarsi. “S-Scusa la domanda… tu per caso ti ricordi la parola d’ordine per entrare nella Sala Comune? Ho dimenticato quella nuova…”
    “Non mi sorprende. Pure io ne devo tenere nota, a causa di quel quadro pazzo.” Rispose la ragazza, tirando fuori un foglio dalla tasca. “Vediamo… oggi la parola d’ordine è ‘Medioevo fellone’. Certo che sono proprio assurde…”
    “G-Grazie…” Fece Dudley.
    “La prossima volta vedi di chiederla prima di allontanarti.”
    “L-Lo farò. C-Ciao.” Detto ciò corse fuori, lasciando Melody a bere il suo succo di zucca.
    “Così finalmente sono riuscito a incontrarlo… il misterioso studente.”
     
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    Alle undici meno un quarto, la squadra di Grifondoro si avviò agli spogliatoi. Il tempo non avrebbe potuto essere più diverso da quello della partita contro Tassorosso. Era una giornata limpida e fresca, con un venticello leggero; questa volta non ci sarebbero stati problemi di visibilità.
    “Sapete che cosa dobbiamo fare.” Affermò Baston mentre si preparavano a uscire dagli spogliatoi. “Se perdiamo questa partita, siamo fuori gara. Voi… comportatevi come negli allenamenti e andrà tutto bene!”
    Uscirono in campo, accolti da un tumultuoso applauso. La squadra di Corvonero, vestita di blu, era già schierata a metà campo. Il loro Cercatore, Cho Chang, era l’unica ragazza della squadra.
    “Baston, Davies, stringetevi la mano.” Disse Madama Bumb spiccia, e Baston tese la mano al capitano di Corvonero.
    “Salite sulle scope… al mio fischio… tre… due… uno…”
    Harry si librò a mezz’aria e la Firebolt scattò più alta e più veloce di ogni altra scopa; il suo cavaliere fece un giro di prova sopra lo stadio e prese a guardarsi in giro in cerca del Boccino, ascoltando la cronaca affidata all’amico dei gemelli Weasley, Lee Jordan.
    “Sono partiti, e l’attenzione di tutti in questa partita è puntata sulla Firebolt che Harry Potter cavalca per Grifondoro. Secondo la Guida ai Manici di Scopa, la Firebolt sarà la scopa prescelta dalle squadre nazionali alla Coppa del Mondo di quest’anno…”
    “Jordan, ti dispiacerebbe dirci che cosa succede in campo?” Lo interruppe la voce della professoressa McGranitt.
    “Sicuro, professoressa… stavo dando solo qualche informazione in più… la Firebolt, tra parentesi, monta un Incantesimo Autofrenante e-”
    “Jordan!”
    “Ok, ok, Grifondoro in possesso di palla, Erza Scarlett sfreccia verso la porta…”
    Harry oltrepassò Katie puntando nella direzione opposta e guardandosi in giro in cerca di uno scintillio dorato. Cho Chang se ne accorse subito, lo tallonava. Era una giocatrice esperta: continuava a tagliargli la strada, costringendolo a cambiare direzione.
    “Falle vedere come acceleri, Harry!” Urlò Fred, superandolo per puntare a un Bolide che si dirigeva verso Erza.
    Majutsu spinse in avanti la Firebolt mentre giravano attorno alle porte di Corvonero, e Cho rimase indietro. Proprio mentre Katie segnava il primo goal della partita, e i giocatori di Grifondoro esultavano, lo vide: il Boccino era quasi a terra e svolazzava vicino a una delle barriere.
    Harry scese in picchiata; Cho lo vide e si lanciò al suo inseguimento. Potter accelerò, pervaso dall’eccitazione; le picchiate erano la sua specialità, mancavano solo tre metri…
    In quel momento un Bolide, colpito da uno dei Battitori di Corvonero, balzò fuori dal nulla. Harry deviò e lo evitò per un pelo. In quei pochi cruciali istanti, il Boccino sparì.
    Dai tifosi di Grifondoro si alzò un grosso “Oooooh!” di delusione e dall’ala di Corvonero esplose un fragoroso applauso per il Battitore. George manifestò il suo disappunto sparando il secondo Bolide direttamente contro il Battitore avversario, che fu costretto a rovesciarsi a mezz’aria per evitarlo.
    “Grifondoro è in vantaggio per ottanta a zero, e guardate quella Firebolt come fila! Potter la sta mettendo davvero alla prova, guardate come la fa girare, e la Comet di Chang non è certo all'altezza, la precisione e l’equilibrio della Firebolt sono davvero straordinari in questi lunghi-“
    “JORDAN! TI PAGANO PER FARE PUBBLICITÀ ALLE FIREBOLT? VAI AVANTI CON LA CRONACA!”
    Corvonero si riscosse: segnò tre reti, lasciando a Grifondoro un vantaggio di soli cinquanta punti. Se Cho avesse preso il Boccino prima di Harry, Corvonero avrebbe vinto.
    Majutsu planò verso il basso, evitando di stretta misura un Cacciatore di Corvonero, e scrutò il campo, in ansia. Un brillio d’oro, un palpito di piccole ali… il Boccino era laggiù, attorno alla porta di Grifondoro...
    Harry accelerò, gli occhi incollati al frammento d'oro davanti a lui, ma un attimo dopo Cho apparve dal nulla e gli sbarrò la strada, facendogli digrignare i denti per il fastidio, costringendolo a deviare, perdendo così nuovamente di vista il Boccino.
    Il moro puntò poi verso l’alto la Firebolt e presto fu a oltre sessanta metri. Con la coda dell’occhio vide che Cho lo seguiva… aveva deciso di marcarlo stretto invece di andare a cercare il Boccino.
    “Bene…” Mormorò, sorridendo. “Allora preparati a sudare.”
    Si tuffò di nuovo in picchiata, e Cho, convinta che avesse visto il Boccino, cercò di stargli dietro. Harry si rialzò bruscamente e lei continuò a precipitare, lui scattò di nuovo, veloce come un proiettile, e poi lo vide per la terza volta. Il Boccino scintillava alto sul campo, dalla parte di Corvonero.
    Accelerò, così fece Cho, parecchi piedi più in basso. Harry era in vantaggio, si avvicinava al Boccino ogni secondo di più.
    “Oh!” Urlò Cho, indicando qualcosa.
    Distogliendo un attimo la sua attenzione dal Boccino, Majutsu abbassò lo sguardo.
    Tre Dissennatori. Tre alti, neri Dissennatori incappucciati, guardavano verso di lui.
    Non indugiò a pensare. S’infilò una mano sotto la divisa, estrasse la bacchetta e accorgendosi appena che Erza lo aveva raggiunto, pronta a imitarlo, ruggì l’incantesimo.
    “Expecto Patronum!”
    Qualcosa di enorme, di un bianco argenteo, spuntò dalla punta delle loro bacchette. Harry sapeva di averla puntata direttamente verso i Dissennatori ma non si fermò a vedere che cosa succedeva; con la mente ancora miracolosamente sgombra, guardò davanti a sé, c’era quasi, tese la mano che ancora stringeva la bacchetta e riuscì a stento a serrare le dita attorno al minuscolo Boccino che si divincolava.
    Madama Bumb fischiò e Majutsu si voltò a mezz’aria e vide sei macchie scarlatte che puntavano su di lui. Un attimo dopo, tutta la squadra lo abbracciava così forte che quasi lo fece cadere dalla scopa. In basso echeggiavano le urla dei Grifondoro tra la folla.
    “Così si fa!” Ripeteva Baston urlando. Nel caos più totale, la squadra riuscì a scendere a terra. Harry smontò dalla scopa e vide un branco schiamazzante di tifosi di Grifondoro che correvano in campo, Ron in testa. Prima di rendersene conto, si trovò circondato da una folla festante.
    “Sì!” Strillò Ron, alzando il braccio di Harry. “Sì! Sì!”
    “Ottimo lavoro!” Esclamò Natsu.
    “Bravo, Harry!” Ruggì Seamus Finnigan.
    “Maledettamente bravo!” Esplose Hagrid sulle teste dei Grifondoro che si accalcavano.
    “Quello sì che era un Patronus, quasi completo direi.” Disse una voce all’orecchio di Harry.
    Majutsu si voltò e vide il professor Lupin, insieme scosso e compiaciuto.
    “Che strano però… non ho sentito il solito freddo quando si sono avvicinati.” Commentò il moro, notando solo in quel momento che Erza stava ridacchiando.
    “Forse perché non erano dei veri Dissennatori.” Gli disse, per poi indicare il punto dove avevano lanciato il Patronus.
    Là, per terra, in un mucchio aggrovigliato, c’erano Tiger, Goyle e Marcus Flitt, il capitano dei Serpeverde, che lottavano per liberarsi dei loro lunghi mantelli neri col cappuccio.
    La professoressa McGranitt, furiosa come non mai, era in piedi di fronte a loro. “Davvero un tiro spregevole!” Tuonava. “Un basso, vile tentativo di sabotare la squadra di Grifondoro! Siete tutti puniti, e cinquanta punti in meno per Serpeverde! Ne parlerò con il professor Silente, non dubitate! Ah, eccolo che arriva!”
    Seduto sopra gli spalti, Malfoy si portò una mano in faccia, sospirando. “Che idioti… Come se avesse potuto davvero funzionare…”

    Quella sera, la sala di Grifondoro fu scenario di una delle più grandi feste che avesse mai visto. Fred e George Weasley erano scomparsi per un paio d’ore, tornando con bracciate di bottiglie di Burrobirra, Zuccotti di zucca e parecchi sacchetti pieni di dolci di Mielandia.
    “Come avete fatto?” Strillò Angelina Johnson, mentre George lanciava Rospi alla Menta tra la folla.
    “Con un piccolo aiuto di alcuni vecchi amici.” Rispose ridendo Fred.
    La festa dei Grifondoro finì solo quando la professoressa McGranitt comparve in vestaglia scozzese e retina sui capelli, all’una di notte, insistendo perché andassero tutti a dormire. 


    “Ah, era da tempo che non sentivo tanto entusiasmo!” Esclamò a se stesso Sir Cadogan, mandando giù in un sol sorso un bicchiere di vino. “Quei felloni si sono fatti sentire per bene!”
    Riempiendosi nuovamente il bicchiere, il ritratto non fece neppure caso alle due figure che si avvicinarono.
    “Medioevo fellone.” Disse uno dei due.
    “Oh, due ritardatari? Beh, non ho ancora cambiato parola d’ordine, perciò prego.” Fece distrattamente il quadro, per poi rivelare il passaggio.
    Sirius Black e Dudley Dursley entrarono così nella Sala Comune di Grifondoro.

    Majutsu era sdraiato sul letto, con gli occhi chiusi.
    La vittoria di oggi gli aveva sollevato il morale, ma i suoi pensieri ora erano diretti verso tutt’altra direzione.
    “Farò davvero bene?” Pensò, sospirando interiormente.
    Le sue riflessioni tuttavia s’interruppero quanto sentì la porta aprirsi lentamente.
    Fece per alzarsi, ma si fermò quando sentì appena i passi della persona che stava entrando.
    Facendo attenzione a non farsi vedere, aprì piano gli occhi.
    Lì, in mezzo al loro dormitorio, illuminato dalla debole luce della luna che filtrava traverso le finestre, c’era Sirius Black, con in mano un pugnale, che si guardava attorno.
    Majutsu fu subito tentato di far apparire la sua spada e attaccarlo, senza nemmeno pensare a come fosse entrato. Tuttavia aspettò. Quella notte non aveva messo le tende attorno al letto, quindi era ben visibile, eppure l’assassino gli aveva giusto rivolto uno sguardo, per poi tornare a guardare le altre tende.
    “Che cosa fa? Perché non mi attacca?” Pensò, pronto a scattare in qualsiasi momento contro di lui.
    “Eccoti qua…” Sussurrò Black, sorridendo, per poi abbassare il pugnale verso la tenda di Ron.
    Quello per Majutsu fu il segnale.
    Senza aspettare oltre, saltò in piedi, evocando la sua spada e mettendosi in mezzo, riuscendo a impedire al criminale di portare a termine il suo attacco.
    “Non so cosa tu abbia in mente, ma non ti lascerò fare nulla!” Urlò, allontanando un sorpreso Black.
    Immediatamente gli altri nella stanza cominciarono a svegliarsi, scostando le tende.
    “Maledizione!” Imprecò Sirius, per poi correre fuori, subito seguito da Harry.
    “C-Che cosa sta succedendo?” Domandò un addormentato Seamus, giusto in tempo per vedere il ricercato correre fuori con alle calcagna Majutsu. “B-Black?!”
    Sirius corse giù per le scale, ritrovandosi nella Sala Comune, con Dudley, che indossò subito il cappuccio, ad attenderlo.
    “Il piano è fallito! Andiamocene subito!” Urlò al complice.
    Tuttavia dovette abbassarsi per evitare un incantesimo da Harry, che li aveva raggiunti.
    “Voi non andate proprio da nessuna parte!” Gli gridò contro lui, facendo sparire la spada e alzando la mano destra verso di loro. “Soprattutto tu, traditore.”
    “Harry, mi pare di avertelo già detto… Morirei piuttosto che tradire i miei amici.” Replicò Black, per poi sorridere. “Ora, credo invece di dover ringraziare te e la tua amica…”
    “Harry, cosa succede?!” Esclamò Natsu, scendendo dalle scale seguito dal resto dei Grifondoro maschi, svegliati dalle urla.
    “Quello è Sirius Black!” Esclamò incredulo Percy, osservando il criminale.
    “ORA!” Urlò invece l’uomo a Dudley, che annuì, per poi portare una mano in tasca e tirando fuori quella che sembrava una piccola granata, che gettò subito a terra.
    Immediatamente l’intera sala venne avvolta dal fumo, costringendo tutti a coprirsi gli occhi.
    Quando il fumogeno esaurì il suo effetto, di Black e del suo complice non c’era più alcuna traccia.
    “No!” Urlò Harry.
    “Che cosa sta succedendo?” Domandò Erza, scendendo assieme a Lucy e Hermione.
    “Black! Ecco cosa succede!” Replicò Majutsu.
    “Ma non è possibile!” Fece Percy. “Come diamine ha fatto a entrare?!”
    “Non ne abbiamo idea… la Sala Comune è priva di passaggi segreti.” Rispose Fred, incredulo come gli altri.
    “Insomma, quando è troppo è troppo!” Era la professoressa McGranitt. Sbatté il ritratto alle sue spalle entrando nella Sala Comune e si guardò intorno furente.
    “Sono felice che Grifondoro abbia vinto la partita, ma la cosa sta diventando ridicola! Percy, da te mi aspettavo di più!”
    “Professoressa… Non è come pensa… Non stavamo festeggiando e-”
    “Sirius Black è entrato qui dentro!” Disse subito Harry.
    La professoressa McGranitt lo fissò incredula. “Non dire sciocchezze, Potter. Come avrebbe fatto a passare attraverso il ritratto?”
    “Glielo chieda!” Replicò Gray. “Lo abbiamo visto tutti! Era assieme a uno studente!”
    La professoressa McGranitt riaprì il ritratto e uscì. Tutta la Sala Comune tese le orecchie, il fiato sospeso.
    “Sir Cadogan, avete lasciato entrare qualcuno nella Torre di Grifondoro che non fosse uno studente?”
    “Ma certo, Madama!” Assentì Sir Cadogan.
    Un silenzio attonito si diffuse dentro e fuori la Sala Comune.
    “D-Davvero?” Balbettò la professoressa McGranitt. “Ma... la parola d’ordine?”
    “La sapeva il ragazzo al suo fianco. Era incappucciato, ma indossava lo stemma di Grifondoro e non mi sono fatto nessun problema. Dopotutto, le condizioni sono che si dica la parola, no?”
    La professoressa McGranitt tornò dall’altra parte del ritratto, dove l’attendeva una folla turbata. Era bianca come gesso.
    “Chi di voi ha fatto entrare Black?”
    Nessuno parlò.
    Infine Melody alzò la mano.
    “Temo che sia colpa mia, professoressa. Ho rivelato la parola d’ordine a uno studente che me l’ha chiesta stamattina. Non l’avevo mai visto prima, ma indossava le vesti di Grifondoro. Non pensavo ci potesse essere un impostore.” Disse con voce atona, con gli occhi che non tradivano alcuna emozione.




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    Ed eccomi finalmente ad aggiornare!
    Ebbene, come potete vedere, ora le cose cominciano sì ad andare diversamente... purtroppo per Sirius XD.
    E Neville stavolta si è salvato dalla punizione della McGranitt, anche se a discapito di un'altra studente... ma va beh, così è la vita XD.
    Beh, direi che non c'è mollto altro da dire... perciò ci sentiamo per il prossimo capitolo! (che dovrebbe arrivare come sempre tra un mese circa)
  7. .

    Capitolo 63: Fiamme, lettera e riunione
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    Harry saltò di lato per evitare una sfera di elettricità che Hakai gli aveva lanciato contro. 
    “Ma per quanto ancora vuole combattere?!” Sbottò Natsu, cercando di colpirlo con un pugno infuocato, ma mancandolo. 
    “Se sperate di stancarmi, allora dovrete aspettare parecchio tempo.” Li derise il Custode del Caos, parando un affondo da parte di Erza, seguito da uno proveniente da Neville. “Sono invincibile! Nessuno di voi può sconfiggermi!” 
    “Questo solo finché non arriva Dark.” Ripeté Hikari, alzando una mano per respingere una sfera d’acqua, guardando con la coda dell’occhio gli altri maghi, Silente compreso, che stavano assistendo Gray. 
    “Stai zitto!” Abbaiò Natsu. “T’insegneremo noi a non metterti contro Fairy Tail!” 
    “Umpf. Vediamo che cosa sai fare una volta privato del tuo fuoco.” Fece Hakai, per poi schioccare le dita. 
    Immediatamente le fiamme che avvolgevano le mani del Dragon Slayer cominciarono a volare verso il Custode del Caos, con le quali cominciò a creare una sfera. 
    “C-Cosa…” Balbettò incredulo Dragonil, vedendo il fuoco scomparire completamente. 
    “Se ben ricordo, tu non puoi mangiare il tuo stesso fuoco, no? Allora vediamo quanto sai resistere!” Urlò Hakai, per poi rispedirgli contro la sua magia, che colpì in pieno il rosato, facendolo volare contro il muro. 
    “Natsu!” Gridò Harry, per poi correre verso l’avversario, cercando di colpirlo con la spada, ma riuscendo solo a tagliargli il vestito. 
    “Tutto qui quello che Majutsu può fare? Nonostante il mio opposto abbia rinforzato la tua spada e l’armatura, il tuo potere non è aumentato. E sono sicuro che il mio Heartless è stato sconfitto da Dark e non da voi, vero?” 
    “Anche se è vero, non significa che ci arrenderemo! Noi siamo maghi di Fairy Tail!” 
    “Ben detto!” Affermò una voce. 
    Tutti si girarono, giusto in tempo per vedere una fiammata arancione colpire in pieno Hakai, facendolo allontanare di diversi metri. 
    “Chi osa-” 
    “È passato un po’ di tempo, Hakai.” Continuò la voce. 
    Sopra di loro, un ragazzo dai ritti capelli castani e gli occhi arancioni osservava la scena. Si manteneva in volo grazie a delle fiamme dello stesso colore dei suoi occhi, che sembravano uscire da dei guanti, e sulla fronte era ben evidente una fiamma che ardeva quasi incontrollata, senza però intaccare in alcun modo il suo proprietario. 
    “Tsuna!” Chiamò Hikari, contenta. “Allora ha scelto te come soccorso!” 
    “Beh, ho pensato che un’altra persona in grado di usare le fiamme non avrebbe fatto male.” Fece Dark, entrando nella Sala Grande affiancato da Hermione. 
    “È anche lui un Dragon Slayer?” Chiese Lucy. “O è l’altro Natsu? In fondo, il nome è praticamente lo stesso…” 
    “No, non sono Natsu.” Rispose il ragazzo, per poi atterrare, facendo sparire il fuoco attorno alle mani. “Non sono neppure un mago puro.” 
    “Un mago puro?” 
    “Intende dire che i suoi poteri magici derivano dal Keyblade.” Rispose Hermione. “Ho visto molte altre persone come lui… molti di loro mi hanno detto che in origine erano quasi tutti semplici Babbani.” 
    “Aspetta… vuoi dire che tu sei stata nel suo mondo?” Domandò incredulo Ron, ricevendo un assenso. 
    “Sì, ho visto centinaia di altri Custodi.” Rispose la castana. 
    “Così finalmente sei arrivato, Dark.” Li interruppe Hakai, sorridendo. “Non importa chi hai portato, io voglio combattere solo contro di te!” 
    “Non sottovalutare Tsuna.” Replicò l’incarnazione dell’Equilibrio. “È uno dei Custodi che ha superato il mio esame. Ha il potere di sconfiggerti quanto me e Hikari.” 
    Come a volerlo confermare, il ragazzo con la fiamma sulla fronte alzò una mano. Lì, in un turbinio di fiamme, apparve un Keyblade nero, con incisi lungo il manico dei simboli, che ricordavano una tempesta, un tuono, una nuvola, il sole, la nebbia e una goccia d’acqua, con uno sfondo azzurro. Come ciondolo invece aveva un proiettile in uno stemma, affianco del quale c’erano due pistole. 
    “Esatto. Io sono uno dei tredici Lord del Keyblade. Uno dei Custodi con il potere di affrontare le entità creatrici dell’universo.” Dichiarò Tsuna, per poi alzare la mano libera, creando una sfera di fuoco. “Natsu, prendi!” Urlò, lanciandola verso il Dragon Slayer, che riuscì a rimettersi in piedi, sorridendo. 
    “Finalmente si mangia!” Esclamò, spalancando la bocca e risucchiando in pochi istanti le fiamme arancioni. 
    Subito dopo si lasciò avvolgere completamente da esse. 
    “Fantastico! Non ho mai mangiato nulla di così buono!” Affermò, senza far scomparire il fuoco. 
    “Sono le mie Fiamme dell’Ultimo Desiderio.” Spiegò Tsuna. “Solitamente, per ottenerle bisogna morire. Puoi chiamarle anche Fiamme del Cielo.” 
    “E con questo? Sono comunque più forte di voi e-” 
    Hakai non concluse la frase che venne colpito in faccia dai due ragazzi del fuoco, che lo fecero letteralmente volare attraverso l’intera Sala Grande. 
    Tsuna scomparve in una vampata, riapparendo nel punto dove il Custode stava per cadere, colpendolo nuovamente e spedendolo contro il Dragon Slayer, che lo fece schiantare sul pavimento con un calcio. 
    “Incredibile… Natsu sembra potente quasi come quando aveva assorbito l’Eterion…” Commentò Neville, per poi voltarsi verso Dark, che raggiunse Gray, chinandosi su di lui. 
    “Ecco.” Fece, tirando fuori da una tasca un fagiolo e mettendolo in bocca al mago del ghiaccio, per poi forzarlo a mandarlo giù. “Questo l’ho preso tempo fa da un certo gatto. Rimarginerà la ferita e rigenererà la sua magia. Preferisco farlo guarire così piuttosto che forzare la sua guarigione con la mia magia.” 
    “Ma è solo un… fagiolo…” Fece Lucy, zittendosi quando vide la ferita cominciare a rimarginarsi, per poi chiudersi senza lasciare nemmeno una cicatrice. “Com’è possibile?!” 
    “Nel mondo da cui provengono, questi fagioli vengono usati per guarire ferite molto più gravi.” Disse Dark, rialzandosi ed evocando il suo Keyblade. “Silente, mi spiace per tutti i danni causati al castello. Dopo vi porrò rimedio.” 
    “Non importa. L’unica cosa che mi rattrista è scoprire che dei ragazzi sono costretti a combattere in questo modo, ed io rispetto a loro sono impotente.” 
    “Sono tutti fattori esterni e al di là delle tue capacità. Resti comunque il più grande mago di questo mondo, Albus. E gli errori… pure io ne faccio, e anche gravi.” 
    “Tu che possiedi un potere tanto grande… come fai a conviverci?” 
    Lucy e Luna si voltarono a guardarlo, incuriosite dalla prossima risposta. 
    “Riesco a farlo perché so che presto finirà.” Si limitò a rispondere, per poi lanciarsi in corsa nella battaglia. 
    Nel frattempo Hakai riemerse dal cratere creatosi dalla sua caduta. 
    “Dannazione… sei decisamente diventato più forte, Tsunayoshi.” Commentò, per poi sorridere. “Meglio così! Almeno potrò divertirmi un po’ di più!” 
    “Non credo proprio!” Sentenziò Dark, raggiungendolo e colpendolo con il Keyblade sulla schiena. 
    Hakai non riuscì a reagire, ritrovandosi nuovamente a volare attraverso la stanza, questa volta rimbalzando più volte sul pavimento. 
    “Hikari, andiamo!” Disse l’ex Custode dell’Equilibrio, per poi ricevere un assenso. 
    “Finalmente posso davvero divertirmi!” Esclamò invece Hakai, rimettendosi in piedi e creando una sfera bianca tra le mani. 
    Senza che dicesse altro, questa s’ingigantì, fino a raggiungere il diametro di una decina di metri. E il Custode del Caos la teneva sospesa sopra di lui, senza alcuna difficoltà, con una sola mano. 
    “Ora distruggerò voi e questo castello!” 
    “Non te lo lasceremo fare!” Gridarono assieme Harry ed Erza, correndogli contro con le spade alzate, ma Hakai fermò i loro attacchi con il Keyblade. 
    “Volete capire che è inutile?” Chiese, poco prima di venire colpito dai fuochi d’artificio dei gemelli. 
    “Spiacenti, ma quella parola abbiamo imparato a cancellarla dal nostro vocabolario!” Dissero in coro. 
    Hakai riemerse dal fumo incolume, ma con un’aria infastidita sul volto. 
    “Dannati mocciosi… quando imparerete a stare al vostro posto?!” Sbraitò furioso, per poi lanciare la sfera di luce contro di loro, sorprendendo i due Custodi, che si prepararono a ricevere loro l’attacco. 
    “Questa volta intervengo io!” Esclamò Ron, mettendosi in mezzo e alzando le mani, riuscendo ad afferrare la sfera. 
    Urlò di dolore, ma con grande sorpresa di Hakai, la sua sfera cominciò a diminuire di dimensioni, fino a scomparire, lasciando un Ronald Weasley con le mani ustionate ma un sorriso sul volto. 
    “M-Mi dispiace… ma la luce… è anche il mio elemento…” Mormorò, per poi cadere privo di sensi a terra. 
    “Ron!” Urlarono gli altri preoccupati, ma s’interruppero quando videro Natsu e Tsuna partire di nuovo all’attacco. 
    “Maledetto!” Tuonò il Dragon Slayer, per poi convogliare le fiamme che lo avvolgevano tutte attorno al suo pugno, mentre l’altro utente del fuoco portava entrambe le mani in avanti, per poi scagliare una fiammata che investì in pieno il nemico, che subito dopo venne raggiunto anche dal pugno del rosato, spedendolo dritto da Dark e Hikari, che alzarono assieme i loro Keyblade, avvolgendoli uno con la luce e l’altro con l’oscurità. 
    E sotto gli occhi increduli di tutti, Hakai finì proprio contro di essi, venendo trafitto al petto da entrambe le lame. Il Custode del Caos alzò lo sguardo, per poi sputare del sangue, che si unì a quello che stava sgorgando dalle ferite, che vennero lasciate libere quando i due Keyblade scomparvero. 
    “M-Maledizione…” Ansimò Hakai, indietreggiando. “Non può essere…” 
    “Ci hai sottovalutati.” Replicò Dark, guardandolo serio. “Ora puoi scomparire per sempre.” 
    Il Custode malvagio lo guardò, per poi sorridere. 
    “Non credere che sia finita… Anch’io ho… qualche asso nella manica…” Bofonchiò, cominciando a diventare trasparente, proprio mentre i professori, seguiti dal Ministro della Magia entrarono nella Sala Grande, pronti al combattimento. Harry, Erza e Neville fecero subito sparire armature e spade, sperando di non essere stati visti. Cosa che per fortuna non avvenne, dato che tutti erano incentrati su Hakai. 
    “C-Che diamine è successo?” Domandò Caramell, osservando con terrore la Sala Grande ormai quasi totalmente distrutta, per poi spostare lo sguardo sui presenti. 
    “È finita.” Rispose Hikari, guardandolo. “Abbiamo vinto.” 
    “No… Avete solo vinto questa battaglia…” Replicò Hakai, mentre delle scie bianche cominciavano ad avvolgerlo. “Io tornerò… e la prossima volta vi ucciderò con estremo piacere. Ci rivedremo… nella guerra che ci sta aspettando… Nigrae non vede l’ora di mostrarti il vero potere del suo nuovo corpo… Dark…” 
    Sotto gli occhi increduli di tutti a eccezione dei Custodi, il rappresentante del Caos scomparve nel nulla, senza lasciare niente dietro di sé. 
    “Ma è… è morto?” Chiese la McGranitt. 
    L’incarnazione dell’Equilibrio non rispose, limitandosi ad alzare una mano verso di loro. 
    Uno a uno, i professori e il Ministro caddero a terra privi di sensi, tranne Lupin. 
    “Che cosa gli hai fatto?” Domandò Silente, avvicinandosi. 
    “Li ho solo messi a dormire. Dopo cancellerò dalla loro mente tutti i ricordi su di noi.” 
    “E perché invece hai lasciato me sveglio?” Chiese il professore di Difesa contro le Arti Oscure. 
    “Perché sappiamo che non farai nulla contro di noi.” Rispose Tsuna, avvicinandosi, mentre la sua fiamma si spegneva. Immediatamente i suoi occhi diventarono marroni, e la sua serietà scomparve. “Cioè, sento che non farai nulla di stupido con queste informazioni, ecco.” Disse, con voce decisamente più allegra, attirando su di sé gli sguardi degli altri. 
    “Ma è bipolare?” Domandarono assieme i gemelli Weasley, increduli. 
    “No, semplicemente quando uso le mie fiamme perdo tutta la mia imbranataggine.” Spiegò Tsuna, sorridendo e portandosi una mano dietro la testa, imbarazzato. “È perfetto per combattere, anche se preferirei evitare.” 
    “Parlò il futuro Decimo Boss della Famiglia Vongola.” Ridacchiò Hikari. 
    “Io non voglio diventarlo!” Ribatté scocciato lui. “Non voglio avere niente a che fare con la mafia! E poi direi che salvare il nostro universo al momento ha la priorità, no? Devo già evitare Reborn e Leon…” 
    “Hai un leone?!” Esclamò entusiasta Natsu. 
    “Solo un cucciolo… e si chiama come te, tra l’altro… Ma no, io mi riferisco a un camaleonte.” 
    “Un camaleonte?” Rifletté Neville. “Non mi sembra un animale così spaventoso…” 
    “Ne riparleremo dopo che lo vedrete trasformarsi in una pistola usata per ucciderti decine di volte.” Sospirò scoraggiato Tsuna, per poi guardarsi attorno. “Allora… questa è Hogwarts? Harry me ne ha parlato qualche volta, ma me la immaginavo diversa.” 
    “Forse quando è intera fa un effetto migliore.” Ridacchiò Majutsu, cercando di trattenere la sua curiosità. Dopotutto, era ovvio che il ragazzo si stava riferendo alla sua versione della dimensione da cui proveniva. 
    “Sei stato fantastico!” Esclamò Happy. “Tu e Natsu avete combattuto assieme perfettamente, aye!” 
    “In effetti, sembri abbastanza in sintonia con il mio modo di agire.” Ammise il Dragon Slayer. 
    “Beh, usiamo entrambi il fuoco, quindi anche con l’altro Natsu alla fine mi sono ritrovato a combattere assieme più volte. Per questo sapevo già che le mie fiamme ti avrebbero completamente ricaricato.” 
    “Bene!” S’intromise Dark, battendo le mani, subito affiancato da Hikari. “Ora vediamo un po’ di riprendere la mano! Sono passati un po’ di mesi dall’ultima volta che ho ricostruito questo castello.” 
    “Anche da voi era stato attaccato?” Chiese sorpresa Lucy, ricevendo un assenso. 
    “Sì, ma non vi diremo come e perché. Pronta Hikari?” 
    “Certo, anche se non uso spesso l’alchimia. Dopotutto, io sono stata addestrata nell’usare la magia.” 
    “Mi sono perso quel corso a scuola. Io mi annoiavo con geografia e matematica.” 
    “Stupido.” Ridacchiò la ragazza. 
    Senza dirsi altro, i due si chinarono a terra, per poi poggiare le mani sul pavimento. 
    Harry, Erza, Hermione e Lupin rimasero meno impressionati degli altri avendo già visto all’opera l’alchimia, ma gli altri osservarono increduli il pavimento ricostruirsi dal nulla, mentre le macerie scomparivano. Allo stesso modo anche la volta si ripristinò, assieme all’incantesimo che mostrava un cielo privo di nuvole, con la luna calante e le stelle che brillavano. 
    “Ugh… cosa mi sono perso?” Chiese Gray, aprendo gli occhi. “Ero sicuro di star combattendo…” 
    A quella frase tutti scoppiarono a ridere. 
     

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    Sirius Black avanzò verso il muro che nascondeva il suo attuale rifugio, tenendosi il fianco con la mano. 
    “Non male… Non pensavo che potesse essere così forte…” Mormorò a se stesso, trattenendo un gemito di dolore. 
    A quel punto i suoi occhi videro qualcosa sfrecciargli contro e alzò istintivamente una mano, che afferrò al volo un fagiolo. 
    “Mangialo.” Ordinò Dark, avvicinandosi. “Hikari ti ha guarito le ferite più gravi, ma è evidente che non è stato sufficiente.” 
    Il ricercato non rispose, limitandosi a mettere in bocca il fagiolo e mandarlo giù. Sgranò gli occhi quando sentì il dolore scomparire, come se non ci fosse mai stato. Inoltre si sentiva bene come non lo era da anni. 
    “I danni fatti dai Dissennatori sono troppo profondi per venire eliminati immediatamente. A quelli solo il tempo può porvi rimedio e-” 
    Dark non riuscì a continuare che ricevette un pugno in faccia, che lo fece cadere indietro. 
    Sirius abbassò il braccio, sospirando. “Ora mi sento meglio.” 
    “C-Che succede?” Chiese Dudley, mentre apriva il passaggio, ritrovandosi a fissare l’incarnazione dell’Equilibrio, che si stava rialzando, massaggiandosi il naso, dal quale però non stava cadendo nemmeno una goccia di sangue. 
    “Ahia… Forse dovevo aspettare a guarirti…” 
    “Smettila di fingere.” Replicò Black, massaggiandosi la mano. “Hai la testa tanto dura che mi sono quasi spaccato le dita.” 
    “Scusa, scusa… Ma come sai, non mi piace mostrarmi superiore.” Disse lui sarcastico. 
    “C-Chi è?” Chiese Dudley, fissandolo incredulo. 
    Solo allora Dark si accorse di lui, e nel vederlo sgranò gli occhi. 
    “Che ci fa lui qui?” Esclamò sorpreso. “Lui non è un-” 
    Ma si zittì quando vide la bacchetta tra le sue mani. Silenzio che durò solo pochi secondi, prima che l’Equilibrio si portasse una mano sulla faccia, cominciando a ridere. 
    “Non ci credo! Questo era qualcosa che non mi sarei mai aspettato di vedere! E ne ho viste di cose assurde!” 
    “E-Eh?” Fece Dudley, non sapendo come reagire. 
    “Perché una simile reazione?” domandò invece Sirius. 
    Dark si calmò, continuando però a tenere sul volto il sorriso. “Quando ci siamo visti nel passato, ho detto che viaggio per i mondi, ricordi, no? Beh, a essere più precisi, vengo anche da una dimensione parallela. E lì avevo già incontrato tempo fa Harry, Erza e Hermione. E sono abbastanza sicuro che lui non aveva un briciolo di magia.” 
    “E-Ecco io, non volevo e-” 
    “Calma, calma. Non era una critica. Solo, sono contento di vedere che ci sono cose ancora in grado di sorprendermi.” Lo interruppe subito lui, per poi far scomparire il sorriso. “Soprattutto visto ciò che mi attende.” 
    Sirius lo osservò in silenzio. Riconobbe quello sguardo. 
    “Che cosa sta per succedere?” 
    Dark ridacchiò senza gioia. “Il potere ha sempre un prezzo, questo vale anche per me. Mantenere l’Equilibrio richiederà il suo costo. Ero pronto a pagarlo… ma ora che si avvicina il momento, devo trovare una soluzione per riportare le cose com’erano prima.” 
    “Di che diamine stai parlando?” 
    “La guerra che attende me e Hikari… devo fare in modo di essere io l’unico a non vedere ciò che la seguirà.” 
    “G-Guerra? Sta per scoppiare una guerra?” Chiese spaventato Dursley. 
    “Non qui. Non ora. Ma so da sempre che io non sopravvivrò a essa. E ora nemmeno Hikari…” 
    “Dev’essere dura. Voler cambiare gli eventi e non poterlo fare.” Ammise Black. “Come te, anch’io vorrei rimediare a molti dei miei errori. Mi consolo pensando che nemmeno se avessi mantenuto i miei ricordi del nostro precedente incontro avrei potuto realmente cambiare le cose, visto che avrei agito nello stesso modo pensando di tenerli al sicuro.” Mentre diceva ciò chiuse le mani a pugno. “Quel piccolo ratto… lo ucciderò più che volentieri!” 
    Dark sospirò. “Vedi solo di stare attento. Harry ti dà ancora la caccia. Ho fatto in modo che tu possa ancora sfruttare il fattore sorpresa, vedi di non sprecare questa possibilità.” 
    “Che cosa gli hai fatto dimenticare?” 
    Dark si girò, per poi cominciare ad allontanarsi. 
    “Diciamo solo che sono convinti che io sono arrivato qualche minuto prima, e che i Malandrini sono giunti solo dopo che io li ho salvati.” 
     

    ~~~~~~~~~~~



    Il custode dello Specchio delle Brame osservò la seconda figura infrangersi, proprio com’era successo un anno prima. 
    “E anche Hakai ha fatto il suo gioco. Ora ne mancano solo due e-” 
    “Quindi ci sei tu dietro a tutto questo.” Fece una voce. 
    La figura voltò il suo sguardo, ritrovandosi a fissare Hikari, che chiuse la porta dietro di sé. 
    “Custode dell’Equilibrio. È un onore incontrarti di persona.” 
    “Meno giri di parole. So bene chi sei. Ho i ricordi anche di Dark, oltre che di tutti i nostri predecessori.” 
    “Io sono solo un umile riflesso posto come custode di questo specchio.” 
    “Uno specchio con all’interno una Pietra Filosofale.” Disse algida Hikari. “È grazie a quella se sei riuscito a far apparire qui Hakai, non è vero?” 
    La figura sorrise. “Volevo solo vedere cosa sarebbe successo.” 
    “Hai messo a rischio l’esistenza non solo di questo mondo, ma di questo intero universo!” Disse la ragazza irata. “E solo per tuo divertimento!” 
    “Solo per mio divertimento? Non direi proprio. Non ancora almeno. È tutto in previsione di quel momento. Mancano ancora due visitatori prima che possa iniziare il mio divertimento. Voglio vedere cosa sono in grado di fare quei ragazzi.” 
    “Dovrei distruggere quello specchio in questo preciso istante! Dammi un solo motivo per non farlo!” 
    “Perché non potete interferire con ciò che avviene in questo mondo. È la vostra regola, non è questa la verità?” 
    “Ma tu-” 
    “Io sono solo un’eco. Un’ombra. E appartengo a questo mondo da sempre. Quindi non puoi fare nulla per fermarmi. È vero, prelevo persone da universi paralleli… ma come hai visto, se le cose si mettono troppo male, posso anche rispedirle indietro. Proprio come ho fatto con Hakai. Dopotutto, se fosse rimasto qui fino alla fine sarebbe stato capace di farsi esplodere per uccidervi.” 
    Hikari restò in silenzio, per poi voltarsi. 
    “Cosa sarebbe successo se noi non fossimo arrivati?” chiese. 
    “Non ho mai preso in considerazione tale possibilità. Sapevo che sareste venuti. Non mi aspettavo il Dottore, lo ammetto, ma è stata una piacevole sorpresa.” 
    La Custode non disse altro, limitandosi a uscire dalla stanza. 
    A quel punto la figura ridacchiò nuovamente. “Li ho sottovalutati. Non pensavo mi avrebbero scoperto, ma non importa… Ora, vediamo come vanno le cose dall’altra parte…” 
      

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    “Allora ve ne andate?” Chiese Majutsu a Dark e i suoi compagni, i quali erano davanti all’ingresso del TARDIS. 
    “Sì. Vi abbiamo già rovinato a sufficienza le vacanze di Natale. E poi, abbiamo anche noi i nostri impegni.” 
    “Senza contare che il mio maestro mi punirà non poco se non torno presto.” Disse Tsuna, sospirando. “Reborn non è uno che perdona chi si allontana dall’allenamento, neppure se su richiesta dell’essere più potente dell’universo.” 
    “Su, su. Al massimo ti sparerà in testa.” Ridacchiò Hikari. “Nulla a cui non sei abituato.” 
    “La magia che hai effettuato sul Ministro e gli altri professori è stata magistrale.” Disse Silente, rivolgendosi all’incarnazione dell’Equilibrio. “Non ricordano minimamente tutto ciò che è successo dopo il pranzo di Natale.” 
    “Sappiamo cosa significa mettere a rischio un segreto. Ah, a proposito…” 
    Dark mise una mano in tasca, tirando fuori una piccola scatola, che porse a Lupin. “So che vuoi tenere delle lezioni speciali a Harry e gli altri, ma qualcosa mi dice che stavi cercando una soluzione su come tenere tale corso, vero? Questo vi tornerà utile. L’ho costretto ad assumere un solo aspetto. Vedete solo di non eliminarlo troppo presto.” 
    Il professore sorrise e annuì, prendendo la scatola. “Grazie. Mi hai risolto un bel problema.” 
    “Mi spiace non poter fare di più ma-” 
    “Ma non potete interferire con questo mondo!” Conclusero assieme i gemelli. “Lo sappiamo!” 
    “Vedo che avete capito.” Rise Dark. “Bene, allora credo che questo sia un addio. Nessuno di noi dovrebbe più disturbarvi.” 
    “E se qualcuno dovesse osare, lo rispediremo al mittente.” Replicò Erza, incrociando le braccia. “Dopotutto, ora abbiamo spade e armature rinforzate.” 
    “Grazie ancora per aver controllato anche la mia spada.” Fece Neville, guardano i Custodi, che lo tranquillizzarono scuotendo le mani. 
    “È stato decisamente più difficile sistemare la Sala Grande. Inoltre, quella spada era già ottima di suo. Probabilmente una delle lame più vicine al Keyblade che ho visto finora.” 
    “Andiamo?” Domandò il Dottore. “Ho detto che voglio vedere il momento in cui è stata posta la prima pietra di questo castello. Non credo ci capiterà tanto presto un’altra occasione simile!” 
    “Scusatelo.” Intervenne Clara, prendendo il Dottore per un braccio e cominciando a condurlo dentro il TARDIS. “Lo obbligheremo a saltare questa sua visita. Tremo al pensiero di cosa potrebbe combinare.” 
    “Ehi!” 
    “Ti ricordo che Elisabetta ti sta ancora cercando per tagliarti la testa.” 
    Tutti scoppiarono a ridere nel vedere il Dottore venire portato dentro la macchina del tempo a forza. 
    “Grazie di tutto.” Disse Harry. “L’esperienza che ho vissuto… è stata dolorosa, ma utile. Ora so cosa devo fare.” 
    Dark e Hikari annuirono. 
    “Sarà un peccato non vederci più.” Fece Luna. “I Nargilli facevano le feste con voi.” 
    “Sono sicuro che se ne faranno una ragione.” Rispose Dark, per poi alzare di colpo la testa. 
    “Che succede?” Gli chiese Hikari, osservando la parete verso la quale lo sguardo del suo compagno era rivolto. 
    “… Nulla, dev’essere stata una mia immaginazione… Ma per un attimo ho avvertito quella stessa presenza che ho incontrato nel passato…” 
    Dark scosse la testa, per poi salutare tutti ed entrare nel TARDIS, il quale cominciò a smaterializzarsi diventando trasparente un paio di volte, per poi svanire del tutto, assieme a quel suo strano rumore che lo accompagnava sempre. 
    Dietro il muro, Melody guardò la loro partenza in silenzio, per poi allontanarsi. 
      
      

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    Harry rientrò per primo nel dormitorio, deciso a buttarsi sul letto e dormire per almeno un giorno intero. 
    Ma prima che potesse mettere in pratica il suo piano, lo sguardo del mago scivolò su una busta bianca poggiata sul suo cuscino. Sopra c’era solo scritto ‘Per Harry’
    Majutsu, incuriosito, la prese in mano, per poi sedersi sul letto. La osservò qualche secondo, mettendola in controluce per vederne il contenuto ma senza ottenere alcun risultato. 
    Alzando le spalle, l’aprì, lasciando scivolare fuori una lettera e una seconda busta più piccola. 
      
    Harry, 
    Non so come cominciare… In fondo, quello che sto facendo è unico nel suo genere… e posso solo sperare che l’incantesimo che porrò su questa lettera funzioni come previsto. Se è così, dovresti averla ricevuta la sera del 26 dicembre del tuo terzo anno. 
    Sono passati quasi dieci anni da quando ci siamo incontrati, e come avrai dedotto anche tu, molte cose sono cambiate. In primis il probabile congelamento dell’inferno, visto che alla fine mi sono davvero sposata con James. 
    Le cose tra me e Severus si sono complicate, e adesso non ci rivolgiamo più la parola. Soprattutto dopo ciò che ha fatto… ma non è questa lettera che dovrà spiegartelo. Sono sicura che Silente ti rivelerà la verità quando lo riterrà giusto. 
    Ora ti starai chiedendo perché ho scritto questa lettera, o meglio, com’è possibile. Beh, sembra che nemmeno Dark possa sovrastare l’amore di una madre verso il proprio figlio. Quando sei nato, quando ti ho tenuto tra le mie braccia, mi sono ricordata tutto. Solo io. James, Sirius, Remus e Peter ancora ignorano quel giorno, e io non dirò loro nulla. So che giungerà il momento in cui ricorderanno. 
    Sfortunatamente, se hai ricevuto questa lettera significa che alla fine gli eventi non sono cambiati. Nonostante i tuoi avvertimenti, sia io che James continuiamo a fidarci di Sirius. Sono sicura che non ci potrà mai tradire volontariamente. Stiamo cercando una soluzione per proteggerci, ma a quanto pare, chi ci ha tradito riuscirà a ingannarla. 
    Harry, voglio farti sapere che non importano le scelte che hai fatto e che farai, tu sei sempre nostro figlio. Io e James non potremmo essere più fieri di te. Dopotutto, sarai colui che sconfiggerà Tu-Sai-Chi. E i tuoi amici sono dei preziosi alleati, non dimenticarlo. 
    Non potrò mai vedere la tua gilda, Fairy Tail, ma sento che è davvero la tua casa. Ho percepito chiaramente la tua devozione verso essa e tutti coloro che ne fanno parte, ed è ammirevole. L’unica cosa che mi dispiace è di non poter essere presente fisicamente al tuo fianco. Ma io e James saremo sempre vicino a te. Ti seguiremo ovunque, e ti appoggeremo in ogni situazione. 
    Non dimenticarti mai che ti abbiamo voluto bene, sempre. Tu sei il nostro Harry, il nostro Majutsu, e nulla potrà cambiarlo. Signore oscuro o no. 
    So che non è molto, ma assieme a questa lettera ti ho spedito un piccolo pensiero. Spero risulti di tuo gradimento. 
    Con amore, 
    mamma. 
      
    Majutsu, tremante, prese in mano la seconda busta, aprendola e tirando fuori una fotografia: all’interno si poteva vedere un bambino dai disordinati capelli neri che cavalcava una piccola scopa volante, affiancato da Lily e James, con Sirius alle loro spalle, tutti con un sorriso sul volto. 
    L’espressione di gioia sul volto di sua madre si offuscò quando una goccia d’acqua cadde su di lei. 
    Harry chinò in avanti la testa, incapace di trattenere oltre le lacrime, che cominciarono a scendere copiose. 
    Si accorse appena della porta che si aprì. 
    Erza era salita per chiamarlo e avvertirlo che Natsu e gli altri volevano fare una partita a Spara Schiocco, ma non disse nulla dopo averlo visto. 
    “Era davvero una strega eccezionale…” Singhiozzò il moro, senza voltarsi. “Davvero straordinaria…” 
    “Harry…” 
    “Sono fiero di essere suo figlio. E ora so cosa devo fare…” 
    Titania restò ferma, mentre Majutsu si voltò a guardarla. 
    “Erza… ascolta attentamente ciò che sto per dirti. Non deve saperlo nessuno, ma mi serve che tu ti fidi di me. Devo sapere che non sarà tutto inutile.” 
    La rossa non disse nulla, ma annuì, chiudendo la porta alle sue spalle. 
      

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    Makarov pronunciò la parola d’ordine che aveva ricevuto quando Fanny era apparsa di fronte a lui per portarlo a Hogwarts. 
    Era incuriosito: Silente di solito lo faceva apparire direttamente nel suo studio, ma stavolta era apparso fuori, e nella lettera con la parola d’ordine c’era anche una richiesta piuttosto particolare. 
    Aprì la porta, ritrovandosi a guardare un sorridente Silente, ma non era da solo: in piedi, davanti alla sua scrivania c’erano una donna gigantesca dal viso olivastro, con grandi occhi neri liquidi e il naso piuttosto grifagno; i suoi capelli erano raccolti in una crocchia lucente alla base del collo. Era vestita da capo a piedi di satin nero, e molti splendidi opali scintillavano attorno al collo e sulle sue dita enormi. 
    Al suo fianco invece c’era un uomo alto e sottile come Silente, ma i suoi capelli bianchi erano corti, e il pizzetto, che finiva con un piccolo ricciolo, non riusciva a nascondere del tutto il mento debole. Era avvolto da una pelliccia liscia e argentea, come i suoi capelli. 
    “Makarov. Grazie per essere venuto subito.” Lo salutò Silente. 
    “Silente, chi è costui?” Domandò la donna, con accento francese. 
    Il Master di Fairy Tail sorrise, per poi fare un inchino. “Il mio nome è Makarov Dreyar. Onorato di conoscervi.” 
    Mon plaisir, monsieur Makarov. Je suis Madame Maxime.” Rispose lei, sorpresa dalle sue maniere e parlando in francese, lasciando leggermente interdetto il vecchio uomo. 
    Poi il vecchio Master si rivolse all’altro ospite. “E con chi altri ho il piacere di parlare?” 
    “Igor Karkaroff.” Rispose lui freddamente, per poi voltarsi verso il preside. “Silente, cosa significa? Credevo che solo noi tre dovessimo essere presenti a questa riunione.” 
    Silente annuì, per poi alzarsi in piedi.
    “Infatti il motivo per cui vi ho fatti venire qui è proprio per Makarov. Mi piacerebbe fare una piccola modifica al nostro progetto… e sono sicuro che tutti voi sarete d’accordo con me.”





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    Ok... ci ho messo un po', ma ho aggiornato!
    E infine, anche questo terzo Natale è giunto alla conclusione... lasciandosi alle spalle nuovi misteri!
    Ovviamente la maggior parti di essi resteranno tali ancora per un bel po', mentre altri vedranno presto la loro spiegazione... ma aspettatevi di tutto e di più ù.ù.
    Vi chiedo scusa per il ritardo, ma è stato un periodo piuttosto pieno... spero di non farvi aspettare troppo per il prossimo!
  8. .

    62
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    “Ugh… Cosa… Cos’è successo?” Bofonchiò Harry, aprendo gli occhi. 
    La prima cosa di cui si rese conto fu che era seduto contro una parete metallica, in una stanza circolare. Al centro di essa c’era uno strano dispositivo esagonale, con una colonna al cui interno c’erano quelle che sembravano delle lampade neon verdi, e al di sopra di esse tre cerchi sui quali erano disegnate decine di simboli sconosciuti. 
    “Oh, ti sei svegliato.” Disse Dark, appoggiato contro una ringhiera, che Majutsu notò solo allora che circondava la stanza. “Scusa, ma non sono pratico nel rimuovere i ricordi, quindi ho preferito addormentarvi.” 
    “Dove… Dove siamo?” 
    “Siete nel TARDIS!” Esclamò il Dottore, salendo una rampa di scale. “E stiamo tornando al vostro tempo.” 
    “Non dovrebbe essere una cosa istantanea?” 
    “A volte sì, a volte no. Dipende dai vari casi.” Rispose lui. 
    “Erza e Hermione?” 
    “Stanno bene.” Rispose Dark, girando lo sguardo verso un altro punto della stanza, dove c’erano le due ragazze, le quali sembravano star riprendendo anche loro i sensi in quel momento. 
    Harry annuì, per poi alzarsi e guardarsi bene attorno. 
    “Sorpreso, vero?” Fece il Dottore, sorridendo. “Guarda bene questa meraviglia, perché dubito tu riuscirai a trovarne un’altra. È l’ultima della sua specie…” 
    “È… È davvero incredibile…” Osservò Hermione, alzandosi anche lei. “E siamo all’interno di quella cabina?” 
    “Proprio così. E come potete immaginare da quella porta, c’è ancora parecchio spazio disponibile. Ma non è il momento di un tour.” 
    “Purtroppo no.” Rispose l’Equilibrio. “Stiamo tornando indietro per combattere.” 
    “Che cosa?” Esclamarono i tre maghi, concentrando tutta l’attenzione sull’ex Custode, che sospirò. 
    “Non l’ho detto prima, ma ad attenderci c’è un nemico molto pericoloso. Ancora più temibile di quella creatura che avete affrontato.” 
    “Di chi si tratta?” Chiese Erza. 
    “Come abbiamo già spiegato ai vostri amici, esistono quattro categorie di Custodi: quelli della Luce e dell’Oscurità, che sono composte da migliaia di Custodi ognuna; poi c’è quello che rappresenta me, cioè il Custode dell’Equilibrio, alias Hikari. Infine… c’è il Custode del Caos, il cui potere è opposto al mio.” 
    “Equilibrio e Caos… le due forze opposte nel mezzo.” Disse Hermione, per poi spalancare gli occhi. “Allora… non ho sentito solo la tua energia! Ecco perché mi sembrava diversa!” 
    “Ma la prima volta che hai sentito quell’energia… è stato a inizio anno!” Affermò Harry. “Significherebbe che è stato tutto il tempo a osservarci!” 
    “Per questo ho lasciato Hikari a proteggere Hogwarts.” Spiegò Dark. “Finché non torneremo, sarà un’ottima difesa.” 
    “Ma se questo Custode è così forte… tutti gli altri sono comunque in pericolo!” Commentò Erza. 
    “Se Natsu è come quello che conosco io, forse hanno qualche speranza in più… ma qui tutti voi siete più giovani.” 
    “Perché Natsu avrebbe più speranze degli altri?” Domandò Hermione. 
    “A essere sincero, è molto semplice.” Rispose Dark, sorridendo. “Perché il Natsu del nostro universo è uno dei Custodi della Luce che combatte al nostro fianco.” 
    “Aspetta… avete dato una delle armi più potenti dell’universo… a Natsu?!” Esclamò incredulo Majutsu. 
    “Mia madre spesso agisce in modi non comprensibili anche per me.” Replicò divertito l’Equilibrio. “Ma si è dimostrato un valido alleato. Oltre al fatto che adesso è uno dei pochi Custodi ad aver superato il mio esame.” 
    “Il tuo esame?” 
    “Non preoccupatevi di questo. Riguarda il nostro universo, non il vostro. Ora pensiamo solo a mandare via l’intruso.” 
    “Come?” 
    “L’unica possibilità che mi viene in mente… è eliminarlo.” 
    “Eli… minarlo?” Ripeté Hermione. “Non è un po’ drastico? Potreste limitarvi a metterlo fuori gioco e-” 
    “Sarebbe inutile. Se lo lasciamo ancora libero… potrebbe provocare ulteriori disordini nell’universo.” 
    “Ha fatto qualcosa di imperdonabile, vero?” Chiese Harry, guardandolo serio. 
    “È un pericolo. Se si dovesse unire alle forze di mio padre… vincere sarebbe molto più difficile.” 
    “Dicci che cosa possiamo fare per aiutarti.” Disse Erza. “Se costui è un pericolo per te, non oso immaginare cosa potrebbe fare ai nostri mondi.” 
    Il Dottore restò in silenzio a osservare la scena. 
    “Volete davvero combattere?” Domandò Dark, guardando negli occhi i due maghi di Classe S. 
    “Questo è il mio mondo d’origine.” Rispose Majutsu. “È vero, sono legato più a Fiore, e non appena sconfiggerò Voldemort tornerò lì per restarci, ma non per questo posso abbandonare chi abita qui!” 
    L’Equilibrio sorrise. “Molto bene. Allora preparatevi alla vostra battaglia più difficile. A proposito… Erza, l’armatura che hai usato prima non è possibile ripararla, vero?” 
    Titania scosse la testa. “No, è a brandelli. Dovrò farne forgiare una nuova non appena torneremo a Fiore.” 
    “Non ce ne sarà bisogno. Puoi far apparire tutte le tue armature per piacere? Comprese quelle rotte e distrutte, oltre alle tue spade ovviamente.” 
    “Perché?” 
    Dark ridacchiò. “Perché ho intenzione di riservarti un servizio che ben pochi possono vantare di aver ricevuto. Riparerò le tue armature e le tue lame, donandogli nuova forza e resistenza. Dopo sarà praticamente impossibile danneggiarle se non usando una quantità d’energia tale da distruggere un mondo. Inoltre farò in modo che si adattino sempre a te, considerando che crescerai ancora.” 
    Erza spalancò gli occhi, come anche Harry e Hermione. 
    “Puoi… Puoi davvero fare qualcosa di simile?” Disse incredula la rossa. 
    “Ho creato e distrutto un mondo con le mie mani. Pensi davvero che per me sia difficile una cosa del genere? Anzi, non sono neppure il primo. Prenderò spunto da certi cavalieri… ma eviterò di usare il sangue. E anche voi due, se avete armature o armi che desiderate fortificare, non esitate a farle apparire.” 
    Per tutta risposta Majutsu annuì, facendo apparire la sua Fairy Armor, seguita dalla spada. 
    Subito dopo anche Erza fece lo stesso, materializzando tutte le sue armature, che caddero a terra inermi. 
    “Ci sarebbe anche un’altra spada che vorrei che tu guardassi.” Fece il moro, guardando il ragazzo, che si avvicinò alle armature. “Ma al momento è in possesso di Neville.” 
    “Non starai parlando della spada di Grifondoro, vero?” Chiese sorpreso Dark. “Come mai ce l’ha Neville? Credevo fosse custodita da Silente.” 
    “La spada si è fusa con la sua magia. È diventata letteralmente parte di lui.” Rispose Hermione, impaziente di vedere come avrebbe riparato le armature. 
    “Capisco. Sì, non c’è problema, guarderò anche quella, sebbene dubito abbia bisogno di un mio intervento. Ora pensiamo a queste.” 
    “Non ci hai ancora detto una cosa però.” Fece Erza. “Come si chiama il nostro avversario?” 
    “Perché vuoi saperlo?” 
    “Non mi piace affrontare qualcuno senza sapere chi è.” 
    Dark si chinò su una delle armature, mentre le sue mani venivano avvolte da un’aura nera e bianca. 
    “Il suo nome… è Hakai. Significa Distruzione.” 
    “Una distruzione caotica…” Commentò Majutsu, ripetendo le parole della Cooman. “Hakai… il Custode del Caos… Allora parlava proprio di lui.” 
      

    ~~~~~~~~~~~ 

      
    “Dove vai?” Chiese Lucy a Hikari, vedendola allontanarsi verso l’ingresso della Sala Grande. 
    “Ad accogliere degnamente il nostro ospite.” Rispose lei, evocando il Keyblade. 
    “È lo stesso tipo che ci mandò contro quel mostro anni fa?” Domandò il professor Lupin, guadagnandosi gli sguardi di tutti, Custode compresa. 
    “Quale mostro?” Chiese Natsu. 
    “Una creatura terribilmente potente…” Rispose lui, per poi guardare i membri di Fairy Tail. “Neppure Majutsu e Titania sono riusciti a ferirla. È stato solo grazie all’intervento di Dark se ne siamo usciti vivi… l’ha chiamata in un modo che ancora adesso ricordo bene… Heartless.” 
    “Un Heartless vi ha attaccati nel passato?!” Esclamò sorpresa Hikari. “Quindi può controllarli adesso, eh?” 
    “Di chi state parlando?” Domandò Caramell. “E chi sarebbero questi Majutsu e Titania?!” 
    “Credo stiano parlando di me, signor Ministro della Magia.” S’intromise una voce sopra di loro. 
    Tutti alzarono lo sguardo, ritrovandosi a guardare un ragazzo dai disordinati capelli neri, con addosso un impermeabile nero con disegnati sopra dei fulmini bianchi, che li stava guardando mentre era sospeso in volo a testa in giù. “È da tanto che non ci si vede… Hikari. O adesso dovrei chiamarti Dark? In fondo, hai preso il suo posto.” 
    “Hakai!” Chiamò lei. “Allora eri davvero tu!” 
    “Già.” Rispose il Custode, per poi saltare giù, atterrando nel centro della Sala Grande, dove immediatamente si ritrovò puntate contro le bacchette di tutti i presenti. 
    “Scappate!” Ordinò la Custode dell’Equilibrio. “Non siete alla sua altezza! Andatevene immediatamente da Hogwarts!” 
    “Hikari, Hikari, Hikari… Pensi davvero che lascerò fuggire il mio divertimento?” Domandò Hakai, ridacchiando. “Ad ogni modo, tu non sei proprio il divertimento che speravo, ma sei un’ottima sostituta del tuo ragazzo. Mi chiedo come reagirà quando tornerà e ti vedrà sconfitta. Dopotutto, il suo giochetto non funzionerà di nuovo… e tu non potrai tornare in vita una terza volta.” 
    “Terza volta?” Ripeté sorpreso Gray, mentre anche Silente fissava con curiosità la ragazza. 
    “Lo stesso vale per te. Tu non puoi diventare un Nessuno.” 
    “Un Nessuno? A me sembra anche fin troppo qualcuno.” Ribatté Fred, senza abbassare la bacchetta. 
    “Un Nessuno è un essere che ha perso il proprio cuore, ma che aveva una volontà tanto forte che il suo corpo ha continuato a vivere, come la sua mente.” Rispose divertito il nuovo arrivato. “Ma dovreste chiederlo a lei, visto che in passato lo era.” 
    “Tu… non avevi il cuore?” Chiese Lucy, guardando la Custode, che annuì. 
    “L’ho perso da bambina. Un Nessuno può vivere come una persona qualsiasi se mantiene la sua coscienza. Tuttavia, c’è un piccolo prezzo da pagare… la perdita di tutte le emozioni. Un Nessuno non può provarle.” 
    “E la cosa ironica della situazione è che nonostante ciò hai continuato a provare qualcosa verso quel bambino per cui ti sei sacrificata.” Continuò Hakai, per poi scoppiare a ridere. “Che spasso! Pensare che sei morta per ben due volte tra le sue braccia… Ah, no, scusa. La seconda volta sei stata solo uccisa davanti ai suoi occhi.” 
    Hikari strinse con più forza il Keyblade. “Che cosa ci fai qui?” Domandò, cercando di non cedere alle provocazioni. 
    “Non ne ho idea. Mi sono ritrovato in questo mondo e per qualche motivo non sono riuscito a lasciarlo, ma ero sicuro che sareste giunti anche voi. Dopotutto, Equilibrio e Caos sono destinati a scontrarsi in eterno.” 
    Prima che la ragazza potesse replicare, il Ministro si mise tra i due, continuando a puntare, tremando, la bacchetta contro il Custode del Caos. 
    “C-Chiunque tu sia, arrenditi subito! I-Il castello è circondato dai D-Dissennatori e-” 
    Il Ministro non concluse la frase che un vento d’energia lo fece volare indietro, fino a farlo sbattere contro il muro. 
    Allo stesso modo anche i professori, ad esclusione di Silente, e gli studenti volarono via di fronte a quell’energia, lasciando in campo solo il preside e Hikari. 
    “C-Che razza di potere è quello?” Borbottò Gray, rialzandosi per qualche secondo prima di cadere nuovamente a terra. 
    “È molto più forte del Master…” Fece Lucy, guardando Hakai, che si limitava a restare fermo dove si trovava. 
    “Lasciali andare! Tu vuoi me e Dark, vero?” Affermò Hikari. 
    Per tutta risposta il Custode del Caos portò una mano in avanti, per poi far apparire dal nulla un Keyblade completamente nero, con un ciondolo che ricordava vagamente la sagoma della testa di un topo. 
    “E perché dovrei? Contavo di divertirmi con loro… dopotutto, sono molto diversi da quelli che conosciamo. E poi potrei anche ripagare il Dragon Slayer per avermi affrontato.” 
    Natsu spalancò gli occhi. 
    “Non è lo stesso! Lui non possiede lo stesso potere!” 
    “E allora? Credi davvero che me ne importi qualcosa?” 
    “Ehi, tu!” Esclamò il rosato, alzandosi a fatica. “Non ho capito bene che cosa stai dicendo, ma vuoi affrontarmi, dico bene?” 
    “Dragonil, non fare niente di avventato!” Tentò di ordinare la McGranitt, senza però riuscire nemmeno ad alzarsi, come i suoi colleghi. 
    “Ma se sto fermo… finirà col ferirvi ulteriormente.” 
    Hikari sospirò, per poi alzare la mano libera. 
    Immediatamente, attorno a tutti ad eccezione dei maghi di Fairy Tail apparve una specie di bolla bianca e nera, che avvolse completamente i presenti, per poi sparire con essi. 
    “Li ho portati a Hogsmeade.” Spiegò la Custode, guardando il preside, che annuì. 
    “Ti ringrazio.” Disse lui, per poi tornare a volgere la sua attenzione al ragazzo del Caos, che non reagì minimamente a quella svolta. 
    “Allora possiamo combattere senza problemi?” Domandò George, riuscendo a rimettersi anche lui in piedi, imitato uno a uno dagli altri. 
    “Solo per questa volta, signor Weasley, credo di potervi dire di non trattenervi.” 
    “Speravamo dicesse questo, preside!” Esclamarono i due fratelli, per poi sbattere tra di loro i pugni. “Magia gemella! Ignum! Rockets Fire!” 
    Immediatamente una serie di fuochi d’artificio partirono in direzione del nemico, che si limitò ad alzare una mano per farli esplodere prima che potessero anche solo sfiorarlo, per poi saltare per evitare un affondo da parte di Hikari. 
    “Dovrete impegnarvi molto di più.” Schernì, per poi spostarsi velocemente, evitando così un incantesimo rosso lanciato da Silente. 
    “Combatti da uomo!” Urlò Natsu, lasciandosi avvolgere dalle fiamme e partendo all’attacco. 
    Ma Hakai lo colpì allo stomaco con un piede, facendolo volare verso l’alto, dove andò a sbattere contro il soffitto. 
    Fu Happy a recuperarlo prima che potesse cadere a terra, restando in aria sopra il Custode. 
    “Tauros!” Chiamò Lucy, evocando lo Spirito Stellare, che si lanciò subito alla carica contro il nemico, che parò l’ascia usando il Keyblade, per poi respingere il toro antropomorfo. 
    “Deboli! Siete tutti deboli!” Gridò Hakai, per poi parare con l’arma una spada di ghiaccio creata da Gray e con la mano libera una radice creata da Neville. 
    “Quanto è forte?” Fece sorpresa Ginny, deglutendo, mentre Hikari saltava al suo fianco, cominciando a creare tra le mani due sfere, una bianca e una nera. 
    “Molto più di quanto sta dimostrando adesso.” Rispose, per poi far scontrare tra di loro le due sfere magiche, formandone una sola, con i due colori che si mischiavano in continuazione tra di loro. “Spostatevi tutti da lì!” Urlò, alzando la magia verso l’alto, dove s’ingigantì ulteriormente. 
    Immediatamente tutti i maghi obbedirono all’ordine, lasciando Hakai da solo, che si limitò a guardare la sfera, senza far sparire il suo sorriso. 
    Hikari non disse nulla e lanciò la magia contro il suo avversario, che fece scomparire il Keyblade per prenderla con le mani. 
    La forza dell’incantesimo riuscì a farlo arretrare di qualche metro, ma con orrore di tutti i presenti, infine riuscì a respingerla verso l’alto, distruggendo letteralmente la volta della Sala Grande, e lasciando che la sfera proseguisse verso l’alto, dove esplose provocando un’onda d’urto che infranse tutti i vetri del castello. 
    Silente evocò subito una barriera attorno a loro per ripararsi dai detriti, mentre Hakai e Hikari restarono a guardarsi, incuranti delle macerie che cadevano attorno a loro, le quali sembravano evitarli come se non volessero interferire nella battaglia. 
    “Non ho passato il tempo a riposare.” Fece il ragazzo. “E ho molta più esperienza di te nell’usare assieme Luce e Oscurità.” 
    La Custode dell’Equilibrio non disse nulla. Partì subito all’attacco, pronta a colpirlo con il Keyblade. 
    Hakai restò al suo posto, facendo riapparire la sua arma e preparandosi a parare il colpo. 
    Ma la ragazza scomparve, riapparendo alle sue spalle e colpendolo in pieno, facendolo volare attraverso la Sala e infine scontrare contro il portone, che cedette sotto il colpo appena ricevuto. 
    “Incredibile…” Commentò Lucy, mentre anche gli altri maghi guardavano stupefatti lo scontro. Solo Luna era riuscita a mantenere la sua solita aria da sognatrice, sebbene i suoi occhi tradivano la sua attenzione. 
    “Ora capisco perché erano così sicuri…” Sussurrò Ron. 
    “Sono decisamente a livelli ben diversi dai nostri.” Ammise il preside. “Nemmeno io potrei affrontarli da solo.” 
    “E si stanno trattenendo.” Aggiunse la Lovegood, attirando gli sguardi di tutti su di sé. “Se Hermione ha detto che l’Eterion era nulla in confronto, questo decisamente non è il loro limite.” 
      
    Nel frattempo, al di fuori di Hogwarts, i professori, il Ministro e gli altri studenti avevano osservato da Hogsmeade la sfera magica esplodere nel cielo, e anche da lì avevano avvertito l’onda d’urto, che arrivò come un fortissimo colpo di vento. 
    “N-Non posso credere ai miei occhi…” Mormorò incredulo Caramell. “Una simile magia…” 
    “Non ne ho mai vista una così potente.” Ammise Vitious, mentre alle sue spalle Piton osservava la scena con il suo solito volto stoico, anche se dentro non poteva dire di non provare un certo timore. Se prima non credeva alla storia di quei ragazzi, ora aveva ben pochi dubbi. 
    “E non avete visto la guerra.” Disse il Dottore, arrivando in quel momento, da solo. 
    “Quando siete tornati?” Chiese il professor Lupin. 
    “Pochi secondi fa. Anche se Dark è andato subito verso il castello.” 
    “E Potter, Scarlett e Granger?” Domandò la vicepreside. 
    “Stanno riposando dentro il TARDIS.” Rispose lui, con gesti vaghi. “Un viaggio nel tempo può risultare stancante all’inizio. Sa, il fuso orario…” 
      
    Hakai riemerse dalle macerie del portone, limitandosi a far scrocchiare il collo. 
    “Non male come colpo, lo ammetto.” Disse, per poi battere le mani sui vestiti per far cadere la polvere. “Ma da sola, non sei questo granché.” 
    Hikari alzò il Keyblade, per poi scomparire nuovamente alla vista. 
    Ma questa volta il suo avversario la imitò, svanendo dietro di lei. 
    La prossima cosa che i maghi videro furono solo delle scintille provocate a mezz’aria dallo scontro delle due armi. 
    “Dannazione!” Esclamò Natsu. “Non mi sono mai sentito tanto debole!” 
    “Ma quei due sono ben lontani dalle nostre capacità.” Ammise Fred. “Probabilmente nemmeno Harry ed Erza potrebbero fare qualcosa…” 
    Il loro discorso venne interrotto dai due Custodi, che atterrarono ai lati opposti della Sala Grande. 
    Hikari puntò subito il Keyblade verso Hakai, creando una sfera nera sulla sua punta, che divenne sempre più grande. 
    Allo stesso modo, il custode del Caos cominciò a crearne un’altra, solo che questa era bianca. 
    Senza dire nulla, lanciarono le due magie una contro l’altra, le quali si scontrarono a metà strada, restando ferme e cominciando a scagliare fulmini attorno. 
    “È tutto inutile!” Gridò Hakai, sorridendo. “Non puoi vincere!” 
    “Lo so, ma mi basta prendere tempo finché Dark non tornerà! E dopo per te sarà la fine!” 
    “Speranza vana la tua. Quando arriverà… di te non ci sarà nulla!” 
    E-Expelliarmus!” Balbettò una voce. 
    Tutti si voltarono verso l’ingresso della Sala Grande, dove videro una figura vestita di nero, con un cappuccio che gli copriva il volto, tenere una bacchetta, dalla quale era appena partito un incantesimo rosso, che tuttavia s’infranse ancora prima di raggiungere Hakai, che sbuffò divertito. 
    “E quello che cos’era? Non ho mai visto un attacco così patetico e-” 
    Non concluse la frase che sentì un forte dolore attorno alla gamba. 
    Senza che nessuno se ne accorgesse, un grosso cane nero era entrato nella stanza, riuscendo a raggiungerlo e morderlo a una gamba. 
    “Tu- Dannato!” Urlò Hakai, spostando il Keyblade e colpendo l’animale con esso, facendolo volare via. 
    Solo allora sgranò gli occhi, voltandosi giusto in tempo per vedere la sua stessa magia, unita a quella di Hikari, raggiungerlo ed esplodergli contro. 
    L’esplosione fu tale che il punto dove si trovava il Custode del Caos sembrò letteralmente svanire, inghiottito dalla luce scaturita dallo scontro. 
    Quando essa si dissipò, rivelò un grosso cratere, al suo interno perfettamente liscio, con nessuna traccia di Hakai. 
    “D-Dov’è finito?” Domandò Lucy, guardandosi attorno. “È… È morto?” 
    Hikari cadde in ginocchio, prendendo dei profondi respiri. “No… Ma di sicuro stavolta non ne è uscito indenne. Abbiamo qualche minuto di tempo per riprenderci.” 
    “Solo qualche minuto?!” Esclamò sorpreso Ron. “Dopo un simile colpo, sarebbe un miracolo se fosse ancora tutto intero!” 
    “Abbiamo tentato di distruggerlo più volte, ma è sempre tornato. Inoltre, ha il potere di distruggere questo pianeta come e quando vuole. Un colpo del genere di certo non l’ha ucciso.” Rispose la Custode, per poi avvicinarsi al cane, che scosse il pelo; del misterioso ragazzo invece già non c’era più alcuna traccia. 
    “Grazie per l’aiuto.” Disse, chinandosi su di lui e avvolgendolo con un’aura verde. “Ora lascia che curi le tue ferite.” 
    “Sembri essere a tuo agio con gli animali.” Osservò Silente, continuando a tenere in mano la bacchetta, remore degli avvertimenti della ragazza. 
    “Un nostro compagno è in grado di trasformarsi in quasi ogni tipo di animale e non solo. Quindi ho avuto modo di vederne di diversi. Senza considerare quella che si trasforma in una scimmia gigante quando vede la luna.” 
    “Una specie di lupo mannaro?” Chiese George. 
    “No, no, proprio una scimmia gigante con un istinto di distruzione molto alto, e anche quando ha l’aspetto umano, è molto forte. Dopotutto, suo nonno è definito da molti l’essere più potente dell’universo.” Replicò sorridendo Hikari, sciogliendo l’incantesimo di guarigione. 
    “Che razza di compagni avete?” Domandò Gray, incuriosito. 
    “Parecchi tipi diversi. Da un disegnatore di fumetti a un mezzo demone, passando per un ragazzo in grado di tornare bambino quando vuole, una ragazza che pilotava un robot gigante e concludendo con un pseudo assassino dai capelli azzurri. Ah, senza dimenticare il quasi dio della morte, un alchimista in grado di creare praticamente qualsiasi cosa e un ragazzo in grado di usare delle fiamme per combattere e destinato a diventare un boss della malavita.” 
    “E mi pare di capire che ci sia anche Natsu in questo gruppo, giusto?” Intervenne Luna, guardando il Dragon Slayer, che trasalì. 
    “A questo punto è inutile nasconderlo. Sì, da noi Natsu è uno dei Custodi, e assieme a Happy viaggia con noi.” 
    “Anch’io sono un Custode, aye?” Chiese stupito il gatto umanizzato, indicandosi. 
    “No, no. Tu sei solo un accompagnatore… un Guardiano, a voler essere precisi. Motivo per cui spesso ti sei allontanato dal gruppo principale.” 
    Nel frattempo il cane si girò verso i ragazzi, guardandoli uno a uno. 
    “Quello non è lo stesso cane che abbiamo visto a Privet Drive?” Osservò Gray. 
    “Intenti dire il Gramo?” Fece Ron. Nessuno si accorse che il cane sembrò gemere a quella parola. 
    “Ti posso assicurare, signor Weasley, che quello non è un Gramo, ma solo un semplice cane.” Disse Silente, fissando anche lui incuriosito l’animale, che si diresse verso l’uscita della Sala Grande, sparendo oltre la soglia. “Anche se mi chiedo come mai sia intervenuto in nostro aiuto… Come anche quel ragazzo. Non era uno studente.” 
    Hikari li guardò in silenzio. “Quel ragazzo…” Mormorò, portandosi una mano sotto il mento. “Perché ho come l’impressione che dovrei sapere chi è?” 
    Ma l’attenzione di tutti fu catturata dall’urlo di Gray. 
    Senza che nessuno se ne rendesse conto, Hakai era riapparso alle spalle del mago del ghiaccio, trafiggendolo allo stomaco con il Keyblade. 
    “Gray!” Urlarono tutti, mentre il Custode del Caos estraeva l’arma dal suo corpo, lasciandolo cadere a terra. 
    Immediatamente Luna evocò una decina di fate, che si diressero da lui, cominciando a curarlo. 
    Anche Hikari si lanciò verso di lui, ma venne fermata da Hakai. 
    Solo allora notò le varie bruciature sul suo corpo, come anche i vestiti lacerati in più punti. 
    “Sei stata fortunata. Se non fosse stato per lui, ti avrei sopraffatta. E invece sei riuscita a ferirmi… e questo avrà il suo prezzo.” 
    Dicendo ciò, cominciò a creare una sfera d’oscurità, in direzione dei maghi. Silente si mise davanti come scudo, tenendo la bacchetta alzata. 
    “Ora cancellerò tutti loro dall’esistenza!” Urlò, scagliando la magia. 
    Il preside pronunciò subito una serie d’incantesimi, pronto a ricevere l’impatto. 
    Ma prima che il colpo nemico potesse raggiungerlo, una macchia bianca entrò dal soffitto distrutto, mettendosi in mezzo. 
    Erza, nella ricreata armatura di Super Acciaio, alzò gli scudi presenti sulle braccia, ricevendo in pieno il colpo e arretrando di un paio di metri sotto la sua potenza. 
    Poi, usando tutta la sua forza, riuscì a deviare verso l’alto la magia, che si disperse nel cielo. 
    “Che cosa?!” Esclamò sorpreso Hakai, fissando Titania, che abbassò le braccia, sorridendo nel constatare che l’armatura non aveva riportato il minimo graffio. 
    “Pare proprio che adesso sia in grado di tenere testa anche al creatore di quell’essere…” Disse, per poi sostituire l’armatura con la sua classica, facendo apparire due spade tra le mani. “Non ho nemmeno bisogno di chiederti se tu sei Hakai!” 
    “Erza!” Esclamarono gli altri, felici di vederla. 
    “Scusate il ritardo. Siamo rimasti bloccati nel traffico temporale.” Replicò lei, guardandoli divertita, per poi farsi seria nel vedere la ferita di Gray. 
    “Come hai fatto?!” Urlò il Custode del Caos. “Nessuna armatura avrebbe potuto resistere a quella magia!” 
    “Allora è meglio che tu rivaluti i tuoi poteri!” Gridò una voce. 
    Tutti alzarono lo sguardo, vedendo un’armatura verde cadere proprio verso Hakai, tenendo di fronte a sé una spada dello stesso colore. 
    Il Custode del Caos alzò in tempo il Keyblade per parare l’affondo, ma questo non evitò la formazione di un cratere sotto di lui. 
    “Credo dobbiamo ringraziare il tuo Heartless per averci permesso di capire quanto diventare più forti.” Disse Harry, per poi saltare indietro, atterrando al fianco di Hikari, che lo guardò sorpresa, come gli altri. 
    “Deduco che Dark vi ha trovati.” Disse lei. 
    Majutsu non disse nulla, limitandosi ad alzare la spada. 
    “Direi che possiamo parlare dopo. Dark ci raggiungerà a breve. Ha preferito non viaggiare velocemente con Hermione, e dice che usare un varco avrebbe potuto sconvolgerla ulteriormente.” 
    La Custode annuì. “Credo di aver capito che cosa vuole fare. In effetti, non vedo molte altre soluzioni che non includano almeno la distruzione di questo castello.” 
    “Ovvero?” Domandò Ron, guardando preoccupato il loro nemico, il quale strinse con maggiore forza il Keyblade. 
    “Quel dannato… distribuire così i suoi poteri…” 
    “Basta con le chiacchere!” Esclamò Erza, alzando le spade. “Direi che ormai non dobbiamo più preoccuparci di mantenere integra la Sala Grande. Quindi possiamo sfogarci senza problemi! Luna, come sta Gray?” 
    “Le mie fate stanno cercando di rimarginare la ferita, ma ha bisogno di cure vere e proprie il prima possibile.” 
    “Allora è meglio sbrigarci e mettere fuori gioco questo tipo.” Fece Harry, preparandosi a combattere. 
      

    ~~~~~~~~~~~ 

      
    Hermione barcollò fuori dal varco creato da Dark. 
    “Scusa, le prime volte può risultare strano viaggiare così, ma poi diventa molto più facile.” Fece lui, uscendo e facendo scomparire il passaggio. 
    “Ma dove mi hai portato?” Chiese la castana, guardandolo. 
    “Se ti avessi portato subito sul campo di battaglia, saresti stata in pericolo. E portare qui anche Harry ed Erza sarebbe stato troppo anche per me, perciò ti ho concesso questo piccolo onore.” 
    “Dove siamo?” 
    “Guardati intorno. Anche se non ci sei mai stata di persona, credo che tu possa riconoscere il luogo senza alcun problema.” 
    Hermione trasalì, per poi girarsi. 
    Attorno a loro c’erano delle antiche mura, alte circa cinquanta metri, con decine di archi che mostravano l’esterno. 
    Sotto di loro invece c’era una barriera che copriva l’intera area circolare, permettendo così di camminare anche sul vuoto tra altre mura, molto più piccole delle principali, che formavano quello che sembrava un piccolo labirinto. 
    E attorno a loro c’erano centinaia di ragazzi e ragazze, tutti con in mano un Keyblade, che combattevano tra di loro, senza però infliggersi ferite gravi. 
    “Questo è…” Mormorò Hermione, incredula, per poi alzare lo sguardo verso il cielo, spalancando gli occhi. 
    Al posto del cielo, con solo il sole a illuminare, c’erano decine e decine di pianeti a riempire l’azzurro, e dalla loro grandezza, dovevano essere davvero vicini. 
    “Già. Questo è il luogo dove abbiamo deciso di riunire tutti i Custodi. Su questo pianeta, che in passato era il centro del mondo originale.” 
    “Ma… Ma quindi siamo… nel tuo universo?” 
    “Proprio così. Siamo venuti a prendere qualcuno in grado di aiutarci nella lotta senza rischiare di distruggere davvero tutta Hogwarts. Anche se alla fine ci servirà giusto per creare una piccola distrazione a Hakai.” 
    Hermione osservò meravigliata i Custodi, i quali si erano giusto voltati a guardarli, per poi proseguire nei loro allenamenti. 
    “Vuoi portare qualcun altro da noi? Credevo che non doveste interferire.” 
    “Hakai non fa parte del vostro mondo, quindi abbiamo il dovere di rimuovere la minaccia da lui costituita. Ora andiamo a cercarlo e-” 
    “Non ce n’è bisogno. Sono già qui. Ho percepito che sarei stato di nuovo coinvolto in qualcuno dei tuoi piani.” Disse una voce alle loro spalle. 
    Dark sorrise. “Ci speravo. Ci risparmi un po’ di tempo.” 
    Hermione si sporse a lato per guardare meglio il nuovo arrivato. 
    Non poté fare a meno di aprire la bocca per la sorpresa, nel vedere una fiamma arancione bruciare sulla fronte dell’ultimo arrivato.



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    E in super-ritardo, finalmente eccomi qui con il nuovo capitolo!
    Scusate per l'attesa, ma sono stato piuttosto pieno in questo periodo... ma non temete, non mi fermo!
    E ci siamo! Ormai manca solo un capitolo alla conclusione di questa saga, e un nuovo personaggio sta per entrare in scena.
    Ovviamente non sarà l'unico punto del prossimo capitolo... il quale comincerà a segnare il punto di non ritorno. I semi del cambiamento stanno per venire gettati, e si tratterà solo di aspettare che crescano. Perché dal prossimo capitolo, tutto comincerà a cambiare. E in modi che spero non possiate immaginare XD.
    Fino ad allora... buona lettura a tutti!

    Edited by darkroxas92 - 7/7/2016, 18:45
  9. .

    Cover61
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    La creatura saltò verso di loro, mentre le chele ricoperte di lame si prepararono a colpire.
    “Via!” Urlò Harry, per poi saltare indietro, prendere sua madre in braccio e correre più velocemente possibile, mentre Erza faceva lo stesso con Hermione.
    “Vi capitano spesso cose del genere?” Chiese Lily, guardando il mostro inseguirli.
    “Più spesso di quanto vorremmo.” Rispose il moro, senza fermarsi. “Anche se devo dirlo, è la prima volta che un mostro torna in vita così.”
    “Dev’essere qualcosa che ci ha seguito! Altrimenti non poteva chiamarci in quel modo!” Esclamò Erza, affiancandoli.
    “Intendi fate? Perché vi dovrebbe chiamare così?”
    “Il gruppo a cui apparteniamo si chiama Fairy Tail.” Disse Majutsu. “Siamo tutti maghi relativamente famosi e potenti, quindi ci ritroviamo spesso coinvolti in situazioni più o meno pericolose.”
    “E tuo padre davvero non ha nulla da ridire?!”
    “Quando lo saprò, te lo dirò!” Replicò il ragazzo, senza pensarci troppo.
    “È inutile fuggire! Distruggerò questa foresta, per poi passare al resto di questo mondo!” Gridò la creatura, per poi spalancare le fauci, cominciando a creare un’enorme sfera di fuoco.
    “Dannazione, quando serve Natsu non c’è mai!” Sbottò Harry.
    “Perché, è specializzato con i mostri?”
    “No, ma è il figlio di un drago, a lui il fuoco non fa nulla!”
    “Figlio di un drago?! Com’è possibile?!”
    “Lunga storia. E direi che adesso non abbiamo il tempo materiale per raccontarla! Erza!”
    “Sì!” Rispose prontamente lei, fermandosi e lasciando andare Hermione, per poi sostituire l’armatura con la stessa che aveva usato contro i Phantom Lord. “Ho riparato tutte le mie armature, perciò posso fare da scudo!”
    La creatura continuò a sorridere, per poi scagliarle contro la magia, che esplose contro l’armatura di Titania, che subito dopo si sgretolò, lasciando la ragazza solo con dei pantaloncini e una maglietta a maniche corte.
    “Erza!” Urlò Harry, girandosi a guardarla, per poi lasciare la presa su Lily e correre in aiuto dell’amica.
    “Ugh… Come ha fatto? Avevo potenziato le armature dopo lo scontro con Ikaruga…” Ansimò Titania, guardando il loro avversario e facendo scomparire i resti della sua corazza.
    “Quell’attacco… era più potente di quelli di Natsu!” Fece Hermione, incredula.
    “Che cosa facciamo?” Domandò Lily. “Io non conosco nessun incantesimo offensivo sufficientemente potente…”
    “È inutile! Nessuna vostra magia è efficace contro di me!” Dichiarò la creatura, per poi alzare una delle chele.
    Le braccia con le spade s’incrociarono attorno ad esse, per poi sparire all’interno del corpo.
    Al contempo la superficie della chela cominciò a diventare più lucida, trasformandosi in un’enorme lama gigante.
    “E ora di’ pure addio alla tua esistenza, Majutsu!” Urlò il mostro, puntando verso Lily, che spalancò gli occhi.
    Harry alzò subito una mano verso di lei, mentre in contemporanea una voce urlava “Protego!”.
    Le due magie si combinarono, creando una barriera che riuscì a respingere la chela, provocando una piccola onda d’urto che fece cadere a terra la giovane strega.
    I tre maghi di Fairy Tail si voltarono verso la fonte della voce, trovando un ansimante Remus Lupin con la bacchetta alzata, affiancato da Peter, che stava vistosamente tremando.
    “G-Giusto in tempo…” Fece Lunastorta, per poi voltare lo sguardo verso il mostro. “Anche se ora mi chiedo come ne usciremo.”
    “Scappate!” Urlò Erza. “È troppo forte per voi!”
    Ma prima che potesse dire altro, Remus e Peter furono superati da un cervo e da un grosso cane nero, che attaccarono la creatura andando contro la chela ora priva di lame, riuscendo a farla barcollare all’indietro, anche se di poco.
    I due animali poi corsero subito indietro, ponendosi come scudo di fronte agli altri.
    “Cosa… Non è possibile…” Fece Harry, guardando il cane, che rispose allo sguardo.
    “Non è lo stesso che abbiamo visto a Privet Drive?” Domandò Erza, fissandolo, mentre dietro di lei Lily spalancava gli occhi.
    “Il Gramo? Quello sarebbe un Gramo?!” Esclamò Hermione, scettica.
    A quel punto il cane si alzò su due zampe, trasformandosi in Sirius Black.
    “Ehi! Che razza di modi sono questi?!” Obiettò offeso. “Io vi salvo la vita e voi mi date del Gramo?!”
    “Black?!” Esclamarono i due maghi di Classe S, scioccati.
    “Tu… sei un Animagus?” Chiese Harry, chiudendo le mani a pugno.
    “Sorpresi, eh? Non ve lo aspettavate.”
    “Quindi se tu sei Black, lui è…” Continuò Hermione, per poi vedere il cervo trasformarsi in James.
    “Perspicace, Granger.” Disse lui, sorridendo.
    “Come-”
    “La Mappa, vero? L’avete usata per trovarci.” Fece Harry, guardandolo.
    “Proprio così.” Rispose Felpato. “Ci siamo accorti che qualcuno aveva rubato il mantello a Ramoso. Certo, scoprire che è stata Miss Perfettina ci ha sorpresi. Poi quando abbiamo visto il suo nome assieme ai vostri abbiamo deciso di raggiungervi, ma il mostro decisamente non era incluso nei nostri piani.”
    “E perché dovresti cercare di salvarci?” Chiese Majutsu, guardandolo con rabbia. “Tu, un mago oscuro-”
    “Solo perché appartengo alla famiglia Black non significa che la penso come quella manica di pazzi dei miei parenti! Anzi, è proprio per come la penso che sono stato rinnegato!” Ribatté lui, per poi tornare a guardare il mostro. “Ma ora direi che abbiamo un bestione da abbattere.”
    “Non male. Mi ero dimenticato che alcuni maghi hanno la capacità di trasformarsi in animali.” Disse questi, facendo tornare la chela come prima. “Ma poco importa. Mi darete solo più divertimento! La disperazione che Majutsu proverà sarà più che sufficiente!”
    Harry spostò lo sguardo su di lui, per poi alzare la spada.
    “Forse stai facendo i conti senza l’oste. Finché io sarò vivo, tu non metterai un solo… beh, non torcerai loro un solo capello!”
    “E cosa speri di fare? Ho già distrutto l’armatura migliore di Titania e-”
    Per tutta risposta la maga dai capelli rossi fece apparire l’Armatura del Purgatorio, brandendo una nuova spada.
    “Solo una delle mie armature, prego!” Esclamò, mentre Sirius fischiava.
    “Cavoli, non male come magia! E senza nemmeno usare la bacchetta.” Commentò sghignazzando, per poi farsi serio. “Beh, meglio così. Un simile mostro non credo possa essere affrontato normalmente… Anzi, forse sarebbe meglio farsi beccare e chiamare Silente.”
    “Il potere che il mio Maestro mi ha concesso è ben superiore a quello del vostro stupido preside.” Rispose la creatura, alzando una chela verso di loro. “Io sono stato creato dal Caos puro, nessuna delle vostre magie può danneggiarmi!”
    “Questo lascialo decidere a noi!” Urlarono assieme Majutsu e Titania, saltando verso l’alto, puntando direttamente al busto umano.
    Ma con loro sorpresa le spade gli passarono attraverso, senza fare alcun danno, facendoli rotolare lungo la schiena del mostro e cadere a terra dietro di lui.
    “Ve l’ho detto, è tutto inutile contro di me. E ora, Harry Potter, preparati a dire addio a questo mondo. Farò ciò che Voldemort è stato incapace di fare!”
    Dicendo ciò si girò verso Majutsu, spalancando la bocca e cominciando a creare una sfera d’energia.
    “Che diamine… Che cos’è davvero questa cosa?” Fece Ramoso, guardando impotente la sfera aumentare di dimensioni.
    “James Potter!” Urlò Lily, guardandolo da dietro Hermione. “Che cosa stai facendo?! Quella cosa sta per uccidere nostro figlio e tu te ne stai lì fermo?!”
    A quelle parole tutti si girarono a guardarla.
    “Nostro… figlio?” Ripeté incredulo James, fissandola.
    “Quando-” Cominciò a chiedere Hermione.
    “Quando quel mostro ha cercato di uccidermi ha detto che avrebbe cancellato la sua esistenza.” Rispose Evans velocemente. “E lì ho collegato tutti i punti. Se uccide me o James, lui non nascerà mai. Infine avete nominato Privet Drive, mia sorella mi ha accennato che il suo ragazzo abita lì… Ma ora basta parlare!”
    “Giusto!” Esclamò James, trasformandosi in cervo e correndo in direzione del figlio.
    “James, aspetta!” Urlò Sirius, imitandolo.
    Nel frattempo, Harry ed Erza si rialzarono, osservando la sfera, sospesa in aria davanti alla bocca della creatura, ormai grande una decina di metri.
    “Com’è possibile?” Disse Titania. “Le nostre spade… non l’hanno nemmeno scalfito.”
    “Non lo so… ma non possiamo di certo arrenderci, no?” Replicò Majutsu, brandendo nuovamente la spada davanti a sé. “Se non possiamo colpirlo, possiamo almeno tentare di rimandargli indietro la sua magia.”
    “Poveri stolti!” Commentò il mostro. “La mia energia non è come la vostra. Solo una magia simile alla mia può respingermi, e voi sfortunatamente non ne siete in possesso!”
    Dicendo ciò, scagliò la sfera d’energia contro di loro, i quali, ignorando le sue parole, alzarono le spade, pronti a riceverla.
    Ma prima che riuscisse a raggiungerli, James arrivò di corsa, prendendo suo figlio con le corna e sollevandolo, lanciandolo sulla sua schiena.
    Nello stesso modo Sirius si fermò giusto pochi istanti davanti a Erza, indicando con il muso la sua schiena.
    Titania non se lo fece dire due volte e salì su di essa, per poi lasciare che i due animali corressero via, permettendo così che la sfera colpisse solo gli alberi. L’esplosione che ne seguì però fece letteralmente volare via tutti quanti, mentre gli alberi attorno a loro sembrarono disintegrarsi nel nulla di fronte a quell’energia devastante.
    Harry scivolò via dalla schiena di James, rotolando a terra per diversi metri, fino a fermarsi contro il tronco di un albero.
    “A-Accidenti…” Fece Peter, alzandosi. “È davvero un mostro…”
    “Non male.” Disse la creatura. “Mi avete sorpreso di nuovo, ma non succederà una terza volta!”
    Titania si rialzò anche lei, evocando l’arma che era sparita prima. “Noi… non ci arrenderemo! Né ora né mai!”
    “Molto bene allora! Affrontate la vostra fine! Cancellerò voi e quel castello con un solo colpo!”
    Ma prima ancora che riuscisse a ricaricare nuovamente quella devastante magia, un rumore indefinito riempì l’aria.
    “E ora cosa succede?” Domandò Sirius, ritornando umano.
    “Questo rumore… l’ho già sentito.” Fece Hermione, alzando lo sguardo verso il cielo.
    Lì, dal nulla, apparve il TARDIS del Dottore, roteando su se stesso. Senza dare il tempo a nessuno di reagire, fece un giro attorno alla creatura, per poi fermarsi in volo sopra Harry.
    Sotto lo sguardo incredulo dei presenti, le porte si aprirono, lasciando che Dark saltasse giù.
    “E quello chi è?” Chiese Ramoso, guardando il nuovo arrivato.
    “Tu!” Esclamò invece la creatura. “Com’è possibile?!”
    “Oh, mi conosci? Il tuo creatore deve averti parlato di me.” Rispose il Custode, sorridendo.
    “Tu… Tu come fai a essere qui?” Fece Majutsu, fissandolo.
    “Per vostra informazione, il TARDIS non è un semplice mezzo di trasporto.” Disse lui, guardandolo. “È anche una macchina del tempo, perciò non essere troppo sorpreso: il periodo che abbiamo dovuto attraversare è stato davvero breve rispetto a quelli a cui è abituata.”
    “Tu sai che creatura è quella?” Domandò Hermione, guardandolo con timore.
    “Immagino sia una sua nuova trovata… Dopotutto, lui è il Custode del Caos…”
    “Maledetto!” Imprecò il mostro. “Perché continui a opporti al Caos?! Il mio Maestro è migliore di te, sotto tutti i punti di vista!”
    “Forse sì, o forse no, ma direi che è normale per me oppormi a lui.” Mentre diceva ciò portò in avanti una mano. “Siamo nemici naturali. Lui rappresenta il Caos…”
    Una luce apparve davanti al palmo della mano, per poi aumentare d’intensità.
    Pochi istanti dopo, il ragazzo teneva in mano una spada dall’aspetto che i maghi non avevano mai visto prima: all’apparenza ricordava una chiave gigante, ma era divisa a metà dal nero e dal bianco, con diversi ghirigori a ornarla.
    Subito dopo dal corpo di Dark cominciò a uscire una folata di vento provocata dalla sua energia, che continuava ad aumentare.
    “Io invece sono l’Equilibrio, ed è mio dovere fermarlo!”
    Senza dire altro, scomparve dalla vista dei presenti, riapparendo dietro una delle chele del ragno, che si staccò di netto, svanendo nel nulla.
    Il mostro cacciò un urlo di dolore, per poi girarsi e tentare di colpire Dark, che tuttavia sparì di nuovo. Subito dopo un’altra chela si staccò, seguita immediatamente dalle altre, facendo così cadere a terra la creatura.
    Il Custode riapparve sopra di essa, restando sospeso a mezz’aria.
    “Tu sei una creatura del Caos, devota all’Oscurità. Perciò userò proprio essa per eliminarti. Porta i miei saluti a mio padre.”
    “Dannato, non vincerai così facilmente!” Urlò la creatura, per poi scagliare un’ultima, disperata, sfera d’energia, che tuttavia fu facilmente dissipata dalla mano libera del ragazzo volante.
    “Addio.” Si limitò a dire, per poi puntargli contro la sua spada, dalla cui punta cominciò a crearsi una sfera nera.
    Pochi secondi dopo gliela lanciò contro.
    Il ragno gigante urlò dal dolore, per poi scomparire nel nulla, disintegrato da quell’attacco tanto silenzioso quanto devastante.
    Majutsu, Titania e gli altri erano rimasti a guardarlo increduli.
    Dark sospirò, facendo sparire la spada e tornando a terra.
    P-Per i calzini puzzolenti di Merlino…” Mormorò Sirius, fissandolo con la bocca spalancata. “Che diamine era quello?!”
    Dark si voltò a guardarlo, per poi sorridere. “Oh, nulla di che. Ho solo usato parte del mio potere per cancellare dall’esistenza quella creatura. Deve aver trovato un modo per alterare gli Heartless… non me lo aspettavo.”
    “Heartless?”
    “Creature che seminano oscurità in molti mondi.” Rispose il Dottore, uscendo dal TARDIS dopo averlo fatto atterrare.
    “Grazie, Dottore. Inoltre, sono immuni a quasi tutte le armi e magie di base. Solo chi possiede il Keyblade e pochi altri fortunati possono opporsi a loro.”
    “Keyblade?” Ripeté Erza, mentre Dark faceva riapparire la sua arma.
    “La chiave dei mondi. Un’arma infinitamente potente, usata per il bene o per il male. E concessa solo a una persona per mondo, solitamente.”
    “Allora l’energia che sentivo… proveniva da quell’arma?” Chiese Hermione.
    “Oh, no, no. Per me questa è ormai solo un’arma come un’altra. Sono sufficientemente potente anche senza.”
    “E chi saresti?” Domandò James. “Se sei così potente, dovresti essere anche vecchio. Sono sicuro che nemmeno Silente avrebbe potuto fare molto contro quella… cosa.”
    Il Dottore a quel punto ridacchiò. “Certo che fa effetto sentire questa frase rivolta a qualcun altro. Di solito sono io quello che la sente.”
    “Perché?” Fece Lily. “Non mi sembri tanto vecchio.”
    “Porto bene i miei mille e passa anni.” Rispose lui, sistemandosi il farfallino.
    “Mille anni?!” Esclamò Remus. “Impossibile! Saresti vecchio quasi quanto Hogwarts!”
    “Oh, per me simili quisquilie non hanno importanza. Posso viaggiare nel tempo, ho visto la nascita e la fine dell’universo.”
    “S-Sei serio? Quella cosa può davvero viaggiare nel tempo?” Chiese Peter.
    “Tempo e Relativa Dimensione nello Spazio. In breve, TARDIS.”
    “E lui è vecchio quanto te?” Chiese James, indicando Dark.
    “Oh, no. Lui è molto più vecchio di me.” Rispose sincero il Dottore, guardando il ragazzo, che annuì.
    “In effetti, ho sempre incontrato il Dottore in ogni epoca, fin dalla creazione dell’universo. Anche se ho cambiato aspetto e corpo innumerevoli volte. Quello che vedete adesso è il vero me, ma non è sempre stato così.”
    “Aspetta… tu avresti miliardi di anni? Non può essere! Nemmeno con la Pietra Filosofale sarebbe possibile!”
    “I piccoli privilegi di essere uno dei creatori dell’universo, immagino.”
    A quella frase, tutti si zittirono.
    “Aspetta…” Fece infine Sirius. “Ci stai dicendo che adesso… stiamo parlando con una divinità?”
    “Dal vostro punto di vista, potrei essere considerato tale, ma preferisco essere definito semplicemente un essere superiore. In fondo, sono nato come qualsiasi altro comune essere umano.”
    “Okay, okay. Ora, ‘semplice essere superiore’, domanda intelligente.” Disse James, indicando Harry. “Come diavolo può essere figlio mio e di Lily?! Abbiamo praticamente la stessa età!”
    “Mi sembrava fosse ovvio che veniamo dal futuro… E prova a immaginare quel che sto passando io, a scoprire che mio padre era un idiota.” Rispose Majutsu, sospirando. “Credo non ringrazierò mai abbastanza di essere finito a Fiore…”
    “Beh, io sono l’ultimo a poter parlare, visto il rapporto che ho con mio padre, ma penso che tu possa anche dargli una seconda possibilità.” Commentò Dark, ridacchiando.
    “Io me ne starò zitto invece.” Intervenne il Dottore. “Con quello che ho fatto non ho alcun diritto di parlare.”
    “Ad ogni modo, per rispondere alla domanda di James.” Riprese l’Equilibrio. “È successo un piccolo problema che li ha trascinati qui dal futuro. Vedete, il TARDIS del Dottore mal sopporta altri dispositivi in grado di alterare il tempo, perciò è andato in conflitto con la Giratempo di Hermione, e ha trasportato lei e chi le era vicino in un punto qualsiasi dello spazio tempo. Per nostra fortuna, avevamo a disposizione un testimone che sapeva dove e quando erano finiti. Così una volta sistemato il TARDIS, io e il Dottore li abbiamo raggiunti. Ho lasciato Hikari nel futuro per proteggere Hogwarts da eventuali creature come quella.”
    “Ce ne sono delle altre?!” Esclamò spaventata Lily.
    “Sì, ma tranquilla. Ho già impedito che ne possano giungere di nuove: ogni mondo, o pianeta, come preferite chiamarli, ha una specie di varco, i Keyblade possono chiuderlo o aprirlo, e io ho fatto in modo che nessun’altra creatura possa giungere qui.”
    “Senti allora, perché non vai a uccidere Tu-Sai-Chi?” Chiese Sirius. “Con i tuoi poteri dovrebbe essere un giochetto da ragazzi, no?”
    “Sì, è vero. Potrei cancellare Voldemort dall’esistenza semplicemente alzando un dito, ma non lo farò.”
    A quell’affermazione, tutti cominciarono a gridargli contro.
    “Come sarebbe a dire?!” Urlò Remus, indignato. “Vuoi lasciarlo continuare a operare come se niente fosse?! Credevo che tu fossi uno dei buoni!”
    “Io sono l’Equilibrio. Sapete cosa significa?” Domandò Dark, non ricevendo risposta. “Significa che devo far sì che l’Oscurità e la Luce restino in armonia tra di loro. Se dovesse essere necessario, potrei dovermi ritrovare costretto anche a combattere per l’Oscurità. Un universo di sola luce può essere disastroso tanto quanto uno di sola oscurità.”
    “Impossibile!” Esclamò James. “La luce è buona, no? Come può essere paragonata al male?”
    “Banalmente, uno che è convinto di essere dalla parte del bene, comincia a punire quelli che considera malvagi. Puoi assicurarmi al cento per cento che sia assolutamente nel giusto? O che il cosiddetto malvagio non abbia avuto un buon motivo per fare quello che ha fatto?”
    “Certo che sì! Ci stai forse dicendo che se saltasse fuori che Tu-Sai-Chi da piccolo ha ricevuto un trauma allora questo lo giustificherebbe?” Sbraitò Sirius.
    “Parli proprio tu?!” Urlò Harry, guardando il suo non ancora padrino. “Tu più di tutti dovresti stare zitto!”
    Sirius si ammutolì subito. “Come scusa?” Chiese poi, scioccato.
    “Harry-” Cominciò Erza, venendo subito interrotta dall’amico, che non la sentì nemmeno.
    “Tu sei solo un lurido traditore, ecco la verità!”
    “Come osi?” Saltò James. “Sarai anche il mio futuro figlio, ma non ti permetto di offendere il mio migliore amico!”
    “E poi, cosa diamine potrò aver mai fatto per meritarmi un simile odio da te?” Domandò Sirius, preoccupato per la risposta.
    “Che cos’hai fatto?!” Ripeté Majutsu, furente. “Ci hai venduto a Voldemort, ecco cos’hai fatto! Per colpa tua sono rimasto orfano a un anno!”
    Il silenzio calò su tutti i presenti, con l’eccezione di Dark, che si limitò a sospirare mentre scuoteva la testa.
    “Io… Io ho fatto cosa?” Balbettò Black, indietreggiando spaventato.
    “Come sarebbe a dire che sei rimasto orfano a un anno?” Domandò Lily, altrettanto scioccata.
    Harry abbassò lo sguardo, rendendosi conto che aveva detto troppo, ma ormai era inutile tacere.
    “Voldemort… ci ha trovati. Non so bene il perché, ma ci dava la caccia. Io… Io sono l’unico che è sopravvissuto. Per qualche motivo, il suo incantesimo è ribalzato su di me, distruggendo il suo corpo e lasciandomi solo questa cicatrice.” E s’indicò il segno sulla fronte. “Ma sono rimasto da solo. Chi si doveva prendere cura di me ha preferito venderci a chi ci voleva morti! E dopo ha pure ucciso Peter, che ha provato a ostacolarlo!”
    “Impossibile!” Ribatté Sirius. “Io non lo farei mai! Morirei piuttosto che tradire i miei amici! Preferirei patire le sofferenze dell’inferno!”
    “Allora perché lo avresti fatto?! Ho sentito proprio ieri la McGranitt che ne parlava con Hagrid, il Ministro e il professor Vitious!”
    “Sirius non lo farebbe mai.” Disse James, calmo. “Ho la massima fiducia nei miei amici. Nessuno di loro ci tradirebbe, mai.”
    “Spoiler…” Mormorò il Dottore. “È quello che direbbe mia moglie, se fosse ancora qui.”
    “Io so solo che per colpa sua sono cresciuto come se fossi da solo, senza nemmeno sapere di essere un mago fino a quando non ho incontrato Erza e gli altri di Fairy Tail!”
    “Come sarebbe a dire? Con chi sei andato a vivere?” Domandò Lily.
    Harry spostò lo sguardo. “Da zia Petunia e suo marito. Sette anni infernali, passati quasi come uno schiavo e a dormire nel sottoscala.”
    “Petunia ha fatto che cosa?!” Esclamò incredula Evans. “La sua gelosia arriva davvero a tal livello?”
    Majutsu si voltò a guardarla. “Gelosia?”
    “Petunia mi detesta non perché sono una strega, ma perché non lo è lei. Fin da quando abbiamo conosciuto Sev e-”
    “Aspetta, aspetta, aspetta!” La interruppe Erza. “Vuoi dire che anche la zia di Harry conosce Piton?”
    “Beh, sì, abitiamo vicino. È stato lui a rivelarmi dell’esistenza della magia, quando ho cominciato a usarla senza sapere che cosa fosse.”
    “In che relazione siete con Mocciosus?” Chiese Peter, cercando di non pensare a quanto detto da Majutsu.
    “È il nostro insegnante di Pozioni, oltre che il Capocasa di Serpeverde.”
    “Lavorerà qui a Hogwarts?! Quella serpe?!” Esclamò James, indignato. “Inaudito!”
    “Beh, io sto pagando le conseguenze di tutti gli scherzi che gli avete fatto.” Replicò il Potter del futuro. “Perché qualcosa mi dice che quello di prima non era il primo, vero?”
    “E non sarà nemmeno l’ultimo.” Aggiunse Sirius, sorridendo per un momento. “Non possiamo di certo fargli passare liscia la sua futura professione.”
    “Non sarà l’ultimo, ma non per quello.” Intervenne Dark. “Mi sembra ovvio che sappiate ormai troppe cose sul futuro. Per questo vi cancellerò la memoria.”
    “No!” Protestò Harry. “Ora sanno che cosa li attende! Possono cambiare il loro futuro!”
    “E tu accetteresti di scomparire?” Gli domandò il Custode, facendolo sussultare. “Perché sarebbe questo il tuo destino.”
    “Come?”
    “Forse Harry Potter nascerà lo stesso, ma non saresti tu.”
    “Senza considerare tutti i paradossi temporali che provocheresti. Una mia… amica una volta l’ha fatto. Ha voluto salvare la vita a suo padre, che era morto prima che nascesse. Siamo rimasti bloccati in un loop temporale, incapaci di andarcene, e l’unica soluzione è stata che il padre morisse comunque.” Fece il Dottore.
    “Hanno ragione, Harry.” Aggiunse Hermione. “Cambiare il passato… è troppo pericoloso.”
    Majutsu spostò lo sguardo. “Ma io…”
    “Ora basta!” Esclamò Erza, colpendolo in pieno volto con un pugno, facendolo volare contro un albero. “Riprenditi!”
    “F-Forte la ragazza…” Sussurrò Sirius a James, che annuì deglutendo, mentre Titania raggiungeva Harry, sollevandolo per la divisa.
    “Te lo abbiamo già detto più volte: adesso siamo noi la tua famiglia!” Gridò. “Non importa cos’hai passato, ora devi solo guardare al futuro! Me l’hai fatto capire proprio tu! Se non fosse stato per te, io ora sarei stata sacrificata per far tornare in vita Zeref, e probabilmente entrambi i nostri mondi sarebbero in una crisi mai affrontata prima! Gerard sarebbe al potere!”
    Majutsu restò in silenzio.
    “Non pensare solo a te stesso.” Continuò Erza, calmandosi. “Se cambi il passato, non arriveresti mai a Fairy Tail. Non ci conosceremmo mai. E senza di te, non credo sarebbe altrettanto divertente.”
    “Sì… è vero…” Ammise il moro, per poi guardare Lily e James. “Il mio passato… ormai è scritto. Posso solo pensare a scrivere un futuro che mi soddisfi a pieno. Ed è per questo che ucciderò Voldemort. E prima ancora te, Black!”
    Sirius sospirò. “E io ti ripeto che non tradirei mai i tuoi genitori. Visto come sei testardo, servirà a poco, ma ti chiedo almeno di darmi la possibilità di parlare prima di tagliarmi in due. Una spiegazione a ciò che dici dev’esserci… per forza! Altrimenti, ti autorizzo adesso a farmi soffrire come nessun essere umano ha mai sofferto. Sarebbe la mia giusta punizione.”
    “Sirius, che cosa dici? Io mi fido assolutamente di te! Come anche di Remus e Peter!” Esclamò James. “Come hai detto tu, dev’esserci una spiegazione! Forse qualcuno ha assunto il tuo aspetto e ti ha incastrato… Sì, dev’essere per forza così!”
    “La verità è una sola… ma non possiamo rivelarvela.” Intervenne Dark, per poi guardare verso il castello. “Quando siamo arrivati, ho isolato quest’area, e ho creato una falsa immagine dove chiunque guarda vede che non è cambiato nulla. Anzi, ora…”
    Mentre parlava dai suoi piedi cominciarono a uscire degli strani fulmini rossi, che ricoprirono l’area del combattimento. Sotto lo sguardo attonito dei presenti, gli alberi che erano stati distrutti vennero sostituiti da nuovi alberi, identici ai loro predecessori, mentre i vari crateri provocati dalle esplosioni si riempirono fino a scomparire.
    Quando i fulmini cessarono la loro attività, la Foresta Proibita era tornata come prima, come se niente fosse successo.
    “I-Incredibile!” Esclamò Remus. “Come hai fatto?”
    “Un’abilità che ho imparato in un mondo che ho visitato tempo fa, amplificata poi dai miei poteri. Ora, porrò una piccola condizione all’incantesimo di memoria che sto per farvi.”
    “Ovvero?” Chiese Lily.
    “Quest’incantesimo si scioglierà automaticamente nel momento in cui vedrete in qualsiasi forma Harry, Erza e Hermione insieme. Solo allora ricorderete questo episodio. Se i miei calcoli sono esatti, non dovrebbe succedere prima della fine del loro secondo anno.”
    “Perché questa condizione?” Domandò Hermione.
    “Perché se non lo ricordassero, non potremmo venire a prendervi. È stato Remus a dirci che eravate finiti qui.”
    “Ecco perché sembrava conoscerci!” Affermò Erza, guardandolo il ragazzo nominato. “Ci aveva già incontrati!”
    “Volete dire che conoscete anche me nel futuro?” Domandò incuriosito Lunastorta.
    “Certo! Sei il nostro insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure del terzo anno.” Rispose Harry, sorridendogli. “E al momento, sei il miglior insegnante che abbiamo avuto. Certo, non che abbiamo avuto molti altri esempi, considerando che il primo era sotto il controllo di Voldemort e il secondo era un idiota patentato.”
    “Io… un insegnante?” Ripeté incredulo Remus. “No, impossibile. È assurdo.”
    “Intendi per quella tua malattia che ti colpisce una volta al mese? Beh, finché non torna Piton a farci da supplente, per noi non c’è problema. In fondo, abbiamo già visto una malattia simile. Anche se leggermente inversa, come problema.” Ridacchiò Erza, mentre Remus li guardava increduli.
    “Beh, a questo punto non posso che essere contento che sia mio figlio ad avere la nostra Mappa.” Disse James. “Per caso hai anche il mio mantello? Sai, è un cimelio di famiglia…”
    Harry sorrise, per poi tirare fuori da sotto la divisa sia il mantello che la Mappa. “Oh, sì, ho entrambi. Fred e George erano entrati in possesso della Mappa prima del nostro arrivo a Hogwarts, poi me l’hanno consegnata. Il mantello invece mi è stato restituito da Silente, che l’ha custodito fino al mio primo anno.”
    “E grazie all’aiuto di un’amica, ognuno di noi ora possiede una copia della Mappa.” Aggiunse Erza, mostrando la sua. “E lo stesso vale per il mantello, anche se non siamo riusciti a copiare la sua resistenza.”
    “Dev’essere davvero in gamba la vostra amica. Avevamo fatto sì che la mappa non fosse copiabile, nemmeno da noi stessi.”
    “Allora direi di procedere con l’incantesimo.” Disse Dark. “Ah, per sicurezza dovrò rimuovere qualche informazione anche a voi tre. Tranquilli, ricorderete tutto quando sarà il momento, e non cambierà nulla per voi.”
    “Possiamo sapere che cosa ci farai dimenticare?” Domandò Hermione, muovendo una mano dietro di sé.
    “Mi spiace, ma no. Lo scoprirete quando lo ricorderete.” Rispose l’ex custode, per poi alzare una mano.
    Da quella partirono otto raggi di luce, che colpirono alla testa gli studenti, che caddero a terra svenuti. Subito dopo lanciò un nono raggio, che si diresse verso il castello.
    “Meglio cancellare i ricordi anche a Piton. Se ha parlato con Lily, potrebbe essere a conoscenza di ciò che è successo. Ora, puoi portare Harry, Erza e Hermione dentro il TARDIS per piacere?” Chiese poi al Dottore, mentre faceva sollevare in aria gli altri. “Io riporterò loro alla torre di Grifondoro.”
    “A saperlo mi sarei rigenerato in uno con più muscoli.” Commentò lui sarcastico, annuendo.
    “Grazie. A tra poco allora.” Disse Dark, alzando ancora una mano e creando di fronte a lui quello che sembrava essere un passaggio di luce diretto verso l’ignoto, che attraversò seguito dai cinque Grifondoro.

    Fece atterrare sulle poltrone i Malandrini e Lily.
    “Ho mentito.” Mormorò. “A uno di voi ho cancellato definitivamente tutto ciò che è successo qui. Sarebbe stato troppo pericoloso lasciargli una simile conoscenza.”
    Dicendo ciò si girò. “E ora vediamo di trovare quello che ho sentito.”
    Senza usare nuovamente il varco, uscì dal passaggio, sotto lo sguardo sorpreso della Signora Grassa.
    “E tu chi sei? Quando sei entrato?” Chiese.
    “Tranquilla. Non mi vedrai più.” Le disse, per poi allontanarsi.
    Percorse diversi corridoi, fino a fermarsi di fronte a una parete. Lì poggiò una mano sopra il mattone leggermente più chiaro, che rivelò il passaggio per la stanza che nascondeva.
    Vide che era stata addobbata con bandiere e sciarpe di Grifondoro, e sul tavolo al suo centro c’erano decine di fogli con scritte sopra le formule di diversi incantesimi e rune.
    “Mi chiedevo quando saresti arrivato.” Disse una voce alle sue spalle.
    Dark si girò, ritrovandosi a fissare una figura di luce, dai tratti indefiniti.
    “Così sei tu l’energia che ho sentito. Direi che non sei un fantasma.”
    “No, direi di no.” Rispose la figura, con tono sereno, per poi superarlo, fermandosi davanti al tavolo. “Ragazzi geniali, vero? Quasi ai livelli degli altri quattro che occuparono in precedenza questa stanza. Chissà, potrebbero anche superarli in astuzia, un giorno.”
    “Di chi stai parlando?”
    “Del primo gruppo di Malandrini. I loro scherzi erano così buoni che ancora oggi continuano ad aver effetto. Anche se effettivamente, all’epoca erano più che altro una difesa.”
    “E tu chi sei?”
    “Chi pensi che io sia, Equilibrio?”
    Dark restò in silenzio, per poi sorridere e dirigersi verso l’uscita.
    “Bah, non m’interessa in fondo. Presto me ne andrò da questo mondo, quindi non voglio impicciarmi ulteriormente. Addio.”
    La figura restò a guardarlo allontanarsi, restando in silenzio finché il passaggio non si richiuse.
    “Non pensavo l’avrei mai più rivisto.” Disse, per poi fare un giro su se stessa.
    Il soffitto della stanza s’illuminò.
    “È passato così tanto tempo… Vero Godric, Priscilla, Salazar e Tosca?”
    Mentre diceva ciò sul soffitto cominciò ad apparire il logo di Hogwarts.
    “Da quando abbiamo costruito questo castello, è passato quasi un millennio… Ed erano più di mille anni che non vedevo quel magnifico disegno.”
    Al centro del logo apparve anche il simbolo di Fairy Tail, che coprì la grande H centrale.
    “Forse è il momento che anch’io torni indietro.” Concluse la figura con tono nostalgico.



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    Ed eccomi ad aggiornare!
    No, non è un pesce d'aprile, tranquilli (anche se, arrivati qui, credo sia chiaro XD).
    Dunque, dunque, dunque... con questo capitolo, diciamo addio al passato per tornare al presente... anche se la fine della saga non è proprio prossima (altri due capitoli XD).
    Ditelo, non vi aspettavate la scena finale, eh? Pensavate che l'immagine del logo di Hogwarts fosse casuale, vero? XD E invece no! Anzi, questa non sarà l'ultima volta che questo discorso verrà tirato fuori.
    Alcuni misteri vedranno presto la loro soluzione... per altri invece temo bisognerà aspettare un bel po' in più... ma non temete, tutto verrà spiegato ù.ù
    E no, non sarà un certo detective in miniatura a dare le soluzioni, tranquilli XD
    Con questo... alla prossima!
  10. .

    Copertina%2060
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    Tutti quanti si portarono le mani sopra gli occhi quando la luce divenne più forte.
    Quando finalmente si dissipò, tutti cominciarono a sbattere più volte le palpebre.
    “C-Che cosa… è successo?” Fece Neville, massaggiandosi gli occhi per tornare a vedere bene.
    “Che razza di luce era quella?” Chiese Ron. “Nemmeno io sono riuscito a tenere gli occhi aperti… e di solito non ho questi problemi!”
    “Dottore?” Chiamò Dark, guardando l’uomo avvicinarsi alla cabina. “Cos’è successo?”
    Il Dottore fece una strana smorfia, per poi girarsi, alzando verso l’alto gli indici. “Beh, direi una cosa curiosa… assai curiosa…”
    “Aspettate un attimo! Dove sono finiti Harry, Erza e Hermione?!” Esclamò Natsu, guardandosi in giro.
    Immediatamente tutti quanti cominciarono a cercarli, mentre i professori, escluso Silente, puntarono le loro bacchette contro i quattro visitatori.
    “Cosa gli avete fatto?”
    “Noi niente!” Replicò Clara, per poi guardare l’uomo al suo fianco. “Vero Dottore?”
    “Beh, tecnicamente no. Almeno volontariamente. Involontariamente… beh, credo che il TARDIS non ami molto la magia. Effettivamente, non abbiamo mai avuto buoni rapporti con maghi e streghe.”
    “In parole povere, il TARDIS li ha spediti in un punto a caso del tempo e dello spazio, vero?” Domandò Hikari.
    A quella frase tutti si voltarono a guardarli.
    “Come, scusa?” Fece Lucy. “Cosa volete dire?”
    “Questa bellezza è una macchina del tempo.” Spiegò il Dottore, indicando la cabina. “Inutile che tentiate di usarla, io e mia moglie siamo gli unici rimasti nell’universo in grado di guidarla. E lei non è più tra noi.” Aggiunse subito dopo, notando lo sguardo di sorpresa e tentazione su diversi studenti. “Anche se non mi spiego perché abbia fatto sparire proprio loro tre.”
    “Non ti ricordi? Hermione lo rivela alla fine del terzo l-” Cominciò Clara, venendo poi interrotta da Dark, che le mise prontamente una mano sulla bocca.
    “E noi non possiamo rivelare il futuro.” Disse lui.
    “Perché dovremmo credervi?” Chiese Piton, guardandoli male.
    Hikari sbuffò. “Perché se solo volessimo, potremmo rivelare tutti i tuoi segreti. Tipo chi guardavi su una certa altalena da bambino.” Buttò, guardando l’insegnante di Pozioni, che sgranò gli occhi.
    “Non è possibile…” Pronunciò incredulo. “Quello… non lo sa nessuno…”
    “E conosciamo molte altre cose sul tuo conto.” Aggiunse Dark.
    “Okay, ora però rispondeteci: dove sono Harry e le ragazze?” Domandò Gray, portando un pugno sul palmo dell’altra mano, pronto a usare la magia.
    “Se il Dottore ha ragione, potrebbero essere ovunque. Su un altro pianeta, nel passato, nel futuro… Chi lo sa.”
    Incendio!” Urlò Natsu, pronunciando l’incantesimo e tirando fuori la bacchetta solo per non far cadere la copertura, scatenando su Dark un vero e proprio tornado di fuoco.
    “Dragonil!” Gridò la McGranitt, incredula. “Che cosa stai facendo?!”
    “Voglio sapere dove hanno mandato Harry, Erza e Hermione! Le fiamme non dovrebbero ucciderlo, tranquilla.” Rispose lui, per poi guardare Hikari, che si limitò a sbadigliare.
    “Scusa, ma non è il tuo ragazzo?” Domandò George. “Un minimo di preoccupazione non guasterebbe, sai?”
    “Se avessi motivo di preoccuparmi, lo farei. Ma delle fiamme così tiepide non ci preoccupano.”
    A conferma delle sue parole, il tornado di fuoco sembrò esplodere, rivelando l’ex Custode perfettamente illeso.
    “Non male, ma la prossima volta ti consiglio di aumentare la temperatura. Non mi hai bruciato nemmeno i vestiti.” Disse con noncuranza.
    “Non mi abituerò mai a questo…” Mormorò Clara, per poi guardare il Dottore. “E dire che ormai dovrei essere abituata alle cose strane… ti ho pure detto io quale TARDIS prendere…”
    “Sì, dopo aver fatto un’azione che ti è quasi costata l’esistenza stessa.” Replicò l’uomo. “Possibile che debba avere sempre dei compagni incoscienti e spericolati?”
    “C-Com’è possibile?” Balbettò incredulo Natsu. “I-Il mio fuoco… non ha nemmeno lasciato il segno…”
    “Non era mai successo prima, aye!”
    “Non prendertela male.” Disse Dark. “Semplicemente, ci vuole molta più energia per potermi ferire. Credo che ormai solo alcuni Custodi e pochi altri siano in grado di farlo.”
    “Il che comprende praticamente solo i tuoi genitori.” Commentò la ragazza al suo fianco.
    “Com’è possibile?” Domandò ancora Piton, guardando il suolo sotto di lui. “Quelle fiamme hanno bruciato anche il terreno… Non erano di sicuro basse come temperatura.”
    “Credo che pecchiate anche di esperienza. Nessuno di voi può anche solo sperare di eguagliarlo.” Disse il Dottore.
    “Già, è solo uno degli esseri più potenti che esistano.” Aggiunse Clara. “E fatico ancora a credere al resto della storia, ma dopo aver sentito che Biancaneve è finita in prigione accusata di omicidio… non me la sento di escluderlo. Considerando che è stata la diretta interessata a dircelo.”
    “Scusi, signorina Clara.” Intervenne Silente. “Se la mia conoscenza Babbana non sbaglia, Biancaneve è il personaggio di una storia.”
    “Non dove siamo stati qualche tempo fa.” Rispose Hikari. “Lì tutti i cosiddetti personaggi da fiaba vivevano una vita tutta loro, apparentemente senza sapere chi erano davvero. È stato proprio in quel posto che abbiamo incontrato il Dottore e Clara.”
    “E comunque, un nostro amico aveva incontrato Biancaneve già tempo prima, assieme ad altre principesse fiabesche.” Aggiunse Dark. “E anche molti altri personaggi più o meno famosi e considerati inesistenti.”
    “Allora, se mi permetti, rifaccio la domanda che ti è stata posta prima.” Continuò Silente. “Chi sei? Hai l’aspetto di un ragazzo, ma è lampante che non lo sei. I tuoi atteggiamenti sono finti e-”
    “E sei sorpreso di non riuscire a leggere la mia mente, vero? È da quando siamo arrivati che ci stai provando, senza risultati.”
    Il preside spalancò leggermente gli occhi.
    “Credevi che non me ne sarei accorto? Ho affrontato diverse creature in grado di giocare con la mente. Anche se l’unico che effettivamente è riuscito nel suo attacco… è stato mio padre…” Continuò il custode, rivolgendo uno sguardo triste a Hikari.
    “Tuo padre?” Domandò Lucy. “Perché ti ha attaccato?”
    “Oh, direi la classica ribellione figlio contro padre. Non gli andava giù il fatto che stia provando a salvare l’universo.”
    “E perché diamine non dovrebbe esserne felice?” Fece Ron. “Insomma… è assurdo, ma di certo non negativo.”
    “Non quando è tuo padre a volerlo distruggere.” Sbuffò Dark, ritrovandosi subito tutte le bacchette dei maghi presenti puntate addosso. “E ho detto che sono contro mio padre, se non fosse chiaro.”
    “Chi ce lo assicura?” Chiese il Ministro. “Hai appena ammesso che un tuo parente minaccia la nostra pace! Tu non puoi di certo essere migliore.”
    “Ora capisco perché veniva considerato un idiota.” Commentò Clara. “Nemmeno sta a sentire…”
    “Su, su, non c’è bisogno di arrabbiarsi.” Intervenne Hikari. “Vi assicuro che Dark non ha intenzione di fare del male a nessuno, se non lo ritiene necessario”
    “Come possiamo fidarci di voi? Tu sei la sua ragazza, no? È ovvio che sei dalla sua parte!”
    “Certo che sono dalla sua parte! Mi ha nominato sua Custode, oltre a farmi tornare indietro! Se non fosse per lui ora non sarei qui!”
    “Cosa intendi dire signorina?”
    “Intende dire che l’ho riportata in vita. Anche se a un prezzo molto alto.” Rispose Dark, spostando lo sguardo. “È diventata Custode dell’Equilibrio come conseguenza.”
    “Ma… Ma non esiste un incantesimo in grado di riportare in vita i morti! Nemmeno tra i più oscuri!” Esclamò Vitious.
    Il Dottore fece un colpo di tosse, attirando lo sguardo di tutti su di sé.
    “Beh, tecnicamente non sei mai totalmente morto…” Disse Clara, guardandolo. “Almeno, credo… non ho molti ricordi di quella mia versione, quindi non posso dire di esserne certa…”
    “Però il professor Vitious ha ragione. È stato dimostrato che non è possibile riportare in vita i morti.” Osservò Silente. “Con nessun incantesimo o oggetto magico.”
    Dark ridacchiò. “Infatti non ho usato alcuna pietra antica o magia oscura… ho solo rinunciato alla mia umanità.”
    “Tu… Tu non sei umano, aye?” Fece sorpreso Happy.
    “Non più. Anche se forse sarebbe più giusto dire che ho solo ripreso il mio vero ruolo.”
    “Prima hai detto che eri anche tu un Custode dell’Equilibrio, mentre Hikari è quella attuale. Significa che non ce ne può essere più di uno?” Domandò Neville.
    Hikari sospirò. “Ovunque andiamo, ci ritroviamo sempre a fare lo stesso discorso, ma possiamo parlarne dentro? Vedo che buona parte dei ragazzi sta tremando dal freddo.”
    “Non potete mettere piede dentro Hogwarts!” Tuonò il Ministro, continuando a puntargli contro la bacchetta. “Se vi avvicinate, chiamerò i Dissennatori e-”
    “E sarò più che felice di cancellare quelle disgustose creature.” Replicò Dark. “E mi creda, Ministro, io ho tutto il potere necessario per far sì che i Dissennatori vengano aggiunti alla lista delle creature magiche estinte.”
    “Prima di andare, potreste darmi una mano a rimetterlo in piedi? Finché non aggiusto lo stabilizzatore, non si può entrare.” Disse il Dottore, indicando il TARDIS.
    “Arrivo.” Rispose l’ex Custode, avvicinandosi alla cabina, per poi battere le mani e poggiarle a terra.
    Sotto lo sguardo sorpreso dei maghi, la terra sotto il TARDIS cominciò a sollevarsi, creando un piccolo cumulo che alzò la macchina del tempo, rimettendola in posizione verticale.
    “Oh, perfetto!” Esclamò l’uomo, per poi entrare. “Oh, beh, ci vorrà un po’ per sistemare tutto, ma darò priorità alle riparazioni fondamentali. Voi andate pure, vi raggiungo tra poco!”
    “Ma Dottore, abbiamo la possibilità di entrare a Hogwarts! Credevo saresti stato il primo a volerla vedere!” Ribatté Clara.
    Il Dottore uscì solo con la testa dalla porta. “Una volta aggiustato il TARDIS, andrò direttamente al giorno d’inaugurazione! Sarà molto più emozionante, no?”
    “Prima andremo a recuperare Harry, Hermione ed Erza.” intervenne Dark. “Dopotutto, abbiamo solo l’intero continuum temporale da controllare, sperando che si siano limitati a viaggiare nel tempo.”
    “Ma-” Tentò nuovamente il Ministro, interrompendosi quando tra le mani del ragazzo dai capelli bianchi e neri apparve una scia di luce, che lasciò spazio a quella che pareva una gigantesca chiave, che sembrò alzarsi da sola in direzione del castello.
    “Di già? Di solito ci mettiamo molto di più a trovarla.”
    “Che cos’è quell’arma?” Domandò incredulo Fred, osservandola.
    Hikari sorrise, per poi far apparire anche lei la stessa identica chiave. “Questo è ciò che distingue i Custodi dal resto degli esseri viventi. Il Keyblade, l’arma più potente di tutto l’universo.”
    “Tanto potente che c’è una leggenda secondo la quale ne esiste uno solo. Come potete vedere da voi, non è proprio così. Ogni pianeta ne possiede due: uno che rappresenta la Luce, uno che rappresenta l’Oscurità. Questo nel nostro universo ovviamente. Qui probabilmente non esiste nemmeno.”
    “E possiamo sapere perché state puntando una simile arma contro il castello?” Chiese la vicepreside senza nascondere la preoccupazione.
    “I Keyblade… hanno il potere unico di chiudere e aprire i passaggi dei mondi. Uno dei doveri dei Custodi è quello di chiudere questi passaggi per impedire ai mondi di venire raggiunti dall’Oscurità e venire distrutti.” Rispose Dark, mentre sulla punta del suo Keyblade cominciava a crearsi una sfera di luce, imitato da quello di Hikari.
    Con stupore di tutti, il castello di Hogwarts sembrò brillare per un istante, per poi scagliare verso il cielo un raggio di luce, che esplose come un fuoco d’artificio, creando la sagoma di una serratura gigante, che risplendette sopra le loro teste.
    “Fantastico!” Esclamarono entusiasti i gemelli Weasley, mentre anche gli altri osservavano l’insolito spettacolo.
    In quel momento dai due Keyblade partì un raggio, che colpì al centro la sagoma nel cielo, che brillò, per poi cominciare a scomparire, emettendo il rumore di una porta che veniva chiusa a chiave.
    “E anche questa è fatta, un problema in meno. Almeno non ci saranno mostri ad attaccarci.” Disse Dark, facendo scomparire l’arma.
    “Erza farebbe carte false per procurarsi quella strana spada.” Fece Gray.
    “Sfortunatamente, da noi non è stata lei la prescelta del vostro gruppo a ottenerlo.” Ridacchiò Hikari. “Certo, si fa valere ogni volta che la incontriamo… però no, lei non è in possesso di un Keyblade.”
    “Com’è possibile? Chi può esserci più adatto di le-” Cominciò Natsu, interrompendosi e voltandosi verso Neville.
    “Eh?! No, impossibile!” Esclamò subito lui, incrociando le braccia per negare. “Non sono lontanamente al suo livello!”
    L’ex Custode si mise a ridere, mentre ignorando il balbettio del Ministro si dirigeva verso il Castello, come se sapesse già dove andare.
    “Non possiamo di certo dirvi chi è stato scelto al suo posto, però sono curioso. Da noi, Hogwarts e Fairy Tail non sono mai entrati in contatto. E qui vedo che la cosa è piuttosto profonda.” Disse, per poi riservare uno sguardo veloce alle mani dei gemelli.
    Lucy decise di intervenire subito, prima che lo straniero potesse rovinare quasi tre anni di copertura.
    “B-Beh… solitamente non ci saremmo mossi dal nostro Stato… ma Harry qualche anno fa si è involontariamente smaterializzato da noi, ed è cresciuto con noi. Poi quando è arrivato Silente… beh, alla fine abbiamo deciso di venire qui tutti insieme.”
    Dark si voltò a guardarla con serietà, poi dopo pochi secondi sorrise.
    “Capisco. Ecco cos’è andato diversamente.” Commentò. “Da noi invece non siete mai usciti dal vostro Stato finché il mondo non è stato in pericolo.”
    “A causa di Voi-Sapete-Chi?” Chiese Vitious.
    “Voldemort? Mi prende in giro? Da noi la situazione è molto più grave, e quel piccolo signore oscuro non è altri che una formica rispetto ad altri che abbiamo incontrato.”
    “Voldemort una formica?” Ridacchiò Silente. “Non credo approverebbe un simile commento.”
    “Beh, quando eravamo in procinto di incontrarlo avevamo un altro avversario di cui occuparci…” Rispose Hikari. “Anche se rispetto a quello attuale…”
    “Non pensiamoci adesso.” La interruppe Dark. “Nonostante tutto, ci vorrà un po’ prima che sia nuovamente in grado di usare tutto il suo potere. Non attaccherà prima di allora.”
    Il gruppo scomparve dentro il castello, lasciando il Dottore da solo. “Bene, diamoci da fare!” esclamò, tirandosi indietro le maniche e girandosi verso la cabina.
    Ma lì, con suo stupore, trovò Luna, che stava guardando attentamente il TARDIS.
    “Tu sei la signorina Lovegood, vero?” Chiese, non sapendo bene come comportarsi di fronte a quella ragazzina.
    “Esatto, Dottore. Sa, lei è davvero contenta di viaggiare con te.” Disse Luna, poggiando una mano su una delle pareti della cabina.
    “Tu… Tu riesci a sentirla?”
    “Oh, sì. Anche più chiaramente dei Nargilli.”
    “Oh, sì, creature interessanti quelle! Difficili da trovare, però questo ti dà ancora più soddisfazione.”
    “Tuttavia… quello che avete visto insieme… è stato terribile.” Continuò Luna. “Quelle guerre… sono state orribili.”
    Il Dottore sospirò. “Già. Io le ho già viste tutte… e so qualcosa che anche Dark e Hikari ignorano, ma come Signore del Tempo, non posso di certo divulgare simili informazioni.”
    “Capisco.” Fece la ragazza, per poi allontanarsi. “Meglio che raggiunga gli altri ora.”
    Il Dottore restò a guardarla, per poi ridacchiare, entrando nella cabina. “È un peccato che non possa venire con noi, vero?” Osservò parlando al TARDIS. “Ma dopotutto… portarla via da qui creerebbe dei problemi non da poco. E poi non credo sia il suo desiderio.”

    “Ehi, tu.” Fece Malfoy, parlando per la prima volta a Dark. “Devo parlare con te.”
    L’ex Custode si voltò a guardarlo, assieme a Hikari e Clara, mentre gli altri studenti e professori lo fissarono un po’ sorpresi.
    “Hikari, vai pure avanti, noi arriviamo subito. Giusto il tempo di sentire cosa vuole Malfoy.”
    La ragazza annuì, per poi proseguire verso la Sala Grande assieme al resto del gruppo, seguiti da Luna, che entrò a passo veloce, salutando i due con la mano e raggiungendo gli altri.
    “Bene Draco… di cosa vuoi parlarmi?” Chiese Dark non appena restarono totalmente da soli.
    Il biondino si portò una mano sul volto, facendo apparire la maschera di Klaun, per poi creare subito una sfera di energia che scagliò contro l’altro, che la fermò con una sola mano, distruggendola con facilità.
    Draco ridacchiò. “Come pensavo… sei come lui.”
    “Deduco tu ti riferisca all’energia che percepisco intorno a questo castello. Però devo ammettere che mi hai sorpreso: non pensavo che ti saresti mostrato per quello che sei davvero. Da come sei stato in silenzio, immaginavo avessi in mente qualcosa, ma lasciati dire che attaccarmi non è stata la più geniale delle trovate.”
    “Come se m’importasse. Tu non sei di certo uno che si mette a uccidere a caso e-”
    Klaun non concluse la frase che si ritrovò contro il muro, tenuto per il collo da Dark, mentre la sua maschera cadde a terra.
    “Non sottovalutare gli avversari, Malfoy. Percepisco in te un potere che non dovresti avere, ma è notevolmente inferiore al mio. E sappi che ho già ucciso in passato quando si è rivelato necessario.”
    “S-So che sei f-fuori dalla m-mia portata…” Bofonchiò Draco, cercando di respirare. “P-Per questo… v-voglio chiederti a-aiuto…”
    Il ragazzo lo lasciò andare, permettendogli di riprendere fiato. “Tu che chiedi aiuto? Sei decisamente diverso dal Malfoy che conosco io.”
    “Non fraintendere. Lo faccio solo perché non ho altra scelta… Tra un folle che vuole la rovina di tutti, preferisco guadagnare tempo per i miei piani… E qualcosa mi dice che tu sei il solo a poterlo fermare.”
    Dark gli diede le spalle. “Conosco solo poche persone che potrebbero essere paragonate a me. E una sola potrebbe essere giunta fin qui in questo momento.”
    Klaun gli rivolse uno sguardo freddo. “Che cosa farai adesso?”
    “Prima di tutto, andrò a recuperare Harry, Erza e Hermione. Poi… probabilmente darò il via a una battaglia che non verrà dimenticata tanto presto.”
    “E per quanto riguarda me? Hai intenzione di fermarmi?”
    Dark restò in silenzio per qualche secondo. “Una regola dei Custodi… è quella di non interferire coi mondi se non quando necessario. Sistemerò questa questione e poi ce ne andremo, non faremo altro. Ma non credere che con questo tu te la caverai. Percepisco chiaramente la tua energia magica… e mi spiace dirti che non è ai livelli di quella di Harry e di altri maghi qui presenti.”
    Draco sorrise. “Sarà solo questione di tempo prima che io diventi più forte di loro.”
    Dark non disse altro, limitandosi ad andarsene, lasciando da solo il Serpeverde.
    “E così anche lui è qui…” Mormorò l’ex Custode. “Mi chiedo se Hogwarts resisterà…”

    “Allora, signorina Hikari…” Fece Silente, dopo che tutti si sedettero attorno al tavolo nella Sala Grande. “Potreste raccontarci qualcosa in più su voi Custodi?”
    Hikari si portò una mano sotto il mento, pensando a come rispondere, mentre aspettava che Dark li raggiungesse.
    “Beh, come abbiamo detto prima, il compito principale dei Custodi ordinari è quello di chiudere le serrature dei mondi e impedire all’Oscurità di conquistarli, ma bisogna fare una piccola precisazione: esistono due macro gruppi di Custodi, composti da migliaia, forse milioni di persone l’uno, e altri due gruppi, che invece sono rappresentati da un unico Custode.”
    “Come te, vero?” Domandò Lucy.
    “Esatto. Luce e Oscurità hanno molti più rappresentanti perché è più facile scegliere da che parte sta uno. Anch’io in passato appartenevo ai Custodi della Luce. Dark invece rappresentava l’Equilibrio. Inutile dire che i nostri principali nemici sono i Custodi dell’Oscurità, che mirano alla riconfigurazione totale del nostro universo per poterlo controllare.”
    “E chi è il quarto gruppo?” Chiese Melody, intervenendo per la prima volta. “Luce, Oscurità e Equilibrio. Tutti nomi non da poco.”
    Hikari la guardò per qualche instante.
    “La quarta e ultima categoria di Custodi è il mio opposto.” Rispose Dark, entrando nella Sala Grande. “Per esserci l’Equilibrio… dev’esserci anche il Caos.”
    “Caos?” Ripeté Gray, sorpreso.
    “Proprio così. Come l’Equilibrio, anche il Caos ha un solo rappresentante… i cui poteri sono vicini ai miei.”
    “E Hikari? Quanto è potente?” Domandò Neville.
    La ragazza sorrise. “Io prendo i miei poteri direttamente da Dark. Quindi sono solo leggermente più debole di lui.”
    “Per questo sembrate gemelli?” Chiesero insieme Fred e George.
    “Quello è stato un effetto collaterale di averla riportata in vita.” Rispose l’ex Custode. “L’unico modo era nominarla al mio posto come rappresentante dell’Equilibrio. E ogni Custode dell’Equilibrio, nelle varie epoche, ha avuto dei punti fissi nel suo aspetto. Visto che possono usare in ugual modo sia la Luce che l’Oscurità, il loro corpo deve adattarsi.”
    “E tu ora cosa sei?” Intervenne Caramell. “Se la ragazza è l’unica Custode, tu sei tornato normale?”
    “Ho detto prima che ho perso la mia umanità quando lei è diventata la mia rappresentante.”
    “Aspetta… la tua rappresentante?” Ripeté Natsu, chinando la testa di lato. “Che cosa vuoi dire?”
    “Non è ancora chiaro?” Replicò Dark. “Io sono-”
    “L’Equilibrio stesso.” Rispose la Cooman, guardandolo. “Non è vero? Il mio occhio interiore trema di fronte a te… le mie visioni non rispondono più alla mia volontà, e solo una terribile interferenza potrebbe causare questo.”
    Il ragazzo la guardò sorpreso. “Beh, devo dire che lei sarebbe stata una delle ultime persone da cui mi aspettavo di sentirlo dire. Complimenti.”
    “Oh, quindi tu sei l’Equilibrio, aye…” Ripeté Happy, per poi spalancare gli occhi, assieme a tutti i presenti. “Che cosa, aye?!”
    “A essere precisi, è anche uno dei tre esseri che hanno creato l’universo.” Disse Clara. “Questo ragazzo è molto più vecchio di tutti noi messi assieme.”
    “A-Abbiamo di fronte il creatore dell’universo?!” Esclamò Ron, con gli occhi quasi fuori dalle orbite. “C-Cioè, praticamente l’essere più potente di tutti…”
    “Impossibile!” Replicò il Ministro. “Se fosse vero… sarebbe una cosa senza precedenti…”
    “Tranquilli. Non sono il creatore di questo universo, ma del mio.” Precisò Dark. “E poi, sarebbe meglio dire che l’universo è nato assieme a me. Io sono il frutto dell’unico giorno di tregua tra i miei genitori, che erano in conflitto da molto, molto tempo. E la loro battaglia non è ancora finita.”
    “Aspetta…” Disse Ginny. “Se tu sei l’Equilibrio, che è un mix tra Luce e Oscurità… i tuoi genitori sono-”
    “Proprio così.” Intervenne Hikari. “Sua madre è la Luce, mentre suo padre è l’Oscurità.”
    Nella stanza scese il silenzio totale.
    “Quando il mio cuore nacque… ebbe inizio anche una terribile guerra. Fu allora che io scelsi il mio primo Custode.” Cominciò a spiegare l’incarnazione dell’Equilibrio. “Quella guerra fu devastante, tanto che l’intero universo venne avvolto dalle tenebre. La leggenda narra che fu solo grazie ai cuori dei bambini, che cominciarono a risplendere, che i mondi si ricrearono, dando vita all’universo così come lo conosciamo.”
    “E la realtà com’è?” Chiese Luna.
    “Più o meno uguale. Con la differenza che fui io a permettere alla luce dei loro cuori di non spegnersi, ma il prezzo da pagare fu alto: i mondi, una volta uniti, si isolarono gli uni dagli altri, sigillandosi. I guerrieri del Keyblade si estinsero, e solo raramente ne nasceva qualcuno nuovo. Per quanto mi riguarda, io cominciai a vagare nell’universo, mentre i miei Custodi continuavano a nascere, sostituendosi uno dietro l’altro, fino a giungere a me.”
    “Cosa intendi dire?” Chiese Vitious, preso da quel racconto.
    “In origine ero umano. Non ero un Custode, non avevo alcun potere speciale… ero un semplice bambino. Fu allora che il mio vero cuore mi raggiunse e si unì a me. Ovviamente, non scoprii subito la verità. Semplicemente, resi questo corpo il nuovo Custode dell’Equilibrio.”
    “E fu allora che lo incontrai per la prima volta.” Intervenne Hikari. “Eravamo solo dei bambini, ma entrambi eravamo già addestrati nell’usare il Keyblade. Io, per alcuni… particolari motivi, dovetti nascondermi per dieci anni dopo quell’incontro.”
    “Nel frattempo, un altro bambino venne nominato Custode della Luce, il primo della nuova generazione. Mentre noi vivevamo relativamente tranquilli nel nostro mondo, questo ragazzo cominciò a viaggiare per i mondi, per sconfiggere un essere che ambiva a dare nuovamente vita a quella guerra del passato… E per ben due volte riuscì a sconfiggerlo.
    “È stato allora che entrai in contatto con lui e i suoi amici per la prima volta. Cominciammo a viaggiare insieme, salvando i vari mondi in cui ci imbattevamo. Nel frattempo, io, assieme al Custode della Luce e dell’Oscurità del mio mondo, entrambi miei amici, cominciai a muovere i fili per un piano che avrebbe dovuto distruggere per sempre la minaccia.” Dark sospirò. “Sfortunatamente… non ci è andata bene. Anzi, per colpa nostra, ha guadagnato un’arma ancora superiore al Keyblade… e ha dichiarato il via alla seconda guerra dei Keyblade.”
    “Ma proprio quando pensavamo che non potesse andare peggio, hanno fatto la loro apparizione due nuovi nemici, ancora più pericolosi. Il primo fu il Custode del Caos, che si impossessò del corpo di un ragazzo qualsiasi, limitandoci così nelle nostre azioni, visto che è contro la nostra politica ferire chi non c’entra nulla. E poi… è arrivato il padre di Dark.”
    “Qualcosa mi dice che l’incontro non è stato rose e fiori, vero?” Chiese George.
    “Affatto. Mio padre voleva che mi unissi a lui per distruggere l’universo, ma per farlo… non dovevo essere in possesso dell’amore.”
    “E qui entro in gioco io, visto che sono la responsabile di questo suo sentimento.” Disse Hikari, sorridendo. “Motivo per cui suo padre ce l’ha particolarmente con me.”
    “Quella volta non ero a conoscenza di chi ero davvero… e l’ho scoperto nel peggiore dei modi. Usando la sua oscurità, prese il controllo della mia volontà e io… io…” Dark chiuse le mani a pugno, per poi portarle davanti al viso. “Io… ho torturato Hikari in maniera tanto violenta che ancora provo disgusto per me stesso, portandola più e più volte in punto di morte…”
    Lucy e Ginny, assieme a molti altri, si portarono le mani davanti alla bocca, inorridite.
    “Io non lo accuso di nulla… so che non era in sé. E il fatto che riuscì a riprendere il controllo di se stesso prima di darmi il colpo di grazia ha confermato che facevo bene a fidarmi di lui. Suo padre d’altronde, non era della stessa idea. E così, nel nostro successivo scontro, mi privò di tutti i miei poteri di Custode della Luce e infine… mi ruppe il collo.”
    “Io non sapevo cosa fare…” Riprese Dark. “Così… mi permisi di essere egoista. C’era un solo modo per riportarla in vita… Normalmente, per nominare un nuovo Custode dell’Equilibrio, il candidato deve… uccidere il suo predecessore. Io però agii in maniera diversa. Le donai tutti i miei poteri da Custode, e allo stesso tempo riacquistai il mio vero ruolo… anche se esternamente sono rimasto uguale.”
    “Che storia terribile…” Commentò incredula la professoressa McGranitt. “Ma ora quindi-”
    “Mio padre non si è arreso al suo piano, e ancora una volta, i miei progetti si sono rivoltati contro di me. Per dare una possibilità ad altri Custodi di affrontarlo, scelsi i migliori e li sottoposi a sette prove particolari, alla fine delle quali avrebbero guadagnato nuovi poteri. E così è stato… tranne che all’ultima prova… mio padre è riuscito a prendere il possesso totale dello stesso ragazzo che aveva salvato l’universo in passato. Il primo dei Custodi della Luce è caduto sotto il potere dell’Oscurità. Ora io e Hikari stiamo viaggiando da soli, in attesa che gli altri Custodi recuperino le forze. Dopodiché… sono sicuro che la guerra avrà inizio al nostro ritorno.”
    “Per quanto riguarda me invece, mi farò lasciare da qualche parte più sicura.” Intervenne Clara. “Ho già visto una guerra, non ho intenzione di assistere a una seconda.”
    “Non sei anche tu una Custode?” Chiese Neville.
    “Io? No, no, assolutamente no. Io sono totalmente umana. Niente magia, niente poteri cosmici… solo una grande pazienza e volontà, visto il mio continuo viaggiare con il Dottore. Ormai ho perso il conto delle volte che abbiamo rischiato la vita. Anche se assistere al matrimonio del Dottore con Elisabetta è stato… beh, imprevisto.”
    A quella frase tutti si guardarono.
    “Elisabetta… chi?” chiese Ron.
    “Elisabetta I ovviamente. Non è stato reso pubblico perché… beh, l’ha abbandonata subito dopo il bacio. Da allora i rapporti con lei sono stati altalenanti… a volte lo accoglie a braccia aperte, altre minaccia di decapitarlo. Come dopo quella volta che ha fatto lanciare un Expelliarmus a Shakespeare…”.
    “Prego?” Fece sorpresa la vicepreside. “Se non sbaglio, era uno scrittore Babbano. Come ha fatto a fargli usare una magia?”
    “Beh, non ero presente di persona, ho solo visto il ricordo… se non sbaglio, dovevano affrontare un esercito di streghe aliene, e il Dottore, su proposta di una sua amica, ha suggerito a Shakespeare quelle parole… che hanno effettivamente rispedito al mittente le streghe.”
    “Interessante. Questo Dottore dev’essere davvero intrigante.” Commentò Silente.
    “Ha salvato la Terra più volte di quante forse è stata effettivamente a rischio secondo la storia.” Fece Dark.
    “Eppure non mi sembra tanto vecchio… certo, se usiamo te come confronto, allora-”
    L’ex Custode interruppe Fred. “Il Dottore ha una caratteristica unica che gli permette di andare avanti con gli anni molto più a lungo di altre persone. Ora, secondo lui, dovrebbe avere intorno ai mille anni.”
    “Sì, beh, non mi interessa tenerne conto. Almeno, a questa faccia non interessa.” Disse il Dottore, entrando.
    “Fantastico… e io che pensavo che Flamel e sua moglie fossero vecchi…” Bofonchiò Ron.
    “Il TARDIS è pronto a partire. Sta ancora sistemando qualche stanza, ma non dovrebbe influire sul viaggio.”
    Dark annuì. “Andrò io con lui. Tu e Clara restate qui.” Disse a Hikari, che assentì.
    “Nel caso dovesse succedere qualcosa, almeno ci sarò io a difendere il forte, giusto?”
    “Esatto. Anche perché sembra che lui sia qui, perciò fai molta attenzione.”
    “Lui chi?” Domandò Caramell, spazientito.
    “Meglio per voi che mi sbagli.” Si limitò a rispondere l’Equilibrio, per poi avvicinarsi al Dottore. “Da dove pensi sia meglio cominciare?”
    “Beh, comincerei a fare un salto indietro di sette anni. Se non dovessimo trovarli nel passato, procederemo nel futuro e-”
    “So io dove sono.” Fece una voce debole.
    Tutti si voltarono, vedendo un pallido Lupin entrare nella Sala Grande.
    “Remus, sicuro di farcela?” Chiese preoccupato Silente, ricevendo un assenso.
    “Sì. Anche perché erano vent’anni che aspettavo questo giorno. Dark, così ci rivediamo infine. Proprio come mi avevi detto.”
    Nella stanza scese nuovamente il silenzio, mentre i presenti fissavano increduli il professore.
    “E anche il Dottore. È una fortuna che io abbia riacquistato i miei ricordi.”
    “Lei… li conosce?” Chiese sorpresa Lucy.
    “Certo. Dopotutto… Harry, Erza e Hermione in questo momento si trovano a Hogwarts, nel periodo in cui ero studente. Ho incontrato Dark e il Dottore quando sono andati a recuperarli, e mi è stato detto che sarei stato io a dare loro quest’informazione.”
    “I paradossi temporali… come non amarli?” Disse il Dottore, sorridendo. “Bene allora! Destinazione Hogwarts del passato! Mi puoi dire l’anno esatto?” Chiese poi a Lupin, raggiungendolo.
    Il professore gli rispose a bassa voce, ricevendo un assenso.
    “Bene, abbiamo le nostre coordinate temporali!” Esclamò, voltandosi verso Dark.
    “Veniamo anche noi!” Urlò Natsu, alzandosi di colpo dalla sedia, subito imitato da Gray.
    “Mi spiace, ma non potete. La storia è già stata scritta, e solo noi due possiamo andare a recuperarli.” Replicò il Dottore.
    Dark annuì, per poi raggiungerlo, ma venne fermato da Lupin.
    “So che è contro la tua politica interferire… ma proprio non si può fare nulla per cambiare il destino di James?”
    “Il passato non si può cambiare. E se lo facessi, potrei creare problemi di una gravità tale che potrei vedermi costretto a ripristinare forzatamente la vecchia versione. È sufficiente soffrire una sola volta.”
    “Se il passato venisse alterato, noi potremmo anche non essere qui.” Aggiunse Luna.
    Lupin chiuse le mani a pugno, ma annuì.
    “Ci sono tante cose che vorrei cambiare.” Riprese Dark. “Avere il potere è relativamente facile… usarlo con saggezza è assai più difficile. Soprattutto quando hai letteralmente l’universo tra le tue mani. È anche per questo che non posso guarirti dalla tua malattia. Perdonami.”
    Dopo aver detto ciò, si allontanò, lasciando la Sala Grande.
    “Non sarai stato un po’ duro?” Osservò il Dottore.
    “Forse, ma è meglio dire le cose come stanno invece di indorare la pillola.”

    Nella Sala Grande, il gruppo di Fairy Tail si avvicinò all’insegnante di Difesa contro le Arti Oscure, che si sedette per riposarsi.
    “Professore, ci può dire quando sono finiti esattamente?” Domandò Fred.
    Remus sorrise. “Diciamo solo che ora… stanno incontrando i vostri idoli.”
    “I nostri idoli, aye?” Ripeté Happy.
    “Già. Quattro ragazzi ai miei tempi ben famosi a Hogwarts.”
    “Figuriamoci.” Intervenne gelido Piton, guardando con disgusto il suo collega. “Dovevo immaginarlo che Potter sarebbe andato da loro. Dopotutto, tra simili ci si intende.”
    Lupin non rispose. “La colpa è stata di tutti e cinque, Severus.” Disse infine. “E dal nostro punto di vista, il colpevole principale resti tu.”
    Il Capocasa di Serpeverde non disse nulla, limitandosi ad avvolgersi nel suo mantello e andarsene.
    Nel frattempo i gemelli si guardarono tra di loro, con la bocca spalancata.
    “Non sarà… Non è possibile, vero?!”




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    Ed eccomi qui!
    Scusate, stavolta mi sono davvero fatto aspettare... ma finalmente sono riuscito ad aggiornare! E come avete visto, d'ora in poi i capitoli avranno la loro immagine di copertina!
    Una piccola precisazione: con la trasmissione in italiano della serie di Fairy Tail, alcuni termini sono risultati essere diversi (ad esempio Erza/Elsa, Aye/Cì, e così via). Per praticità, io continuerò con i termini usati finora, continuando prevalentemente ad usare il manga italiano come punto di riferimento.
    Detto questo, vi prometto che posterò il prossimo capitolo prima!
    Alla prossima!
  11. .
    Capitolo 59: Caos - Torna all'indice dei capitoli
    “Che cos’hai detto?!” Esclamò James, raggiungendolo e strappandogli la mappa dalle mani.
    “Harry Potter?” Ripeté Sirius, sorpreso. “Non sapevo che avessi un parente che frequenta Hogwarts.”
    “Questo perché non ho un parente che si chiama Harry Potter! Sono figlio unico, e non ho nemmeno un cugino con lo stesso cognome. Sono letteralmente il Potter più giovane, e dovresti saperlo bene. La mappa deve avere ancora qualche difetto. Dopotutto, l’abbiamo creata solo di recente.”
    “Però finora non ha mai sbagliato.” Osservò Peter.
    Codaliscia, per piacere, vuoi davvero dirci che credi ci sia un altro Potter oltre a me? Forse è riuscito a combinare la pozione Polisucco a qualche altro incantesimo, così da potersi nascondere meglio.”
    “Oppure hai avuto un figlio e non ce lo vuoi dire? Però diamine, Ramoso, non credevo che tu fossi così precoce!”
    “Idiota!” Replicò James, dandogli un pugno sulla spalla. “E poi, se fosse stato mio figlio, di sicuro ci avrebbe aiutato con Mocciosus, invece di prendere le sue difese.”
    “Non dirmi che ci stai davvero pensando su!”
    “Un modo c’è per sapere se la mappa mente o no.” Intervenne Remus.
    “Ovvero? Dicci tutto, Lunastorta.”
    “Basterà seguirlo, no? E abbiamo chi fa al caso nostro.”
    James, Sirius e Remus si voltarono verso Peter, che sospirò.
    “Non c’è un’altra maniera? Avete idea di quanti gatti ci sono in giro?”
    “Non ci dirai che hai paura, vero?” Lo provocò James. “E poi tranquillo, noi saremo poco lontani da te, ma tu sei l’unico che si può avvicinare senza destare sospetti.”
    Codaliscia sospirò. “Okay, okay, lo farò. Ma voglio la vostra parte di dolci per questo!”

    “Insomma, dov’è finito Majutsu?” Si chiese Erza, battendo ritmicamente un piede a terra.
    “Perché continui a chiamarlo così?”
    “Me l’ha fatto capire lui. Non possiamo usare i nostri veri nomi qui. Rischiamo solo di provocare del caos. Io e lui siamo a posto, abbiamo già i nostri. Ti consiglio di pensarne a uno anche per te.”
    “Dici? Non credo sia un pericolo per me. In fondo, solo Harry rischia di alterare il proprio futuro.”
    “Vuoi davvero rischiare? Metti anche solo che lo sappia qualcuno dalla parte di Voldy. Potrebbe andare a cercare i tuoi genitori e ucciderli.”
    “Vero…”
    “Grazie ancora, Lily.” Fece una voce.
    Le due ragazze si allontanarono subito, nascondendosi dietro una parete, per poi voltarsi verso la voce. Il ragazzo che era stato aggredito dai Malandrini stava attraversando il corridoio all’aperto, accompagnato da Evans.
    “Di nulla Sev, ma ricordati di ringraziare anche quel ragazzo, quando lo rivedi.”
    “Dubito potrò farlo. Potter aveva ragione sul fatto che deve aver usato la pozione Polisucco. Mi ricorderei bene se ce ne fossero due con quella stupida faccia.”
    Erza si sbatté una mano sul volto. “Non poteva stare fermo, vero? Doveva proprio mettersi in mezzo…”
    “Aspetta… Quella ragazza l’ha chiamato Sev… Titania, non ti ricorda nessuno?”
    La maga di Classe S guardò meglio il ragazzo, per poi spalancare gli occhi. “No… Non può essere! Quello sarebbe… Piton?”
    “Così dice la Mappa.” Rispose Harry, sbucando come dal nulla alle loro spalle, con la pergamena tra le mani. “Lei invece si chiama Lily Evans.”
    “Lily… Come tua ma-”
    “Non come… lo è. Evans è il cognome da nubile di mia zia. Non l’ho capito subito perché non avevo sentito il nome… mentre mi sarebbe bastato guardarle gli occhi. Sono uguali ai miei.”
    “Aspetta… quindi Piton conosceva tua madre? Ed era pure suo amico?!” Chiese Hermione incredula, mentre un topo le passava vicino.
    “Così sembra, ma a quanto pare non gli è bastato per non odiarmi.” Disse, osservando Severus e Lily allontanarsi.
    “Che cosa facciamo?”
    “Per questa notte ci nasconderemo nella Foresta Proibita. Erza, nelle tue riserve hai un kit da campeggio, vero?”
    “Purtroppo no. Sono specializzata con le spade e vestiti, tengo ben poco di altro. Solitamente mi porto dietro tutto di peso, ma ovviamente non ho portato nulla a Hogwarts.”
    “Capisco… Allora vedrò di trasfigurare qualcosa io. Non sarà il massimo, ma meglio di niente.”
    “E con le bestie della Foresta?” Domandò Hermione.
    “Credi davvero che ci preoccupino? Siamo riusciti a uscire vivi da Raptor, Deliora, Voldy junior e Gerard. Qui la cosa peggiore che possiamo trovare sono dei ragni giganti, ma basterà stare lontani dalla loro zona.”
    “Okay… beh, credo sia la fortuna di trovarsi con due maghi di Classe S…”
    Majutsu guardò di nuovo la mappa per assicurarsi che nessuno li potesse vedere. “Bene, via libera. Domani torneremo qui e cercheremo maggiori informazioni su come possiamo tornare a casa.”
    Le ragazze annuirono, per poi seguirlo in direzione della Foresta Proibita.

    “James!!!” Urlò Peter, correndo verso gli amici più velocemente che poteva, per poi fermarsi una volta giunto da loro, ansimando per la fatica.
    “Allora? Scoperto nulla?”
    “N-Non ci crederete… Ma anche loro… hanno la Mappa!”
    A quelle parole gli altre tre Malandrini spalancarono gli occhi.
    “Cos’hai detto?” Esclamò Sirius. “Ne sei sicuro?”
    “Sì. Ho visto il falso James tenerla in mano. E non è tutto.”
    “Cos’altro c’è?”
    “Sembra… che conoscano Mocciosus, ma ne parlavano come se non lo vedessero da tempo. Il falso James diceva… che conosceva sua madre. Sono arrivato che ne stavano parlando. Inoltre, non sono studenti.”
    “Non sono studenti?” Ripeté sorpreso Remus. “Eppure hanno la divisa e il simbolo di Grifondoro. Quello viene consegnato solo agli studenti, non è nemmeno possibile replicarlo.”
    “Nemmeno la nostra Mappa dovrebbe esserlo.” Replicò scocciato Ramoso. “Non mi piace questa storia… Hanno detto altro?”
    “La ragazza dai capelli rossi… ha lasciato intendere che sapesse usare le spade. Mentre il ragazzo parlava di trasfigurare degli oggetti per passare la notte nella Foresta Proibita.”
    “Dormire nella Foresta? Ma sono più stupidi di quanto sembrano allora!”
    “Hanno detto… che le creature al suo interno non li spaventano… e…”
    “E…?”
    “E… parlavano di Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato… come se lo avessero affrontato e non ne avessero paura.”
    “Che cosa?!” Esclamò Sirius, incredulo. “Ma è impossibile! Sono solo dei ragazzini!”
    “La castana ha chiamato gli altri due maghi di Classe S, ma non ho mai sentito prima una simile classificazione.”
    “Nemmeno io.” Fece Lunastorta. “Forse è un loro modo per identificarsi.”
    “Bah, maghi di Classe S o stregoni da Due Soldi, la questione non cambia! Ci hanno copiato la mappa e umiliato, quindi, in qualità di secondo gruppo di Malandrini di Hogwarts, è nostro dovere riscattarci!” Esclamò James.

    ~~~~~~~~~~~



    Majutsu era seduto davanti a un piccolo focolare, mentre dietro di lui c’erano due tende.
    Era calata la notte, e lui ed Erza avevano deciso di fare dei turni per assicurarsi che nessun animale della Foresta li attaccasse.
    E ora Harry stava pensando a tutto quello che aveva scoperto in una sola giornata.
    “Che ironia…” Mormorò. “Ho sempre desiderato che succedesse qualcosa di simile… e ora che è successo spero che finisca il prima possibile.”
    Un fruscio attirò la sua attenzione.
    Poi, da dietro un albero spuntò fuori un cervo, che avanzò lentamente verso di lui.
    “Uh? Vuoi vedere che qui ci sono creature anche innocue?” Fece sorpreso Majutsu, guardando l’animale.
    Il cervo si fermò a pochi metri da lui.
    “Sono messo proprio male, eh?” Continuò lui, sospirando. “Incontrarli mi ha scosso più del dovuto… e dire che ho pure rischiato di venire sacrificato per far tornare in vita il mago più pericoloso di tutti… Dovrei essere abituato alle stranezze.”
    Il cervo rimase dove si trovava, mentre Harry alzava lo sguardo verso l’alto, riuscendo a scorgere lo spicchio di luna che li sovrastava.
    “Dire che poi sono rimasto deluso è un eufemismo. Da come me ne parlavano tutti, pensavo fosse migliore, e invece ho verificato di persona che era un idiota in piena regola.”
    “Un cervo?” Disse Erza, uscendo da una delle tende. “Non pensavo ce ne fossero nella Foresta Proibita.”
    “Nemmeno io, ma sembra docile, quindi non dobbiamo preoccuparci.”
    “Ne sei sicuro?”
    “Ho notato che gli animali tendono a non interagire troppo con chi è stato a contatto con l’Eterion. Ed io, che stavo per venire assorbito, devo essere proprio insopportabile per loro.” Ridacchiò Majutsu.
    “Non dire così. Ci hai salvati tutti, oltre ad aver impedito il ritorno di Zeref. Tremo al solo pensiero di ciò che sarebbe successo se fosse tornato in vita…”
    Harry annuì, ma non disse altro.
    “Sai… capisco come ti senti. Quando ho rivisto Sho e gli altri, ero felice. Ma scoprire che stavano facendo del male ad altri… Non ti nascondo che sono rimasta scioccata.”
    “Io… Io non so cosa fare… vorrei intervenire… ma ho paura. Perché se dovessi cambiare le cose… potrei non conoscervi mai. Potrei non finire mai a Fiore. E nonostante tutto quello che mi è successo… non credo potrei davvero rinunciare alla mia vita così com’è.”
    “Ogni ricordo è prezioso.” Disse lei. “Anche quelli dolorosi. In fondo, sono stati loro a plasmarci. Perciò, Majutsu, vedi di non dimenticarlo. E poi, senza di te non sarebbe divertente. Sei l’unico che mi tiene testa quando combatto.”
    “Lo stesso vale per te, Titania.”
    A quel punto il cervo girò, per poi sparire tra gli alberi della foresta.


    “Allora?” Domandò Sirius, vedendo James rientrare nella Sala Comune, togliendosi il mantello dell’invisibilità di dosso. “Gli hai fatto prendere uno bello spavento?”
    “No… non ci sono riuscito. Avevano deciso di fare la guardia.” Rispose Ramoso, sedendosi su una delle poltrone.
    “E allora? Non mi dirai che ti sei fermato per quello!”
    “No, no. È quello di cui stavano parlando che mi ha fermato.” Rispose sincero Potter.
    “Ovvero?” Chiese Remus.
    “Lunastorta, tu hai mai sentito parlare di un mago di nome Zeref?”
    “Zeref? No, mai sentito. Perché?”
    “Perché ne parlavano… dicevano che il falso me aveva impedito il suo ritorno… salvando così la vita ai suoi amici. Inoltre continuava a blaterare sul fatto che non poteva cambiare le cose…”
    “E la Mappa?” Domandò Peter.
    “Non l’aveva con sé. Anche se sarebbe stato inutile, visto che non rileva gli animali. Se è uguale alla nostra ovviamente.”
    “Quindi, ricapitoliamo: c’è una copia non fedele di Ramoso che si chiama Harry Potter, una ragazza che somiglia a Evans e una terza ragazza che sembra non aver nessun collegamento con qualcun altro e che la mappa non riesce a capirne il nome per qualche motivo.” Riassunse Felpato.
    “Inoltre, sembra che i nomi che hanno usato li usino tra di loro normalmente, proprio come noi.” Aggiunse James.
    “Quindi c’è Majutsu Tail, Titania e una ragazza senza nome.” Disse Lunastorta. “Inoltre, conoscono Hogwarts ma non ne fanno parte.”
    “E devono conoscere anche qualcuno di noi.” Continuò Ramoso. “Quel Majutsu… diceva di essere rimasto deluso da qualcuno di cui gli avevano parlato bene… e che ha definito un idiota.”
    “Allora dev’essere Felpato!” Scherzò Codaliscia.
    “Ehi, come sarebbe a dire?!” Replicò questi, facendo scoppiare tutti a ridere.
    “Beh, ad ogni modo, direi che possiamo dormirci su. Sono accampati nella Foresta Proibita e non sembrano intenzionati ad andarsene presto.” Concluse James, sbadigliando.

    La porta del dormitorio maschile si aprì lentamente, lasciando entrare una mano con una bacchetta.
    Accio mantello.” Sussurrò una voce.
    Uno dei bauli si aprì, lasciando uscire il mantello dell’invisibilità, che venne preso al volo dalla mano, che si ritirò subito.
    “Spiacente Potter… ma ora ne ho bisogno io.”


    Majutsu sbadigliò, per poi guardare la posizione della luna.
    Erza era rientrata nella tenda per dormire, e lui era rimasto a fare la guardia. Ma dopo il cervo, non era accaduto nient’altro di interessante.
    “Okay… credo sia il momento di fare cambio.” Fece, alzandosi da terra.
    Ma prima che riuscisse a fare un passo, sentì un ramo spezzarsi.
    Il mago di Classe S si girò subito, portando la mano in avanti.
    “Chi va là?” Esclamò, guardandosi attorno, ma senza riuscire a vedere nessuno.
    Alzò la mano, creando una sfera di luce per illuminare lo spiazzo dove si trovavano, senza però riuscire a vedere nulla.
    “Sarà stato un animale?” Si chiese, ma qualunque altra cosa stesse per dire, s’interruppe quando sentì la punta di una bacchetta dietro il collo.
    “Come… Come hai fatto? Senza bacchetta?” Chiese una voce che aveva già sentito.
    “Ognuno ha i suoi segreti… Ora, mi aspettavo un grazie, non una minaccia… Evans.” Disse Majutsu senza girarsi.
    La ragazza a quel punto si tolse il mantello, rivelandosi completamente. “Lo avrei fatto, se solo tu non fossi così sospetto. Pure Potter e i suoi amici se ne sono resi conto, ed è tutto dire.”
    “Davvero? In effetti, forse sono stato troppo incauto… ma davvero, minacciarmi? Un po’ azzardato, non trovi? Soprattutto considerando che le mie amiche si trovano a pochi metri di distanza. Mi basterebbe urlare per svegliarle.”
    “Mi spiace, ma ho già usato un incantesimo di silenzio attorno a noi due. Non ci può sentire nessuno.”
    A sentire ciò Harry scoppiò a ridere.
    “Lo trovi così divertente?”
    “No, no.” Rispose lui, scuotendo una mano. “Solo, per qualche motivo, ho trovato la cosa ironica. Uso spesso anch’io l’incantesimo di silenzio.”
    “E allora perché non l’hai usato prima? Almeno ora Potter non saprebbe di te… Harry.”
    Sentendo ciò Majutsu interruppe di colpo le sue risate.
    “Come mi hai chiamato?”
    “Harry Potter. È questo il tuo vero nome, no? Almeno stando a quanto dice quella mappa.”
    “La Mappa? Hanno già creato la Mappa?!”
    “Già? Ma che cosa stai dicendo? Da come parli sembra quasi che tu-”
    Evans s’interruppe di colpo, togliendo la bacchetta di dosso a Harry, che a quel punto si voltò a guardarla, tenendo la sfera d’energia ancora attiva.
    “Che succede, Lily?” Chiese lui, senza scomporsi.
    “Tu… Anzi, voi tre… non siete di questo tempo, vero?”
    “Complimenti. L’hai capito, eh? Anche se forse non abbiamo fatto molto per nasconderlo, ora che ci penso.”
    “Cielo… Tu sei il figlio di Potter! Ecco perché sei praticamente identico a lui!” Esclamò incredula, indietreggiando.
    “Solo come aspetto. Come hai visto, ho una linea di pensiero leggermente diversa dalla sua.”
    “Ma com’è possibile? Non esiste un incantesimo in grado di far viaggiare nel tempo!”
    “Ci sono molte cose misteriose nel mondo, Evans.” Esordì Erza dietro di lei, affiancata da Hermione. “E al momento stiamo ancora cercando di capire come siamo finiti qui.”
    “Tu… Tu non sarai mia figlia, vero?” Chiese di punto in bianco Lily.
    Come risposta Majutsu e Titania si guardarono, per poi mettersi a ridere.
    “No, no, tranquilla. La nostra somiglianza è puramente casuale.” Rispose Erza, sorridendole.
    “Però questo è un guaio… Nessuno doveva scoprirci.” Fece Hermione, mordendosi un’unghia. “Ora il nostro tempo è a rischio…”
    “Tranquilla. So benissimo che cosa si può rischiare viaggiando nel tempo. Prima di venire qui ho visto un po’ di film sull’argomento, perciò procederò a cancellarmi la memoria per sicurezza. Ma ditemi… da quanti anni nel futuro venite? Mi sembrate del terzo anno, sbaglio?”
    “No, non sbagli.” Rispose Harry. “Ma non possiamo dirti il periodo esatto da cui proveniamo, scusa.”
    “Sì, immaginavo una simile risposta.” Ridacchiò Lily, guardandolo. “Allora… Harry. Tuo padre è rimasto sempre lo stesso idiota o quella sventurata che l’ha sposato è riuscita a fargli mettere la testa a posto?”
    Harry si grattò una guancia, non sapendo bene come rispondere al fatto che sua madre si era appena insultata da sola.
    “Beh… diciamo che la sua ombra di ragazzaccio è rimasta… ma ben sopita…”
    “E tu sei cresciuto con linee di pensiero per fortuna ben diverse dalle sue. A quanto pare la stupidità Potter si è fermata con lui, grazie al cielo.”
    “Quella sì… la spericolatezza direi di no…” Mormorò Hermione.
    La Grifondoro del passato a quel punto si voltò a guardarla.
    “Tu invece chi sei?”
    “Il mio nome è Hermione Granger. Ma qui… beh, Titania mi ha consigliato di cercare un altro nome, perciò puoi chiamarmi Joanne Heartphilia!”
    A quel nome gli altri due la guardarono male.
    “Beh, Lucy non se la prenderà se uso il suo cognome, no?”
    “Immagino di no… ma quel nome?” chiese Erza.
    “È il primo che mi è venuto in mente. Probabilmente ho letto qualche libro scritto da un’autrice con quel nome.”
    “E tu invece come ti chiami?”
    “Erza Scarlett, sopranominata Titania. E se serve un altro cognome da usare qui, allora credo che sceglierò Tail.”
    “Ma dai, anche tu?” Esclamò Harry, sorridendo. “Io mi sono presentato a mio padre come Majutsu Tail.”
    “In pratica avete deciso inconsciamente di farvi passare per fratelli.” Ridacchiò Lily.
    “Ah, questa situazione è pazzesca!” Esclamò Hermione, portandosi le mani tra i capelli. “Siamo finiti nel passato, non abbiamo la più pallida idea di come tornare indietro e i Malandrini ci hanno presi come loro obiettivo! Peggio di così non può andare!”
    In quel momento un tonfo risuonò nella foresta.
    “Grazie Hermione, ci serviva proprio quella frase.” Sbottò Erza, preparandosi a combattere.
    Un albero venne fatto cadere da una chela gigante, mostrando quello che probabilmente era uno dei figli di Aragog, che avanzava minaccioso verso di loro.
    “Un ragno gigante?!” esclamò spaventata Lily, mentre Harry la superava.
    “A quanto pare in qualunque tempo, vogliono sempre fare spuntini con noi umani. Non saranno il mostro della Camera, ma di certo non sono più innocui.”
    “Camera? Intendi la Camera dei Segreti?” Chiese sorpresa Evans.
    “Già. L’abbiamo scoperta qualche mese fa e Harry ha ucciso il mostro al suo interno.”
    “Davvero? Allora avete dimostrato che Hagrid era innocente!”
    “Fortunatamente sì.” Rispose Titania, per poi far apparire la sua spada. “E ora sembra che potrò recuperare il divertimento che mi sono persa mentre ero pietrificata.”
    “Come-”
    “Hermione, analisi!” Ordinò Majutsu, facendo apparire anche lui la spada. “Questa volta non voglio rischiare di fare errori. Senza considerare che non c’è Natsu e il mio controllo sul fuoco non è lontanamente al suo livello.”
    La castana annuì, facendo apparire lo schermo olografico con le informazioni sulla creatura.
    “Acromantula adulta.” Lesse, sotto lo sguardo stupefatto di Lily. “Altamente velenosa e pericolosa grazie alle sue potenti chele. È considerata come una delle creature magiche più letali.”
    “Stupefacente… non ho mai sentito parlare prima di una magia simile!” Esclamò entusiasta Lily, facendo sorridere Harry, che si affiancò a Erza.
    “Sbaglierò, ma ho l’impressione che stavolta tu ti voglia mettere in mostra.”
    “A questo punto ormai non vedo perché non farlo.” Replicò lui, alzando la spada.
    “Allora si va?”
    “Sì.”
    In perfetta sincronia, i due maghi di Classe S saltarono verso il ragno gigante, tranciandogli subito una zampa a testa e facendolo così barcollare all’indietro.
    Majutsu avvolse la sua spada con il fuoco, mentre Erza sostituì la sua con una che emanava elettricità.
    Senza aspettare oltre, i due saltarono sull’Acromantula, per poi trafiggerla assieme in mezzo agli occhi, facendole così cacciare un grido di dolore. Majutsu e Titania a quel punto saltarono giù, osservando la creatura cadere a terra, esanime.
    “Un gioco da ragazzi.” Commentò Erza, facendo sparire la spada. “Da come me lo avevi raccontato, pensavo peggio.”
    “Questa era una sola. Noi ci siamo trovati faccia a faccia con tutta la loro colonia. Non c’è paragone!” Replicò Harry, per poi voltarsi a guardare la madre.
    “Q-Quello non mi sembra il programma di Hogwarts…” Disse, incapace di trovare altre parole.
    “Direi proprio di no. Diciamo che abbiamo avuto anche altri… maestri.”
    “E per voi quella era anche una cosa da niente?”
    “Credimi, anch’io ho visto una creatura ben peggiore. Per non parlare di una magia molto più potente di quella che hanno usato loro adesso.” Disse Hermione.
    “Che diamine è successo nel futuro? Voi-Sapete-Chi è riuscito a vincere?”
    “No, no. Tutto quello che abbiamo vissuto prima di Hogwarts aveva ben poco a che fare con lui.” Rispose Erza. “Anzi, noi non sapevamo nemmeno della sua esistenza prima di iscriverci a Hogwarts assieme a Harry.”
    “Come? Sei anche tu una nata Babbana?”
    “Non saprei. Non mi ricordo i miei genitori. So solo che da bambina ho imparato a usare la magia da sola. Inoltre, vengo da un altro Stato, nascosto anche ai maghi del resto del mondo.”
    “Esiste un posto del genere? Ma allora come fai a conoscere Harry?”
    “Quando avevo otto anni, per sbaglio mi sono smaterializzato da loro. Da allora siamo rimasti in contatto.” Rispose Majutsu, optando per una mezza verità.
    “E tuo padre non ha detto nulla? Non voglio criticare, ma solitamente i maghi non combattono in quel modo.”
    “Ecco-”
    “Uh, uh, uh…” Ridacchiò una voce profonda, che fece mettere subito sull’attenti tutti e quattro. “A quanto pare, il Maestro aveva visto bene…”
    “Chi sta parlando?” Esclamò Erza, guardandosi attorno.
    “Quando vi ha visti, ha subito percepito che qualcosa non era normale… così mi ha ordinato di seguirvi… e sono contento di essere stato scelto io.”
    A quelle parole, il corpo dell’Acromantula cominciò a brillare, ma si trattava di una luce strana. Era quasi nera, e mostrava solo il profilo della creatura, che si rimise in piedi. Sotto lo sguardo incredulo dei presenti, gli arti tagliati ricrebbero quasi all’istante, mentre la ferita inferta sulla testa si richiuse. Poi il ragno cominciò ad aumentare di dimensioni.
    Ma la sua metamorfosi non si limitò a quello: il corpo cominciò a venire ricoperto da quella che sembrava un’armatura, mentre dalle chele sbucarono decine di braccia armate di spade
    Il mostro spalancò tutti e otto gli occhi, ora rossi come il fuoco, mentre dalla cima della sua testa cominciò a crescere quello che pareva essere un busto umano.
    “C-Cosa diamine è quello?” Domandò Titania, questa volta facendo apparire la sua armatura e due spade.
    “Non ne ho idea! L’altra volta non era successo nulla del genere!” Rispose Harry, rievocando la sua arma, ma questa volta affiancandola con la bacchetta.
    “La mia magia non riesce ad analizzarlo! Ma percepisco un’energia ben maggiore rispetto a prima!” Avvertì Hermione, preoccupata, mentre si metteva davanti a Lily per farle da scudo.
    “Sciocchi mocciosi. Non potete sperare che delle fate come voi possano opporsi a me.” Disse la creatura, mentre sul busto appariva una bocca, che si deformò subito in un ghigno. “Io sono una creatura del Caos! La vostra magia è impotente di fronte a me!” Urlò, provocando un’onda d’urto che fece tremare anche il suolo.
    Majutsu e Titania osservarono l’ex Acromantula, ormai alta quasi venti metri, con lo sguardo pieno di sorpresa e incredulità.
    “Una creatura del caos?” Ripeté Lily, guardandola.
    “Proprio così, umana. E sono qui per eliminare le fate che si opporranno al mio Maestro!”
    “Che cosa sei esattamente?” Chiese Harry. “E come fai a sapere di Fairy Tail?!”
    “Il mio Maestro ha interrogato un umano chiamato Klaun, che gli ha rivelato tutto quanto su di voi, ma era a conoscenza di Fairy Tail già da tempo.”
    “Ancora Klaun?” Asserì Erza. “Quindi c’è ancora lui dietro a tutto ciò?”
    “Avete frainteso. Lui è stato costretto a dirgli di voi. Ha riconosciuto che il potere del mio Maestro era nettamente superiore al suo.” Disse la creatura. “Ma ora basta parlare! Non vedo l’ora di far annegare i vostri cuori nell’Oscurità!”




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    Beh, tra tutti i giorni, non potevo non postare oggi!
    Come molti di voi ormai sapranno, manca davvero poco (meno di un'ora) alla trasmissione dei primi quattro episodi in italiano di Fairy Tail, quindi era l'occasione giusta per aggiornare XD.
    Senza contare che ho avuto l'onore e il piacere di preparare i video per il rilascio online delle sigle italiane (che potete vedere dalla mia pagina facebook), quindi diciamo che sono abbastanza gasato al momento XD.
    Okay, ma torniamo alla storia! Come avete letto, Lily ha scoperto quasi tutto, ma questo l'ha ovviamente trascinata nei guai alla Fairy Tail... e ora Majutsu, Titania e Hermione dovranno affrontare uno dei nemici più forti incontrato finora.
    Chi ha letto la mia altra fan fiction probabilmente ha già capito chi si trova dietro a tutto ciò, ma vedrete: saprò sorprendere anche voi ù.ù
    Bene, con questo è tutto direi... al prossimo capitolo!
  12. .
    Capitolo 58: L'uomo pazzo con una cabina - Torna all'indice dei capitoli
    Harry ed Erza fecero sparire le loro armi -la seconda tornò in divisa- e si avvicinarono alla cabina blu, che era caduta a terra orizzontalmente, mostrando così la porta al cielo, perché aperta verso l’interno e con l’arpione ancora aggrappato al bordo.
    “Potter!” Sentirono urlare, mentre Piton e gli altri insegnanti, seguiti dal Ministro e dal resto degli studenti correvano verso di loro. “Che cos’avete combinato?!”
    “Noi niente, professore.” Rispose Majutsu, mentre dietro di lui gli altri si trattennero dal fischiettare innocentemente. “Questa… cosa è sbucata fuori dal nulla.”
    “Non dire assurdità, Potter.” Replicò l’insegnante di Pozioni. “È impossibile smaterializzarsi dentro Hogwarts.”
    Ma prima che potessero dire altro, una mano sbucò dalla porta, appoggiandosi saldamente sul bordo.
    “Tranquilla, che cosa vuoi che succeda? Nessuno ci vedrà!” Sbottò una voce femminile. “Faremo solo una piccola deviazione, dopo ti porterò sul pianeta Barcellona come da programma!”
    Sotto gli occhi sorpresi di tutti, una ragazza dai capelli castani uscì dalla cabina, ma la cosa che stupì i presenti era che sembrava reduce da una scalata, nonostante la cabina fosse ben più piccola di lei come profondità.
    “E invece eccoci qui, precipitati contro un vecchio castello e- Oh, salve!” Esclamò la ragazza, accorgendosi dei maghi. “Un minuto e siamo da voi.”
    Nessuno, nemmeno Silente, seppe cosa dire mentre la sconosciuta saltava fuori, per poi chinarsi nuovamente verso l’interno della cabina.
    “Vieni pure su! Nessuna eruzione vulcanica o altro di potenzialmente mortale!”
    “Davvero? Peccato!” Rispose una voce, che sembrava trovarsi molto lontano. “Speravo in qualche nuovo brivido!”
    “Scusate… ma chi siete?” Chiese la McGranitt, facendo girare la ragazza verso di lei.
    “Oh, siamo solo … turisti, sì. Stiamo provando un nuovo tipo di mezzo di trasporto e-”
    “A forma di cabina della polizia?” Domandò scettica Hermione.
    “Il mio capo è un tipo molto… bizzarro…”
    “Ehi, guarda che ti sento!” Esclamò la voce di poco prima, mentre un uomo usciva dalla cabina.
    Aveva dei disordinati capelli castano scuro, indossava lunghi pantaloni scuri arrotolati in basso, una camicia a quadretti rosa coperta da un gilet marrone e un vistoso farfallino rosso attorno al collo.
    “E fra parentesi, questa bellezza è fantastica, soprattutto per via di questa forma!” Continuò, battendo una mano sulla cabina. “E vi sconsiglio di offenderla. Potrebbe arrabbiarsi.”
    Majutsu si avvicinò a Hermione. “È uno di loro a emanare l’energia che sentivi?”
    La Granger scosse la testa. “No… ma sento qualcosa di familiare… forse nascondono un oggetto magico con quel potere…”
    “Chi siete?” Domandò pacato Silente, avvicinandosi ai due.
    “Oh, ma dove sono finite le mie buone maniere?” Ribatté l’uomo, per poi indicare con le mani la ragazza al suo fianco. “Lei è Clara Oswald. Io invece sono il Dottore!”
    “Dottore… chi?” Chiese Piton, gelido.
    Immediatamente Clara si portò una mano sulla fronte, sospirando, mentre l’uomo ridacchiò.
    “Adoro quella domanda!” Rispose entusiasta. “Ma il mio nome è semplicemente il Dottore. Voi invece chi siete? Mi sembrate fam-”
    “Dottore!” Esclamò la ragazza, per poi indicare Harry. “Quel ragazzo… ha una cicatrice a forma di fulmine sulla fronte!”
    L’uomo si voltò nella direzione indicata, per poi battere le mani.
    “Incredibile!” Affermò, avvicinandosi subito al ragazzo, guardandolo in faccia. “Sembra davvero Harry Potter! La somiglianza è incredibile! C’è solo quel tatuaggio in più… la prossima volta che vuoi fare un cosplay ti consiglio di informarti meglio.”
    Majutsu chiuse gli occhi, trattenendosi dal replicare con un pugno. “Per vostra informazione… io sono Harry Potter… e quel tatuaggio fa parte di me da diversi anni, ormai.”
    “Non ci prendere in giro, ragazzo.” Intervenne Clara. “Non puoi di certo essere Harry Potter. E poi oltre a te ci dovrebbero essere… Ron… Hermione… Silente… Piton… Diamine Dottore, dove ci hai portato? A un raduno di fan?”
    “Uhm… Non saprei…” Rispose l’uomo, per poi tirare fuori da una tasca quella che sembrava una bacchetta di metallo con un interruttore, che premette subito facendo accendere una luce verde e producendo un ronzio.
    Prima che qualcuno potesse fare qualcosa, la puntò contro la cicatrice di Harry, per poi spostarla dopo pochi secondi, alzandola verso l’alto e continuando a guardare la luce.
    “Dunque, la cicatrice è vera. Quindi, Clara, direi che siamo finiti proprio a Hogwarts. Azzarderei intorno al terzo anno di Harry.”
    “Stai scherzando?!”
    “Forse sì. O forse no. Non mi ricordo se scherzo. È come quando mento.”
    “Ma chi è questo pazzo?” Domandò Gray, facendo subito sgranare gli occhi a Erza, che batté un pugno contro il palmo dell’altra mano.
    “La profezia!” Esclamò, attirando l’attenzione di tutti su di sé. “Tra qualche mese scoprirai qualcosa che ti sconvolgerà. Subito dopo verrai messo nuovamente alla prova per colpa di un uomo pazzo.” Ripeté.
    “Oh, così vengo ancora definito un uomo pazzo? Ottimo!” Esclamò sorridendo il Dottore.
    “Non che tu faccia molto per dimostrare il contrario…”
    “E dove sarebbe il divertimento? A proposito… potresti andare a controllare dove sono finiti i nostri ospiti? Temo che qualunque cosa ci ha colpiti li possa aver fatti precipitare all’interno più del previsto… e preferirei evitare che si mettano a distruggere qualcosa per uscire.”
    “Ma quanto è grande là dentro?” Domandò Lucy perplessa.
    “Credimi ragazza, potreste metterci dentro questo castello e avanzerebbe ancora molto, molto, molto spazio.” Rispose Clara, per poi chinarsi nuovamente dentro la cabina. “Tutto bene laggiù?”
    Per qualche secondo non successe nulla.
    Poi, sotto lo sguardo stupefatto di tutti i maghi, compreso Silente, una ragazza dai lunghi capelli neri e bianchi, con addosso una maglietta blu a maniche lunghe e dei pantaloni azzurri, uscì in volo dalla cabina, restando sospesa nel vuoto per qualche secondo, prima di atterrare dolcemente a terra accanto a Clara. La nuova arrivata fissò uno a uno chi aveva di fronte, squadrandoli con i suoi occhi, le cui iridi erano una nera e l’altra bianca.
    “Cos’è successo?” Chiese il Dottore, per nulla sorpreso.
    “Oh, nulla. Siamo solo quasi finiti contro quella stella che tieni lì dentro. Siamo riusciti a evitarla per poco.” Rispose lei, calma.
    “Menomale. Sarebbe stato piuttosto difficile trovarne un’altra.”
    “Una… stella, aye?” Domandò Happy, sbattendo le palpebre, per poi urlare. “Lì dentro c’è una stella?!”
    “Una stella, una biblioteca, un luna park, una piscina olimpionica… fai prima a chiedere che cosa non c’è.” Rispose Clara, sorridendo.
    “Un incantesimo di espansione.” Fece Vitious, entusiasta. “Non credevo fosse possibile espandere a tal punto uno spazio e-”
    Ma il professore si zittì quando il Dottore alzò un dito, per poi scuotere la testa.
    “Per piacere, non paragoni il mio TARDIS a un mero incantesimo. Questa ragazza sexy è molto migliore della magia!”
    “Aspetta… tu non sei un mago?” Intervenne Caramell, sorpreso. “Allora come fai a essere qui? Dovrebbe essere impossibile per i Babbani raggiungere Hogwarts!”
    “Lo sarebbe… se lui non fosse il Dottore, se questo non fosse un TARDIS e se noi non fossimo con loro.” Rispose la ragazza dai capelli bianchi e neri, guardando verso l’interno della cabina. “Non è vero?”
    “Arrivo, arrivo.” Disse una nuova voce, quasi scocciata.
    Questa volta a uscire in volo fu un ragazzo. Questi sembrava la versione maschile della ragazza, poiché aveva gli stessi capelli e occhi. Indossava dei pantaloni lunghi neri e una maglietta a maniche corte bianca con disegnato sopra quello che pareva un cuore a cinque punte, il quale era anche la forma del ciondolo che teneva attorno al collo.
    Non appena uscì, Hermione fece un passo indietro.
    “Che succede?” Le chiese subito Neville.
    “Lui… possiede un potere senza pari.” Rispose al suo posto Luna, guardando seria, e forse preoccupata, il nuovo arrivato, che atterrò a fianco di quella che sembrava essere la sua gemella.
    “Scusate il ritardo, ma dopo aver evitato la stella sono andato a scontrarmi con la sala giochi, e ho preferito sistemarla prima di uscire.” Fece, sorridendo.
    “Dopo che l’hai distrutta.” Disse ridacchiando la ragazza.
    “Beh, non è colpa mia se ci stavamo allenando quando quella magia ci ha colpiti facendo sbandare il TARDIS. Che poi, Dottore, non dovrebbe essere quasi impossibile perdere l’equilibrio al suo interno?”
    “Probabilmente il colpo, unito alle barriere magiche del castello, l’ha destabilizzato. Hai visto se il nucleo è intero?”
    “Sì, sì, nessun danno per fortuna. Sarebbe stata una scocciatura doverlo riparare, anche per me.”
    “C-Chi sei?” Chiese Hermione, guardandolo spaventata.
    Il ragazzo si girò a guardarla, per poi voltarsi verso la sua gemella. “Siamo finiti di nuovo a Hogwarts, Hikari?”
    “Così pare, Dark, ma sembra in un periodo precedente alla nostra prima visita.”
    “Chi diamine siete?!” Urlò Natsu, facendosi avanti.
    A vederlo i due spalancarono gli occhi, leggermente sorpresi.
    “Natsu? Che diamine ci fai qui a Hogwarts?” Domandò Hikari, per poi notare solo allora gli altri. “Aspettate… ci sono anche Erza, Gray e Lucy!”
    “Come fate a sapere i nostri nomi?!” Chiese subito Erza, preparandosi a evocare la spada.
    “Non è l’unica anomalia.” Fece notare Dark, per poi indicare Harry, spostandosi subito dopo su Ron, Hermione, Fred, George, Neville, Ginny, Luna e Happy. “Anche loro sono fuori dalla norma.”
    “Quindi sapete cos’è successo?” Domandò Clara. “Insomma… noi non possiamo essere davvero qui! Dovremmo essere finiti dentro un l-”
    “Clara, noi siamo già stati a Hogwarts in passato.” Rispose Hikari, interrompendola. “Solo, era diversa. E Natsu e i suoi amici non erano di certo qui. Li abbiamo incontrati solo diverso tempo dopo.”
    “Posso sapere quando sareste stati qui?” Intervenne Silente. “Se la mia memoria non m’inganna, e solitamente non lo fa, non mi pare di avervi mai visti tra gli studenti. E due fratelli come voi me li ricorderei.”
    Dark e Hikari si guardarono, per poi scoppiare a ridere.
    “Fratelli?” Ripeté il ragazzo. “No, no, qui c’è un equivoco. Lei è la mia compagna.”
    “Già. Non abbiamo alcun legame di sangue tra di noi.”
    Dopo questo scambio di parole calò il silenzio totale.
    “Sembrano più gemelli di noi… e non sono nemmeno parenti?!” Esclamarono assieme Fred e George, increduli.
    “La domanda tuttavia non cambia.” Fece Piton, continuando a fissare i due. “Quando siete venuti a Hogwarts?”
    “Uhm… direi tra qualche anno. E probabilmente in una linea temporale diversa. Confermi, Dottore?”
    L’uomo tirò di nuovo fuori la sua bacchetta di metallo, alzandola verso l’alto, per poi portarsi un dito in bocca e sollevarlo subito dopo, come per sentire il vento.
    “Sembrerebbe proprio di sì! Pare che l’input di energia che hai fornito al TARDIS ci abbia fatto attraversare il confine della nostra linea temporale, spedendoci di fatto in un universo parallelo. Di nuovo.” Precisò. “Fortuna che questa volta ci sei tu come fonte d’alimentazione ausiliare.”
    “Così mi fai sembrare una batteria…” Mormorò Dark, sospirando.
    “Quindi… nemmeno voi siete maghi?” Domandò il Ministro.
    “Beh, non maghi come intendete voi.” Rispose Clara. “Ma di certo, se solo volessero, potrebbero sconfiggervi tutti a occhi chiusi e senza usare nemmeno un dito.”
    “Clara, per piacere. Una volta tanto vorremo passare per quasi normali.”
    “Viaggiando con noi? Impossibile.”
    Dark sospirò. “E la cosa divertente è che non possiamo nemmeno replicare questo punto.”
    “Insomma, chi siete?!” Esclamò Harry. “Continuate a dire cose senza senso!”
    I due falsi gemelli si guardarono, per poi annuire.
    “Io sono Dark. Ex Custode dell’Equilibrio.”
    “Io invece sono Hikari, l’attuale Custode dell’Equilibrio.”
    “No.” Fece Hermione, indicando Dark. “Tu… il potere che emani… è di gran lunga superiore al suo. Chi sei davvero?”
    Il ragazzo sorrise. “Credo che per voi sia meglio non scoprirlo.”
    “E chi sei per deciderlo?!” Gridò Erza. “Sei forse qualcuno che ci vuole eliminare?”
    “Che?! Certo che no! Nonostante chi sono, sto dalla parte dei buoni, credetemi.”
    “Ehm… Ragazzi?” Fece Clara, venendo però ignorata.
    “Cosa vuoi dire?”
    “Gente?” Ritentò la ragazza viaggiatrice, senza riuscire a ottenere attenzione.
    “Sentite, non posso dirvi chi sono davvero solo per la vostra sicurezza. Qualcuno potrebbe pensare di usarvi in qualche modo contro di me e-”
    Un rumore secco tuttavia deviò l’attenzione di tutti i presenti.
    Dall’interno del TARDIS uscì una fortissima luce, mentre in contemporanea qualcosa brillò attorno al collo di Hermione.
    “Cosa?” Fece lei sorpresa, mentre Harry ed Erza, che erano al suo fianco, la guardavano preoccupati.
    “Hermione, che c-” Cominciò a chiedere Majutsu, poco prima che la luce aumentasse d’intensità, costringendolo a chiudere gli occhi.
    Quando li riaprì, lui, Erza e Hermione si ritrovarono da soli, sempre nel parco di Hogwarts.
    Ma la neve, il TARDIS e tutti gli altri sembravano essersi volatilizzati.
    “Cos’è successo?” Chiese Titania, guardandosi attorno.
    “Oh, no… No, no, no…” Mormorò Hermione, tirando fuori da sotto la divisa quello che sembrava un ciondolo a forma di clessidra. “Non doveva succedere! Non l’ho nemmeno toccata!”
    “Hermione?” Domandò Harry. “Che cos’è quello?”
    La ragazza sussultò, per poi voltarsi a guardare i due amici.
    “È… è il motivo per cui riesco a seguire tutte quelle lezioni… è una Giratempo.”
    “Una che cosa?”
    “Un oggetto in grado di portarmi indietro nel tempo, anche se solo di poche ore al massimo. È molto difficile ottenerne una, Silente e la McGranitt hanno praticamente dovuto supplicare il Ministero per farmela avere, facendomi giurare di non dirlo a nessuno e di usarla solo per seguire le lezioni.”
    “Ecco spiegato come mai sembravi essere in due posti in contemporanea. Lo eri davvero!” Esclamò Erza. “Quindi adesso siamo tornati indietro di qualche ora?”
    “No.” Rispose Harry, guardandosi intorno. “Non c’è neve. E la temperatura è maggiore rispetto agli ultimi giorni.”
    “Meglio andare a vedere allora.” Fece Erza. “E non appena ritroviamo quel tipo proseguiremo la discussione. Dev’essere stata colpa sua.”
    Hermione restò in silenzio, non del tutto sicura di quell’affermazione.

    Il trio si nascose dietro alcune colonne, osservando diversi studenti cambiare aula.
    “Decisamente non siamo più a Natale.” Borbottò Harry. “Ma la cosa che mi preoccupa è che non riconosco nessuno.”
    “Quel Dark… Parlava di una linea temporale diversa… Non ci avrà spedito lì, vero?”
    “Speriamo di no.” Rispose Hermione. “Sarebbe terribile, soprattutto perché in quel caso non potremmo tornare indietro.”
    “Di solito come fai?”
    “Aspetto. La Giratempo funziona in un solo senso. Per questo non torno indietro mai più di tre ore.”
    “Capisco…”
    “Ehi! Che cosa ci fai qui?” Esclamò uno voce dietro di loro.
    I tre si girarono, ritrovandosi a guardare un ragazzo dai capelli neri apparentemente del quarto anno, con il simbolo di Grifondoro sulla divisa.
    “C-Cosa?” Fece Hermione.
    “Non tu, dolcezza. Ramoso!” Disse, guardando Harry. “Capisco che tu faccia il filo a Evans, però uscire con un’altra rossa non mi sembra la cosa più intelligente da fare. E te lo dice un esperto!”
    “R-Ramoso?” Ripeté Majutsu, incredulo.
    Il ragazzo lo guardò curioso.
    “Che hai fatto alla fronte? Gli occhi posso capire, ammetto che il verde attira sicuramente di più del nocciola, ma quell’obbrobrio invece direi proprio che farà scappare le ragazze.”
    “Scusa… ma temo tu ti stia confondendo.” Intervenne Erza. “Lui non è Ramoso.”
    Il ragazzo si voltò verso di lei.
    “Non so chi sei, bellezza, però ti posso assicurare che so riconoscere il mio migliore amico. Allora Ramoso, perché tutta questa resistenza al buon vecchio Felpato? Credevo che per oggi avessimo in mente di fare uno scherzo a Mocciosus! Io, Lunastorta e Codaliscia ti aspettiamo da quasi un’ora!”
    Hermione si voltò a guardare Harry, il quale restò in silenzio.
    “Perdonami, ma davvero non so chi tu sia.” Disse infine.
    “Su, ora basta. Cominci a preoccuparmi. Non vorrai ignorarmi così, vero?”
    “Titania… piano di fuga C.” Fece Majutsu, facendo sorridere la rossa.
    “Come vuoi. Non le uso spesso, però…”
    Mentre diceva ciò portò una mano dentro la manica dell’altro braccio, per poi tirarla fuori assieme a una pallina nera. “…Cambiare ogni tanto non fa di certo male.”
    Senza alcuna esitazione la buttò a terra, provocando un bagliore che costrinse Felpato a chiudere gli occhi.
    Quando li riaprì, dei tre non era rimasta alcuna traccia.
    “E ora dove sono finiti? E soprattutto, come osa Ramoso creare un nuovo scherzo da solo?! Ah, ma appena lo ritrovo…”
    E senza dire altro corse via.
    Poco lontano, il trio lo osservò allontanarsi.
    “Okay… direi che siamo nei guai. Decisamente non siamo indietro di poche ore o giorni.” Fece Hermione, deglutendo.
    “In compenso, abbiamo realizzato uno dei sogni di Fred e George: conoscere dal vivo uno dei Malandrini.”
    “E a scoprire l’identità di un altro.” Aggiunse Harry, serio. “Perché da quel che so, l’unico con cui potrei essere confuso… è mio padre.”
    “Potrebbe essere una coincidenza, no?”
    “Sinceramente, quante possibilità ci sono che sia così? Senza contare che continuava a insistere sul chiamarmi Ramoso.”
    “Un modo c’è… per esserne sicuri.” Disse Erza, guardando l’amico. “Però… devi esserne sicuro.”
    “Ci ho già pensato… e ho paura della risposta. Perché se fosse così, significa che siamo tornati indietro di più di vent’anni.”
    “Però… è meglio sapere la verità. Ogni cosa che facciamo qui, potrebbe alterare il futuro.”
    Harry ci pensò qualche secondo, per poi annuire e tirare fuori la Mappa del Malandrino.
    I tre la guardarono attentamente. All’interno del castello, al secondo piano videro il nome ‘James Potter’, affiancato da quello di ‘Minerva McGranitt’. Due piani sopra, riconobbero il nome di ‘Remus Lupin’ e di ‘Peter Minus’. Infine, poco lontano da dove si trovavano adesso, il nome ‘Sirius Black’ si muoveva velocemente verso il castello.
    “Sirius… Black…” Lesse Harry, stringendo con forza la mappa. “Lui era… Black…”
    Erza lo afferrò subito per la spalla.
    “Non possiamo fare nulla. Posso capire la tua rabbia, però-”
    “Potrei impedirgli di tradire i miei genitori!” Replicò Majutsu. “Così… loro sarebbero ancora vivi…”
    “Harry, pensa alle conseguenze! Non sai nemmeno come si sono conosciuti i tuoi genitori. Per quanto ne sappiamo, potrebbe essere stato proprio Black a farli incontrare.”
    Il moro restò in silenzio, per poi allontanarsi.
    “Scusate, ho bisogno di stare da solo per un po’. Tranquille, non andrò a salvare i miei genitori.” Disse sarcastico, senza nascondere la sua irritazione.


    “James!” Urlò Sirius, avvicinandosi all’amico, il quale stava parlando con una professoressa McGranitt decisamente più giovane. “Che razza di scherzi sono questi?!”
    “Sir? Di cosa stai parlando?” Chiese Potter, guardandolo e sbattendo le palpebre.
    “E me lo chiedi pure?! Prima ti metti a farti tatuaggi assurdi sulla fronte e a cambiarti colore degli occhi, poi esci con ben due ragazze e infine fingi pure di non riconoscermi! Senza considerare la cosa più grave, ovvero quella granata di luce! Credevo che ogni nuovo scherzo dovesse venire detto agli altri!”
    La professoressa di Trasfigurazione fece un colpo di tosse. “Se permette, signor Black, le posso assicurare che il signor Potter è rimasto con me per l’ultima mezz’ora a chiedermi informazioni sulla lezione di prima. Anche se sinceramente non voglio sapere a cosa gli servano tali approfondimenti, e tremo al pensiero di ciò che potrete farci.”
    Sirius la guardò sorpresa. “Davvero? E allora con chi diamine ho parlato?”
    “Aspetta, stai dicendo che c’era davvero uno uguale a me?”
    “Era la tua copia sputata, tranne appunto il colore degli occhi, la mancanza degli occhiali e un assurdo tatuaggio al cui interno c’era una specie di fulmine stilizzato.”
    Mentre i due parlavano, la McGranitt sospirò, per poi allontanarsi, borbottando qualcosa sulle buffonate.
    “Guarda Felpato, ti assicuro che io non c’entro davvero nulla.” Disse James, guardando l’amico, per poi portarsi una mano sotto il mento. “Probabilmente è qualcuno che vuole gettare cattiva luce sulla mia magnifica figura. Dieci a uno è il risultato di una pozione Polisucco. E sappiamo bene che c’è solo una persona che ne sarebbe capace.”
    “Mocciosus dici? In effetti, questa tua copia era con una ragazza che somigliava terribilmente a Evans. L’ha chiamata Titania se non sbaglio.”
    “Che razza di nome è Titania?”
    “Titania è il nome che Shakespeare, uno scrittore Babbano, ha dato alla regina delle fate. Non che mi aspettassi che tu lo conoscessi, Potter.”
    I due si girarono, ritrovandosi a guardare una ragazza di Grifondoro dai capelli rossi e gli occhi verde smeraldo, che in quel momento li stavano fissando gelidi.
    “Evans! Come al solito, la tua fonte di conoscenza è pressoché infinita. Quando mi concederai il piacere di condividerla con me a pieno?” Fece James, mimando un inchino.
    “Quando l’inferno gelerà e Tu-Sai-Chi si metterà a vendere panini per strada, magari distribuendo anche delle caramelle ai bambini.” Replicò lei, acida. “Che cos’altro avete in mente tu e la tua banda di stupidi?”
    “Oh, nulla al di fuori dal normale. Tu invece hai sempre intenzione di perdere tempo dietro a quella serpe?”
    “Almeno lui studia seriamente, e non per creare degli scherzi idioti e privi di significato.” Concluse lei, per poi allontanarsi.
    “Sai Ramoso, mi chiederò sempre che cosa ci trovi in una come lei.”
    “Che vuoi farci, le ragazze ribelli sono il mio punto debole. Soprattutto se sono rosse.”

    “Etciù!” Starnutì Erza.
    “Salute.” Disse Hermione, guardandola.
    “Grazie. Che strano però, non ho freddo…”
    “Forse qualcuno ti stava pensando?”
    “Nah, altrimenti avrei passato anni a starnutire, visto che Gerard non voleva altro che usarmi come sacrificio. Piuttosto, hai scoperto qualcosa?”
    L’altra scosse la testa, mentre osservava il suo schermo olografico, dentro il quale c’era l’immagine della Giratempo.
    “Purtroppo no. La mia analisi ha solo confermato che il suo limite dovrebbe essere di poche ore al massimo, e solo verso il passato. Sono state fatte così apposta perché non vengano usate per modificare la storia. Altrimenti chiunque potrebbe riscriverla come vuole.”
    “E allora come siamo finiti qui?”
    “Forse c’entra quella luce uscita dalla cabina di quel Dottore.” Azzardò la castana. “In effetti, sembra che la mia Giratempo sia entrata in risonanza proprio con quella cosa.”
    “Una cabina in grado di volare che riesce a influenzare la magia? Sarebbe preoccupante come cosa.”
    “Io sono più preoccupata per quel tipo… Dark. Tu hai idea di cosa sia un Custode dell’Equilibrio? Ha detto che prima era lui, mentre quello attuale è la sua compagna.”
    “Mai sentito nominare prima. Eppure lui conosceva tutti noi… Ed è rimasto particolarmente sorpreso dalla nostra presenza. Che cosa può significare?”
    “Non lo so… ma il suo potere è davvero spaventoso. E sono sicura che si stesse pure trattenendo.”

    “Come sarebbe a dire che non è un pericolo?!” Esclamò Harry, guardando una figura di fronte a lui. “Per colpa sua siamo finiti nel passato!”
    “Da quel che ho sentito e visto, lui era sorpreso quanto voi. Natsu l’ha attaccato subito dopo, ma il suo fuoco non ha nemmeno bruciato i suoi vestiti.”
    “E allora cosa dobbiamo fare? È già un miracolo che sia riuscito a parlare con te!”
    “Al momento il proprietario di quella strana cabina sta cercando una soluzione. A quanto pare, se ne intende di viaggi del tempo.”
    “Speriamo bene. Farò fatica a trattenermi dall’uccidere Black. Averlo così vicino e non poter fare nulla…”
    “Posso capire come ti senti, ma lascia che te lo dica: uccidere una persona non è mai la scelta giusta. Il peso che ti porteresti sulle spalle non sparirebbe mai.”
    Majutsu spostò lo sguardo.
    “Prova a capire perché ha tradito i tuoi genitori. Forse, per quanto assurda e sbagliata, c’è una spiegazione e-”
    “Una spiegazione?!” Replicò il moro, irato. “Ha consegnato alla morte i miei genitori! Quale giustificazione ci può mai essere per questo?! Io sono vivo solo per pura fortuna, e adesso, o nel futuro, come vuoi dire, vuole concludere l’opera!”
    La figura non disse nulla, per poi girarsi.
    “Cercherò di far sapere che state bene.” Disse, allontanandosi, lasciando così Majutsu da solo.
    “Maledizione!” Urlò lui, scagliando una sfera d’energia contro un albero, che cedette e cadde all’indietro. “Sono solo un debole…”
    La sua attenzione a quel punto venne attirata da una serie di risate.
    Senza aspettare un secondo, cominciò a correre verso la loro fonte, per poi nascondersi lontano dalla vista.
    Lì, in mezzo al prato, un ragazzo dai capelli neri a caschetto sembrava essere sospeso in aria a testa in giù, tenuto per una caviglia da una figura invisibile.
    E sotto di lui, Black, un ragazzo che Majutsu riconobbe subito anche senza averlo mai visto prima, e altri due ragazzi, tutti e quattro di Grifondoro, stavano ridendo.
    “Allora Mocciosus, vuoi dirci cos’hai fatto?” Chiese James, tenendo la bacchetta verso il ragazzo.
    “Per l’ultima volta, Potter. Se il tuo amico Black ha le visioni, il mio unico consiglio è di fargli visitare il San Mungo. Magari lo rinchiudono per sempre e ci liberiamo definitivamente della sua presenza!”
    “James, io comincio a stufarmi. Oggi Mocciosus è decisamente meno divertente del solito.” Sbuffò il diretto interessato.
    “Oh, a questo rimediamo subito.” Rispose il moro, muovendo la bacchetta e facendo fare un giro completo a mezz’aria alla loro vittima, mentre gli altri due ragazzi ridevano.
    “Fantastico…” Mormorò Harry, con una faccia disgustata. “Ora mi spiegò perché Piton mi odia così tanto… Mio padre era un idiota.”
    Il ragazzo fu fatto girare di nuovo. A quel punto, Harry decise di fregarsene del futuro.
    Basta così! Urlò, ma con sua sorpresa, la sua voce si era unita a quella di un’altra persona.
    Dall’altra parte rispetto a lui, Evans si stava avvicinando, con il viso deformato in una smorfia di rabbia.
    “Eccolo!” Esclamò Sirius, indicando Harry. “È lui!”
    “Oh, allora Mocciosus davvero non c’entrava.” Fece James, senza però mostrare pentimento nella sua voce. “E per Merlino, sembra davvero la mia copia mal riuscita.”
    “Lascialo andare, Potter!” Gridò Evans, raggiungendolo e indicando il ragazzo.
    “Perché dovrei farlo? È uno schifoso Serpeverde. Deve imparare a stare al suo posto.”
    “Tutto qui?” Domandò Harry, avvicinandosi. “Questa è la vostra ridicola motivazione?” Continuò, per poi tirare fuori la bacchetta per fingere di lanciare un incantesimo, mentre con la sua magia infrangeva quella che tratteneva il ragazzo, che cadde a terra con un tonfo.
    Evans andò subito ad aiutarlo ad alzarsi.
    “Tutto bene?” Chiese preoccupata.
    “Sì… Sì, grazie…” Rispose lui, sollevato, per poi guardare Harry. “Ma lui chi è? Non l’ho mai visto prima…”
    “Nemmeno io. Cosa strana, visto che sembra essere di Grifondoro ed è quasi la copia sputata di Potter.”
    James invece, assieme agli altri tre ragazzi, osservava incuriosito suo figlio.
    “Non male. Incantesimo non verbale. E sei solo del terzo anno, direi.”
    “Perché stavate importunando quel ragazzo?”
    “Chi, Mocciosus? È il nostro passatempo preferito. E poi, credevamo che tu fossi lui che si era trasformato in me, ma a quanto pare, dev’esserci qualche altro studente che per qualche misterioso motivo ce l’ha con me.”
    “Mi chiedo chi possa mai esserci, oltre a quasi tutta la scuola, visto come ti comporti.”
    A Harry sfuggì lo sguardo di meraviglia mista a una lieve ammirazione sul volto dell’unica ragazza presente.
    “E ad ogni modo, questo è il mio aspetto. Fattene una ragione, p- Potter.” Si corresse subito.
    “Davvero? E allora come ti chiami, sentiamo.”
    Harry restò in silenzio. Non poteva di certo dirgli il suo vero nome.
    “Majutsu. Majutsu Tail!” Si presentò.
    A quello Black scoppiò a ridere.
    “Majutsu? Ed io che pensavo che il nome della tua amica fosse strano!” Esclamò.
    “È davvero un nome ridicolo.” Ridacchiò il ragazzo basso e grassoccio al suo fianco.
    “Hai ragione, Peter.” Disse il quarto ragazzo, che sorrise.
    “Portalo in infermeria, per piacere.” Disse Majutsu a Evans, che annuì, per poi allontanarsi con il ragazzo di Serpeverde.
    “Ed io che credevo che Evans fosse l’unico grifone a simpatizzare con i serpenti.” Commentò Black, non nascondendo una vena di disgusto all’ultima parola.”
    Harry restò in silenzio, a fissarlo con uno sguardo infastidito.
    Infine sospirò, per poi girarsi.
    “Non valete nemmeno il mio tempo.” Asserì. “Siete solo dei maghetti che si divertono a tormentare gli altri.”
    “E tu allora? Vai in giro spacciandoti per me! E non mi dire che quello è il tuo vero aspetto! Credi che non ti avrei mai notato?”
    Harry sorrise. “Credi a ciò che vuoi.” Concluse, allontanandosi.
    Sirius e James restarono a osservarlo dirigersi verso la Foresta Proibita.
    “Remus, hai la mappa con te, vero?” Chiese Ramoso.
    “Certo. L’avevo presa nel caso non avessimo trovato subito Mocciosus.” Rispose lui, tirando fuori dalla tasca un foglio di pergamena, che aprì subito, pronunciando la formula per far apparire la mappa.
    Ma non appena lo fece, sgranò gli occhi.
    “Che succede?” Domandò Peter, sorpreso.
    “James, è meglio che venga tu stesso a vedere. La mappa non riconosce chi usa la Polisucco, vero?”
    “No. Non siamo riusciti ancora a risolvere quel problema. Purtroppo le riconosce per le persone in cui si sono trasformate. Dunque l’ha davvero usata per trasformarsi in me?”
    “Beh, dipende… James, per caso tu in realtà ti chiami Harry? Perché qui dice che Harry Potter si sta allontanando verso la Foresta Proibita.”




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    E come regalo di Natale, ecco qui il nuovo capitolo!
    Dunque, ecco rivelato il mistero! Il Dottore arrivato è il numero 11, accompagnato da Clara e da due misteriosi personaggi.
    Complimenti a chi ha intuito il loro arrivo! Infatti si tratta di Dark e Hikari, due miei personaggi originali provenienti dall'altra mia fan fiction "Equilibrio".
    Devo dire che pensavo avreste indovinato tutti cosa sarebbe successo con l'arrivo del Dottore, ma vedo con piacere che sono riuscito a tenerlo come effetto sorpresa. Ora che Harry, Erza e Hermione sono nel passato che cosa succederà? Solo guai ovviamente XD.
    Beh, temo che per il 2015 sia tutto... perciò non mi resta che augurarvi buon Natale e felice anno nuovo!
    Ci vediamo nel 2016 con il proseguimento di questa saga, che avrà i suoi colpi di scena, di cui uno assolutamente fondamentale per l'intera storia!
    Alla prossima!
  13. .
    Capitolo 57: Una scoperta scioccante - Torna all'indice dei capitoli
    “Aspetta, aspetta, aspetta.” Fece Gray, interrompendo Harry. “Tu hai visto di nuovo quel cane durante la partita di Quidditch?”
    “Già. È per colpa sua che non mi sono accorto subito del Boccino. Non che sarebbe servito a molto, visto quel che è successo dopo, però…”
    “Visto?!” Esclamò Ron. “È il Gramo! Ti ha scelto come sua prossima vittima!”
    L’occhiataccia che ricevette dagli altri fu sufficiente a zittirlo.
    “Però è strano…” Riprese Luna. “Perché i Dissennatori ti hanno preso come loro obiettivo?”
    “Forse è l’Eterion. Dev’esserne rimasta qualche traccia al mio interno quando ho tentato di fondermi con esso.”
    “O quando l’hai mangiato.” Aggiunse Erza.
    “No, lì ho trasferito subito tutta l’energia magica a Natsu.”
    “Ad ogni modo, direi che è chiaro che cosa dobbiamo fare.” Disse Hermione. “Dobbiamo trovare un incantesimo in grado di respingerli.”
    “Chiediamo a Silente. O al professor Lupin.” Propose Lucy.
    Majutsu annuì. “Sì, forse è la cosa migliore da fare.”

    Lunedì tutti quanti si diressero verso l’aula di Difesa contro le Arti Oscure.
    “Speriamo che il professor Lupin sia tornato.” Commentò Fullbuster, sbadigliando. “Una lezione tanto noiosa non credo di averla mai avuta prima… Storia della Magia a parte ovviamente.”
    “Credo siamo stati fortunati.” Disse Hermione, dopo aver guardato dentro l’aula.
    Il professor Lupin era tornato. Aveva proprio l’aria di chi è stato malato. Il suo vecchio mantello penzolava più largo e c’erano ombre scure sotto i suoi occhi; però sorrise ai ragazzi mentre prendevano posto, e tutti esplosero in un fiume di lamentele sul comportamento di Piton durante la sua assenza.
    “Non è giusto, era solo una supplenza, perché ci ha dato dei compiti?”
    “Non sappiamo niente dei Lupi Mannari…”
    “…due rotoli di pergamena!”
    “Avete detto al professor Piton che non c’eravamo ancora arrivati?” Chiese Lupin un po’ accigliato.
    “Sì, ma lui ha detto che eravamo indietro…”
    “…non ha ascoltato…”
    “…due rotoli di pergamena!”
    Il professor Lupin sorrise all’indignazione sulle loro facce. “Non preoccupatevi. Parlerò io col professor Piton. Non dovete fare il tema”.
    “Oh, no!” Esclamò Hermione delusa. “Io l’ho già finito!”
    “Chissà perché, ma la cosa non mi sorprende.” Ridacchiò Ron.
    “A dir la verità lo abbiamo finito anche noi.” Dissero insieme Harry ed Erza, mentre dietro di loro anche Lucy alzava la mano per indicare la stessa cosa.
    La lezione fu molto piacevole. Il professor Lupin aveva portato con sé un barattolo di vetro con dentro un Marciotto: una piccola creatura con una zampa sola, dall’aria fragile e innocua, che sembrava fatta di fili di fumo.
    “Attira i viaggiatori nelle paludi.” Spiegò il professore, e tutti presero appunti. “Vedete la lanterna appesa alla mano? Lui avanza a saltelli, la gente segue la luce, e poi…”
    Il Marciotto emise un rumore orrendo e si scagliò contro il vetro.
    Quando suonò la campana, tutti raccolsero i libri e si diressero alla porta, compreso Majutsu.
    “Aspetta un momento, Harry.” Lo fermò Lupin. “Vorrei parlarti.”
    Potter annuì, salutando gli altri e tornando indietro.
    “Mi hanno detto della partita.” Disse l’uomo, tornando verso la cattedra e cominciando a stipare la valigetta di libri. “E mi dispiace per il tuo manico di scopa. C’è qualche speranza di ripararlo?”
    “No.” Rispose sincero il moro. “L’albero l’ha fatto a pezzi. Ma meglio lui che io, no?”
    Lupin sospirò.
    “Hanno piantato il Platano Picchiatore l’anno che sono arrivato a Hogwarts. Allora facevamo un gioco, bisognava cercare di avvicinarsi e toccare il tronco. Alla fine un ragazzo, David Gudgeon, ha quasi perso un occhio, e ci è stato proibito di avvicinarci. Sarebbe ora di sradicarlo… Ne parlerò con il professor Silente.”
    “Le hanno detto anche dei Dissennatori?” Domandò Majutsu.
    Lupin gli scoccò un rapido sguardo. “Sì. Credo che nessuno abbia mai visto il professor Silente così infuriato. Sono irrequieti da un po’ di tempo… sono arrabbiati perché si rifiuta di farli entrare nell’area della scuola… È per quello che sei caduto, immagino…”
    “Sì.” Assentì Harry. Esitò, e poi la domanda gli salì spontanea alle labbra. “Perché mi tormentano così? Sono così debole per loro?”
    “Non ha niente a che vedere con la debolezza.” Rispose il professor Lupin seccamente. “I Dissennatori tormentano te e i tuoi amici più degli altri perché nel vostro passato ci devono essere cose terribili che gli altri non hanno vissuto.”
    “Questo spiega un po’ di cose…”
    Un raggio di sole invernale attraversò la classe, illuminando i capelli grigi di Lupin e i segni sul suo giovane volto.
    “I Dissennatori sono le creature più disgustose della Terra. Infestano i luoghi più cupi e sporchi, esultano nella decadenza e nella disperazione, svuotano di pace, speranza e felicità l’aria che li circonda. Perfino i Babbani avvertono la loro presenza, anche se non li possono vedere. Se ti avvicini troppo a un Dissennatore, ogni sensazione piacevole, ogni bel ricordo ti verrà succhiato via. Se appena può, il Dissennatore si nutrirà di te abbastanza a lungo da farti diventare simile a lui… malvagio e senz’anima. Non ti rimarranno altro che le peggiori esperienze della tua vita. E le cose peggiori che sono successe a te, Harry, bastano a far precipitare chiunque da un manico di scopa. Non hai niente di cui vergognarti”.
    “Non credo. Io alla fine non ho vissuto esperienze tanto terribili rispetto ad altri.”
    “Ti riferisci ai tuoi amici? In effetti, mentirei se ti dicessi che non sono rimasto incuriosito da ciò in cui il Molliccio s’è trasformato.”
    “Ognuno ha avuto il suo passato difficile.” Rispose Harry, per poi spostare lo sguardo. “Eppure… nonostante lo sappia, il mio subconscio evoca mia madre… Sento lei supplicare Voldemort di non uccidermi.”
    “Ne sei sicuro?”
    Majutsu sorrise. “Di recente… ho avuto modo di vederla. Ho vissuto un’esperienza molto vicina alla morte. E lei è venuta in mio aiuto. Sì, lo so che sembra un discorso da pazzi, ma-”
    “Non lo penso.” Lo interruppe il professore. “So bene che ci sono ancora molte cose a noi ignote, però vorrei chiederti come mai eri finito in una situazione di quel tipo.”
    “Non posso dirle molto, è coperto dal segreto di Stato di dove abito. Diciamo semplicemente che… Voldemort non è l’unico mago malvagio che ha messo i suoi occhi su di me.”
    “Il ragazzo dai capelli blu? Avevo immaginato avesse a che fare… ma perché Paciock?”
    “Io, Erza, Natsu e Neville siamo stati gli unici ad affrontarlo. È stato uno scontro… all’ultimo sangue.”
    A quelle parole Lupin spalancò gli occhi. “Stai dicendo che lo avete-”
    “No. Sinceramente, non sappiamo che fine ha fatto. L’edificio dove abbiamo combattuto è crollato, e non abbiamo trovato alcuna traccia del suo corpo. Ma probabilmente è morto.”
    Il professore sospirò. “Come aspetto sei davvero uguale a tuo padre.” Commentò, sorridendo. “Ma direi che sei abbastanza diverso da lui. Non sei spensierato, anzi.”
    Majutsu sgranò gli occhi. “Lei conosceva mio padre?”
    “Certo. Ero uno dei suoi amici. Ne abbiamo combinate diverse assieme. Anche se mai quanto lui e l’altro nostro amico…”
    “Chi era?”
    Lupin scosse la testa. “Mi dispiace. Sono passati tanti anni e rievocare il suo ricordo è doloroso. Era il migliore amico di tuo padre. Probabilmente… Probabilmente è morto anche lui…”
    Harry restò in silenzio.
    “Capisco.” Fece infine. “Se dovesse cambiare idea, potrebbe farmelo sapere? Mi piacerebbe scoprire se è davvero morto o no. Io… sto cercando di scoprire di più sui miei genitori.”
    “Hai paura di non essere alla loro altezza?”
    “Non sono certo il figlio che si aspettavano di avere.”
    Lupin gli poggiò le mani sopra le spalle, guardandolo negli occhi. “Harry, ti posso assicurare al cento per cento che i tuoi genitori sarebbero più che orgogliosi di te. Sei pronto a sacrificarti per i tuoi amici, e la tua magia è di un livello che ben pochi possiedono.”
    “Eppure… non sono neppure in grado di respingere i Dissennatori, mentre quel maledetto di Black è pure riuscito a ingannarli per ben due volte!”
    Il professore restò in silenzio.
    “Sì.” Disse. “Black deve aver trovato il modo di combatterli. Non l’avrei creduto possibile… i Dissennatori sono in grado di prosciugare un mago dei suoi poteri se rimane nelle loro mani troppo a lungo…”
    “Ma anche lei è riuscito a mandar via quel Dissennatore sul treno!” Esclamò Harry all’improvviso, ricordando l’evento. “E anche Silente!”
    “Ci sono… delle difese a cui si può ricorrere” Rispose Lupin. “Ma c’era un solo Dissennatore sul treno. Più sono, più è difficile resistergli.”
    “Quali difese?” Chiese subito Harry. “Me le può insegnare?”
    “Non ho la pretesa di essere un esperto nella lotta ai Dissennatori, Harry, tutt’altro…”
    “Ma se i Dissennatori vengono a un’altra partita di Quidditch… io devo saperli combattere… Non posso arrendermi a loro…”
    Lupin guardò il volto determinato del ragazzo, esitando qualche secondo. “Beh… d’accordo. Cercherò di aiutarti, ma temo che dovremo aspettare il prossimo trimestre. Ho molto da fare prima delle vacanze. Ho scelto un momento molto poco opportuno per ammalarmi.”
    Majutsu annuì, per poi ringraziarlo e uscire.
    “Già, immagino non sia facile doverlo sopportare ogni volta…” Mormorò allontanandosi.
    All’interno dell’aula il professore restò in silenzio.
    “Ormai manca poco per avere la risposta alle tue domande… Majutsu.”
     
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    Il tempo cominciò a scorrere velocemente, e quasi senza che qualcuno se ne accorgesse, il trimestre giunse alla fine.
    Anche quest’anno, la maggior parte degli studenti decise di tornare a casa per Natale, con l’eccezione del gruppo di Fairy Tail e di qualche altro studente.
    “Non che voglia lamentarmi, ma sembra che nessuno ci tenga a festeggiare Natale qui a Hogwarts, o sbaglio?” Domandò Gray.
    “Beh, il fatto che Black sia entrato qui dentro immagino abbia giocato il suo ruolo.” Rispose Neville.
    “Se dovesse entrare di nuovo durante le vacanze, allora è probabile che chi lo aiuta sia uno degli studenti rimasti qui.” Commentò Erza. “E in quel caso… sarò più che lieta di mostrargli il nostro punto di vista.”
    “Non so se esserne felice o se provare pietà per quel poveretto…” Mormorò Fred.
     
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    La figura incappucciata si sedette sulla cima di una delle torri, ignorando la neve che cadeva dal cielo, ma che sembrava stargli alla larga.
    “Comincio ad annoiarmi… non è nel mio stile stare tanto tempo a fare nulla.”
    Ma non appena disse ciò, alzò la testa di colpo, per poi sorridere.
    “Lo sento!” Esclamò, scattando in piedi. “Ti sento! Finalmente stai arrivando, eh? Finalmente sei qui per rompere la mia noia!”
     
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    Hermione cadde a terra, tenendosi una mano sopra la testa.
    “Hermione!” La chiamarono subito gli altri, aiutandola ad alzarsi.
    “Che succede?” Domandò Ron, preoccupato.
    “I-Io… Non lo so… Non ne sono sicura… Ma ho sentito qualcosa…”
    “Che cosa?” Chiese Majutsu.
    “S-Sarà solo la stanchezza… Di recente ho studiato davvero tanto… Vedrete che con le vacanze mi rimetterò in sesto.”
    Erza e Harry la guardarono poco convinti.
    “Che cos’hai sentito?” Domandò ancora il moro.
    Hermione spostò lo sguardo. “Dev’essere la mia immaginazione… Per forza…”
    “Che cosa?”
    “Un potere ancora maggiore di quello che ho rilevato durante Divinazione…” Spiegò la castana.
    “Quello che in confronto l’Eterion era nulla? Un potere ancora più grande, aye?!” Ripeté Happy, sgranando gli occhi.
    “Dove Hermione? Dove lo hai sentito?” Chiese Titania.
    “Vicino… Sembra che si stia avvicinando, ma l’ho percepito solo per pochi secondi…”
    “Un secondo potere così grande in arrivo su questa scuola?” Fece George. “Comincio davvero a rivalutare le profezie della Cooman.”
     
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    “Che succede?” Domandò Dudley, guardando Sirius, che era rivolto verso l’uscita del loro rifugio.
    “Natale ormai è alle porte.” Rispose lui, con tono nostalgico. “Mi chiedo se non sia il caso di intervenire…”
    “Mi hai già fatto rischiare per andare in quella specie di zoo di gufi per mandare quella lettera…”
    “Beh, tu almeno puoi farti passare per uno studente qualsiasi. Per me sarebbe stato piuttosto difficile andarci. E Grattastinchi sarebbe sembrato sospetto, con una lettera in bocca, no?”
    “Non hai di certo esitato a usare quel gatto per mettermi in questo pasticcio.” Replicò il ragazzo, sbuffando. “Comunque non mi hai ancora detto perché aspetti Natale con tanta ansia. Scusa se lo dico, ma dubito che qualcuno ti manderà un regalo. E per colpa tua anch’io quest’anno né resterò a secco.”
    “Ti sbagli. Un regalo lo riceverò. Solo, non adesso.”
    “Eh?”
    Sirius sorrise.
    “Sta arrivando. Lui e il suo pazzo amico. Apposta per portare un regalo a me e ai miei amici.”
     
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    La mattina di Natale infine giunse.
    Harry e gli altri del terzo anno vennero svegliati da Ron.
    “Ehi! I regali!”
    Harry sbadigliò, scuotendosi i capelli con la mano e mettendosi seduto a osservare il Weasley, che aveva cominciato subito a scartare i pacchetti.
    “Un altro maglione dalla mamma… marrone, un’altra volta… guardate se ce l’avete anche voi.”
    E come da sua previsione, tutti loro avevano ricevuto un maglione, rosso scarlatto con ricamato sopra sia il leone di Grifondoro sia il simbolo di Fairy Tail.
    “Il Master potrebbe assumere tua madre, sai?” Asserì Gray, guardandolo. “Solo, avrei preferito una maglietta… questo per me è troppo caldo.”
    “Glielo farò presente per il prossimo anno.” Ridacchiò Ron, per poi guardare verso Majutsu. “Ehi Harry, che cos’è quello?”
    Mentre parlava indicò un lungo pacchetto sottile, poggiato ai piedi del letto.
    “Non ne ho idea…” Rispose lui, prendendolo in mano. “Anche se dalla forma…”
    Potter strappò la carta.
    Per tutta la barba di Merlino!” Esclamò il rosso, facendo cadere a terra il pacco di caramelle che aveva appena aperto.
    Majutsu stringeva tra le mani un manico di scopa, sopra il quale era inciso a lettere d’oro il nome ‘Firebolt’, affiancato dal numero di serie.
    “Ehi!” Urlarono i gemelli, entrando senza bussare. “Voi cosa avete ricev- Per le mutande di Merlino, Harry! Quella è una Firebolt!”
    Majutsu guardò la scopa che teneva tra le mani. “Voi… la conoscete?”
    “Se la conosciamo?!” Gridò Neville, anche lui stupito. “Quello è il miglior manico di scopa del mondo! Non credevo ne avrei mai visto uno dal vivo!”
    “Chi diamine te lo manda?” Chiese Ron a mezza voce.
    “Non lo so… Non c’è nessun biglietto.” Rispose lui, guardando la carta.
    “Cavolo, chi spenderebbe così tanto per te?” Osservò Fred. “Dubito fortemente i tuoi zii.”
    “Forse ancora la McGranitt? Come con la Nimbus.” Azzardò Natsu.
    “E andrebbe a spendere quasi tutta la sua paga annuale?”
    Harry poggiò sul letto il manico.
    “Non so… la cosa mi puzza.” Disse. “Un regalo senza biglietto… e per giunta un regalo, a vostro dire, così costoso?”
    “Chi vuoi che te lo abbia mandato, scusa? Black?” Domandò Ron ridendo, per poi zittirsi.
    Tutti guardarono in silenzio la scopa.
    “Credo sia meglio che la porti alla McGranitt per sicurezza. Non voglio correre rischi inutili. Se risulterà priva di incantesimi pericolosi, beh, allora la userò più che volentieri.”

    Dopo aver consegnato il manico di scopa all’insegnante, che fu non poco sorpresa, Harry fece per tornare nella Sala Comune quando vide uno studente con un vassoio pieno di cibo tra le braccia che gli dava le spalle.
    “Ehi tu!” Urlò, facendolo fermare. “Okay che è Natale, però vedi di non rubare dalle cucine tutto quanto prima del pranzo!”
    “D-D’accordo.” Rispose lui, con una voce quasi in falsetto, per poi correre via.
    Harry restò a guardarlo allontanarsi.
    “Che strano… non mi sembra di averlo visto prima… eppure mi è familiare… Boh.”
    A sua insaputa, Melody era in piedi poco lontano, anche lei incuriosita da quello studente.
    “E lui chi è?” Si chiese.

    All’ora di pranzo tutti scesero nella Sala Grande e scoprirono che i tavoli erano stati di nuovo disposti lungo le pareti e che al centro della stanza c’era un solo tavolo, preparato solo per i pochi rimasti a scuola.
    I professori Silente, McGranitt, Piton, Sprite e Vitious erano seduti con Gazza, che aveva sostituito il solito cappotto marrone con un frac dall’aria molto vecchia e piuttosto muffita.
    “Buon Natale!” Esclamò il Preside mentre i maghi di Fairy Tail si avvicinavano al tavolo. “Siccome siamo così pochi, ci sembrava sciocco usare i tavoli dei dormitori… sedete, sedete! I cracker!” Continuò entusiasta il Preside, offrendo l’estremità di un involto d’argento a Piton, che lo prese con riluttanza e tirò. Con uno schiocco simile a un colpo di fucile, il cracker si spezzò rivelando un grosso cappello da strega, a punta, sormontato da un avvoltoio impagliato.
    La bocca di Piton diventò una fessura e l’insegnante spinse il cappello verso Silente, che se lo mise subito al posto del suo.
    “Cominciate!” Disse con un sorriso.
    Mentre Harry si serviva di patate arrosto, le porte della Sala Grande si aprirono di nuovo. Era la professoressa Cooman, che scivolò verso di loro come se avesse le ruote. Per l’occasione indossava un abito verde coperto di lustrini, che la faceva somigliare più che mai a una scintillante libellula gigante.
    “Sibilla, che bella sorpresa!” Esclamò Silente alzandosi.
    “Stavo guardando nella sfera, Preside.” Disse la professoressa Cooman con la sua voce più velata e remota. “E con mio grande stupore mi sono vista abbandonare il mio pranzo solitario e raggiungervi. Chi sono io per rifiutare i suggerimenti del destino? Sono scesa subito in fretta dalla mia torre, e vi prego di perdonare il ritardo…”
    “Certo, certo.” Disse il mago con gli occhi che brillavano. “Permettimi di prenderti una sedia…”
    E con un cenno della bacchetta sollevò a mezz’aria una sedia, che roteò su se stessa per qualche secondo, prima di cadere con un tonfo tra il professor Piton e la professoressa McGranitt.
    La professoressa Cooman esitò, poi prese posto sulla sedia vuota, gli occhi chiusi, la bocca serrata, come in attesa che un fulmine colpisse la tavola. La professoressa McGranitt affondò un grosso cucchiaio nella zuppiera più vicina.
    “Della trippa, Sibilla?”
    La nuova arrivata la ignorò. Aprì gli occhi, si guardò intorno un’altra volta e disse: “Ma dov’è il caro professor Lupin?”
    “Temo che il poverino sia di nuovo ammalato.” Spiegò Silente, facendo cenno agli altri di servirsi. “Un vero peccato che debba succedere proprio il giorno di Natale.”
    “Ma naturalmente tu lo sapevi già, vero, Sibilla?” Disse la professoressa di Trasfigurazione inarcando le sopracciglia.
    La professoressa Cooman scoccò alla McGranitt uno sguardo gelido.
    “Certo che lo sapevo, Minerva.” Rispose piano. “Ma non si ostenta la propria Onniscienza. Spesso mi comporto come se non possedessi l’Occhio Interiore, per non innervosire gli altri.”
    “Questo spiega molte cose.” Ribatté mordace la collega.
    “Chi scommette che prima di stasera la McGranitt le lancia contro una fattura?” Chiese divertito Fred.
    “Dieci Galeoni che resiste.” Replicò il gemello.
    “Scommessa accettata.”
    “Preferirei non puntaste su di noi.” Fece la vicepreside, sospirando nel sentirli.
    “E in ogni modo, la scommessa finirà con un pareggio, visto che una grande minaccia sta per giungere su di noi.” Continuò la Cooman.
    “Davvero? Ma che sorpresa…” Commentò con voce melliflua Piton.
    “La sfera di cristallo mi ha rivelato che entro stasera giungeranno da noi degli ospiti molto speciali.”
    “E di chi si tratta?” Domandò Malfoy. “Ancora tizi strambi come l’altr’anno?”
    “Oh, non saprei. La sfera non mi ha rivelato la loro identità. Si è rotta prima.”
    I maghi di Fairy Tail si guardarono tra di loro, e anche Silente rivolse uno sguardo preoccupato all’insegnante di Divinazione.

    Due ore più tardi, quando il pranzo terminò, Harry, Erza e Hermione si alzarono per primi, seguiti dagli altri.
    La Cooman cacciò uno strillo.
    “Miei cari! Chi di voi si è alzato per primo? Chi?”
    “Non abbiamo guardato.” Rispose Titania.
    “Dubito che faccia molta differenza.” Disse gelida la professoressa McGranitt. “A meno che un pazzo armato di ascia non sia appostato dietro la porta pronto a fare a pezzi il primo che attraversa l’ingresso.”
    Tutti scoppiarono a ridere.
    “Ha una così bassa stima nei miei confronti, Minerva?” Chiese una voce maschile, mentre le porte si aprivano, lasciando entrare nientemeno che Cornelius Caramell.
    “Ministro! Che piacevole sorpresa! Prego, si accomodi. Sono sicuro che i nostri cuochi saranno più che lieti di preparare ancora qualcosa per lei.” Fece il Preside.
    “Ti ringrazio Albus, ma ho già mangiato con la mia famiglia. Oh, Harry, come stai?” Domandò a Potter, il quale lo stava superando per uscire.
    “Sto bene, grazie. Lei?”
    “A parte Black tutto bene, sta solo facendo impazzire il Ministero. È sparito nel nulla, ma non sono cose di cui parlare a Natale. Andate pure, tranquilli.” Rispose lui sbrigativo.
    Tutti si voltarono a guardarlo, per poi uscire, lasciando aperte le porte.
    “Sospetto, vero?” Fece Gray.
    “Venite.” Disse Harry, dirigendosi verso un corridoio vuoto.
    “Che cosa vuoi fare?”
    “Non vi è sembrato che il Ministro fosse abbastanza ansioso di buttarci fuori?” Chiese Majutsu, tirando fuori il mantello dell’invisibilità. “Voglio scoprire che cos’è venuto a fare qui.”
    Senza avere nulla con cui obiettare, gli altri lo imitarono.
    “Potevamo anche usare le fate di Luna, no?” Propose Ron. “Se ci beccano…”
    “Beh, è Natale. Oggi sono tutti più buoni, no?”
    “Speriamo…”
    Rientrarono nella Sala Grande, dove notarono che anche il Preside e gli altri studenti se ne erano andati, lasciando solo la McGranitt, Vitious, Hagrid e il Ministro, i quali stavano parlando tra di loro.
    “Quindi ancora non avete scoperto dove si nasconde Black.” Disse Vitious.
    “Già. E dopo quello che è successo a Halloween… non nascondo che sono assai preoccupato. Se c’è davvero uno studente che può aiutarlo a entrare-”
    “Mi rifiuto di credere che uno dei nostri alunni possa stare dalla sua parte!” Esclamò quasi offesa la McGranitt. “Sarebbe terribile…”
    “Black potrebbe averlo costretto sotto minaccia. Non sarebbe strano per lui.” Replicò Caramell.
    “Ancora fatico a crederci…” Sussurrò Vitious. “Me lo ricordo ancora… era un così caro ragazzo…”
    “Piton non sarebbe d’accordo.” Disse Hagrid, non riuscendo a trattenere un sorriso. “Non so le volte che li ho dovuti separare. Per non parlare di quello che combinava assieme a Potter.”
    Harry sentì lo stomaco stringergli. Black e suo padre… si conoscevano?
    “Precisamente.” Disse la professoressa McGranitt. “Black e Potter. I capi della loro piccola banda. Tutti e due molto brillanti, è ovvio, straordinariamente brillanti, in effetti, ma non credo che a scuola ci siano mai state delle pesti come loro…”
    “Mica lo so.” Replicò Hagrid ridacchiando, “Fred e George Weasley mi sa che gli darebbero del filo da torcere a quelli, sì.”
    “Non so se andarne fiero o no…” Pensarono assieme i gemelli.
    “Sembrava che Black e Potter fossero fratelli!” Intervenne il professor Vitious. “Inseparabili!”
    “Ma certo!” Esclamò Caramell. “Potter si fidava di Black più che di ogni altro suo amico. Quando finirono la scuola, nulla cambiò. Black fece da testimone quando James sposò Lily, poi lo scelsero come padrino di Harry. Lui non lo sa, naturalmente. Potete immaginare come l’idea lo torturerebbe.”
    “Perché Black alla fine si è rivelato complice di Voi-Sapete-Chi?” Sussurrò Vitious.
    “Molto peggio …” Caramell abbassò la voce e continuò in una sorta di basso brontolio. “I Potter sapevano che Voi-Sapete-Chi dava loro la caccia. Silente, che naturalmente lavorava senza sosta per fermare Voi-Sapete-Chi, aveva parecchie utili spie. Una di loro lo avvertì, e lui lo disse subito a James e Lily. Consigliò loro di nascondersi. Beh, naturalmente non era facile nascondersi da Voi-Sapete-Chi. Silente disse loro che la cosa migliore era usare l’Incanto Fidelius, un incantesimo incredibilmente complesso che consiste nel nascondere con la magia un segreto dentro una sola persona vivente. L’informazione è nascosta dentro la persona prescelta, o Custode Segreto, e quindi è impossibile da trovare… A meno che, naturalmente, il Custode Segreto non decida di renderla nota. Finché il Custode Segreto si fosse rifiutato di parlare, Voi-Sapete-Chi avrebbe potuto perquisire per anni il paesino dove erano nascosti James e Lily senza trovarli, nemmeno se fosse andato a sbattere il naso contro la finestra del loro salotto!”
    “E Black era stato ovviamente scelto come Custode Segreto dei Potter!” Esclamò la professoressa McGranitt. “James Potter disse a Silente che Black sarebbe morto piuttosto che rivelare dove si trovavano, che lo stesso Black progettava di nascondersi… eppure Silente rimase preoccupato. Ricordo che si offrì lui stesso come Custode Segreto per i Potter. Era certo che qualcuno vicino a loro stesse tenendo informato Voi-Sapete-Chi sui loro spostamenti.” Continuò. “In verità da qualche tempo sospettava che qualcuno dalla nostra parte avesse tradito e stesse passando un sacco di informazioni a Voi-Sapete-Chi.”
    “Ma James Potter insistette per affidarsi a Black.” Fece Vitious. “E poi, appena una settimana dopo che l’Incanto Fidelius era stato eseguito… Black li tradì.”
    “Proprio così. Black era stanco di fare il doppio gioco, era pronto a dichiarare apertamente che stava dalla parte di Voi-Sapete-Chi, e pare che avesse progettato di farlo alla morte dei Potter. Ma, come tutti sappiamo, Voi-Sapete-Chi fallì col piccolo Harry. Svaniti i suoi poteri, terribilmente debole, fuggì. E questo lasciò Black in una posizione molto spiacevole. Il suo Signore era caduto proprio nel momento in cui lui, Black, aveva mostrato la sua vera anima di traditore. Non ebbe altra scelta se non fuggire a sua volta…”
    “Sporco schifoso voltagabbana!” Urlò Hagrid. “Io l’ho incontrato! Devo essere stato l’ultimo che l’ha visto prima che ammazzasse tutte quelle persone! Sono io che ho portato via Harry dalla casa di Lily e James dopo che li ha uccisi! L’ho portato via da quelle rovine, povero piccolino, con una ferita grossa sulla fronte, e i suoi genitori morti… e Sirius Black salta fuori con quella sua moto volante. Non avevo capito che cosa faceva là. Non sapevo che era il Custode Segreto dei Potter. Pensavo che aveva appena sentito la notizia dell’attacco di Voi-Sapete-Chi e che era venuto a vedere cosa poteva fare. Tutto bianco e tremante, era. E sapete che cosa ho fatto? HO CONSOLATO QUEL TRADITORE ASSASSINO!” Ruggì Hagrid.
    “Hagrid, ti prego!” Disse la professoressa McGranitt. “Parla piano! Qualcuno potrebbe tornare indietro…”
    “Come facevo a sapere che non era disperato per Lily e James? Invece lui pensava a Voi-Sapete-Chi! E poi mi dice ‘Dammi Harry, Hagrid, sono il suo padrino, lo curo io…’ Ah! Ma io avevo ordini precisi da Silente, e ho detto a Black che no, che Silente ha detto che Harry deve andare da suo zio e sua zia. Black ha insistito ma alla fine si è arreso. Mi ha detto di prendere la sua moto per portare via Harry. ‘A me non serve più’ dice.
    “Ma io dovevo saperlo che c’era qualcosa che non andava. Lui amava quella moto, perché allora la dava a me? Perché non gli serviva più? Perché era troppo facile da trovare. Silente lo sapeva che lui era il Custode Segreto dei Potter. Black sapeva che doveva scappare quella notte, sapeva che era questione di ore prima che il Ministero gli dava la caccia.
    “E se gli davo Harry, eh? Ci scommetto che lo buttava giù dalla moto dritto in mare. Il figlio del suo migliore amico! Ma quando un mago passa al Lato Oscuro, non c’è niente e nessuno che gli importa più…”
    I ragazzi si voltarono verso il punto dove immaginavano si trovasse Harry, il quale aveva cominciato a tremare per la rabbia.
    “Ma non è riuscito a sparire, eh? Il Ministero della Magia l’ha catturato il giorno dopo!” Riprese il guardiacaccia.
    “Ahimè, magari.” Disse Caramell amaramente. “Non siamo stati noi a trovarlo. È stato il piccolo Peter Minus, un altro amico dei Potter. Impazzito di dolore, senza dubbio, sapendo che Black era il Custode Segreto dei Potter, è andato a cercarlo.”
    “Minus… quel ragazzino grasso che gli correva sempre dietro a Hogwarts… Sì, lo ricordo bene.” Ammise Vitious.
    “Venerava Black e Potter, erano i suoi idoli.” Aggiunse la professoressa McGranitt. “Ma non era dotato come loro. Spesso sono stata dura con lui. Potete immaginare come… come mi dispiace adesso…” Era come se all’improvviso le fosse venuto il raffreddore.
    “Su, su, Minerva.” Fece Caramell gentilmente. “Minus è morto da eroe. I testimoni, Babbani, naturalmente a cui poi abbiamo cancellato i ricordi, ci hanno raccontato come Minus ha affrontato Black. Dicono che singhiozzava: ‘Lily e James, Sirius! Come hai potuto!’ E poi ha preso la bacchetta magica. Beh, naturalmente Black è stato più veloce. Ha polverizzato Minus…”
    La professoressa McGranitt si soffiò il naso e disse con voce confusa: “Stupido ragazzo… sciocco ragazzo… era sempre un disastro nei duelli… doveva lasciar fare al Ministero…”
    “Parola mia, se ero io a trovare Black prima di Minus, non perdevo tempo con le bacchette, ma lo squartavo pezzo a pezzo…” Ringhiò il guardiacaccia.
    “Non sai quello che dici, Hagrid.” Disse Caramell severo. “Nessuno, a parte i Maghi Tiratori Scelti della Squadra Speciale Magica, sarebbe riuscito a far fronte a Black, una volta in trappola. Io ero viceministro al Dipartimento delle Catastrofi Magiche a quell’epoca, e fui uno dei primi ad arrivare dopo che Black uccise tutta quella gente. Io… io non lo scorderò mai. A volte me lo sogno ancora. Un cratere al centro della strada, cosi profondo che aveva distrutto la fognatura. Corpi dappertutto. Babbani che urlavano. E Black lì in piedi che rideva davanti a ciò che era rimasto di Minus… un mucchietto di stoffa macchiata di sangue e qualche… qualche frammento…”
    Caramell si interruppe bruscamente.
    “Black fu portato via da venti uomini della Pattuglia della Squadra Speciale Magica e Minus ricevette l’Ordine di Merlino, Prima Classe, alla memoria, che credo fu di qualche consolazione per la sua povera madre. Da allora Black è sempre rimasto ad Azkaban.”
    La vicepreside sospirò. “È vero che è impazzito, Ministro?”
    “Vorrei poterlo dire!” Esclamò Caramell lentamente. “Credo che certamente la sconfitta del suo maestro lo abbia messo fuori gioco per un po’. L’assassinio di Minus e di tutti quei Babbani fu l’atto di un uomo disperato, senza via di scampo: crudele e inutile. Ho incontrato Black nella mia ultima ispezione ad Azkaban. Sapete, gran parte dei prigionieri stanno seduti e borbottano tra sé nel buio, privi di senno… ma vedere come Black sembrava normale mi ha lasciato di stucco. Mi ha parlato come un essere ragionevole. È stato snervante. Sembrava solo annoiato: mi ha chiesto il giornale. Sì, mi ha stupito lo scarso effetto che i Dissennatori sembrano avere su di lui… ed era uno dei prigionieri più sorvegliati, sapete? Dissennatori fuori dalla sua cella giorno e notte.”
    “Ma perché crede che sia fuggito?” Chiese Vitious. “Santo cielo, Ministro, non starà cercando di riunirsi a Lei-Sa-Chi, vero?”
    “Oserei dire che questo è il suo piano… finale.” Disse Caramell evasivo. “Ma speriamo di catturarlo molto prima. Devo ammettere che Voi-Sapete-Chi solo e senza complici è una cosa… ma ridategli il suo servitore più fedele, e tremo al pensiero di come potrebbe risorgere in fretta…”
    “Andiamo.” Mormorò Harry, girandosi e uscendo dalla Sala Grande, seguito dagli altri, preoccupati.
    Si diresse verso il giardino, dove si tolse il mantello, continuando ad avanzare in direzione della Foresta Proibita.
    “Harry, fermati!” Lo chiamò Erza.
    Majutsu obbedì, per poi voltarsi. “Lui… Lui era loro amico… Era il mio padrino… e ci ha tradito!” Urlò, scatenando un’onda di energia magica che generò un colpo di vento.
    Nessuno sapeva cosa dire.
    “Si fidavano di lui… Avete sentito, no?”
    “Harry-”
    “Lo sapevano tutti! Anche Lupin! È per questo che non mi ha detto chi era il migliore amico di mio padre! Perché avrebbe dovuto rivelarmi che era anche il suo assassino!”
    Harry a quel punto alzò la mano, facendo apparire la sua spada.
    “Erza… per piacere, affrontami a duello.” Disse semplicemente. “Ho bisogno di scaricare questa rabbia… e tu sei l’unica in grado di resistere ai miei colpi.”
    Natsu, Gray e Happy scattarono immediatamente all’indietro, mentre Titania sostituiva la sua divisa con l’armatura, brandendo subito una spada.
    “Ne sei sicuro?” Chiese seria. “L’ultima volta abbiamo quasi distrutto la gilda.”
    “Se non faccio nulla rischio di esplodere.”
    “Molto bene allora.”
    “Q-Questa non ci voleva… uno scontro tra loro due lascerà profonde ferite al castello!” Esclamò preoccupato Gray.
    “Allora, sei pronta?”
    “Quando vuoi.”
    I due maghi di Classe S scattarono uno contro l’altro nello stesso instante, facendo scontrare le due lame tra di loro e provocando un’onda d’urto che fece cadere all’indietro Ron, Hermione, Ginny e Neville.
    Gli altri restarono in piedi solo per pura fortuna.
    “Ed era solo il primo colpo!” Gridarono i gemelli.
    In quel momento cominciò ad alzarsi del vento, seguito da un forte rumore, quasi uno stridio.
    “Non mi tratterrò!” Esclamò Harry, cominciando a creare una sfera di fuoco.
    “Fatti sotto!”
    Majutsu non se lo fece ripetere due volte e scagliò la magia contro l’amica, che riuscì a respingerla, lanciandola in alto, ma con somma sorpresa di tutti i presenti, questa andò a scontrarsi contro qualcosa.
    Tutti alzarono lo sguardo e videro un oggetto blu cominciare a precipitare verso una delle torri del castello, avvolto dalle fiamme. Prima che potessero anche solo pensare di intervenire, l’oggetto andò a sbattere contro le mura, ribalzando contro di esse più volte, per poi cadere nel parco, lasciando un profondo solco nel terreno, mentre le fiamme si spegnevano da sole.
    “Avete… colpito un ufo?” Domandò Hermione incredula, mentre si avvicinavano cautamente all’oggetto.
    “No… direi piuttosto… che hanno colpito una cabina del telefono volante…” Rispose George. “Anzi, direi una cabina della polizia Babbana. Ne ho vista qualcuna in giro a Londra da piccolo, ma sono sicuro che non volassero.”
    In quel momento la porta della cabina si aprì verso l’interno, lasciando uscire un arpione che andò a colpire il bordo della porta, conficcandosi nel legno.
    “Che… cosa?!” Esclamarono tutti quanti, sorpresi.
  14. .
    Capitolo 56: Pericoli - Torna all'indice dei capitoli
    Draco Malfoy uscì dal castello, approfittando del buio della notte.
    Si diresse verso la Foresta Proibita, addentrandosi al suo interno per un centinaio di metri. Quando fu sicuro di non essere visto da nessuno, tirò fuori una lacrima e la attivò.
    “Che succede, Klaun?” Chiese una voce.
    “Master, mi duole disturbarla, ma sono venuto a conoscenza di alcune voci che ho ritenuto fosse il caso di riferirle.”
    “Parla.”
    “Sembra che qualche settimana fa, una professoressa abbia avuto una specie di visione. Inizialmente non l’ho presa sul serio, perché tutti dicevano che parlava a vanvera. Ma… percepisco anch’io qualcosa che non va. Così ho cercato di ottenere più informazioni.”
    “E cos’hai scoperto?”
    “Sembra che… stia per giungere qui qualcuno dal potere inimmaginabile. Potrebbe essere un segno del risveglio di Zeref?”
    “Nah, Zeref è un debole.” Disse una voce, che fece girare Klaun.
    Di fronte a lui, una figura incappucciata di nero lo osservava.
    “Io sono molto più forte di quel maguncolo da quattro soldi.” Continuò il nuovo arrivato, ridacchiando.
    “E tu… chi sei? Sei un amico di Tobi?”
    “Tobi?” Ripeté la figura, per poi scoppiare a ridere. “Tu davvero pensi che io sia allo stesso livello di una persona incapace di accettare la realtà? Mi offendi… Draco Malfoy.”
    Il mago non disse nulla, limitandosi a disattivare la lacrima, per poi lanciarla poco lontano, sentendola infrangersi a terra.
    “Ripeto la domanda: chi sei?”
    “Chi sono, eh? Domanda interessante…” Replicò lui. “A dir la verità, ho molti nomi. Dopotutto, mi nominano da molto, molto tempo.”
    Klaun alzò le braccia, pronto a combattere.
    “Ma, se proprio vuoi un nome… allora puoi chiamarmi Padrone. O Maestro. Suonano bene entrambi.”
    “Non sottovalutarmi. Sono molto più forte di quel che sembro.”
    “Oh, non lo metto in dubbio. Ma vedi…” Mentre diceva ciò, la figura scomparve, per poi riapparire proprio davanti a Draco, afferrandolo per il collo e sollevandolo.
    “Ci sono ben poche persone nell’universo in grado di tenermi testa. E tu non rientri in questo club esclusivo. Anzi, potrei elencarti centinaia di persone in grado di schiacciarti con un solo dito e a occhi chiusi.”
    “Q-Questo potere… N-Non è possibile…” Balbettò Klaun, cominciando a sentire l’aria venire meno.
    “Questo è solo un misero frammento, nemmeno l’uno per cento, del vero potere della distruzione caotica, come l’hanno chiamata qui.” Rispose la figura, mostrando il suo sorriso. “Ora, se tu m’illuminerai su qualche dubbio che ho su questo mondo, potrei considerare di lasciarti andare via sano e salvo.”
    “Tu…”
    “Volevi un nome, vero? Bene, soddisferò la tua curiosità.”
    La figura buttò a terra Malfoy, per poi abbassarsi e mormorare una frase.
    Il volto di Klaun sbiancò ulteriormente. “Tu… Mi prendi in giro… non è possibile!”
     
    ~~~~~~~~~~~


    Hermione si portò una mano sulla testa.
    “Che succede?”
    “N-Nulla… solo una fitta… devo aver passato troppo tempo sui libri…”
    “È un eufemismo. Stai tenendo passo a tutte le materie, e senza l’aiuto degli occhiali. Per piacere, almeno per studiare e-”
    “Te l’ho già detto Lucy, non ho intenzione di scegliere la via più facile.”
    “Qui non si tratta di prendere la via più facile. Si tratta di evitare un collasso del tuo corpo!” Esclamò Erza. “Dormi a malapena, e sembri sdoppiarti per seguire le lezioni.”
    “Va tutto bene, davvero. Fidatevi di me.”
    “Non so proprio come fai… Io so già che faticherò un sacco solo per ricordarmi tutte le parole d’ordine di quel quadro pazzo…” Mormorò Neville.
    Infatti, dopo l’attacco di Black, la Signora Grassa si era rifiutata di tornare al suo posto, e l’unico quadro che aveva accetto di sostituirla, per grande sfortuna dei Grifondoro, era stato Sir Cadogan, il quale passava metà del tempo a sfidare la gente a duello e il resto a inventare complicate parole d’ordine che cambiava almeno due volte al giorno.
    “Un giorno o l’altro risponderò a una delle sua sfide…” Commentò Natsu.
    Le conseguenze tuttavia non si limitarono a quello: non senza proteste da parte di Harry, per lui divenne quasi impossibile muoversi al di fuori di Hogwarts da solo a causa del pericolo che Black rappresentava. Certo, se solo fossero stati a conoscenza delle sue reali capacità, il discorso sarebbe stato diverso, ma non poteva far saltare la copertura.
    Oltre a quello, a tutti gli studenti furono fatte diverse domande, nella speranza di riuscire a identificare colui che aveva aiutato il fuggitivo. A causa della luce soffusa delle candele, né Gajil né la Signora Grassa erano stati in grado di identificare il ragazzo.

    “Non giocheremo contro Serpeverde.” Disse un giorno Baston alla fine degli allenamenti.
    “Che cosa?!” Esclamarono assieme i gemelli.
    “È venuto a trovarmi Flitt. Non sono riusciti a trovare un altro Cercatore, e visto che il loro è in punizione… Piton ha firmato per concedergli la proroga. Giocheremo contro Tassorosso.”
    “I soliti favoritismi, eh?”
    “Sì, ma purtroppo non possiamo farci nulla.” Asserì Baston amaramente. “Abbiamo provato tutte quelle tattiche convinti di incontrare i Serpeverde, e invece sfidiamo i Tassorosso, e il loro stile è totalmente diverso. Hanno un nuovo Capitano e un nuovo Cercatore, Cedric Diggory.”
    “Non so perché ti preoccupi, Oliver: i Tassorosso sono una facile preda. L’ultima volta che abbiamo giocato contro di loro, Harry ha preso il Boccino d’Oro dopo cinque minuti, ti ricordi?” Fece George.
    “Ma giocavamo in condizioni completamente diverse!” Urlò il Capitano, con gli occhi un po’ sporgenti. “Diggory ha messo su una squadra molto forte! È un ottimo Cercatore! Era proprio quello che temevo, che la prendeste così alla leggera! Non dobbiamo rilassarci! Dobbiamo restare concentrati! I Serpeverde stanno cercando di prenderci in contropiede! Dobbiamo vincere!”
    “Oliver, calmati!” Intervenne Fred, un po’ allarmato. “Stiamo prendendo Tassorosso molto sul serio. Davvero.”
    “E poi, credimi, Diggory non sarà una preoccupazione.” Aggiunse Harry, indicandosi. “Sono riuscito a resistere al malocchio di Raptor il primo anno, non sarà di certo lui a farmi paura.”

    Il giorno prima della partita, il vento prese a ululare e la pioggia cadde più fitta che mai. Era così buio che nei corridoi e nelle classi furono accese torce e lanterne supplementari. 
    Oliver Baston continuava a correre da Harry ed Erza tra una lezione e l’altra per dargli dei suggerimenti.
    La terza volta, Baston li trattenne così a lungo che li fece tardare di dieci minuti per Difesa contro le Arti Oscure, e si allontanarono correndo, con Baston che gli urlava alle spalle: “Diggory è molto veloce a scartare, Harry, quindi dovresti provare col giro della morte…”
    “È più fanatico di chiunque altro abbiamo incontrato finora!” Commentò Titania, per poi fermarsi con uno scivolone fuori dalla classe di Difesa contro le Arti Oscure, lasciando che Harry aprisse la porta e sfrecciando dentro assieme.
    “Ci scusi, professor Lupin, siamo in ritardo e-”
    “La lezione è cominciata dieci minuti fa, quindi suppongo che dovremo togliere venti punti ai Grifondoro. Sedetevi.”
    I due alzarono lo sguardo, incrociandolo con quello del professor Piton, che sedeva dietro la cattedra.
    “Dov’è il professor Lupin?” Chiese Erza.
    “Ha detto che oggi stava troppo male per fare lezione.” Rispose Piton con un sorriso storto. “Credevo di avervi detto di sedervi.”
    “Che cos’ha?” Domandò Harry, mentre raggiungevano due posti vuoti.
    Gli occhi neri di Piton scintillarono. “Niente di mortale.” Assicurò, con l’aria di desiderare che invece fosse così. “Altri cinque punti in meno per i Grifondoro, e se fate un’altra domanda diventeranno cinquanta.”
    I due non obbiettarono oltre e si sedettero.
    Piton guardò la classe. “Come dicevo prima che ci interrompessero, il professor Lupin non mi ha lasciato appunti sugli argomenti che avete affrontato finora…”
    “Signore, abbiamo fatto i Mollicci, i Berretti Rossi, i Kappa e gli Avvincini.” Elencò Hermione in fretta. “E stavamo per cominciare-“
    “Zitta.” Fece Piton, gelido. “Non ti ho chiesto informazioni. Stavo solo commentando la mancanza di organizzazione del professor Lupin…”
    “È il miglior insegnante di Difesa contro le Arti Oscure che abbiamo mai avuto!” Esclamò Dean coraggiosamente, accompagnato dal mormorio di approvazione della classe. Piton parve più minaccioso che mai.
    “Vi accontentate di poco. Lupin non vi sta certo caricando di lavoro… Saper affrontare i Berretti Rossi e gli Avvincini è roba da primo anno. Oggi parleremo di…”
    Harry lo guardò sfogliare il libro di testo fino all’ultimo capitolo, al quale, Piton doveva ben saperlo, non erano ancora arrivati.
    “…Lupi Mannari.” Disse il professore di Pozioni, sorridendo.
    A quelle parole, Harry, Erza, Gray e Natsu socchiusero gli occhi.
    “Ma signore!” Saltò su Hermione senza riuscire a trattenersi. “Non dovremmo fare i Lupi Mannari, non ancora, dobbiamo cominciare i Marciotti e-”
    “Signorina Granger.” La interruppe Piton con voce mortalmente calma “Ero convinto di dover essere io a tenere questa lezione, non tu. E io vi dico di andare a pagina 394.” Si guardò intorno. “Tutti! Adesso!”
    Con molti sguardi torvi e delusi e qualche mormorio imbronciato, i ragazzi aprirono i libri.
    “Chi di voi sa dirmi come si fa a distinguere un Lupo Mannaro da un lupo vero?” Chiese Piton.
    “Dall’odore.” Rispose subito Natsu, scocciato. “I Lupi Mannari puzzano anche di uomo.”
    “In un modo possibile agli esseri umani, ovviamente.” Commentò freddamente l’insegnante.
    Tutti rimasero seduti zitti e immobili; tutti tranne Hermione, la cui mano, come accadeva spesso, scattò in aria.
    “Nessuno?” Domandò il docente, ignorando la ragazza, col sorriso storto di prima. “Volete dire che il professor Lupin non vi ha insegnato nemmeno la differenza fondamentale tra-”
    “Gliel’abbiamo detto!” Esclamò Gray, sbuffando. “Non siamo ancora arrivati ai Lupi Mannari, inoltre-”
    “Silenzio!” Sibilò Piton. “Bene bene bene, non avrei mai pensato di incontrare una classe del terzo anno che non sapesse nemmeno riconoscere un Lupo Mannaro. Mi premurerò di comunicare al professor Silente quanto siete indietro…”
    “Signore, con tutto il permesso, vede anche lei che è l’ultimo capitolo del libro.” Osservò Erza. “Forse, se ben mi ricordo come funzionano i libri, significa che va fatto verso la fine, no?”
    A quella frase ci furono diverse risate.
    “Silenzio!” Ordinò lui. “Vedo che è in vena di fare battute, signorina Scarlett. Vediamo se cambierà idea con altri dieci punti in meno.”
    Titania fece per alzarsi, ma sembrò ripensarci.
    Nessuno fece un solo rumore durante il resto della lezione. Rimasero seduti a prendere appunti sui Lupi Mannari copiando dal libro, mentre Piton andava su e giù tra i banchi, osservando il lavoro che avevano fatto con il professor Lupin.
    “Spiegazione insufficiente… questo è sbagliato, il Kappa si trova più comunemente in Mongolia… Il professor Lupin ti ha dato otto per questa roba? Per me non ti meritavi un tre…”
    Quando finalmente suonò la campana, il professore di Pozioni li trattenne.
    “Dovete fare un tema su come si riconoscono e si uccidono i Lupi Mannari. Voglio due rotoli di pergamena, e li voglio per lunedì mattina. È ora che qualcuno prenda in pugno questa classe.”
    “Per una volta, spero che Luxus o Gajil vengano qui a fargli una visitina… Visto che noi non possiamo fargli nulla.” Mormorò Gray, mentre si allontanavano dall’aula.
    “Luxus è il maniaco dei fulmini, giusto?” Chiese Dean, che era dietro di loro. “Quello che ha fulminato Allock lo scorso anno?”
    “Sì, proprio lui. Fa piuttosto paura, però credo che nessuno si opporrebbe a lui in questo caso…” Fece Lucy.
    Majutsu restò in silenzio.

    La mattina dopo Harry si svegliò molto presto, così presto che era ancora buio. Il rombo dei tuoni, l’urto del vento contro i muri del castello e gli scricchiolii lontani degli alberi nella Foresta Proibita gli impedirono di riaddormentarsi. Di lì a poche ore sarebbe stato fuori, sul campo da Quidditch, a combattere nella tempesta. Alla fine rinunciò a dormire, si alzò, si vestì, prese la sua Nimbus Duemila e uscì dal dormitorio senza fare rumore.
    Una volta sceso nella Sala Comune, trovò Erza anche lei già con la tuta addosso, che osservava da una finestra l’infuriare della tempesta.
    “Neanche tu riesci a dormire?” Domandò Majutsu, lasciando la scopa sul divano e raggiungendola.
    “Direi proprio di no. Non ho paura delle tempeste, però… mi ricordo quando ero sull’isola. Nelle caverne si sentivano fin troppo bene, e si moriva dal freddo. E Gerard… lui era sempre lì a incitare tutti a non arrendersi alla paura…”
    Il moro non disse nulla, limitandosi a guardare la pioggia sbattere sui vetri.
    “Secondo te perché Piton odia così tanto te e il professor Lupin?” Chiese Titania, cambiando argomento.
    Harry si limitò ad alzare le spalle. “Beh, la mia ipotesi migliore è che gli ricordiamo qualcuno che odiava. Dieci a uno io gli ricordo mio padre, anche se dubito fortemente di condividere qualcosa con lui a parte l’aspetto.”
    “E chi lo sa? Forse sei più simile a lui di quanto credi.”
    “Forse sì. Forse no. Purtroppo questa è una domanda che resterà senza risposta. Tutti parlano di lui, ma nessuno dice mai nulla su com’era. Dicono che era bravo a Quidditch e in Trasfigurazione, ma nulla di più. Io? Io sono un mago di Fairy Tail.”
    “Il che non è poco.” Ridacchiò Erza.
    “Già. E non lo cambierei per nulla al mondo. Probabilmente i miei non approverebbero, però non ho più alcun attaccamento verso questo mondo. La mia casa ormai è Fiore. È lì che vi ho conosciuto.”
    Titania restò a guardarlo.
    “Lo stesso vale per me. Non potrei mai rinunciare a voi. Ora lo so.”
    Harry si portò una mano sulla cicatrice, strofinandola.
    “Cerchiamo di non dimenticarlo mai. Ovunque saremo, saremo sempre maghi di Fairy Tail. I maghi più forti di tutti.”
     
    ~~~~~~~~~~~


    “Dove vai?” Domandò Dudley, osservando Black avvicinarsi al muro per uscire.
    “Ho sentito che oggi gioca il Grifondoro. È passato tanto tempo dall’ultima volta che l’ho visto giocare.”
    “Quindi tu vorresti uscire fuori per un gioco? E io cosa dovrei fare?!”
    “Continua a studiare. Ormai hai recuperato le nozioni principali del primo anno, no?”
    “E perché dovrei farlo?! Ti aiuterò, te l’ho detto, ma dopo non voglio aver più niente a che fare con la magia!”
    Sirius si voltò a guardarlo. “Perché la odi così tanto?”
    “Lo sai anche tu. È il motivo per cui mi tieni sotto ricatto.”
    “Non è solo per i tuoi genitori. Il tuo odio è radicato dentro di te in maniera totale. È qualcosa di più profondo, vero?”
    “Non sono affari tuoi.”
    Black sospirò. “Una volta una persona molto importante mi fece capire che non bisogna mai arrendersi. Probabilmente è anche grazie a quello che ho resistito dodici anni in quell’inferno.”
    “Chi era? Sempre Silente?”
    Il fuggitivo ridacchiò. “No, non era Silente. Era una persona ancora più importante di lui. Chissà, forse un giorno la conoscerai anche tu… Anche se prima lo colpirò con un bel pugno.”
    Dudley restò in silenzio, per poi voltarsi.
    “Fa’ come vuoi. Se ti prendono, sappi che me ne andrò senza aiutarti.”
    “Okay, okay, lo terrò presente.” Rispose l’altro ridendo.
     
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    Qualche ora dopo, la squadra s’infilò la divisa scarlatta e attese che Baston facesse il solito discorsetto d’incoraggiamento pre-partita, ma il discorso non venne. Oliver cercò più volte di prendere la parola, emise uno strano singulto, poi scosse la testa sfiduciato e fece loro cenno di seguirlo.
    Il vento era cosi forte che entrando in campo barcollarono. Se la folla applaudì, non la sentirono: ogni altro rumore era sovrastato dai tuoni.
    I Tassorosso avanzavano dall’altra parte del campo, nelle loro divise giallo canarino. I Capitani si diressero uno verso l’altro e si strinsero la mano; Diggory sorrise a Baston, ma Baston sembrava avere la mascella paralizzata e fece appena un cenno. Harry vide le labbra di Madama Bumb scandire le parole ‘In sella alle scope’; estrasse il piede destro dal fango con uno schiocco e montò sulla Nimbus Duemila. Madama Bumb si portò il fischietto alle labbra e ne trasse un fischio penetrante e lontano. La partita era cominciata.
    Majutsu decollò rapido, ma la sua scopa oscillava leggermente per via del vento. Cercò di tenerla più dritta che poté, strizzando gli occhi per vedere nella pioggia.
    Di lì a cinque minuti erano tutti bagnati fradici e congelati, e riuscivano a stento a vedersi a vicenda.
    Harry volò avanti e indietro per il campo, rincorrendo sagome sfocate rosse e gialle, senza avere idea di cosa stesse succedendo. Non sentiva i commenti, con quel vento. La folla era nascosta sotto un mare di mantelli e ombrelli malconci.
    Perse il senso del tempo. Tenere dritto il manico di scopa divenne sempre più difficile. Il cielo s’incupiva, come se la notte avesse deciso di arrivare in anticipo.
    Con il primo lampo arrivò anche il suono del fischietto di Madama Bumb. Harry intravide nella pioggia la sagoma di Baston che gli faceva cenno di scendere. Tutta la squadra atterrò schizzando nel fango.
    “Ho chiesto un time out!” Ruggì Baston. “Venite qui sotto…”
    Si strinsero al bordo del campo sotto un grosso ombrello.
    “A quanto siamo?” Chiese Potter.
    “Cinquanta a zero per noi.” Rispose il Capitano. “Ma se non prendiamo in fretta il Boccino, giocheremo al buio!”
    “Non è così facile!” Replicò il Cercatore. “Con questa pioggia è quasi impossibile vedere!”
    “Lo so, ma devi riuscirci!”
    Il time out finì, e tutti dovettero tornare in volo.
    Majutsu spinse la scopa nell’aria turbolenta, cercando il Boccino in tutte le direzioni, evitando un Bolide, tuffandosi sotto Diggory che filava nella direzione opposta…
    Si udì un altro tuono, seguito immediatamente da un fulmine a zigzag. Il gioco era sempre più pericoloso.
    Si voltò, deciso a tornare verso il centro del campo, ma in quell'istante un altro lampo illuminò le tribune, e Harry vide qualcosa che lo sorprese: la sagoma di un enorme cane nero dal pelo ispido, stagliata nettamente contro il cielo, immobile nella vuota fila di sedili più in alto.
    Le mani infreddolite di Majutsu scivolarono sul manico di scopa e la sua Nimbus scese di alcuni metri. Scuotendosi via dagli occhi la frangia inzuppata, Harry guardò di nuovo verso la tribuna. Il cane era sparito.
    “Okay, ora comincio ad avere le visioni…” Mormorò.
    “Harry!” Arrivò l’urlo angosciato di Baston. “Harry, dietro di te!”
    Potter si girò subito: Cedric Diggory filava su per il campo, e un minuscolo frammento d’oro brillava nell’aria gonfia di pioggia che li separava.
    Harry si appiattì subito sul manico di scopa e filò verso il Boccino. “Dai!” Urlò alla sua Nimbus, mentre la pioggia gli schiaffeggiava il volto. “Più veloce!”
    Ma in quel momento successe qualcosa di strano. Un silenzio lugubre cadde sullo stadio. Il vento, benché più forte che mai, non ruggiva più. Era come se qualcuno avesse spento l’audio, come se Harry fosse diventato sordo all’improvviso.
    “Che cosa succede?” Si chiese.
    E poi un’ondata di gelo orribilmente familiare si abbatté su di lui e lo invase, mentre Harry cominciava a distinguere qualcosa che si muoveva laggiù sul campo.
    Prima di avere il tempo di riflettere, il moro distolse lo sguardo dal Boccino e guardò in basso.
    Sotto c’erano almeno un centinaio di Dissennatori, con le teste incappucciate rivolte verso di lui. Fu come se il suo petto si riempisse di acqua gelata.
    “Mer… da…” Riuscì a dire prima di sentire la presa sulla scopa venire meno, assieme ai suoi sensi.
    E poi lo udì di nuovo… qualcuno gridava, gridava dentro la sua testa… una donna…
    “No! Harry no, ti prego!”
    “Spostati, stupida! Spostati!”
    “Harry no! Prendi me piuttosto, uccidi me, ma non Harry!”
    Harry cadde, cadde nella nebbiolina ghiacciata.
    “Non Harry! Ti prego… per favore… lui no!”
    Una voce penetrante rideva, la donna gridava, e Majutsu non capì più nulla.

    “Per fortuna il terreno era molle.”
    “Credevo che fosse morto.”
    Harry sentiva un mormorio di voci, ma non avevano alcun senso. Non aveva idea di dove fosse, o di come ci fosse arrivato, o di cosa avesse fatto prima. Tutto quello che sapeva era che aveva male dappertutto, come se qualcuno l’avesse picchiato.
    “È la cosa più spaventosa che abbia mai visto.”
    Spaventosa… la cosa più spaventosa… nere figure incappucciate… freddo… grida…
    Harry spalancò gli occhi. Era in infermeria. La squadra di Quidditch dei Grifondoro, schizzata di fango da capo a piedi, era riunita attorno al suo letto. C’erano anche gli altri suoi amici, con l’aria di essere appena usciti da una piscina.
    “Harry!” Esclamò Fred, pallidissimo sotto lo strato di fango. “Come ti senti?”
    Era come se la memoria di Harry avesse premuto il tasto di avanzamento veloce. I lampi… Il cane… il Boccino… e i Dissennatori.
    “Che cosa è successo?” Chiese, rizzandosi a sedere così di colpo che tutti rimasero a bocca aperta.
    “Sei caduto.” Spiegò Erza. “Da almeno… quindici metri.”
    “E… la partita?” Domandò lui. “Che cosa è successo? È stata sospesa?”
    Nessuno disse nulla.
    “Abbiamo perso, vero?”
    “Diggory ha preso il Boccino.” Rispose George. “Dopo che sei caduto. Non si è accorto di quello che era successo. Quando si è guardato indietro e ti ha visto per terra, ha cercato di far sospendere la partita. Voleva che rigiocassimo. Ma hanno vinto lealmente… l’ha ammesso anche Baston.”
    “E adesso dov’è Oliver?” Chiese Harry, notando solo allora la sua assenza.
    “È alle docce.” Disse Fred. “Crediamo che stia tentando di annegarsi.”
    “Forse dovremmo chiamare qui Juvia.” Aggiunse il fratello, cercando di tirare tutti su di morale.
    “Dannazione!” Esclamò Majutsu, portandosi le mani nei capelli. “È tutta colpa mia…”
    “Non è ancora finita.” Fece Lucy. “Abbiamo perso per cento punti, no? Quindi se Tassorosso perde con Corvonero e voi battete Corvonero e Serpeverde-”
    “Tassorosso dovrebbe andar sotto di almeno duecento punti.” La interruppe Alicia.
    “Ma se battono Corvonero-”
    “Impossibile, i Corvonero sono troppo bravi, ma se Serpeverde perde contro Tassorosso…”
    “Dipende tutto dal punteggio… un margine di cento punti, in più o in meno…”
    Harry rimase disteso, in silenzio.
    Dopo una decina di minuti, Madama Chips venne a dire alla squadra di lasciarlo in pace.
    “Non buttarti giù, ogni tanto capita a tutti di perdere.” Disse Natsu, che era rimasto assieme agli altri di Fairy Tail.
    “Chi altri è svenuto?” Chiese Majutsu, guardandolo.
    Salamander restò in silenzio.
    “Solo tu questa volta. Ma anche Erza ha faticato a restare in volo. I Dissennatori… sembravano avercela solo con te.”
    “Capisco.” Si limitò a dire il moro.
    “Silente era arrabbiatissimo.” Intervenne Hermione con voce tremula. “Non l’avevo mai visto così. È corso in campo mentre cadevi, ha agitato la bacchetta e tu hai rallentato la caduta. Poi ha puntato la bacchetta contro i Dissennatori e gli ha spedito contro una roba d’argento. Se ne sono andati subito… Era su tutte le furie perché erano entrati, l’abbiamo sentito…”
    “Ora capisco perché va d’accordo con il Master, sanno fare entrambi paura quando è il caso…” Commentò Gray.
    “Poi ha fatto apparire una barella e ti ci ha fatto salire con un incantesimo.” Continuò Ron. “Ed è tornato a scuola con te che ci galleggiavi sopra. Tutti credevano che fossi…”
    “Morto, eh?” Concluse per lui Majutsu, per poi sospirare. “Beh, fortunatamente, ci vuole molto di più per eliminarmi. Anche se…”
    Lasciò cadere il discorso. Era il secondo anno consecutivo che sentiva delle voci nella sua testa, ma questa volta sembrava non avere a che fare con dei vecchi e spaventosi serpenti giganti.
    Inoltre, la voce di quella donna chiamava lui.
    Solo allora Harry comprese. Quella voce… l’aveva sentita solo qualche mese prima.
    “Qualcuno ha preso la mia Nimbus?” Domandò, cercando di non pensarci.
    Ma si rese conto subito di aver fatto la domanda sbagliata.
    “E-Ecco… Aye, come dire…”
    “Nessuno è riuscito a prenderla?”
    “Beh… quando sei caduto, è stata spazzata via dal vento.” Mormorò Neville, esitante.
    “E poi?”
    “E poi… è finita… è finita… sul Platano Picchiatore.”
    Harry spalancò gli occhi. Il Platano Picchiatore era un albero molto violento che si trovava nel bel mezzo del cortile, isolato.
    “E poi?” Chiese, temendo la risposta.
    “Beh… Te lo abbiamo detto, no, com’è il Platano Picchiatore.” Fece Gray. “Non gli piace essere colpito.”
    “Il professor Vitious l’ha riportata indietro poco prima che ti svegliassi.” Disse Hermione con una vocina piccola piccola.
    Lentamente, si chinò per prendere una borsa ai suoi piedi, la rovesciò e fece cadere sul letto dei pezzetti di legno e saggina scheggiati e spezzati, i soli resti del manico di scopa di Harry, definitivamente distrutto.
     
    ~~~~~~~~~~~


    Un ragazzo spalancò gli occhi, mettendosi seduto sul letto dove stava riposando.
    “Che succede?” Domandò una voce, proveniente dal letto affianco al suo, dove c’era una ragazza seduta, impegnata a leggere un vecchio libro.
    “Non lo so… ho appena avuto una strana sensazione…” Rispose lui.
    “Direi nulla di strano allora, vista la nostra situazione.”
    “No, era diverso… Come se qualcuno ci stesse chiamando.”
    La ragazza lo guardò. “Pensi sia tuo-”
    “No, no. Era qualcuno che conosco… ma allo stesso tempo non mi sembrava familiare.”
    “Non è che visto che ci troviamo qui, percepisci qualcosa che al momento non c’è?”
    Il ragazzo scosse la testa. “Era qualcosa di forte. Sembrava quasi una richiesta d’aiuto… Com’è possibile che non riesca a capirlo? Dovrebbe essermi tutto chiaro!”
    “Forse era un sogno.”
    “E se non lo fosse?”
    “Non possiamo comunque permetterci di andare alla cieca. Potrebbe essere molto pericoloso. Se dovessimo venire attirati in una trappola, potrebbe costare caro a qualcun altro.”
    Il ragazzo annuì.
    “È vero, ma se la richiesta è vera, allora non possiamo abbandonare nemmeno chi l’ha fatta. Senza considerare che se è riuscito a raggiungermi, significa che dev’essere più potente del normale. Forse è uno di loro. Dopotutto, è da un po’ che non li sentiamo.”
    La ragazza sospirò. “Immagino che adesso andrai a dire di fare una piccola deviazione, vero?” Chiese, vedendo il compagno alzarsi.
    “Visto dove siamo, direi che non è una cosa impossibile. E sono sicuro che anche lui sarà d’accordo.”
  15. .
    Capitolo 55: Visione, attacco e sogno - Torna all'indice dei capitoli
    Quella sera, il terzo anno di Grifondoro andò in silenzio nei propri dormitori: ciò a cui avevano assistito durante l’ora di Difesa contro le Arti Oscure aveva lasciato sconvolti quasi tutti.
    “Natsu…” Domandò Dean, seduto sul suo letto, guardando il compagno dai capelli rosa. “Tu… Tu hai chiamato quel drago Igneel… Ma quello non era il nome di tuo padre?”
    Natsu non rispose.
    “Igneel e quel drago viaggiavano assieme.” Decise di intervenire Harry, sapendo di dover trovare una scappatoia. “Erano inseparabili, e Natsu è cresciuto assieme a entrambi. Happy invece è rimasto da un’altra parte. Per questo… Per questo Natsu è rimasto così sconvolto.”
    “L’ho cercato per anni… da quando è scomparso.” Mormorò il Dragon Slayer, forse più a se stesso che ai compagni di stanza. “L’ho cercato disperatamente… vederlo così mi ha sorpreso. Non pensavo ci fosse davvero qualcosa in grado di farmi paura…”
    “Chi era invece quel tipo dai capelli blu?” Chiese Seamus a Neville.
    “Il suo nome era Gerard. Era… Era il mago che ha scatenato l’Eterion.” Rispose lui. “Era incredibilmente potente… forse avrebbe potuto davvero tenere testa a Voi-Sapete-Chi…”
    “Scherzi?!” Esclamarono i due compagni di Grifondoro, increduli.
    “Purtroppo no.” Continuò Gray. “Io non l’ho visto, ma ciò che voleva fare… Sarebbe stato terribile.”
    “Quanto?”
    “Tanto terribile che probabilmente Silente sarebbe stato disposto a chiedere un’alleanza a Voldemort per fronteggiarlo.” Disse Majutsu. “Voleva riportare in vita un mago incredibilmente potente. Tanto che Hogwarts sarebbe stata spazzata via al solo muovere della sua mano.”
    “E voi come sapete tutto questo?”
    “Ve l’ho detto oggi: abbiamo visto l’Eterion in azione… secondo voi perché?”
    “Non vorrai dire-”
    “Gerard ha provato a usarlo contro di noi.” Rispose Erza, entrando nella stanza.
    “Erza! Questo è il nostro dormitorio!” Esclamò Dean, scioccato dall’ingresso di una ragazza nei dormitori maschili.
    “Immaginavo steste parlando di quanto successo oggi. Ho preferito venire anch’io, visto che Gerard era mio amico.”
    A quella frase, Dean e Seamus la guardarono spaventati.
    “Tranquilli, non ho mai condiviso i suoi folli progetti. Ero sua amica prima che perdesse il senno. Eravamo… nella stessa situazione, se possiamo dire così.”
    “Ha a che fare con quello che ti è apparso davanti? Quello che teneva un occhio?”
    “Quello era il mio occhio… mi è stato strappato via quando ero bambina… proprio quando Gerard è cambiato.”
    “Ma se hai perso l’occhio allora-”
    “Quello che ho adesso è stato ricostruito usando la magia. E per quando riguarda Shimon…”
    “Shimon si è sacrificato per salvare la vita a me e a Erza proprio da Gerard. È morto davanti a noi.” Concluse Harry.
    “Tutti noi abbiamo un passato doloroso alle spalle.” Riprese Gray. “Per questo ci siamo trovati… La donna che avete visto quando è toccato a me… Era la mia maestra, Ur. È morta in seguito alla mia stupidità… per salvarmi la vita. Per anni ho vissuto con quel peso sulle spalle. Solo di recente ho scoperto che non m’incolpava per quello che è successo.”
    “Hai visto il suo fantasma?”
    Gray ridacchiò. “Una sorta…”


    Nessuno chiese più nulla al gruppo di Fairy Tail su ciò che era successo con il Molliccio. Nonostante ciò, Difesa contro le Arti Oscure diventò in breve una delle lezioni preferite da tutti.
    Le settimane cominciarono così a passare e presto Baston riunì la squadra di Quidditch.
    “Questa è la nostra ultima possibilità, la mia ultima possibilità, di vincere la Coppa del Quidditch!” Esclamò, camminando avanti e indietro nello spogliatoio. “Alla fine di quest’anno me ne andrò. Non avrò un’altra occasione. Il Grifondoro non vince da sette anni. Okay, siamo stati sfortunatissimi: prima gli incidenti, poi l’annullamento del torneo l’anno scorso…” Baston deglutì, come se il ricordo gli facesse venire ancora un groppo in gola. “Ma sappiamo anche che la nostra è la squadra migliore della scuola!” Sentenziò, battendo il pugno sul palmo dell’altra mano, con l’antico bagliore fanatico negli occhi. “Abbiamo tre ottimi Cacciatori!” Indicò Alicia, Angelina ed Erza. “Abbiamo due Battitori imbattibili!”
    “Piantala, Oliver, ci metti in imbarazzo.” Dissero in coro Fred e George, fingendo di arrossire.
    “E abbiamo un Cercatore che ci ha sempre portato alla vittoria!” Ruggì Baston, fissando Harry con una sorta di furioso orgoglio. “E poi ci sono io.” Concluse, come ripensandoci.
    “Anche tu sei molto bravo, Oliver.” Concordò George.
    “Un diavolo di Portiere.” Aggiunse Fred.
    “Il punto è…” Continuò Baston, riprendendo a camminare avanti e indietro “…che la Coppa del Quidditch avrebbe dovuto essere nostra negli ultimi due anni. Da quando Harry è entrato in squadra, ho pensato che ce l’avessimo in tasca. Ma non abbiamo vinto, e quest’anno è l’ultima possibilità che abbiamo di vedere il nostro nome inciso sul trofeo…”
    Baston era così abbattuto che perfino Fred e George si mostrarono comprensivi.
    “Oliver, questo è il nostro anno.” Dichiarò Fred.
    “Ce la faremo, Oliver!” Esclamò Angelina.
    “Daremo il meglio di noi!” Si accodò Erza.
    “Ma certo!” Aggiunse Harry.
    Carica di determinazione, la squadra riprese gli allenamenti, tre sere la settimana. Il tempo era sempre più freddo e umido, le notti più buie, ma né fango né vento né pioggia potevano offuscare la meravigliosa visione di Harry che s’immaginava finalmente nell'atto di vincere la grossa Coppa del Quidditch d’argento.
    Inoltre questo aiutò i due maghi di Classe S a distrarsi dagli eventi della Torre del Paradiso che il Molliccio aveva riportato a galla.
    Una sera, dopo gli allenamenti, tornarono nella sala comune del Grifondoro intirizziti ma soddisfatti di com’erano andate le cose, e trovarono la stanza pervasa da un ronzio eccitato.
    “Che cosa è successo?” Chiese Majutsu a Hermione, seduta vicino al camino assieme agli altri, intenti a completare delle mappe stellari per Astronomia.
    “Il primo fine settimana a Hogsmeade.” Rispose Ron, indicando un cartello appeso alla vecchia bacheca. “Alla fine di ottobre. Per Halloween.”
    “Ottimo!” Esclamò Fred, che aveva seguito Harry attraverso il buco del ritratto. “Devo andare da Zonko, sono a corto di Pallottole Puzzole.”
    “Che cosa vuoi farci?” Domandò Lucy.
    “Metti caso che la prossima volta che andiamo a Fiore incontriamo un pazzo dal naso sensibile, senza offesa Natsu, potremmo distrarlo per qualche minuto.”
    “Sono curiosa anch’io di vedere Hogsmeade.” Fece Hermione.
    “A me attira la Stamberga Strillante.” Disse invece Erza. “Chissà quali segreti nasconde.”
    “Fantasmi. Solo fantasmi!” Esclamò subito Lucy, sbiancando. “Ho sentito tutti parlarne. Dicono che di notte si sentano urla terribili. Il fenomeno si è fermato un po’ d’anni fa, ma la gente del posto la guarda ancora con terrore, tanto da non osare demolirla.”
    “Su, su, non fare così Lucy, aye.” Intervenne Happy, sorridendo. “Almeno potete lasciare il castello per un giorno.”
    “Beh, volendo potresti usare la Mappa per-” Cominciò Fred, venendo subito interrotto dalla sorella.
    “Ci abbiamo pensato, ma poi ci siamo ricordati dei Dissennatori. Preferiamo evitare di affrontarli.”
    “Dobbiamo trovare una soluzione.” Ammise Harry. “Non mi piace che qualcuno sia in grado di metterci fuori gioco senza nemmeno toccarci.”
    “Io invece spero di incontrare Black!” Affermò Natsu, guardando con avidità il fuoco nel camino, non vedendo l’ora che la sala si svuotasse per poterlo mangiare. “Sarebbe bello potergli dare un bel pugno in faccia.”
    “Non osare. Quello è un mio diritto.” Replicò il moro di Classe S.

    La mattina dopo, il gruppo tornò da Erbologia coperto di fango.
    “Bah, non capisco perché dobbiamo perdere tempo con delle stupide piante!” Sbottò Gray.
    “Possono tornare utili.” Replicò Neville, punto sul vivo. “Guarda lo scorso anno con le Mandragole.”
    “Mai offendere le piante davanti a un mago in grado di usarle.” Commentò divertito Harry, mentre al suo fianco Ron sospirava. “Che succede?”
    “Sono un po’ preoccupato per Crosta.” Rispose lui, mentre passavano affianco alla Foresta Proibita per tornare al castello. “Continua a diventare sempre più magro, e comincia a rifiutare di mangiare e di uscire dal dormitorio.”
    “Vuoi che proviamo a sentire qualcuno in gilda?” Chiese Erza. “Magari hanno qualche cura.”
    “Mi piacerebbe, ma non vorrei rischiare che gli succeda qualcos’altro. Non per dire, ma da quello che mi avete raccontato che mi è successo nella Torre… Beh, sfido che ho paura di me stesso!”
    Nessuno fece caso al fruscio poco lontano da loro.
    Subito dopo avevano Trasfigurazione, dove la McGranitt chiese a tutti di consegnarle i moduli per andare a Hogsmeade. Fu allora che qualcosa all’inizio della fila attirò la loro attenzione.
    Lavanda Brown era in singhiozzi. Calì le teneva un braccio attorno alle spalle e spiegava qualcosa a Seamus e Dean, entrambi molto seri.
    “Che cosa è successo, Lavanda?” Domandò Hermione preoccupata, mentre lei e gli altri si univano al gruppo.
    “Ha ricevuto una lettera da casa stamattina.” Sussurrò Calì. “È il suo coniglio, Binky. E stato ucciso da una volpe.”
    “Oh!” Esclamò Lucy. “Mi dispiace, Lavanda.”
    “Dovevo aspettarmelo!” Disse Lavanda in tono tragico. “Lo sapete che giorno è oggi?”
    “Mmh…” Fece Erza, portandosi una mano sotto il mento. “Il sedici ottobre, no?”
    “Esatto! ‘Quella cosa che temi succederà il sedici ottobre’! Vi ricordate? Aveva ragione, aveva ragione!”
    Ora tutta la classe era riunita attorno a Lavanda. Seamus scosse la testa, dispiaciuto.
    Hermione esitò, poi disse: “Tu… tu avevi paura che Binky venisse ucciso da una volpe?”
    “Be’, non necessariamente da una volpe…” Ammise la ragazza, alzando gli occhi pieni di lacrime verso la compagna. “Ma naturalmente avevo paura che morisse…”
    “Quindi la Cooman ci ha azzeccato davvero?” Disse preoccupato Neville, guardando gli altri.
    Quella domanda li seguì fino alla lezione successiva, che era proprio Divinazione.
    Come al solito, la professoressa guardò con preoccupazione il gruppo di Fairy Tail, per il quale sembrava averci preso gusto a predire catastrofi.
    “Oh… vedo un nefasto futuro sopra di te.” Commentò, guardando Majutsu, che sospirò.
    “Almeno un sinonimo?” Chiese esasperato.
    La Cooman non rispose, limitandosi ad andarsi a sedere, tirando fuori una sfera di cristallo.
    “Credevo che non avremmo iniziato con le sfere prima dell’ultimo trimestre.” Osservò Calì.
    “Sì, ma ho una strana sensazione. Voglio verificare di sbagliarmi.” Rispose l’insegnante. “Vi chiedo di aspettare qualche minuto.”
    Nel silenzio totale, Sibilla Cooman cominciò a muovere le mani sopra la sfera, tenendo gli occhi chiusi.
    “Vedo qualcosa…” Mormorò. “Un pericolo. Un pericolo mortale.”
    “Che novità.” Bofonchiò Harry, guardando annoiato il soffitto.
    “Un ragazzo…” Continuò la donna, mentre la sua voce si faceva più profonda. “O forse due… la visione non è chiara. Il castello… il castello verrà distrutto… Sì, distrutto con estrema facilità.”
    A quel punto l’attenzione di tutti si focalizzò su di lei.
    “Distruzione… Distruzione senza precedenti… Un potere mai visto prima… Una distruzione caotica è giunta su questo castello. Colui che la porta sarà impossibile da sconfiggere. Nemmeno le fate potranno opporsi alla sua forza!
    Dopo aver detto ciò, la sfera si crepò a metà, mentre l’insegnante di Divinazione cadde a terra priva di sensi.
    Harry si alzò subito per andare a soccorrerla, preoccupato per quelle parole.
    “Professoressa!” Chiamò, cercando di svegliarla scuotendola. “Professoressa!”
    Lei aprì gli occhi, sbattendo le palpebre un paio di volte.
    “Che succede caro?”
    “Che cos’ha detto prima?” Chiese Majutsu, mentre Erza guardava le due metà della sfera, che sembravano fumare.
    “C-Cos’è successo?” Domandò una pallida Lucy, mentre lei e tutti gli altri si avvicinavano.
    “Non ho detto nulla.” Rispose la Cooman, alzandosi.
    “No… lei ha appena detto… che il castello verrà distrutto…” Mormorò Lavanda, guardandola con puro terrore.
    “Davvero? Credo mi ricorderei di una simile profezia apocalittica, signorina Brown.”
    Harry non l’ascoltava più. Si era affiancato a Erza, prendendo in mano una delle due metà della sfera di cristallo.
    “Cos’è stato a distruggerla?” Chiese Titania a bassa voce. “E quello che ha detto…”
    “Non poteva saperlo. Solo la McGranitt e Silente lo sanno, e dubito che qualcuno glielo abbia riferito.”
    “È… È stato un picco di energia magica…” Spiegò Hermione, avvicinandosi tremando. “Per un momento, ho percepito attorno alla sfera un incredibile potere…”
    “Quanto incredibile?” Domandò subito Majutsu, mentre gli altri maghi di Fairy Tail facevano cerchio attorno a loro.
    “In confronto… l’Eterion era nulla.”


    “Ne siete sicuri?” Chiese Makarov, lisciandosi i baffi, senza nascondere la sua preoccupazione.
    “Hermione dice di sì. E la paura nei suoi occhi ne è la conferma.” Disse Luna. “E non solo lei… anche le mie fate sono inquete. Qualcosa le ha spaventate nello stesso momento.”
    “Non va bene allora. Un potere superiore all’Eterion? Da quel che mi risulta, da voi non dovrebbe nemmeno esserci qualcosa in grado di eguagliarlo.”
    “Che c’entri Klaun?” Azzardò Natsu.
    “Se avesse avuto un simile potere, l’avrebbe già usato contro il Consiglio quando l’ha distrutto. No, credo sia qualcun altro.”
    “Dobbiamo restare con gli occhi aperti.” Fece Majutsu. “Chiunque sia, secondo la Cooman è qui a scuola. E se è così… possiamo solo sperare che si sbagli. Ha detto chiaramente che le fate non potranno opporsi.”
    “Lucy, tieni sempre con te le chiavi. Se dovesse essere necessario, non esitare a chiamarci. A costo di mobilitare l’intera gilda, verremo in vostro aiuto.”
     
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    “Così questa è Hogwarts, eh?” Mormorò una voce, fermandosi sulla cima di una delle torri, guardando giù. “Devo dire che sono deluso… Speravo in qualcosa di più. Anche se ho percepito qualcuno rilevarmi subito.”
    Come se niente fosse, cominciò a camminare nell’aria, allontanandosi nascosto dall’oscurità della notte.
    “Non vedo l’ora che arrivi… Perché sono sicuro che mi raggiungerà anche stavolta. Nel frattempo, chissà, potrei divertirmi con qualcuno… Come potrei anche solo aspettare nella foresta.” Disse, ridacchiando. “È da tempo che non mi capita una sfida interessante. E visto come sono giunto qui, potrei non restare deluso.”
     
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    La giornata a Hogsmeade era andata senza intoppi: avevano fatto il pieno di dolci a Mielandia, per poi proseguire con un giro della cittadina, che si era concluso alla Stamberga Strillante, dove avevano provato a vedere se c’era un modo per entrare senza buttare giù la porta, dovendosi quindi arrendere.
    La sera, la festa di Halloween fu grandiosa come gli anni precedenti: c’erano centinaia e centinaia di zucche piene di candele accese, con un nugolo di pipistrelli veri svolazzanti e tantissime stelle filanti di un color arancione fiammeggiante, che guizzavano pigramente lungo il soffitto coperto di nuvole come luminosi serpenti d’acqua.
    Il banchetto si concluse con uno spettacolo offerto dagli spettri di Hogwarts. Balzarono fuori dai muri e su dai tavoli per fare un numero di volo in formazione; Nick-Quasi-Senza-Testa, il fantasma di Grifondoro, riscosse un grande successo reinterpretando la scena della propria maldestra decapitazione.
    “Ormai riesco a ignorarlo.” Commentò Lucy, tremando leggermente, mentre gli altri applaudivano.
    Ma la loro attenzione fu attirata da Natsu, che si bloccò di colpo.
    “Che succede?” chiese Ron, guardandolo.
    “Sento un odore strano… e non mi è nuovo.”


    La Signora Grassa sbadigliò.
    Sapeva di non potersi addormentare perché gli studenti di Grifondoro sarebbero tornati a breve dalla festa di Halloween, e il suo dovere, anche se solo per quella sera, era di farli entrare a tarda ora.
    Per questo non si spaventò quando sentì il rumore di passi che si avvicinavano.
    “Già finito?” Chiese, girandosi a guardare chi era appena arrivato. “Uhm… non mi sembra di averti mai visto prima… Non sei di Grifondoro, vero?”
    Per tutta risposta, la figura tirò fuori da una tasca un pugnale.
    “Ti prego… fammi passare.” Disse Dudley, alzando l’arma.
    Il ragazzo sembrava essere cambiato: ora era decisamente meno grasso, e il suo volto era molto pallido. Oltre a quello, aveva delle profonde occhiaie.
    “Chi sei?” Domandò preoccupata la Signora Grassa, vedendo il pugnale avvicinarsi alla tela.
    “Devo entrare. Ti prego, lasciami entrare, o non sarò libero.”
    “Senti ragazzo, ho le mie regole, e chi non conosce la parola d’ordine non p-”
    Ma il ritratto dovette interrompersi quando il pugnale lacerò la tela, mancandola di pochi centimetri.
    Dudley stava per colpire di nuovo quando una lancia d’acciaio gli fece volare via l’arma, dando così il tempo alla Signora Grassa di scappare, uscendo dal dipinto.
    “Così il Master aveva ragione. Sirius Black poteva davvero tentare di entrare in questo castello stanotte, approfittando di quella stupida festa.” Asserì una voce divertita, avvicinandosi. “Ma credo che tu non sia Black, vero? Odori troppo di latte materno. Dev’essere quello che puzza di cane nascosto dietro quelle armature.”
    Dudley guardò terrorizzato il ragazzo dai lunghi capelli neri avvicinarsi.
    Gajil sbatté tra di loro i pugni, con il ghigno stampato sul volto. Sulla parte alta del braccio sinistro il suo nero tatuaggio di Fairy Tail sembrava brillare alla luce delle torce.
    “T-Tu chi sei?” Balbettò Dudley, indietreggiando.
    “Questo dovrei essere io a chiederlo. Dalle nostre informazioni, Black dovrebbe essere da solo.”
    Stupeficium!” Urlò una voce, poco prima che un bagliore di luce rossa colpisse Gajil, senza però fargli alcun effetto.
    “E quello che cos’era? Una carezza?” Chiese beffardo, massaggiandosi il petto. “Devi fare di più se speri di colpirmi. Majutsu è ben più potente di te!”
    Sirius Black emerse dalle ombre, anche lui con un ghigno in faccia. “Beh, mi spiace, ma non sono Majutsu. Direi che non è un nome troppo difuso.”
    “Oh, giusto, dimenticavo che qui lo conoscete con un altro nome. Devo dire che però sono un po’ deluso. Da come ti avevano descritto, ti credevo più pericoloso. E invece mandi in prima linea un ragazzino che sa a malapena stare in piedi! Guarda come trema!”
    Dudley, per tutta conferma, lasciò cadere a terra il pugnale, per poi scappare dietro a Sirius, che sorrise.
    “Sono onorato che tu mi conosca, ma ora vorrei sapere chi sei tu. Non sei di certo uno studente.”
    “Fammi il piacere! Non ho tempo da perdere come quelli smidollati, io! Ma se vuoi sapere chi sono, ti basti sapere che il mio nome è Gajil! E sarò io a sconfiggerti!”
    Sirius Black sorrise, alzando la bacchetta. “Sono proprio curioso di vedere come vuoi fare. Sai, nonostante non sia al mio meglio, sono comunque molto forte.”
    “È quello che spero!”


    I Grifondoro stavano salendo le scale, diretti al loro dormitorio.
    “Chissà di chi è quell’odore…” Rifletté Natsu. “E la cosa strana è che è sempre più forte.”
    “Forse qualcuno che è tornato alla torre prima degli altri e non ce ne siamo accorti?” Tentò Neville.
    “No, no. È troppo forte… accidenti, sono sicuro di esserci e-” Gli occhi del rosato si spalancarono. “Non è possibile!” Esclamò.
    “Che succede?” Domandò Erza.
    “È Gajil!” Gridò. “Questo è l’odore di Gajil!”
    Majutsu e Titania si guardarono.
    “Gajil? Quel Gajil?!” Esclamarono i gemelli preoccupati.
    “Di chi state parlando?” Chiese Lee perplesso.
    “Come fa ad essere qui?” Domandò Lucy, tremando. La tortura che aveva subito da parte sua era ancora vivida nei suoi ricordi.
    “Non lo so… ma c’è anche odore di sangue!” Continuò Natsu, per poi correre avanti, superando tutti gli altri.
    “Ehi, aspetta Natsu!” Gridò inutilmente Percy, venendo poi superato dagli altri membri di Fairy Tail.
    “Natsu, non andare da solo!” Fece Gray, fermandosi di fronte al ritratto di Grifondoro.
    Lì, davanti a loro, c’erano decine di spuntoni d’acciaio conficcati nel pavimento e nei muri, mentre al centro giaceva Gajil, privo di sensi.
    “Che diamine è successo qui?!” Domandò Seamus, arrivando assieme agli altri studenti della Casa del coraggio.
    “Ugh… Devo imparare a non sottovalutare l’avversario…” Mormorò il Dragon Slayer moro, aprendo gli occhi.
    “Tu!” Urlò subito Natsu, pronto a colpirlo, ma venendo fermato da Harry.
    “È dalla nostra parte.” Disse con tono tranquillo.
    Per qualche secondo gli altri compagni di gilda lo guardarono in silenzio.
    “Stai scherzando, vero?” Chiese infine Fred, indicandolo. “Ci ha quasi ammazzato tutti neanche due anni fa!”
    “Cavolo, certo che siete rancorosi voi, eh?” Commentò Gajil, alzandosi in piedi e sbattendo le mani sui vestiti per togliersi la polvere.
    “Dacci un solo motivo per non esserlo!” Esclamò Gray.
    “L’ha mandato qui il Master.” Rispose Erza, guardandosi attorno. “Anche se mi pareva avesse detto di non farti notare.”
    “Beh, scusate tanto se ho seguito l’ordine principale.” Ribatté lui, per poi guardare Harry. “Avevate ragione: si è fatto vivo.”
    “Chi si è fatto vivo? E tu chi sei?” Domandò Percy.
    “Non rispondo a te, damerino. Ad ogni modo, dovete fare attenzione. Non è da solo.”
    “Chi non è da solo?” Intervenne Hermione.
    Gajil la guardò, per poi ghignare. “Tu devi essere un nuovo membro, vero? Non mi pare di averti visto alla battaglia, ma chiaramente sei anche tu di Fairy Tail.”
    “Che succede?” Chiese una nuova voce, anticipando Silente.
    “Oh, eccoti qui, vecchio!” Fece il Dragon Slayer d’acciaio. “Mi spiace, non sono riuscito a fermarlo. Il suo compagno mi ha colto di sorpresa.”
    Gli occhi di Silente mostrarono incredulità. “Compagno?”
    “Sì. Indossava anche lui uno di quei vostri ridicoli vestiti. Credevo non sapesse usare la magia, visto che ha tentato di distruggere quel quadro con un pugnale. Invece, mentre affrontavo lui, mi ha colpito alle spalle con la sua bacchetta. Strumenti diabolici, se posso aggiungere.”
    “Di chi state parlando?” Disse ancora Percy.
    “Porta tutti in Sala Grande.” Ordinò il preside. “E contatta gli altri professori, dicendogli di raggiungermi. I Capocasa invece devono portare immediatamente tutti gli studenti nella Sala Grande. Sirius Black è entrato a Hogwarts.”
     
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    “C-Chi era quel tipo?!” Chiese spaventato Dudley, mentre il muro dietro di loro si chiudeva. “Poteva usare la magia senza la bacchetta! Mi avevi detto che era praticamente impossibile!”
    “Sì… sono rimasto anch’io sorpreso.” Ammise Black, portandosi una mano sul braccio destro, macchiato di sangue a causa di un taglio che si era procurato durante la lotta. “Anche se dovevo aspettarmelo… è proprio come temevo. Non erano un’eccezione.”
    “Di chi stai parlando? E soprattutto, come ha fatto a resistere così bene al tuo incantesimo?”
    “Primo, quella che sto usando non è la mia bacchetta, quindi è ovvio che sia meno efficace. Secondo, non so se considerare quel ragazzo umano. Hai visto anche tu, no? Poteva far diventare la sua pelle dura come l’acciaio… E di certo non era uno che sarebbe stato lì ad ascoltare.”
    “Adesso mi lascerai andare?” Domandò il ragazzo. “Ti ho fatto entrare nel castello come mi avevi chiesto! Ho anche cercato di farti entrare nella Sala, ma hai visto anche tu, è impossibile!”
    “No. Non è ancora finita. E tu mi aiuterai finché non l’avrò ucciso.”
    Dudley si lasciò cadere a terra. “Ma io… io voglio solo tornare a casa… Io non volevo averci niente a che fare con tutto questo!” Urlò, scagliando contro il muro la bacchetta magica che teneva tra le mani.
    Sirius Black lo osservò in silenzio per qualche istante. “A questo punto credo di doverti dare qualche ulteriore spiegazione.” Disse infine. “Forse è stato troppo stupido anche per me coinvolgerti in tutto questo senza dirti tutta la verità.”
    Il ragazzo lo guardò sorpreso, mentre l’assassino prendeva posto su una sedia.
    “Ascoltami attentamente… perché non ho intenzione di rivivere questa storia più volte se non per un buon motivo.”
     
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    “Un ragazzo sta aiutando Black?!” Chiese sorpreso Harry, guardando Gajil, mentre tutti quanti si stavano mettendo nei sacchi a pelo che gli aveva fornito Silente per dormire nella Sala Grande.
    “Proprio così. Non l’ho mai visto prima, quindi presumo che sia uno studente di questa scuola.” Rispose lui, appoggiato contro un muro. A differenza loro sarebbe tornato quella notte a Fiore grazie a Fanny.
    “E tu perché eri qui?” Domandò Gray.
    “Per l’ultima volta: ora sono anch’io di Fairy Tail, e il Master mi ha mandato qui, con l’aiuto di quell’altro vecchio, per tenere sotto controllo il castello. Temevano che Black sarebbe potuto entrare stanotte, e probabilmente voleva infiltrarsi nel vostro dormitorio per tendervi un agguato.”
    “Però sei stato sconfitto.”
    “Secondo voi andavo a pensare che un ragazzino a malapena capace di tenere un pugnale in mano tirasse fuori una bacchetta magica e mi colpisse alla schiena? Non ho avuto il tempo di rinforzarla con l’acciaio.” Sbraitò Gajil. “Se non fosse stato per lui, ora Black sarebbe qui, svenuto e alla nostra mercé.”
    “Ora non ha più importanza. Grazie lo stesso per l’aiuto.” Disse Majutsu, guardandolo. “Non posso dimenticare quel che ci hai fatto, ma almeno stai cercando di rimediare.”
    “Sì, sì, come dici tu.” Rispose lui, girandosi e allontanandosi.
    Tuttavia si fermò dopo pochi passi.
    “Ehi, Heartphilia!” Chiamò, senza voltarsi indietro. “Puoi stare tranquilla, non ho più intenzione di farti nulla.”
    Lucy sussultò, ma non disse nulla, limitandosi a guardarlo allontanarsi.
    “E ora cosa facciamo?” Chiese Neville. “Se Black è nel castello-”
    “Per ora dormiamo. Domani penseremo al da farsi.”
    Tutti annuirono, sentendo solo Percy che ordinava a tutti di mettersi nei sacchi a pelo, per poi spegnere le luci delle candele, lasciandone accesa solo qualcuna.

    “Che sonno, aye…” Mormorò Happy qualche minuto dopo, girandosi nel sacco a pelo.
    “Uh? Sheridan? Sei sveglia?” Fece una voce.
    Il gatto umano aprì gli occhi, sorpreso. Non gli pareva di aver mai sentito quella voce. “Sheridan, aye? Chi sarebbe?”
    “Eh? Ma tu…”
    Happy a quel punto, incuriosito, decise di mettersi seduto, scoprendosi così parzialmente dal sacco a pelo, per poi girarsi verso quella misteriosa voce.
    Di fronte a lui c’era una ragazzo, apparentemente del sesto o settimo anno, vista l’altezza. Ma la cosa strana era che era vestito completamente di bianco, con un cilindro e un mantello che usciva dal sacco a pelo dello stesso colore e un monocolo sull’occhio destro.
    “La McGranitt di nuovo?” Chiese lui, guardandolo sorpreso.
    “Dove, aye?! Questa volta non ho fatto nulla!”
    Il ragazzo lo guardò stranito, per poi scuotere la testa. “Tu... non sei la McGranitt, vero?”
    “Che cosa?! Ma certo che no! Sono un ragazzo, aye!” Replicò Happy, incredulo per quella domanda.
    “… ok, dopotutto in effetti la prof aveva un’altra voce… e un altro colore…”
    “Ma questo tipo è pazzo, aye?” Pensò il gatto. “… è davvero così strano avere i capelli blu?”
    Non appena fece quella domanda, il ragazzo sbatté nuovamente le palpebre, guardandolo attentamente.
    “Di che Casa sei? Non mi pare di averti mai visto…”
    “Grifondoro, no? Sono assieme agli altri del secondo anno… Tu piuttosto, perché hai un mantello bianco? Hanno sbagliato incantesimo in lavanderia, aye?”
    Happy a quel punto notò appena che il ragazzo si guardò spaventato il vestito.
    “No... sarà il lenzuolo...” Rispose infine lui, sospirando sollevato.
    “Ma se siamo nei sacchi a pelo, aye!” Replicò Happy.
    “…comincio a pensare che il buio faccia brutti scherzi alla vista… a entrambi…” Mormorò l’altro, portandosi una mano sulla testa.
    “O quello, o la stanchezza… Anche perché non mi ricordo di te, aye…” Ammise il blu, annuendo con la testa.
    “Nemmeno io… e da quel che hai detto dovremmo essere nella stessa classe…” Dicendo ciò gli allungò la mano. “Nel dubbio, rifacciamo le presentazioni! Kaito Kuroba, Grifondoro, secondo anno!”
    Il gatto umano la guardò dubbioso, per poi stringerla. “Happy Dragonil, anch’io di Grifondoro del secondo anno! Studente straniero, aye…” Aggiunse, non sapendo nemmeno lui perché lo disse.
    “Pure io. Giappone! E tu?” Chiese entusiasta Kaito.
    “Eh… temo di non poter rispondere… è un segreto, aye… Erza e Harry mi farebbero male...” Mormorò. “Senza pensare al Master…” Aggiunse mentalmente.
    “Harry?”
    “Sì, Harry. Quando vuole sa far paura, aye…” Rispose quasi senza pensarci, per poi portarsi la mano sulla bocca, guardandosi attorno e sperando che Majutsu non l’avesse sentito.
    “… mi sa che parliamo di un Harry diverso. Non importa! Allora, che ne pensi di questa storia? La Signora Grassa scappata... Sirius Black...”
    “Sirius Black?” Ripeté Happy, piegando la testa di lato. “Ma non era stato uno studente?”
    “Guarda, se è stato uno studente, è stato un dolcetto o scherzetto davvero pesante! Se lo becco…”
    “Dovrai metterti in lista, aye. Harry e gli altri hanno sicuramente già prenotato il suo pestaggio, aye! Gajil in primis…” Rispose, pensando a cosa gli avrebbero fatto i suoi compagni.
    “Oh, ma io e altri tre… bricconcelli saremmo felici di unirci, nel caso!”
    “Oh! Siete molto forti, aye? Quanti edifici avete distrutto?” Domandò senza pensarci, per poi rendersi conto dell’errore.
    “Temo di aver capito male, come al solito… devo decidermi a cercare in biblioteca qualche incantesimo di traduzione decente, ogni tanto capisco fischi per fiaschi… piuttosto… hai visto Sheridan?”
    Happy si rilassò. Poi torno a pensare a quel nome. L’aveva già nominato, ma a lui non diceva nulla.
    “Sheridan? Di che anno è? Non mi pare di averla mai sentita nominare…” Rispose sincero.
    “Sheridan Pumpkin… secondo anno, Grifondoro… pettinatura assurda e leggera irritabilità… impossibile non notarla, credimi!”
    “Per irritabilità… beh, ho in mente Erza, e in parte ora anche Hermione… Però no, la pettinatura più strana che mi viene in mente è quella di mio… fratello, aye…”
    “Hermione l’ho vista irritabile solo sotto esami… comunque, veramente, ora vado a cercare il registro di classe, non possiamo continuare a perdere studenti per strada! Oppure è Allock che si sta vendicando per l’incantesimo di memoria dell’anno scorso…”
    “Allock? Oh, sì, me lo ricordo… era davvero in uno stato pietoso, quando è uscito dalla camera… fortuna che adesso c’è il professor Lupin, aye!”
    “Già!”
    Il ragazzo a quel punto si alzò in piedi, per poi guardarsi attorno. “Non vedo Percy in giro... ti va di venire con me?”
    Happy ci pensò su pochi secondi. “Uhm… Beh, ormai non credo più di riuscire ad addormentarmi… e non vorrei mai che Crosta venga da me! Ho una paura matta dei topi… Soprattutto quelli volanti, aye…”
    “Devo davvero abituarmi alla fauna magica… comunque non ho più sonno neanch’io e inizio a essere davvero preoccupato per Sheridan. Sirius o studente che sia, non vorrei si fosse messa nei guai.”
    Il ragazzo dai capelli blu annuì. Chiunque fosse questa Sheridan, poteva essere davvero in pericolo.
    “Beh, non so chi sia, ma un mago di Fairy Tail non può abbandonare qualcuno in difficoltà, aye!”
    “Mago di coda fatata? Bè, in effetti la coda ce l’hai... allora andiamo, Happy!”
    Il gatto umano sussultò, guardandosi subito dietro, temendo che gli incantesimi della vicepreside potessero cominciare a esaurire il loro effetto. Constatando con piacere che non era quello il caso, si alzò in piedi. Probabilmente aveva sentito male.
    “Cavolo, devo davvero portarti a un paio dei miei spettacoli… faremmo un figurone, credimi!”
    Happy lo guardò stranito, per poi avviarsi insieme verso l’uscita. “Spettacoli? In effetti ho già recitato qualche volta in passato… ma mi hanno sempre scelto per il ruolo di animale selvaggio, aye… non è giusto!” Protestò, mettendo il broncio.
    “Più che il teatro, intendevo uno spettacolo di prestidigitazione…”
    “Prestidiche?!” Domandò il blu, chiudendo più volte gli occhi.
    Ma la sua attenzione fu subito attirata dal portone della Sala Grande, che non sembrava avvicinarsi nonostante continuassero a camminare verso esso. E non sembrava essere l’unico ad avere quella sensazione.
    “Hanno aggiunto incantesimi alla Sala Grande?” Chiese infatti Kaito.
    “In effetti, non me la ricordavo così grande, aye...”
    “Non dirmelo: questi professori malfidenti hanno fatto qualche incantesimo stile labirinto che ci riporta al punto di partenza…”
    “Sempre meglio di un palazzo che si trasforma in una specie di guerriero gigante, aye…” Rispose distrattamente Happy.
    “Tu guardi troppi anime, ragazzo.” Replicò l’altro.
    “Anime?” Pensò il gatto. “Di cosa starà parlando?”
    Kaito sospirò. “Volevi sapere cos’è la prestidigitazione?”
    Happy si portò una mano dietro la testa, facendo un sorriso imbarazzato. “Ehm… sì… scusa, ma non ho mai sentito quella parola prima, aye…”
    Il prestigiatore sorrise. “Tranquillo, fra i maghi è normale… sono i trucchi che usano i Babbani per fingersi maghi… cosa che per esempio mi permette di fare questo senza la magia!”
    E con sua grande sorpresa, il ragazzo vestito di bianco fece apparire come dal nulla un gomitolo, che gli offrì subito. “Per te.”
    Happy lo guardò confuso. “Perché proprio un gomitolo, aye?” Si chiese, per poi scuotere la testa. “Oh… ehm… grazie… in effetti, non è una cosa che si vede spesso… e hai detto senza magia?"
    “Neanche un briciolo. Solo abilità manuale.”
    “Oh… e dire che io per fare questo devo usare un minimo di energia magica.”
    “Energia? E che è, vai a pile?”
    Happy chinò la testa lateralmente ancora una volta, guardandolo male. “Pile? Non conosco neppure quella parola, aye. Però ecco, un regalo per te!” E detto ciò dirò fuori dal nulla un enorme pesce, che porse a Kaito.
    Era sicuro che il ragazzo avrebbe apprezzato, ma con suo stupore, questi assunse uno sguardo di puro terrore e un colorito pallido.
    “P-P-P-Pesce!!!” Balbettò, indietreggiando.
    “Perché? Non ti piace?” Chiese confuso Happy. “E pure vivo! Bello fresco!”
    Kaito sbarrò gli occhi. “Mettilo via, mettilo via, mettilo VIA!”
    Quell’ultima parola sembrò rimbombare nella Sala Grande.
    “AHH!!!” Urlò Happy, svegliandosi di colpo e mettendosi subito seduto.
    Immediatamente anche Natsu e Gray lo imitarono.
    “Che succede?!” Esclamò il mago del ghiaccio, guardandosi attorno confuso.
    “Tranquilli.” Rispose Harry, sbuffando dal suo sacco a pelo. “È solo Happy che ha avuto un incubo.”
    “Scusate, aye…” Fece lui, ridacchiando. “Ma mi sono preso un bello spavento…”
    “E che hai sognato? Dei topi?” Domandò divertito Natsu.
    “No… solo uno strano ragazzo vestito di bianco, aye… E non so perché, in qualche modo mi era familiare…”
    “Avrai solo digerito male per via di questa storia.” Concluse Majutsu.
    “Però… secondo lui, era stato solo Black ad attaccare stanotte… e continuava a nominare una ragazza che secondo lui doveva essere una mia compagna d’anno… come lui.”
    “Era solo un sogno, Happy. Torna a dormire adesso.”
    “Se lo dici tu, aye…” Concluse, obbedendo a quel mezzo ordine. “Eppure sono sicuro di averlo già visto…”







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    Ed eccomi qui con il nuovo capitolo!
    E come avrete notato dall&#39;ultima parte, questo è un capitolo crossover! Ho avuto il piacere di collaborare con hinata 92 e abbiamo scritto assieme l&#39;ultimo pezzo, che appare con il punto di vista di Kaito nel capitolo 21 della sua fanfiction "Non c&#39;è trucco, non c&#39;è inganno, questa è magia!", che vi consiglio vivamente di leggere ù.ù. Vedrete, non ne resterete delusi ù.ù.
    Per il resto, sto gettando le basi per la prossima saga, che sarà totalmente inedita (quindi non avrà nulla a che fare con la trama originale né di Fairy Tail né di Harry Potter), e vi posso assicurare che non indovinerete mai cos'ho in mente ù.ù
    Bon, detto questo, ringrazio ancora tutti i lettori e tutti gli utenti che mi lasciano una recensione! Al prossimo capitolo!
84 replies since 23/3/2007
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