Harry Potter e la magia di Fairy Tail

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    暗いロクサス92

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    Capitolo 47: Scontro con Trinity Raven – Seconda parte - Torna all'indice dei capitoli
    “Per quanto riguarda l’attacco con l’Eterion alla Torre del Paradiso…” Cominciò a leggere il capo del Consiglio Era. “Favorevoli quattro voti. Contrari cinque. In base a questo risultato, è stabilito che l’Eterion non sarà utilizzato.” 
    “Un momento!” Protestò Sieg, alzandosi in piedi. “Avete capito o no in che situazione ci troviamo?!” 
    “Sei alquanto inopportuno, Sieg. Abbiamo discusso abbastanza. Esiste un’alternativa più pacifica.” 
    “Pacifica?!” Urlò il mago dai capelli blu, incredulo. “Stiamo solo perdendo tempo prezioso! La storia stessa è a un punto critico! Gerard vuole far resuscitare un morto!” 
    “Ma in realtà non sappiamo nemmeno se il Sistema-R sia davvero in fase di avviamento.” Commentò uno dei membri. “È troppo presto per pensare a un attacco.” 
    Urrutia restò in silenzio, osservando la disputa verbale. 
    “Ma voi non lo percepite?” Chiese Sieg, abbassando il tono della voce. “Questa magia negativa… l’orrore del male che lui vuole far resuscitare…” 
    “Cosa?” 
    “Sieg, ma di che cosa stai parlando?” 
    Il blu sospirò, per poi pronunciare la frase che avrebbe sancito la decisione finale. “Lo stregone nero Zeref.” 
    Solo a sentire quel nome, tutti i membri del Consiglio, con l’eccezione di Urrutia spalancarono occhi e bocca, incapaci di accettare ciò che avevano appena sentito. 
    “R-Ragazzino… Che cosa ti scappa dalla bocca?” Domandò uno di loro, poggiando una mano tremante sul tavolo. “E soprattutto, da cosa lo deduci?!” 
    Sieg si sedette nuovamente, calmando parzialmente la sua paura. “Non ho detto nulla prima per non suscitare ulteriori allarmi… ma io conosco Gerard. E so anche che cos’ha intenzione di fare.” 
    A quelle parole tutti i membri dell’ERA lo fissarono increduli. 
    “Sieg… raccontaci tutto…” 
      
    ~~~~~~~~~~~ 

      
    Neville si lanciò contro Civetta, tenendo la spada di fronte a sé. 
    Hoho! 
    “Non la farai franca!” Urlò Paciock, per poi far uscire dal pavimento una serie di radici che si diressero contro l’uomo gufo, che le evitò volando più in alto. 
    “Una magia interessante… Non ho mai sentito che ci fosse qualcuno come te a Fairy Tail.” 
    “Sono un recente acquisto.” Rispose lo spadaccino, raggiungendo Natsu e fermandosi qualche momento per riprendere fiato, lasciando che la punta della spada toccasse terra. 
    “Bel lavoro, Neville.” Fece il Dragon Slayer, rialzandosi. “Vedo che l’allenamento con Erza ti è servito, eh?” 
    “Si è allenato sotto Erza, Hoho? Questa sì che è una sorpresa. Non pensavo che Titania prendesse allievi.” 
    “Ci sono molte cose che non sai di noi.” Replicò il nuovo membro, per poi tirare fuori da una tasca la bacchetta. “Incendio! 
    Sotto lo sguardo sorpreso di Shimon, Neville creò una sfera di fuoco e la scagliò contro Natsu, che la inghiottì in due secondi netti. 
    “Grazie, mi ci voleva proprio!” Esclamò questo, sorridendo e pulendosi la bocca con la mano, per poi lasciarsi avvolgere dalle fiamme. “Ora sono tutto infuocato!” 
    “Cosa…? Può usare anche la magia di fuoco?” Commentò sorpreso il vecchio amico di Erza. 
    “Tutti noi possiamo farlo, aye.” Rispose Happy, sorridendo e tenendo le zampe incrociate. “Abbiamo passato due anni a Hogwarts. Credevo che sapeste cosa abbiamo fatto lì, aye!” 
    “Gerard ci ha detto solo che eravate in missione… nel mondo d’origine di Harry.” 
    “E in quel mondo si usa una magia diversa.” Aggiunse Neville, brandendo nuovamente la spada, pronto a riprendere l’attacco. “Tutti noi, con un po’ di pratica, siamo in grado di destreggiare centinaia di incantesimi diversi.” 
    Hoho, questo è barare allora.” Fece Civetta. “A un mago mediocre non dovrebbe essere concesso apprendere più magie.” 
    Paciock sorrise. “Io mi sono reputato inutile per molto tempo… anzi, fino a qualche anno fa pensavo di non poter nemmeno usare la magia…” Mormorò, per poi guardarlo con occhi pieni di determinazione. “Ma da quando ho saputo di Fairy Tail e ho conosciuto Harry, Natsu, Erza e tutti gli altri… Ho capito che anch’io potevo fare qualcosa!” 
    “Ben detto, Neville! È ora di mostrare a quella brutta copia di un gufo che cosa significa far parte di Fairy Tail!” 
    “Silenzio, Hoho! È il momento che la giustizia vi punisca!” Dichiarò il nemico, per poi volargli contro. 
    “Natsu, ora!” Urlò Paciock, saltando in avanti e parando il calcio volante di Civetta con la parte piatta della spada. 
    Gancio uncinato…” Cominciò Salamander, concentrando le fiamme sui piedi e saltando a testa in giù contro l’uomo gufo. “…del Drago Infuocato! 
    L’attacco lo colpì in pieno sul volto, costringendolo a indietreggiare, mentre il mago del fuoco sorrideva, tornando in piedi e alzando i pugni, pronto a colpire nuovamente. 
    Civetta per tutta risposta si chinò in avanti, lasciando che i suoi missili fossero ben in vista. 
    “È arrivato il momento di farvi assaggiare il colpo di grazia della giustizia.” Decise, per poi sciogliere i legami che aveva sulla schiena. “Missile Hoo Hohoo! 
    In quell’istante i missili si staccarono, volando contro di loro e prendendo in pieno Natsu con una corda che li teneva uniti, sollevandolo in aria. 
    “Natsu!” Urlarono assieme Neville e Happy, mentre i missili cominciavano a fare diverse acrobazie piuttosto pericolose. 
    “Conosco il tuo punto debole, Salamander.” Disse Civetta, incrociando le braccia. “Dalle informazioni in nostro possesso, non sopporti alcun mezzo di trasporto, il che include i miei missili.” 
    A quelle parole Happy si voltò a guardarlo, per poi sorridere. “Allora temo dovrai cambiare informatori, aye!” 
    “Come?” 
    “Spiacente…” Cominciò Natsu, ghignando, per poi avvolgersi nuovamente dalle fiamme. “Ma l’ho superato da un paio di anni quel problema! E credimi, dovrai impegnarti molto di più per raggiungere i livelli della Gringott!” Detto ciò scagliò due sfere di fuoco contro i missili, facendoli esplodere. 
    “Bene, e ora-” 
    Ma Salamander non riuscì a concludere la frase. 
    Con una velocità impressionante, Civetta aveva preso il volo, raggiungendolo. 
    “E ora sei mio, Hoho.” Disse, spalancando il becco, che divenne venti volte più grande. 
    E senza che nessuno riuscisse a fare qualcosa, inghiottì il Dragon Slayer, mandandolo giù in un sol boccone. 
    “Natsu, no!” Urlò Happy, volando subito contro l’uomo gufo. “Sputalo subito!” 
    Questi si limitò a girarsi, per poi avvolgere un pugno con le fiamme. 
    Fire Hoo Hohoo!” Pronunciò, colpendo in pieno il gatto volante con una perfetta replica dell’attacco preferito di Natsu. 
    “Cosa?!” Esclamò incredulo Neville, osservandolo atterrare in piedi, mentre Happy riusciva appena ad atterrare poco lontano, con diverse bruciature sul corpo. “Quello era…” 
    “Possibile che abbia letteralmente mangiato la magia di Natsu?” Fece Shimon, attirando l’attenzione del mago di Fairy Tail. 
    “È possibile una cosa del genere?!” 
    “Da voi non c’è nessun incantesimo in grado di farlo?” 
    “No… da quel che so, il massimo che possiamo fare è annullare gli effetti di una magia… Assorbirla e usarla contro gli altri? Solo Harry c’è riuscito, e una volta sola, quando ha respinto Voldemort.” 
    “Allora… temo che siamo nei guai…” 
      

    ~~~~~~~~~~~ 

      
    “Voti favorevoli, otto. Contrari, uno.” Lesse nuovamente il capo del Consiglio magico, dopo che la votazione fu rifatta alla luce delle nuove informazioni. “Di conseguenza… viene approvato l’attacco con l’Eterion alla Torre del Paradiso.” 
    Yajima si allontanò dal tavolo, scuotendo la testa. 
    “Signor Yajima…” Chiamò Sieg. “Forse lei non sarà d’accordo sulle contromisure… ma capisce bene che non possiamo permettere che Zeref resusciti, vero?” 
    “Io non ne voglio shapere più niente.” Replicò lui. “Tu però ti accolli la resphonsabilità delle conseguenze, vero?” 
    “Ovviamente. Mi prendo tutte le responsabilità del caso…” 
    L’anziano membro del Consiglio si voltò, fissandolo con gli occhi quasi fuori dalle orbite per la rabbia a malapena trattenuta. 
    “Io ti parlo della resphonsabilità di vite umane!” Esclamò furioso. “Avrai sulla cosshienza il peso delle vite che sharanno stroncate, lo capisci o no, Sieg?!” 
    Il mago dai capelli blu restò in silenzio, mentre alle sue spalle gli altri membri del Consiglio cominciavano i preparativi per lanciare l’Eterion.” 
      

    ~~~~~~~~~~Flashback~~~~~~~~~~ 

    Erza si fermò di fronte a un grosso edificio, con la scritta ‘Fairy Tail’, accompagnata da una bandiera che riportava lo stesso simbolo che Rob aveva sulla schiena. 
      
    “Rifammele!” Esclamò un Gray bambino, battendo le mani sul tavolo, facendo saltare le carte poggiate sopra. “Perché oggi dovrei avere questa fortuna sfacciata?!” 
    “Non importa quante volte ti rifaccio le carte, il risultato sarà sempre lo stesso.” Rispose Cana. “E poi, visto che hai fortuna, perché non te la godi e basta?” 
    “Fortuna? Pfui! È da stamattina che me ne capitano di tutti i colori!” Ribatté il mago del ghiaccio. “Sono caduto in una pozzanghera, ho perso il portafogli… Insomma, non mi è successo nulla di buono! Le tue previsioni non sono che-” 
    “Ma quanto ti lamenti?!” Lo interruppe lei, per poi fermarsi e girarsi verso l’entrata, imitata da tutti gli altri presenti. 
    Una bambina dai capelli rossi, con una benda sopra l’occhio, a piedi scalzi e con dei vestiti ridotti a degli stracci, avanzò dentro il locale, fermandosi al centro per guardarsi intorno. 
    “Qui… è dove stava il nonno Rob…” Mormorò Erza, mentre tutti la guardavano incuriositi, con l’eccezione di Gray, che per qualche motivo le riservò uno sguardo seccato. 

    ~~~~~~~~~~Fine flashback~~~~~~~~~~ 

      
    “Erza…” Pensò Fullbuster, mentre quel ricordo gli tornava in mente, continuando a correre. 
    Non appena era riuscito a tornare a vedere, si era ritrovato in un altro corridoio della torre, da solo. 
    Senza soffermarsi troppo a chiedersi come aveva fatto a finire lì, aveva ripreso subito a cercare i suoi amici. 
    “Dannazione!” Urlò a tutti e nessuno. “Dove siete?!” 
    Fermò la sua corsa quando il corridoio s’interruppe, dando su un’enorme stanza, al cui centro si trovava un uomo con la testa da gufo. Di fronte a lui Neville teneva ansimando la sua spada, usando se stesso come scudo per Shimon. Entrambi avevano diversi segni di bruciature sul corpo, e poco lontano Happy era sdraiato a terra, incapace di alzarsi. 
    “Gray…” Mormorò Shimon, accorgendosi della sua presenza. 
    “Che… Che cosa sta succedendo qui?!” Esclamò il mago del ghiaccio, per poi indicarlo. “Non dovevi inseguire Sho?!” 
    Civetta si girò verso di lui, fissandolo con rabbia. 
    “Non so chi sia questo Sho…” Fece Neville, guardandolo sollevato. “Ma questo tipo qui l’ha fermato.” 
    “Neville! Credevo che fossi prigioniero e-” 
    “Natsu, Luna e Happy mi hanno aiutato a liberarmi.” Rispose. “Ma direi di rimandare a dopo le spiegazioni e-” 
    “A dopo?!” Replicò il moro. “Erza è stata trasformata in una carta e portata via! Se non troviamo Sho, rischia di venire ferita!” 
    “Gray…” Chiamò Happy, cercando di alzarsi. “Natsu è stato ingoiato da quel coso…” 
    “Che cosa?!” Sputò incredulo. 
    “È come dice lui. E non è tutto… adesso sembra che possa usare la sua magia.” Aggiunse Neville. 
    Il mago del ghiaccio scosse la testa. “Fuoco dei miei stivali!” Esclamò, sbattendo le mani e creando una lancia di ghiaccio. “Ma che diavolo combina?!” 
    Civetta si portò una mano sulla pancia, la quale aveva cominciato a fare strani rumori. 
    “La digestione è iniziata.” Osservò compiaciuto. “Altri dieci minuti e il corpo di Salamander si scioglierà del tutto… e io mi impossesserò della sua magia.” 
    “Credi davvero che te lo lasceremo fare?!” Ribatté Gray, per poi partire all’attacco. 
    Ruggito del Drago di Fuoco!” Gridò l’uomo gufo, sputando una gigantesca fiammata, che investì in pieno Gray. 
    Hohoo! Come vedi il ghiaccio non funziona contro il fuoco!” 
    “Gray!” Chiamò Neville, facendo per andare a soccorrerlo, ma cadde in ginocchio dopo pochi passi. “Dannazione…” Mormorò, trattenendo un sussulto di dolore. “Non riesco più a muovermi…” 
    “È tutto inutile!” Dichiarò Civetta, riuscendo a parlare nonostante stesse continuando a emettere le fiamme. “Se siete dei compagni di Salamander sapete bene quanto bruciano queste fiamme!” 
    Gray, all’interno del tornado di fuoco, teneva le braccia incrociate davanti a sé, cercando di resistere a quella furia, mentre altri ricordi gli tornavano in mente. 
      

    ~~~~~~~~~~Flashback~~~~~~~~~~ 

    “Quella lì se ne sta sempre da sola.” Commentò Cana, guardando Erza, seduta in disparte nella gilda, ora con una leggera armatura addosso. 
    “Allora perché non vai a parlarne?” Chiese Gray, che come al solito era rimasto solo in mutande. 
    “Veramente ci ho provato e mi ha ignorato…” Ammise la bambina, sospirando. 
    Il mago del ghiaccio sbuffò, alzandosi dalla sedia e battendo tra di loro i pugni. 
    “Che screanzata! È l’ultima arrivata e nemmeno si presenta a me!” 
    “Ma da quando sei diventato così virtuoso?” Domandò ironica l’amica, vedendolo avvicinarsi alla nuova arrivata. 
    “Ehi, senti un po’ tu!” Le disse, senza però ottenere nessun tipo di risposta. Nemmeno l’occhio rimanente della bambina si spostò a guardarlo. 
    Gray a quel punto non ci vide più, e con un calcio fece saltare la sedia, facendola così cadere a terra. 
    “Tu, con l’armatura, mi ascolti o no?!” Urlò. 
    Erza si massaggiò per qualche istante la parte lesa, per poi fissarlo negli occhi. “Ma che fai?” 
    “Questa è una gilda di maestri della magia!” Dichiarò lui, portandosi le mani sui fianchi e guardandola con aria di superiorità. “Niente armatura, chiaro?” 
    La rossa si alzò, togliendosi la polvere di tosso. “Tu, che parli tanto, perché non ti metti qualcosa addosso? Cos’è, una gilda di nudisti?” 
    A quel commento, tutti i presenti scoppiarono a ridere, mentre sul volto di Gray apparve un’espressione arrabbiata e imbarazzata allo stesso tempo. 
    “Dannata…” 
    “Fai finta che io non esista.” 

    ~~~~~~~~~~Fine flashback~~~~~~~~~~ 

      
    Le fiamme si ghiacciarono all’istante, facendo spalancare gli occhi a tutti i presenti. 
    “C-Come ha fatto?!” Esclamò incredulo Neville, mentre Gray sorrideva, ignorando le decine di bruciature che aveva su tutto il petto, che era rimasto totalmente scoperto. 
    “E queste sarebbero le fiamme di Natsu? Non farmi ridere… impostore!” Sentenziò. 
    Hohoo! Che magnifica magia!” Si complimentò Civetta, cominciando a volargli contro. “Catturerò anche te!” 
    “Oh no!” Gridò Shimon. 
    “Gray, schiavalo!” Urlarono assieme Neville e Happy, mentre il mago del ghiaccio restò al suo posto, vedendo l’avversario spalancare il becco, per poi chiuderlo attorno alla sua testa. 
    Ma senza aspettare un solo secondo, Gray portò le mani sulla testa dell’ibrido, cominciando subito a creare del ghiaccio, che iniziò ad avvolgerlo. 
    Ci vollero solo pochi secondi prima che Civetta lo lasciasse andare, indietreggiando. 
    “Che freddo!!!” 
    “Non è il momento di stare qui a poltrire!” Asserì Gray, cominciando subito a caricarlo. “Dobbiamo riprenderci Erza e Harry e tornare a casa!” 
      

    ~~~~~~~~~~Flashback~~~~~~~~~~ 

    Gray era seduto, cercando di non mostrare il dolore dovuto alla pestata che aveva appena ricevuto da Erza, la quale non aveva gradito il suo ennesimo tentativo di includerla nella vita della gilda. 
    “Che c’è, Gray? Erza te le ha suonate di nuovo?” 
    “Certo che neanche tu ti dai mai per vinto, eh? Non è che ti sei preso una cotta per lei?” 
    “State un po’ zitti!” Sbraitò il bambino. 
    “Però Erza, per suonarle di santa ragione a Gray, non è affatto debole.” 
    “Mi sa che un giorno sarà proprio lei a prendere le redini di Fairy Tail.” 
    Gray a sentire ciò batté con forza un pugno sul tavolo. “Io non l’accetterò mai come compagna quella!” Si oppose, per poi correre fuori dalla gilda. 
    Non si fermò finché non arrivò alla riva del fiume, dove vide la bambina dai capelli rossi seduta sulla riva. 
    “Ti ho trovata, Erza…” Fece, avvicinandosi. “Stavolta ti batterò e-” 
    Ma le parole gli morirono in bocca non appena questa si girò, non riuscendo a nascondere in tempo le lacrime. 
    Gray deglutì, non aspettandosi di vederla in quello stato. 
    “Ancora tu…” Sussurrò lei, asciugandosi il viso. “Uff… Non impari mai la lezione, eh? E va bene, fatti sotto!” 
    Il mago del ghiaccio restò in silenzio, tremando leggermente, per poi scuotere la testa. 
    “Ehm… no…” 
    “Che c’è, ti arrendi?” 
    Gray non rispose. Si limitò a farle una domanda. “Ma perché tu… stai sempre da sola?” 
    Erza distolse lo sguardo. “Perché mi piace la solitudine. Quando sto con la gente, mi prende l’ansia.” 
    “Se è così, perché piangi?” 

    ----------------- 

    “Ma tu guarda…” Mormorò Gray, avvicinandosi a Harry, seduto in riva al fiume, dove stava lanciando dei sassi. “Possibile che veniate tutti qui quando siete tristi?” 
    “G-Gray!” Esclamò l’altro, sussultando e girando la testa verso il mago del ghiaccio. “S-Scusa, non immaginavo che fosse il tuo posto preferito e-” 
    “Ehi, calmati Harry.” Disse lui, alzando una mano. “Non ho mai detto nulla del genere. Semplicemente, è già la seconda volta che vengo a fare una ramanzina in questo posto.” 
    “Davvero?” Domandò il bambino, sospirando. “Devo fare proprio una grande pena, eh?” 
    “Beh, sì, senza dubbio la fai.” Rispose l’altro, senza peli sulla lingua. “Ma di certo, il tuo arrivo ha tolto quella parvenza di monotonia che si stava creando.” 
    “D-Dici? Eppure non mi sembra di fare granché… passo ore a cercare di usare la magia, ma non riesco a ottenere alcun risultato. Probabilmente sarà solo questione di tempo prima che mi buttiate fuori.” 
    Harry sospirò nuovamente, per poi cacciare un piccolo urlo quando senti il piede di Gray colpirlo alla schiena, facendolo volare dritto dentro l’acqua. 
    “Di’ un po’, sei scemo?” Chiese, guardandolo alzarsi tutto bagnato. “Per chi ci hai preso?” 
    “M-ma se non imparo a usare la magia-” 
    “Se non riuscirai a usare la magia, vorrà dire che ti limiterai ad aiutarci da lontano in qualche altro modo!” Replicò Gray. “Non ti abbiamo preso nella gilda solo per la tua magia!” 
    “P-Però uno strano come me… Che cosa può mai fare?” 
    “Strano? Tu dici? Eppure non ti ho mai visto sputare fuoco o svestirti di punto in bianco, come neppure berti qualche litro di sciroppo alla frutta in pochi secondi. Cavoli, Cana di questo passo finirà col passare al liquore e non rendersene nemmeno conto…” 
    “Ma io non sono forte come voi!” Replicò Harry. “Io non ho avuto un drago come padre o una maestra che mi aiutasse… I miei insegnanti mi hanno sempre ignorato, e non ho alcun ricordo dei miei genitori…” 
    Gray non disse nulla, capendo che finalmente era riuscito a sbloccarlo. 
    “I miei zii mi hanno sempre fatto sentire un mostro… e non capivo nemmeno perché. Io… Io voglio solo… qualcuno che mi consideri…” 
    “Allora direi che sei finito proprio nel posto giusto.” Intervenne una voce alle loro spalle, mostrando Erza, con entrambi gli occhi fissi sul moro con la cicatrice. “Fairy Tail non ti considererà mai una persona insignificante. Ogni suo membro è importante allo stesso modo. È una lezione che ho imparato quando sono arrivata, grazie a un certo nudista.” Aggiunse, guardando divertita Gray portarsi una mano dietro la testa, imbarazzato. 
    “Però io non sono forte… I-Inoltre-” 
    “Allora diventa forte!” Esclamò Erza. “Vuoi imparare a usare la magia? Allora ci riuscirai! Tutto dipende dal tuo cuore! Se ci credi, niente ti sarà impossibile!” 
    “E-Erza…” 
    “Posso comprendere il tuo dolore.” Continuò, mostrandogli un sorriso triste. “A differenza nostra, tu hai ancora una famiglia da qualche parte, anche se ti ha rifiutato. E forse questo è qualcosa che noi non riusciremo mai a comprendere, ma non devi lasciarti abbattere. Il Master ti ha fatto entrare nella gilda, e tutto ciò che devi fare è dimostrare di apprezzarlo! E noi ti aiuteremo!” 
    “D-Davvero?” 
    “Ma certo!” Si reintrodusse Gray. “Altrimenti che amici saremmo?” 
    “Amici…” Ripeté il bambino, per poi cominciare a piangere, ma con un sorriso stampato sul volto. “È vero… voi siete i miei primi amici.” 

    ~~~~~~~~~~Fine flashback~~~~~~~~~~ 

      
    “Togliti di mezzo!” Urlò Gray, per poi colpire in pieno stomaco il suo avversario. “Danza delle sette lame di ghiaccio! 
    Civetta non riuscì in alcun modo a opporsi, ritrovandosi a volare indietro, mentre dallo stomaco tornava su Natsu, che uscì dal suo becco, avvolto dalla bava, incolume e incosciente. 
    “Entrambi volevano chiudersi in se stessi… Erano incapaci di accettare nuovi legami…” Pensò il mago del ghiaccio, mentre il nemico cadeva a terra privo di sensi. “Ma il loro posto ora è a Fairy Tail. È lì che devono restare per non dover piangere.” 
    Shimon e Neville lo guardarono sorpresi. 
    “Gray Fullbuster… è di gran lunga più forte di quanto credessi…” Rifletté il mago con il turbante, mentre Neville, di nuovo in piedi, riusciva a prendere in tempo l’amico per evitargli di cadere a terra, subito affiancato da Happy. 
    No… Può essere la preoccupazione per i suoi compagni a renderlo più forte?” Continuò Shimon, per poi sorridere. “Sei entrata proprio in una bella gilda… Erza… Ora so cosa devo fare.” 
      

    ~~~~~~~~~~~ 

      
    “Obiettivo fissato!” 
    “Aggiustamento coordinate spaziali!” 
    Una decina di maghi, tutti con una staffa in mano, era riunita attorno a un’enorme sfera di energia magica, sopra la quale si erano generati diversi cerchi magici, con incise sopra centinaia di rune indecifrabili per la maggior parte dei maghi esistenti. 
    “È difficile regolare le coordinate spaziali per via della lunghezza d’onda nell’Area Montuosa.” 
    “Alzate un po’ la quota!” 
    “Potere magico caricato al sessanta per cento.” 
    “Fusione con l’Eterion completa.” 
    “Ventisette minuti al lancio dell’Eterion.” 
    Sopra di loro, al riparo su degli spalti, i membri del Consiglio osservavano impotenti l’avvio della magia definitiva. 
    “Certo che prendere una decisione così critica proprio ora che il Presidente è malato…” Mormorò il capo, venendo interrotto da un suo collega. 
    “Non c’era altra scelta.” Disse. “In assenza del Presidente, siamo noi nove ad avere l’autorità per mantenere l’ordine nel mondo della magia.” Dicendo ciò guardò di sottecchi il compagno. “Non preoccuparti più di tanto, Aug. È vero che si tratta di un attacco a un Paese al di fuori della procedura… ma questo è consentito dall’articolo 27, comma 4, dello statuto sulla protezione della sicurezza nel nostro Paese.” 
    “Non mi sto preoccupando per la legge.” Rispose l’altro, tremando. “Noi stiamo per sganciare l’Eterion.” 
    “Zeref è il demonio in persona. Non possiamo che pregare che l’Eterion basti a sconfiggerlo.” 
    Poco lontano, Sieg guardava la magia caricarsi. 
    “Ci siamo, eh?” Fece Urrutia, avvicinandosi. “Signor Sieg.” 
    Lui non rispose. 
    “Il sogno che nutre da anni si sta per realizzare.” 
    “Non hai paura, Urrutia?” Chiese lui. 
    “No, nemmeno un po’. Io ho sempre avuto fiducia in lei, signor Sieg.” 
    “Vorrei ben vedere… tu non corri il rischio di morire.” 
    “Già.” Ridacchiò lei. 
    “Io invece già tremo un po’… Se qualcosa andasse storto, io morirò di sicuro.” 
    A loro insaputa Yajima, dopo aver usato la sua magia per diventare a due dimensioni ed essersi nascosto contro il muro, stava ascoltando la loro conversazione. 
    “Cosha? She qualcosha va shtortho lui muore?” Pensò, preoccupato per le implicazioni di quella frase. 
    “Ma vale sicuramente rischiare la vita… perché questo è il mio sogno di gloria.” Aggiunse Sieg con un’espressione folle, che in pochi secondi tornò seria e composta, quindi l’uomo si mosse per raggiungere gli altri membri del Consiglio. 
    Yajima lo osservò allontanarsi, e decise di seguirlo, ma una voce a lui sconosciuta lo costrinse a fermarsi. 
    “‘Io ho sempre avuto fiducia in lei, signor Sieg.’” Disse qualcuno in falsetto. “Davvero, dovresti pensare alla carriera di attrice, se mai dovessi stufarti di fare la maga.” 
    Urrutia sorrise. “Ma tu non pensi che i Babbani siano da eliminare? Se dovessi abbassarmi a fare uno dei loro lavori, dovresti eliminare anche me.” 
    “E la cosa mi dispiacerebbe.” Affermò Klaun, apparendo dal nulla al suo fianco. 
    “Cosha?! E quello chi è?” Si chiese il membro del Consiglio. “Non l’ho mai vhisto prima.” 
    “Allora è tutto pronto?” Domandò la ragazza, senza voltarsi a guardarlo. 
    “Sì. Tra poco Harry Potter cesserà di esistere. È un po’ un peccato… speravo di essere io a sistemarlo.” 
    “Beh, anch’io sto per perdere la persona che odio di più… entrambi condivideremo lo stesso dispiacere. 
    “Harry? Che cosha c’entra in tutto questo?” Pensò Yajima, per poi spalancare gli occhi. “Non ci sharà proprio lui dentro la torre?! No, Makarov mi aveva asshicurato che era al shicuro!” 
    “Ora è meglio se vai. È meglio che tu non venga visto da nessuno… non è ancora il tuo momento.” Disse Urrutia. 
    Klaun annuì, per poi sparire così com’era arrivato. 
      

    ~~~~~~~~~~~ 

      
    Gerard fece cadere un’altra pedina. 
    “Ancora venticinque minuti…” Disse sorridendo da sotto il cappuccio. “Addio anche a te… Sieglein.” 
    “Sieglein?” Ripeté Majutsu. “Che cosa c’entra lui?” 
    “Tutto, Harry. Tutto. Sono sicuro che Erza ti ha già detto… della nostra somiglianza.” 
    “Hai sfruttato anche lui?” 
    “Sfruttato? Chissà… Ma dimmi, come ci si sente a sapere che la propria vita sta per finire?” 
    “Non so, dimmelo tu. Dopotutto, tra venticinque minuti sarà la fine anche per te.” 
    “Vero… ma non importa.” 
    “Arrenditi ora che puoi ancora farlo. I tuoi maghi sono stati sconfitti e-” 
    Gerard fece segno di no con un dito. “Due sono stati sconfitti… ma per arrivare a me, devono superare un ultimo ostacolo… e sono piuttosto fiducioso che ci metteranno un po’.” 
      

    ~~~~~~~~~~~ 

      
    “Gerard… Dannazione! Dannazione!” Urlò Sho in preda alla furia, continuando a correre verso la cima della torre. “Come hai osato ingannarci… e ferire la mia sorellina…?!” 
    “Sho!” Chiamò Erza da dentro la carta. “Dacci un taglio e calmati! Fammi uscire di qui!” 
    “Sta’ tranquilla, ci penserò io a proteggerti!” 
    “Sho!” 
    Il ragazzo continuò a correre, fermandosi quando sentì il rumore di alcuni passi rimbombare nell’aria. 
    Di fronte a lui, lentamente, l’ultimo elemento di Trinity Raven camminava verso di lui, lasciando cadere dietro di sé dei petali di ciliegio. 
    “Mi chiamo Ikaruga.” Si presentò con un sorriso stoico sul volto. “Incantata.” 
    “Levati di torno.” Ringhiò Sho. “Che diavolo vuoi, oca?” 
    “Oh, ma che persona rozza…” Commentò lei. 
    “Non voglio avere niente a che fare con te!” Urlò il ragazzo, lanciandogli contro una decina di carte, pronte a ferirla. 
    Ma con sua sorpresa, lei mosse velocemente la spada, tagliandole tutte a metà. 
    “Non c’è nulla che io non possa tagliare.” Disse, rinfoderando la spada. 
    Non appena concluse quel gesto, sul petto di Sho apparvero due profondi tagli, da cui cominciò a uscire copiosamente il sangue, facendolo cadere all’indietro. 
    “Ma… quando…?” Riuscì a dire, mentre la carta con Erza dentro scivolava fuori dalla sua tasca. 
    “Sho!” Lo chiamò lei preoccupata. 
    “Sorellina…” Mormorò guardandola. 
    “Ecco dov’eri finita… signorina Erza.” Costatò Ikaruga. 
    “Fammi uscire immediatamente da qui!” Urlò Titania. “Non ce la puoi fare da solo!” 
    “Non temere… su quella carta c’è una protezione… Non è possibile ferirti da fuori.” 
    Il leader di Trinity Raven sbuffò divertito, riportando la mano sull’elsa della sua spada. 
    “Sho! Fammi uscire da qui!” Gridò nuovamente la rossa. “Quella non è una spada normale!” 
    “Va tutto bene… credimi…” Rispose tranquillo lui, mentre il loro nemico fendeva l’aria in direzione della carta. 
    Erza riuscì ad alzare la propria spada giusto in tempo per parare l’affondo, che sembrò entrare nella carta, lasciandola intera e colpendo direttamente la sua lama. 
    Vedendo ciò il ragazzo spalancò gli occhi. “Ha attraversato la carta?! Ha tagliato superando lo spazio?!” 
    Gli affondi continuarono per diversi secondi, cominciando a ferire Erza. 
    “Sorellina!” Urlò Sho spaventato. 
    “Meglio non usare la magia se non si è sicuri di cosa può e non può fare.” Disse una voce, poco prima che uno scudo lo avvolgesse assieme alla carta. 
    “Eh?” Fece lui, guardandosi attorno. 
    “Questa magia…” Disse invece Erza. 
    “Ma è ancora peggio… quando qualcuno fa notare questi difetti in una maniera tanto barbara…” Continuò la voce, poco prima che in un fascio di luce Luna e Ginny apparissero in mezzo ai tre, entrambe con la bacchetta in mano. 
    “Luna?!” Esclamò sorpresa Erza. “Come… E perché hai portato qui anche Ginny?!” 
    “Voleva combattere.” Rispose lei, guardandola con la sua solita espressione serafica. “E non avevo alcun diritto di impedirglielo.” 
    “Luna ha ragione… è il minimo che possa fare per farmi perdonare…” Disse la Weasley. 
    “Stupida! Non hai nulla di cui farti perdonare!” 
    “Oh, quindi ci sono altri due impiccioni…” Osservò Ikaruga, per nulla impressionata. “Ve lo devo concedere, siete state brave a bloccare la mia spada, ma pensate davvero di potermi tenere testa?” 
    “A dir la verità, siamo qui solo per aiutare Erza a raggiungere Harry e Gerard.” Rispose Luna, sorridendole, mentre alle sue spalle apparivano quattro fatine, che andarono subito a soccorrere Sho. “Perciò ti chiedo gentilmente di andartene. Mi è parso di capire che questa torre verrà distrutta tra poco.” 
    “Credi forse di intimorirmi, ragazzina?” 
    Luna continuò a sorridere. “Ci speravo. Ma vedo che sei piuttosto… chiusa di vedute. È un vero peccato, sembra che i Nargilli qui non ci siano…” 
    In quel momento la Corvonero abbandonò la sua espressione spensierata, sostituendola con una determinata. “Questo significa che non c’è nessuno a farti da scudo.” 
    Per la prima volta Ikaruga spalancò gli occhi, alzando la spada giusto in tempo per difendersi da una decina di fate armate di lance. 
    “Oh, una magia davvero interessante… Ma chi sei? Non mi pare di aver mai sentito parlare di te.” 
    “Alcuni mi chiamano Luna Lovegood, Lunatica Luna… o Loony. Ma sinceramente non mi preoccupo di loro.” Rispose lei, riprendendo per qualche istante il suo solito modo di parlare. “L’unica cosa che conta… è che siamo qui per aiutare i nostri amici.” 
    “Luna…” Mormorò Erza, mentre Ginny la raccoglieva da terra. 
    “Falla uscire da qui!” Ordinò a Sho, ancora sotto le cure delle fate. 
    “No… Lì dentro è al sicuro…” 
    “Dici?” Chiese Ikaruga. “Eppure la mia spada l’ha colpita senza problemi.” 
    “Non distogliere lo sguardo dal tuo avversario. Credevo fosse una delle prime regole di un guerriero.” Osservò Luna. 
    “Infatti non l’ho fatto. Ho già capito… che tu non sei al mio livello.” Dicendo ciò cominciò a fendere nuovamente l’aria, colpendo tutte le fate in pochi secondi, facendole scomparire in una scia di luci. 
    “La tua magia è efficace se coglie alla sprovvista… ma in un confronto diretto, non regge minimamente. Anche se devo lodarti per i tuoi riflessi.” 
    Luna non disse nulla, e ignorò il taglio che si era aperto sulla sua guancia destra. 
    “Ginny… direi che è il momento di provare quello.” Disse all’amica, senza però voltarsi. 
    “E-Eh? Ma non so se funzionerà… non l’ho ancora testato…” 
    “Il miglior test è sul campo di battaglia, no? I Babbani non dicono ‘O la va o la spacca’?” 
    “Di cosa state parlando?” Domandò Titania, guardandole impotente. 
    Come risposta Ginny sospirò, chiudendo gli occhi, mettendo in tasca la bacchetta e la carta dopodiché unì le mani, come se stesse pregando. 
    “Pensi che ve lo lascerò fare?” Chiese l’avversaria, fendendo nuovamente l’aria. 
    Ma questa volta si materializzarono altre fate, che presero in pieno i colpi prima di sparire. 
    “Non la disturberai mentre usa per la prima volta la sua vera magia.” Avvertì Luna. 
    Dietro di lei, Ginny si era isolata dal mondo, non sentiva più nulla. Lentamente i suoi capelli cominciarono ad alzarsi verso l’alto, mentre le mani iniziavano a brillare. 
    Mahou no Nikki.” Pronunciò a bassa voce, per poi spalancare gli occhi e separando i palmi, lasciandosi dietro un globo di luce nera. 
    Lentamente questo cominciò a cambiare forma, assumendo l’aspetto di un diario nero, che cadde tra le mani della rossa. 
    “Cosa…?” Fece in tempo a dire Ikaruga, interrompendosi quando Ginny parlò di nuovo. 
    Reflexio!” Urlò, strappando una pagina dal quaderno e alzandola verso l’altro, facendo apparire sopra il disegno di uno specchio. 
    Con immensa sorpresa della donna, le stesse ferite inferte a Sho apparvero anche su di lei, come se si fosse colpita da sola. 
    “C-Cosa…?” Domandò incredula, spalancando gli occhi. 
    “Pare che l’uso del diario di Tom mi abbia lasciato più di qualcosa dentro.” Mormorò Ginny, guardando in basso. “Non mi piace fare del male a qualcuno… ma se è per difendere i miei amici… allora non esiterò!” 
    “Sciocca mocciosa… Hai almeno idea di chi stai affrontando?!” Esclamò Ikaruga. 
    “No, e non m’importa. So solo che sei un ostacolo.” Rispose la Weasley. 
    La leader di Trinity Raven restò in silenzio, per poi sorridere. “Dovreste avere meno fiducia in voi… siete solo delle novelline.” Dopo aver detto ciò scomparve, riapparendo alle spalle delle due studentesse. “È un peccato che abbiate deciso di affrontarmi ora… in futuro sareste potute diventare delle avversarie degne di questo nome.” 
    “Cos-” Cominciò Ginny, per poi fermarsi. 
    Il diario che teneva tra le mani scomparve subito, e lei cadde a terra priva di sensi. La stessa sorte toccò a Luna e con il suo svenimento anche le fatine che stavano curando Sho scomparvero. 
    “Ho dovuto metterle fuori gioco senza ferirle… Se quella magia era ancora attiva per me sarebbero stati guai.” Disse Ikaruga, per poi alzare la spada verso Ginny. “Sì, è una magia pericolosa, soprattutto se questa era davvero la prima volta che la usava. È meglio eliminarla adesso.” 
    Dicendo ciò fendette di nuovo l’aria. 
    Ma questa volta una luce brillò dalla tasca della Weasley, lasciando uscire Erza, che riuscì a respingere il colpo, salvando così la compagna. 
    “Grazie ai tuoi colpi si è formata una distorsione nello spazio… e sono riuscita a fuggire.” Spiegò seria, per poi guardare Sho, che la fissava meravigliato. “Vattene.” Continuò tornando a guardare la nemica. “Hai già ferito a sufficienza i miei amici.” 
    Ikaruga si limitò a ridacchiare, mentre sull’armatura di Erza cominciarono ad apparire diverse crepe, che provocarono la sua rottura definitiva, lasciando Titania solo con i vestiti. 
    “Ecco il mio saluto.” Fece l’avversaria, osservando la faccia sconvolta di Erza. “Oh? Non mi dirai che non te n’eri accorta, vero?” 
    Scarlett non disse nulla, osservando anche la sua spada disgregarsi. 
    “Oltre la nebbia… s’intravede… un mostro vendicativo.” Canticchiò Ikaruga. “Presa com’eri dal difendere le tue amiche, non ti sei accorta di trovarti tu stessa nel mezzo del bagliore della mia spada.” 
    Erza continuò a restare in silenzio, fissandola. 
    “Sì, sì. Quello sguardo…” Mormorò la spadaccina nemica, portando di nuovo la mano sull’elsa della spada, che era stata rifoderata subito dopo l’attacco. “Io non sono una qualunque.” 
    “A quanto pare no.” Ammise Titania, lasciandosi avvolgere da un’armatura bianca dotata di due ali e armandosi di due nuove spade. “Come ha detto Ginny, sei un nemico.” 
    “Con permesso.” Si limitò a replicare l’altra, per poi partire all’attacco. 
    Titania parò il fendente incrociando le spade, per poi saltare in aria tenendo la lama nemica bloccata nella morsa delle sue. 
    Davanti a lei apparvero una decina di spade uguali, che formarono un cerchio attorno a Ikaruga. “Cerchio Celeste… Circle Sword!” Urlò, per poi lanciare le spade contro di lei. 
    Flusso senza luna.” Senza alcuna difficoltà, Ikaruga si liberò della presa della spada, per poi cominciare a ruotare su se stessa. “Bagliore Eterno di Yasha!” Esclamò, prima di distruggere tutte le armi di Erza, per poi lanciarle contro un’onda d’energia generato dalla propria spada, che distrusse in pochi istanti la nuova armatura. 
    “Sorellina!” Chiamò preoccupato Sho, mentre la Trinity Raven le scagliava contro un nuovo attacco. 
    Cambio abito!” Urlò Titania, facendo sparire i resti dell’armatura. “Armatura Ignifuga! 
    Per qualche secondo apparve una nuova armatura, ma anche questa cedette subito sotto la forza dell’attacco nemico, lasciando nuovamente indifesa Erza, che volò contro il muro, lasciandoci contro la sua impronta. 
    “Il tuo aspetto non si confà alla situazione.” Commentò Ikaruga. “Allora, che ne dici di metterti l’armatura più resistente di cui disponi?” 
    Erza digrignò i denti, per poi lasciarsi nuovamente avvolgere dalla magia, mostrando un’armatura completamente nera con diversi spuntoni. 
    “Comincia a pentirti! Cambio Abito! Armatura del Purgatorio! 
    Ma prima ancora che potesse fare qualcosa, la nemica la superò velocemente, infrangendo anche quell’ultima armatura a sua disposizione. 
    “E quella sarebbe la tua armatura più resistente?” Domandò beffarda, osservando Erza cadere all’indietro. “Siamo alla frutta, eh?” 
    Erza ansimò, cercando di rialzarsi. 
    “Non importa che armatura tu ti metta, contro la mia spada non hai chance. Arrenditi.” 
    Titania si alzò, per poi effettuare ancora un cambio d’abiti. 
    Questa volta i capelli le si raccolsero in una coda alta, mentre i vestiti scomparivano, lasciando solo delle bende attorno al seno e dei pantaloni rossi con disegnate delle fiamme sul fondo; i piedi erano nudi come gli arti superiori che si armarono di due spade. 
    “Cosa?” Pensò sorpreso Sho. “Quell’armatura… anzi, quel vestito…” 
    “Che storia è questa?” Chiese Ikaruga. “Quegli abiti non emanano alcun potere magico! Sono solo dei pezzi di stoffa!” 
    “Solo… pezzi di stoffa?!” Esclamò incredulo Sho, non ottenendo alcuna risposta dall’amica. 
    “E io che ho sfoderato il fior fiore dell’arte della spada. Mi sento quasi offesa.” 
    “S-Sorellina!” Urlò il ragazzo, scoppiando a piangere. “Ma che hai?! Hai ancora un sacco di armature potenti, no? E tu stessa sei più forte di così!” 
    “Non sono per niente forte.” Rispose lei. 
      

    “Mi piace la solitudine. Quando sto con la gente, mi prende l’ansia.” 
    “Allora perché piangi?” chiese Gray. 

      
    “Sotto i miei occhi sono morte tante persone importanti per me…” Pensò Erza, mentre riviveva i momenti della sua infanzia. “Non sono stata nemmeno capace di proteggere i miei amici… E poi…” 
      

    “Non sto piangendo, neanche un po’.” Rispose la bambina, allontanandosi. 

      
    “Più forte… Sempre più forte. Ecco come volevo che mi vedessero gli altri. Per questo chiudevo il mio cuore sotto un’armatura… e piangevo.” 
    “Ho sempre portato armature perché ero debole. Non sono mai stata capace di togliermele.” Disse ad alta voce. 
    “Non importa che il mio avversario sia privo di difese. Io lo squarto senza pietà.” Replicò Ikaruga. 
    “Pensavo che l’armatura mi proteggesse… ma non era così!” Esclamò Titania, risoluta. “Con l’armatura non facevo altro che sbarrare ogni spiraglio tra una persona e l’altra. Ma a Fairy Tail ho imparato quanto può essere corta la distanza tra le persone!” 
    “Sei finita!” Dichiarò la leader dei Trinity Raven, decidendo di mettere la parola fine a quel monologo per lei noioso. 
    “Ora non devo più esitare!” Replicò Erza. “Colpirò con tutta la forza che ho in corpo!” 
    Le due spadaccine partirono all’attacco nello stesso istante, scontrandosi a metà strada e superandosi a vicenda. 
    Erza si fermò dopo qualche metro, pochi istanti prima che un taglio le si aprisse lungo la spalla. 
    Ma nonostante il dolore restò in piedi. 
    “Hai perso.” Fece invece Ikaruga, sorridendo. 
    Sorriso che morì pochi secondi dopo, quando un taglio le apparve lungo tutto il petto. 
    “N-No…” Mormorò, lasciando cadere la spada, mentre Sho sorrideva. 
    Erza non si girò nemmeno per vederla crollare a terra. 
    “Fantastica!” Urlò il ragazzo, alzando i pugni verso l’alto. “Lo sapevo, sorellina! Sei fantastica!” 
    “B-Brava…” Tentennò la donna. “È la prima volta… che vengo sconfitta… da quando sono entrata nella gilda… Ma né tu né Gerard la farete franca.” 
    Erza si voltò per guardarla. 
    “Tra quindici minuti… La luce della giustiziaaa… si abbatterààà… su voi tuttiii…” Tentò di intonare Ikaruga, per poi sbuffare. “Pessima canzone…” Commentò prima di perdere i sensi.
     
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    Capitolo 48: Eterion: attivazione! - Torna all'indice dei capitoli
    “Tra quindici minuti… La luce della giustiziaaa… si abbatterààà… su voi tuttiii…” Tentò di intonare Ikaruga, per poi sbuffare. “Pessima canzone…” Commentò prima di perdere i sensi.

    “Quindici minuti?” Ripeté Erza, guardando la sua avversaria. “Che stesse parlando dell’Eterion?”
    “Sorellina…”
    “Sho, riesci ancora a usare la tua magia e a scappare da qui?” Domandò lei, senza far sparire le spade.
    “Sì… credo di sì…”
    “Allora prendi Ginny e Luna e raggiungi gli altri. Dovete scappare da questa torre.”
    Sho la guardò incredulo e spaventato. “M-Ma…”
    “Farai come ti dico, Sho?” Chiese Titania, sorridendogli.
    Il ragazzo abbassò lo sguardo, per poi annuire. “Sì… E tu?”
    Erza si girò, per poi cominciare a camminare. “Harry mi sta aspettando. Inoltre… tocca a me mettere la parola fine a tutto questo.” Disse.


    “… uh?” borbottò Natsu, aprendo gli occhi. “Cosa…?”
    “Ah, ti sei svegliato, Natsu.” Fece Shimon, che stava trasportando il Dragon Slayer sulle spalle. Dietro di lui, Neville li seguiva in silenzio.
    “Cos’è successo?” Chiese il rosato, guardandoli.
    “Diciamo che hai provato l’ebbrezza di essere uno spuntino per gufi.” Gli rispose Shimon, facendolo scendere. “È grazie a Gray se ora sei qui.”
    “Gray?!” Ripeté incredulo Salamander.
    “È arrivato giusto in tempo per salvarci.” Chiarì Neville. “Ora lui e Happy stanno andando fuori dalla torre, visto che le ferite che hanno riportato non gli permettevano più di combattere.”
    “Quindi mi stai dicendo… che Gray ha vinto ed io ho perso?!” Urlò disperato Natsu, facendo un riassunto di ciò che aveva capito. “Devo avere la rivincita contro quella cosa! O Gray mi prenderà in giro per almeno un mese!”
    Fece per tornare indietro, ma fu afferrato per la sciarpa da Shimon. “Ora ci sono questioni più urgenti!” Lo rimproverò.
    Natsu si calmò, per poi guardarlo. “A proposito… tu chi sei?”
    “Sono Shimon, un vecchio amico di Erza.”
    “È dalla nostra parte. Ha dovuto fingere di essere nostro nemico per non insospettire Gerard.” Aggiunse Neville, per impedire che il compagno si mettesse a combattere anche con lui.
    Shimon annuì, per poi fare una smorfia di dolore e cadere in ginocchio.
    “Ehi! Sei ferito?” Chiese subito Salamander.
    “N-Non preoccupatevi per me… Piuttosto, ascoltatemi.” Rispose lui, ottenendo l’attenzione dei due maghi di Fairy Tail. “Poco fa Wally e Miriana mi hanno comunicato che hanno trovato i gemelli, Ron, Lucy e Juvia, e ora stanno uscendo tutti insieme dalla torre. Fuori li sta aspettando Hermione, che è rimasta lì per gestire la situazione dopo che Luna l’ha teletrasportata.”
    “Come stanno?”
    “Sono feriti ma nulla di grave. Luna e Ginny invece sono riuscite a raggiungere Sho ed Erza, ma sono state messe fuori gioco. Sho mi ha appena comunicato che le ha trasformate in carte e sta tornando indietro, mentre Erza sta proseguendo verso Gerard. Quindi posso dirvi con sicurezza che Trinity Raven è stato sconfitto.”
    “Ma io non ho fatto niente!” Esclamò Natsu, contrariato.
    “E questo è un bene.” Continuò Shimon. “Gerard è l’unico nemico rimasto. Abbiamo ancora dieci minuti prima che l’Eterion colpisca la torre, uccidendoci tutti.”
    “Harry è già con Gerard, no?”
    “Sì… Probabilmente sta per cominciare ad affrontarlo. Mentre lo portavo da lui, gli ho rivelato le mie vere intenzioni. E insieme abbiamo messo a punto un veloce piano per ingannare Gerard, ma sembra che sia saltato, visto che il Sistema-R sta per essere attivato.”
    “In cosa consisteva questo piano?” Domandò Paciock.
    “Majutsu avrebbe dovuto fingere di arrendersi a Gerard, a condizione che voi tutti poteste scappare dalla torre incolumi, ma come avete visto, non è stato così. Probabilmente è stato impossibilitato ad attaccare, quindi toccherà a Erza aiutarlo. Insieme hanno qualche speranza di sconfiggerlo.”
    “Allora direi che il nostro compito è finito. Possiamo andarcene.” Sentenziò Natsu, facendo spalancare gli occhi agli altri due maghi.

    ~~~~~~~~~~~



    Gerard fece cadere l’ultimo pezzo sulla scacchiera.
    “Uff… La partita è già finita.” Fece, mentre Harry alzava lo sguardo verso la porta, che si aprì, rivelando la Regina delle Fate, che avanzò all’interno della stanza.
    “È così divertente giocare con la vita delle persone?” Chiese lei, fermandosi di fronte al suo vecchio amico.
    “Sì che lo è.” Rispose sincero. “La vita e la morte sono il crogiolo di tutte le emozioni. Eppure, non c’è cosa più vana e misera della vita.” Dicendo ciò si voltò a guardarla. “Da quanto tempo… Erza.”
    “Gerard.” Ricambiò lei, per poi guardare Harry. “Vedo che sei nei guai, eh?”
    Majutsu sbuffò divertito. “Per una volta, direi di sì. Scusa, temo dovrai darmi ancora qualche minuto per liberarmi di questa magia.”
    La ragazza annuì. “Mi dispiace averti coinvolto in tutto questo. Se solo fossi stata zitta-”
    “Io vi ho coinvolti nella mia battaglia contro Voldemort. Ti ha quasi uccisa qualche mese fa. Siamo pari direi.”
    “Oh, ma che bel quadretto. Due amici con un legame tanto profondo da non darsi la colpa per la loro imminente morte.” Li derise Gerard.
    “Dieci minuti, Erza!” La avvertì Harry.
    “Dieci minuti per l’Eterion, eh?” Commentò lei. “Dopodiché questa torre infernale sarà rasa al suolo.”
    “L’Eterion, dite?” Disse Gerard, per poi mettersi a ridere.
    “Sembri un po’ troppo tranquillo… Non sarà tutto un bluff, vero?”
    Gerard continuò a ridere, per poi togliersi il cappuccio, rivelando il tatuaggio e i capelli blu, mostrando così un volto gemello a quello di Sieglein.
    “No… L’Eterion sarà lanciato, eccome!”
    Erza fece sparire una spada, per poi alzare verso l’alto quella rimanente.
    “Ora sono più tranquilla.” Asserì. “Dieci minuti! Devo trattenerti solo dieci minuti… e poi sarà tutto finito!”
    “No, sarete voi a morire!” Replicò divertito Gerard. “Harry Potter diventerà la vittima per Zeref! E tu sarai la prima a vedere il nuovo mondo. È già tutto finito! È il destino!”
    “Destino? Anche tu credi a queste idiozie?” Chiese Harry, riuscendo ad alzarsi in piedi. “Perché i cattivi usano sempre il destino come scusa?”
    “Tu non ci credi, vero? Bene allora!” Ribatté Gerard, schioccando le dita e sciogliendo la magia che lo immobilizzava. “Forza! Affrontatemi insieme! Vediamo se così riuscirete a vincere!”
    Harry si massaggiò le braccia indolenzite, per poi tendere in avanti la mano, evocando la sua spada.
    “Fortuna che non ho usato troppa magia per tentare di liberarmi.” Rifletté, portando l’arma di fronte a sé. “Almeno potrò combattere liberamente.”
    “Fatevi sotto.” Li invitò Gerard, sorridendo.

    ~~~~~~~~~~~



    “C-Come possiamo andarcene?!” Domandò incredulo Neville. “Non possiamo abbandonare Harry ed Erza!”
    “Sono perfettamente in grado di farcela da soli. È meglio se restiamo in disparte questa volta.”
    “Non possono farcela contro Gerard!” Esclamò Shimon, furibondo.
    “Non sottovalutarli, idiota!” Replicò Natsu.
    “Non capisci!” Obiettò l’altro, prendendolo per la sciarpa. “Non è una questione di forza o di magia!”
    “Di cos’altro si tratta?” Chiese Paciock, inarcando un sopracciglio.
    Shimon abbassò lo sguardo. “Erza… Erza vuole salvare Gerard. Ne sono sicuro! Non può odiarlo! Semplicemente non può! E Harry non le andrà contro! Probabilmente hanno deciso di trattenerlo il tempo necessario perché l’Eterion colpisca questo posto! E Gerard lo sa bene…”
    Natsu spalancò lentamente gli occhi.
    “Dovete aiutarli!” Li supplicò.
    “Vogliono… Vogliono sacrificarsi?!” Domandò spaventato l’erede della spada di Grifondoro, con gli occhi che tremavano.
    “Perché non l’hai detto subito?!” Urlò invece Natsu, liberandosi della presa e girandosi, per poi avvolgersi con le fiamme. “Dove si trovano?!”

    ~~~~~~~~~~~



    Gerard saltò all’indietro, evitando le due spade, che si scontrarono tra di loro non trovando l’obiettivo.
    “Sette minuti.” Disse. “Ancora sette minuti e l’Eterion si abbatterà su questo posto.”
    “Allora il tempo che dobbiamo trattenerti è diminuito ancora.” Osservò Harry, per poi alzare la mano libera contro di lui, lanciandogli diverse sfere dei cinque elementi, che Gerard distrusse evocando delle creature d’ombra, che si sacrificarono per difenderlo.
    Contemporaneamente alzò una mano, scagliando indietro i due avversari, che andarono a sbattere contro delle colonne, distruggendole con la forza dell’urto. Senza fermarsi un solo momento, i due Classe S cominciarono a saltare sui detriti, tornando alla loro posizione originale.
    “Ora ti metti anche a distruggere con le tue mani la torre che hai costruito?” Chiese beffarda Erza, cercando di colpirlo con la spada, solo per trovare uno spazio vuoto di fronte a sé.
    “Cosa vuoi che siano uno o due pilastri? Sono solo decorazioni.”
    “Per quelle ‘decorazioni’, hai usato e ingannato centinaia di persone! Tra cui quelli che una volta chiamavi amici!” Urlò Majutsu, lanciandogli contro alcuni pezzi delle macerie, nella speranza vana di distrarlo a sufficienza per trovare una falla nella sua difesa.
    “Quanto siete noiosi…” Sbuffò lui, cominciando a creare in una mano una sfera d’energia. “La cosa più importante è il Sistema-R! Per quello è valsa la pena di lavorare in questi anni!”
    Detto ciò scagliò la sfera contro Erza, che alzò la spada per difendersi, ma la magia mutò forma, trasformandosi in decine di ombre che l’avvolsero, bloccandola.
    “E ora resta fer-” Cominciò, poco prima di vedere le creature scomparire sotto la spada di Harry.
    Titania, di nuovo libera, saltò subito contro il loro avversario, riuscendo finalmente a colpirlo sul petto con la lama.
    “C-Cos-?” Balbettò Gerard, per poi ritrovarsi sdraiato a terra, con la ragazza che lo teneva bloccato con le gambe, seduta su di lui e con la spada puntata sul suo collo.
    Passò qualche secondo in silenzio.
    “Qual è il tuo vero obiettivo?” Chiese Harry.
    “Prego?”
    “Non è vero che hai completato il Sistema-R.” Continuò Erza. “Abbiamo fatto delle ricerche. È vero che la struttura e il principio sono gli stessi della versione precedente… ma nel tuo Sistema-R manca una cosa fondamentale.”
    “Ve l’ho detto… userò Harry come vittima sacrificale.”
    “Non è solo quello.” Rispose il diretto interessato, sedendosi per terra e conficcando la spada nel pavimento. “Io da solo non sono sufficiente. Ciò che ti manca… è la magia.”
    “Proprio così. Per attivare una formula di tale portata serve un potere magico immenso, pari a due miliardi e settecento milioni di unità di idee. Un potere tanto grande che forse non basterebbero nemmeno tutti i maghi del continente per ottenerlo.”
    “Quindi, figuriamoci se tu da solo puoi concentrare tanto potere in questo posto.”
    Gerard restò in silenzio ad ascoltarli.
    “Senza contare che il Consiglio sta per distruggere questa torre e tu non stai provando nemmeno a scappare. Quali sono le tue vere intenzioni?”
    “Tre minuti all’Eterion.” Si limitò a dire.
    “Lascia perdere Erza.” Sospirò Harry. “Non ci dirà nulla. Vattene, ci penserò io a non farlo scappare.”
    Titania scosse la testa. “No… è un mio problema. Dovresti essere tu ad andartene.”
    “In tre minuti non avrei alcuna possibilità. Tu con le tue armature invece-”
    “Non ho più nessuna armatura in grado di aiutarmi. Sono state distrutte nella mia battaglia precedente.” Lo interruppe lei.
    “Allora temo resteremo tutti e tre qui ad aspettare l’inevitabile. Nemmeno Dobby può venire ad aiutarci.”
    “…Va bene anche così.” Commentò Gerard. “Almeno sarò nuovamente libero.”
    “Libero?” Ripeté Harry, guardandolo.
    “Il fantasma di Zeref si è impossessato del mio corpo. Posso parlare liberamente, ma non ho il controllo delle mie azioni. Sono un semplice fantoccio per resuscitarlo. Mi sono arreso ai fatti e non mi sono opposto.”
    “Sei stato… posseduto?” Riassunse Erza, fissandolo incredula.
    “Non sono riuscito a salvare me stesso… e non c’era nessuno in grado di farlo. Il paradiso… così come la libertà… non ci sono mai stati.” Rispose, sorridendo triste. “Era tutto finito prima ancora di cominciare.

    ~~~~~~~~~~~



    “Non possiamo attendere oltre!” Urlò Wally a Hermione, mentre saliva su una barca. “Ormai è questione di un minuto!”
    “Ma gli altri…” Fece lei, girandosi a guardarlo.
    “Non vorrebbero che tu morissi per aspettarli! Conoscevano i rischi! Credi che a noi faccia piacere abbandonare Shimon e Erza?!” Le gridò Sho.
    Hermione chiuse le mani a pugno, voltandosi a guardare la torre, mentre le nuvole sopra essa cominciavano a spostarsi, come a creare un passaggio.
    “…e va bene… perdonatemi…” Mormorò, per poi correre sull’imbarcazione, che lasciò subito la riva, allontanandosi a tutta velocità.

    ~~~~~~~~~~~



    “Tutte le manovre preliminari al lancio dell’Eterion sono state completate!” Avvertì un mago. “Aprite il Satellite Square!”
    Supplica.
    Supplica.
    Supplica.
    Yajima fu l’unico a non dire quella parola, osservando con puro odio Sieglein.

    ~~~~~~~~~~~



    “Guardate!” Esclamò Happy, indicando il cielo.
    Sopra la Torre del Paradiso apparve un gigantesco cerchio magico, che cominciò a emanare una fortissima luce.
    “Q-Quello è l’Eterion?” Chiese spaventato George.
    “No…” Rispose Gray. “Quella è solo la prima fase. Dicono che l’Eterion sia devastante… Dobbiamo allontanarci più velocemente!”

    ~~~~~~~~~~~



    La stanza dove si trovavano i tre maghi cominciò a venire illuminata dalla magia definitiva.
    “Sapevo che il Sistema-R non poteva essere completato.” Continuò Gerard. “Ma il fantasma di Zeref non mi permetteva di smettere.”
    I due maghi di Fairy Tail lo fissarono in silenzio.
    “Ormai… è troppo tardi. Io sono solo uno strumento guasto. Avete vinto voi. Ora Erza… uccidimi.”
    Titania spalancò gli occhi, mentre per un istante, la sua mente sostituì il Gerard davanti a lei con quello che conosceva da bambina.
    Ma i suoi pensieri furono interrotti da un devastante rombo sopra di loro.
    “Non posso nemmeno sporcarmi le mani… Questo rumore indica che hanno già aperto il Satellite Square nella porzione di cielo sopra la torre.”
    “È finita.” Commentò Harry, osservando la compagna gettare via la spada e liberare Gerard. “Non possiamo più fuggire in alcun modo.”
    “Abbassate facilmente la guardia, eh?”
    “Ha importanza?”
    “È colpa mia se ho perso contro la mia stessa debolezza. Dentro di me non sono mai riuscito a tollerare il divario tra gli ideali e la realtà.” Continuò il blu, facendo cadere il suo tipico sorriso.
    Majutsu si alzò, avvicinandosi ai due e lasciandosi cadere nuovamente a terra. “Siamo solo uomini. È normale cedere alle nostre debolezze.” Fece, per poi sbuffare. “E io che credevo che sarei morto per sconfiggere Voldemort… Di certo non pensavo che Zeref potesse causare la mia fine.”
    “Harry…” Mormorò Erza, guardandolo. “Mi dispiace… se non ti avessi raccontato nulla-”
    “Avrei demolito questa torre per raggiungerti.” Rispose lui, ridacchiando. “Non avrei mai potuto abbandonarti, Erza. Tu sei stata la mia prima amica… e poi io…”
    Harry restò in silenzio, per poi scuotere la testa.
    “Quindi questa sarà la fine dei tre maghi più promettenti, eh?” Fece Gerard. “Beh, suppongo di dovervi ringraziare. Almeno alla fine, sono tornato in me… Ora che sta per finire tutto, Zeref se n’è andato.” Mentre diceva ciò, la luce si fece più forte.
    “Grazie.” Disse il mago dai capelli blu.

    ~~~~~~~~~~~



    Supplica alla Luce sacra!” Urlarono i maghi. “Largo all’Eterion!
    Dai cerchi magici scaturì un fascio di energia, che si diresse verso il cielo, per poi scomparire, riapparendo sopra la Torre del Paradiso.
    “Q-Quello è l’Eterion?!” Balbettò Ron, tremando.
    “È ancora più grande della Fairy Law… Quindi è davvero così potente?” Mormorò Fred.
    Prima che potessero dire altro, il raggio si diresse verso la torre, scendendo rapidamente.

    ~~~~~~~~~~~



    “Questa luce…” Fece Shimon, abbandonandosi contro un muro. “Non ho fatto in tempo…”

    ~-~-~-~


    “Presto!” Urlò Natsu, correndo assieme a Neville su per le scale.

    ~-~-~-~


    Gerard ghignò, approfittando della luce per non essere visto da nessuno.

    ~~~~~~~~~~~



    Con un fragore indescrivibile, l’Eterion si abbatté sull’edificio, provocando un’onda d’urto che distrusse l’imbarcazione su cui si trovavano i maghi di Fairy Tail, oltre a provocare uno tsunami alto decine di metri attorno all’isola.
    L’interno della Torre si riempì di luce, costringendo anche Natsu e gli altri a chiudere gli occhi.

    ~~~~~~~~~~~



    Juvia aveva fatto appena in tempo a creare un’enorme bolla d’aria per proteggere tutti quanti.
    “Non… Non siamo riusciti a scappare?” Domandò Luna, riprendendo i sensi, osservando l’immensa colonna di luce di fronte a loro.
    “Quello è l’Eterion…” Osservò Gray, deglutendo.

    ~~~~~~~~~~~



    “L’Eterion ha colpito il bersaglio! Ripeto, l’Eterion ha colpito il bersaglio!”
    “Presto, controllate se l’obiettivo è stato distrutto completamente!”
    “Densità di fusione dell’Eterion in aumento!”
    “Si prevedono anomalie climatiche!”
    Il capo del Consiglio si massaggiò il ponte naso. “Quante persone ci saranno state dentro la torre?”
    “Abbiamo impedito che Zeref resuscitasse. Le vittime sono parte dello scotto che dobbiamo pagare.”
    “Per quanto si è trattato di un giusto atto… niente potrà consolare le famiglie delle vittime…”
    “Vittime?” Risuonò una voce, poco prima che Klaun apparisse di fronte a loro, sorridendo sotto la maschera. “Quali vittime?”
    Tutti i maghi si girarono verso di lui.
    “E tu chi sei?!” Esclamò un membro del Consiglio.
    “Nessuno di importante… sono qui solo per ringraziarvi di aver lanciato l’Eterion. Proprio come avevamo pianificato.”

    ~~~~~~~~~~~



    La luce dell’Eterion si affievolì, fino a sparire del tutto, lasciando solo un’enorme nube di fumo attorno al luogo in cui si trovava la torre.
    “Pazzesco…” Sussurrò Lucy.
    “Una simile quantità di magia… credevo fosse impossibile…” Commentò Hermione, tremando e facendo scomparire il suo incantesimo. “Non sono nemmeno riuscita a quantificarla completamente… Harry e gli altri sono… sono…”
    “Aspettate!” Esclamò Fred, indicando la nube. “Che cos’è quello?!”

    ~~~~~~~~~~~



    “Cosa?” Fece Harry, guardandosi attorno, mentre il fumo si dissipava.
    “Siamo vivi?” Disse Erza, guardandosi le mani, mentre Gerard si alzava in piedi.
    “Ah…”
    “Gerard…?”
    “Che cos’hai fatto, Gerard?!” Urlò Majutsu, saltando in piedi e quasi scivolando sul cristallo.
    Il blu a quel punto scoppiò a ridere.

    ~~~~~~~~~~~



    “Non è possibile!” Esclamò uno dei maghi che stava monitorando l’Eterion, spostando l’attenzione su di sé. “Nel punto dell’esplosione c’è qualcosa che neutralizza l’Eterion…”
    “La densità di fusione sta diminuendo drasticamente!”
    “Deve trattarsi di un accumulo di energia esterno!”
    “Gli strumenti sono impazziti!”
    “Che cosa succede?”
    “Ripristinate l’immagine!”
    “Che cosa hai fatto?!” chiese il capo del Consiglio, guardando Klaun.
    “Io? Io non ho fatto nulla. Siete stati voi a condannarvi.” Rispose lui, per poi guardare Sieglein.

    ~~~~~~~~~~~



    “La Torre… è ancora in piedi?” Fece sorpresa Juvia, osservando l’edificio riemergere dal fumo grigio.
    Ma fu subito chiaro che c’era qualcosa di diverso: sotto i mattoni c’era qualcosa che brillava.
    “Questo significa… che stanno bene? Vero?” Chiese Lucy.

    ~~~~~~~~~~~



    “Questi… Questi sono cristalli…” Osservò Neville, rialzandosi assieme a Natsu, notando che attorno a loro sia il pavimento sia le mura erano mutate, e ora li riflettevano come se fossero degli specchi.
    “Che diamine sta succedendo?”

    ~~~~~~~~~~~



    “Sono vivo?” Si chiese Shimon. “L’Eterion si è schiantato… com’è possibile?”

    ~~~~~~~~~~~



    Gerard continuò a ridere, mentre i due maghi recuperavano le loro armi. “Finalmente…” Disse, spegnendo la propria risata, ma non si privò mai del folle sorriso che gli deformava il volto. “Finalmente è giunto il momento!”
    “Tu…”
    “Sorpresi?” Domandò, per poi spalancare le braccia. “Questa è la vera forma della Torre del Paradiso!” Dichiarò. “Lacrima, cristalli magici giganti!”
    “No… Non può essere…” Disse Harry, guardandosi intorno con occhi tremanti.
    “E grazie all’Eterion scagliato dal Consiglio della Magia, sono riuscito ad assorbire i due miliardi e settecento milioni di idee! Ora il Sistema-R è completo!”

    ~~~~~~~~~~~



    Di fronte ai maghi dell’ERA apparve l’immagine della Torre del Paradiso.
    “L’obiettivo è ancora integro…” Fece incredulo uno degli addetti.
    “N-No…! Quella è…”
    “Una Lacrima enorme che ha assorbito l’intero potere dell’Eterion.” Completò Klaun. “Ora puoi andare.”
    Yajima si voltò a guardare Sieglein. “Sieg! Sei stato tu a insistere! Che cosa significa tutto questo?!”
    Ma sotto lo sguardo incredulo di tutti, l’uomo scomparve nel nulla, come se non fosse mai esistito.
    “Quel burattino ha esaurito il suo compito.” Disse Klaun, ridacchiando. “Avete fatto così tanto per fermare Gerard… e avete preso ordini direttamente da lui.”

    ~~~~~~~~~~~



    “Ci hai ingannati!” Urlò furiosa Titania.
    “Facevi tenerezza, Erza.” Commentò una nuova voce alle spalle dei due maghi, che si voltarono, spalancando gli occhi.
    “Cosa…?”
    “Neanche Gerard poteva ottenere tutto quel potere. Me la sarei vista brutta, perciò non avevo altra scelta che ingannarvi.” Fece il membro del Consiglio, avanzando verso di loro.
    “Sieglein?!” Esclamarono assieme i due membri di Fairy Tail, mentre lui li superava, affiancandosi a Gerard.
    “Che cosa ci fai qui?!” Gli chiese la rossa.
    Sieg sorrise. “Mi ricordo la prima volta che ci siamo incontrati, Erza. Tu e Makarov eravate venuti a fare rapporto, vero? Mi hai attaccato, scambiandomi per Gerard.”
    “Beh, visto che a quanto pare siete gemelli, direi che è stato un errore comprensibile.” Disse sprezzante Potter. “E forse avrebbe dovuto eliminarti…”
    “Invece quando le ho detto chi ero, si è calmata… sebbene abbia continuato a mostrare ostilità nei miei confronti. Ostilità che ha condiviso con te, Harry.”
    “Come potevo non disprezzarti?!” Urlò Titania. “Tu, come suo fratello, acconsentivi alle sue malefatte! E non solo! Mi tenevi pure d’occhio!”
    “Ecco dove ho sbagliato.” Ammise Sieg. “Avrei fatto meglio a dire che volevo uccidere Gerard o qualcosa del genere…”
    Poi si rivolse al fratello. “Una volta entrato nel Consiglio della Magia, ho commesso l’errore di non essere venuto a trovarti.”
    “Non c’è niente di peggio di una scusa inventata al momento…” Replicò lui, sorridendo.
    “Allora… eravate davvero in combutta.” Constatò Erza.
    I due blu si girarono a guardarli.
    “In combutta?” Ripeté Sieg. “Non esattamente.” Poi divenne trasparente, andando verso Gerard, finché non scomparve completamente.
    “Noi siamo la stessa persona… sin dall’inizio.”
    Harry e Erza spalancarono gli occhi, increduli.
    “I… Impossibile!”
    “Un’entità psichica?!”
    “Esatto.” Confermò Gerard. “Sieglein e io siamo la stessa entità.”
    Titania fece per parlare, ma Harry la fermò con la spada.
    “Quindi avevi previsto tutto questo… Sei entrato nel Consiglio per giungere a questo giorno! Per ordinare tu stesso di lanciare l’Eterion!”
    Gerard sorrise, per poi indicare la rossa.
    “Ti sei goduta la tua finta libertà?” Le chiese. “Era tutta una messa in scena per far resuscitare Zeref.
    “Tu…” Sputò la ragazza, stringendo con maggiore forza l’elsa della spada. “Quante persone hai ingannato per vivere?!”
    Gerard non rispose, limitandosi ad aprire e chiudere più volte la mano destra.
    “Il mio potere… Il mio potere magico è tornato.” Decretò, fissandoli. “E ora… Zeref resusciterà!”




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    Ed eccomi qui con il nuovo capitolo!
    Ora, probabilmente questo sarà l'ultimo capitolo per quest'anno. Ma non temete: il nuovo anno porterà parecchie novità nella storia.
    Perciò concludo augurando a tutti voi un buon Natale e un felice anno nuovo!
     
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    Capitolo 49: Impedire l'attivazione del Sistema-R a tutti i costi! - Torna all'indice dei capitoli
    “Hai una vaga idea di quello che avete fatto?!” Urlò il capo del Consiglio a Klaun. “Ora nella Torre del Paradiso si sono accumulati due miliardi e settecento milioni d’idee! Tutta quella magia condensata nello stesso posto esploderà!”
    “Non se quell’energia verrà usata subito. Vedete… Zeref sta per tornare in vita… proprio grazie al vostro Eterion.”
    Yajima lo guardò tremando. “Shiamo fregati…” Mormorò, deglutendo. “Shiamo fregati! Dannazione!”
    “Non avrei saputo scegliere parole più adatte.” Replicò divertito Klaun. “E con il Sistema-R, forse potrò fare qualcosa anche per un altro mago… anche se in fin dei conti non credo ne valga la pena. Per quanto malvagio e potente, non è nulla in confronto a Zeref.”
    “Credi davvero che ti lasceremo andare via così?!” Esclamò uno dei membri, fermandosi quando il pavimento sotto di lui iniziò a riempirsi di crepe.
    “Che cosa sta…?” Cominciò a chiedersi uno dei maghi, poco prima che un pezzo di soffitto lo mancasse di pochi centimetri.
    “Questa… Questa è la magia perduta… l’Arca del Tempo!” Affermò un altro, per poi voltarsi verso Urrutia, che se ne stava in piedi in mezzo alle macerie, tenendo le braccia aperte.
    “Ultia! Anche tu?!”
    “Oh, lei più di tutti.” Rispose Klaun, raggiungendola. “Dopotutto, è stata lei a contattarmi.”
    “Ora l’Eterion è inutilizzabile.” Fece lei, sorridendo. “Tutto per Sieg… Anzi, Gerard. In questo momento, il suo sogno di gloria… si può avverare.”
     
    ~~~~~~~~~~~


    “Non va bene…” Commentò Sho, osservando la nuova forma della torre. “Quello è il Sistema-R!”
    “Che cosa?!” Esclamò incredula Hermione. “Quindi era l’intera torre a esserlo? Credevo fosse solo una via per canalizzare la magia!”
    “No.” Replicò Wally. “Quello è il vero aspetto del Sistema-R che abbiamo costruito… ed è in funzione.”
    “È in funzione?!” Ripeté Lucy, guardandoli. “Questo significa che Zeref ora può davvero resuscitare?!”
    “Non lo so…” Ammise Sho. “Nessuno di noi l’ha mai visto attivo in precedenza…”
    “Questo perché era incompleto.” Rispose Luna, seria. “Il Sistema-R non era mai stato completato prima di oggi. E ora che ha assorbito l’Eterion… è pronto a riportarlo in vita.”
    “E tu come fai a saperlo?” Chiese Ron.
    “Una mia fata è riuscita a sentire Gerard che lo diceva, ma ora è andata distrutta e non riesco a crearne altre per via di tutta l’energia magica presente nell’aria. Anche la smaterializzazione mi è impossibile per ora.”
    “Dannazione!” Urlò Gray. “Questo significa che non possiamo fare nulla?”
     
    ~~~~~~~~~~~


    Harry ed Erza volarono indietro, sotto la forza ritrovata del loro avversario.
    “Beh, che cosa vi succede? Dov’è finita tutta la vostra energia?” Domandò Gerard. “Non mi direte che l’avete già esaurita.”
    Titania si rialzò, facendo apparire una spada dalla lama larga oltre venti centimetri, che impugnò senza alcuna difficoltà.
    “Gerard!” Chiamò, cercando di colpirlo ma trovando una barriera a ostacolarla.
    “Non la passerai liscia!” Affermò Potter, poggiandosi alla propria arma per riprendere fiato. “Il Consiglio della Magia avrà già scoperto il tuo piano e-”
    “Urrutia e Klaun a quest’ora lo avranno già distrutto.” Lo interruppe il blu, senza scomporsi. “Mi sono stati molto utili, ma ora anche loro hanno esaurito la loro funzione. Quando Zeref tornerà in vita, anche loro diventeranno parte del paradiso. Dopotutto, in paradiso tutte le persone si fondono in una sola entità… Bisogna proprio avere paura della morte.”
    “Maledetto!” Sputò Majutsu, per poi andargli incontro. “Non hai proprio uno straccio di coscienza?!”
    Ma si bloccò a metà attacco, di nuovo immobilizzato dallo stesso incantesimo che Gerard aveva usato in precedenza.
    “Harry!” Urlò Erza, facendo per andare in suo soccorso, solo per scoprire che anche lei non poteva muoversi.
    “I miei Blind Snake non vi permetteranno d’interferire ulteriormente.” Spiegò Gerard, per poi avvicinarsi a Harry, togliendogli la spada di mano e lanciandola lontano. “Ora ho l’energia magica necessaria per attivare il Sistema-R, e anche la vittima sacrificale per resuscitare Zeref è qui. I giochi sono finiti.”
    “Maledetto…” Disse Majutsu, guardandolo con puro odio. “E pensare che ti ho pure creduto prima…”
    “Questa Lacrima è dotata di una riserva di due miliardi e settecento milioni d’idee. Fonderà il tuo corpo… che verrà poi scomposto per ricostruire quello di Zeref.” Dicendo ciò afferrò Harry per i vestiti, per poi lanciarlo contro uno dei cristalli.
    Con sorpresa del moro, invece di sbatterci contro, la superficie sembrò farsi liquida e cominciò ad assorbirlo al proprio interno. Immediatamente un bruciore lo pervase per tutto il corpo, costringendolo a urlare.
    “Harry!” Chiamò ancora la ragazza, osservando la scena incapace di agire e cercando di liberarsi.
    “Tranquilla. Anche tu lo seguirai a breve.” Informò Gerard, guardandola. “Dopotutto, ho promesso a Harry che avrei riportato in vita i suoi genitori. Ti userò per sua madre. Mi sembra uno scambio equivalente.”
    “Non osare!” Gridò Majutsu, cercando di uscire dal cristallo. “Non metterai un solo dito addosso a Erza!”
    Gerard si portò una mano sotto il mento per riflettere. “In effetti, tecnicamente sarà il tuo corpo a farlo… Visto che credo lascerò a Zeref questo piacere.”
    Harry digrignò i denti furioso. “Gerard!!!” Urlò, per poi chiudere gli occhi quando una palla di fuoco lo superò, colpendo il ragazzo e costringendolo ad arretrare.
    “Vi lascio soli qualche ora e vi ritrovo così?” Chiese Natsu, prendendo Harry per un braccio e tirandolo fuori dalla Lacrima, mentre Neville recuperava la sua spada dal pavimento.
    “Natsu! Neville!” Esclamò sollevata Erza, mentre sentiva il Blind Snake sciogliersi, probabilmente per via del colpo che aveva ricevuto il suo proprietario.
    “Voi…” Fece Gerard, rialzandosi.
    “Erza e Harry sono maghi di Fairy Tail!” Dichiarò Natsu, guardandolo. “Non li lasceremo nelle tue mani!”
    “Quindi è lui Gerard.” Osservò Neville, restituendo la spada a Harry, che annuì.
    “Non è la copia esatta di quel Sieg?” Domandò Salamander.
    “Sieg era il frutto di una sua magia.” Rispose Erza, raggiungendoli. “Erano la stessa persona.”
    “Come la tecnica di Naruto?”
    “Più complicata, ma simile come funzionamento.” Riassunse Potter, alzando la spada. “Ma rimandiamo a dopo le chiacchiere. Insieme abbiamo qualche possibilità di farcela.”
    Dragonil guardò Paciock, che annuì.
    Insieme spinsero indietro i due amici, per poi avvolgerli con delle radici spesse una ventina di centimetri.
    “Cosa-?”
    “Voi siete i suoi obiettivi, no?” Disse Natsu, sorridendo. “Perciò questa volta ve ne starete da parte.”
    “No!” Protestò Titania. “È compito mio sconfiggerlo!”
    “Noi non siamo riusciti a fargli nulla di grave, e voi siete già feriti!” Aggiunse Harry, cercando di tagliare le radici, senza ottenere alcun risultato.
    “Mi spiace, ma ho approfittato di questi cristalli per rinforzare le mie piante.” Spiegò Neville, per poi evocare la sua spada. “Perdonateci…”
    “Per piacere, ascoltateci! Voi non avete idea di quanto sia forte!” Ribadì la ragazza. “Vi ucciderà!”
    “Dimentichi che siamo maghi di Fairy Tail.” Replicò Natsu.
    “Ma voi non potete… Non potete farcela…” Mormorò lei, crollando in ginocchio, con le lacrime all’occhio. “Gerard è… un mostro…”
    Harry la guardò in silenzio.
    Dall’altra parte delle radici, Natsu e Neville continuavano a fissare Gerard, che sorrise beffardo.
    “Così volete affrontarmi da soli, eh?”
    “Non ti lasceremo far loro del male! Per te va bene usare uno qualsiasi di loro due per resuscitare Zeref, no?”
    “A essere sincero, mi va bene chiunque. La mia prima scelta è ricaduta su Erza per punirla di non avermi seguito, poi quando ho scoperto del potere di Harry, ho cambiato idea. Usando lui, Zeref tornerà ancora più forte di prima. Questo e l’altro mondo cadranno ai nostri piedi, e finalmente i deboli verranno eliminati.”
    Neville chiuse la mano libera in un pugno, mentre l’altra stringeva con maggiore forza la spada.
    “Perché? Perché le persone non possono vivere in pace tra di loro?” Domandò. “Non ci sono deboli e forti. Ci sono solo esseri viventi!”
    “Basta con i moralismi.” Replicò Gerard. “Proprio voi, che a tradimento avete impedito ai vostri compagni di gilda di combattere, volete farmi una ramanzina?”
    “Erza… sta piangendo.” Disse Salamander, attirando l’attenzione di tutti. “Quello che le hai fatto… e che stai continuando a farle… è imperdonabile.”
    I capelli del Dragon Slayer si alzarono verso l’alto, mentre diverse fiammate lo avvolsero, formando attorno a lui una specie di aura di fuoco.
    “Per colpa tua la tranquillità di Fairy Tail è saltata! Ed è per ripristinarla che io combatto!”
    “Interessante.” Commentò Gerard, per nulla impressionato. “Vediamo di cos’è capace la magia del drago.”
    Non appena ebbe detto ciò, Natsu saltò verso di lui, avvolgendo le fiamme attorno al suo pugno.
    Gerard riuscì a schivarlo solo per pochi centimetri, ma prima che potesse reagire, il rosato lo colpì con un calcio sul volto, facendolo volare via. Non soddisfatto, gli corse dietro, affondando un pugno nel suo stomaco, seguito da una raffica di altri pugni che impedirono all’avversario di fare qualsiasi cosa.
    Attacco Alato del drago e Gancio-Artiglio!” Urlò, colpendolo con due fiammate che lo fecero volare a terra.
    Natsu si fermò di fronte a lui, cominciando subito ad aspirare una grande quantità d’aria.
    Bocca di Cannone… del Drago!” Urlò, creando un’onda di fuoco alta una decina di metri, che colpì in pieno Gerard.
    Neville nel frattempo restò immobile al suo posto, guardando incredulo la scena. “N-Non credo di poter fare molto per aiutarlo…”
    “No.” Disse Harry, che aveva assistito a tutta la scena grazie a uno spiraglio. “Non è ancora finita.”
    Infatti, come da lui annunciato, Gerard uscì indenne dalle fiamme, con solo i vestiti bruciacchiati.
    “Tutta qui la tua forza?” Chiese sorridendo a Natsu, che digrignò i denti. “Prima di ucciderti, avrei voluto provare almeno una volta la forza di un Dragon Slayer… ma così non fai nemmeno paura.”
    Neville deglutì, per poi alzare la spada.
    “No, Neville!” Gridò Majutsu, non potendo però impedire all’amico di partire all’attacco.
    “Prendi questo!” Urlò, cercando di colpirlo con la spada.
    Ma Gerard la fermò semplicemente con la mano. “Una bella spada… peccato che sia in mani incapaci di usarla a dovere.” Disse, per poi scagliare via Paciock con un semplice impulso di energia magica.
    “Neville!” Chiamò preoccupato Dragonil, vedendolo volare contro uno dei cristalli, che si ruppe sotto l’urto. “Maledetto-”
    “Avete osato intralciare il rituale…” Lo interruppe Gerard. “Ora diventerete la polvere della mia Magia Celeste.”
    Dicendo ciò si lasciò avvolgere dall’energia magica, per poi saltare verso il Dragon Slayer.
    Meteora!” Esclamò, superandolo con uno scatto di velocità e colpendolo alla schiena, per poi tornare davanti e dargli una ginocchiata sul mento.
    “C-Come… Come fa… a essere così veloce?” Si chiese Neville, vedendo solo una scia di luci al posto dell’avversario.
    Questi a un certo punto deviò, andando nella sua direzione e colpendolo in pieno sul braccio. Paciock urlò, mentre si sentivano distintamente le ossa rompersi per la forza del colpo. Sotto gli sguardi impotenti di Harry ed Erza, Gerard cominciò a colpire i due avversari quasi alla velocità della luce, infliggendogli decine di ferite.
    “Fermati, Gerard!” Urlò Titania disperata.
    “È la fine.” Disse lui, alzandosi in volo sopra i due maghi che giacevano a terra esanimi. “Ora osservate in cosa consiste la vera magia. Che le stelle possano giudicarvi.”
    “Spostatevi!” Gridò Harry, continuando a colpire le radici. “Dannazione! Perché non si rompono?!”
    Spada delle Sette Stelle!” Asserì Gerard, scagliando un raggio d’energia magica che colpì in pieno i due ragazzi, provocando un’esplosione di tale potenza che anche le radici di Neville scomparvero, così anche i due rimanenti maghi vennero coinvolti nell’attacco.
     
    ~~~~~~~~~~~


    I maghi di Fairy Tail alzarono lo sguardo verso la cima della Torre del Paradiso, da cui giunse il forte rumore di un’esplosione, seguito da una grande nuvola di fumo grigio, poi la struttura perse alcune parti, che caddero in acqua, creando un mucchio di macerie tutt’intorno.
    “Che cosa starà succedendo lassù?” Si chiese Gray, mentre Hermione attivava la sua magia, facendo apparire una copia olografica dei loro amici, affiancata da diversi dati.
    “Riesco solo a monitorare i loro valori base…” Disse, deglutendo. “E tutti sono a livelli critici…”
    “E Shimon?” Domandò Miriana, preoccupata. “Riesci a sapere anche di Shimon, miao?”
    La ragazza annuì, facendo apparire anche i dati relativi a lui.
    “Sembra stia bene, ma anche lui pare aver riportato diverse ferite… Dobbiamo trovare un modo per raggiungerli.”
    “Le onde sono ancora troppo forti.” Rispose la maga dell’acqua. “Nemmeno Juvia può superarle, per ora.”
     
    ~~~~~~~~~~~


    Gerard atterrò con un sorriso sul volto. Di fronte a lui il fumo iniziò a diradarsi e mostrò il corpo di Natsu seguito poco dopo da quello di Neville.
    Poco lontano da loro i due maghi di Classe S tentavano di rialzarsi.
    “È una magia con l’energia distruttiva di una meteora.” Spiegò il blu all’inconscio Dragon Slayer. “Siete fortunati a non essere stati disintegrati.” Dicendo ciò osservò il cratere che aveva preso il posto del pavimento della stanza. “Forse ho esagerato un po’. Non posso arrecare ulteriori danni al Sistema-R. La magia sta già cominciando a disperdersi.”
    Quindi si girò, e camminò verso Majutsu.
    “E ora, Harry, direi di riprendere da dove siamo stati interrotti.”
    Ma Gerard si fermò quando sentì qualcosa cadere vicino al suo piede, facendolo girare.
    Natsu si era alzato con le braccia, e gli stava lanciando contro alcuni frammenti delle macerie.
    Quando uno di questi lo prese, senza fargli il minimo danno, il Dragon Slayer ridacchiò.
    “Ti ho… colpito…” Mormorò soddisfatto, riuscendo ad alzarsi sulle ginocchia, ignaro del tic nervoso che stava venendo all’occhio destro del nemico. “Allora… questa torre… anzi, questo cristallo… non dev’essere danneggiato… eh?”
    “Sembra…” Aggiunse Neville, il quale però non riuscì a muoversi. “Che la buona sorte lo abbia abbandonato… Forza, Natsu…”
    “Non c’è bisogno… che tu me lo dica…” Rispose lui, per poi colpire il pavimento con un pugno rinforzato dalle fiamme.
    “Smettila!” Ordinò Gerard.
    “Purtroppo per te… noi di Fairy Tail… siamo bravissimi a fare danni…” Continuò Salamander, alzandosi in piedi. “Mi sento tutto un fuoco…” Sorrise, pulendosi con la mano il sangue che gli scendeva dalla bocca. “Mai stato così prima d’ora!”
    “Dannato moccioso! La farò finita in un istante! Ti pentirai di esserti rialzato!”
    “Sei bravo a fare la voce grossa.” Lo derise Natsu. “E allora forza, vieni a uccidermi!”
    Il mago della Magia Celeste sbuffò, per poi lanciargli contro diversi raggi di energia magica, che il Dragon Slayer evitò facilmente.
    “Fatti sotto!” Lo provocò, per poi essere colpito da una sfera di magia, che lo fece arretrare di diversi metri.
    Ma stavolta Natsu riuscì a resistere, riuscendo a fermare la sfera con le braccia, per poi lanciarla in alto, dove esplose.
    “Che c’è?” Domandò boccheggiando. “Hai paura di rompere la torre e ci vai piano? Non funziona così con me…”
    “Dannato ragazzino, quando la finirai di fare l’impudente?!” Replicò l’altro, lanciandogli contro un’onda d’urto magica, che riuscì a superare le difese di Salamander, facendo volare indietro.
    Ma senza arrendersi, il rosato tornò con i piedi a terra per poi fare subito un salto mortale.
    Fiamme splendenti del Drago!” Urlò, scagliando una sfera di fuoco gigante contro il pavimento, creando un piccolo cratere.
    “Natsu… vuole distruggere la torre…” Ansimò Harry, riuscendo a sollevarsi con le braccia. “Forse… Forse ce la può fare…”
    Gerard guardò livido il mago del fuoco di fronte a lui. “Ci ho messo anni a costruire tutto questo… e tu, maledetto…”
    “Natsu riesce appena a stare in piedi…” Osservò Erza in un soffio, riuscendo a rimettersi seduta.
    “Non ti perdonerò!” urlò Gerard, incrociando le braccia davanti a sé.
    Immediatamente fu circondato da una quantità enorme di magia, che cominciò a ruotare attorno a lui, generando un vento in grado di far indietreggiare tutti quanti, persino il corpo di Neville rotolò qualche passo più indietro.
    “Q-Questo potere magico…” Fece Natsu, portandosi un braccio davanti alla testa per proteggersi. “Non so perché, ma mi fa un pessimo effetto!”
    Dopo aver detto ciò, spalancò gli occhi, osservando la sua ombra allungarsi verso il centro di quel piccolo tornado.
    “Quest’incantesimo…” Sussurrò incredulo
    “Piomba nelle tenebre dell’inferno, Dragon Slayer!” Sentenziò Gerard, mentre Titania, riuscita ad alzarsi, corse davanti a lui, spalancando le braccia per far da scudo a Natsu.
    “Maledetto!” Esclamò. “Ti credi davvero capace di uccidermi?!”
    Gerard la fissò con occhi freddi.
    “Sono una candidata per il tuo sacrificio, no? Usa me allora, ma lascia andare via gli altri!”
    “È vero… potrei usare te… Ma come ho già detto, Harry mi è sufficiente. Grazie a lui, niente potrà fermarci. E ora, Erza, preparati a morire. Se ti può aiutare, sappi che ti ho davvero voluto bene.”
    “Erza, spostati!” Urlarono all’unisono Natsu e Harry, il quale stava ancora cercando di alzarsi, tenendosi una mano sulla cicatrice, che aveva cominciato a bruciargli da quando era stato attivato quell’ultimo incantesimo.
    “Non preoccupatevi.” Disse Erza. “Vi proteggerò io.”
    Magia degli astri… Altearis!” Pronunciò Gerard, creando una sfera di pura oscurità che scagliò contro i due
    “No!!!” Gridò Harry, forzando il proprio corpo e riuscendo finalmente ad alzarsi, per poi raggiungere di corsa la spadaccina e spingerla via.
    “Cosa?!” Esclamarono assieme lei e Gerard, poco prima che una devastante esplosione gli impedisse di vedere.
    “Harry!!!” Chiamò Erza, mentre Natsu guardava inorridito la scena.
    Quando il fumo dell’esplosione scomparve, Majutsu riemerse incolume, con gli occhi che tremavano.
    “Perché…” Mormorò, mentre la forma di Shimon usciva davanti a lui, fumante. “Perché l’hai fatto?!”
    “Shimon…” Sussurrò la rossa, incredula.
    “Er… za…” Chiamò lui, per poi cadere a terra.
    “Shimon!” Urlarono assieme Erza e Harry, andando subito in suo soccorso.
    “Tsk. Quel verme era ancora in giro?” Commentò Gerard, sospirando di sollievo per essere riuscito a non uccidere il suo sacrificio.
    “Perché Shimon?” Disse la Regina delle Fate, tenendolo per la testa. “Perché non sei scappato?!”
    Shimon sorrise. “M-Meno male… per una volta… sono riuscito… ad aiutarti…”
    “Non consumare le forze!” Avvertì Harry. “Devi resistere!”
    Shimon però non lo ascoltò, voltando la testa verso l’amica. “Tu eri… sempre… così dolce…” Ricordò, mentre la placca che gli copriva la mascella si ruppe, cominciando a scivolare via. “Harry… prenditi cura di lei… ne ha bisogno…”
    Majutsu chiuse gli occhi, annuendo.
    “Grazie… per tutto…” Disse. “Ti ho voluto… tanto bene… Erza…” Pensò, per poi chiudere gli occhi un’ultima volta.
    Titania sentì la testa dell’amico abbandonarsi tra le sue braccia, mentre il petto smise di muoversi.
    “No…” Mormorò, mentre le lacrime cominciavano a scendere dall’occhio sinistro. “NOOOOO!!!!!” Urlò disperata, mentre Harry si alzava, guardando Gerard con i suoi occhi verdi, che se avessero potuto uccidere probabilmente non avrebbero lasciato alcuna traccia del ragazzo di fronte a loro.
    “Shimon…” Sussurrò Neville, che aveva osservato la scena da lontano, incapace di muoversi.
     
    ~~~~~~~~~~~


    Hermione spalancò gli occhi, mentre la copia olografica di Shimon si disintegrava in migliaia di dati.
    “No…” Fece, portandosi una mano sulla bocca.
    “Che cosa succede?!” Chiesero subito gli altri, preoccupati per la sua reazione.
    “I valori di Shimon… Shimon è… morto…” Disse, non credendo alle sue stesse parole, facendo spalancare gli occhi a Sho, Wally e Miriana.
     
    ~~~~~~~~~~~


    Gerard scoppiò a ridere, portandosi una mano sul volto. “Patetico!” Esclamò divertito. “Davvero patetico! È morto senza un motivo…”
    Natsu chiuse le mani a pugno, mentre Erza continuava a urlare il nome dell’amico caduto.
    “Il copione non subirà variazioni! Nessuno uscirà vivo da questa torre!”
    “STA’ ZITTO!!!” Gridarono assieme Harry e Natsu, colpendolo in pieno volto con i loro pugni.
    “C-Cosa…?” Tentò di dire questi, spalancando gli occhi quando vide cos’avevano in mano i due maghi.
    “Quello è…” Fece Erza, fissandoli spaventata. “No, non lo fate!”
    Senza dire nulla, i due maghi sollevarono il pezzo di Lacrima con all’interno l’energia di Eterion: Natsu gli diete un morso, mentre Harry lo ridusse in polvere, per poi mandarla giù.
    Immediatamente vennero avvolti dall’energia magica, mentre le loro ferite cominciarono a rimarginarsi, senza lasciare alcuna cicatrice dietro di loro.
    Ciò che restava dei loro vestiti si ruppe in diversi punti sotto quell’onda di nuova energia, mentre i loro occhi diventavano bianchi.
    Poi Harry e Natsu lanciarono insieme un urlo spaccatimpani, provocando diverse crepe sotto di loro.
    “Hanno mangiato l’Eterion?!” Esclamò incredulo Gerard, mentre il vento provocato dall’aumento della magia minacciava di farlo indietreggiare. “Impossibile!”
    Poi l’aura attorno a Majutsu sembrò esplodere, disperdendosi e lasciando cadere a terra il moro. Tuttavia l’energia non andò perduta, ma si concentrò attorno a Natsu, aumentando la sua.
    Il Dragon Slayer cominciò a sputare, come se fosse stato colpito allo stomaco, mentre le vene sul suo volto si facevano più evidenti.
    “Che cos’avete fatto?!” Urlò Erza. “Nell’Eterion ci sono tutti gli elementi della magia! È come veleno!”
    “Non… se filtrato…” Rispose Harry con un filo di voce, appena udibile a causa delle urla di Salamander, che non si erano fermate. “Mi è costata quasi tutta la mia energia magica… ma sono riuscito a purificarlo parzialmente… Natsu può farcela.”
    A conferma di quelle parole, l’aura magica attorno al Dragon Slayer cominciò a mutare forma, prendendo l’aspetto di un drago, per poi confluire completamene nel suo corpo, sul quale apparvero delle squame rosse.
    “Ha davvero assimilato l’Eterion?!” Pensò Gerard, pochi istanti prima di venire colpito sotto il mento da Natsu, che lo fece volare in aria senza alcuna difficoltà.
    “È colpa tua…” Lo accusò, vedendolo cadere a terra, per poi raggiungerlo in un secondo, colpendolo allo stomaco e facendolo sprofondare nel pavimento. “Tu hai fatto piangere Erza!!!”
    Gerard non poté fare altro che urlare, mentre la Lacrima sotto di lui si frammentava pezzo dopo pezzo.
    “Shimon mi ha supplicato di aiutare Erza… Era il suo unico desiderio!”
    “Presuntuoso!” Replicò il blu, per poi usare Meteora per sfuggire all’attacco, fermandosi alle spalle del Dragon Slayer. “Non potrai stare al passo di questa velocità!”
    Natsu per tutta risposta si girò, usando un pezzo delle macerie per saltare e raggiungendolo immediatamente, lo colpì nuovamente alla pancia, facendolo volare attraverso il soffitto, sotto lo sguardo sorpreso di Erza e quello soddisfatto di Harry.
    “È… È assurdo!” Commentò Gerard. “Non posso perdere!” Affermò poi, ripensando ai giorni passati in schiavitù “Io costruirò un regno libero!”
    Dicendo ciò cominciò a saltare per evitare gli attacchi di Dragonil. “Quando ero in preda al dolore e al terrore, Zeref mi ha parlato… Mi ha chiesto se volessi la vera libertà!” Urlò. “Proprio così! Io sono l’unico in grado di sentire Zeref! Io sono il prescelto! Insieme a Zeref costruirò il regno della vera libertà!”
    “E vuoi farlo strappandola ad altri?!” Ribatté Natsu, furioso, cercando di raggiungerlo.
    “È la volontà di cambiare il mondo a fare la storia! Perché non lo capite?!” Replicò ancora Gerard, cominciando a muovere le mani in un ordine preciso, creando un cerchio magico.
    “Quello è Abyss Break!” Riconobbe Harry, spalancando gli occhi.
    “Vuole radere al suolo la torre?!” Disse Titania, incredula.
    “La prossima volta ci metterò ancora meno tempo per costruirla!” Spiegò Gerard, con sguardo folle. “Zeref, aspetta-”
    Ma il blu si bloccò a causa di un dolore al petto.
    Solo allora si ricordò del colpo che aveva subito da Erza.
    “N-No…” Mormorò, mentre l’incantesimo scompariva, e Natsu si dirigeva verso di lui, avvolto dall’energia magica.
    “Tu non sarai mai libero!” Urlò. “Non ci può essere libertà per chi si lascia possedere da un fantasma!”
    Gerard spalancò gli occhi, vedendo al posto del mago un drago volare contro di lui.
    “Devi liberarti, Gerard!!!” Ordinò Natsu, colpendolo in pieno con tutte le sue forze.
    Il mago con il tatuaggio sul volto non riuscì nemmeno a esprimere il suo dolore, mentre veniva spedito in direzione del terreno, attraversando l’intera torre e causandogli danni irreparabili, tanto che l’intera struttura cominciò subito a tremare.
    Natsu atterrò davanti a Harry ed Erza, lasciando che l’aura scomparisse.
    “Q-Questo…” Mormorò Neville, riuscendo finalmente ad alzarsi, tenendosi il braccio rotto. “Questo è il potere di un Dragon Slayer?”
    Natsu non disse nulla, cadendo all’indietro esausto, ma con il sorriso sul volto.
     
    ~~~~~~~~~~~


    I maghi di Fairy Tail e gli amici di Erza osservarono la Torre del Paradiso esplodere in più punti.
    “Che cosa succede adesso?” Chiese Ginny, guardando Hermione, che scosse la testa.
    “Non lo so… Natsu ha avuto un’impennata di potere magico… ma ora è scomparso, lasciandolo praticamente indifeso. Anche Harry, Erza e Neville sono nelle stesse condizioni… E Gerard, non avendolo mai visto, non posso analizzarlo.”
    Ma prima che potesse dire altro, la torre cominciò a emettere dei raggi di luce.
    “Cosa significa questo?” Domandò Ron.
    “L’Eterion sta schizzando via!”
    “Che cosa?!” Esclamò Lucy, girandosi a guardare Gray.
    “Se concentrato in uno spazio circoscritto, un potere magico così grande diventa instabile, aye…” Spiegò Happy, deglutendo.
    “Il vortice di magia non può espandersi… e sta per esplodere.” Aggiunse Juvia, osservando terrorizzata l’edificio.
    “Ehi… Ma se restiamo qui, finiremo anche noi…” Cominciò Wally, subito interrotto da Sho.
    “E quelli che si trovano lì dentro?”
    “Questi ragionamenti non hanno più alcun senso…” Rispose Hermione, abbandonandosi sul suolo della bolla d’aria. “Se i valori che ho letto sono esatti… probabilmente sarà un miracolo se qui resterà il mare.”
     
    ~~~~~~~~~~~


    Erza si alzò, mentre il pavimento cominciava a collassare su se stesso.
    “Neville, riesci a prendere Natsu?” Chiese, mentre sollevava Harry, mettendoselo sulla schiena.
    “Sì… credo di sì… anche se dubito di riuscire a correre…” Annuì lui, per poi andare dal Dragon Slayer, riuscendo a sollevarlo a fatica, poggiandolo sulla spalla del braccio sano.
    Titania si girò giusto in tempo per vedere il corpo di Shimon scivolare giù, precipitando in una voragine nel pavimento.
    “Erza… non possiamo scappare.” Disse Harry, facendola voltare verso la sua faccia.
    “Lo so… ma dobbiamo almeno tentare.”
    “Una soluzione… c’è…” Replicò lui, per poi scivolare via dalla presa dell’amica, cominciando a barcollare per allontanarsi.
    “Che cosa vuoi fare?”
    “Questa Lacrima aveva già cominciato ad assorbirmi…” Rispose Majutsu. “Forse, se mi fondo con essa, posso impedire l’esplosione, o almeno controllarla e darvi il tempo di scappare.”
    “Non essere ridicolo, Harry!” Si oppose Neville. “Torneremo a casa tutti insieme!”
    “È così! Non devi fare l’eroe! Non da solo…”
    “Ho promesso a Shimon che mi sarei preso cura di te. Per piacere, lasciami mantenere quella promessa.”
    “Non se devo perdere anche te! Non lo sopporterei!” Urlò Titania, per poi prendergli una mano. “Ti aiuterò anch’io a fermare l’Eterion.”
    Majutsu la guardò, per poi sorridere. “Ti ringrazio… e ti chiedo scusa.”
    Dicendo ciò alzò l’altra mano.
    Immediatamente Erza, Neville e Natsu scomparvero nel nulla.
    “Vi ho mentito. Non avevo ancora usato tutta la mia energia magica.” Mormorò, per poi girarsi verso un pezzo della Lacrima, mentre attorno a lui tutto continuava a crollare.

    “Io voglio solo… qualcuno che mi consideri…”
    “Allora direi che sei finito proprio nel posto giusto.”

    Harry alzò lo sguardo verso il suo riflesso nel cristallo, continuando a sorridere.
    “Sì…” Disse. “Sono proprio finito nel posto giusto…”
    Senza dire altro poggiò la mano sulla Lacrima, che la lasciò passare.
    Trattenendo le urla di dolore, continuò ad attraversare quel labile ostacolo, finché non fu completamente al suo interno.
    “Non ho avuto una vita lunga… ma direi che non potevo chiedere di meglio.” Continuò, per poi cominciare a riunire l’energia dell’Eterion attorno a sé.
    “Non è ancora il tuo momento!” Sentì dire, poco prima che una mano si poggiasse sulla sua spalla.
    Majutsu si voltò, sgranando gli occhi. “Tu-”
    “Insieme possiamo fermarlo. Prenderò io il contraccolpo al tuo posto.” Disse la figura, sorridendo.

    La Torre del Paradiso esplose in un fascio gigantesco di luce, che si diresse verso il cielo, creando un vero e proprio tornado, per poi scomparire nel nulla, insieme all’isola, della quale rimase solo la base, interamente sommersa dall’acqua.
     
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    Capitolo 50: Verso un nuovo viaggio - Torna all'indice dei capitoli

    ~~~~~~~~~~Flashback~~~~~~~~~~


    “Le ferite sono gravi.” Affermò Polyushka, rimettendo la benda sopra l’occhio destro di Erza. “Sarà difficile che possa vederci di nuovo.”
    “Su, non essere così dura.” Replicò Makarov. “Ha un visino così carino che fa tenerezza!”
    Non appena disse ciò il Master di Fairy Tail venne preso per un orecchio dalla guaritrice.
    “Vieni qui un secondo!” Ordinò, trascinandolo lontano di qualche metro, per poi abbassarsi al suo livello. “Non ti sarai messo in testa strane idee per quando sarà cresciuta, vero?”
    “M-Ma dai… che ti viene in mente…?” Balbettò lui, deglutendo.
    “Da dove viene quella bambina?” Chiese la donna, cambiando argomento.
    “Se ne occupava Rob…” Rispose Makarov, facendosi serio.
    “Rob?!” Esclamò la maga, sorpresa. “E dov’è adesso?”
    “Pare… che sia morto…”
    Polyushka restò in silenzio, per poi guardare nuovamente Erza.

    “Come va?” Chiese l’anziana maga, cominciando a togliere le bende attorno all’occhio della bambina dai capelli rossi, per poi passarle uno specchio.
    Erza restò in silenzio, ammirando il suo riflesso, che ora le mostrava finalmente entrambi gli occhi.
    “È… È guarito…” Sussurrò, tremando.
    “Ci vedi?”
    “Sì.”
    “Allora vattene.” Ordinò, scocciata. “Io non amo gli umani.”
    “È guarito…” Ripeté ancora Erza, cominciando a piangere.
    Polyushka la guardò. “Quell’occhio… che strano… Le lacrime sgorgano da un solo occhio.”
    Solo allora Erza se ne rese conto, mentre la guaritrice recuperava un libro.
    “Ma come…? La ricetta era perfetta…” Rifletté ad alta voce la guaritrice, prendendo in mano un libro e cominciando a sfogliarlo.
    “Va bene così.” La interruppe la bambina, sorridendo. “Ho già versato metà delle mie lacrime.”

    ~~~~~~~~~~Fine flashback~~~~~~~~~~



    Erza tirò fuori la testa dall’acqua, osservando il raggio d’energia magica confluire verso il cielo, per poi svanire, assieme alla Torre del Paradiso.
    “Harry…” Mormorò, per poi cominciare a nuotare verso l’isola. “Harry!”
     
    ~~~~~~~~~~~


    Harry aprì gli occhi, ritrovandosi a galleggiare in uno spazio totalmente bianco e apparentemente vuoto.
    “Allora è finita, eh?” Disse, sorridendo.

    Così pare.

    “Perché non sono sorpreso di sentire una voce?” Fece lui. “Sei venuto per guidarmi?”

    Sono qui solo per mostrarti le conseguenze delle tue azioni.

    “Come il fantasma del Natale futuro?” Ridacchiò. “E dire che non mi sembrava di essere stato così cattivo…”
    Non appena disse questo il bianco scomparve, lasciandolo sospeso sopra un cimitero, in una giornata di pioggia.
    Sotto di lui, riuniti tutti insieme c’erano tutti i membri della gilda di Fairy Tail più Albus Silente e l’intero Consiglio della Magia che osservavano una tomba.
    “La mia tomba…” Precisò Harry a se stesso, leggendo il nome. “Capisco…”
    Sentì Makarov dire qualcosa, ma le parole non riuscivano a raggiungerlo.
    Quando concluse il suo discorso, le sette figure del Consiglio della Magia si fecero avanti. E questa volta Harry riuscì a sentire.
    “Il Consiglio della Magia ha deciso all’unanimità di assegnargli per sempre uno dei tre posti vaganti.” Disse il capo. “E gli conferiamo il titolo di membro del Sacro Ordine dei Dieci.”
    “Basta!” Urlò qualcuno.
    Majutsu si girò, vedendo Erza che dava le spalle a tutti.
    “A cosa serve dargli adesso quel titolo? Vi ricordo che è colpa vostra se è morto!”
    “Erza…” Mormorò Lucy, distogliendo lo sguardo.
    “Siete solo un gruppo di incapaci!” Gridò Titania, voltandosi a guardare i membri del Consiglio, con le lacrime agli occhi. “Non siete stati capaci di ragionare per conto vostro e Gerard l’ha ucciso!”
    “Shì… hai ragione.” Ammise Yajima. “Avremmo dovuto vedere la verità… Ma ci shiamo solo fatti prendere dal panico… Non abbiamo alcuna scusha.”
    Prima che potesse dire altro, Natsu lo colpì in pieno, facendolo volare via.
    “Scusa?! Che ce ne faremmo di una scusa?! Il nostro amico non c’è più!” Urlò furioso, mentre Fred e George lo prendevano per le braccia per fermarlo.
    “Natsu… basta…” Fece Hermione, non riuscendo a trattenere le lacrime.
    Harry guardò la scena, chiudendo le mani a pugno.
    “Sapevo che non l’avrebbero presa bene… Ma speravo… non mi trattenessero qui con la loro disperazione… Speravo di andarmene in pace… E invece pare che non sia possibile…”

    Quindi vuoi tornare indietro?

    Harry spalancò gli occhi, mentre tutto tornava bianco. “È possibile?!”
    La voce ridacchiò.
    “Non sei morto.” Disse, mentre un paio di braccia lo abbracciavano al collo da dietro. “E spero che il giorno in cui parleremo di nuovo sia molto lontano.”
    Harry non riuscì a girarsi, ma davanti ai suoi occhi caddero alcune ciocche rosse.
    “Siamo fieri di te.” Riprese la voce. “Continua così, Harry.”
    Le braccia lo lasciarono andare, allontanandosi.
    Majutsu si girò per poter vedere chi gli stava parlando, ma riuscì solo a intravedere una sagoma in lontananza, mentre tutto si dissolveva, lui compreso.
    “Aspetta…” Mormorò, tendendo la mano in avanti, mentre il suo braccio cominciava a sparire. “Aspetta!” Urlò.
     
    ~~~~~~~~~~~


    Harry aprì gli occhi, ritrovandosi a guardare il cielo azzurro.
    “Dove… Dove sono?” Chiese, poco prima di sentire un peso sopra di lui, mentre un fiume di capelli scarlatti copriva la sua visuale.
    “Harry! Grazie al cielo!” Esclamò Erza, abbracciandolo.
    “Io… sono vivo?” Domandò, per poi sentire il rumore di decine di passi che schizzavano l’acqua, mentre gli altri membri della gilda correvano verso di loro, con l’eccezione di Neville e Natsu, che avanzavano lentamente a causa delle ferite.
    “Harry!” Si sentì chiamare da loro, mentre Titania lo lasciava andare con un sorriso e il volto bagnato da lacrime di gioia, che scendevano da entrambi i suoi occhi.
    “Erza… il tuo occhio…” Mormorò Majutsu, per poi guardarsi intorno.
    La Torre del Paradiso era scomparsa del tutto, come ogni traccia dell’Eterion.
    “Come diamine hai fatto a sopravvivere a quell’esplosione?!” Domandò Ron, guardandolo sollevato.
    Harry spalancò gli occhi, mentre il ricordo di quei secondi gli tornava in mente.
    “Io… credo solo di essere stato fortunato.” Rispose, per poi guardare i presenti. “E immagino di doverlo ringraziare…” Pensò, sorridendo.
    “Non fare mai più un’idiozia simile!” Lo rimproverò Natsu. “Ci hai fatto preoccupare!”
    “Mi dispiace…” Rispose. “Non ero in grado di vedere un’altra via d’uscita… sono proprio stupido, eh?”
    “Puoi dirlo forte!” Affermò Erza. “Ma sei il nostro stupido.”
    “E poi, di certo non sei stupido quanto il fiammifero qui presente.” Ridacchiò Gray, indicando Salamander, che alzò subito un braccio in segno di protesta.
    “Cerchi botte?! Guarda che ho ancora una piccola traccia di Eterion dentro di me!”
    “Harry Potter! Signore!” Chiamò una voce acuta, anticipando l’apparizione di Dobby. “Finalmente sono riuscita a trovarla! Il Master ha sentito che il Consiglio della Magia ha lanciato un incantesimo potente, signore!”
    “Che cos’è quella cosa?!” Esclamò sorpreso Wally. “Non è affatto dandy!”
    “Dobby! Che cosa ci fai qui?” Chiese Hermione.
    “Dobby è venuto ad avvertirvi, signorina Granger. Master dice che quell’incantesimo è pericoloso, e teme che decidiate di andare a indagare.”
    “Temo tu sia arrivato un po’ tardi…” Commentarono i gemelli Weasley. “Vedi… Harry ha appena distrutto l’Eterion…”
    “Però il tuo arrivo e provvidenziale, Dobby.” Fece il diretto interessato. “Pensi di riuscire a portarci sul continente? Da quel che vedo, qui non è rimasta alcuna imbarcazione per andarcene…”
    “Certo Harry Potter, signore. Volete tornare alla gilda?”
    “No, basterà l’hotel dove eravamo in vacanza…” Rispose Erza, per poi guardare i suoi vecchi amici. “E ovviamente verrete anche voi con noi.”
    “Cosa, miao?!”
    “Dici davvero, sorellina?”
    “Certo!” Fece Gray. “In fondo ci avete aiutato, alla fine. E ora è tutto finito.”
    “Fairy Tail è sempre aperta a nuovi membri.” Aggiunse Harry. “Saremo più che felici di avervi al nostro fianco.”
    “Proprio così!” Esclamò Natsu, per poi fare una smorfia di dolore. “Ugh… temo di aver esagerato stavolta…”
    A quella frase tutti scoppiarono a ridere.
    “E io stavo per rinunciare a tutto questo?” Si chiese Harry, scuotendo la testa. “Dovevo essere proprio uscito di senno.”
    Con questi pensieri in testa, e Fred e George che lo aiutavano a stare in piedi, si voltò a guardare indietro.
    “Grazie per la lezione… mamma…”
     
    ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~


    Un vulcano eruttò, mentre una scia di piccole luci si diresse verso esso, entrando nel cratere e superando indenne la lava, fino a ritrovarsi in una caverna.
    “Che ci fai qui?!” Tuonò una voce che rimbombò nell’aria.
    “È da tanto che non ci si vede…”
    “Mi sembra di averti proibito di venire qui… e di immischiarti nella faccenda. Vattene subito, Grandine!”
    “Ho avvertito la tua presenza nei dintorni…” Rispose la seconda voce. “Quella ragazza… Non fa altro che combinare un pasticcio dopo l’altro. Da chi avrà preso, eh?”
    Un paio di occhi si aprirono nell’oscurità della caverna.
    “Stavolta ha avuto fortuna… Ma non potrà andare sempre così.” Continuò. “Lei potrebbe morire…”
    “Vattene.”
    “Penso che un giorno dovrà incontrare Wendy… ma per ora, vorrei che le venissi incontro.”
    “Vatteneee!!!” Ordinò la prima voce, mentre le rocce si rompevano sotto la forza di quattro artigli giganteschi. “Non immischiarti nelle questioni umane!”
    In tutta la sua maestosa presenza, un drago dalle squame rosse uscì dalle tenebre, sputando un fiume di fiamme dalle sue fauci.
    “Vuoi far perdere le staffe a Igneel?!” Ruggì furioso, cominciando a far fondere le pietre attorno a lui.
    “Già… Per quanto ci allarmiamo, non c’è niente che possiamo fare…” Replicò con calma l’altra voce, mentre le luci cominciavano ad allontanarsi. “Non possiamo che avere fiducia negli esseri umani. Zeref è… Non parliamone più…”
    Il drago ruggì nuovamente.
    “Non vedo l’ora che arrivi il giorno dell’incontro al Festival del Re Drago… Igneel.” Fece Grandine.
     
    ~-~-~-~-~-~-~-~-~-~-~


    “Ma tu guardalo…” Sospirò Gray, vedendo Natsu dormire beato nel suo letto dell’hotel.
    “Se ha davvero mangiato l’Eterion, non mi stupirei se dovesse dormire per giorni interi.” Osservò Lucy, sospirando a sua volta.
    “Non credo. L’energia dell’Eterion che gli ho passato io era filtrata, perciò non dovrebbe avere effetti troppo negativi.” Spiegò Harry, entrando seguito da Neville, che aveva il braccio ingessato e legato al collo. “Anche se sinceramente, non pensavo di farcela… Quando ho mandato giù l’Eterion, ho sentito subito il mio corpo bruciare, e stavo perdendo la mia volontà. Solo un Dragon Slayer poteva gestirlo senza troppi problemi.”
    “Se non fosse per il fatto che bisogna venir cresciuti da un drago, sarei tentato di diventare anch’io un Dragon Slayer.” Commentò Fred.
    “Se potessero diventarlo tutti, non sarebbe più una magia rara. E comunque, non si sono più visti draghi da anni. E a proposito di magia rara…” Fece Gray, voltandosi verso la piccola Weasley. “Ginny, com’è che hai scelto quel nome per la tua? Erza mi ha raccontato tutto e non mi pare fosse inglese, e l’incantesimo di traduzione che ricopre tutta Fiore non dovrebbe averti permesso di sentire un’altra lingua.”
    Ginny si grattò il viso imbarazzata. “Beh… quando ho scoperto di cosa si trattava, ho chiesto a Levy un consiglio… e lei mi ha proposto quel nome. Significa letteralmente ‘Diario Magico’.”
    “E con questo, tutti i Weasley di Fairy Tail hanno la propria magia!” esclamò George, ridacchiando.
    Il discorso venne interrotto dalla porta, che si aprì di nuovo lasciando entrare Erza.
    “Avete visto Sho e gli altri? Li ho cercati in tutto l’hotel, ma nulla…”
    “Come non ci sono?” Domandò Lucy, sorpresa. “Credevo sarebbero rimasti con noi per aderire a Fairy Tail.”
    Erza non rispose, ma fu affiancata subito da Harry.
    “Andiamo a cercarli. Devono essere andati in città. E penso di sapere dove.”
    “Era il mio stesso pensiero.” Rispose lei. “Svegliate quel pigrone e ditegli di preparare i fuochi d’artificio.”
    “Cosa? Perché?” Chiese Gray.
    Titania gli rivolse un sorriso. “Ti sei già dimenticato la cerimonia di addio?”

    “Senti… credi che ce la caveremo nel mondo esterno?” Domandò Wally, mentre lui, Miriana e Sho portavano una barchetta a remi in acqua.
    “Sono sicuro di sì.” Rispose Sho.
    “Sei convinto di ciò che vuoi fare, miao?”
    Il ragazzo abbronzato annuì. “Sì. Voglio vederlo… l’altro mondo…”
    “Sicuro?” Chiese una voce alle sue spalle, facendo voltare i tre.
    Harry e Erza si avvicinarono.
    “E-Erza!” Esclamò Miriana. “Noi-”
    “Non ve la sentite di restare con noi a Fairy Tail, vero?” Intuì Titania, parlando con voce seria.
    I tre distolsero lo sguardo.
    “Ci spiace…” Ammise Wally. “Ma vogliamo vedere il resto del mondo. Siamo sempre stati chiusi nella Torre…”
    “E tu invece vorresti andare nel mio mondo, ho capito bene?” Domandò Harry, guardando Sho. “Sai che se dovessi anche trovare un modo, non potresti più fare ritorno qui da solo?”
    “Pensavo… Pensavo di cercare un mago degli Spiriti Stellari e pagarlo per farmi trasportare lì…”
    “Non funzionerebbe. Se gli Spiriti Stellari non sono mai stati in quel mondo, non sanno come raggiungerlo.”
    “Troverò un modo allora! La magia che avete lì mi incuriosisce… inoltre, mi pare di aver capito che là i maghi siano nascosti, no? Allora forse potrò anche vivere in libertà, senza preoccupazioni…”
    Harry sospirò, per poi guardare Erza, che annuì.
    “Allora resta con noi. Abbiamo intenzione di tornare lì tra un paio di settimane. Ti daremo un passaggio, poi sarai libero di andare dove vuoi.”
    “L-Lo fareste davvero? Anche con tutti i guai che vi abbiamo causato?”
    “Certo. E voi non volete andare con lui?” Chiese Titania, rivolgendosi agli altri due amici, che scossero la testa.
    “No. Ne abbiamo parlato, ma preferiamo restare qui. In fondo, questo è il nostro mondo. Sarà altrettanto interessante viaggiare alla sua scoperta.”
    Erza sorrise, per poi far apparire un’armatura simile alla sua, con la gonna più lunga e un mantello che svolazzava alle sue spalle. In mano, al posto della tipica spada aveva una bandiera di Fairy Tail.
    “Se la vostra volontà è così forte, sono certa che ve la caverete alla grande. Ora sono più tranquilla.” Disse. “Ma prima, devo comunicare queste tre regole a tutti coloro che abbandonano Fairy Tail. Ascoltate attentamente!”
    “Ma se non ci siamo nemmeno mai uniti a Fairy Tail!!!” Replicò Wally, guardandola incredulo.
    “Uno!” Esordì Titania, ignorando il suo commento. “È vietato rivelare a chicchessia qualsiasi informazione che potrebbe danneggiare Fairy Tail!
    “Due! Non potete mettervi in contatto con i nostri clienti e trarne profitto senza una nostra specifica autorizzazione!”
    “Ma non siamo in possesso di informazioni che potrebbero danneggiare la gilda!” Ribatté l’uomo quadrato.
    “E che cos’è un cliente?” Domandò Miriana.
    “Tre! Se la vostra strada dovesse rivelarsi sbagliata, dovrete andare avanti… con tutte le vostre forze! Non dovrete mai sottovalutare il valore della vita!”
    “Sorellina…” Fece Sho, guardandola cominciare a piangere.
    “E non azzardatevi a dimenticare mai gli amici che vi vogliono bene!”
    A quel punto nemmeno loro tre riuscirono a trattenere oltre le lacrime.
    “Cerimonia d’addio in stile Fairy Tail!” Dichiarò Erza, alzando la bandiera in alto. “Via!!!”
    A quel comando, Natsu, che si trovava pochi metri più in là, cominciò a masticare del fuoco, per poi sputarlo verso l’alto. La fiamma corse verso il cielo accompagnata da un fischio, dopodiché esplose creando un fuoco d’artificio pieno di colori.
    “Che questi fuochi d’artificio sboccino nei vostri cuori!” Gridò ancora Erza.
    “E c’è anche il ghiaccio!” Esclamò Gray, lanciando in aria la sua magia, creando così delle esplosioni con il suo elemento.
    Subito dopo si aggiunsero anche i gemelli, Lucy e Ron, dando così il via a uno spettacolo pirotecnico che sarebbe rimasto nei ricordi degli spettatori per molti anni.
    “In realtà…” Riprese la Regina delle Fate, guardando i suoi vecchi amici. “…vorrei restare sempre con voi… ma se questo rappresenta un ostacolo per voi, vi posso solo augurare buona fortuna per questo viaggio.”
    “Non è come credi, Erzuccia!” Pianse Miriana.
    “Se restassimo qui, non faremmo altro che farti tornare in mente un brutto momento della tua vita!” Aggiunse Wally.
    “Ovunque sarete, non vi dimenticherò.” Disse Erza. “E poi… i ricordi dolorosi sono le pietre su cui si costruisce il futuro. Ci rendono forti… e questo potere è un potere di cui tutte le persone sono dotate.
    “Siate forti!” Sentenziò Titania. “Proprio come voi, anch’io continuerò a camminare fino al giorno in cui ci rivedremo!”
    Dopo ciò, Wally spinse la barca in acqua, per poi saltarci dentro.
    “Anche voi!” Urlarono lui e Miriana assieme, salutandoli con la mano. “Ci rivedremo! È una promessa!”
    “Senza dubbio!” Rispose Sho. “Questo è solo un arrivederci, non un addio!”
     
    ~-~-~-~-~-~-~-~-~-~-~


    “Vieni avanti, Draco Malfoy.” Disse una voce.
    Klaun si tolse la maschera, per poi avanzare, chinandosi di fronte a un uomo in penombra, seduto su un trono. Accanto a lui c’era Urrutia, affiancata da altre sei figure nascoste nell’ombra.
    “Urrutia mi ha riferito il tuo operato, e mi ha detto che hai soddisfatto appieno le aspettative. Come il tuo lavoro di spionaggio a Hogwarts.”
    “Sissignore.” Rispose lui, senza alzare la testa. “Nessuno sospetta nulla. Per loro, Draco Malfoy e Klaun sono due persone totalmente differenti, senza alcun collegamento tra di loro.”
    “Perfetto. Allora direi che ti sei pienamente meritato il tuo posto nella nostra gilda. Sappi che non tollererò alcun tipo di tradimento, e non esiterò a schiacciarti con le mie stesse mani.”
    “Non è mia intenzione tradirla, Master.” Disse Malfoy.
    “Alzati allora e mostrami la schiena. Inciderò io stesso il glorioso simbolo di Grimoire Heart!”
    Draco obbedì, per poi togliersi i vestiti e restando scoperto dalla vita in su, quindi si girò, mostrando la schiena nuda al Master, che alzò la mano.
    Immediatamente un disegno nero cominciò a prendere forma sulla sua pelle: un cuore spinato spaccato in due con una spina a trafiggere in basso ogni metà.
    “Benvenuto a Grimoire Heart, Draco Malfoy. D’ora in poi sarai conosciuto ufficialmente come Klaun, e rappresenterai il fiume Acheronte, visto il compito che ti è stato affidato.”
    “È un onore, Master.” Fece lui, rivestendosi, per poi affiancare la figlia di Ur, sotto lo sguardo degli altri membri presenti.
    “Hai qualche altra notizia per noi, Urrutia?” Chiese il Master.
    “Il Consiglio della Magia l’ha fatta grossa, perciò non potrà svolgere le sue funzioni per un po’. È anche possibile che l’intera organizzazione venga sciolta.”
    “Ottimo. E hai notizie di Gerard?”
    “Probabilmente è morto.”
    “Mi fa quasi pena.” Intervenne Draco. “Credeva di manipolarci, e invece non si è nemmeno reso conto che sei stata tu a manipolarlo per tutto questo tempo.”
    La ragazza ridacchiò. “Già. In questi anni non si è mai accorto che ero io a fingere di essere lo spirito di Zeref. Il lavaggio del cervello è andato bene e ha spinto la cosa.”
    “Tutto il polverone sollevato intorno al Consiglio della Magia… Il lancio dell’Eterion… Tutto è andato secondo i piani.” Osservò il Master.
    “Proprio così. E ora che Gerard è irreperibile, possiamo agire liberamente.”
    “Ne ho approfittato per ottenere una chiave che permette di sciogliere il sigillo.”
    “Ottimo.” Asserì Urrutia. “Povero Gerard… Non avrebbe mai potuto far rivivere Zeref. Anzi, nessuno avrebbe potuto farlo… Perché Zeref è vivo. Sta solo dormendo…”
     
    ~-~-~-~-~-~-~-~-~-~-~


    “Sai Harry, c’è ancora una cosa che non mi è chiara.” Fece Neville, mentre finalmente libero dal gesso portava il suo baule verso la gilda, per tornare a casa. “Come hai fatto a salvarti nella Torre? Credevo che la Lacrima ti avrebbe assorbito…”
    Harry si guardò intorno, per poi fermarsi. “Te lo dirò, ma tu non dovrai rivelarlo a nessuno. Soprattutto a Erza.”
    “Eh? Okay… ma perché?”
    “Gerard mi ha aiutato.” Rispose Majutsu, abbassando lo sguardo. “O almeno credo fosse lui… l’aspetto era lo stesso, ma l’aura che emanava… era positiva. Tutta la negatività che si sentiva in lui prima sembrava essere scomparsa nel nulla. Potrei anche essermelo sognato, certo, però… forse era davvero riuscito a liberarsi alla fine.”
    “Dici che è possibile?” Domandò Paciock, senza nascondere i dubbi nella sua espressione.
    “Chissà. Probabilmente solo il tempo ce lo dirà, ma non sappiamo nemmeno se è ancora vivo. Tutta la Torre del Paradiso è scomparsa. Non sono rimaste nemmeno le macerie. Anche il corpo di Shimon è andato perduto…”
    Neville decise di non chiedere altro, per poi riprendere la loro camminata.
    Quando entrarono nell’edificio della gilda vennero accolti da Hermione, che sventolava due lettere in pergamena, mentre poco lontano da lei Fanny prendeva del cibo da Luna.
    “Oh, quindi sono arrivate!” Disse Majutsu, raggiungendola.
    “Già! E anche voi quest’anno potrete andare a Hogsmeade!” Esclamò Fred.
    “Hogsmeade? Non è la stazione?” Chiese Lucy.
    “Sì, ma è anche uno dei pochi villaggi esclusivamente magici. Lì ci sono negozi e bar, e agli studenti dal terzo anno in su è concesso ogni tanto di andarci. Basta avere la firma dei genitori o dei tutori.”
    “Allora temo ci sia un problema.” Osservò Harry, leggendo la sua lettera.
    “Uh?”
    “Silente mi ha scritto una nota. Mentre per Erza, Natsu, Gray e Lucy non c’è problema, visto che ha fatto risultare il Master come tutore, per me la questione è diversa… Ufficialmente, risulto ancora sotto la tutela dei Dursley.”
    “Che cosa?!” Esclamarono i membri della gilda, compresi quelli che non partecipavano alla missione.
    “Questo significa…” Cominciò il Dragon Slayer.
    “Significa che mi toccherà andare a fargli una visitina prima dell’inizio della scuola per farmi firmare il permesso.”
    “Beh, possiamo andarci subito.” Propose Titania. “Siamo ancora un po’ in anticipo, quindi possiamo poi procedere a piedi verso Diagon Alley.”
    “Diagon Alley? Credevo doveste andare a Hogwarts.” Commentò Sho, avvicinandosi, con solo uno zaino come bagaglio.
    “Hogwarts è la nostra scuola, ma Diagon Alley è l’unico luogo dove possiamo trovare il materiale che ci serve per le lezioni.”
    “Capisco… allora penso che prima o poi andrò a visitarla, ma prima voglio esplorare il mondo Babbano, come lo avete chiamato voi.”
    Erza annuì, mentre Fanny si alzava in volo.
    “I bagagli lasciateli pure a noi.” Disse Ron. “Ve li manderemo tramite Polvere Volante. O se volete raggiungerci non credo che per i nostri genitori sia un problema.”
    “Vi ringraziamo, ma non vogliamo approfittare della vostra ospitalità. Resteremo al Paiolo Magico questa volta.”
    “D’accordo. Allora direi che è il momento di salutarci per ora.” Fece Makarov, avvicinandosi.
    “Aspettate!” Urlò una voce, anticipando Juvia, che corse verso di loro. “Viene anche Juvia!”
    “Temo non sia possibile…” Rispose Harry, sincero. “Sfortunatamente, il tuo corpo verrebbe subito rilevato, visto che emana magia da ogni poro. E da noi non esiste una magia come la tua.”
    “Ma Juvia non vuole lasciare Gray proprio ora che è entrata in Fairy Tail!” Replicò lei.
    “E io cosa c’entro?!” Ribatté il mago del ghiaccio, facendo scuotere la testa a gran parte dei presenti.
    “Tranquilla, torneremo preso. E comunque, puoi sempre lasciare i tuoi messaggi per noi al Master. Abbiamo creato una specie di servizio postale tra i due mondi grazie agli Spiriti Stellari di Lucy.”
    “Juvia… Juvia ha capito.” Rispose sconsolata la maga dell’acqua. “Molto bene allora! Juvia diventerà ancora più forte mentre vi aspetta!” Esclamò rianimandosi.
    “Bene… allora, per adesso ci dividiamo qui.” Disse Harry, guardando gli altri.
    Sho sorrise. “Già. Grazie ancora di tutto. Spero di rivedervi presto. E tranquilli, ho capito che non dovrò usare la magia in presenza di qualcuno. Non voglio di certo farmi arrestare.”
    “Io invece dovrò riferire a mio padre che la ricerca dei Nargilli non è andata bene…” Intervenne Luna, sospirando. “Sono sempre più rari da trovare…”
    “Noi invece vi faremo sapere quando andremo a Diagon Alley!” Esclamarono i gemelli. “E ovviamente, continueremo a pensare a nuovi modi per usare la nostra magia!”
    “Lo stesso vale per me.” Aggiunse Hermione. “Voglio anche assicurarmi che da noi non esista una magia come l’Eterion. Perciò è probabile che verrò a Diagon Alley più volte per fare ricerche al Ghirigoro.”
    “Io invece credo verrò messo sotto interrogatorio da mia nonna.” Ridacchiò Neville. “Dopotutto, mi vedrà tornare a casa pieno di bende. Mi chiedo come prenderà la notizia che sono stato quasi polverizzato…”
    “Quella è un’informazione che noi invece non diffonderemo.” Replicò Ron, mentre la sorella annuiva. “Nostra madre ci farebbe rimpiangere la Torre…”
    Fanny stridette, indicando di voler andare.
    “Sembra che non possiamo aspettare di più. Allora buona fortuna, Sho.” Disse Erza, guardando l’amico, mentre Happy usava la magia di trasformazione per riprendere sembianze umane in attesa di incontrare nuovamente la McGranitt.
    “Anche a te, sorellina. E per piacere… vivi. Vivi anche per Shimon.”
    Titania annuì. “Non mi arrenderò di fronte a niente.” Rispose, vedendolo scomparire nelle fiamme della fenice, seguito uno ad uno dagli altri, finché nessuno degli studenti di Hogwarts rimase nella gilda.
    “Bene, e ora avremo un po’ di pace. Il Consiglio è stato sciolto, quindi almeno per qualche tempo non ci arriveranno troppe critiche.” Disse Makarov.
    “Quindi è così che stanno le cose, eh?” Disse una voce, mentre una figura entrava nella gilda.
    “Tu?!” Urlò subito Jet, alzandosi in piedi.
    “Calma, calma.” Intervenne il Master. “L’ho invitato io qui. Non ti aspettavo di vederti così presto, Gajil.”
    Il Dragon Slayer di metallo sbuffò. “Essere senza una gilda non è poi così vantaggioso come pensavo. Sono in pochi a rivolgersi a dei mercenari. E speravo di poter avere una rivincita da Salamander, ma sembra che sia arrivato tardi, eh?”
    “Dovrai aspettare qualche mese. Nel frattempo, perché non ti occupi di qualche missione?”
    Gajil ridacchiò, per poi girarsi, mostrando in prossimità della spalla sinistra il tatuaggio di Fairy Tail.
    “Come vuoi, vecchio.” Rispose, allontanandosi sotto lo sguardo incredulo dei presenti.



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    Ed eccomi qui con il nuovo capitolo!
    E così, anche la saga de "La torre del Paradiso" è giunta alla sua fine, e con essa anche la maggior parte dei misteri, sebbene questi abbiano lasciato lo spazio solo ad altri XD.
    Questa volta, oltre al capitolo, ho anche un'altra notizia: dopo diverso tempo passato a pensarci sopra, ho deciso di creare anch'io una pagina facebook! E lì vi sarà possibile ogni tanto leggere qualche spoiler su questa storia, come sulle altre e magari anche su qualche progetto ancora inedito... Chi mi seguirà potrebbe scoprirne uno a breve XD. Il link dovrebbe essere raggiungibile dalla mia pagina autore, se così non fosse scrivetemi pure per mp.
    Bene, detto ciò vi lascio, e ricordatevi: nel prossimo capitolo ci sarà il grande colpo di scena che annunciai tempo fa... e sarà solo il primo!
    Alla prossima!
     
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    ~~~~~~~~~~Flashback, cinque anni fa~~~~~~~~~~


    “Vernon!!!” Urlò una voce stridula, appartenente a una signora magra, bionda e con un collo quasi due volte più lungo del normale. “Il ragazzo è sparito!”
    “Come? Ne sei sicura?” Domandò un uomo nerboruto, quasi senza collo e con un grosso paio di baffi, che stava leggendo un giornale seduto al tavolo, senza mostrare alcuna preoccupazione nella sua voce. “Finalmente!”
    “Ma… se dovessero venire qui a chiedere-”
    “Se n’è andato lui via di casa!” Esclamò Vernon Dursley, chiudendo il giornale. “E sinceramente, è l’unica cosa decente che ha fatto finora! Spero proprio che non gli passi per la testa di tornare!”
    “Però-”
    “Petunia, cara, so che è tuo nipote, però sappiamo bene cos’è davvero. Nient’altro che un mostro! Hai visto anche tu, no? Nonostante gli avessi tagliato quegli orribili capelli, lui se li è fatti ricrescere in una sola notte! Poi quando è finito su quel tetto… Meglio averlo lontano da noi!”
    “Sì… forse hai ragione…” Rispose la moglie, annuendo. “Così anche Dudley sarà meno influenzato.”
    “Assolutamente vero! Finalmente in questa casa non si sentirà mai più parlare di magia e di altre stramberie!”
    A loro insaputa, nascosto dietro la porta, il loro unico figlio aveva sentito tutto quanto.


    ~~~~~~~~~~Fine flashback~~~~~~~~~~


    “Quindi tu vivevi qui?” Chiese Erza, guardando Privet Drive in lungo e in largo, mentre lei, Harry e gli altri avanzano nella via, apparentemente deserta. “Devo dirlo… proprio un posto… come dire…”
    “Noioso? Banale? Triste?” Concluse per lei Majutsu, ridacchiando. “Concordo in pieno. Non ne ho mai sentito la mancanza. E se non fosse stato per questo stupido modulo, avrei continuato a starci lontano.”
    “Sicuro che non posso bruciare la casa?” Domandò Natsu.
    “Non possiamo usare la magia, lo sai.” Rispose Lucy, sospirando, per poi rivolgersi a Harry dopo aver guardato le case. “Ma i tuoi zii erano ricchi?”
    “Uhm… non proprio… diciamo che non si facevano mancare nulla, ma da qui a essere ricchi… di certo non sono ai livelli della tua famiglia.”
    “O della tua.” Aggiunse Gray, ridacchiando.
    “Sì, in effetti hai ragione…” Ammise l’altro moro. “Ma di certo preferisco la nostra gilda. Sa mille volte più di casa rispetto a una qualsiasi di queste.” Il moro si fermò di fronte a una villetta, al cui cancello era appeso il numero 4. “In particolar modo, di questa.”
    “Sai, penso sia una fortuna che il Master non sia venuto. Credo avrebbe bussato usando uno dei suoi pugni.” Commentò Erza, mentre percorrevano il vialetto, fermandosi di fronte alla porta.
    Harry fece un profondo respiro, per poi suonare il campanello.
    Dovettero attendere solo qualche secondo prima di sentire la maniglia girare, per poi lasciare che la porta si aprisse, rivelando un ragazzo biondo di corporatura assai robusta.
    “Chi siete?” Domandò lui, guardandoli uno a uno.
    “Ciao… Dudley.” Lo salutò Majutsu, con ben poco entusiasmo nella voce. “Vedo che non sei cambiato più di tanto.”
    Il ragazzo lo fissò per qualche secondo, per poi sgranare gli occhi quando riconobbe la cicatrice. “Tu?!” Esclamò sorpreso. “Che cosa ci fai tu qui?”
    “Credimi, se avessi potuto farne a meno, l’avrei fatto. Provo il tuo stesso piacere nel rivederti.”
    “Ne dubito fortemente.”
    “Sono io, o mi ricorda terribilmente Malfoy?” Sussurrò Lucy a Gray, che annuì.
    “E loro chi sono? Tuoi… simili?”
    A quella parola tutti gli rivolsero uno sguardo sprezzante.
    “Sono coloro che chiamo famiglia. Una vera famiglia.” Replicò Harry gelido. “Qualcosa che qui non ho mai sentito.”
    “Dudders? Chi è?” Chiese una voce da dentro.
    “Ospiti indesiderati.” Rispose lui, senza voltarsi.
    A quella frase, Petunia uscì di corsa dalla cucina, raggiungendo la porta d’ingresso.
    “Tu? Sei tornato?”
    “Ciao zia. Vedo che nemmeno tu sei cambiata. E se i miei ricordi non m’ingannano, di là c’è anche la cara zia Marge, vero?”
    “Ti era simpatica?” Chiese sorpresa Lucy.
    “La odiavo con tutto me stesso.” Rispose lui.
    “Che cosa vuoi?”
    “Immagino tu lo sappia. Sono al terzo anno, e credo che mia madre abbia chiesto ai vostri genitori di firmare un modulo. Sfortunatamente, per la legge voi risultate ancora miei tutori.”
    “E credi che io o Vernon firmeremo qualcosa per te e per quella scuola?”
    Harry sospirò. “Sapevo che sperare che me lo firmaste subito per sbarazzarvi di me sarebbe stato troppo. Cos’è che volete? Sfortunatamente non sono più disposto a lavorare per voi.”
    “Vogliamo solo che tu e i tuoi… amici, ve ne andiate.” Replicò la donna.
    “Non senza quella firma. Siamo disposti a tornare qui tutti i giorni, finché non ce l’avrai concessa.”
    Petunia sbuffò.
    “Vieni dentro Dudley. È meglio starne lontano. Non sai quanto possano essere pericolosi.”
    Il ragazzo annuì, per poi guardare storto il cugino e rientrare.
    “Beh, che cosa facciamo? Entriamo e li pestiamo finché non ti firmano il permesso?” Chiese Natsu.
    “Non essere ridicolo.” Replicò Erza. “Vuoi farci arrestare per tentato omicidio? Qui non sono elastici come da noi.”
    “Sinceramente, con tutti i danni che abbiamo causato, è un miracolo se non ci hanno chiusi in prigione a vita…” Mormorò sconsolata Lucy.
    “Torneremo qui domani, e il giorno dopo se necessario. Prima o poi si arrenderanno.” Fece Majutsu, facendo dietro front.
    Ma si fermò subito.
    Mentre loro parlavano, un grosso cane nero si era avvicinato, fermandosi all’entrata del vialetto a fissarli.
    “Ehi… quel cane sì che è grande…” Fece Gray, per poi guardare Happy.
    “Che c’è?” Domandò lui.
    “Ancora mi chiedo perché i topi ti fanno paura e i cani no… sei un controsenso…”
    “Però mi piace il pesce, aye!” Rispose lui, sorridendo.
    “Harry?” Chiamò una voce, anticipando una signora di mezza età, che stava passando davanti in quel momento.
    Il cane, spaventato, corse via.
    “Signora Figg?” Chiese conferma Majutsu, guardando la signora, che annuì.
    “Cielo, come sei cresciuto.” Continuò lei, per poi guardare gli altri membri di Fairy Tail. “E loro devono essere i tuoi compagni, eh?”
    “Come ha fatto a capirlo?”
    La signora ridacchiò. “Mi piace tenermi informata su ciò che succede in giro. La vostra foto era davvero bella. Siete un gruppo davvero numeroso.”
    A quelle parole tutti quanti spalancarono gli occhi.
    “Signora Figg… lei è una st-”
    “Sfortunatamente, no.” Lo interruppe lei. “Sono una Magonò. Mi dispiace non averti potuto aiutare in alcun modo, ma come immagini, non potevo venirti a dire la verità di punto in bianco. Probabilmente non mi avresti creduto.”
    “Sì, ha avuto qualche difficoltà anche quando ci è quasi caduto addosso…” Commentò Gray, ricevendo un pugno in testa dal diretto interessato.
    “Vedi di essere preciso. Sono solo apparso in mezzo a voi. Così sembra quasi che io sia caduto dal cielo!”
    “Oh, sì, Albus mi ha accennato qualcosa del genere.” Asserì la signora Figg. “Sai… era mio compito verificare che non ti accadesse niente… Non hai idea di come mi sia sentita quando ho saputo che eri scomparso.”
    “Mi spiace, ma anche volendo tornare, non avrei saputo come fare.”
    “Ma dove siete in alloggio? Non mi pare ci siano hotel qui in zona.” Disse lei, guardandosi attorno come per cercare qualcosa.
    “Pensavamo di accamparci in qualche parco.” Rispose Erza, sincera.
    “Non siate ridicoli. Lasciate che vi ospiti io. Spero non vi diano fastidio i gatti.”
    “Non credo, aye!” Esclamò Happy, facendo scoppiare a ridere tutti quanti, sotto lo sguardo incuriosito della donna.
    Sopra di loro, nascosto dietro una finestra appena socchiusa, Dudley rimase in silenzio, per poi guardare fuori, notando che al cugino era scivolato qualcosa dalla tasca.


     
    [FONT=times new roman,serif]TUMB[/FONT]

    Harry si girò sotto le coperte, infastidito da quel rumore.

    [FONT=times new roman,serif]TUMB[/FONT]

    “Chi…” Mormorò, aprendo gli occhi e guardandosi in giro.
    I gatti presenti nella sala, attorno al divano su cui dormiva, erano fermi, sebbene tutti con le orecchie all’insù, probabilmente a causa del rumore che lo aveva svegliato.


    [FONT=times new roman,serif]TUMB[/FONT]

    Majutsu si voltò verso la finestra, dove vide una mano battere contro il vetro.
    Si diresse subito ad aprirla, trovandosi di fronte l’ultima persona che pensava di vedere.
    “Possiamo parlare un attimo?” Chiese Dudley.
    “Perché?”
    “Che c’è? Tuo cugino non può desiderare di parlarti dopo non averti visto per anni?”
    “No, se il detto cugino si divertiva a usarmi come bersaglio per i suoi pugni.”
    “Per piacere.” Insistette lui serio, facendo sgranare gli occhi a Harry, che a quel punto annuì, saltando fuori dalla finestra subito dopo.
    “Allora?”
    Dudley si portò una mano in tasca, tirando fuori il modulo per Hogsmeade, firmato.
    “Ti era caduto prima.” Spiegò, mentre Harry si portava le mani in tasca per verificare, dandosi dello stupido per non essersene accorto prima. “L’ho fatto firmare a papà dicendogli che era un’autorizzazione per la mia scuola. Fortuna non legge mai e si limita a firmare.”
    “… Perché lo hai fatto?”
    “Detto francamente, voglio te e gli altri tuoi amici maghi fuori dai piedi il prima possibile.”
    “Allora avevo visto giusto: tu sei a conoscenza della magia.”
    “Ho sentito mamma e papà parlarne dopo che sei sparito. Loro non sanno che l’ho scoperto. Mi prometti che se ti do questo modulo non vi farete più vedere?”
    Harry per tutta risposta glielo strappò di mano. “Abbiamo un accordo. Se fosse stato per me, non sarei tornato qui nemmeno stavolta. Io e i miei amici siamo piuttosto indipendenti e di certo non mi mancavate.”
    Dudley annuì, concordando, per poi mettersi le mani in tasca e cominciare ad allontanarsi, fermandosi però dopo pochi passi.
    “Sei cambiato. Prima non mi avresti tenuto testa così.” Osservò.
    “Vivi un solo decimo di ciò che ho vissuto io e ne possiamo riparlare.”
    Dudley sbuffò. “Come se m’interessasse la vita di voi folli.” Fece, allontanandosi.
    Harry restò a guardarlo sparire nell’oscurità della notte, per poi portare la sua attenzione sul modulo, dove ora appariva la firma di suo zio.
    “Chi l’avrebbe mai detto che sarebbe stato grazie a lui? Ero davvero pronto a stare qui per giorni interi…” Ridacchiò, per poi alzare di colpo lo sguardo.
    Di fronte a lui c’era di nuovo il cane che avevano visto qualche ora prima.
    “Ehi… sei tornato, eh?” Fece, mettendo in tasca il modulo e avvicinandosi all’animale, che restò immobile al suo posto. “Non dirmi che vuoi venire con noi. Mi dispiace, ma temo che gli animali grandi come te non siamo ammessi nella nostra scuola.” Disse, posandogli una mano sul muso per fargli delle coccole.
    Il cane però spostò subito la testa.
    “Siamo timidi, eh? O forse ho ancora su di me dei rimasugli dell’Eterion…?” Rifletté con un sorriso triste. “Immagino che per gli animali sia un odore insopportabile…”
    Il cane lo guardò, piegando la testa di lato come per chiedere più informazioni.
    Harry tuttavia si limitò a girarsi, per poi saltare direttamente dentro il salotto della signora Figg passando nuovamente dalla finestra.
    “Mi spiace, ma è meglio se vai. Sono sicuro che troverai un padrone con cui rischierai la vita decisamente meno volte che con me.” Gli disse sorridendo, per poi tornare sul divano, deciso a riaddormentarsi.
    Il cane restò a guardare la finestra ancora qualche minuto, per poi correre via.


    “Quindi possiamo già andare a Diagon Alley?” Chiese sorpresa Lucy.
    “Cavoli, non pensavo che sarebbe stato proprio tuo cugino ad aiutarti.” Commentò Natsu. “Da come ce lo avevi descritto e per come si è presentato…”
    “Sono rimasto sorpreso anch’io.” Ammise Harry.
    “Io invece un po’ me lo aspettavo.” Intervenne la signora Figg, ottenendo l’attenzione dei ragazzi. “Da quando sei sparito, Dudley è cambiato. Non troppo, ma nel suo caso è stato un cambiamento non da poco. Ad esempio, ha smesso di fare il bulletto. Probabilmente si è sentito in qualche modo in colpa per la tua scomparsa.”
    “Non mi dire… Di questo passo rischio di doverlo rivalutare…” Ridacchiò Majutsu. “Okay, è meglio andare. Londra è un po’ lontana da qui e-”
    “Non vorrete andarci a piedi, vero?”
    “Perché no?” Domandò Natsu. “Che c’è di strano?”
    “Vi ci vorranno ore per arrivarci!”
    “Siamo abituati a camminare per giorni.”
    “Piccola precisazione: loro sono abituati, io no.” Obiettò Lucy.
    “Non potete chiamare il Nottetempo?”
    “Il cosa?” Dissero tutti assieme.
    “È un mezzo di trasporto magico. Ed è l’unico per cui i minori possono usare la magia per chiamarlo. Basta puntare la bacchetta dritta verso la strada. Arriverà subito.”
    “Davvero possiamo?”
    “Sì, ed è anche abbastanza economico. Almeno, così mi hanno detto. Non potendo usare la magia non l’ho mai provato.”
    “Beh, tentare non nuoce. Ci penso io e-” Cominciò Natsu, subito tirato indietro da Erza.
    “Meglio di no. Rischieresti di distruggere qualcosa.” Affermò, tirando fuori la bacchetta e facendo come detto dalla signora Figg.
    Immediatamente, l’aria fu riempita dal rumore di freni azionati bruscamente, mentre di fronte a loro si fermava un autobus a tre piani di un viola intenso, con scritto sul parabrezza in lettere d’oro Nottetempo.
    Subito un uomo in uniforme viola scese dall’autobus. “Benvenuti sul Nottetempo, mezzo di trasporto di emergenza per maghi e streghe in difficoltà.” Annunciò ad alta voce. “Allungate la bacchetta, salite a bordo e vi portiamo dove volete. Mi chiamo Stan Picchetto e sono il vostro bigliettaio per oggi.”
    I maghi di Fairy Tail lo guardarono per qualche secondo limitandosi a sbattere le palpebre.
    “Perché da noi dobbiamo andare ogni volta in stazione o prendere in affitto delle carrozze?” Domandò Lucy.
    “Ehi… siete un gruppo numeroso.” Osservò Stan.
    “Già… Potete portarci a Diagon Alley?” Chiese Harry.
    “Per undici falci a testa.”
    Majutsu si portò le mani in tasca, tirando fuori un po’ di monete.
    “Sì, ce la facciamo.” Disse finendo di contare. “Allora sette biglietti, grazie.”
    “Sai, ora che ci penso…” Fece Natsu, mentre salivano. “È la prima volta che prendiamo un autobus. Sarà un viaggio tranquillo, vero?”
    “Beh, non ne prendo uno da anni, però sì, dovrebbe essere un viaggio comodo.”
    A quelle parole Stan sorrise, per poi rivolgersi all’autista.
    “Diamoci una mossa, Ern.” Disse, mentre le porte si chiudevano.
    E con un sonoro BANG, i maghi si ritrovarono schiacciati sui sedili, mentre l’autobus correva a velocità folle sulla strada.
    “Che cos’avevi detto prima?!” Urlarono tutti contro Harry.


    Dudley osservò l’autobus scomparire in una scia violacea, per poi sospirare, chiudendo la finestra.
    “Finalmente se ne sono andati…” Mormorò, per poi lasciare la stanza e andare fuori, salutando velocemente la madre e la zia.
    Si diresse verso un parco lì vicino, dove sapeva che a quell’ora della mattina non ci sarebbe stato nessuno. Si sedette su un’altalena, sospirando.
    “Perché è dovuto tornare?” Si chiese, guardando in basso, per poi portare una mano in tasca, tirando fuori una lettera chiusa. “Non importa… sarà meglio che adesso vada a spedire questa… o mamma e papà si arrabbieranno…”
    Un lungo miagolio attirò la sua attenzione. Dudley spostò lo sguardo, ritrovandosi a fissare un grosso gatto dal pelo rosso che lo guardava dal basso.
    “E tu che vuoi?” Buttò il ragazzo, poco prima che il gatto saltasse contro di lui, prendendo la busta tra i denti e scappando l’attimo seguente.
    Dudley sbiancò, cominciando a corrergli dietro.
    “Fermati! Lasciala andare!” Gli urlò, mentre cominciava a sentire l’affaticamento per la corsa improvvisa, cosa a cui non era abituato.
    Il gatto tuttavia continuò lungo la via, finché non girò in un vicolo in mezzo a due palazzine.
    Il Dursley lo seguì, frenando la sua corsa quando vide il gatto fermo di fronte a un muro.
    “F-Finalmente…” Ansimò, asciugandosi il sudore e facendo per andargli incontro.
    Ma si fermò quando vide una mano pallida uscire dal cono d’ombra e prendere la lettera dalla bocca del gatto, che miagolò soddisfatto quando l’altra mano lo accarezzò sulla testa.
    “Oh, questa sì che è una sorpresa.” Asserì una voce maschile, per poi mostrare una bacchetta, che puntò verso Dudley.
    Il ragazzo per tutta risposta aveva cominciato a indietreggiare, solo per andare a sbattere contro una parete invisibile.
    “Mi spiace, ma temo di doverti tenere qui un po’… Dudley Dursley.” Fece l’uomo, restando sempre in penombra.
    “C-Chi sei? E c-come fai a sapere il m-mio nome?”
    “Mi prendi per stupido? So leggere un nome su una busta.” Rispose lui, ridendo. “Ed era parecchio che non ne vedevo una simile…”
    “B-Beh… puoi a-andare in un ufficio p-postale e prenderla l-lì e-”
    “Dubito fortemente che questa lettera si trovi in un qualunque ufficio postale. Da quanto mi risulta, sono un numero limitato.”
    Dudley deglutì.
    “Ma se mi ricordo bene di Petunia, non mi stupisco della tua stupidità.”
    Il ragazzo a quel punto spalancò gli occhi, cominciando a tremare vistosamente. “C-Come…”
    L’uomo a quel punto decise di uscire allo scoperto, mostrandosi totalmente al ragazzo, che al solo vederlo impallidì ulteriormente.
    “N-No… ti prego, lasciami andare! Non dirò a nessuno di averti visto, ma lasciami andare!”
    “Oh, deduco che tu mi conosci.”
    “Certo che ti conosco! Sei su tutti i telegiornali! S-Sei Sirius Black, il pluriomicida evaso!”
    “Oh, sono così famoso? Devono avere proprio una grande paura di me per parlarne anche tra i Babbani.” Ridacchiò l’uomo, per poi farsi serio. “Ora… sono in una situazione abbastanza… complicata.” 
    “E c-con ciò? I-Io sono solo un r-ragazzo qualunque…”
    “Davvero? E allora perché avevi questa tra le mani?” Domandò Black, mostrando la busta, per poi cominciare a leggere. “Signor D. Dursley, Cameretta, 4 Privet Drive.”
    Dudley sembrò pietrificarsi.
    “Ormai dovresti aver capito che cosa sono… visto che siamo uguali-”
    “No!” Urlò di colpo il ragazzo, riacquistando un po’ di coraggio. “Io non voglio averci niente a che fare!”
    Sirius Black lo guardò serio. “Ma tu guarda… ti hanno fatto proprio bene il lavaggio del cervello, eh? Per costringerti a dire simili cose…”
    “I miei genitori non lo sanno!” Replicò Dudley. “Non sanno che io sono un mostro!”
    “Un mostro, eh?” Ridacchiò l’uomo. “Credimi… tu non hai la più pallida idea di cosa sia un vero mostro.”
    “Insomma, che cosa vuoi da me?!”
    “Oh, giusto, stavo divagando. Vedi… mi serve il tuo aiuto.”
    “Che cosa può volere da me un serial killer?”
    Black lo fulminò con lo sguardo. “Vendetta.” Si limitò a dire. “E mi serve qualcuno in grado di farmi entrare senza destare troppi sospetti nel posto dove potrò ottenerla.”
    “B-Beh… non contare s-su di me! Non ti aiuterò!”
    L’uomo lo guardò, per poi annuire, muovendo la bacchetta, facendo sparire la barriera.
    “Molto bene allora. Sei libero di andartene.” Fece, girandosi.
    Dudley lo guardò sorpreso. “D-Davvero? T-Tutto qui? Non è che a-appena mi giro mi u-uccidi?”
    “No, no, tranquillo. Vai pure.”
    Dudley non se lo fece ripetere due volte e si voltò.
    “Ma sappi che farò sì che i tuoi genitori scoprano la verità. Ho più modi per farglielo sapere in maniera anonima. Non sarebbe giusto nascondergli una cosa simile…”
    Il ragazzo si bloccò all’istante. “N-Non oserai… vero?”
    “Vuoi mettermi alla prova?”
    Dudley restò fermo dove si trovava, mentre il mago gli si avvicinava, seguito dal gatto.
    “Sapevo che avremmo trovato un punto di accordo.” Ghignò, mettendogli una mano sulla spalla, mentre il gatto fulvo si poggiava sulla sua gamba.
    L’istante dopo, sparirono tutti e tre, lasciando la strada completamente deserta.

     
    Immagini Personaggi:

    Dudley Dursley
    Petunia (Evans) Dursley
    Arabella Figg


    E finalmente il grande colpo di scena è stato rivelato!!!
    Ebbene sì, signori e signore: Dudley è un mago! Ditelo, questa era l'ultima cosa che vi aspettavate, vero?
    E con questo capitolo ci tuffiamo nel terzo libro, che come potete ben immaginare risulterà un pochino diverso dall'originale (e aspettate di leggere che cosa combino per Natale... eheheh...).
    Che altro dire... nel prossimo capitolo i nostri maghi arriveranno (non proprio sani XD) a Diagon Alley, e vedrete che cosa combineranno...
    Concludo augurandovi buona Pasqua! Ci sentiamo al prossimo capitolo!
     
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    Capitolo 52: Le guardie di Azkaban - Torna all'indice dei capitoli
    Quando il Nottetempo frenò e aprì le porte, il mago del fuoco si fiondò subito fuori tenendosi una mano sulla bocca.
    “S-Sembra che Natsu abbia avuto una… una ricaduta…aye…” Mormorò Happy, anche lui abbastanza provato dal viaggio turbolento.
    “Non voglio mai più salire su questo affare…” Borbottò Gray, seguendolo, mentre Harry pagava Stan.
    “Uno tsunami è più tranquillo…” Sussurrò Lucy, mentre Erza la superava apparentemente tranquilla.
    “Concordo. La prossima volta a piedi…”
    “Sicuri di stare bene?” Chiese Stan, mettendo via i soldi.
    “Sì, sì… solo, era la prima volta che prendevamo un mezzo di trasporto… simile…” Rispose Harry, per poi scendere dall’autobus, che scomparve subito dopo.
    “Bene, ci siamo.” Fece Majutsu, mentre Natsu riprendeva lentamente colore.
    “Non oso immaginare se Hermione non mi avesse curato…” Mormorò, interrompendosi quando la porta del Paiolo Magico si spalancò di colpo, lasciando uscire nientemeno che un agitato Ministro della Magia.
    “Harry!” Esclamò, guardando il ragazzo. “Grazie al cielo sei qui!”
    Il moro sbatté le palpebre confuso, poco prima di venire letteralmente trascinato di peso dentro il locale.
    Gli altri membri di Fairy Tail lo seguirono, non sapendo come agire.
    “Chi è?” Chiese Erza a Natsu, il quale sembrava essere l’unico ad averlo riconosciuto.
    “Il ministro della magia. Mi pare di aver capito che sia il pezzo grosso più importante dopo Silente.”
    “L’ha trovato, Ministro.” Fece il locandiere Tom, avvicinandosi a Harry, che cominciava a spazientirsi.
    Cosa che dimostrò liberandosi della presa di Cornelius.
    “Ok, posso sapere che cosa sta succedendo?” Domandò scocciato. “Non mi pare di aver fatto nulla di sbagliato o d’illegale.”
    “Certo che no, Harry, ma il Ministero era piuttosto preoccupato… ti abbiamo cercato da quando è finita la scuola, e i gufi sono sempre tornati indietro senza averti trovato.”
    “Ero tornato a casa.” Replicò subito Potter. “E lì i gufi non sono ammessi.”
    “Soprattutto quelli giganti…” Mormorò Natsu, ricordandosi di Civetta.
    “Capisco… Beh, è un sollievo vederti salvo e… quasi sano…” Commentò il Ministro, notando le bende che ancora coprivano in parte le braccia e le gambe di Harry.
    “Oh, non si preoccupi. Nulla di grave.” Rispose lui, intuendo i suoi pensieri. “Però non ha ancora risposto alla mia domanda. Come mai questa improvvisa preoccupazione?”
    Cornelius sospirò. “Tom, possiamo avere un salottino privato, per favore?” Chiese al proprietario del Paiolo Magico, che annuì.
    I maghi di Fairy Tail seguirono i due uomini lungo uno stretto corridoio che si trovava dietro il bancone, finché non arrivarono a un salottino, dove Tom li lasciò.
    “Sedetevi pure.” Fece il Ministro, indicando un divano, dove i ragazzi andarono subito ad accomodarsi.
    “Come avrete già capito, io sono il Ministro della Magia Cornelius Caramell.”
    “Sì, l’avevamo già vista in una foto.” Rispose Harry, non potendo dire che in realtà l’aveva visto quando era andato ad arrestare Hagrid.
    “Beh, prima di tutto, ribadisco che mi fa piacere vederti. Temevamo ti fosse successo qualcosa di grave.”
    “Per piacere Ministro, non mi prenda in giro.” Lo interruppe subito Majutsu. “Ho già avuto a che fare con i politici, e se uno di loro si preoccupa direttamente di qualcosa o qualcuno, significa che c’è una ragione ben specifica.”
    “Su, Harry, non dire così…”
    “Deve perdonarci, Ministro.” S’intromise Erza. “Ma nemmeno poche settimane fa proprio un membro del nostro… Ministero, ha tentato di ucciderci. Può immaginare il perché non siamo proprio a nostro agio.”
    A quelle parole Caramell sussultò. “U-Uccidervi?” Ripeté incredulo. “Perché avrebbe voluto uccidervi?”
    “Diciamo che non avevamo gli stessi punti di vista, e lui non era disposto ad accettare questo fatto.” Replicò Harry. “Ma non si preoccupi. È stato fermato e non dovrebbe più tentare di nuocerci.”
    “Questo è un sollievo… sarebbe stato difficile spiegare come mai Harry Potter non sarebbe più tornato…”
    “Ora, torniamo al motivo di questa visita. Non è mai venuto a verificare le mie condizioni in due anni che sono andato a Hogwarts. Come mai questo cambiamento improvviso?”
    “Beh… Non credo sia il caso di darti inutili preoccupazioni, Harry… l’importante è che tu ora sia qui, ed è meglio che tu non ti muova fino all’inizio delle lezioni.”
    Majutsu lo guardò storto. “Senta Ministro, non mi sono mai piaciuti i segreti, a meno che la persona non fosse in grado di gestirli.”
    Il Ministro mosse nervosamente le dita, non sapendo come replicare.
    “Se c’è qualcosa che minaccia Harry, è meglio che ce lo dica subito.” Intervenne Gray. “Sapere la verità ci aiuterà ad affrontarla.”
    Cornelius sospirò. “Molto bene allora.” Disse, ormai arreso. “In fondo, lo scoprireste lo stesso, visto che i giornali non fanno altro che parlarne. Mi rammarica che in parte è colpa mia… avrei dovuto fare più attenzione e non provocarlo…”
    “Di chi sta parlando?”
    “Bisogna tornare a dodici anni fa, Harry. Quella notte in cui ti è rimasta quella cicatrice.”
    “Non sarà tornato Voldemort?!” Esclamò di colpo Natsu, facendo tremare il Ministro.
    “No! No, grazie a cielo il Signore Oscuro è ancora morto.” Assicurò. “Tuttavia, come immagino sappiate, c’erano diversi suoi seguaci. Uno di loro in particolar modo era più pericoloso degli altri.”
    Harry annuì, indicando che lo stava seguendo.
    “Il suo nome era Sirius Black. Lui… tentò di prenderti dopo che Voi-Sapete-Chi fu distrutto, probabilmente per finire l’opera, ma grazie a Hagrid e al sacrificio di un mago, tu sei stato portato in salvo e Black arrestato.”
    “Okay… ma cosa c’entra con noi?” Domandò Lucy.
    Il Ministro liberò un altro lungo sospiro. “Pochi giorni dopo che voi avete lasciato Hogwarts, Black è riuscito a evadere da Azkaban.” Spiegò. “Pensavamo fosse impossibile, ma temo di averlo provocato io mostrandogli alcuni giornali con scritti sopra i vostri… atti eroici, se vogliamo chiamarli così. Prima di evadere, le guardie e gli altri prigionieri mi hanno riferito che continuava a ripetere ‘È a Hogwarts’.”
    “Quindi, quello che sta cercando di dirmi è che questo Black è sulle mie tracce per finire l’opera di Voldemort, vero?” Riassunse Majutsu, sorprendendolo. “Ma cos’è? Ho sulla schiena un bersaglio per i pazzi?”
    “Harry, è per questo che devo chiederti di non muoverti da Diagon Alley. Finché sei qui sei al sicuro.”
    “Apprezzo il suo pensiero, ma mi creda, so cavarmela.” Replicò Potter. “Io e i miei amici non abbiamo paura di un mago. Piuttosto, se lei ci concedesse il permesso di usare la magia anche fuori da Hogwarts nel caso dovessimo difenderci, avremmo ancora meno problemi.”
    “Beh, la legge lo prevede, ma solo in caso di emergenza… Ma preferirei che non finiste in una situazione simile.”
    Harry sospirò, per poi alzarsi. “Beh, non avevamo comunque intenzione di allontanarci da Diagon Alley, però vorrei che non ci limitasse più. O il nostro tutore potrebbe avere qualcosa di cui discutere.”
    “Fin quando vi trovate qui dovrete sottostare alle leggi del Ministero.” Disse Cornelius facendosi improvvisamente serio, alzandosi. “Se il vostro tutore ha qualcosa da dire, sarò più che lieto di parlarci. Così forse finalmente potrei scoprire dove si trova questo Paese nascosto al resto del mondo.”
    Senza aggiungere altro, uscì dalla stanza, lasciandoli da soli.
    “Sirius Black, eh?” Ripeté Harry, sospirando. “Davvero, posso capire a Fiore… ma qui non è che ho fatto molto per guadagnarmi tanto astio.” Commentò.


    “Quindi questo Sirius Black è alla tua ricerca, eh?” Fece il Master attraverso la Lacrima di comunicazione, in quel momento alimentata dall’energia magica di Harry.
    “Come dobbiamo agire?” Chiese Gray. “Se dovesse avere in parte le capacità di Voldemort, non sarà facile da sconfiggere senza farci scoprire.”
    “Purtroppo per il momento non potete fare molto.” Ammise Makarov.
    “Bah, io direi di fregarcene delle conseguenze e andare subito a cercarlo! Prima lo troviamo, prima ce ne liberiamo e prima torniamo liberi!” Esclamò Salamander.
    “Sì, liberi di venire studiati dagli altri maghi ansiosi di scoprire il segreto della nostra magia.” Replicò Erza.
    “Per quanto vorrei dare retta a Natsu, le cose stanno così. È già un miracolo che il Ministro non ci abbia chiesto direttamente dove siamo stati o peggio ancora, di portarlo lì. Sarebbe stato difficile risolvere la questione.” Aggiunse Harry.
    “Vero. Senza considerare che nemmeno qui sono a conoscenza dell’altro mondo. Se il Re dovesse scoprirlo, potrebbe davvero ordinarci di far passare l’esercito, nel timore di venire attaccati. Oltre a noi, nessuno deve scoprire di questo collegamento.”
    “Anche se…” Borbottò Lucy.
    “Che c’è?”
    “Sto ripensando a Naruto. Lui veniva da un terzo mondo, che non era minimamente collegato ai nostri. Cavoli, non credevano neppure nell’esistenza della magia.”
    “Stai pensando che i nostri continui viaggi da un mondo all’altro stiano cominciando a danneggiare il collegamento tra i vari mondi paralleli?” Azzardò Erza.
    “Non saprei… ma è una possibilità.” Ammise la bionda. “Se fosse così… potremmo incontrare altre persone provenienti da mondi diversi.”
    “E in quel caso dobbiamo sperare che non abbiano intenzioni ostili. Ma se le cose stanno così, significa che più viaggiamo, più danneggiamo il collegamento.”
    “Cercherò di informarmi sulla questione.” Li interruppe Makarov, mentre l’immagine cominciava a dissiparsi. “Per ora, vedete solo di fare attenzione. Se doveste aver bisogno di aiuto, non esitate a contattarci e vedrò di mandarvi rinforzi.”
    “Va bene.” Risposero loro tutti insieme, per poi vedere la Lacrima spaccarsi a metà.
    “Dobbiamo davvero trovare un modo per comunicare senza dover ogni volta distruggere una Lacrima.” Disse Gray, raccogliendo i resti e buttandoli nel baule, in attesa di tornare a Hogwarts e farli distruggere a Natsu.

    Da quel giorno, i maghi di Fairy Tail ripresero la stessa routine che avevano impiegato durante la loro prima visita a Diagon Alley: passavano le giornate girando per i negozi, fermandosi spesso fuori dalla gelateria di Florian Fortebraccio per finire gli ultimi compiti che gli erano rimasti.
    Happy tuttavia doveva rientrare spesso nella loro stanza per riprendere le sue sembianze originali, poiché a differenza della trasfigurazione, la trasformazione magica lo lasciava sempre esausto e non potevano rischiare che tornasse gatto in mezzo ad altre persone.
    “Devi proprio farti insegnare dalla McGranitt gli incantesimi necessari.” Commentò Natsu un giorno.
    Durante la loro ‘vacanza obbligata’ ricevettero anche notizie dai fratelli Weasley: a quanto pare il loro padre aveva vinto un grosso premio in denaro, e aveva quindi deciso di portare la famiglia in vacanza in Egitto, dove avrebbero fatto anche visita al fratello Bill. Gli avevano scritto che li avrebbero raggiunti a Diagon Alley una settimana prima dell’inizio delle lezioni. Fu però a due settimane dalla fine delle vacanze che i maghi di Fairy Tail decisero di cominciare ad acquistare il nuovo materiale scolastico.
    Dopo essere andati a prendere delle nuove divise optarono per dividersi gli acquisti, così da potersi sbrigare in poco tempo. Fu per questo che Lucy si diresse da sola con Erza al Ghirigoro per acquistare i libri.
    “Certo che la lista è piuttosto strana…” Osservò la bionda, ricontrollando la lettera. “Abbiamo scelto le stesse materie non essendocene nessuna veramente interessante, però…”
    “Non mi dirai che sei ancora preoccupata per quel libro?” Domandò Titania, mentre entravano nella libreria.
    “Beh, un libro che si chiama ‘Libro Mostro dei Mostri’ non è proprio rassicurante e-”
    “Scusate…” S’intromise un commesso. “Avete detto proprio ‘Libro Mostro dei Mostri’?” Chiese, sbiancando in viso.
    “S-Sì, perché?”
    “Due copie?”
    “A dir la verità cinque, siamo qui anche per i nostri ami-”
    Ma la maga degli Spiriti Stellari si interruppe quando il commesso lasciò cadere la testa sul bancone, sospirando.
    “Questo è un incubo…” Mormorò, per poi prendere un paio di guanti, un bastone nodoso e diversi pezzi di spago molto spesso.
    “Venite, andiamo a prenderli.” Disse alle due ragazze, che lo guardarono confuse.
    “Sembra si stia preparando più per un safari…” Commentò la rossa.
    “Mi creda, signorina, un safari senza bacchetta potrebbe essere meno pericoloso.” Replicò il commesso, per poi andare nel retro.
    Lì, chiusi in una gabbia, c’erano decine di libri volanti, che stavano cercando di mordersi tra di loro tramite quelli che sembravano dei veri e propri denti di carta.
    “Quelli sono i nostri libri?!” Urlò spaventata Lucy.
    “Interessante. Finalmente non sarà una noia studiare.” Replicò invece divertita Erza, non sentita dal commesso, che aprì la gabbia per cercare di prenderne uno.
    Tuttavia, prima che riuscisse a fermarla, una copia del libro saltò fuori, dirigendosi contro Erza e mordendole una mano.
    “Oh no! Mi spiace, ma non riesco a-”
    Ma l’uomo si fermò quando vide Erza prendere il libro con l’altra mano, per poi scagliarlo verso l’alto, dove andò a sbattere contro il soffitto, cadendo subito dopo a terra inerme.
    “Quindi le cose stanno così, eh?” Fece, massaggiandosi la mano ferita, mentre Lucy indietreggiava terrorizzata. “Scusi, posso avere quello spago? Ci penserò io a renderli inermi.”
    “C-Come? Mi spiace, ma non posso lasciarglielo fare, è pericoloso!”
    “Sì… per i libri…” Fu il commento leggermente sarcastico di Lucy, che deglutì vedendo l’amica strappare le corde dalle mani del commesso, per poi entrare nella gabbia.

    “Come sarebbe a dire che vi hanno regalato una copia per ciascuno di noi di un libro?” Chiese sorpreso Harry, vedendole rientrare nella stanza con i nuovi libri.
    “D-Diciamo che il proprietario ci ha voluto ringraziare per i servizi resi alla sua libreria…” Rispose una pallida Lucy. “E se mai dovessi raccontare ciò che ho visto oggi… probabilmente verrei presa per pazza.”
    “E che avete mai dovuto fare? Fare a pugni con dei libri?” Ridacchiò Gray, per poi vedere cinque libri saltare giù dal letto e andare a nascondervisi sotto.
    Erza si limitò a far scrocchiare il collo.


    Fu solo durante l’ultimo giorno che furono finalmente raggiunti dai Weasley, con l’aggiunta di Hermione, che a quanto pare li aveva incrociati all’entrata di Diagon Alley.
    “Sirius Black ha intenzione di ucciderti?!” Esclamarono assieme i gemelli, non appena furono aggiornati delle ultime novità.
    “Diamine Harry, questo è pericoloso!” Asserì Ron. “Black è un famoso assassino… ho sentito che ha ucciso tredici persone con un solo incantesimo!”
    “Tredici? Allora non dobbiamo preoccuparci.” Fece Natsu. “Insomma, siamo sopravvissuti all’Eterion, un incantesimo che poteva disintegrarci tutti quanti insieme a qualche chilometro di oceano e-”
    “Voi avete fatto che cosa?!” Ruggì la signora Weasley, che era entrata in quel momento nella loro stanza per avvisarli che li stavano aspettando per la cena.
    “Ehm… nulla mamma… Natsu ama scherzare…” Corse ai ripari George, sperando che la madre ci credesse.
    Lei per tutta risposta li guardò con un cipiglio. “Sarà… Ah, Ron, non mi hai più detto come sta Crosta.”
    A quella frase i maghi di Fairy Tail guardarono l’amico, che tirò fuori il topo dalla tasca. “Non sono riusciti a capirlo nemmeno quelli del Serraglio Stregato. Hanno detto che è vissuto anche troppo a lungo per essere un topo non magico.”
    “Non magico?” Ripeté Harry perplesso. “Non credo. La prima volta che lo abbiamo visto abbiamo percepito una traccia magica attorno a lui. Forse consiste solo in una durata vitale più lunga.”
    “Dici davvero?” Fece sorpreso il rosso, per poi scostarsi quando Natsu si avvicinò per annusare l’animale.
    “Secondo me non ha nulla che non va. Di certo non puzza di malato.” Spiegò.
    “Devo ancora abituarmi all’idea che tu sei cresciuto con un drago… credo che Charlie farebbe carte false per conoscerti.” Ammise la signora Weasley, sospirando.
     
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    La mattina dopo Tom andò a svegliarli poco dopo l’alba, come da loro richiesto. I maghi, non senza qualche borbottio e lamentela, cominciarono subito a prepararsi, per poi controllare di aver preso tutto e dirigersi verso l’uscita con i bauli appresso.
    “Allora, chiamiamo un taxi?” Chiese Lucy, ricordandosi del primo anno.
    “Qualunque cosa sarà meglio di quella… cosa!” Esclamò Natsu, rabbrividendo al ricordo del Nottetempo.
    “Concordo, aye!”
    “Taxi? Oh, non credo ne avremmo bisogno.” Intervenne il signor Weasley, raggiungendoli.
    “Perché papà?” Domandò Ginny. “Come facciamo ad arrivare in stazione senza?”
    “Beh… visto che noi non abbiamo più una macchina, il Ministero ci ha gentilmente offerto un passaggio… verranno a prenderci tra poco.”
    A sentire ciò Harry sbuffò. “Non sarà che hanno paura che io venga attaccato da Black se vado da solo, vero?”
    A sentire ciò Arthur spalancò gli occhi, fissandolo. “Tu sai-”
    “Il Ministro mi ha raccontato che probabilmente è evaso per uccidermi, visto che è colpa mia se Voldy non è più in grado di agire.”
    “Allora capirai anche perché vogliamo proteggerti.” Obiettò il signor Weasley.
    “Non ho bisogno di protezione. Me la so cavare bene anche da solo. Senza considerare che comunque non sono mai solo.” Replicò il moro, mentre dietro di lui Gray e Natsu si battevano i pugni tra di loro, sorridendo.
    “Beh… ma mi risulta che non vogliate far sapere che cosa siete davvero in grado di fare, no?” sussurrò il signor Weasley, ottenendo uno sbuffo collettivo come risposta.
    “Sono arrivate le macchine.” Avvertì Tom, rientrando nel locale dopo essere uscito per controllare.
    “Grazie mille.”
    Il viaggio fino a King’s Cross fu molto tranquillo in confronto alla gita sul Nottetempo: le auto del Ministero della Magia sembravano quasi normali, anche se Harry notò che sgusciavano nel traffico come nessun’altra macchina sarebbe mai riuscita a fare.
    Raggiunsero la stazione con venti minuti di anticipo; gli autisti del Ministero trovarono dei carrelli, scaricarono i bauli, salutarono il signor Weasley sfiorandosi il berretto e ripartirono, riuscendo misteriosamente a scattare in testa a una fila di macchine ferme ai semafori.
    “Bene.” Disse Arthur guardandosi intorno. “Andiamo due a due, visto che siamo in tanti. Io passo per primo con Harry.”
    Il signor Weasley puntò verso la barriera che separava i binari nove e dieci, spingendo il carrello di Majutsu, apparentemente molto interessato all’Intercity 125 che era appena arrivato al binario nove. Con un’occhiata eloquente al ragazzo, si appoggiò in maniera casuale alla barriera. Harry lo imitò.
    Un attimo dopo l’attraversarono, ritrovandosi sul binario nove e tre quarti davanti all’Espresso per Hogwarts.
    Percy e Ginny apparvero all'improvviso dietro a Harry, seguiti a ruota da tutti gli altri.
    “Ah, ecco Penelope!” Esclamò Percy, lisciandosi i capelli e diventando tutto rosa sulle guance.
    “Penelope?” Chiese Natsu a Fred, che ridacchiò.
    “A quanto pare, durante lo scorso anno, il nostro nuovo Caposcuola…” Spiegò lui, senza trattenere un leggero disgusto nel dire quella parola. “… si è fidanzato.”
    I maghi guardarono il maggiore dei fratelli Weasley avanzare verso una ragazza dai lunghi capelli ricci, camminando col petto così in fuori che nessuno avrebbe potuto ignorare il distintivo splendente che lo segnava come Caposcuola.
    Decidendo di lasciare il figlio maggiore da solo, il signor Weasley aprì la strada verso la coda del treno, oltre una serie di scompartimenti affollati, fino a una carrozza che sembrava vuota. I ragazzi caricarono i bauli, sistemarono le gabbie dei gufi sulla reticella e poi tornarono sulla banchina per salutare i coniugi Weasley.
    La signora baciò tutti i suoi figli, poi Hermione e alla fine anche i membri di Fairy Tail, che furono un po’ imbarazzati per quell’improvvisa uscita d’affetto.
    “Farete attenzione, vero?” Chiese lei cercando di ricomporsi, con gli occhi stranamente lucidi.
    “Harry.” Intervenne Arthur. “Vieni qui un momento per piacere…”
    Scivolò dietro una colonna, e Harry lo seguì, lasciando gli altri attorno alla signora Weasley.
    “C’è una cosa che devo dirti prima che tu parta…” Esordì Arthur con voce tesa.
    “Se è l’ennesima raccomandazione di non andare a cercare Black, lo so. Per quanto mi faccia infuriare la cosa, so bene di non poterlo fare.”
    “Harry, so che sei di una tempra più forte di quanto non creda Caramell, e naturalmente sono felice che tu non abbia paura, ma…”
    “Arthur!” Gridò la signora Weasley, intenta a far salire gli altri sul treno, “Arthur, che cosa fai? È ora!”
    “Arriviamo, Molly!” Urlò in risposta il signor Weasley, ma poi si voltò di nuovo verso Harry e riprese a parlare con voce più bassa, in fretta, questa volta. “Ascolta, voglio che tu mi dia la tua parola… Qualunque cosa sentirai su Black, non dovrai mai andare a cercarlo. E nemmeno i tuoi amici.”
    “Che cos’altro dovrei sentire?” Replicò il moro. “C’è ancora qualcosa che non mi avete detto su Black?”
    Arthur distolse lo sguardo, e a salvarlo dal rispondere fu un fischio acuto, che anticipò i controllori, che cominciarono a camminare lungo il treno per chiudere le porte.
    “Promettimelo, Harry!” Esclamò il signor Weasley, parlando ancora più rapidamente.
    “Arthur, sbrigati!” Strillò la signora Weasley.
    Il vapore schizzava dal treno, che aveva cominciato a muoversi.
    Harry decise di ignorare la questione per ora, quindi corse verso la portiera, che Erza spalancò, lasciandolo entrare.
    “Che cosa voleva dirti nostro padre?” Domandò Ginny.
    “Di non andare a cercare Black.” Rispose il moro, cercando di sedersi, ma senza riuscirci a causa della mancanza di posti.
    “Non ti preoccupare, ci penso io.” Disse Hermione, intuendo i suoi pensieri e tirando fuori la bacchetta, per poi pronunciare un incantesimo.
    Immediatamente lo spazio all’interno della cabina sembrò aumentare, creando così nuovi posti a sedere.
    “Perché non ci abbiamo mai pensato prima?” Si chiesero i gemelli. “Più grande all’interno! È geniale!”
    “Abbassate la voce.” Intimò Gray, per poi indicare il posto vicino alla porta dello scompartimento, dove si trovava un uomo con addosso un completo da mago molto consunto, rammendato in più punti.
    Aveva l’aria stanca e malata, e benché fosse piuttosto giovane, i suoi capelli castano chiaro erano striati di grigio.
    “Come mai avete scelto uno scompartimento già occupato?” Domandò Harry, guardandolo.
    “Non ce n’erano altri così liberi. E comunque sta dormendo. Probabilmente non appena si sveglia se ne andrà.”
    “Però…” Commentò Natsu, avvicinandosi all’uomo e annusandolo. “C’è un odore strano su di lui… Chissà chi è…”
    “Direi che la risposta è ovvia.” Rispose Luna, entrando nel vano assieme a Neville, che li salutò con la mano. “È il sostituto di quello scrittore a cui non erano simpatici i miei Nargilli.”
    “Luna! Neville!” Li salutarono gli altri. “Come va?”
    “Beh, direi che mia nonna ha preso decisamente bene la mia quasi morte. Quando le ho raccontato cosa ci è successo, prima era tentata di darmi del pazzo, ma poi ha detto che era orgogliosa…” Rispose Paciock, portandosi una mano dietro la testa.
    “Buono a sapersi. Sappi che le lezioni di spada non si fermeranno.” Avvisò Erza. “Non appena sapremo gli orari degli allenamenti di Quidditch, stabilirò i tuoi orari.”
    “Temevo l’avresti fatto…” Sospirò lui, portandosi d’istinto la mano sopra la manica che nascondeva il tatuaggio.
    “Come fai a esserne tanto certa?” Domandò Harry a Luna, che alzò le spalle.
    “Ho letto il nome sulla sua valigia.” Rispose, indicandola.
    I maghi si sporsero in avanti, riuscendo così a leggere ‘Professor R.J. Lupin’.
    “Lupin?” Lesse Harry, per poi portarsi la mano sotto il mento. “Non so perché, ma mi ricorda qualcosa…”
    “Forse ti ricorda il famoso ladro Lupin. Potresti averlo sentito nominare quando eri bambino.” Suggerì Hermione.
    “È un ladro?!” Esclamò sorpreso Natsu, ricevendo subito una botta in testa da Erza.
    “Stupido! Ha solo lo stesso nome!” Lo riprese, per poi tornare a guardare l’uomo. “Voi che dite? Sarà un insegnante decente o no?”
    “Vediamo… il primo anno abbiamo avuto uno impossessato da Voldy…” Cominciò a riepilogare Gray. “Lo scorso anno un mentecatto per eccellenza…”
    “E anche gli altri anni il professore è sempre stato diverso.” Aggiunse Fred. “Quel posto è maledetto, datemi retta. Si dice che nessuno abbia mai visto lo stesso professore per più di un anno.”
    “Mi sembra un po’ esagerato…” Ammise Majutsu. “Una maledizione dite? Potrei accettare un incantesimo, ma mi rifiuto di credere a una maledizione.”
    “La pensi così e ti sei iscritto a Divinazione?” Osservò George. “La Cooman ti farà impazzire allora…”
    “Uh?”
    “La professoressa di Divinazione. Non scende quasi mai in Sala Grande, e gira voce che ogni anno scelga un nuovo studente a cui preannuncia la morte. Inutile dire che non è mai morto nessuno.”
    “Bah, io mi sono iscritto solo per spiegarmi quegli strani sogni che faccio ogni tanto, non mi interessa altro. Per il futuro, se proprio sono curioso, devo semplicemente chiederlo a Cana, in uno di quei rarissimi momenti in cui è sobria.”
    “Cioè praticamente mai.” Borbottò Gray, facendo scoppiare a ridere tutti i presenti.

    “Quindi è questo il famoso Sirius Black, eh?” Commentò Harry, mentre osservava sul Cavillo, il giornale del padre di Luna, la foto del ricercato, che mostrava semplicemente il suo volto pallido circondato da un groviglio di sporchi capelli neri.
    “Già. Papà è stato costretto dal Ministero a mettere la sua foto sul giornale, ma non mi ha voluto dire come mai è tanto ricercato.”
    “Anche mia nonna è rimasta sul vago. Ha detto solo di non preoccuparmene.”
    “Beh, sinceramente dubito che corriamo qualche pericolo: insomma, non sarà mai pericoloso quanto Gerard o Deliora, no?” Fece Ron.
    “Più pericoloso di un ragazzo pazzo che voleva resuscitare un mago contro il quale Voldy è una formica e un demone distruttore? Se lo è, allora siamo nei guai. Ma in quel caso, dubito che ci sia qualcuno in grado di fermarlo.”
    “Parliamo d’altro per ora.” Intervenne Lucy, stufa di essere costretta a ricordare scontri che avrebbe voluto dimenticare più che volentieri. “Com’è Hogsmeade?”
    “È l’unico insediamento completamente non-Babbano di tutta la Gran Bretagna.” Rispose Ron.
    “Credevo fosse Diagon Alley, aye.” Lo interruppe Happy.
    “Beh, sì, però si trova nel bel mezzo della Londra Babbana, quindi in un certo senso non lo è. Hogsmeade invece, essendo ai piedi di Hogwarts, è frequentata praticamente solo da studenti e professori.” Spiegò Fred. “Ma vi consigliamo assolutamente di andare da Mielandia!”
    “Che cos’è?” Chiese Erza.
    “È un negozio di dolci.” Disse Ron con aria sognante. “Dove hanno di tutto… Le Piperille, che ti fanno uscire il fumo dalla bocca, e dei Cioccoli giganti ripieni di crema alla fragola e panna, e certe deliziose penne d’aquila di zucchero che puoi succhiare in classe e sembra che tu sia lì a pensare che cosa scrivere…”
    “Ma Hogsmeade è anche un posto molto interessante, no?” Insistette Hermione entusiasta. “In Siti Storici della Stregoneria c'è scritto che la locanda è stata il quartier generale della Rivolta dei Folletti nel 1612, e la Stamberga Strillante dovrebbe essere l’edificio più infestato dai fantasmi di tutto il Paese…”
    “Ha più fantasmi di Hogwarts?!” Esclamò terrorizzata Lucy. “Spero non sia così!”
    “Non credo.” La tranquillizzò George, mostrando la Mappa del Malandrino. “Secondo questa, era un passaggio proprio per andare a Hogsmeade da Hogwarts. Ma è inutilizzabile in quanto hanno piantato il Platano Picchiatore proprio alla sua entrata.”
    “Non nominare quella pianta maledetta!” Replicò la maga degli Spiriti Stellari, diventando ancora più bianca e calmandosi quando il professor Lupin cominciò a muoversi, spostando di lato la testa per poi tornare a dormire, con la bocca leggermente aperta: quello fu il loro segnale di calmarsi.

    L’Espresso di Hogwarts puntava dritto verso nord e il paesaggio fuori dal finestrino diventava sempre più cupo e selvaggio mentre le nuvole nel cielo s’infittivano. Oltre la porta dello scompartimento si potevano sentire dei ragazzi rincorrersi avanti e indietro nel corridoio del treno
    All’una esatta la grassa strega col carrello del cibo si presentò sulla soglia.
    “Credete che dovremmo svegliarlo?” Chiese Gray indicando con un cenno il professor Lupin. “Non gli farebbe male mangiare qualcosa, visto com’è magro.”
    Hermione si avvicinò cauta al professor Lupin. “Ehm… professore…” Tentò. “Mi scusi… professore…”
    Il mago non si mosse.
    “Non preoccuparti, cara.” Disse la strega porgendo a Harry un vassoio di Calderotti. “Se quando si sveglia ha fame, mi trova nella vettura davanti con il macchinista.”
    “Ma dorme?” Domandò Ron piano, mentre la strega richiudeva la porta. “Voglio dire, non è morto, vero?”
    “No, no, respira.” Replicò Natsu, scuotendo la mano e prendendo un biscotto.
    A metà pomeriggio la pioggia cominciò a cadere, confondendo così i profili delle colline che scorrevano oltre il finestrino.
    Il treno sferragliava, la pioggia tamburellava, il vento ululava, ma il professor Lupin continuò a dormire.
    “Dovremmo esserci ormai, no, aye?” Fece Happy, sporgendosi per guardare il finestrino ormai completamente nero.
    In quel momento il treno prese a rallentare.
    “Magnifico!” Esclamò Ron alzandosi per cercare di vedere fuori. “Ho una fame da lupi! Voglio andare al banchetto e-”
    “Non è possibile che ci siamo già.” Osservò Erza. “Ci abbiamo sempre messo più tempo.”
    “E allora perché ci fermiamo?” Chiese Lucy.
    Il treno perse sempre più velocità: mentre il rumore degli stantuffi cessava, il vento e la pioggia urlavano ancora più forte oltre i vetri.
    Harry, che era il più vicino alla porta, si alzò e diede un’occhiata in corridoio. In tutto il vagone teste curiose spuntavano dagli scompartimenti.
    Il treno si arrestò con uno scossone e una serie di tonfi lontani annunciò loro che i bagagli erano caduti dalle reticelle. Poi, senza alcun preavviso, tutte le luci si spensero e cadde la più completa oscurità.
    “Che cosa succede?” La voce di Ron risuonò alle spalle di Harry.
    “Credete che ci sia un guasto?” Domandò Lucy, mentre dalle mani di Salamander scaturirono delle scintille.
    “Natsu, no!” Lo rimproverò subito Majutsu.
    “Ma-”
    “Non puoi, lo sai.” Aggiunse Erza.
    “Ma non mi vedrebbe nessuno!”
    “Vedi di stare calmo, fiammifero!”
    “Come mi hai chiamato, ghiacciolo?”
    “Vuoi che ti dia una lezione?”
    “Provaci!”
    “Silenzio!” Esclamò all’improvviso una voce roca.
    A quanto pareva il professor Lupin si era finalmente svegliato, zittendo tutti i presenti.
    Si udì un basso crepitio e una luce tremolante riempì lo scompartimento: il professor Lupin teneva in mano una manciata di fiammelle. Gli illuminavano il viso grigio e stanco, ma gli occhi erano attenti e guardinghi.
    “Restate dove siete.” Ordinò con la stessa voce roca, non vedendo Natsu aprire e chiudere la bocca mentre guardava gli altri e indicava il fuoco che teneva in mano.
    Si alzò per aprire la porta, ma questa si schiuse pian piano prima che il professore potesse raggiungerla. In piedi sulla soglia, illuminata dalle fiammelle danzanti nella mano di Lupin, c’era una figura ammantata di grigio che torreggiava fino al soffitto. Aveva il volto completamente nascosto dal cappuccio. Una mano spuntava dal mantello, ed era scintillante, grigiastra, viscida e rugosa, come una cosa morta rimasta troppo a lungo nell’acqua…
    Ma fu visibile solo per un attimo: come se la creatura sotto il mantello avesse avvertito lo sguardo dei presenti, la mano si ritrasse all’improvviso nelle pieghe nere della stoffa.
    Poi la cosa, quale che fosse, trasse un lungo, lento, incerto sospiro, come se cercasse di respirare qualcosa di più dell'aria.
    Un freddo intenso calò su di loro. Majutsu sentì il respiro mozzarsi nel petto. Il freddo penetrò fin sotto la pelle. Era dentro di lui, s’insinuava fino al cuore…
    Gli occhi di Harry si rovesciarono. Non vedeva più niente. Annegava nel gelo. Sentì un rumore come uno scroscio d’acqua, e poi fu trascinato verso il basso, e il rombo divenne più forte…
    E poi, da molto lontano, sentì urlare. Urla terribili, di orrore, di supplica. Chiunque fosse, Harry pensò di aiutarlo, ma non ci riuscì: una fitta nebbia biancastra aleggiava vorticando attorno a lui, dentro di lui…
    “Harry! Harry! Ti senti bene?”
    Qualcuno lo stava schiaffeggiando.
    “C-che cosa è successo?” Mormorò, aprendo gli occhi e rendendosi conto di essere sul pavimento. L’Espresso di Hogwarts era di nuovo in movimento ed era tornata la luce.
    Doveva essere svenuto, e non era stato il solo. Vicino a lui c’erano anche Erza e Natsu, che stavano venendo risvegliati dal professore, mentre Gray veniva rianimato dai gemelli Weasley.
    “Stai bene?” Gli chiese preoccupata Hermione. “Scusa se ti ho preso a schiaffi, ma non reagivi e-”
    “Non preoccuparti, non è nulla.” Rispose lui, mettendosi seduto. “Che cos’era quella cosa? E chi è che ha urlato?”
    “Nessuno.” Disse la castana.
    Solo allora Majutsu si rese conto che era molto pallida, come tutti gli altri.
    “Davvero?” Fece Erza, mettendosi anche lei seduta. “Eppure anch’io ho sentito qualcosa…”
    Un colpo secco li fece sobbalzare tutti quanti. Il professor Lupin stava spezzando un’enorme tavoletta di cioccolato.
    “Tieni.” Disse a Harry, e gliene tese un pezzo piuttosto grosso, per poi fare lo stesso con Titania, Natsu e Gray. “Mangiate. Vi farà bene.”
    Harry prese il cioccolato ma non lo mangiò.
    “Che cos’era quella cosa?” Chiese a Lupin.
    “Un Dissennatore.” Rispose l’uomo, distribuendo il cioccolato agli altri. “Uno dei Dissennatori di Azkaban.”
    Tutti lo guardarono. Il professor Lupin appallottolò la carta del cioccolato e se la mise in tasca.
    “Mangiate.” Ripeté. “Vi farà bene. Devo andare a parlare col macchinista, scusate…”
    Oltrepassò Harry e scomparve nel corridoio.
    “Sei sicuro di star bene, Harry?” Domandò Lucy, preoccupata.
    “Non capisco… che cosa è successo?” Chiese Majutsu, asciugandosi il sudore.
    “Be’… quella cosa… il Dissennatore… era lì in piedi che si guardava intorno… cioè, credo, non l’ho visto in faccia, e poi voi…” Cominciò Neville.
    “Credevamo vi avesse attaccato!” Esclamò Ron, ancora spaventato. “Siete diventati rigidi e siete caduti dal sedile, per poi cominciarvi a muovere in maniera strana…”
    “Il professor Lupin poi è andato verso il Dissennatore, ha preso la bacchetta magica…” Proseguì Happy. “…e poi ha detto: ‘Nessuno di noi tiene nascosto Sirius Black sotto il mantello. Vai via’. Ma quella cosa non si è mossa, così il professore ha mormorato qualcosa, e dalla sua bacchetta è uscita una cosa d’argento diretta contro quell’essere, e poi è volata via…”
    “È stato strano…” Ammise Natsu. “Non mi ero mai sentito così… ho avuto freddo…”
    “Anch’io.” Intervenne Gray. “E sapete che io non posso provare in alcun modo freddo, vista la mia magia…”
    “Era una creatura disgustosa.” Disse Luna, la quale aveva perso parte della sua aria da sognatrice, parendo anche lei un po’ scossa.
    “Ma perché non siamo svenuti tutti? E che cos’è successo esattamente?”
    Il professor Lupin rientrò in quel momento, per poi guardarsi intorno, per poi sorridere.
    “Non ho messo il veleno in quel cioccolato, sapete?”
    Majutsu a quel punto ne staccò un morso e con sua grande sorpresa sentì un fiotto di calore invaderlo da capo a piedi.
    “Saremo a Hogwarts tra dieci minuti.” Avvertì il professore. “Stai bene, Harry?”
    Harry non si chiese come faceva a sapere il suo nome.
    “Sì…” Mormorò.
    “Menomale. Ora vi consiglierei di prepararvi a sciogliere questo magnifico incantesimo di espansione. Farò finta di non aver visto nulla, visto che ci ha permesso di viaggiare comodamente.” Disse con un sorriso furbo.
    Non parlarono molto durante il resto del viaggio.
    Quando finalmente il treno si fermò alla stazione di Hogsmeade, la discesa fu un gran caos, con i gufi che tubavano e i gatti che miagolavano come impazziti.
    Sulla stretta banchina si gelava; scrosciava una pioggia ghiacciata.
    “Quelli del primo anno da questa parte!” Gridò la voce familiare di Hagrid, che riuniva i nuovi, spaventatissimi studenti per la tradizionale traversata del lago.
    “State bene, voi?” Urlò il guardiacaccia da sopra la folla, ricevendo un saluto con la mano dai maghi di Fairy Tail, che poi seguirono gli altri fino a un sentiero fangoso, dove almeno cento carrozze attendevano il resto degli studenti.
    “Mi chiedo che incantesimo abbiano usato per farle muovere da sole…” Fece Lucy, facendo girare verso di sé Harry, Erza, Gray, Natsu e Neville.
    “Non c’è nessun incantesimo.” Rispose Luna. “Sono trainate da Thestral. “E credimi, è una fortuna che tu non li possa vedere.”
    “Sono così brutti, aye?”
    “No. Ma solo chi ha visto qualcuno morire è in grado di vederli.” Spiegò Neville. “Io li ho visti anche lo scorso anno, avendo visto morire mio nonno, ma dopo ciò che è successo nella Torre-”
    “Anche se abbiamo visto morire Shimon, noi eravamo già in grado di vederli.” Disse fredda Erza, per poi salire sulla carrozza. “Abbiamo tutti quanti la morte nel nostro passato.”

     
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    In uno dei corridoi di Hogwarts, la statua di una vecchia strega si spostò.
    Da dietro essa uscì Dudley, con addosso quella che sembrava una vecchia divisa, priva di qualsiasi simbolo di Casa.
    In mano teneva un foglio di pergamena, mentre con l’altra una bacchetta magica, che stava emettendo una flebile luce.
    “O-Okay… sono d-dentro…” Mormorò, deglutendo, per poi tornare a guardare la pergamena, sopra la quale c’era disegnata una mappa di Hogwarts, con segnato in rosso il percorso che doveva seguire.
    Il ragazzo rimise al suo posto la statua, per poi guardarsi attorno: c’erano diversi quadri, al cui interno i loro abitanti stavano dormendo, mentre alcune candele sospese in aria illuminavano appena il corridoio.
    “Smettila di guardarti attorno.” Disse una voce proveniente da una delle sue tasche. “Lo Smistamento e la cena dureranno solo un paio d’ore, ed è l’unico momento in cui tutti gli insegnanti sono riuniti nello stesso posto!”
    “S-Sissignore…” Rispose terrorizzato Dudley, per poi cominciare a seguire le istruzioni della mappa, fino a giungere di fronte a un muro.
    “Ora schiaccia il mattone leggermente più chiaro.” Ordinò la voce di Sirius Black.
    Il suo ostaggio non disse nulla, obbedendo all’ordine.
    Non appena lo eseguì, i mattoni cominciarono a muoversi, finché non liberarono un passaggio, che il ragazzo attraversò subito, ritrovandosi in una piccola stanza con un tavolo al centro e quattro sedie attorno ad esso.
    Non fece neppure in tempo a girarsi verso l’entrata che questa scomparve, lasciandolo chiuso dentro.
    “Bene. Ora possiamo stare tranquilli.” Continuò Sirius, mentre Dudley tirava fuori dalla tasca un piccolo specchio, che poggiò sopra il tavolo. “Nessuno presente nella scuola è a conoscenza di questo posto, e neppure la Mappa lo segna. Non ti disturberà nessuno.”
    “Q-Quanto tempo d-dovrò restare qui?” Chiese il Dursley.
    Dentro lo specchio, il volto di Black si fece serio.
    “Te l’ho già detto: finché non mi avrai aiutato a portare a termine la mia vendetta.”

     
    Immagini Personaggi:

    Remus Lupin
    Dissennatore


    Ed eccomi qui con il nuovo capitolo!
    Ebbene sì, Dudley è a Hogwarts... ma non proprio da studente! E come da alcuni di voi indovinato, le vittime dei Dissennatori, oltre ovviamente a Harry, sono Natsu, Gray e Erza.
    Anche se lo ammetto, la parte per cui ho riso anch'io durante la scrittura è stato l'acquisto del libro di Hagrid XD.
    E anche Remus ha finalmente fatto la sua entrata in scena. E non sottovalutatemi, anche per lui ho in mente diverse cose, anche importanti ù.ù.
    Ma ora basta con le anticipazioni, o potrei dirvi che ho nascosto un indizio sulla prossima saga... ops! XD
     
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    Una volta scesi dalla carrozza, i maghi di Fairy Tail si diressero subito verso il portone del castello, venendo però fermati da una voce strascicata ed euforica.
    “Così siete svenuti, eh?” Domandò divertito Malfoy, guardandoli con occhi pieni di malizia. “Il grande Harry Potter e i suoi amici non sono riusciti a resistere di fronte a un Dissennatore… Esilarante!”
    “E il piccolo, insignificante e stupido Draco Malfoy tra poco rischia di ritrovarsi con il naso piatto!” Replicò Natsu, girandosi a guardarlo.
    “Non mi fai paura, Dragonil. Se solo lo volessi, potrei sistemarvi tutti quanti in pochi minuti.”
    “Davvero? Voglio proprio vedere come!” Esclamò Gray.
    “Qualcosa non va?” Chiese una voce gentile, anticipando il professor Lupin, che era appena sceso dalla carrozza dietro la loro.
    Malfoy scoccò uno sguardo scocciato al docente, soffermandosi sulle toppe dei suoi abiti e sulla valigia consunta. Con una vena di sarcasmo appena percettibile, rispose: “Oh, no... professore.” Fece, per poi superare il gruppo e sparire all’interno del castello.
    Lupin sospirò, per poi guardare i ragazzi. “Vi consiglio di evitare di venire alle mani il primo giorno. Anche se, da ciò che ho letto su quel che avete fatto lo scorso anno, credo avreste reso decisamente orgogliosi quattro certi ex studenti.” Disse, per poi entrare, lasciando dietro di sé un incredulo gruppo di maghi.
    “Quattro certi ex studenti…” Mormorò Fred, per poi guardare il gemello. “Possibile che stesse parlando…”
    “Dei Malandrini?!”
    “Ma chi è davvero quel professore?” Si chiese Lucy, per poi guardare Harry. “Da come si comporta, sembra quasi conoscerci.”
    “Bah, forse è solo un tipo poco formale.” Rispose lui, per poi entrare nel castello, seguendo i compagni di scuola.
    Ma non fecero nemmeno in tempo a raggiungere la Sala Grande che una voce li chiamò.
    “Potter! Dragonil! Scarlett! Fullbuster! Granger!” Urlò la professoressa McGranitt. “Voglio vedervi subito!”
    I chiamati si girarono a guardarla sorpresi.
    “Abbiamo fatto qualcosa?” Domandò Hermione con un filo di voce.
    “Spero per voi di no. Voglio solo parlarvi nel mio ufficio.” Rispose loro. “Voi andate pure avanti.”
    Gli altri membri di Fairy Tail non poterono fare altro che osservarli allontanarsi, per poi entrare nella Sala Grande. Nel frattempo i cinque maghi seguirono la vicepreside, finché non raggiunsero il suo ufficio, dove li invitò a sedersi dopo aver fatto apparire altre sedie.
    “Il professor Lupin ha mandato un gufo per avvertire che siete stati male in treno.”
    Majutsu fece per replicare, ma qualcuno bussò piano alla porta e Madama Chips entrò con aria affaccendata.
    “Oh, si tratta di voi.” Osservò l’infermiera senza battere ciglio e chinandosi su di loro per osservarli da vicino. “Suppongo che steste facendo di nuovo qualcosa di pericoloso, eh?”
    “È stato un Dissennatore, Chips.” Spiegò la professoressa McGranitt.
    Le due donne si scambiarono uno sguardo torvo e Madama Chips fece un verso di disapprovazione.
    “Mettere tutti quei Dissennatori attorno alla scuola…” Mormorò, spingendo indietro i capelli di Harry per sentirgli la fronte. “Non sono certo i primi a svenire. Sì, è tutto appiccicoso. Sono terrificanti, davvero, e l’effetto che fanno su persone che sono già di per sé cagionevoli…”
    “Non siamo cagionevoli!” Esclamò Natsu, imbronciato.
    “Ma certo che no.” Replicò Madama Chips distrattamente.
    “Di cosa hanno bisogno?” Chiese la McGranitt asciutta. “Riposo? È meglio se stanotte dormono in infermeria?”
    “Stiamo bene!” Sbottò Majutsu balzando in piedi.
    “Be’, come minimo dovrebbero mangiare un po’ di cioccolato.” Osservò Madama Chips.
    “Ci ha già pensato il professor Lupin.” Avvertì Erza. “L’ha offerto a tutti noi.”
    “Davvero?” Disse Madama Chips in tono d’approvazione. “Vuol dire che finalmente abbiamo un insegnante di Difesa contro le Arti Oscure che conosce il suo mestiere?”
    “Sarebbe un miracolo…” Commentò sottovoce Gray, per poi simulare un colpo di tosse quando vide lo sguardo della vicepreside.
    “Siete sicuri di stare bene?” Chiese la McGranitt brusca.
    “Sì. Credo di parlare per tutti quando dico che semplicemente non vediamo l’ora di cenare.” Rispose Harry.
    “Molto bene. Per favore, aspettate qui fuori mentre scambio due parole con la signorina Granger sui suoi orari, poi andremo insieme al banchetto.”
    Harry, Natsu, Gray ed Erza annuirono, per poi uscire dall’ufficio assieme a Madama Chips, che si avviò verso l’infermeria parlottando tra sé e sé. Dovettero aspettare solo qualche minuto, e poi Hermione uscì con l’aria molto soddisfatta, seguita dalla professoressa McGranitt, che li condusse fino alla Sala Grande.
    Era un mare di cappelli neri a punta; ognuna delle tavolate era affollata di studenti, i visi illuminati dalle fiammelle di migliaia di candele che galleggiavano a mezz’aria sui tavoli. Il professor Vitious stava portando via un cappello antico e uno sgabello a tre piedi.
    “Oh…” Disse Hermione piano. “Ci siamo persi lo Smistamento!”
    “È già il secondo anno che mi succede…” Commentò il mago del ghiaccio.
    La professoressa McGranitt si avviò verso il suo posto al tavolo degli insegnanti, mentre i ragazzi si dirigevano, cercando di non farsi notare, verso il tavolo dei Grifondoro. Cosa che non riuscirono a ottenere, dato che tutti si voltarono a guardarli mentre strisciavano lungo il muro della sala, e alcuni li indicarono. La storia del loro svenimento davanti al Dissennatore doveva essersi diffusa in fretta.
    “Che cosa è successo?” Chiese Lucy a Harry.
    Majutsu cominciò a spiegarle tutto in un sussurro, ma in quel momento il Preside si alzò, e così il moro fu costretto a tacere.
    “Benvenuti!” Esclamò il Preside, con la luce delle candele che gli risplendeva nella barba. “Benvenuti a un altro anno a Hogwarts! Devo dirvi solo poche cose, e siccome sono tutte molto serie, credo che sia meglio toglierci il pensiero prima che finiate frastornati dal nostro ottimo banchetto…”
    Silente si schiarì la voce e riprese: “Come ormai tutti saprete dopo la perquisizione dell’Espresso di Hogwarts, la nostra scuola attualmente ospita alcuni dei Dissennatori di Azkaban, che sono qui in missione per conto del Ministero della Magia.”
    “E rieccolo.” Borbottò Erza, non poco scocciata.
    Quelle creature erano riuscite a metterli tutti in difficoltà, e apparentemente senza fare nulla. Inutile dire che non rientravano nella lista delle creature che ci teneva a incontrare nuovamente.
    “Sono di guardia a tutti gli ingressi…” Proseguì Silente “…e finché rimarranno con noi, voglio che sia chiaro che nessuno deve allontanarsi dalla scuola senza permesso. I Dissennatori non devono essere presi in giro con trucchi o travestimenti, né tantomeno coi Mantelli dell’Invisibilità.” Aggiunse in tono neutro, e i maghi di Fairy Tail si scambiarono un’occhiata. “Non fa parte della natura di un Dissennatore comprendere eventuali scuse o suppliche. Di conseguenza vi metto in guardia tutti quanti: non date loro motivo di farvi del male. Conto sui Prefetti, e sui nuovi Capiscuola, perché facciano in modo che nessuno entri in conflitto con i Dissennatori.” Disse.
    Percy, che era seduto poco distante da loro, spinse ancora il petto in fuori lanciando occhiate autoritarie tutt’intorno. Silente tacque di nuovo; facendo scorrere uno sguardo molto serio sulla sala, e tutti rimasero immobili, in silenzio.
    “Per passare a un argomento più allegro…” Riprese. “…sono lieto di dare il benvenuto a due nuovi insegnanti. Innanzitutto al professor Lupin, che ha gentilmente accettato la cattedra di Difesa contro le Arti Oscure.”
    Risuonò qualche applauso sparso e poco entusiasta. Solo i ragazzi che si erano trovati nello scompartimento nuovo insegnante batterono forte le mani. Il professor Lupin aveva l’aria particolarmente trasandata accanto agli altri insegnanti, che indossavano i loro abiti migliori.
    “Guardate Piton!” Sibilarono i gemelli.
    L’insegnante di Pozioni, stava guardando il professor Lupin: tutti sapevano che il Capocasa di Serpeverde desiderava moltissimo il posto d’insegnante di Difesa contro le Arti Oscure, ma anche Harry, che di certo non provava simpatia verso Piton, rimase stupito nel vedere l’espressione che gli deformava il viso scarno e olivastro. Era molto più che rabbia: era disgusto allo stato puro. Majutsu conosceva fin troppo bene quell’espressione: era lo stesso sguardo che il professore di Pozioni gli rivolgeva ogni volta che lo incontrava.
    “Quanto alla nostra seconda nuova nomina…” Continuò Silente, mentre il tiepido applauso per il professor Lupin si spegneva. “…sono spiacente di dovervi dire che il professor Kettleburn, il nostro insegnante di Cura delle Creature Magiche, è andato in pensione alla fine dell’anno scorso per godersi gli anni, nonché le membra, che gli restano. Comunque sono lieto di annunciarvi che il suo posto verrà preso nientemeno che da Rubeus Hagrid, che ha accettato di assumere il ruolo d’insegnante in aggiunta al suo compito di guardiacaccia.”
    I maghi di Fiore si scambiarono una serie di occhiate stupefatte, poi si unirono all’applauso, che fu fragoroso soprattutto alla tavola dei Grifondoro. Harry si protese per guardare Hagrid, che era di un rosso paonazzo e si fissava le manone, con un gran sorriso nascosto nel groviglio della barba nera.
    “Vai così Hagrid!” Urlò Natsu.
    “Dovevamo immaginarlo!” Esclamò Erza, ghignando divertita. “Chi altri poteva dirci di comprare un libro che morde?”
    “Bene, credo di avervi detto tutte le cose importanti.” Concluse il Preside. “Che la festa cominci!”
    Fu un banchetto delizioso; la sala risuonava di chiacchiere, risate e del tintinnio di coltelli e forchette.
    Harry e gli altri non vedevano l’ora che finisse la cena per poter parlare con il guardiacaccia: sapevano che cosa significava per lui diventare insegnante. Hagrid non era un mago diplomato, dato che era stato espulso da Hogwarts al terzo anno per una colpa che non aveva commesso, ed erano stati proprio loro a riabilitarlo pochi mesi prima.
    Finalmente, quando gli ultimi bocconi di torta di zucca furono spariti dai piatti d’oro, Silente annunciò che era ora di andare a dormire, e i ragazzi colsero al volo l’opportunità.
    “Congratulazioni, Hagrid!” Strillò Hermione, mentre si avvicinavano al tavolo degli insegnanti.
    “Eccovi qui, voi!” Disse il guardiacaccia, asciugandosi la faccia umida nel tovagliolo. “Non ci credo ancora… grand’uomo, Silente… è venuto da me dopo che il professor Kettleburn ha detto che non ci stava più… era proprio quello che desideravo…”
    “Sono sicuro che sarai un ottimo insegnante! È un peccato che noi non abbiamo più la tua materia.” Esclamarono i due gemelli Weasley.
    “Io non vedo l’ora che arrivi il prossimo anno, aye!”
    Sopraffatto dall’emozione, nascose il viso nel tovagliolo, e la professoressa McGranitt fece loro cenno di andarsene.
    Il gruppo salutò Luna, che si allontanò coi Corvonero, per poi unirsi al resto dei Grifondoro che sciamavano su per la scalinata di marmo e, sempre più stanchi, percorrevano altri corridoi e salivano altre scale fino all’ingresso nascosto alla Torre di Grifondoro. Un grande ritratto di una signora grassa vestita di rosa chiese loro: “Parola d’ordine?”
    “Entrate, entrate!” Esclamò Percy dalla folla. “La nuova parola d’ordine è Fortuna Maior!”


    La mattina dopo, quando entrarono nella Sala Grande, notarono subito diversi uomini parlare con gli insegnanti. Non fecero in tempo a sedersi che la McGranitt, con un’aria preoccupata, li raggiunse accompagnata dai visitatori.
    “Harry Potter? Potresti venire con noi?” Chiese uno di loro.
    Majutsu li guardò leggermente sorpreso. “Che succede?”
    “Preferiremmo parlarne in privato.” Rispose un altro.
    Il moro sospirò, per poi guardare gli amici. “Scusatemi, sembra che dovrete fare colazione senza di me.”
    Senza dire altro, li seguì, andando in una stanzetta al fianco della Sala Grande, dove gli uomini lo invitarono a sedersi.
    “Harry… per caso hai sentito di recente tuo cugino?” Chiese subito uno di loro.
    “Mio cugino? Dudley? No, l’ultima volta che l’ho visto è stato più di un mese fa, e comunque solo per pochi minuti. Perché questa domanda?”
    “Ecco, Harry… ci dispiace doverti comunicare che tuo cugino è sparito. La polizia Babbana è stata avvertita qualche settimana fa, ma vista la parentela con te, siamo stati coinvolti nelle indagini.”
    “Dudley è sparito?” Ripeté sorpreso Majutsu.
    “Esatto. Volevamo sapere se per caso aveva tentato di comunicare con te in qualche modo.”
    “No, mi spiace. I rapporti con mio cugino sono ben lungi dall’essere ottimi. Di certo è l’ultima persona a cui chiederei aiuto, e vi posso assicurare che il sentimento è reciproco.”
    “Capisco… Grazie, Harry. Ovviamente, se dovessi scoprire qualcosa, ti chiediamo di riferirlo immediatamente alla professoressa McGranitt o al professor Silente.”
    “Non mancherò. E allo stesso modo, vi chiedo di farmi sapere eventuali novità. Non mi è simpatico, ma è pur sempre un membro della mia famiglia di sangue.” Detto ciò Majutsu si alzò, per poi uscire dalla stanza, raggiungendo gli amici.
    “Che cosa succede?” Domandò Erza.
    “Beh… sembra che mio cugino sia scomparso.” Rispose lui, sedendosi al suo fianco. “E volevano sapere se ne sapevo qualcosa.”
    “Dudley? Non mi sembra il tipo in grado anche solo di pensare di scappare…”
    “Non so cosa dirvi. Mi era parso un po’ strano, però… bah, alla fine non sono affari miei. Sicuramente si è trovato con qualche suo amico che si era stufato come lui di studiare.”
    “Se lo dici tu… Proprio non lo sopporti tuo cugino, eh?” Commentò Fred, passandogli i nuovi orari delle lezioni.
    “Non posso dargli torto.” Fece Gray. “Per non parlare di sua zia…”
    “E non avete visto l’altra.” Aggiunse Harry, cominciando a leggere l’orario. “Oh, quindi cominciamo con Divinazione, eh?”
    “Buona fortuna.” Dissero i due gemelli assieme. “Noi l’abbiamo lasciata subito.”
    “È così difficile?” Chiese Lucy.
    “No, ma non c’era ferro a sufficienza.”
    “Ferro? E a che serve?” Fece Neville perplesso.
    “Lo vedrete da voi.”
    “Ehm… Hermione… Non hanno sbagliato qualcosa con il tuo orario?” Osservò Ginny, vedendo che il foglio dell’amica era più grande degli altri.
    “Oh, non preoccuparti, è tutto a posto. Ho solo qualche materia in più.”
    “Silente stava scherzando quando ti ha chiesto se eri sicura di voler frequentare tutti i corsi, vero?” Domandò Ron, guardandola. “Insomma… sarebbe impossibile per chiunque, anche con gli occhiali del Vento e-”
    “Passami la marmellata, Ron.” Tagliò corto Hermione.
    “Ma-” Tentò il rosso, interrompendosi quando Hagrid entrò nella Sala Grande: indossava il suo lungo cappotto di talpa e in una delle manone teneva una moffetta morta che faceva dondolare distrattamente.
    “Tutto bene?” Chiese allegramente, fermandosi al tavolo dei Grifondoro. “La mia prima lezione! Subito dopo pranzo! Sono in piedi dalle cinque che preparo tutto… spero che va tutto bene… io, insegnante… davvero…”
    Fece loro un gran sorriso e si diresse al tavolo dei professori, senza smettere di far dondolare la moffetta.
    “Chissà che cos’ha preparato…” Asserì Ronald, con una nota d’ansia nella voce.
    “Meglio andare.” Suggerì George, alzandosi. “Divinazione è in cima alla Torre Nord, ci vogliono dieci minuti per arrivarci… a passo normale, cosa che vi consiglio.”
    I maghi di Fairy Tail annuirono, per poi salutare i gemelli, Ginny e Happy, avviandosi subito a lezione.
    Il viaggio fino alla Torre Nord fu lungo. In due anni a Hogwarts, nonostante l’aiuto dei gemelli e della Mappa, non avevano ancora imparato tutto sul castello, e non erano mai stati in quella lontana torre prima d’allora.
    “Ci-deve-pur-essere-una-scorciatoia!” Esclamò Ron sbuffando, mentre salivano la settima rampa di scale e approdavano su un pianerottolo sconosciuto, dove non c’era altro che un grande dipinto di una striscia d'erba appeso al muro di pietra. “C’è una scorciatoia per tutto tranne che per questo posto?!”
    “Credo che sia da questa parte.” Disse Lucy, dando un’occhiata alla mappa.
    “Tu dici? Io non ne sono sicura…” Fece Hermione. “Ma perché oltre ai nomi delle persone non indica anche il nome dei luoghi? I Malandrini dovevano avere davvero un’ottima memoria…”
    “Se mai dovessimo incontrarne uno, sarà una delle prime domande che gli faremo.” Sbuffò Harry. “Ma com’è possibile? Non ci siamo mai persi in questo castello!”
    “Forse è una prova. Visto che in teoria Divinazione serve per vedere il futuro, potrebbe essere un metodo dell’insegnante per vedere chi ne è all’altezza e chi no…”
    “Ma io brucio tutto!!!” Gridò Natsu, esasperato.
    “Aha!” Esclamò una voce, che fece girare i maghi verso un quadro con all’interno un grasso pony pomellato grigio e un basso, tozzo cavaliere in armatura che, a giudicare dalle macchie d’erba sulle ginocchiere di metallo, era appena caduto. “Che razza di villanzoni sono costoro che osano invadere le mie terre! Siete forse venuti a burlarvi di me? Via di qui, canaglie, cani!”
    I membri di Fairy Tail osservarono stupefatti il piccolo cavaliere che sfoderava la spada e prendeva a menare fendenti brutali, saltellando su e giù, furioso. Ma l’arma era troppo lunga per lui; un colpo particolarmente brusco gli fece perdere l’equilibrio, e il cavaliere cadde nell’erba, a faccia in giù.
    “Che vergogna per gli spadaccini…” Mormorò Erza, portandosi una mano in faccia.
    “Come si permette, madamigella?! Indietro, furfanti!”
    “Se lo congelo dite che qualcuno si lamenta?” Domandò Gray.
    “Prima vediamo se può aiutarci…” Lo fermò Hermione, per poi avvicinarsi al dipinto. “Ci scusi… 
    stiamo cercando la Torre Nord. Non sa dirci la strada, per favore?”
    “Una missione!” Esclamò il cavaliere, facendo svanire all’istante la sua ira. “Seguitemi, cari amici, e troveremo la nostra meta, o periremo eroicamente nell’impresa!”
    Dopo aver detto ciò cercò inutilmente di salire sul grasso pony, per poi rinunciarvi e gridare: “Ora in marcia, buoni signori e gentili damigelle! Avanti! Avanti!”
    E prese a correre sferragliando verso il lato sinistro della cornice, finché non scomparve sotto gli sguardi più o meno perplessi dei ragazzi. Lo inseguirono lungo il corridoio, guidati dal clangore dell'armatura. Ogni tanto lo vedevano correre attraverso un quadro davanti a loro.
    “Siate coraggiosi e di cuor saldo, il peggio deve ancora venire!” Esortò il cavaliere, ricomparendo davanti a un gruppo di allarmate dame in crinolina, ritratte in un quadro appeso sul muro di una stretta scala a chiocciola.
    “Se va avanti così, potrei perdere la mia pazienza…” Ringhiò Erza, facendo apparire un piccolo pugnale, mentre continuavano a salire i ripidi gradini.
    Per fortuna del dipinto, pochi minuti dopo udirono un mormorio sopra le loro teste e capirono di aver raggiunto l’aula.
    “Addio!” Gridò il cavaliere, infilando la testa in un quadro che raffigurava alcuni monaci dall’aria sinistra. “Addio, miei compagni d’armi! Se mai avrete bisogno di un nobile cuore e nervi d’acciaio, cercate di Sir Cadogan!”
    “Solo se volessimo fare una chiacchierata con un quadro pazzo.” Asserì Gray.
    “Ed io che pensavo che quell’uomo civetta fosse già folle…” Aggiunse Neville.
    Salirono gli ultimi gradini e sbucarono su un piccolo pianerottolo, dov’era già radunata gran parte della classe. Non c’erano porte intorno, ma Erza diede un colpetto a Harry indicando il soffitto, sul quale si apriva una botola rotonda con una targa di ottone al centro.
    “Sibilla Cooman, insegnante di Divinazione.” Lesse Majutsu. “Ok, e come facciamo a salire?”
    Come in risposta alla sua domanda, la botola si aprì all’improvviso, e una scala argentata calò fino ai piedi di Harry. Tutti tacquero.
    “O lo sapeva, o ci stava ascoltando. Non vedo molte possibilità.” Commentò Hermione.
    Spuntarono nell’aula più strana che avessero mai visto: non aveva l’aspetto di un’aula, sembrava più un incrocio tra un solaio e una sala da tè vecchio stile. Ospitava almeno venti tavolini rotondi, tutti circondati da poltroncine foderate di chintz e piccoli, grassi sgabelli. Il tutto era illuminato da una bassa luce scarlatta; le tende alle finestre erano tirate, e le numerose lampade erano drappeggiate con sciarpe rosso scuro. C’era un caldo soffocante, e il fuoco che ardeva nel camino lambendo un grosso bollitore di rame emanava un profumo intenso, quasi malsano. Gli scaffali che correvano tutto attorno ai muri circolari erano stipati di piume dall’aria polverosa, mozziconi di candele, scatole di vecchie carte da gioco, innumerevoli sfere di cristallo argentate e una gran varietà di tazze da tè.
    “Non c’è nessuno?” Chiese Gray, guardandosi intorno.
    Una voce dolce e misteriosa uscì all’improvviso dall’ombra. “Benvenuti.” Disse. “È bello vedervi in carne e ossa, finalmente.”
    La professoressa Cooman avanzò nel cerchio di luce del fuoco, e videro che era molto magra: gli spessi occhiali le rendevano gli occhi molto più grandi del normale, ed era avvolta in uno scialle leggero, tutto ricamato di perline. Innumerevoli catene e collane le pendevano dal collo esile, e le mani e le braccia erano cariche di braccialetti e anelli.
    “Sedete, ragazzi miei, sedete.” Proseguì, e tutti presero posto cautamente sulle poltrone e sugli sgabelli. I maghi di Fairy Tail si sedettero tutti a dei tavoli vicini tra di loro.
    “Benvenuti a Divinazione.” Presentò l’insegnante, che aveva preso posto in un’ampia poltrona davanti al fuoco. “Io sono la professoressa Cooman. Può darsi che non mi abbiate mai visto. Ritengo che scendere troppo spesso nella confusione della scuola offuschi il mio Occhio Interiore.”
    “Cana ci ha mai parlato di quest’Occhio Interiore?” Mormorò Natsu a Gray, che scosse la testa.
    La professoressa Cooman riaccomodò con grazia lo scialle e riprese. “Allora, avete deciso di studiare Divinazione, la più difficile di tutte le arti magiche. Devo però dirvi subito che se non avete la Vista, potrò insegnarvi assai poco. I libri possono farvi progredire solo fino a un certo punto in questo campo… Molte streghe e molti maghi, per quanto talento possano avere nel campo delle esplosioni, degli odori e delle sparizioni improvvise, non sono tuttavia in grado di penetrare i misteri velati del futuro.” Continuò l’insegnante, con gli enormi occhi scintillanti che si spostavano da un volto all’altro. “È un Dono concesso a pochi. Tu, ragazzo!” Disse improvvisamente rivolta a Neville, che quasi cadde dallo sgabello per la sorpresa. “Sta bene tua nonna?”
    “C-Credo di sì…” Rispose il ragazzo. “Mi ha scritto stamattina.”
    “Non ne sarei così sicuro se fossi in te, caro.” Continuò la professoressa Cooman mentre il fuoco traeva riflessi dai suoi lunghi orecchini di smeraldo. Neville deglutì.
    La professoressa riprese tranquillamente. “Quest’anno ci occuperemo dei metodi base della Divinazione. Il primo trimestre sarà dedicato alla Lettura delle Foglie di Tè. Nel prossimo passeremo alla Lettura della Mano. Comunque, mia cara…” S’interruppe, rivolgendosi d’un tratto a Calì Patil. “Guardati da un uomo coi capelli rossi.”
    Calì scoccò uno sguardo stupito a Ron, che era dietro di lei, e allontanò la sedia.
    “Ma che le ho fatto adesso?!” Esclamò questi.
    “Nell’ultimo trimestre…” Proseguì la professoressa Cooman. “Passeremo alla Sfera di Cristallo, se avremo finito con i Presagi di Fuoco, naturalmente. Purtroppo, a febbraio avremo la classe decimata da una brutta epidemia d’influenza. Io stessa perderò la voce. E prima di Pasqua, uno di noi ci lascerà per sempre.”
    “Ora capisco l’avvertimento dei gemelli…” Borbottò Erza. “Fortuna che non sono scaramantica, o mi sarei già messa l’armatura…”
    “Tu, cara.” Riprese la Cooman, rivolgendosi a Lavanda Brown, che era la più vicina, la quale si ritrasse sulla sua sedia. “Ti dispiace passarmi la teiera d’argento, quella grande?”
    La ragazza, sollevata, si alzò, prese un’enorme teiera dallo scaffale e la pose sul tavolo davanti alla professoressa Cooman.
    “Grazie, cara. Ah, fra l’altro, quella cosa che temi… succederà venerdì sedici ottobre.”
    Lavanda prese a tremare.
    “Perché io comincio a temere per la mia incolumità?” Fece Lucy, lasciandosi cadere sul tavolo, mentre Hermione scuoteva la testa.
    “Percepisco un pericolo sopra di te.” Sembrò confermare l’insegnante, girandosi a guardarla. “Presto un uomo ti farà una richiesta che te lo farà odiare.”
    “Arriva un po’ tardi…” Rispose lei a bassa voce. “Ho già detto a mio padre cosa pensavo della sua proposta…”
    “Ora voglio che formiate delle coppie.” Continuò la professoressa Cooman, che non l’aveva sentita. “Prendete una tazza dallo scaffale, venite da me ed io la riempirò, poi sedetevi e bevete; bevete finché non rimangono solo i fondi. Fateli roteare attorno alla tazza per tre volte con la mano sinistra, poi rovesciate la tazza sul piattino, aspettate che il tè rimasto coli via e passate la vostra tazza al compagno per la lettura. Interpreterete i disegni consultando le pagine 5 e 6 di Svelare il Futuro. Io girerò fra di voi e vi darò una mano. Oh, caro.” Esclamò afferrando per il braccio Neville, che si stava alzando. “Dopo che avrai rotto la prima tazza, vorresti essere così gentile da prenderne una di quelle con il disegno blu? Sono piuttosto affezionata a quelle rosa.”
    “Eh? Ma io non volevo prenderla una r-” Ma prima che Neville potesse terminare la frase, dallo scaffale cadde proprio una tazza con sopra un disegno rosa, che s’infranse a terra.
    La professoressa Cooman si avvicinò al ragazzo, gli tese paletta e scopino e disse: “Una di quelle blu, caro, se non ti dispiace… grazie…”
    Majutsu e Titania restarono in silenzio a guardare la scena.
    “Erza… Non avresti con te un ferro di cavallo, vero? Temo che nemmeno noi che non crediamo nella sfortuna resteremo immuni a tanta iella…”
    “Mi attrezzerò per la prossima lezione.” Rispose lei.
    Dopo che ebbero riempito le loro tazze, tornarono al tavolo e cercarono di bere in fretta il tè bollente. Fecero roteare i fondi come aveva detto la professoressa Cooman, poi voltarono le tazze e se le scambiarono.
    “Bene, vediamo se a noi va meglio.” Esordì Scarlett, prendendo la tazza di Harry e aprendo il libro a pagina 5. “Che cosa vedi nella mia?”
    “Un mucchietto di roba marrone bagnata.” Rispose il moro, ridacchiando.
    “Aprite le vostre menti, cari, e lasciate che i vostri occhi vedano al di là del concreto!” Disse la professoressa Cooman nella penombra.
    “Ok, vediamo di fare qualcosa di concreto.” Sbuffò Potter, controllando il libro. “Nella tua c’è una specie di croce tutta storta… e secondo questo libro, vuol dire che dovrai affrontare ‘prove e sofferenze’… Ma vede il futuro o il passato?” Commentò, per poi riprendere. “Poi c’è una cosa che potrebbe essere il sole… aspetta… vuol dire ‘grande gioia’… quindi soffrirai ma poi sarai molto felice…”
    “Cana ti direbbe di mandarti giù un paio di botti di sakè e poi di riprovare a leggere.” Replicò sorridendo Erza, per poi cominciare a leggere la tazza dell’amico. “Ora tocca a me. C’è un grumo che assomiglia a una bombetta.” Disse. “Forse andrai a lavorare al Ministero della Magia…”
    “Ma per piacere, cerchiamo di essere seri.”
    Titania rigirò la tazza dall’altra parte. “Però visto da qui assomiglia più a una ghianda… cosa vuol dire?” Studiò il libro. “‘Una fortuna inaspettata, oro a sorpresa’. Quindi farai una missione con una preziosa ricompensa… e qui c’è un’altra cosa.” Continuò, rigirando di nuovo la tazza “…che sembra un animale… sì, se questa è la testa… Ma non riesco a capire cosa sia…”
    La professoressa Cooman si avvicinò mentre Harry scuoteva la testa divertito. “Speravo in qualcosa di più concreto.” Ammise.
    “Fammi vedere, cara.” Disse l’insegnante, sorprendendoli e chiedendo a Erza la tazza, che gliela porse. Immediatamente nella sala scese il silenzio.
    La professoressa Cooman guardò dentro la tazza, facendola ruotare in senso antiorario.
    “Il falco… caro, tu hai un nemico mortale.”
    “Solo uno?” Esclamò Natsu. “Harry, stai perdendo colpi!”
    La professoressa Cooman lo fissò.
    “Beh, hanno provato ad ammazzarlo più volte, direi che non è una sorpresa.” Continuò il rosato.
    L’insegnante decise di non ribattere. Abbassò i grandi occhi sulla tazza di Harry e riprese a farla ruotare.
    “Il bastone… un agguato! Oh, caro, questa non è una tazza benigna…”
    “Significa che Baston quest’anno ti farà sudare più del solito?” Domandò Erza a bassa voce, guadagnandosi un’occhiataccia dalla Cooman.
    “Il teschio… pericolo sul tuo cammino, caro…”
    “Mi sembra uno stereotipo.” Commentò Gray.
    Tutti gli altri però, a parte i maghi di Fairy Tail, fissavano esterrefatti la professoressa Cooman, che fece roteare la tazza un’ultima volta, per poi trattenere il respiro e infine gettare un grido.
    La professoressa indietreggiò, per poi sprofondare in una poltrona vuota, con la mano scintillante posata sul cuore e gli occhi chiusi.
    “Caro ragazzo… povero caro ragazzo… no… è meglio non dire niente… no… non chiedermi…”
    “Non avrà visto anche lei qualcuno inseguirmi per chiedermi di pagare i danni, vero?” Domandò Majutsu ai suoi amici. “Insomma, è l’unico motivo per cui Cana ha avuto una reazione del genere… a parte quella volta che aveva previsto che avrei distrutto per sbaglio la sua scorta di liquore…”
    Gli occhi dell’insegnante si spalancarono in maniera teatrale. “Mio caro!” Esclamò. “È il Gramo!”
    “Il cosa?” Chiese Harry.
    Non era l’unico a non aver capito. Dean Thomas alzò le spalle e Lavanda Brown lo guardò perplessa, ma quasi tutti gli altri maghi di Grifondoro si portarono le mani alla bocca, orripilati.
    “Il Gramo, mio caro, il Gramo!” Esclamò la professoressa Cooman, stupita che il suo nuovo studente non avesse capito. “Il cane fantasma gigante che infesta i cimiteri! Caro ragazzo, è un presagio… il peggior presagio di morte!”
    “Tutto qui?” Fece lui, esterrefatto. “Un cane? Mi prende in giro?”
    La professoressa lo guardò incredula. “Come, caro?”
    “Harry ha ragione. Abbiamo visto cose molto più pericolose di un cane. Diamine, abbiamo quasi visto la morte in persona più volte.”
    “E solo negli ultimi mesi, aggiungerei.” Intervenne Ron.
    “Ma che avete fatto durante le vacanze? Affrontato un demone?” Domandò Dean.
    “No, quello lo abbiamo fatto l’estate precedente.” Rispose sincero Natsu, senza però venire preso sul serio.
    “Sì, e magari quest’anno avete affrontato Voi-Sapete-Chi, eh?”
    “Abbiamo affrontato un altro genere di incubo.” Rispose Erza, guardando male il compagno di Casa.
    “Oh, sì, lo vedo.” Disse la Cooman, guardandola. “Lo vedo nei tuoi occhi… nel tuo occhio destro… Tu hai visto la vera paura… Ma il Gramo… Non c’è nulla come il Gramo!”
    “Nulla, dice?” Domandò Harry. “Eppure le ripeto che un cane non può farmi paura. Sinceramente, temo di più gli uomini.”
    L’insegnante si alzò, avvicinandosi al moro, per poi fermarsi a fissarlo. “Tu… Tu hai già avuto qualche esperienza di Divinazione, vero? Lo scorso anno… e anche prima.”
    Majutsu ricambiò lo sguardo, incuriosito da quel cambio. “Può darsi. Quindi?”
    “Il tuo Occhio ti fa vedere, ma tu non gli credi… Perché?”
    Harry ridacchiò. “Ormai ho imparato a credere solo ai fatti. In un mondo pieno di inganni, dare ascolto solo a delle sensazioni o a dei sogni è stupido e pericoloso. Sarò sincero, professoressa: mi sono iscritto a questo corso solo per dare una spiegazione a qualche mio sogno, ma per pura curiosità. Non credo sia davvero possibile prevedere il futuro.”
    “È un peccato, caro. Potresti fare grandi cose con la tua Vista… Ma ad ogni modo, temo non faresti comunque in tempo. Tra qualche mese scoprirai qualcosa che ti sconvolgerà. E subito dopo verrai messo nuovamente alla prova per colpa di un uomo pazzo.” Mentre diceva ciò si alzò, girandosi. “Tutti noi saremo in pericolo verso Natale. Vedo una grande luce sopra di noi… e non è una luce buona.”
    Tutti i maghi di Fairy Tail, Lucy in primis, si voltarono a guardare Ron. “Insomma, che vi ho fatto oggi?!” Replicò questi, scocciato.
    “Mi sembrano un mucchio di sciocchezze.” Disse Hermione, chiudendo il libro. “Insomma… tutti sappiamo che Harry è la persona che Voldemort vuole uccidere.” Ignorò i vari ragazzi tremare e continuò. “Personalmente, concordo con lui: abbiamo visto cose molto più pericolose di un cane… e le abbiamo superate.”
    La professoressa Cooman si voltò a guardarla. “Cara, in te vedo pochissima aura… Tuttavia, vedo anche qualcos’altro… La tua sete di conoscenza è enorme… E hai visto cose che noi possiamo solo immaginare. Cose che ti hanno portato a dubitare della magia stessa, sbaglio?”
    Hermione spostò lo sguardo.
    “La magia può essere usata in molti modi diversi.” Intervenne Gray. “È normale che quando la si vede usare per fare del male, ci si ponga delle domande.”
    Tutti i maghi di Fairy Tail annuirono: Hermione era stata l’unica, grazie alla sua magia, a vedere l’effettiva potenza dell’Eterion usato da Gerard. Solo lei era realmente a conoscenza della sua portata distruttiva.
    “Credo che per oggi ci fermeremo qui.” Affermò la professoressa Cooman con la sua voce più velata. “Sì… vi prego di portar via le vostre cose…”
    In silenzio, i ragazzi riportarono le tazze all'insegnante, presero i libri e li riposero nelle borse. Perfino Ron evitava lo sguardo di Harry.
    “Buona fortuna a tutti.” Disse la professoressa Cooman con un filo di voce. “Fino al prossimo incontro.”



    ------------------
    E finalmente eccomi qui con il nuovo capitolo!
    Scusate il ritardo, ma ho avuto mille e più cose da fare.
    Dunque! Ecco qui la tanto attesa prima lezione di Divinazione... e le cose sembrano già mettersi male XD.
    Gli eventi cominciano a muoversi... e presto giungeremo alla nuova saga, la quale rivoluzionerà le carte in tavola di non poco! Anche se prima ci sarà un piccolo extra... che qualcuno di voi potrebbe aver già letto altrove XD
    Nel prossimo capitolo ci sarà la seconda lezione attesa... nientemeno che il moliccio! E vi lascio immaginare che cosa apparirà... XD
    Alla prossima!
     
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    Capitolo 54: Affrontare la propria paura - Torna all'indice dei capitoli
    Dopo aver lasciato la torre, gli studenti di Grifondoro si avviarono alla lezione di Trasfigurazione.
    I maghi di Fairy Tail si sedettero tranquilli, ma potevano percepire perfettamente gli sguardi di tutti gli altri studenti su di loro.
    “Ma insomma, che cos’avete oggi?” Domandò la professoressa McGranitt, dopo essersi trasformata in gatto per la dimostrazione sugli Animagi, cioè quei maghi in grado di trasformarsi in animali. “Non che sia importante, ma è la prima volta che la mia trasformazione non viene accolta da un applauso.”
    Tutti si voltarono di nuovo verso Harry, che sbuffò. “Nulla professoressa, solo che adesso molti sono convinti che io debba cadere a terra morto stecchito perché la professoressa Cooman ha visto un Gramo leggendo le foglie di tè della mia tazza.”
    “Ah, certo… quindi sei tu quello di quest’anno. Chissà perché, ma la cosa non mi sorprende.”
    Tutti la fissarono.
    “Cosa intende dire?” Chiese Lavanda.
    “È bene che voi sappiate che Sibilla Cooman ha predetto la morte di uno studente l’anno da quando è arrivata in questa scuola, ma finora nessuno è ancora morto. Vedere presagi di morte dappertutto è il suo modo preferito di dare il benvenuto a una nuova classe. Se non fosse che non ho l’abitudine di parlar male dei miei colleghi…”
    La professoressa McGranitt s’interruppe, e tutti notarono che aveva le narici bianche e dilatate. Poi riprese, più tranquilla: “La Divinazione è uno dei settori più imprecisi della magia. Non vi nasconderò che faccio fatica a tollerarla. I veri Veggenti sono molto rari, e la professoressa Cooman è…”
    S’interruppe di nuovo, e poi disse in tono molto pratico: “A me il signor Potter sembra in perfetta salute, quindi credo comprenderete che non sarà dispensato dai compiti oggi, ma vi assicuro che in caso di sua morte non sarà tenuto a consegnarli. Come chiunque altro avrà la medesima sorte.”
    I membri di Fairy Tail sorrisero, mentre gli altri sembrarono tranquillizzarsi.
    “Però…” Fece Neville. “Ha predetto la tazza… senza considerare che ha visto-”
    “Eventi del passato.” Tagliò corto Erza, facendo scomparire il sorriso. “Solo eventi da lasciarsi indietro. Forse ha qualche potere, ma molto vago.”
    “Ben detto signorina Scarlett. Ora, se permettete, vorrei proseguire con la mia spiegazione.”
    Quando la lezione di Trasfigurazione fu terminata, si unirono tutti alla folla che si dirigeva rumorosamente verso la Sala Grande per il pranzo, ricongiungendosi a Fred, George, Happy e Ginny.
    “Allora, com’è andata?”
    “Avevate ragione: forse non basteranno tutte le mie armature per far fronte alla sfortuna di quella donna.” Disse Erza, cominciando a mangiare.
    “Però… il Gramo è davvero un pessimo presagio.” Osservò Ron.
    “Ma per piacere. Lo abbiamo visto tutti un grosso cane nero, eppure siamo tutti qui.” Disse Natsu, attirando lo sguardo dei quattro Weasley su di sé. “Che ho detto?”
    “Voi avete visto un Gramo?!” Esclamò Ginny con voce stridula.
    “Suvvia, non mi direte che ci credete, vero?” Domandò Harry, guardandoli.
    “Beh… in effetti, ci credevamo… però dopo ciò che abbiamo visto da voi… sinceramente mi terrorizzerebbe di più vedere Gerard… sebbene ignoriamo il suo aspetto. Anche se, effettivamente, qui c’è qualcos’altro che potrebbe farci nuovamente paura…”
    Detto ciò i due gemelli guardarono il fratello, che sospirò. “Insomma, che avete tutti oggi? Continuate a fissarmi come se fossi un mostro!”
    “Non più…” Sussurrò Lucy, venendo sentita solo da Natsu.
    “Beh, comunque, di certo questo Gramo non sarà peggiore di Deliora, no?” Fece Hermione.
    “Hermione, se qualcuno vede un Gramo, questa… beh, non è una cosa bella. Nostro zio Bilius ne ha visto uno… ed è morto ventiquattr’ore dopo!”
    “Una coincidenza.” Replicò lei.
    “Noi non sappiamo da che parte stare, perciò ci dichiariamo neutrali.” Esclamarono i gemelli.
    “I-Io… beh, ho incontrato Gerard, e se ne sono uscito vivo… credo di poter sopravvivere a un Gramo. Ma dove lo avete visto?” Chiese Neville.
    “A Privet Drive, quando siamo… andati dai miei zii…” Rispose Harry, abbassando la voce. “Quel cane… l’ho rivisto poco dopo che mio cugino mi ha portato l’autorizzazione firmata.”
    “Davvero?” Domandò Erza.
    “Sì. Non ci avevo prestato attenzione, ma sembrava volesse stare con me e-”
    “Ahia!” Esclamò Ron, tirando fuori da una tasca la mano destra. “Ma che gli prende a Crosta? Non mi aveva mai morso prima! Ma oggi ce l’hanno proprio tutti con me?!”
    “Dev’essere a causa degli Opendat attorno a te.” Fece Luna, raggiungendoli.
    “Ad ogni modo…” Riprese Hermione. “Credo sia stata solo una coincidenza. Inoltre, secondo me, Divinazione è una materia piuttosto confusa. Più che altro s’indovina, se volete saperlo.”
    “Sì, credo anch’io sia solo una coincidenza. E poi non sono nemmeno sicuro che fosse un Gramo.”

    Una volta finito il pranzo, il gruppo si divise nuovamente, lasciando quelli del terzo anno all’uscita, permettendogli così di raggiungere la casa di Hagrid, dove quest’ultimo, imbacuccato nel cappotto di talpa e con Thor accanto a sé, sembrava impaziente di cominciare.
    “Oh, così siete venuti. Pensavo non avreste avuto il coraggio di uscire, visti i Dissennatori.” Esordì la voce beffarda di Malfoy.
    Solo allora i maghi di Fairy Tail si ricordarono che avrebbero dovuto condividere la lezione con i Serpeverde.
    “Forza, avanti, muovetevi!” Esclamò il nuovo insegnante, mentre i ragazzi si avvicinavano. “Oggi ho una cosa specialissima per voi! Una gran lezione! Ci siete tutti? Bene, allora seguite me!”
    Hagrid li portò vicino ai confini della Foresta Proibita, e cinque minuti più tardi si arrestarono accanto a un recinto. Dentro non c’era niente.
    “Tutti attorno alla staccionata, qui!” Gridò Hagrid. “Ecco... mettetevi così che vedete bene... adesso per prima cosa aprite i libri...”
    “Come?” Disse la voce fredda e strascicata di Draco.
    “Eh?” Fece sorpreso il guardiacaccia.
    “Come facciamo ad aprire i libri senza perdere una mano?” Domandò ancora Malfoy, prendendo la sua copia del Libro Mostro dei Mostri, che era stato chiuso con uno spago. Anche gli altri estrassero i loro, tutti chiusi nello stesso modo.
    “Perché i vostri invece si fanno aprire senza problemi? Non che mi dispiaccia, sia chiaro…” Chiese Ron, osservando Harry tirare fuori la sua copia, che si aprì da sola alla prima pagina.
    “Credimi Ron… Non lo vuoi sapere…” Rispose Lucy, guardando Titania.
    “Oh, vedo che voi lo avete scoperto.” Disse Hagrid, sollevato. “In effetti, basta accarezzarli sul dorso per farli aprire.”
    “Accarezzarli?” Ripeté Erza, sorpresa. “Bastava così poco?”
    “No, non voglio sapere come hai fatto. Potrei avere gli incubi.” Commentò Neville, per poi togliere la cintura che aveva usato per chiudere il suo libro ed eseguire le istruzioni, imitato da tutti gli altri studenti.
    “Oh, che sciocchi!” Sibilò Malfoy. “Dovevamo accarezzarli! Perché non l’abbiamo capito subito?”
    “Be’... sono divertenti, no?” Disse Hagrid in tono incerto.
    “Oh, terribilmente divertenti!” Sbottò il Serpeverde. “Davvero spiritoso, assegnarci un libro che cerca di mangiarti le mani!”
    “Beh, io sinceramente mi sono divertita a domarli.” Replicò Erza, riservando uno sguardo gelido al biondo, che sbuffò.
    “Va bene…” Riprese Hagrid, un po’ sorpreso da quell’ultima uscita. “Allora... avete tutti il libro... Bene… adesso vi servono delle Creature Magiche. Sì. Io vado e le prendo. Voi state qui...”
    Si allontanò da loro e si addentrò nella foresta.
    “Mio Dio, questo posto è caduto davvero in basso…” Commentò Draco ad alta voce. “Quell’idiota che fa l’insegnante...”
    “Taci, Malfoy!” Esclamò Harry, irritato. Sapeva che stava facendo di tutto per rovinare la prima lezione di Hagrid.
    “Attento, Potter, c’è un Dissennatore dietro di voi.” Lo prese in giro il Serpeverde, facendo scoppiare a ridere Tiger e Goyle.
    “State zitti voi due.” Ordinò, facendoli zittire all’istante. “Non mi sembra di avervi autorizzato a ridere.”
    “Oooooh!” Strillò Lavanda Brown, indicando il lato opposto del recinto e distogliendo così l’attenzione dal biondo.
    Almeno una dozzina di creature trotterellavano verso di loro: avevano i corpi, le zampe posteriori e le code da cavallo; le zampe anteriori, le ali e la testa di aquile giganti, becchi feroci color dell’acciaio e grandi occhi di un arancione squillante. Gli artigli sulle zampe davanti erano lunghi più di quindici centimetri e avevano l’aria letale. Ciascuna delle bestie portava uno spesso collare di cuoio attorno al collo, fissato a una lunga catena, e tutte le estremità delle catene erano strette nelle manone di Hagrid, che entrò correndo nel recinto, dietro le creature.
    “Fermi qui, adesso!” Ruggì lui, agitando le catene e spingendo le creature verso lo steccato dove i ragazzi erano in attesa.
    Tutti fecero un passo indietro mentre Hagrid li raggiungeva e legava le creature alla staccionata.
    “Ippogrifi!” Annunciò allegramente il guardiacaccia agitando una mano. “Belli, eh?”
    “Belli sì! Non avevo mai visto creature simili prima!” Esclamò entusiasta Natsu.
    “Allora!” Disse Hagrid sfregandosi le mani e sorridendo. “Se volete venire un po’ più vicini...”
    Solo i membri di Fairy Tail più Malfoy lo ascoltarono.
    “Ora, la prima cosa da sapere degli Ippogrifi è che sono orgogliosi.” Spiegò Hagrid. “Facili da offendere, ecco come sono. Mai insultarne uno, perché può essere l’ultima cosa che fate. Dovete sempre lasciargli fare la prima mossa.” Continuò. “È educato, capito? Camminate verso l’Ippogrifo, fate un inchino, e aspettate. Se anche lui fa un inchino, potete toccarlo. Se non lo fa, via veloci, perché quegli artigli fanno male. Bene, chi va per primo?”
    “Vado io.” Si propose Harry, avanzando ulteriormente.
    Lavanda e Calì sussultarono. “Oooh, no, Harry, ricordati le foglie di tè!”
    “In effetti era buono quel tè, lo concedo. Non mi capita spesso di berlo, da noi non è così diffuso.” Rispose lui, arrampicandosi sulla staccionata e ignorando le implicazioni della frase detta dalla compagna d’anno.
    “Bravo, Harry!” Ruggì Hagrid. “Vediamo come te la cavi con Fierobecco.”
    Slegò una delle catene, allontanò un Ippogrifo grigio dai suoi compagni e gli sfilò il collare di cuoio.
    Dall’altra parte del recinto, i ragazzi trattennero il fiato, mentre gli occhi di Malfoy si strinsero malvagi.
    “Piano, ora, Harry.” Disse l’omone a bassa voce. “Hai stabilito un contatto visivo, adesso cerca di non chiudere gli occhi... gli Ippogrifi non si fidano di te se strizzi troppo gli occhi...”
    Majutsu annuì leggermente con la testa, continuando a fissare la creatura di fronte a sé, che ricambiò mostrandogli due altere pupille arancioni.
    “Così…” Istruì Hagrid. “Così, Harry... ora fai l’inchino...”
    Potter fece come gli diceva il neo insegnante, chinandosi educatamente.
    L’Ippogrifo continuava a fissarlo, altezzoso, senza dar alcun segno di volersi muovere.
    “Ah…” Fece Hagrid preoccupato. “Va bene... adesso torna indietro, Harry, Harry, piano...”
    Ma in quel momento l’Ippogrifo piegò all’improvviso le ginocchia squamose, e si abbassò in quello che era un inconfondibile inchino.
    “Ben fatto, Harry!” Esclamò l’omone estasiato. “Va bene, adesso puoi toccarlo! Accarezzagli il becco, avanti!”
    “Okay.” Rispose lui, avvicinandosi a Fierobecco e accarezzandogli il becco.
    L’Ippogrifo chiuse pigramente gli occhi, soddisfatto.
    “Va bene così, Harry.” Giudicò Hagrid. “Ora ti lascia salire in groppa, guarda.”
    Harry fu sorpreso: ormai era abituato a un manico di scopa, di certo non si aspettava che un Ippogrifo sarebbe stato la stessa cosa.
    “Sali da lì, dietro l’ala.” Continuò il guardiacaccia. “E ricordati di non strapparci nessuna piuma, lui non è contento se lo fai...”
    “Posso immaginarlo.” Fece il moro, ricordandosi di come la cosa desse fastidio anche a Happy. 
    Majutsu mise il piede sull’ala di Fierobecco e si issò sul suo dorso, per poi aggrapparsi al collo, così da non dover afferrare alcuna piuma.
    “Avanti!” Ruggì Hagrid, dando una manata sul fianco dell’Ippogrifo, il quale spalancò le ali, lunghe più di tre metri, per poi decollare.
    Non era affatto come un manico di scopa ma Harry era abituato a cose peggiori: di certo dopo la sua esperienza di quell’estate preferiva volare sopra un Ippogrifo piuttosto che essere un fantasma.
    Fierobecco gli fece fare un giro del recinto e poi puntò di nuovo verso terra. Sentì solo un colpo secco mentre le quattro zampe male assortite toccavano terra, e lui saltò subito giù.
    “Bravo, Harry!” Gridò Hagrid, mentre tutti tranne Malfoy e gli altri Serpeverde lo festeggiavano. “Okay, c’è qualcun altro che vuole provare?”
    Incoraggiati dal successo del moro, gli altri ragazzi si arrampicarono cautamente sulla staccionata. Hagrid slegò gli Ippogrifi uno a uno, e ben presto tutti furono impegnati in una serie di nervosi inchini.
    Quando toccò a Erza, l’Ippogrifo si chinò per primo, lasciando stordito il guardiacaccia. “Strano, non era mai successo prima.” Commentò.
    “Probabilmente ha agito seguendo l’istinto di sopravvivenza.” Ipotizzò Gray. “Mi sorprendo che non sia successo lo stesso con te, Harry.”
    “A differenza di Erza, ho trattenuto il mio potere magico.” Rispose lui.
    Nel frattempo Malfoy si avvicinò a Fierobecco. “È facilissimo.” Borbottò abbastanza forte da farsi sentire dagli altri. “Lo sapevo, se ce l’ha fatta Potter... Scommetto che non sei per niente pericoloso. Vero, brutto bestione?”
    Fu un attimo: un lampo di artigli d’acciaio scattò contro il Serpeverde, che tirò subito fuori la bacchetta, mormorando qualcosa che gli altri non udirono a causa della situazione. Immediatamente l’Ippogrifo cacciò un gridò di dolore, per poi cadere a terra, ricoperto di tagli.
    “Fierobecco!” Urlò Hagrid, accorrendo, mentre Malfoy rimetteva in tasca la bacchetta.
    “Ben gli sta. Così impara ad attaccarmi e-”
    Non finì la frase che Natsu lo afferrò per la divisa, portando la faccia di fronte alla sua, fissandolo con occhi pieni d’odio.
    “Che cos’hai fatto?”
    “Autodifesa, Dragonil. Qualcosa a te sconosciuto, immagino.”
    “Sei stato tu a provocarlo! Ti abbiamo sentito tutti!” Ringhiò il Dragon Slayer. “E Hagrid ci aveva avvertito che non andavano offesi!”
    “È colpa sua. Non doveva portare dei simili mostri.”
    Natsu tirò indietro l’altro braccio, pronto a colpirlo, ma fu fermato da Majutsu. “Harry-”
    “Non dargli nessuna soddisfazione. Se lo colpisci, finirà col farti mettere in punizione.” Disse, mentre Hagrid controllava le ferite di Fierobecco.
    Natsu sbuffò, lasciando andare Malfoy.
    “Tsk. Vedo che quel Dissennatore ti ha messo al tuo pos-”
    Ma il pugno di Harry lo colpì sulla guancia, facendolo cadere all’indietro.
    “Io d’altro canto non temo una misera punizione, come non mi preoccupo di perdere dei punti.” Continuò Majutsu, guardandolo con occhi pieni di rabbia, che sembravano brillare.
    “Harry!” Chiamò Hagrid, voltandosi a guardarlo,. “Basta così! Non voglio che tu ti metta nei guai per me. Malfoy, segnalerò quest’incidente al preside. Non hai seguito le mie istruzioni, e hai ferito deliberatamente Fierobecco.”
    “Fai pure quello che vuoi. Non mi curo certo del giudizio di un mostro che difende un altro mostro.” Replicò Draco, rialzandosi e massaggiandosi la guancia, che cominciò a gonfiarsi.
    “Tu…” Soffiò Hermione, tentata di prendere in mano la bacchetta, ma fermata subito da Neville.
    “La lezione per oggi è conclusa. Scusate, ma devo curare subito Fierobecco.” Concluse Hagrid, congedandoli.
    Gli studenti annuirono, per poi recuperare le loro borse e allontanarsi, lasciando indietro Malfoy, che camminava lentamente.
    “Perché mi hai fermato per poi colpirlo tu?!” Esclamò furioso Natsu a Majutsu. “Avrei potuto fargli più male!”
    “È proprio questo il punto. Tu probabilmente lo avresti mandato direttamente in infermeria con il tuo pugno. E per quanto volessi farlo anch’io, non possiamo.”
    A diversi metri dietro di loro, Draco si fermò vicino a un albero.
    “Non è pericoloso per te farti vedere qui?” Chiese.
    “No, se non mi vedono. Perché l’hai colpito? Avresti potuto accusare Hagrid se quell’animale ti avesse ferito.”
    “Non mi prendere per uno stupido. Cosa sarebbe successo se mi avesse lacerato la divisa e mostrato la schiena? La mia copertura sarebbe saltata subito, dato che ero davanti a Potter e i suoi amici.”
    “Capisco… Allora credo tu abbia fatto un’ottima scelta. Ma vedi di non esporti nuovamente in questo modo.”
    “Non preoccuparti, continuerò a giocare la mia parte fin quando sarà necessario.” Concluse lui, riprendendo la sua camminata.


    Le conseguenze per Malfoy furono pesanti: Serpeverde perse ben cento punti a causa sua; inoltre aveva ricevuto il divieto di giocare a Quidditch fino a dopo Natale.
    Fierobecco era riuscito a salvarsi, ma Hagrid disse che gli ci sarebbero voluti mesi per riprendersi completamente.
    “Come osa?” Fece Happy il giorno dopo, non appena Majutsu e gli altri tornarono per pranzare dalla prima lezione di quell’anno di pozioni. Gli avevano appena detto che Malfoy continuava ad andare fiero di ciò che aveva fatto.
    “Lascialo perdere, Happy.” Consigliò Natsu. “So che ti infastidisce che abbia ferito gravemente una creatura magica, ma sfortunatamente non possiamo fare davvero molto. O a quest’ora sarebbe già un mucchietto di cenere.”
    “Sai Natsu, io continuerò a chiedermi perché sembri così fissato con il fuoco.” Intervenne Dean, seduto poco distante.
    “Non sembra, lo è. È un maniaco del fuoco.” Replicò Gray.
    “Cos’hai detto, ghiacciolo?” Ringhiò il diretto interessato.
    “Esattamente quello che ho detto, fiammifero!”
    “Ragazzi… non volete che intervenga per fermarvi, vero?” Domandò Erza, mentre beveva tranquillamente un sorso d’acqua.
    Immediatamente i due maghi si abbracciarono. “Ma noi stavamo solo scherzando!” Dissero insieme, con un sorriso forzato.
    “Non so perché, ma tu li spaventi terribilmente.” Commentò Seamus, guardando Titania, che sorrise.
    “Sono due bambini, perciò ogni tanto devono essere calmati.”
    “Ho paura di sapere come…” Mormorò poco lontano Angelina.
    “Oh, è anche troppo buona. Fosse per me, userei tort-ehm, punizioni più severe.” Fece Harry, correggendosi.
    “Ma dove diamine vivete voi?!” Esclamarono assieme i loro compagni di corso.
    “Segreto.” Risposero nello stesso momento Majutsu e Titania, enigmatici.
    “Allora…” Intervenne Fred, decidendo di cambiare discorso. “Voi oggi avete Difesa contro le Arti Oscure, vero?”
    “Sì.” Rispose Hermione, mettendo via il libro di Aritmanzia. “Sono curiosa di vedere se quest’anno ci va bene o no.”
    “Il professor Lupin è fantastico!” Esclamò Happy, che lo aveva avuto quella mattina. “Non ha nulla a che fare con Allock. Anche se mi ha guardato in maniera strana, aye…”
    “Beh, credo sia per il colore dei capelli…” Tentò Ron. “Sai, qui non sono molto comuni.”
    “Paese che vai, colori che trovi.” Mormorò Erza, abbassando lo sguardo. “Okay, allora è meglio se ci avviamo!”
    I ragazzi annuirono, per poi alzarsi dal tavolo e dirigersi verso l’aula.
    Il professor Lupin non c’era quando arrivarono in classe. Tutti presero posto, tirarono fuori i libri, le penne e le pergamene, e stavano chiacchierando quando finalmente l’insegnante entrò in aula. L’uomo sorrise in modo vago e posò la vecchia valigia tarlata sulla cattedra. Era trasandato come sempre, ma aveva l’aria più sana che non sul treno, l’aria di uno che ha consumato qualche pasto come si deve.
    “Buon pomeriggio.” Salutò cordiale. “Vi prego di rimettere i libri nelle borse. Oggi faremo una lezione pratica. Vi occorrono solo le bacchette magiche.”
    “Ho sentito bene?” Disse sorpreso Gray. “Finalmente dopo due anni avremo una lezione pratica? Probabilmente ci sarà una tempesta di sabbia!”
    “Forse volevi dire che nevicherà.” Cercò di correggerlo Dean, ottenendo uno sguardo stranito dal compagno.
    “Quello sarebbe un lieto evento, quindi niente di strano.”
    “Bene.” Continuò il professor Lupin quando tutti furono pronti. “Se ora volete seguirmi…”
    Perplessi ma interessati, i ragazzi si alzarono e seguirono l’insegnante, che li guidò fuori dalla classe, lungo il corridoio deserto e oltre un angolo, dove la prima cosa che videro fu Pix il Poltergeist che fluttuava a mezz’aria a testa in giù e ficcava una gomma masticata nella toppa più vicina.
    Pix fece finta di niente finché il professor Lupin non gli fu vicinissimo, poi agitò i piedi dalle dita arricciate e canticchiò: “Pazzo, pazzo Lupin. Pazzo, lupesco Lupin, pazzo, lupesco Lupin…”
    Per quanto in genere fosse maleducato e intrattabile, di solito Pix rispettava gli insegnanti. Tutti guardarono il nuovo professore per vedere come avrebbe risposto: con loro grande sorpresa, stava sorridendo.
    “Se fossi in te, Pix, toglierei quella cicca dalla toppa.” Disse in tono amabile. “O Mastro Gazza non riuscirà a prendere le sue scope.”
    Pix non prestò attenzione alle parole del professor Lupin e, anzi, fece una fragorosa pernacchia spruzzando saliva dappertutto.
    “Pix…” S’intromise Harry, attirando l’attenzione della creatura su di sé. “Dobbiamo ripeterlo noi?”
    Il Poltergeist perse subito il suo sorriso, per poi provvedere a rimuovere immediatamente la cicca. “N-No di certo… anzi, credo andrò subito a farmi un giro nella… nella Foresta Proibita, sì.” Disse, deglutendo, per poi volare via.
    “Notevole, Harry. Ma come hai fatto a convincerlo?” Domandò il professore.
    “Io, niente. È un episodio che risale al primo anno. Per qualche motivo, ha paura di me e dei miei amici.”
    A Majutsu parve per un momento di vedere il professore sorridere.
    “Procediamo.” Disse infine questi, girandosi e riprendendo il cammino. Li guidò lungo un secondo corridoio e si fermò davanti alla porta della sala professori.
    “Entrate, prego.” Invitò il professor Lupin aprendola.
    La sala, una stanza lunga, rivestita di legno, piena di vecchie sedie scompagnate, era vuota, tranne che per un insegnante. Il professor Piton era seduto su una poltrona bassa, e alzò lo sguardo mentre la classe entrava. Aveva gli occhi scintillanti e una smorfia antipatica sul viso, mentre il collega entrava e chiudeva la porta alle sue spalle.
    “Lasciala aperta, Lupin. Preferisco non assistere.” Disse l’insegnante di Pozioni, alzandosi e allontanandosi, con il manto nero che fluttuava alle sue spalle.
    “Allora!” Esclamò il professor Lupin dopo che l’insegnante di Pozioni se ne fu andato, radunando la classe verso l’altro capo della stanza, occupato solo da un vecchio armadio in cui gli insegnanti tenevano i mantelli di ricambio. Mentre Lupin si avvicinava, l’armadio ondeggiò all’improvviso, sbattendo contro il muro. Alcuni ragazzi balzarono indietro, spaventati.
    “Niente paura.” Li tranquillizzò il professore con la massima calma. “C’è un Molliccio lì dentro.”
    Quasi tutti sembravano convinti che ci fosse da aver paura, eccome. Solo alcuni non erano della stessa opinione, mostrando sui loro volti solo un leggero timore.
    “I Mollicci amano i luoghi chiusi e oscuri.” Spiegò. “Gli armadi, gli spazi sotto i letti, le antine sotto i lavandini... Una volta ne ho incontrato uno che si era insediato in una pendola. Questo si è trasferito lì dentro ieri pomeriggio, e ho chiesto al Preside di lasciarcelo per poter fare un po’ di pratica con voi del terzo anno. Allora, la prima domanda che dobbiamo porci è questa: che cos'è un Molliccio?”
    Hermione alzò la mano.
    “È un Mutaforma.” Disse non appena ottenuto il permesso. “Può… Può assumere l’aspetto di quello che ritiene ci spaventi di più.”
    “Non avrei saputo dirlo meglio!” Approvò il professore, e Hermione sorrise radiosa. “Quindi il Molliccio che sta lì al buio non ha ancora assunto una forma. Non sa ancora che cosa spaventerà la persona dall’altra parte della porta. Nessuno sa che aspetto ha un Molliccio quando è solo, ma quando lo farò uscire, diventerà immediatamente ciò di cui ciascuno di noi ha più paura. Questo significa che abbiamo un grosso vantaggio sul Molliccio prima di cominciare. Hai capito quale, Harry?”
    Majutsu si sorprese per essere stato chiamato, ma annuì subito dopo. “Certo. Non essendo da soli ad affrontarlo, lui non saprà che forma prendere.”
    “Precisamente.” Disse il professor Lupin. “È sempre meglio avere compagnia quando si ha a che fare con un Molliccio. Così lo si confonde. Che cosa diventerà, un cadavere senza testa o una lumaca carnivora? Una volta ho visto un Molliccio commettere l’errore di cercare di spaventare due persone contemporaneamente. Alla fine si è trasformato in mezza lumaca. Nemmeno lontanamente spaventoso.”
    “Dipende da chi lo guarda…” Mormorò Lucy. “Io avrei avuto paura lo stesso…”
    “L’incantesimo per respingere un Molliccio…” Continuò Lupin. “…è semplice, ma richiede una grande forza mentale. Sapete, ciò che sconfigge un Molliccio sono le risate. Quello che dovete fare è costringerlo ad assumere una forma che trovate divertente. Ora proveremo l’incantesimo senza le bacchette magiche. Dopo di me, prego… Riddikulus!”
    “Riddikulus!” Ripeterono tutti in coro.
    “Bene.” Disse il professor Lupin. “Molto bene. Questo però era il meno, temo. Vedete, la parola da sola non basta.”
    L’armadio tremò di nuovo.
    “Hermione, comincia tu.” Asserì il docente, sorprendendo la ragazza non tanto per essere stata chiamata, ma per via del fatto che fosse stato usato il suo nome invece del cognome. “Innanzitutto: qual è la cosa che ti fa più paura al mondo?”
    Hermione, per la prima volta, non seppe cosa rispondere. Poi, pochi secondi dopo, nella sua mente comparve l’immagine dell’Eterion che si abbatteva sulla torre.
    “U-Una… una magia…” Rispose a bassa voce, mentre i compagni di Grifondoro la guardavano increduli.
    “Di che magia si tratta?” Domandò curioso Lupin.
    “Non… Non lo so, signore… L’ho solo vista… appare come una grandissima fonte di luce… distruttiva…”
    “Si chiama Eterion.” Intervenne Harry. “Ed è una magia in grado di distruggere qualsiasi cosa incontri sul suo cammino. Non lascia alcuna traccia dietro di sé. Ma per usarla, ci vuole una concentrazione unica, oltre alla presenza di molti maghi potenti. Abbiamo avuto la sfortuna di assistere al suo uso quest’estate, anche se da lontano.”
    Immediatamente si alzò un mormorio tra gli studenti.
    “Capisco.” Disse infine l’insegnante. “Allora, Hermione, devi trovare un modo per trasformare questa magia in qualcosa che possa far ridere. Ricordati che il Molliccio prenderà solo l’aspetto, non la potenza di questa magia. Credi di farcela?”
    La castana restò in silenzio per qualche secondo, per poi annuire.
    “Molto bene allora. Adesso aprirò l’armadio. Subito dopo che Hermione l’avrà respinto il Molliccio tenterà di attaccare nuovamente. Hermione farà qualche passo indietro, sostituita da chi chiamerò. Siete pronti?”
    Tutti annuirono.
    “Al mio tre allora!” Esclamò il professor Lupin, puntando la bacchetta verso la maniglia dell’armadio. “Uno… Due… Tre!”
    Un getto di scintille sprizzò dalla punta della bacchetta di Lupin e colpì la maniglia. L’armadio si spalancò.
    Ne uscì un fascio di luce, che si diresse subito contro Hermione, che alzò la bacchetta, concentrandoci su ciò che stava immaginando.
    “R-Riddikulus!” Urlò.
    Immediatamente, il fascio di luce si trasformò in una sfera di luce, che ribalzò a terra cambiando colore, per poi saltare sul soffitto e diventare così di un giallo canarino, seguito da blu, fucsia e nero, continuando così. Diversi ragazzi si misero a ridere.
    “Bene, ora Calì! Tocca a te!”
    La ragazza avanzò con fare deciso mentre Hermione prese il suo posto nelle retrovie. La palla di luce sembrò esplodere con uno schiocco, e al suo posto comparve una mummia tutta fasciata, grondante sangue. Il suo volto senza occhi era rivolto verso Calì e la cosa cominciò ad avanzare verso di lei, molto lentamente, strascicando i piedi, mentre le braccia rigide si alzavano…
    Riddikulus!” Gridò Calì.
    Una benda si dipanò dai piedi della mummia, che inciampò, cadde in avanti e perse la testa, che rotolò via.
    “Seamus!” Chiamò il professor Lupin.
    Seamus prese il posto di Calì.
    Crack! Al posto della mummia ora c’era una donna con i capelli neri lunghi fino a terra e il volto scheletrico e verdastro: una banshee, la strega delle brughiere. L’essere spalancò la bocca e un suono disumano riempì la stanza, un lungo gemito ululante che fece drizzare i capelli a molti dei presenti.
    Riddikulus!” Urlò Seamus.
    La banshee emise un verso rasposo e si afferrò la gola: le era sparita la voce.
    Crack! La banshee si trasformò in un topo, che corse in tondo cercando di prendersi la coda e poi - crack! - diventò un serpente a sonagli, che si contorse prima di diventare - crack! - una pupilla insanguinata.
    “È confuso!” Gridò Lupin. “Ce la facciamo! Weasley!”
    Ron avanzò, pronto ad affrontare quello che sapeva sarebbe stato sicuramente un ragno gigante.
    Il Molliccio schioccò di nuovo, ma invece dell’aracnide, di fronte a Ron si materializzò quello che sembrava una sua copia. Solo che questi indossava un completo nero metal, con un tatuaggio scuro sulla guancia.
    “Dove diamine è finito il ragno?!” Esclamò sorpreso Ron, mentre Lucy dietro di lui sbiancava.
    “Non di nuovo lui!” Gridò, spaventata.
    Il rosso si voltò a guardarla. “Sai chi è? Perché io non me lo ricordo?! E soprattutto, perché sembra me?!”
    “Weasley, non distrarti, o avrà la meglio lui.” Lo riprese Lupin, anche lui sorpreso per quella trasformazione.
    “Ecco… è una persona che abbiamo incontrato nella Torre… Non ti ricordi di lui perché stavi dormendo…” Cercò di mentire la maga degli Spiriti Stellari. Dopotutto, non poteva di certo dirgli la verità, non davanti a tutti.
    Il Ron malvagio tirò fuori la lingua, per poi creare una sfera di luce, pronto a colpirlo.
    Riddikulus!” Ruggì Weasley, deciso a non sperimentare niente da parte di quella cosa, che si colorò immediatamente di verde, mentre la sfera di luce si trasformò in un gavettone di vernice rosa, che gli scoppiò in mano.
    “Ottimo! Fullbuster!”
    Ron non perse tempo, andando subito al fianco di Lucy. “Poi mi spiegherai bene questa storia…” Le sussurrò. “Quella era luce. Come la mia.”
    “Parlerò solo in presenza di Fred e George. Loro sono ancora più sconvolti di me.”
    Gray nel frattempo saltò avanti, con la bacchetta in mano.
    Il falso Ron sparì, sostituito da una donna dai capelli blu. Ma la cosa che saltò agli occhi di tutti era che questa era per metà di ghiaccio, e stava osservando con occhi pieni di rabbia il moro di fronte a lei.
    “Ur… è stata colpa mia… ma so che la vera te non mi considera colpevole!” Affermò Gray, puntandole contro la bacchetta. “Scusami. Riddikulus!
    Le gambe di Ur si trasformarono in due sci, e lei scivolò dritta dritta davanti a Lucy, che saltò avanti pronta. Questa volta si trasformò in un uomo ben vestito, con capelli e baffi biondi, che guardava severamente la ragazza.
    “Papà… Non mi pento di ciò che ho fatto. Puoi tenerti i tuoi soldi, io mi tengo la libertà. Riddikulus!
    Immediatamente, a Jude Heartphilia caddero di netto i baffi.
    “Grande Lucy! Ora fa provare me!” Esclamò Natsu, andando avanti.
    Il padre di Lucy si voltò a guardarlo per poi sparire, sostituito da una coltre di nebbia.
    “Del fumo?” Domandò sorpreso il Dragon Slayer. “Mi prendi in giro?! Come potrei aver paura di una cosa così stup-”
    Ma le parole gli morirono in bocca.
    Davanti a tutti, la testa enorme di un drago dalle squame rosse emerse dalla nebbia: era stata decapitata di netto, e gli occhi, ormai bianchi, sembravano fissare Natsu, che cominciò a tremare, mentre dietro di lui diversi studenti gridarono spaventati, temendo un vero drago.
    “I- Igneel…” Mormorò il Dragon Slayer, con gli occhi tremanti, avanzando lentamente verso la testa. “Igneel!!!” Chiamò terrorizzato, ma venendo fermato da Neville.
    “No Natsu! Non è davvero lui! Ricordi? È un Molliccio!”
    “Ma il suo odore… le sua squame… Non posso sbagliarmi, è lui!”
    Paciock sospirò, sperando che l’amico lo avrebbe capito. Sotto gli occhi sorpresi di tutti, lo colpì con un calcio allo stomaco, facendolo cadere all’indietro e restando da solo davanti alla testa draconica, che scomparve subito.
    Ora, di fronte a tutti, un ragazzo da capelli blu, con un tatuaggio che gli attraversava la parte destra della faccia, lo fissava divertito. Il volto di Neville divenne subito pallido.
    “No… Non di nuovo tu!” Esclamò, fissando Gerard, che cominciò ad avanzare verso di lui.
    Ma prima che potesse fare qualcosa, il ragazzo si sentì tirare indietro dalla divisa, mentre Erza prendeva il suo posto.
    “Scusa Neville. È colpa mia se ti è apparso lui.” Disse, alzando la bacchetta, mentre si sentì un nuovo schiocco.
    Questa volta fu il turno di Titania di spalancare gli occhi.
    Di fronte a lei, in tutta la sua altezza, Shimon la guardava con occhi duri.
    “Shimon…” Mormorò Erza, mentre gli occhi le si riempivano di lacrime. “Perdonami… se solo fossi stata più forte tu non saresti…”
    Il ragazzo non disse nulla. Si limitò ad alzare un braccio, per poi aprire la mano che teneva chiusa.
    Immediatamente molti urlarono, mentre Erza si portò d’istinto la mano libera sull’occhio destro.
    Lì, in bella vista, Shimon mostrò a tutti un bulbo oculare, la cui iride era dello stesso colore degli occhi di Erza.
    “Indietro!” Ruggì Harry, spingendola via.
    Il professor Lupin fece per intervenire subito, ma con sua sorpresa, il Molliccio non cambiò aspetto, limitandosi a far sparire l’occhio.
    “Come immaginavo…” Mormorò Majutsu. “Non riesco ancora a perdonarmi… Tu sei morto per salvarci. E non potrò mai accettare questa mia debolezza.”
    Shimon continuò a guardarlo.
    Poi, il suo aspetto cominciò gradualmente a cambiare: una tunica nera lo avvolse completamente, lasciando scoperto solo un braccio, che raggrinzì quasi all’istante, diventando bianco.
    Il volto del ragazzo scomparve, nascosto da un cappuccio.
    Di fronte a tutti quanti, era apparso un Dissennatore.
    “Okay, direi che per oggi è sufficiente!” Annunciò Lupin, saltando avanti a Harry.
    La creatura oscura scomparve subito, sostituita da una sfera di un bianco argenteo, che galleggiava a mezz’aria davanti al professore, che disse “Riddikulus!” quasi pigramente.
    La sfera argentata esplose come un fuoco d’artificio.
    L’insegnante ne approfittò, pronunciando un altro incantesimo. Immediatamente le luci colorate tornarono nell’armadio, che si chiuse subito, imprigionandole.
    “Me ne occuperò più tardi.” Disse, guardando gli ultimi maghi che avevano affrontato il Molliccio, tutti ancora sconvolti. “Dubito che qualcuno si sarebbe messo a ridere dopo ciò che abbiamo visto. Cinque punti a tutti coloro che hanno affrontato il Molliccio… e non preoccupatevi, non tutti riescono a respingerli. È normale. Per la prossima volta dovete leggere il capitolo sui Mollicci e farne il riassunto… consegna lunedì. È tutto.”
    Chiacchierando sconvolti, i ragazzi uscirono dalla sala professori.
    I maghi di Fairy Tail restarono in silenzio. Per quasi tutti loro, la loro paura era da attribuire a ciò che avevano assistito nella Torre del Paradiso.
    Questo significava che l’incubo in cui Gerard li aveva fatti precipitare non era ancora svanito del tutto.

    Il professor Lupin restò a guardare l’armadio.
    “Quindi è questo quello di cui hanno paura… Ora capisco molte cose.” Mormorò, lasciandosi cadere seduto su una sedia. “Siamo stati degli stupidi a non capirlo, eh?”

    Edited by darkroxas92 - 25/8/2015, 21:48
     
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    Quella sera, il terzo anno di Grifondoro andò in silenzio nei propri dormitori: ciò a cui avevano assistito durante l’ora di Difesa contro le Arti Oscure aveva lasciato sconvolti quasi tutti.
    “Natsu…” Domandò Dean, seduto sul suo letto, guardando il compagno dai capelli rosa. “Tu… Tu hai chiamato quel drago Igneel… Ma quello non era il nome di tuo padre?”
    Natsu non rispose.
    “Igneel e quel drago viaggiavano assieme.” Decise di intervenire Harry, sapendo di dover trovare una scappatoia. “Erano inseparabili, e Natsu è cresciuto assieme a entrambi. Happy invece è rimasto da un’altra parte. Per questo… Per questo Natsu è rimasto così sconvolto.”
    “L’ho cercato per anni… da quando è scomparso.” Mormorò il Dragon Slayer, forse più a se stesso che ai compagni di stanza. “L’ho cercato disperatamente… vederlo così mi ha sorpreso. Non pensavo ci fosse davvero qualcosa in grado di farmi paura…”
    “Chi era invece quel tipo dai capelli blu?” Chiese Seamus a Neville.
    “Il suo nome era Gerard. Era… Era il mago che ha scatenato l’Eterion.” Rispose lui. “Era incredibilmente potente… forse avrebbe potuto davvero tenere testa a Voi-Sapete-Chi…”
    “Scherzi?!” Esclamarono i due compagni di Grifondoro, increduli.
    “Purtroppo no.” Continuò Gray. “Io non l’ho visto, ma ciò che voleva fare… Sarebbe stato terribile.”
    “Quanto?”
    “Tanto terribile che probabilmente Silente sarebbe stato disposto a chiedere un’alleanza a Voldemort per fronteggiarlo.” Disse Majutsu. “Voleva riportare in vita un mago incredibilmente potente. Tanto che Hogwarts sarebbe stata spazzata via al solo muovere della sua mano.”
    “E voi come sapete tutto questo?”
    “Ve l’ho detto oggi: abbiamo visto l’Eterion in azione… secondo voi perché?”
    “Non vorrai dire-”
    “Gerard ha provato a usarlo contro di noi.” Rispose Erza, entrando nella stanza.
    “Erza! Questo è il nostro dormitorio!” Esclamò Dean, scioccato dall’ingresso di una ragazza nei dormitori maschili.
    “Immaginavo steste parlando di quanto successo oggi. Ho preferito venire anch’io, visto che Gerard era mio amico.”
    A quella frase, Dean e Seamus la guardarono spaventati.
    “Tranquilli, non ho mai condiviso i suoi folli progetti. Ero sua amica prima che perdesse il senno. Eravamo… nella stessa situazione, se possiamo dire così.”
    “Ha a che fare con quello che ti è apparso davanti? Quello che teneva un occhio?”
    “Quello era il mio occhio… mi è stato strappato via quando ero bambina… proprio quando Gerard è cambiato.”
    “Ma se hai perso l’occhio allora-”
    “Quello che ho adesso è stato ricostruito usando la magia. E per quando riguarda Shimon…”
    “Shimon si è sacrificato per salvare la vita a me e a Erza proprio da Gerard. È morto davanti a noi.” Concluse Harry.
    “Tutti noi abbiamo un passato doloroso alle spalle.” Riprese Gray. “Per questo ci siamo trovati… La donna che avete visto quando è toccato a me… Era la mia maestra, Ur. È morta in seguito alla mia stupidità… per salvarmi la vita. Per anni ho vissuto con quel peso sulle spalle. Solo di recente ho scoperto che non m’incolpava per quello che è successo.”
    “Hai visto il suo fantasma?”
    Gray ridacchiò. “Una sorta…”


    Nessuno chiese più nulla al gruppo di Fairy Tail su ciò che era successo con il Molliccio. Nonostante ciò, Difesa contro le Arti Oscure diventò in breve una delle lezioni preferite da tutti.
    Le settimane cominciarono così a passare e presto Baston riunì la squadra di Quidditch.
    “Questa è la nostra ultima possibilità, la mia ultima possibilità, di vincere la Coppa del Quidditch!” Esclamò, camminando avanti e indietro nello spogliatoio. “Alla fine di quest’anno me ne andrò. Non avrò un’altra occasione. Il Grifondoro non vince da sette anni. Okay, siamo stati sfortunatissimi: prima gli incidenti, poi l’annullamento del torneo l’anno scorso…” Baston deglutì, come se il ricordo gli facesse venire ancora un groppo in gola. “Ma sappiamo anche che la nostra è la squadra migliore della scuola!” Sentenziò, battendo il pugno sul palmo dell’altra mano, con l’antico bagliore fanatico negli occhi. “Abbiamo tre ottimi Cacciatori!” Indicò Alicia, Angelina ed Erza. “Abbiamo due Battitori imbattibili!”
    “Piantala, Oliver, ci metti in imbarazzo.” Dissero in coro Fred e George, fingendo di arrossire.
    “E abbiamo un Cercatore che ci ha sempre portato alla vittoria!” Ruggì Baston, fissando Harry con una sorta di furioso orgoglio. “E poi ci sono io.” Concluse, come ripensandoci.
    “Anche tu sei molto bravo, Oliver.” Concordò George.
    “Un diavolo di Portiere.” Aggiunse Fred.
    “Il punto è…” Continuò Baston, riprendendo a camminare avanti e indietro “…che la Coppa del Quidditch avrebbe dovuto essere nostra negli ultimi due anni. Da quando Harry è entrato in squadra, ho pensato che ce l’avessimo in tasca. Ma non abbiamo vinto, e quest’anno è l’ultima possibilità che abbiamo di vedere il nostro nome inciso sul trofeo…”
    Baston era così abbattuto che perfino Fred e George si mostrarono comprensivi.
    “Oliver, questo è il nostro anno.” Dichiarò Fred.
    “Ce la faremo, Oliver!” Esclamò Angelina.
    “Daremo il meglio di noi!” Si accodò Erza.
    “Ma certo!” Aggiunse Harry.
    Carica di determinazione, la squadra riprese gli allenamenti, tre sere la settimana. Il tempo era sempre più freddo e umido, le notti più buie, ma né fango né vento né pioggia potevano offuscare la meravigliosa visione di Harry che s’immaginava finalmente nell'atto di vincere la grossa Coppa del Quidditch d’argento.
    Inoltre questo aiutò i due maghi di Classe S a distrarsi dagli eventi della Torre del Paradiso che il Molliccio aveva riportato a galla.
    Una sera, dopo gli allenamenti, tornarono nella sala comune del Grifondoro intirizziti ma soddisfatti di com’erano andate le cose, e trovarono la stanza pervasa da un ronzio eccitato.
    “Che cosa è successo?” Chiese Majutsu a Hermione, seduta vicino al camino assieme agli altri, intenti a completare delle mappe stellari per Astronomia.
    “Il primo fine settimana a Hogsmeade.” Rispose Ron, indicando un cartello appeso alla vecchia bacheca. “Alla fine di ottobre. Per Halloween.”
    “Ottimo!” Esclamò Fred, che aveva seguito Harry attraverso il buco del ritratto. “Devo andare da Zonko, sono a corto di Pallottole Puzzole.”
    “Che cosa vuoi farci?” Domandò Lucy.
    “Metti caso che la prossima volta che andiamo a Fiore incontriamo un pazzo dal naso sensibile, senza offesa Natsu, potremmo distrarlo per qualche minuto.”
    “Sono curiosa anch’io di vedere Hogsmeade.” Fece Hermione.
    “A me attira la Stamberga Strillante.” Disse invece Erza. “Chissà quali segreti nasconde.”
    “Fantasmi. Solo fantasmi!” Esclamò subito Lucy, sbiancando. “Ho sentito tutti parlarne. Dicono che di notte si sentano urla terribili. Il fenomeno si è fermato un po’ d’anni fa, ma la gente del posto la guarda ancora con terrore, tanto da non osare demolirla.”
    “Su, su, non fare così Lucy, aye.” Intervenne Happy, sorridendo. “Almeno potete lasciare il castello per un giorno.”
    “Beh, volendo potresti usare la Mappa per-” Cominciò Fred, venendo subito interrotto dalla sorella.
    “Ci abbiamo pensato, ma poi ci siamo ricordati dei Dissennatori. Preferiamo evitare di affrontarli.”
    “Dobbiamo trovare una soluzione.” Ammise Harry. “Non mi piace che qualcuno sia in grado di metterci fuori gioco senza nemmeno toccarci.”
    “Io invece spero di incontrare Black!” Affermò Natsu, guardando con avidità il fuoco nel camino, non vedendo l’ora che la sala si svuotasse per poterlo mangiare. “Sarebbe bello potergli dare un bel pugno in faccia.”
    “Non osare. Quello è un mio diritto.” Replicò il moro di Classe S.

    La mattina dopo, il gruppo tornò da Erbologia coperto di fango.
    “Bah, non capisco perché dobbiamo perdere tempo con delle stupide piante!” Sbottò Gray.
    “Possono tornare utili.” Replicò Neville, punto sul vivo. “Guarda lo scorso anno con le Mandragole.”
    “Mai offendere le piante davanti a un mago in grado di usarle.” Commentò divertito Harry, mentre al suo fianco Ron sospirava. “Che succede?”
    “Sono un po’ preoccupato per Crosta.” Rispose lui, mentre passavano affianco alla Foresta Proibita per tornare al castello. “Continua a diventare sempre più magro, e comincia a rifiutare di mangiare e di uscire dal dormitorio.”
    “Vuoi che proviamo a sentire qualcuno in gilda?” Chiese Erza. “Magari hanno qualche cura.”
    “Mi piacerebbe, ma non vorrei rischiare che gli succeda qualcos’altro. Non per dire, ma da quello che mi avete raccontato che mi è successo nella Torre… Beh, sfido che ho paura di me stesso!”
    Nessuno fece caso al fruscio poco lontano da loro.
    Subito dopo avevano Trasfigurazione, dove la McGranitt chiese a tutti di consegnarle i moduli per andare a Hogsmeade. Fu allora che qualcosa all’inizio della fila attirò la loro attenzione.
    Lavanda Brown era in singhiozzi. Calì le teneva un braccio attorno alle spalle e spiegava qualcosa a Seamus e Dean, entrambi molto seri.
    “Che cosa è successo, Lavanda?” Domandò Hermione preoccupata, mentre lei e gli altri si univano al gruppo.
    “Ha ricevuto una lettera da casa stamattina.” Sussurrò Calì. “È il suo coniglio, Binky. E stato ucciso da una volpe.”
    “Oh!” Esclamò Lucy. “Mi dispiace, Lavanda.”
    “Dovevo aspettarmelo!” Disse Lavanda in tono tragico. “Lo sapete che giorno è oggi?”
    “Mmh…” Fece Erza, portandosi una mano sotto il mento. “Il sedici ottobre, no?”
    “Esatto! ‘Quella cosa che temi succederà il sedici ottobre’! Vi ricordate? Aveva ragione, aveva ragione!”
    Ora tutta la classe era riunita attorno a Lavanda. Seamus scosse la testa, dispiaciuto.
    Hermione esitò, poi disse: “Tu… tu avevi paura che Binky venisse ucciso da una volpe?”
    “Be’, non necessariamente da una volpe…” Ammise la ragazza, alzando gli occhi pieni di lacrime verso la compagna. “Ma naturalmente avevo paura che morisse…”
    “Quindi la Cooman ci ha azzeccato davvero?” Disse preoccupato Neville, guardando gli altri.
    Quella domanda li seguì fino alla lezione successiva, che era proprio Divinazione.
    Come al solito, la professoressa guardò con preoccupazione il gruppo di Fairy Tail, per il quale sembrava averci preso gusto a predire catastrofi.
    “Oh… vedo un nefasto futuro sopra di te.” Commentò, guardando Majutsu, che sospirò.
    “Almeno un sinonimo?” Chiese esasperato.
    La Cooman non rispose, limitandosi ad andarsi a sedere, tirando fuori una sfera di cristallo.
    “Credevo che non avremmo iniziato con le sfere prima dell’ultimo trimestre.” Osservò Calì.
    “Sì, ma ho una strana sensazione. Voglio verificare di sbagliarmi.” Rispose l’insegnante. “Vi chiedo di aspettare qualche minuto.”
    Nel silenzio totale, Sibilla Cooman cominciò a muovere le mani sopra la sfera, tenendo gli occhi chiusi.
    “Vedo qualcosa…” Mormorò. “Un pericolo. Un pericolo mortale.”
    “Che novità.” Bofonchiò Harry, guardando annoiato il soffitto.
    “Un ragazzo…” Continuò la donna, mentre la sua voce si faceva più profonda. “O forse due… la visione non è chiara. Il castello… il castello verrà distrutto… Sì, distrutto con estrema facilità.”
    A quel punto l’attenzione di tutti si focalizzò su di lei.
    “Distruzione… Distruzione senza precedenti… Un potere mai visto prima… Una distruzione caotica è giunta su questo castello. Colui che la porta sarà impossibile da sconfiggere. Nemmeno le fate potranno opporsi alla sua forza!
    Dopo aver detto ciò, la sfera si crepò a metà, mentre l’insegnante di Divinazione cadde a terra priva di sensi.
    Harry si alzò subito per andare a soccorrerla, preoccupato per quelle parole.
    “Professoressa!” Chiamò, cercando di svegliarla scuotendola. “Professoressa!”
    Lei aprì gli occhi, sbattendo le palpebre un paio di volte.
    “Che succede caro?”
    “Che cos’ha detto prima?” Chiese Majutsu, mentre Erza guardava le due metà della sfera, che sembravano fumare.
    “C-Cos’è successo?” Domandò una pallida Lucy, mentre lei e tutti gli altri si avvicinavano.
    “Non ho detto nulla.” Rispose la Cooman, alzandosi.
    “No… lei ha appena detto… che il castello verrà distrutto…” Mormorò Lavanda, guardandola con puro terrore.
    “Davvero? Credo mi ricorderei di una simile profezia apocalittica, signorina Brown.”
    Harry non l’ascoltava più. Si era affiancato a Erza, prendendo in mano una delle due metà della sfera di cristallo.
    “Cos’è stato a distruggerla?” Chiese Titania a bassa voce. “E quello che ha detto…”
    “Non poteva saperlo. Solo la McGranitt e Silente lo sanno, e dubito che qualcuno glielo abbia riferito.”
    “È… È stato un picco di energia magica…” Spiegò Hermione, avvicinandosi tremando. “Per un momento, ho percepito attorno alla sfera un incredibile potere…”
    “Quanto incredibile?” Domandò subito Majutsu, mentre gli altri maghi di Fairy Tail facevano cerchio attorno a loro.
    “In confronto… l’Eterion era nulla.”


    “Ne siete sicuri?” Chiese Makarov, lisciandosi i baffi, senza nascondere la sua preoccupazione.
    “Hermione dice di sì. E la paura nei suoi occhi ne è la conferma.” Disse Luna. “E non solo lei… anche le mie fate sono inquete. Qualcosa le ha spaventate nello stesso momento.”
    “Non va bene allora. Un potere superiore all’Eterion? Da quel che mi risulta, da voi non dovrebbe nemmeno esserci qualcosa in grado di eguagliarlo.”
    “Che c’entri Klaun?” Azzardò Natsu.
    “Se avesse avuto un simile potere, l’avrebbe già usato contro il Consiglio quando l’ha distrutto. No, credo sia qualcun altro.”
    “Dobbiamo restare con gli occhi aperti.” Fece Majutsu. “Chiunque sia, secondo la Cooman è qui a scuola. E se è così… possiamo solo sperare che si sbagli. Ha detto chiaramente che le fate non potranno opporsi.”
    “Lucy, tieni sempre con te le chiavi. Se dovesse essere necessario, non esitare a chiamarci. A costo di mobilitare l’intera gilda, verremo in vostro aiuto.”
     
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    “Così questa è Hogwarts, eh?” Mormorò una voce, fermandosi sulla cima di una delle torri, guardando giù. “Devo dire che sono deluso… Speravo in qualcosa di più. Anche se ho percepito qualcuno rilevarmi subito.”
    Come se niente fosse, cominciò a camminare nell’aria, allontanandosi nascosto dall’oscurità della notte.
    “Non vedo l’ora che arrivi… Perché sono sicuro che mi raggiungerà anche stavolta. Nel frattempo, chissà, potrei divertirmi con qualcuno… Come potrei anche solo aspettare nella foresta.” Disse, ridacchiando. “È da tempo che non mi capita una sfida interessante. E visto come sono giunto qui, potrei non restare deluso.”
     
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    La giornata a Hogsmeade era andata senza intoppi: avevano fatto il pieno di dolci a Mielandia, per poi proseguire con un giro della cittadina, che si era concluso alla Stamberga Strillante, dove avevano provato a vedere se c’era un modo per entrare senza buttare giù la porta, dovendosi quindi arrendere.
    La sera, la festa di Halloween fu grandiosa come gli anni precedenti: c’erano centinaia e centinaia di zucche piene di candele accese, con un nugolo di pipistrelli veri svolazzanti e tantissime stelle filanti di un color arancione fiammeggiante, che guizzavano pigramente lungo il soffitto coperto di nuvole come luminosi serpenti d’acqua.
    Il banchetto si concluse con uno spettacolo offerto dagli spettri di Hogwarts. Balzarono fuori dai muri e su dai tavoli per fare un numero di volo in formazione; Nick-Quasi-Senza-Testa, il fantasma di Grifondoro, riscosse un grande successo reinterpretando la scena della propria maldestra decapitazione.
    “Ormai riesco a ignorarlo.” Commentò Lucy, tremando leggermente, mentre gli altri applaudivano.
    Ma la loro attenzione fu attirata da Natsu, che si bloccò di colpo.
    “Che succede?” chiese Ron, guardandolo.
    “Sento un odore strano… e non mi è nuovo.”


    La Signora Grassa sbadigliò.
    Sapeva di non potersi addormentare perché gli studenti di Grifondoro sarebbero tornati a breve dalla festa di Halloween, e il suo dovere, anche se solo per quella sera, era di farli entrare a tarda ora.
    Per questo non si spaventò quando sentì il rumore di passi che si avvicinavano.
    “Già finito?” Chiese, girandosi a guardare chi era appena arrivato. “Uhm… non mi sembra di averti mai visto prima… Non sei di Grifondoro, vero?”
    Per tutta risposta, la figura tirò fuori da una tasca un pugnale.
    “Ti prego… fammi passare.” Disse Dudley, alzando l’arma.
    Il ragazzo sembrava essere cambiato: ora era decisamente meno grasso, e il suo volto era molto pallido. Oltre a quello, aveva delle profonde occhiaie.
    “Chi sei?” Domandò preoccupata la Signora Grassa, vedendo il pugnale avvicinarsi alla tela.
    “Devo entrare. Ti prego, lasciami entrare, o non sarò libero.”
    “Senti ragazzo, ho le mie regole, e chi non conosce la parola d’ordine non p-”
    Ma il ritratto dovette interrompersi quando il pugnale lacerò la tela, mancandola di pochi centimetri.
    Dudley stava per colpire di nuovo quando una lancia d’acciaio gli fece volare via l’arma, dando così il tempo alla Signora Grassa di scappare, uscendo dal dipinto.
    “Così il Master aveva ragione. Sirius Black poteva davvero tentare di entrare in questo castello stanotte, approfittando di quella stupida festa.” Asserì una voce divertita, avvicinandosi. “Ma credo che tu non sia Black, vero? Odori troppo di latte materno. Dev’essere quello che puzza di cane nascosto dietro quelle armature.”
    Dudley guardò terrorizzato il ragazzo dai lunghi capelli neri avvicinarsi.
    Gajil sbatté tra di loro i pugni, con il ghigno stampato sul volto. Sulla parte alta del braccio sinistro il suo nero tatuaggio di Fairy Tail sembrava brillare alla luce delle torce.
    “T-Tu chi sei?” Balbettò Dudley, indietreggiando.
    “Questo dovrei essere io a chiederlo. Dalle nostre informazioni, Black dovrebbe essere da solo.”
    Stupeficium!” Urlò una voce, poco prima che un bagliore di luce rossa colpisse Gajil, senza però fargli alcun effetto.
    “E quello che cos’era? Una carezza?” Chiese beffardo, massaggiandosi il petto. “Devi fare di più se speri di colpirmi. Majutsu è ben più potente di te!”
    Sirius Black emerse dalle ombre, anche lui con un ghigno in faccia. “Beh, mi spiace, ma non sono Majutsu. Direi che non è un nome troppo difuso.”
    “Oh, giusto, dimenticavo che qui lo conoscete con un altro nome. Devo dire che però sono un po’ deluso. Da come ti avevano descritto, ti credevo più pericoloso. E invece mandi in prima linea un ragazzino che sa a malapena stare in piedi! Guarda come trema!”
    Dudley, per tutta conferma, lasciò cadere a terra il pugnale, per poi scappare dietro a Sirius, che sorrise.
    “Sono onorato che tu mi conosca, ma ora vorrei sapere chi sei tu. Non sei di certo uno studente.”
    “Fammi il piacere! Non ho tempo da perdere come quelli smidollati, io! Ma se vuoi sapere chi sono, ti basti sapere che il mio nome è Gajil! E sarò io a sconfiggerti!”
    Sirius Black sorrise, alzando la bacchetta. “Sono proprio curioso di vedere come vuoi fare. Sai, nonostante non sia al mio meglio, sono comunque molto forte.”
    “È quello che spero!”


    I Grifondoro stavano salendo le scale, diretti al loro dormitorio.
    “Chissà di chi è quell’odore…” Rifletté Natsu. “E la cosa strana è che è sempre più forte.”
    “Forse qualcuno che è tornato alla torre prima degli altri e non ce ne siamo accorti?” Tentò Neville.
    “No, no. È troppo forte… accidenti, sono sicuro di esserci e-” Gli occhi del rosato si spalancarono. “Non è possibile!” Esclamò.
    “Che succede?” Domandò Erza.
    “È Gajil!” Gridò. “Questo è l’odore di Gajil!”
    Majutsu e Titania si guardarono.
    “Gajil? Quel Gajil?!” Esclamarono i gemelli preoccupati.
    “Di chi state parlando?” Chiese Lee perplesso.
    “Come fa ad essere qui?” Domandò Lucy, tremando. La tortura che aveva subito da parte sua era ancora vivida nei suoi ricordi.
    “Non lo so… ma c’è anche odore di sangue!” Continuò Natsu, per poi correre avanti, superando tutti gli altri.
    “Ehi, aspetta Natsu!” Gridò inutilmente Percy, venendo poi superato dagli altri membri di Fairy Tail.
    “Natsu, non andare da solo!” Fece Gray, fermandosi di fronte al ritratto di Grifondoro.
    Lì, davanti a loro, c’erano decine di spuntoni d’acciaio conficcati nel pavimento e nei muri, mentre al centro giaceva Gajil, privo di sensi.
    “Che diamine è successo qui?!” Domandò Seamus, arrivando assieme agli altri studenti della Casa del coraggio.
    “Ugh… Devo imparare a non sottovalutare l’avversario…” Mormorò il Dragon Slayer moro, aprendo gli occhi.
    “Tu!” Urlò subito Natsu, pronto a colpirlo, ma venendo fermato da Harry.
    “È dalla nostra parte.” Disse con tono tranquillo.
    Per qualche secondo gli altri compagni di gilda lo guardarono in silenzio.
    “Stai scherzando, vero?” Chiese infine Fred, indicandolo. “Ci ha quasi ammazzato tutti neanche due anni fa!”
    “Cavolo, certo che siete rancorosi voi, eh?” Commentò Gajil, alzandosi in piedi e sbattendo le mani sui vestiti per togliersi la polvere.
    “Dacci un solo motivo per non esserlo!” Esclamò Gray.
    “L’ha mandato qui il Master.” Rispose Erza, guardandosi attorno. “Anche se mi pareva avesse detto di non farti notare.”
    “Beh, scusate tanto se ho seguito l’ordine principale.” Ribatté lui, per poi guardare Harry. “Avevate ragione: si è fatto vivo.”
    “Chi si è fatto vivo? E tu chi sei?” Domandò Percy.
    “Non rispondo a te, damerino. Ad ogni modo, dovete fare attenzione. Non è da solo.”
    “Chi non è da solo?” Intervenne Hermione.
    Gajil la guardò, per poi ghignare. “Tu devi essere un nuovo membro, vero? Non mi pare di averti visto alla battaglia, ma chiaramente sei anche tu di Fairy Tail.”
    “Che succede?” Chiese una nuova voce, anticipando Silente.
    “Oh, eccoti qui, vecchio!” Fece il Dragon Slayer d’acciaio. “Mi spiace, non sono riuscito a fermarlo. Il suo compagno mi ha colto di sorpresa.”
    Gli occhi di Silente mostrarono incredulità. “Compagno?”
    “Sì. Indossava anche lui uno di quei vostri ridicoli vestiti. Credevo non sapesse usare la magia, visto che ha tentato di distruggere quel quadro con un pugnale. Invece, mentre affrontavo lui, mi ha colpito alle spalle con la sua bacchetta. Strumenti diabolici, se posso aggiungere.”
    “Di chi state parlando?” Disse ancora Percy.
    “Porta tutti in Sala Grande.” Ordinò il preside. “E contatta gli altri professori, dicendogli di raggiungermi. I Capocasa invece devono portare immediatamente tutti gli studenti nella Sala Grande. Sirius Black è entrato a Hogwarts.”
     
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    “C-Chi era quel tipo?!” Chiese spaventato Dudley, mentre il muro dietro di loro si chiudeva. “Poteva usare la magia senza la bacchetta! Mi avevi detto che era praticamente impossibile!”
    “Sì… sono rimasto anch’io sorpreso.” Ammise Black, portandosi una mano sul braccio destro, macchiato di sangue a causa di un taglio che si era procurato durante la lotta. “Anche se dovevo aspettarmelo… è proprio come temevo. Non erano un’eccezione.”
    “Di chi stai parlando? E soprattutto, come ha fatto a resistere così bene al tuo incantesimo?”
    “Primo, quella che sto usando non è la mia bacchetta, quindi è ovvio che sia meno efficace. Secondo, non so se considerare quel ragazzo umano. Hai visto anche tu, no? Poteva far diventare la sua pelle dura come l’acciaio… E di certo non era uno che sarebbe stato lì ad ascoltare.”
    “Adesso mi lascerai andare?” Domandò il ragazzo. “Ti ho fatto entrare nel castello come mi avevi chiesto! Ho anche cercato di farti entrare nella Sala, ma hai visto anche tu, è impossibile!”
    “No. Non è ancora finita. E tu mi aiuterai finché non l’avrò ucciso.”
    Dudley si lasciò cadere a terra. “Ma io… io voglio solo tornare a casa… Io non volevo averci niente a che fare con tutto questo!” Urlò, scagliando contro il muro la bacchetta magica che teneva tra le mani.
    Sirius Black lo osservò in silenzio per qualche istante. “A questo punto credo di doverti dare qualche ulteriore spiegazione.” Disse infine. “Forse è stato troppo stupido anche per me coinvolgerti in tutto questo senza dirti tutta la verità.”
    Il ragazzo lo guardò sorpreso, mentre l’assassino prendeva posto su una sedia.
    “Ascoltami attentamente… perché non ho intenzione di rivivere questa storia più volte se non per un buon motivo.”
     
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    “Un ragazzo sta aiutando Black?!” Chiese sorpreso Harry, guardando Gajil, mentre tutti quanti si stavano mettendo nei sacchi a pelo che gli aveva fornito Silente per dormire nella Sala Grande.
    “Proprio così. Non l’ho mai visto prima, quindi presumo che sia uno studente di questa scuola.” Rispose lui, appoggiato contro un muro. A differenza loro sarebbe tornato quella notte a Fiore grazie a Fanny.
    “E tu perché eri qui?” Domandò Gray.
    “Per l’ultima volta: ora sono anch’io di Fairy Tail, e il Master mi ha mandato qui, con l’aiuto di quell’altro vecchio, per tenere sotto controllo il castello. Temevano che Black sarebbe potuto entrare stanotte, e probabilmente voleva infiltrarsi nel vostro dormitorio per tendervi un agguato.”
    “Però sei stato sconfitto.”
    “Secondo voi andavo a pensare che un ragazzino a malapena capace di tenere un pugnale in mano tirasse fuori una bacchetta magica e mi colpisse alla schiena? Non ho avuto il tempo di rinforzarla con l’acciaio.” Sbraitò Gajil. “Se non fosse stato per lui, ora Black sarebbe qui, svenuto e alla nostra mercé.”
    “Ora non ha più importanza. Grazie lo stesso per l’aiuto.” Disse Majutsu, guardandolo. “Non posso dimenticare quel che ci hai fatto, ma almeno stai cercando di rimediare.”
    “Sì, sì, come dici tu.” Rispose lui, girandosi e allontanandosi.
    Tuttavia si fermò dopo pochi passi.
    “Ehi, Heartphilia!” Chiamò, senza voltarsi indietro. “Puoi stare tranquilla, non ho più intenzione di farti nulla.”
    Lucy sussultò, ma non disse nulla, limitandosi a guardarlo allontanarsi.
    “E ora cosa facciamo?” Chiese Neville. “Se Black è nel castello-”
    “Per ora dormiamo. Domani penseremo al da farsi.”
    Tutti annuirono, sentendo solo Percy che ordinava a tutti di mettersi nei sacchi a pelo, per poi spegnere le luci delle candele, lasciandone accesa solo qualcuna.

    “Che sonno, aye…” Mormorò Happy qualche minuto dopo, girandosi nel sacco a pelo.
    “Uh? Sheridan? Sei sveglia?” Fece una voce.
    Il gatto umano aprì gli occhi, sorpreso. Non gli pareva di aver mai sentito quella voce. “Sheridan, aye? Chi sarebbe?”
    “Eh? Ma tu…”
    Happy a quel punto, incuriosito, decise di mettersi seduto, scoprendosi così parzialmente dal sacco a pelo, per poi girarsi verso quella misteriosa voce.
    Di fronte a lui c’era una ragazzo, apparentemente del sesto o settimo anno, vista l’altezza. Ma la cosa strana era che era vestito completamente di bianco, con un cilindro e un mantello che usciva dal sacco a pelo dello stesso colore e un monocolo sull’occhio destro.
    “La McGranitt di nuovo?” Chiese lui, guardandolo sorpreso.
    “Dove, aye?! Questa volta non ho fatto nulla!”
    Il ragazzo lo guardò stranito, per poi scuotere la testa. “Tu... non sei la McGranitt, vero?”
    “Che cosa?! Ma certo che no! Sono un ragazzo, aye!” Replicò Happy, incredulo per quella domanda.
    “… ok, dopotutto in effetti la prof aveva un’altra voce… e un altro colore…”
    “Ma questo tipo è pazzo, aye?” Pensò il gatto. “… è davvero così strano avere i capelli blu?”
    Non appena fece quella domanda, il ragazzo sbatté nuovamente le palpebre, guardandolo attentamente.
    “Di che Casa sei? Non mi pare di averti mai visto…”
    “Grifondoro, no? Sono assieme agli altri del secondo anno… Tu piuttosto, perché hai un mantello bianco? Hanno sbagliato incantesimo in lavanderia, aye?”
    Happy a quel punto notò appena che il ragazzo si guardò spaventato il vestito.
    “No... sarà il lenzuolo...” Rispose infine lui, sospirando sollevato.
    “Ma se siamo nei sacchi a pelo, aye!” Replicò Happy.
    “…comincio a pensare che il buio faccia brutti scherzi alla vista… a entrambi…” Mormorò l’altro, portandosi una mano sulla testa.
    “O quello, o la stanchezza… Anche perché non mi ricordo di te, aye…” Ammise il blu, annuendo con la testa.
    “Nemmeno io… e da quel che hai detto dovremmo essere nella stessa classe…” Dicendo ciò gli allungò la mano. “Nel dubbio, rifacciamo le presentazioni! Kaito Kuroba, Grifondoro, secondo anno!”
    Il gatto umano la guardò dubbioso, per poi stringerla. “Happy Dragonil, anch’io di Grifondoro del secondo anno! Studente straniero, aye…” Aggiunse, non sapendo nemmeno lui perché lo disse.
    “Pure io. Giappone! E tu?” Chiese entusiasta Kaito.
    “Eh… temo di non poter rispondere… è un segreto, aye… Erza e Harry mi farebbero male...” Mormorò. “Senza pensare al Master…” Aggiunse mentalmente.
    “Harry?”
    “Sì, Harry. Quando vuole sa far paura, aye…” Rispose quasi senza pensarci, per poi portarsi la mano sulla bocca, guardandosi attorno e sperando che Majutsu non l’avesse sentito.
    “… mi sa che parliamo di un Harry diverso. Non importa! Allora, che ne pensi di questa storia? La Signora Grassa scappata... Sirius Black...”
    “Sirius Black?” Ripeté Happy, piegando la testa di lato. “Ma non era stato uno studente?”
    “Guarda, se è stato uno studente, è stato un dolcetto o scherzetto davvero pesante! Se lo becco…”
    “Dovrai metterti in lista, aye. Harry e gli altri hanno sicuramente già prenotato il suo pestaggio, aye! Gajil in primis…” Rispose, pensando a cosa gli avrebbero fatto i suoi compagni.
    “Oh, ma io e altri tre… bricconcelli saremmo felici di unirci, nel caso!”
    “Oh! Siete molto forti, aye? Quanti edifici avete distrutto?” Domandò senza pensarci, per poi rendersi conto dell’errore.
    “Temo di aver capito male, come al solito… devo decidermi a cercare in biblioteca qualche incantesimo di traduzione decente, ogni tanto capisco fischi per fiaschi… piuttosto… hai visto Sheridan?”
    Happy si rilassò. Poi torno a pensare a quel nome. L’aveva già nominato, ma a lui non diceva nulla.
    “Sheridan? Di che anno è? Non mi pare di averla mai sentita nominare…” Rispose sincero.
    “Sheridan Pumpkin… secondo anno, Grifondoro… pettinatura assurda e leggera irritabilità… impossibile non notarla, credimi!”
    “Per irritabilità… beh, ho in mente Erza, e in parte ora anche Hermione… Però no, la pettinatura più strana che mi viene in mente è quella di mio… fratello, aye…”
    “Hermione l’ho vista irritabile solo sotto esami… comunque, veramente, ora vado a cercare il registro di classe, non possiamo continuare a perdere studenti per strada! Oppure è Allock che si sta vendicando per l’incantesimo di memoria dell’anno scorso…”
    “Allock? Oh, sì, me lo ricordo… era davvero in uno stato pietoso, quando è uscito dalla camera… fortuna che adesso c’è il professor Lupin, aye!”
    “Già!”
    Il ragazzo a quel punto si alzò in piedi, per poi guardarsi attorno. “Non vedo Percy in giro... ti va di venire con me?”
    Happy ci pensò su pochi secondi. “Uhm… Beh, ormai non credo più di riuscire ad addormentarmi… e non vorrei mai che Crosta venga da me! Ho una paura matta dei topi… Soprattutto quelli volanti, aye…”
    “Devo davvero abituarmi alla fauna magica… comunque non ho più sonno neanch’io e inizio a essere davvero preoccupato per Sheridan. Sirius o studente che sia, non vorrei si fosse messa nei guai.”
    Il ragazzo dai capelli blu annuì. Chiunque fosse questa Sheridan, poteva essere davvero in pericolo.
    “Beh, non so chi sia, ma un mago di Fairy Tail non può abbandonare qualcuno in difficoltà, aye!”
    “Mago di coda fatata? Bè, in effetti la coda ce l’hai... allora andiamo, Happy!”
    Il gatto umano sussultò, guardandosi subito dietro, temendo che gli incantesimi della vicepreside potessero cominciare a esaurire il loro effetto. Constatando con piacere che non era quello il caso, si alzò in piedi. Probabilmente aveva sentito male.
    “Cavolo, devo davvero portarti a un paio dei miei spettacoli… faremmo un figurone, credimi!”
    Happy lo guardò stranito, per poi avviarsi insieme verso l’uscita. “Spettacoli? In effetti ho già recitato qualche volta in passato… ma mi hanno sempre scelto per il ruolo di animale selvaggio, aye… non è giusto!” Protestò, mettendo il broncio.
    “Più che il teatro, intendevo uno spettacolo di prestidigitazione…”
    “Prestidiche?!” Domandò il blu, chiudendo più volte gli occhi.
    Ma la sua attenzione fu subito attirata dal portone della Sala Grande, che non sembrava avvicinarsi nonostante continuassero a camminare verso esso. E non sembrava essere l’unico ad avere quella sensazione.
    “Hanno aggiunto incantesimi alla Sala Grande?” Chiese infatti Kaito.
    “In effetti, non me la ricordavo così grande, aye...”
    “Non dirmelo: questi professori malfidenti hanno fatto qualche incantesimo stile labirinto che ci riporta al punto di partenza…”
    “Sempre meglio di un palazzo che si trasforma in una specie di guerriero gigante, aye…” Rispose distrattamente Happy.
    “Tu guardi troppi anime, ragazzo.” Replicò l’altro.
    “Anime?” Pensò il gatto. “Di cosa starà parlando?”
    Kaito sospirò. “Volevi sapere cos’è la prestidigitazione?”
    Happy si portò una mano dietro la testa, facendo un sorriso imbarazzato. “Ehm… sì… scusa, ma non ho mai sentito quella parola prima, aye…”
    Il prestigiatore sorrise. “Tranquillo, fra i maghi è normale… sono i trucchi che usano i Babbani per fingersi maghi… cosa che per esempio mi permette di fare questo senza la magia!”
    E con sua grande sorpresa, il ragazzo vestito di bianco fece apparire come dal nulla un gomitolo, che gli offrì subito. “Per te.”
    Happy lo guardò confuso. “Perché proprio un gomitolo, aye?” Si chiese, per poi scuotere la testa. “Oh… ehm… grazie… in effetti, non è una cosa che si vede spesso… e hai detto senza magia?"
    “Neanche un briciolo. Solo abilità manuale.”
    “Oh… e dire che io per fare questo devo usare un minimo di energia magica.”
    “Energia? E che è, vai a pile?”
    Happy chinò la testa lateralmente ancora una volta, guardandolo male. “Pile? Non conosco neppure quella parola, aye. Però ecco, un regalo per te!” E detto ciò dirò fuori dal nulla un enorme pesce, che porse a Kaito.
    Era sicuro che il ragazzo avrebbe apprezzato, ma con suo stupore, questi assunse uno sguardo di puro terrore e un colorito pallido.
    “P-P-P-Pesce!!!” Balbettò, indietreggiando.
    “Perché? Non ti piace?” Chiese confuso Happy. “E pure vivo! Bello fresco!”
    Kaito sbarrò gli occhi. “Mettilo via, mettilo via, mettilo VIA!”
    Quell’ultima parola sembrò rimbombare nella Sala Grande.
    “AHH!!!” Urlò Happy, svegliandosi di colpo e mettendosi subito seduto.
    Immediatamente anche Natsu e Gray lo imitarono.
    “Che succede?!” Esclamò il mago del ghiaccio, guardandosi attorno confuso.
    “Tranquilli.” Rispose Harry, sbuffando dal suo sacco a pelo. “È solo Happy che ha avuto un incubo.”
    “Scusate, aye…” Fece lui, ridacchiando. “Ma mi sono preso un bello spavento…”
    “E che hai sognato? Dei topi?” Domandò divertito Natsu.
    “No… solo uno strano ragazzo vestito di bianco, aye… E non so perché, in qualche modo mi era familiare…”
    “Avrai solo digerito male per via di questa storia.” Concluse Majutsu.
    “Però… secondo lui, era stato solo Black ad attaccare stanotte… e continuava a nominare una ragazza che secondo lui doveva essere una mia compagna d’anno… come lui.”
    “Era solo un sogno, Happy. Torna a dormire adesso.”
    “Se lo dici tu, aye…” Concluse, obbedendo a quel mezzo ordine. “Eppure sono sicuro di averlo già visto…”







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    Ed eccomi qui con il nuovo capitolo!
    E come avrete notato dall&#39;ultima parte, questo è un capitolo crossover! Ho avuto il piacere di collaborare con hinata 92 e abbiamo scritto assieme l&#39;ultimo pezzo, che appare con il punto di vista di Kaito nel capitolo 21 della sua fanfiction "Non c&#39;è trucco, non c&#39;è inganno, questa è magia!", che vi consiglio vivamente di leggere ù.ù. Vedrete, non ne resterete delusi ù.ù.
    Per il resto, sto gettando le basi per la prossima saga, che sarà totalmente inedita (quindi non avrà nulla a che fare con la trama originale né di Fairy Tail né di Harry Potter), e vi posso assicurare che non indovinerete mai cos'ho in mente ù.ù
    Bon, detto questo, ringrazio ancora tutti i lettori e tutti gli utenti che mi lasciano una recensione! Al prossimo capitolo!
     
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    Capitolo 56: Pericoli - Torna all'indice dei capitoli
    Draco Malfoy uscì dal castello, approfittando del buio della notte.
    Si diresse verso la Foresta Proibita, addentrandosi al suo interno per un centinaio di metri. Quando fu sicuro di non essere visto da nessuno, tirò fuori una lacrima e la attivò.
    “Che succede, Klaun?” Chiese una voce.
    “Master, mi duole disturbarla, ma sono venuto a conoscenza di alcune voci che ho ritenuto fosse il caso di riferirle.”
    “Parla.”
    “Sembra che qualche settimana fa, una professoressa abbia avuto una specie di visione. Inizialmente non l’ho presa sul serio, perché tutti dicevano che parlava a vanvera. Ma… percepisco anch’io qualcosa che non va. Così ho cercato di ottenere più informazioni.”
    “E cos’hai scoperto?”
    “Sembra che… stia per giungere qui qualcuno dal potere inimmaginabile. Potrebbe essere un segno del risveglio di Zeref?”
    “Nah, Zeref è un debole.” Disse una voce, che fece girare Klaun.
    Di fronte a lui, una figura incappucciata di nero lo osservava.
    “Io sono molto più forte di quel maguncolo da quattro soldi.” Continuò il nuovo arrivato, ridacchiando.
    “E tu… chi sei? Sei un amico di Tobi?”
    “Tobi?” Ripeté la figura, per poi scoppiare a ridere. “Tu davvero pensi che io sia allo stesso livello di una persona incapace di accettare la realtà? Mi offendi… Draco Malfoy.”
    Il mago non disse nulla, limitandosi a disattivare la lacrima, per poi lanciarla poco lontano, sentendola infrangersi a terra.
    “Ripeto la domanda: chi sei?”
    “Chi sono, eh? Domanda interessante…” Replicò lui. “A dir la verità, ho molti nomi. Dopotutto, mi nominano da molto, molto tempo.”
    Klaun alzò le braccia, pronto a combattere.
    “Ma, se proprio vuoi un nome… allora puoi chiamarmi Padrone. O Maestro. Suonano bene entrambi.”
    “Non sottovalutarmi. Sono molto più forte di quel che sembro.”
    “Oh, non lo metto in dubbio. Ma vedi…” Mentre diceva ciò, la figura scomparve, per poi riapparire proprio davanti a Draco, afferrandolo per il collo e sollevandolo.
    “Ci sono ben poche persone nell’universo in grado di tenermi testa. E tu non rientri in questo club esclusivo. Anzi, potrei elencarti centinaia di persone in grado di schiacciarti con un solo dito e a occhi chiusi.”
    “Q-Questo potere… N-Non è possibile…” Balbettò Klaun, cominciando a sentire l’aria venire meno.
    “Questo è solo un misero frammento, nemmeno l’uno per cento, del vero potere della distruzione caotica, come l’hanno chiamata qui.” Rispose la figura, mostrando il suo sorriso. “Ora, se tu m’illuminerai su qualche dubbio che ho su questo mondo, potrei considerare di lasciarti andare via sano e salvo.”
    “Tu…”
    “Volevi un nome, vero? Bene, soddisferò la tua curiosità.”
    La figura buttò a terra Malfoy, per poi abbassarsi e mormorare una frase.
    Il volto di Klaun sbiancò ulteriormente. “Tu… Mi prendi in giro… non è possibile!”
     
    ~~~~~~~~~~~


    Hermione si portò una mano sulla testa.
    “Che succede?”
    “N-Nulla… solo una fitta… devo aver passato troppo tempo sui libri…”
    “È un eufemismo. Stai tenendo passo a tutte le materie, e senza l’aiuto degli occhiali. Per piacere, almeno per studiare e-”
    “Te l’ho già detto Lucy, non ho intenzione di scegliere la via più facile.”
    “Qui non si tratta di prendere la via più facile. Si tratta di evitare un collasso del tuo corpo!” Esclamò Erza. “Dormi a malapena, e sembri sdoppiarti per seguire le lezioni.”
    “Va tutto bene, davvero. Fidatevi di me.”
    “Non so proprio come fai… Io so già che faticherò un sacco solo per ricordarmi tutte le parole d’ordine di quel quadro pazzo…” Mormorò Neville.
    Infatti, dopo l’attacco di Black, la Signora Grassa si era rifiutata di tornare al suo posto, e l’unico quadro che aveva accetto di sostituirla, per grande sfortuna dei Grifondoro, era stato Sir Cadogan, il quale passava metà del tempo a sfidare la gente a duello e il resto a inventare complicate parole d’ordine che cambiava almeno due volte al giorno.
    “Un giorno o l’altro risponderò a una delle sua sfide…” Commentò Natsu.
    Le conseguenze tuttavia non si limitarono a quello: non senza proteste da parte di Harry, per lui divenne quasi impossibile muoversi al di fuori di Hogwarts da solo a causa del pericolo che Black rappresentava. Certo, se solo fossero stati a conoscenza delle sue reali capacità, il discorso sarebbe stato diverso, ma non poteva far saltare la copertura.
    Oltre a quello, a tutti gli studenti furono fatte diverse domande, nella speranza di riuscire a identificare colui che aveva aiutato il fuggitivo. A causa della luce soffusa delle candele, né Gajil né la Signora Grassa erano stati in grado di identificare il ragazzo.

    “Non giocheremo contro Serpeverde.” Disse un giorno Baston alla fine degli allenamenti.
    “Che cosa?!” Esclamarono assieme i gemelli.
    “È venuto a trovarmi Flitt. Non sono riusciti a trovare un altro Cercatore, e visto che il loro è in punizione… Piton ha firmato per concedergli la proroga. Giocheremo contro Tassorosso.”
    “I soliti favoritismi, eh?”
    “Sì, ma purtroppo non possiamo farci nulla.” Asserì Baston amaramente. “Abbiamo provato tutte quelle tattiche convinti di incontrare i Serpeverde, e invece sfidiamo i Tassorosso, e il loro stile è totalmente diverso. Hanno un nuovo Capitano e un nuovo Cercatore, Cedric Diggory.”
    “Non so perché ti preoccupi, Oliver: i Tassorosso sono una facile preda. L’ultima volta che abbiamo giocato contro di loro, Harry ha preso il Boccino d’Oro dopo cinque minuti, ti ricordi?” Fece George.
    “Ma giocavamo in condizioni completamente diverse!” Urlò il Capitano, con gli occhi un po’ sporgenti. “Diggory ha messo su una squadra molto forte! È un ottimo Cercatore! Era proprio quello che temevo, che la prendeste così alla leggera! Non dobbiamo rilassarci! Dobbiamo restare concentrati! I Serpeverde stanno cercando di prenderci in contropiede! Dobbiamo vincere!”
    “Oliver, calmati!” Intervenne Fred, un po’ allarmato. “Stiamo prendendo Tassorosso molto sul serio. Davvero.”
    “E poi, credimi, Diggory non sarà una preoccupazione.” Aggiunse Harry, indicandosi. “Sono riuscito a resistere al malocchio di Raptor il primo anno, non sarà di certo lui a farmi paura.”

    Il giorno prima della partita, il vento prese a ululare e la pioggia cadde più fitta che mai. Era così buio che nei corridoi e nelle classi furono accese torce e lanterne supplementari. 
    Oliver Baston continuava a correre da Harry ed Erza tra una lezione e l’altra per dargli dei suggerimenti.
    La terza volta, Baston li trattenne così a lungo che li fece tardare di dieci minuti per Difesa contro le Arti Oscure, e si allontanarono correndo, con Baston che gli urlava alle spalle: “Diggory è molto veloce a scartare, Harry, quindi dovresti provare col giro della morte…”
    “È più fanatico di chiunque altro abbiamo incontrato finora!” Commentò Titania, per poi fermarsi con uno scivolone fuori dalla classe di Difesa contro le Arti Oscure, lasciando che Harry aprisse la porta e sfrecciando dentro assieme.
    “Ci scusi, professor Lupin, siamo in ritardo e-”
    “La lezione è cominciata dieci minuti fa, quindi suppongo che dovremo togliere venti punti ai Grifondoro. Sedetevi.”
    I due alzarono lo sguardo, incrociandolo con quello del professor Piton, che sedeva dietro la cattedra.
    “Dov’è il professor Lupin?” Chiese Erza.
    “Ha detto che oggi stava troppo male per fare lezione.” Rispose Piton con un sorriso storto. “Credevo di avervi detto di sedervi.”
    “Che cos’ha?” Domandò Harry, mentre raggiungevano due posti vuoti.
    Gli occhi neri di Piton scintillarono. “Niente di mortale.” Assicurò, con l’aria di desiderare che invece fosse così. “Altri cinque punti in meno per i Grifondoro, e se fate un’altra domanda diventeranno cinquanta.”
    I due non obbiettarono oltre e si sedettero.
    Piton guardò la classe. “Come dicevo prima che ci interrompessero, il professor Lupin non mi ha lasciato appunti sugli argomenti che avete affrontato finora…”
    “Signore, abbiamo fatto i Mollicci, i Berretti Rossi, i Kappa e gli Avvincini.” Elencò Hermione in fretta. “E stavamo per cominciare-“
    “Zitta.” Fece Piton, gelido. “Non ti ho chiesto informazioni. Stavo solo commentando la mancanza di organizzazione del professor Lupin…”
    “È il miglior insegnante di Difesa contro le Arti Oscure che abbiamo mai avuto!” Esclamò Dean coraggiosamente, accompagnato dal mormorio di approvazione della classe. Piton parve più minaccioso che mai.
    “Vi accontentate di poco. Lupin non vi sta certo caricando di lavoro… Saper affrontare i Berretti Rossi e gli Avvincini è roba da primo anno. Oggi parleremo di…”
    Harry lo guardò sfogliare il libro di testo fino all’ultimo capitolo, al quale, Piton doveva ben saperlo, non erano ancora arrivati.
    “…Lupi Mannari.” Disse il professore di Pozioni, sorridendo.
    A quelle parole, Harry, Erza, Gray e Natsu socchiusero gli occhi.
    “Ma signore!” Saltò su Hermione senza riuscire a trattenersi. “Non dovremmo fare i Lupi Mannari, non ancora, dobbiamo cominciare i Marciotti e-”
    “Signorina Granger.” La interruppe Piton con voce mortalmente calma “Ero convinto di dover essere io a tenere questa lezione, non tu. E io vi dico di andare a pagina 394.” Si guardò intorno. “Tutti! Adesso!”
    Con molti sguardi torvi e delusi e qualche mormorio imbronciato, i ragazzi aprirono i libri.
    “Chi di voi sa dirmi come si fa a distinguere un Lupo Mannaro da un lupo vero?” Chiese Piton.
    “Dall’odore.” Rispose subito Natsu, scocciato. “I Lupi Mannari puzzano anche di uomo.”
    “In un modo possibile agli esseri umani, ovviamente.” Commentò freddamente l’insegnante.
    Tutti rimasero seduti zitti e immobili; tutti tranne Hermione, la cui mano, come accadeva spesso, scattò in aria.
    “Nessuno?” Domandò il docente, ignorando la ragazza, col sorriso storto di prima. “Volete dire che il professor Lupin non vi ha insegnato nemmeno la differenza fondamentale tra-”
    “Gliel’abbiamo detto!” Esclamò Gray, sbuffando. “Non siamo ancora arrivati ai Lupi Mannari, inoltre-”
    “Silenzio!” Sibilò Piton. “Bene bene bene, non avrei mai pensato di incontrare una classe del terzo anno che non sapesse nemmeno riconoscere un Lupo Mannaro. Mi premurerò di comunicare al professor Silente quanto siete indietro…”
    “Signore, con tutto il permesso, vede anche lei che è l’ultimo capitolo del libro.” Osservò Erza. “Forse, se ben mi ricordo come funzionano i libri, significa che va fatto verso la fine, no?”
    A quella frase ci furono diverse risate.
    “Silenzio!” Ordinò lui. “Vedo che è in vena di fare battute, signorina Scarlett. Vediamo se cambierà idea con altri dieci punti in meno.”
    Titania fece per alzarsi, ma sembrò ripensarci.
    Nessuno fece un solo rumore durante il resto della lezione. Rimasero seduti a prendere appunti sui Lupi Mannari copiando dal libro, mentre Piton andava su e giù tra i banchi, osservando il lavoro che avevano fatto con il professor Lupin.
    “Spiegazione insufficiente… questo è sbagliato, il Kappa si trova più comunemente in Mongolia… Il professor Lupin ti ha dato otto per questa roba? Per me non ti meritavi un tre…”
    Quando finalmente suonò la campana, il professore di Pozioni li trattenne.
    “Dovete fare un tema su come si riconoscono e si uccidono i Lupi Mannari. Voglio due rotoli di pergamena, e li voglio per lunedì mattina. È ora che qualcuno prenda in pugno questa classe.”
    “Per una volta, spero che Luxus o Gajil vengano qui a fargli una visitina… Visto che noi non possiamo fargli nulla.” Mormorò Gray, mentre si allontanavano dall’aula.
    “Luxus è il maniaco dei fulmini, giusto?” Chiese Dean, che era dietro di loro. “Quello che ha fulminato Allock lo scorso anno?”
    “Sì, proprio lui. Fa piuttosto paura, però credo che nessuno si opporrebbe a lui in questo caso…” Fece Lucy.
    Majutsu restò in silenzio.

    La mattina dopo Harry si svegliò molto presto, così presto che era ancora buio. Il rombo dei tuoni, l’urto del vento contro i muri del castello e gli scricchiolii lontani degli alberi nella Foresta Proibita gli impedirono di riaddormentarsi. Di lì a poche ore sarebbe stato fuori, sul campo da Quidditch, a combattere nella tempesta. Alla fine rinunciò a dormire, si alzò, si vestì, prese la sua Nimbus Duemila e uscì dal dormitorio senza fare rumore.
    Una volta sceso nella Sala Comune, trovò Erza anche lei già con la tuta addosso, che osservava da una finestra l’infuriare della tempesta.
    “Neanche tu riesci a dormire?” Domandò Majutsu, lasciando la scopa sul divano e raggiungendola.
    “Direi proprio di no. Non ho paura delle tempeste, però… mi ricordo quando ero sull’isola. Nelle caverne si sentivano fin troppo bene, e si moriva dal freddo. E Gerard… lui era sempre lì a incitare tutti a non arrendersi alla paura…”
    Il moro non disse nulla, limitandosi a guardare la pioggia sbattere sui vetri.
    “Secondo te perché Piton odia così tanto te e il professor Lupin?” Chiese Titania, cambiando argomento.
    Harry si limitò ad alzare le spalle. “Beh, la mia ipotesi migliore è che gli ricordiamo qualcuno che odiava. Dieci a uno io gli ricordo mio padre, anche se dubito fortemente di condividere qualcosa con lui a parte l’aspetto.”
    “E chi lo sa? Forse sei più simile a lui di quanto credi.”
    “Forse sì. Forse no. Purtroppo questa è una domanda che resterà senza risposta. Tutti parlano di lui, ma nessuno dice mai nulla su com’era. Dicono che era bravo a Quidditch e in Trasfigurazione, ma nulla di più. Io? Io sono un mago di Fairy Tail.”
    “Il che non è poco.” Ridacchiò Erza.
    “Già. E non lo cambierei per nulla al mondo. Probabilmente i miei non approverebbero, però non ho più alcun attaccamento verso questo mondo. La mia casa ormai è Fiore. È lì che vi ho conosciuto.”
    Titania restò a guardarlo.
    “Lo stesso vale per me. Non potrei mai rinunciare a voi. Ora lo so.”
    Harry si portò una mano sulla cicatrice, strofinandola.
    “Cerchiamo di non dimenticarlo mai. Ovunque saremo, saremo sempre maghi di Fairy Tail. I maghi più forti di tutti.”
     
    ~~~~~~~~~~~


    “Dove vai?” Domandò Dudley, osservando Black avvicinarsi al muro per uscire.
    “Ho sentito che oggi gioca il Grifondoro. È passato tanto tempo dall’ultima volta che l’ho visto giocare.”
    “Quindi tu vorresti uscire fuori per un gioco? E io cosa dovrei fare?!”
    “Continua a studiare. Ormai hai recuperato le nozioni principali del primo anno, no?”
    “E perché dovrei farlo?! Ti aiuterò, te l’ho detto, ma dopo non voglio aver più niente a che fare con la magia!”
    Sirius si voltò a guardarlo. “Perché la odi così tanto?”
    “Lo sai anche tu. È il motivo per cui mi tieni sotto ricatto.”
    “Non è solo per i tuoi genitori. Il tuo odio è radicato dentro di te in maniera totale. È qualcosa di più profondo, vero?”
    “Non sono affari tuoi.”
    Black sospirò. “Una volta una persona molto importante mi fece capire che non bisogna mai arrendersi. Probabilmente è anche grazie a quello che ho resistito dodici anni in quell’inferno.”
    “Chi era? Sempre Silente?”
    Il fuggitivo ridacchiò. “No, non era Silente. Era una persona ancora più importante di lui. Chissà, forse un giorno la conoscerai anche tu… Anche se prima lo colpirò con un bel pugno.”
    Dudley restò in silenzio, per poi voltarsi.
    “Fa’ come vuoi. Se ti prendono, sappi che me ne andrò senza aiutarti.”
    “Okay, okay, lo terrò presente.” Rispose l’altro ridendo.
     
    ~~~~~~~~~~~


    Qualche ora dopo, la squadra s’infilò la divisa scarlatta e attese che Baston facesse il solito discorsetto d’incoraggiamento pre-partita, ma il discorso non venne. Oliver cercò più volte di prendere la parola, emise uno strano singulto, poi scosse la testa sfiduciato e fece loro cenno di seguirlo.
    Il vento era cosi forte che entrando in campo barcollarono. Se la folla applaudì, non la sentirono: ogni altro rumore era sovrastato dai tuoni.
    I Tassorosso avanzavano dall’altra parte del campo, nelle loro divise giallo canarino. I Capitani si diressero uno verso l’altro e si strinsero la mano; Diggory sorrise a Baston, ma Baston sembrava avere la mascella paralizzata e fece appena un cenno. Harry vide le labbra di Madama Bumb scandire le parole ‘In sella alle scope’; estrasse il piede destro dal fango con uno schiocco e montò sulla Nimbus Duemila. Madama Bumb si portò il fischietto alle labbra e ne trasse un fischio penetrante e lontano. La partita era cominciata.
    Majutsu decollò rapido, ma la sua scopa oscillava leggermente per via del vento. Cercò di tenerla più dritta che poté, strizzando gli occhi per vedere nella pioggia.
    Di lì a cinque minuti erano tutti bagnati fradici e congelati, e riuscivano a stento a vedersi a vicenda.
    Harry volò avanti e indietro per il campo, rincorrendo sagome sfocate rosse e gialle, senza avere idea di cosa stesse succedendo. Non sentiva i commenti, con quel vento. La folla era nascosta sotto un mare di mantelli e ombrelli malconci.
    Perse il senso del tempo. Tenere dritto il manico di scopa divenne sempre più difficile. Il cielo s’incupiva, come se la notte avesse deciso di arrivare in anticipo.
    Con il primo lampo arrivò anche il suono del fischietto di Madama Bumb. Harry intravide nella pioggia la sagoma di Baston che gli faceva cenno di scendere. Tutta la squadra atterrò schizzando nel fango.
    “Ho chiesto un time out!” Ruggì Baston. “Venite qui sotto…”
    Si strinsero al bordo del campo sotto un grosso ombrello.
    “A quanto siamo?” Chiese Potter.
    “Cinquanta a zero per noi.” Rispose il Capitano. “Ma se non prendiamo in fretta il Boccino, giocheremo al buio!”
    “Non è così facile!” Replicò il Cercatore. “Con questa pioggia è quasi impossibile vedere!”
    “Lo so, ma devi riuscirci!”
    Il time out finì, e tutti dovettero tornare in volo.
    Majutsu spinse la scopa nell’aria turbolenta, cercando il Boccino in tutte le direzioni, evitando un Bolide, tuffandosi sotto Diggory che filava nella direzione opposta…
    Si udì un altro tuono, seguito immediatamente da un fulmine a zigzag. Il gioco era sempre più pericoloso.
    Si voltò, deciso a tornare verso il centro del campo, ma in quell&#39;istante un altro lampo illuminò le tribune, e Harry vide qualcosa che lo sorprese: la sagoma di un enorme cane nero dal pelo ispido, stagliata nettamente contro il cielo, immobile nella vuota fila di sedili più in alto.
    Le mani infreddolite di Majutsu scivolarono sul manico di scopa e la sua Nimbus scese di alcuni metri. Scuotendosi via dagli occhi la frangia inzuppata, Harry guardò di nuovo verso la tribuna. Il cane era sparito.
    “Okay, ora comincio ad avere le visioni…” Mormorò.
    “Harry!” Arrivò l’urlo angosciato di Baston. “Harry, dietro di te!”
    Potter si girò subito: Cedric Diggory filava su per il campo, e un minuscolo frammento d’oro brillava nell’aria gonfia di pioggia che li separava.
    Harry si appiattì subito sul manico di scopa e filò verso il Boccino. “Dai!” Urlò alla sua Nimbus, mentre la pioggia gli schiaffeggiava il volto. “Più veloce!”
    Ma in quel momento successe qualcosa di strano. Un silenzio lugubre cadde sullo stadio. Il vento, benché più forte che mai, non ruggiva più. Era come se qualcuno avesse spento l’audio, come se Harry fosse diventato sordo all’improvviso.
    “Che cosa succede?” Si chiese.
    E poi un’ondata di gelo orribilmente familiare si abbatté su di lui e lo invase, mentre Harry cominciava a distinguere qualcosa che si muoveva laggiù sul campo.
    Prima di avere il tempo di riflettere, il moro distolse lo sguardo dal Boccino e guardò in basso.
    Sotto c’erano almeno un centinaio di Dissennatori, con le teste incappucciate rivolte verso di lui. Fu come se il suo petto si riempisse di acqua gelata.
    “Mer… da…” Riuscì a dire prima di sentire la presa sulla scopa venire meno, assieme ai suoi sensi.
    E poi lo udì di nuovo… qualcuno gridava, gridava dentro la sua testa… una donna…
    “No! Harry no, ti prego!”
    “Spostati, stupida! Spostati!”
    “Harry no! Prendi me piuttosto, uccidi me, ma non Harry!”
    Harry cadde, cadde nella nebbiolina ghiacciata.
    “Non Harry! Ti prego… per favore… lui no!”
    Una voce penetrante rideva, la donna gridava, e Majutsu non capì più nulla.

    “Per fortuna il terreno era molle.”
    “Credevo che fosse morto.”
    Harry sentiva un mormorio di voci, ma non avevano alcun senso. Non aveva idea di dove fosse, o di come ci fosse arrivato, o di cosa avesse fatto prima. Tutto quello che sapeva era che aveva male dappertutto, come se qualcuno l’avesse picchiato.
    “È la cosa più spaventosa che abbia mai visto.”
    Spaventosa… la cosa più spaventosa… nere figure incappucciate… freddo… grida…
    Harry spalancò gli occhi. Era in infermeria. La squadra di Quidditch dei Grifondoro, schizzata di fango da capo a piedi, era riunita attorno al suo letto. C’erano anche gli altri suoi amici, con l’aria di essere appena usciti da una piscina.
    “Harry!” Esclamò Fred, pallidissimo sotto lo strato di fango. “Come ti senti?”
    Era come se la memoria di Harry avesse premuto il tasto di avanzamento veloce. I lampi… Il cane… il Boccino… e i Dissennatori.
    “Che cosa è successo?” Chiese, rizzandosi a sedere così di colpo che tutti rimasero a bocca aperta.
    “Sei caduto.” Spiegò Erza. “Da almeno… quindici metri.”
    “E… la partita?” Domandò lui. “Che cosa è successo? È stata sospesa?”
    Nessuno disse nulla.
    “Abbiamo perso, vero?”
    “Diggory ha preso il Boccino.” Rispose George. “Dopo che sei caduto. Non si è accorto di quello che era successo. Quando si è guardato indietro e ti ha visto per terra, ha cercato di far sospendere la partita. Voleva che rigiocassimo. Ma hanno vinto lealmente… l’ha ammesso anche Baston.”
    “E adesso dov’è Oliver?” Chiese Harry, notando solo allora la sua assenza.
    “È alle docce.” Disse Fred. “Crediamo che stia tentando di annegarsi.”
    “Forse dovremmo chiamare qui Juvia.” Aggiunse il fratello, cercando di tirare tutti su di morale.
    “Dannazione!” Esclamò Majutsu, portandosi le mani nei capelli. “È tutta colpa mia…”
    “Non è ancora finita.” Fece Lucy. “Abbiamo perso per cento punti, no? Quindi se Tassorosso perde con Corvonero e voi battete Corvonero e Serpeverde-”
    “Tassorosso dovrebbe andar sotto di almeno duecento punti.” La interruppe Alicia.
    “Ma se battono Corvonero-”
    “Impossibile, i Corvonero sono troppo bravi, ma se Serpeverde perde contro Tassorosso…”
    “Dipende tutto dal punteggio… un margine di cento punti, in più o in meno…”
    Harry rimase disteso, in silenzio.
    Dopo una decina di minuti, Madama Chips venne a dire alla squadra di lasciarlo in pace.
    “Non buttarti giù, ogni tanto capita a tutti di perdere.” Disse Natsu, che era rimasto assieme agli altri di Fairy Tail.
    “Chi altri è svenuto?” Chiese Majutsu, guardandolo.
    Salamander restò in silenzio.
    “Solo tu questa volta. Ma anche Erza ha faticato a restare in volo. I Dissennatori… sembravano avercela solo con te.”
    “Capisco.” Si limitò a dire il moro.
    “Silente era arrabbiatissimo.” Intervenne Hermione con voce tremula. “Non l’avevo mai visto così. È corso in campo mentre cadevi, ha agitato la bacchetta e tu hai rallentato la caduta. Poi ha puntato la bacchetta contro i Dissennatori e gli ha spedito contro una roba d’argento. Se ne sono andati subito… Era su tutte le furie perché erano entrati, l’abbiamo sentito…”
    “Ora capisco perché va d’accordo con il Master, sanno fare entrambi paura quando è il caso…” Commentò Gray.
    “Poi ha fatto apparire una barella e ti ci ha fatto salire con un incantesimo.” Continuò Ron. “Ed è tornato a scuola con te che ci galleggiavi sopra. Tutti credevano che fossi…”
    “Morto, eh?” Concluse per lui Majutsu, per poi sospirare. “Beh, fortunatamente, ci vuole molto di più per eliminarmi. Anche se…”
    Lasciò cadere il discorso. Era il secondo anno consecutivo che sentiva delle voci nella sua testa, ma questa volta sembrava non avere a che fare con dei vecchi e spaventosi serpenti giganti.
    Inoltre, la voce di quella donna chiamava lui.
    Solo allora Harry comprese. Quella voce… l’aveva sentita solo qualche mese prima.
    “Qualcuno ha preso la mia Nimbus?” Domandò, cercando di non pensarci.
    Ma si rese conto subito di aver fatto la domanda sbagliata.
    “E-Ecco… Aye, come dire…”
    “Nessuno è riuscito a prenderla?”
    “Beh… quando sei caduto, è stata spazzata via dal vento.” Mormorò Neville, esitante.
    “E poi?”
    “E poi… è finita… è finita… sul Platano Picchiatore.”
    Harry spalancò gli occhi. Il Platano Picchiatore era un albero molto violento che si trovava nel bel mezzo del cortile, isolato.
    “E poi?” Chiese, temendo la risposta.
    “Beh… Te lo abbiamo detto, no, com’è il Platano Picchiatore.” Fece Gray. “Non gli piace essere colpito.”
    “Il professor Vitious l’ha riportata indietro poco prima che ti svegliassi.” Disse Hermione con una vocina piccola piccola.
    Lentamente, si chinò per prendere una borsa ai suoi piedi, la rovesciò e fece cadere sul letto dei pezzetti di legno e saggina scheggiati e spezzati, i soli resti del manico di scopa di Harry, definitivamente distrutto.
     
    ~~~~~~~~~~~


    Un ragazzo spalancò gli occhi, mettendosi seduto sul letto dove stava riposando.
    “Che succede?” Domandò una voce, proveniente dal letto affianco al suo, dove c’era una ragazza seduta, impegnata a leggere un vecchio libro.
    “Non lo so… ho appena avuto una strana sensazione…” Rispose lui.
    “Direi nulla di strano allora, vista la nostra situazione.”
    “No, era diverso… Come se qualcuno ci stesse chiamando.”
    La ragazza lo guardò. “Pensi sia tuo-”
    “No, no. Era qualcuno che conosco… ma allo stesso tempo non mi sembrava familiare.”
    “Non è che visto che ci troviamo qui, percepisci qualcosa che al momento non c’è?”
    Il ragazzo scosse la testa. “Era qualcosa di forte. Sembrava quasi una richiesta d’aiuto… Com’è possibile che non riesca a capirlo? Dovrebbe essermi tutto chiaro!”
    “Forse era un sogno.”
    “E se non lo fosse?”
    “Non possiamo comunque permetterci di andare alla cieca. Potrebbe essere molto pericoloso. Se dovessimo venire attirati in una trappola, potrebbe costare caro a qualcun altro.”
    Il ragazzo annuì.
    “È vero, ma se la richiesta è vera, allora non possiamo abbandonare nemmeno chi l’ha fatta. Senza considerare che se è riuscito a raggiungermi, significa che dev’essere più potente del normale. Forse è uno di loro. Dopotutto, è da un po’ che non li sentiamo.”
    La ragazza sospirò. “Immagino che adesso andrai a dire di fare una piccola deviazione, vero?” Chiese, vedendo il compagno alzarsi.
    “Visto dove siamo, direi che non è una cosa impossibile. E sono sicuro che anche lui sarà d’accordo.”
     
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    “Aspetta, aspetta, aspetta.” Fece Gray, interrompendo Harry. “Tu hai visto di nuovo quel cane durante la partita di Quidditch?”
    “Già. È per colpa sua che non mi sono accorto subito del Boccino. Non che sarebbe servito a molto, visto quel che è successo dopo, però…”
    “Visto?!” Esclamò Ron. “È il Gramo! Ti ha scelto come sua prossima vittima!”
    L’occhiataccia che ricevette dagli altri fu sufficiente a zittirlo.
    “Però è strano…” Riprese Luna. “Perché i Dissennatori ti hanno preso come loro obiettivo?”
    “Forse è l’Eterion. Dev’esserne rimasta qualche traccia al mio interno quando ho tentato di fondermi con esso.”
    “O quando l’hai mangiato.” Aggiunse Erza.
    “No, lì ho trasferito subito tutta l’energia magica a Natsu.”
    “Ad ogni modo, direi che è chiaro che cosa dobbiamo fare.” Disse Hermione. “Dobbiamo trovare un incantesimo in grado di respingerli.”
    “Chiediamo a Silente. O al professor Lupin.” Propose Lucy.
    Majutsu annuì. “Sì, forse è la cosa migliore da fare.”

    Lunedì tutti quanti si diressero verso l’aula di Difesa contro le Arti Oscure.
    “Speriamo che il professor Lupin sia tornato.” Commentò Fullbuster, sbadigliando. “Una lezione tanto noiosa non credo di averla mai avuta prima… Storia della Magia a parte ovviamente.”
    “Credo siamo stati fortunati.” Disse Hermione, dopo aver guardato dentro l’aula.
    Il professor Lupin era tornato. Aveva proprio l’aria di chi è stato malato. Il suo vecchio mantello penzolava più largo e c’erano ombre scure sotto i suoi occhi; però sorrise ai ragazzi mentre prendevano posto, e tutti esplosero in un fiume di lamentele sul comportamento di Piton durante la sua assenza.
    “Non è giusto, era solo una supplenza, perché ci ha dato dei compiti?”
    “Non sappiamo niente dei Lupi Mannari…”
    “…due rotoli di pergamena!”
    “Avete detto al professor Piton che non c’eravamo ancora arrivati?” Chiese Lupin un po’ accigliato.
    “Sì, ma lui ha detto che eravamo indietro…”
    “…non ha ascoltato…”
    “…due rotoli di pergamena!”
    Il professor Lupin sorrise all’indignazione sulle loro facce. “Non preoccupatevi. Parlerò io col professor Piton. Non dovete fare il tema”.
    “Oh, no!” Esclamò Hermione delusa. “Io l’ho già finito!”
    “Chissà perché, ma la cosa non mi sorprende.” Ridacchiò Ron.
    “A dir la verità lo abbiamo finito anche noi.” Dissero insieme Harry ed Erza, mentre dietro di loro anche Lucy alzava la mano per indicare la stessa cosa.
    La lezione fu molto piacevole. Il professor Lupin aveva portato con sé un barattolo di vetro con dentro un Marciotto: una piccola creatura con una zampa sola, dall’aria fragile e innocua, che sembrava fatta di fili di fumo.
    “Attira i viaggiatori nelle paludi.” Spiegò il professore, e tutti presero appunti. “Vedete la lanterna appesa alla mano? Lui avanza a saltelli, la gente segue la luce, e poi…”
    Il Marciotto emise un rumore orrendo e si scagliò contro il vetro.
    Quando suonò la campana, tutti raccolsero i libri e si diressero alla porta, compreso Majutsu.
    “Aspetta un momento, Harry.” Lo fermò Lupin. “Vorrei parlarti.”
    Potter annuì, salutando gli altri e tornando indietro.
    “Mi hanno detto della partita.” Disse l’uomo, tornando verso la cattedra e cominciando a stipare la valigetta di libri. “E mi dispiace per il tuo manico di scopa. C’è qualche speranza di ripararlo?”
    “No.” Rispose sincero il moro. “L’albero l’ha fatto a pezzi. Ma meglio lui che io, no?”
    Lupin sospirò.
    “Hanno piantato il Platano Picchiatore l’anno che sono arrivato a Hogwarts. Allora facevamo un gioco, bisognava cercare di avvicinarsi e toccare il tronco. Alla fine un ragazzo, David Gudgeon, ha quasi perso un occhio, e ci è stato proibito di avvicinarci. Sarebbe ora di sradicarlo… Ne parlerò con il professor Silente.”
    “Le hanno detto anche dei Dissennatori?” Domandò Majutsu.
    Lupin gli scoccò un rapido sguardo. “Sì. Credo che nessuno abbia mai visto il professor Silente così infuriato. Sono irrequieti da un po’ di tempo… sono arrabbiati perché si rifiuta di farli entrare nell’area della scuola… È per quello che sei caduto, immagino…”
    “Sì.” Assentì Harry. Esitò, e poi la domanda gli salì spontanea alle labbra. “Perché mi tormentano così? Sono così debole per loro?”
    “Non ha niente a che vedere con la debolezza.” Rispose il professor Lupin seccamente. “I Dissennatori tormentano te e i tuoi amici più degli altri perché nel vostro passato ci devono essere cose terribili che gli altri non hanno vissuto.”
    “Questo spiega un po’ di cose…”
    Un raggio di sole invernale attraversò la classe, illuminando i capelli grigi di Lupin e i segni sul suo giovane volto.
    “I Dissennatori sono le creature più disgustose della Terra. Infestano i luoghi più cupi e sporchi, esultano nella decadenza e nella disperazione, svuotano di pace, speranza e felicità l’aria che li circonda. Perfino i Babbani avvertono la loro presenza, anche se non li possono vedere. Se ti avvicini troppo a un Dissennatore, ogni sensazione piacevole, ogni bel ricordo ti verrà succhiato via. Se appena può, il Dissennatore si nutrirà di te abbastanza a lungo da farti diventare simile a lui… malvagio e senz’anima. Non ti rimarranno altro che le peggiori esperienze della tua vita. E le cose peggiori che sono successe a te, Harry, bastano a far precipitare chiunque da un manico di scopa. Non hai niente di cui vergognarti”.
    “Non credo. Io alla fine non ho vissuto esperienze tanto terribili rispetto ad altri.”
    “Ti riferisci ai tuoi amici? In effetti, mentirei se ti dicessi che non sono rimasto incuriosito da ciò in cui il Molliccio s’è trasformato.”
    “Ognuno ha avuto il suo passato difficile.” Rispose Harry, per poi spostare lo sguardo. “Eppure… nonostante lo sappia, il mio subconscio evoca mia madre… Sento lei supplicare Voldemort di non uccidermi.”
    “Ne sei sicuro?”
    Majutsu sorrise. “Di recente… ho avuto modo di vederla. Ho vissuto un’esperienza molto vicina alla morte. E lei è venuta in mio aiuto. Sì, lo so che sembra un discorso da pazzi, ma-”
    “Non lo penso.” Lo interruppe il professore. “So bene che ci sono ancora molte cose a noi ignote, però vorrei chiederti come mai eri finito in una situazione di quel tipo.”
    “Non posso dirle molto, è coperto dal segreto di Stato di dove abito. Diciamo semplicemente che… Voldemort non è l’unico mago malvagio che ha messo i suoi occhi su di me.”
    “Il ragazzo dai capelli blu? Avevo immaginato avesse a che fare… ma perché Paciock?”
    “Io, Erza, Natsu e Neville siamo stati gli unici ad affrontarlo. È stato uno scontro… all’ultimo sangue.”
    A quelle parole Lupin spalancò gli occhi. “Stai dicendo che lo avete-”
    “No. Sinceramente, non sappiamo che fine ha fatto. L’edificio dove abbiamo combattuto è crollato, e non abbiamo trovato alcuna traccia del suo corpo. Ma probabilmente è morto.”
    Il professore sospirò. “Come aspetto sei davvero uguale a tuo padre.” Commentò, sorridendo. “Ma direi che sei abbastanza diverso da lui. Non sei spensierato, anzi.”
    Majutsu sgranò gli occhi. “Lei conosceva mio padre?”
    “Certo. Ero uno dei suoi amici. Ne abbiamo combinate diverse assieme. Anche se mai quanto lui e l’altro nostro amico…”
    “Chi era?”
    Lupin scosse la testa. “Mi dispiace. Sono passati tanti anni e rievocare il suo ricordo è doloroso. Era il migliore amico di tuo padre. Probabilmente… Probabilmente è morto anche lui…”
    Harry restò in silenzio.
    “Capisco.” Fece infine. “Se dovesse cambiare idea, potrebbe farmelo sapere? Mi piacerebbe scoprire se è davvero morto o no. Io… sto cercando di scoprire di più sui miei genitori.”
    “Hai paura di non essere alla loro altezza?”
    “Non sono certo il figlio che si aspettavano di avere.”
    Lupin gli poggiò le mani sopra le spalle, guardandolo negli occhi. “Harry, ti posso assicurare al cento per cento che i tuoi genitori sarebbero più che orgogliosi di te. Sei pronto a sacrificarti per i tuoi amici, e la tua magia è di un livello che ben pochi possiedono.”
    “Eppure… non sono neppure in grado di respingere i Dissennatori, mentre quel maledetto di Black è pure riuscito a ingannarli per ben due volte!”
    Il professore restò in silenzio.
    “Sì.” Disse. “Black deve aver trovato il modo di combatterli. Non l’avrei creduto possibile… i Dissennatori sono in grado di prosciugare un mago dei suoi poteri se rimane nelle loro mani troppo a lungo…”
    “Ma anche lei è riuscito a mandar via quel Dissennatore sul treno!” Esclamò Harry all’improvviso, ricordando l’evento. “E anche Silente!”
    “Ci sono… delle difese a cui si può ricorrere” Rispose Lupin. “Ma c’era un solo Dissennatore sul treno. Più sono, più è difficile resistergli.”
    “Quali difese?” Chiese subito Harry. “Me le può insegnare?”
    “Non ho la pretesa di essere un esperto nella lotta ai Dissennatori, Harry, tutt’altro…”
    “Ma se i Dissennatori vengono a un’altra partita di Quidditch… io devo saperli combattere… Non posso arrendermi a loro…”
    Lupin guardò il volto determinato del ragazzo, esitando qualche secondo. “Beh… d’accordo. Cercherò di aiutarti, ma temo che dovremo aspettare il prossimo trimestre. Ho molto da fare prima delle vacanze. Ho scelto un momento molto poco opportuno per ammalarmi.”
    Majutsu annuì, per poi ringraziarlo e uscire.
    “Già, immagino non sia facile doverlo sopportare ogni volta…” Mormorò allontanandosi.
    All’interno dell’aula il professore restò in silenzio.
    “Ormai manca poco per avere la risposta alle tue domande… Majutsu.”
     
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    Il tempo cominciò a scorrere velocemente, e quasi senza che qualcuno se ne accorgesse, il trimestre giunse alla fine.
    Anche quest’anno, la maggior parte degli studenti decise di tornare a casa per Natale, con l’eccezione del gruppo di Fairy Tail e di qualche altro studente.
    “Non che voglia lamentarmi, ma sembra che nessuno ci tenga a festeggiare Natale qui a Hogwarts, o sbaglio?” Domandò Gray.
    “Beh, il fatto che Black sia entrato qui dentro immagino abbia giocato il suo ruolo.” Rispose Neville.
    “Se dovesse entrare di nuovo durante le vacanze, allora è probabile che chi lo aiuta sia uno degli studenti rimasti qui.” Commentò Erza. “E in quel caso… sarò più che lieta di mostrargli il nostro punto di vista.”
    “Non so se esserne felice o se provare pietà per quel poveretto…” Mormorò Fred.
     
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    La figura incappucciata si sedette sulla cima di una delle torri, ignorando la neve che cadeva dal cielo, ma che sembrava stargli alla larga.
    “Comincio ad annoiarmi… non è nel mio stile stare tanto tempo a fare nulla.”
    Ma non appena disse ciò, alzò la testa di colpo, per poi sorridere.
    “Lo sento!” Esclamò, scattando in piedi. “Ti sento! Finalmente stai arrivando, eh? Finalmente sei qui per rompere la mia noia!”
     
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    Hermione cadde a terra, tenendosi una mano sopra la testa.
    “Hermione!” La chiamarono subito gli altri, aiutandola ad alzarsi.
    “Che succede?” Domandò Ron, preoccupato.
    “I-Io… Non lo so… Non ne sono sicura… Ma ho sentito qualcosa…”
    “Che cosa?” Chiese Majutsu.
    “S-Sarà solo la stanchezza… Di recente ho studiato davvero tanto… Vedrete che con le vacanze mi rimetterò in sesto.”
    Erza e Harry la guardarono poco convinti.
    “Che cos’hai sentito?” Domandò ancora il moro.
    Hermione spostò lo sguardo. “Dev’essere la mia immaginazione… Per forza…”
    “Che cosa?”
    “Un potere ancora maggiore di quello che ho rilevato durante Divinazione…” Spiegò la castana.
    “Quello che in confronto l’Eterion era nulla? Un potere ancora più grande, aye?!” Ripeté Happy, sgranando gli occhi.
    “Dove Hermione? Dove lo hai sentito?” Chiese Titania.
    “Vicino… Sembra che si stia avvicinando, ma l’ho percepito solo per pochi secondi…”
    “Un secondo potere così grande in arrivo su questa scuola?” Fece George. “Comincio davvero a rivalutare le profezie della Cooman.”
     
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    “Che succede?” Domandò Dudley, guardando Sirius, che era rivolto verso l’uscita del loro rifugio.
    “Natale ormai è alle porte.” Rispose lui, con tono nostalgico. “Mi chiedo se non sia il caso di intervenire…”
    “Mi hai già fatto rischiare per andare in quella specie di zoo di gufi per mandare quella lettera…”
    “Beh, tu almeno puoi farti passare per uno studente qualsiasi. Per me sarebbe stato piuttosto difficile andarci. E Grattastinchi sarebbe sembrato sospetto, con una lettera in bocca, no?”
    “Non hai di certo esitato a usare quel gatto per mettermi in questo pasticcio.” Replicò il ragazzo, sbuffando. “Comunque non mi hai ancora detto perché aspetti Natale con tanta ansia. Scusa se lo dico, ma dubito che qualcuno ti manderà un regalo. E per colpa tua anch’io quest’anno né resterò a secco.”
    “Ti sbagli. Un regalo lo riceverò. Solo, non adesso.”
    “Eh?”
    Sirius sorrise.
    “Sta arrivando. Lui e il suo pazzo amico. Apposta per portare un regalo a me e ai miei amici.”
     
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    La mattina di Natale infine giunse.
    Harry e gli altri del terzo anno vennero svegliati da Ron.
    “Ehi! I regali!”
    Harry sbadigliò, scuotendosi i capelli con la mano e mettendosi seduto a osservare il Weasley, che aveva cominciato subito a scartare i pacchetti.
    “Un altro maglione dalla mamma… marrone, un’altra volta… guardate se ce l’avete anche voi.”
    E come da sua previsione, tutti loro avevano ricevuto un maglione, rosso scarlatto con ricamato sopra sia il leone di Grifondoro sia il simbolo di Fairy Tail.
    “Il Master potrebbe assumere tua madre, sai?” Asserì Gray, guardandolo. “Solo, avrei preferito una maglietta… questo per me è troppo caldo.”
    “Glielo farò presente per il prossimo anno.” Ridacchiò Ron, per poi guardare verso Majutsu. “Ehi Harry, che cos’è quello?”
    Mentre parlava indicò un lungo pacchetto sottile, poggiato ai piedi del letto.
    “Non ne ho idea…” Rispose lui, prendendolo in mano. “Anche se dalla forma…”
    Potter strappò la carta.
    Per tutta la barba di Merlino!” Esclamò il rosso, facendo cadere a terra il pacco di caramelle che aveva appena aperto.
    Majutsu stringeva tra le mani un manico di scopa, sopra il quale era inciso a lettere d’oro il nome ‘Firebolt’, affiancato dal numero di serie.
    “Ehi!” Urlarono i gemelli, entrando senza bussare. “Voi cosa avete ricev- Per le mutande di Merlino, Harry! Quella è una Firebolt!”
    Majutsu guardò la scopa che teneva tra le mani. “Voi… la conoscete?”
    “Se la conosciamo?!” Gridò Neville, anche lui stupito. “Quello è il miglior manico di scopa del mondo! Non credevo ne avrei mai visto uno dal vivo!”
    “Chi diamine te lo manda?” Chiese Ron a mezza voce.
    “Non lo so… Non c’è nessun biglietto.” Rispose lui, guardando la carta.
    “Cavolo, chi spenderebbe così tanto per te?” Osservò Fred. “Dubito fortemente i tuoi zii.”
    “Forse ancora la McGranitt? Come con la Nimbus.” Azzardò Natsu.
    “E andrebbe a spendere quasi tutta la sua paga annuale?”
    Harry poggiò sul letto il manico.
    “Non so… la cosa mi puzza.” Disse. “Un regalo senza biglietto… e per giunta un regalo, a vostro dire, così costoso?”
    “Chi vuoi che te lo abbia mandato, scusa? Black?” Domandò Ron ridendo, per poi zittirsi.
    Tutti guardarono in silenzio la scopa.
    “Credo sia meglio che la porti alla McGranitt per sicurezza. Non voglio correre rischi inutili. Se risulterà priva di incantesimi pericolosi, beh, allora la userò più che volentieri.”

    Dopo aver consegnato il manico di scopa all’insegnante, che fu non poco sorpresa, Harry fece per tornare nella Sala Comune quando vide uno studente con un vassoio pieno di cibo tra le braccia che gli dava le spalle.
    “Ehi tu!” Urlò, facendolo fermare. “Okay che è Natale, però vedi di non rubare dalle cucine tutto quanto prima del pranzo!”
    “D-D’accordo.” Rispose lui, con una voce quasi in falsetto, per poi correre via.
    Harry restò a guardarlo allontanarsi.
    “Che strano… non mi sembra di averlo visto prima… eppure mi è familiare… Boh.”
    A sua insaputa, Melody era in piedi poco lontano, anche lei incuriosita da quello studente.
    “E lui chi è?” Si chiese.

    All’ora di pranzo tutti scesero nella Sala Grande e scoprirono che i tavoli erano stati di nuovo disposti lungo le pareti e che al centro della stanza c’era un solo tavolo, preparato solo per i pochi rimasti a scuola.
    I professori Silente, McGranitt, Piton, Sprite e Vitious erano seduti con Gazza, che aveva sostituito il solito cappotto marrone con un frac dall’aria molto vecchia e piuttosto muffita.
    “Buon Natale!” Esclamò il Preside mentre i maghi di Fairy Tail si avvicinavano al tavolo. “Siccome siamo così pochi, ci sembrava sciocco usare i tavoli dei dormitori… sedete, sedete! I cracker!” Continuò entusiasta il Preside, offrendo l’estremità di un involto d’argento a Piton, che lo prese con riluttanza e tirò. Con uno schiocco simile a un colpo di fucile, il cracker si spezzò rivelando un grosso cappello da strega, a punta, sormontato da un avvoltoio impagliato.
    La bocca di Piton diventò una fessura e l’insegnante spinse il cappello verso Silente, che se lo mise subito al posto del suo.
    “Cominciate!” Disse con un sorriso.
    Mentre Harry si serviva di patate arrosto, le porte della Sala Grande si aprirono di nuovo. Era la professoressa Cooman, che scivolò verso di loro come se avesse le ruote. Per l’occasione indossava un abito verde coperto di lustrini, che la faceva somigliare più che mai a una scintillante libellula gigante.
    “Sibilla, che bella sorpresa!” Esclamò Silente alzandosi.
    “Stavo guardando nella sfera, Preside.” Disse la professoressa Cooman con la sua voce più velata e remota. “E con mio grande stupore mi sono vista abbandonare il mio pranzo solitario e raggiungervi. Chi sono io per rifiutare i suggerimenti del destino? Sono scesa subito in fretta dalla mia torre, e vi prego di perdonare il ritardo…”
    “Certo, certo.” Disse il mago con gli occhi che brillavano. “Permettimi di prenderti una sedia…”
    E con un cenno della bacchetta sollevò a mezz’aria una sedia, che roteò su se stessa per qualche secondo, prima di cadere con un tonfo tra il professor Piton e la professoressa McGranitt.
    La professoressa Cooman esitò, poi prese posto sulla sedia vuota, gli occhi chiusi, la bocca serrata, come in attesa che un fulmine colpisse la tavola. La professoressa McGranitt affondò un grosso cucchiaio nella zuppiera più vicina.
    “Della trippa, Sibilla?”
    La nuova arrivata la ignorò. Aprì gli occhi, si guardò intorno un’altra volta e disse: “Ma dov’è il caro professor Lupin?”
    “Temo che il poverino sia di nuovo ammalato.” Spiegò Silente, facendo cenno agli altri di servirsi. “Un vero peccato che debba succedere proprio il giorno di Natale.”
    “Ma naturalmente tu lo sapevi già, vero, Sibilla?” Disse la professoressa di Trasfigurazione inarcando le sopracciglia.
    La professoressa Cooman scoccò alla McGranitt uno sguardo gelido.
    “Certo che lo sapevo, Minerva.” Rispose piano. “Ma non si ostenta la propria Onniscienza. Spesso mi comporto come se non possedessi l’Occhio Interiore, per non innervosire gli altri.”
    “Questo spiega molte cose.” Ribatté mordace la collega.
    “Chi scommette che prima di stasera la McGranitt le lancia contro una fattura?” Chiese divertito Fred.
    “Dieci Galeoni che resiste.” Replicò il gemello.
    “Scommessa accettata.”
    “Preferirei non puntaste su di noi.” Fece la vicepreside, sospirando nel sentirli.
    “E in ogni modo, la scommessa finirà con un pareggio, visto che una grande minaccia sta per giungere su di noi.” Continuò la Cooman.
    “Davvero? Ma che sorpresa…” Commentò con voce melliflua Piton.
    “La sfera di cristallo mi ha rivelato che entro stasera giungeranno da noi degli ospiti molto speciali.”
    “E di chi si tratta?” Domandò Malfoy. “Ancora tizi strambi come l’altr’anno?”
    “Oh, non saprei. La sfera non mi ha rivelato la loro identità. Si è rotta prima.”
    I maghi di Fairy Tail si guardarono tra di loro, e anche Silente rivolse uno sguardo preoccupato all’insegnante di Divinazione.

    Due ore più tardi, quando il pranzo terminò, Harry, Erza e Hermione si alzarono per primi, seguiti dagli altri.
    La Cooman cacciò uno strillo.
    “Miei cari! Chi di voi si è alzato per primo? Chi?”
    “Non abbiamo guardato.” Rispose Titania.
    “Dubito che faccia molta differenza.” Disse gelida la professoressa McGranitt. “A meno che un pazzo armato di ascia non sia appostato dietro la porta pronto a fare a pezzi il primo che attraversa l’ingresso.”
    Tutti scoppiarono a ridere.
    “Ha una così bassa stima nei miei confronti, Minerva?” Chiese una voce maschile, mentre le porte si aprivano, lasciando entrare nientemeno che Cornelius Caramell.
    “Ministro! Che piacevole sorpresa! Prego, si accomodi. Sono sicuro che i nostri cuochi saranno più che lieti di preparare ancora qualcosa per lei.” Fece il Preside.
    “Ti ringrazio Albus, ma ho già mangiato con la mia famiglia. Oh, Harry, come stai?” Domandò a Potter, il quale lo stava superando per uscire.
    “Sto bene, grazie. Lei?”
    “A parte Black tutto bene, sta solo facendo impazzire il Ministero. È sparito nel nulla, ma non sono cose di cui parlare a Natale. Andate pure, tranquilli.” Rispose lui sbrigativo.
    Tutti si voltarono a guardarlo, per poi uscire, lasciando aperte le porte.
    “Sospetto, vero?” Fece Gray.
    “Venite.” Disse Harry, dirigendosi verso un corridoio vuoto.
    “Che cosa vuoi fare?”
    “Non vi è sembrato che il Ministro fosse abbastanza ansioso di buttarci fuori?” Chiese Majutsu, tirando fuori il mantello dell’invisibilità. “Voglio scoprire che cos’è venuto a fare qui.”
    Senza avere nulla con cui obiettare, gli altri lo imitarono.
    “Potevamo anche usare le fate di Luna, no?” Propose Ron. “Se ci beccano…”
    “Beh, è Natale. Oggi sono tutti più buoni, no?”
    “Speriamo…”
    Rientrarono nella Sala Grande, dove notarono che anche il Preside e gli altri studenti se ne erano andati, lasciando solo la McGranitt, Vitious, Hagrid e il Ministro, i quali stavano parlando tra di loro.
    “Quindi ancora non avete scoperto dove si nasconde Black.” Disse Vitious.
    “Già. E dopo quello che è successo a Halloween… non nascondo che sono assai preoccupato. Se c’è davvero uno studente che può aiutarlo a entrare-”
    “Mi rifiuto di credere che uno dei nostri alunni possa stare dalla sua parte!” Esclamò quasi offesa la McGranitt. “Sarebbe terribile…”
    “Black potrebbe averlo costretto sotto minaccia. Non sarebbe strano per lui.” Replicò Caramell.
    “Ancora fatico a crederci…” Sussurrò Vitious. “Me lo ricordo ancora… era un così caro ragazzo…”
    “Piton non sarebbe d’accordo.” Disse Hagrid, non riuscendo a trattenere un sorriso. “Non so le volte che li ho dovuti separare. Per non parlare di quello che combinava assieme a Potter.”
    Harry sentì lo stomaco stringergli. Black e suo padre… si conoscevano?
    “Precisamente.” Disse la professoressa McGranitt. “Black e Potter. I capi della loro piccola banda. Tutti e due molto brillanti, è ovvio, straordinariamente brillanti, in effetti, ma non credo che a scuola ci siano mai state delle pesti come loro…”
    “Mica lo so.” Replicò Hagrid ridacchiando, “Fred e George Weasley mi sa che gli darebbero del filo da torcere a quelli, sì.”
    “Non so se andarne fiero o no…” Pensarono assieme i gemelli.
    “Sembrava che Black e Potter fossero fratelli!” Intervenne il professor Vitious. “Inseparabili!”
    “Ma certo!” Esclamò Caramell. “Potter si fidava di Black più che di ogni altro suo amico. Quando finirono la scuola, nulla cambiò. Black fece da testimone quando James sposò Lily, poi lo scelsero come padrino di Harry. Lui non lo sa, naturalmente. Potete immaginare come l’idea lo torturerebbe.”
    “Perché Black alla fine si è rivelato complice di Voi-Sapete-Chi?” Sussurrò Vitious.
    “Molto peggio …” Caramell abbassò la voce e continuò in una sorta di basso brontolio. “I Potter sapevano che Voi-Sapete-Chi dava loro la caccia. Silente, che naturalmente lavorava senza sosta per fermare Voi-Sapete-Chi, aveva parecchie utili spie. Una di loro lo avvertì, e lui lo disse subito a James e Lily. Consigliò loro di nascondersi. Beh, naturalmente non era facile nascondersi da Voi-Sapete-Chi. Silente disse loro che la cosa migliore era usare l’Incanto Fidelius, un incantesimo incredibilmente complesso che consiste nel nascondere con la magia un segreto dentro una sola persona vivente. L’informazione è nascosta dentro la persona prescelta, o Custode Segreto, e quindi è impossibile da trovare… A meno che, naturalmente, il Custode Segreto non decida di renderla nota. Finché il Custode Segreto si fosse rifiutato di parlare, Voi-Sapete-Chi avrebbe potuto perquisire per anni il paesino dove erano nascosti James e Lily senza trovarli, nemmeno se fosse andato a sbattere il naso contro la finestra del loro salotto!”
    “E Black era stato ovviamente scelto come Custode Segreto dei Potter!” Esclamò la professoressa McGranitt. “James Potter disse a Silente che Black sarebbe morto piuttosto che rivelare dove si trovavano, che lo stesso Black progettava di nascondersi… eppure Silente rimase preoccupato. Ricordo che si offrì lui stesso come Custode Segreto per i Potter. Era certo che qualcuno vicino a loro stesse tenendo informato Voi-Sapete-Chi sui loro spostamenti.” Continuò. “In verità da qualche tempo sospettava che qualcuno dalla nostra parte avesse tradito e stesse passando un sacco di informazioni a Voi-Sapete-Chi.”
    “Ma James Potter insistette per affidarsi a Black.” Fece Vitious. “E poi, appena una settimana dopo che l’Incanto Fidelius era stato eseguito… Black li tradì.”
    “Proprio così. Black era stanco di fare il doppio gioco, era pronto a dichiarare apertamente che stava dalla parte di Voi-Sapete-Chi, e pare che avesse progettato di farlo alla morte dei Potter. Ma, come tutti sappiamo, Voi-Sapete-Chi fallì col piccolo Harry. Svaniti i suoi poteri, terribilmente debole, fuggì. E questo lasciò Black in una posizione molto spiacevole. Il suo Signore era caduto proprio nel momento in cui lui, Black, aveva mostrato la sua vera anima di traditore. Non ebbe altra scelta se non fuggire a sua volta…”
    “Sporco schifoso voltagabbana!” Urlò Hagrid. “Io l’ho incontrato! Devo essere stato l’ultimo che l’ha visto prima che ammazzasse tutte quelle persone! Sono io che ho portato via Harry dalla casa di Lily e James dopo che li ha uccisi! L’ho portato via da quelle rovine, povero piccolino, con una ferita grossa sulla fronte, e i suoi genitori morti… e Sirius Black salta fuori con quella sua moto volante. Non avevo capito che cosa faceva là. Non sapevo che era il Custode Segreto dei Potter. Pensavo che aveva appena sentito la notizia dell’attacco di Voi-Sapete-Chi e che era venuto a vedere cosa poteva fare. Tutto bianco e tremante, era. E sapete che cosa ho fatto? HO CONSOLATO QUEL TRADITORE ASSASSINO!” Ruggì Hagrid.
    “Hagrid, ti prego!” Disse la professoressa McGranitt. “Parla piano! Qualcuno potrebbe tornare indietro…”
    “Come facevo a sapere che non era disperato per Lily e James? Invece lui pensava a Voi-Sapete-Chi! E poi mi dice ‘Dammi Harry, Hagrid, sono il suo padrino, lo curo io…’ Ah! Ma io avevo ordini precisi da Silente, e ho detto a Black che no, che Silente ha detto che Harry deve andare da suo zio e sua zia. Black ha insistito ma alla fine si è arreso. Mi ha detto di prendere la sua moto per portare via Harry. ‘A me non serve più’ dice.
    “Ma io dovevo saperlo che c’era qualcosa che non andava. Lui amava quella moto, perché allora la dava a me? Perché non gli serviva più? Perché era troppo facile da trovare. Silente lo sapeva che lui era il Custode Segreto dei Potter. Black sapeva che doveva scappare quella notte, sapeva che era questione di ore prima che il Ministero gli dava la caccia.
    “E se gli davo Harry, eh? Ci scommetto che lo buttava giù dalla moto dritto in mare. Il figlio del suo migliore amico! Ma quando un mago passa al Lato Oscuro, non c’è niente e nessuno che gli importa più…”
    I ragazzi si voltarono verso il punto dove immaginavano si trovasse Harry, il quale aveva cominciato a tremare per la rabbia.
    “Ma non è riuscito a sparire, eh? Il Ministero della Magia l’ha catturato il giorno dopo!” Riprese il guardiacaccia.
    “Ahimè, magari.” Disse Caramell amaramente. “Non siamo stati noi a trovarlo. È stato il piccolo Peter Minus, un altro amico dei Potter. Impazzito di dolore, senza dubbio, sapendo che Black era il Custode Segreto dei Potter, è andato a cercarlo.”
    “Minus… quel ragazzino grasso che gli correva sempre dietro a Hogwarts… Sì, lo ricordo bene.” Ammise Vitious.
    “Venerava Black e Potter, erano i suoi idoli.” Aggiunse la professoressa McGranitt. “Ma non era dotato come loro. Spesso sono stata dura con lui. Potete immaginare come… come mi dispiace adesso…” Era come se all’improvviso le fosse venuto il raffreddore.
    “Su, su, Minerva.” Fece Caramell gentilmente. “Minus è morto da eroe. I testimoni, Babbani, naturalmente a cui poi abbiamo cancellato i ricordi, ci hanno raccontato come Minus ha affrontato Black. Dicono che singhiozzava: ‘Lily e James, Sirius! Come hai potuto!’ E poi ha preso la bacchetta magica. Beh, naturalmente Black è stato più veloce. Ha polverizzato Minus…”
    La professoressa McGranitt si soffiò il naso e disse con voce confusa: “Stupido ragazzo… sciocco ragazzo… era sempre un disastro nei duelli… doveva lasciar fare al Ministero…”
    “Parola mia, se ero io a trovare Black prima di Minus, non perdevo tempo con le bacchette, ma lo squartavo pezzo a pezzo…” Ringhiò il guardiacaccia.
    “Non sai quello che dici, Hagrid.” Disse Caramell severo. “Nessuno, a parte i Maghi Tiratori Scelti della Squadra Speciale Magica, sarebbe riuscito a far fronte a Black, una volta in trappola. Io ero viceministro al Dipartimento delle Catastrofi Magiche a quell’epoca, e fui uno dei primi ad arrivare dopo che Black uccise tutta quella gente. Io… io non lo scorderò mai. A volte me lo sogno ancora. Un cratere al centro della strada, cosi profondo che aveva distrutto la fognatura. Corpi dappertutto. Babbani che urlavano. E Black lì in piedi che rideva davanti a ciò che era rimasto di Minus… un mucchietto di stoffa macchiata di sangue e qualche… qualche frammento…”
    Caramell si interruppe bruscamente.
    “Black fu portato via da venti uomini della Pattuglia della Squadra Speciale Magica e Minus ricevette l’Ordine di Merlino, Prima Classe, alla memoria, che credo fu di qualche consolazione per la sua povera madre. Da allora Black è sempre rimasto ad Azkaban.”
    La vicepreside sospirò. “È vero che è impazzito, Ministro?”
    “Vorrei poterlo dire!” Esclamò Caramell lentamente. “Credo che certamente la sconfitta del suo maestro lo abbia messo fuori gioco per un po’. L’assassinio di Minus e di tutti quei Babbani fu l’atto di un uomo disperato, senza via di scampo: crudele e inutile. Ho incontrato Black nella mia ultima ispezione ad Azkaban. Sapete, gran parte dei prigionieri stanno seduti e borbottano tra sé nel buio, privi di senno… ma vedere come Black sembrava normale mi ha lasciato di stucco. Mi ha parlato come un essere ragionevole. È stato snervante. Sembrava solo annoiato: mi ha chiesto il giornale. Sì, mi ha stupito lo scarso effetto che i Dissennatori sembrano avere su di lui… ed era uno dei prigionieri più sorvegliati, sapete? Dissennatori fuori dalla sua cella giorno e notte.”
    “Ma perché crede che sia fuggito?” Chiese Vitious. “Santo cielo, Ministro, non starà cercando di riunirsi a Lei-Sa-Chi, vero?”
    “Oserei dire che questo è il suo piano… finale.” Disse Caramell evasivo. “Ma speriamo di catturarlo molto prima. Devo ammettere che Voi-Sapete-Chi solo e senza complici è una cosa… ma ridategli il suo servitore più fedele, e tremo al pensiero di come potrebbe risorgere in fretta…”
    “Andiamo.” Mormorò Harry, girandosi e uscendo dalla Sala Grande, seguito dagli altri, preoccupati.
    Si diresse verso il giardino, dove si tolse il mantello, continuando ad avanzare in direzione della Foresta Proibita.
    “Harry, fermati!” Lo chiamò Erza.
    Majutsu obbedì, per poi voltarsi. “Lui… Lui era loro amico… Era il mio padrino… e ci ha tradito!” Urlò, scatenando un’onda di energia magica che generò un colpo di vento.
    Nessuno sapeva cosa dire.
    “Si fidavano di lui… Avete sentito, no?”
    “Harry-”
    “Lo sapevano tutti! Anche Lupin! È per questo che non mi ha detto chi era il migliore amico di mio padre! Perché avrebbe dovuto rivelarmi che era anche il suo assassino!”
    Harry a quel punto alzò la mano, facendo apparire la sua spada.
    “Erza… per piacere, affrontami a duello.” Disse semplicemente. “Ho bisogno di scaricare questa rabbia… e tu sei l’unica in grado di resistere ai miei colpi.”
    Natsu, Gray e Happy scattarono immediatamente all’indietro, mentre Titania sostituiva la sua divisa con l’armatura, brandendo subito una spada.
    “Ne sei sicuro?” Chiese seria. “L’ultima volta abbiamo quasi distrutto la gilda.”
    “Se non faccio nulla rischio di esplodere.”
    “Molto bene allora.”
    “Q-Questa non ci voleva… uno scontro tra loro due lascerà profonde ferite al castello!” Esclamò preoccupato Gray.
    “Allora, sei pronta?”
    “Quando vuoi.”
    I due maghi di Classe S scattarono uno contro l’altro nello stesso instante, facendo scontrare le due lame tra di loro e provocando un’onda d’urto che fece cadere all’indietro Ron, Hermione, Ginny e Neville.
    Gli altri restarono in piedi solo per pura fortuna.
    “Ed era solo il primo colpo!” Gridarono i gemelli.
    In quel momento cominciò ad alzarsi del vento, seguito da un forte rumore, quasi uno stridio.
    “Non mi tratterrò!” Esclamò Harry, cominciando a creare una sfera di fuoco.
    “Fatti sotto!”
    Majutsu non se lo fece ripetere due volte e scagliò la magia contro l’amica, che riuscì a respingerla, lanciandola in alto, ma con somma sorpresa di tutti i presenti, questa andò a scontrarsi contro qualcosa.
    Tutti alzarono lo sguardo e videro un oggetto blu cominciare a precipitare verso una delle torri del castello, avvolto dalle fiamme. Prima che potessero anche solo pensare di intervenire, l’oggetto andò a sbattere contro le mura, ribalzando contro di esse più volte, per poi cadere nel parco, lasciando un profondo solco nel terreno, mentre le fiamme si spegnevano da sole.
    “Avete… colpito un ufo?” Domandò Hermione incredula, mentre si avvicinavano cautamente all’oggetto.
    “No… direi piuttosto… che hanno colpito una cabina del telefono volante…” Rispose George. “Anzi, direi una cabina della polizia Babbana. Ne ho vista qualcuna in giro a Londra da piccolo, ma sono sicuro che non volassero.”
    In quel momento la porta della cabina si aprì verso l’interno, lasciando uscire un arpione che andò a colpire il bordo della porta, conficcandosi nel legno.
    “Che… cosa?!” Esclamarono tutti quanti, sorpresi.
     
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    Capitolo 58: L'uomo pazzo con una cabina - Torna all'indice dei capitoli
    Harry ed Erza fecero sparire le loro armi -la seconda tornò in divisa- e si avvicinarono alla cabina blu, che era caduta a terra orizzontalmente, mostrando così la porta al cielo, perché aperta verso l’interno e con l’arpione ancora aggrappato al bordo.
    “Potter!” Sentirono urlare, mentre Piton e gli altri insegnanti, seguiti dal Ministro e dal resto degli studenti correvano verso di loro. “Che cos’avete combinato?!”
    “Noi niente, professore.” Rispose Majutsu, mentre dietro di lui gli altri si trattennero dal fischiettare innocentemente. “Questa… cosa è sbucata fuori dal nulla.”
    “Non dire assurdità, Potter.” Replicò l’insegnante di Pozioni. “È impossibile smaterializzarsi dentro Hogwarts.”
    Ma prima che potessero dire altro, una mano sbucò dalla porta, appoggiandosi saldamente sul bordo.
    “Tranquilla, che cosa vuoi che succeda? Nessuno ci vedrà!” Sbottò una voce femminile. “Faremo solo una piccola deviazione, dopo ti porterò sul pianeta Barcellona come da programma!”
    Sotto gli occhi sorpresi di tutti, una ragazza dai capelli castani uscì dalla cabina, ma la cosa che stupì i presenti era che sembrava reduce da una scalata, nonostante la cabina fosse ben più piccola di lei come profondità.
    “E invece eccoci qui, precipitati contro un vecchio castello e- Oh, salve!” Esclamò la ragazza, accorgendosi dei maghi. “Un minuto e siamo da voi.”
    Nessuno, nemmeno Silente, seppe cosa dire mentre la sconosciuta saltava fuori, per poi chinarsi nuovamente verso l’interno della cabina.
    “Vieni pure su! Nessuna eruzione vulcanica o altro di potenzialmente mortale!”
    “Davvero? Peccato!” Rispose una voce, che sembrava trovarsi molto lontano. “Speravo in qualche nuovo brivido!”
    “Scusate… ma chi siete?” Chiese la McGranitt, facendo girare la ragazza verso di lei.
    “Oh, siamo solo … turisti, sì. Stiamo provando un nuovo tipo di mezzo di trasporto e-”
    “A forma di cabina della polizia?” Domandò scettica Hermione.
    “Il mio capo è un tipo molto… bizzarro…”
    “Ehi, guarda che ti sento!” Esclamò la voce di poco prima, mentre un uomo usciva dalla cabina.
    Aveva dei disordinati capelli castano scuro, indossava lunghi pantaloni scuri arrotolati in basso, una camicia a quadretti rosa coperta da un gilet marrone e un vistoso farfallino rosso attorno al collo.
    “E fra parentesi, questa bellezza è fantastica, soprattutto per via di questa forma!” Continuò, battendo una mano sulla cabina. “E vi sconsiglio di offenderla. Potrebbe arrabbiarsi.”
    Majutsu si avvicinò a Hermione. “È uno di loro a emanare l’energia che sentivi?”
    La Granger scosse la testa. “No… ma sento qualcosa di familiare… forse nascondono un oggetto magico con quel potere…”
    “Chi siete?” Domandò pacato Silente, avvicinandosi ai due.
    “Oh, ma dove sono finite le mie buone maniere?” Ribatté l’uomo, per poi indicare con le mani la ragazza al suo fianco. “Lei è Clara Oswald. Io invece sono il Dottore!”
    “Dottore… chi?” Chiese Piton, gelido.
    Immediatamente Clara si portò una mano sulla fronte, sospirando, mentre l’uomo ridacchiò.
    “Adoro quella domanda!” Rispose entusiasta. “Ma il mio nome è semplicemente il Dottore. Voi invece chi siete? Mi sembrate fam-”
    “Dottore!” Esclamò la ragazza, per poi indicare Harry. “Quel ragazzo… ha una cicatrice a forma di fulmine sulla fronte!”
    L’uomo si voltò nella direzione indicata, per poi battere le mani.
    “Incredibile!” Affermò, avvicinandosi subito al ragazzo, guardandolo in faccia. “Sembra davvero Harry Potter! La somiglianza è incredibile! C’è solo quel tatuaggio in più… la prossima volta che vuoi fare un cosplay ti consiglio di informarti meglio.”
    Majutsu chiuse gli occhi, trattenendosi dal replicare con un pugno. “Per vostra informazione… io sono Harry Potter… e quel tatuaggio fa parte di me da diversi anni, ormai.”
    “Non ci prendere in giro, ragazzo.” Intervenne Clara. “Non puoi di certo essere Harry Potter. E poi oltre a te ci dovrebbero essere… Ron… Hermione… Silente… Piton… Diamine Dottore, dove ci hai portato? A un raduno di fan?”
    “Uhm… Non saprei…” Rispose l’uomo, per poi tirare fuori da una tasca quella che sembrava una bacchetta di metallo con un interruttore, che premette subito facendo accendere una luce verde e producendo un ronzio.
    Prima che qualcuno potesse fare qualcosa, la puntò contro la cicatrice di Harry, per poi spostarla dopo pochi secondi, alzandola verso l’alto e continuando a guardare la luce.
    “Dunque, la cicatrice è vera. Quindi, Clara, direi che siamo finiti proprio a Hogwarts. Azzarderei intorno al terzo anno di Harry.”
    “Stai scherzando?!”
    “Forse sì. O forse no. Non mi ricordo se scherzo. È come quando mento.”
    “Ma chi è questo pazzo?” Domandò Gray, facendo subito sgranare gli occhi a Erza, che batté un pugno contro il palmo dell’altra mano.
    “La profezia!” Esclamò, attirando l’attenzione di tutti su di sé. “Tra qualche mese scoprirai qualcosa che ti sconvolgerà. Subito dopo verrai messo nuovamente alla prova per colpa di un uomo pazzo.” Ripeté.
    “Oh, così vengo ancora definito un uomo pazzo? Ottimo!” Esclamò sorridendo il Dottore.
    “Non che tu faccia molto per dimostrare il contrario…”
    “E dove sarebbe il divertimento? A proposito… potresti andare a controllare dove sono finiti i nostri ospiti? Temo che qualunque cosa ci ha colpiti li possa aver fatti precipitare all’interno più del previsto… e preferirei evitare che si mettano a distruggere qualcosa per uscire.”
    “Ma quanto è grande là dentro?” Domandò Lucy perplessa.
    “Credimi ragazza, potreste metterci dentro questo castello e avanzerebbe ancora molto, molto, molto spazio.” Rispose Clara, per poi chinarsi nuovamente dentro la cabina. “Tutto bene laggiù?”
    Per qualche secondo non successe nulla.
    Poi, sotto lo sguardo stupefatto di tutti i maghi, compreso Silente, una ragazza dai lunghi capelli neri e bianchi, con addosso una maglietta blu a maniche lunghe e dei pantaloni azzurri, uscì in volo dalla cabina, restando sospesa nel vuoto per qualche secondo, prima di atterrare dolcemente a terra accanto a Clara. La nuova arrivata fissò uno a uno chi aveva di fronte, squadrandoli con i suoi occhi, le cui iridi erano una nera e l’altra bianca.
    “Cos’è successo?” Chiese il Dottore, per nulla sorpreso.
    “Oh, nulla. Siamo solo quasi finiti contro quella stella che tieni lì dentro. Siamo riusciti a evitarla per poco.” Rispose lei, calma.
    “Menomale. Sarebbe stato piuttosto difficile trovarne un’altra.”
    “Una… stella, aye?” Domandò Happy, sbattendo le palpebre, per poi urlare. “Lì dentro c’è una stella?!”
    “Una stella, una biblioteca, un luna park, una piscina olimpionica… fai prima a chiedere che cosa non c’è.” Rispose Clara, sorridendo.
    “Un incantesimo di espansione.” Fece Vitious, entusiasta. “Non credevo fosse possibile espandere a tal punto uno spazio e-”
    Ma il professore si zittì quando il Dottore alzò un dito, per poi scuotere la testa.
    “Per piacere, non paragoni il mio TARDIS a un mero incantesimo. Questa ragazza sexy è molto migliore della magia!”
    “Aspetta… tu non sei un mago?” Intervenne Caramell, sorpreso. “Allora come fai a essere qui? Dovrebbe essere impossibile per i Babbani raggiungere Hogwarts!”
    “Lo sarebbe… se lui non fosse il Dottore, se questo non fosse un TARDIS e se noi non fossimo con loro.” Rispose la ragazza dai capelli bianchi e neri, guardando verso l’interno della cabina. “Non è vero?”
    “Arrivo, arrivo.” Disse una nuova voce, quasi scocciata.
    Questa volta a uscire in volo fu un ragazzo. Questi sembrava la versione maschile della ragazza, poiché aveva gli stessi capelli e occhi. Indossava dei pantaloni lunghi neri e una maglietta a maniche corte bianca con disegnato sopra quello che pareva un cuore a cinque punte, il quale era anche la forma del ciondolo che teneva attorno al collo.
    Non appena uscì, Hermione fece un passo indietro.
    “Che succede?” Le chiese subito Neville.
    “Lui… possiede un potere senza pari.” Rispose al suo posto Luna, guardando seria, e forse preoccupata, il nuovo arrivato, che atterrò a fianco di quella che sembrava essere la sua gemella.
    “Scusate il ritardo, ma dopo aver evitato la stella sono andato a scontrarmi con la sala giochi, e ho preferito sistemarla prima di uscire.” Fece, sorridendo.
    “Dopo che l’hai distrutta.” Disse ridacchiando la ragazza.
    “Beh, non è colpa mia se ci stavamo allenando quando quella magia ci ha colpiti facendo sbandare il TARDIS. Che poi, Dottore, non dovrebbe essere quasi impossibile perdere l’equilibrio al suo interno?”
    “Probabilmente il colpo, unito alle barriere magiche del castello, l’ha destabilizzato. Hai visto se il nucleo è intero?”
    “Sì, sì, nessun danno per fortuna. Sarebbe stata una scocciatura doverlo riparare, anche per me.”
    “C-Chi sei?” Chiese Hermione, guardandolo spaventata.
    Il ragazzo si girò a guardarla, per poi voltarsi verso la sua gemella. “Siamo finiti di nuovo a Hogwarts, Hikari?”
    “Così pare, Dark, ma sembra in un periodo precedente alla nostra prima visita.”
    “Chi diamine siete?!” Urlò Natsu, facendosi avanti.
    A vederlo i due spalancarono gli occhi, leggermente sorpresi.
    “Natsu? Che diamine ci fai qui a Hogwarts?” Domandò Hikari, per poi notare solo allora gli altri. “Aspettate… ci sono anche Erza, Gray e Lucy!”
    “Come fate a sapere i nostri nomi?!” Chiese subito Erza, preparandosi a evocare la spada.
    “Non è l’unica anomalia.” Fece notare Dark, per poi indicare Harry, spostandosi subito dopo su Ron, Hermione, Fred, George, Neville, Ginny, Luna e Happy. “Anche loro sono fuori dalla norma.”
    “Quindi sapete cos’è successo?” Domandò Clara. “Insomma… noi non possiamo essere davvero qui! Dovremmo essere finiti dentro un l-”
    “Clara, noi siamo già stati a Hogwarts in passato.” Rispose Hikari, interrompendola. “Solo, era diversa. E Natsu e i suoi amici non erano di certo qui. Li abbiamo incontrati solo diverso tempo dopo.”
    “Posso sapere quando sareste stati qui?” Intervenne Silente. “Se la mia memoria non m’inganna, e solitamente non lo fa, non mi pare di avervi mai visti tra gli studenti. E due fratelli come voi me li ricorderei.”
    Dark e Hikari si guardarono, per poi scoppiare a ridere.
    “Fratelli?” Ripeté il ragazzo. “No, no, qui c’è un equivoco. Lei è la mia compagna.”
    “Già. Non abbiamo alcun legame di sangue tra di noi.”
    Dopo questo scambio di parole calò il silenzio totale.
    “Sembrano più gemelli di noi… e non sono nemmeno parenti?!” Esclamarono assieme Fred e George, increduli.
    “La domanda tuttavia non cambia.” Fece Piton, continuando a fissare i due. “Quando siete venuti a Hogwarts?”
    “Uhm… direi tra qualche anno. E probabilmente in una linea temporale diversa. Confermi, Dottore?”
    L’uomo tirò di nuovo fuori la sua bacchetta di metallo, alzandola verso l’alto, per poi portarsi un dito in bocca e sollevarlo subito dopo, come per sentire il vento.
    “Sembrerebbe proprio di sì! Pare che l’input di energia che hai fornito al TARDIS ci abbia fatto attraversare il confine della nostra linea temporale, spedendoci di fatto in un universo parallelo. Di nuovo.” Precisò. “Fortuna che questa volta ci sei tu come fonte d’alimentazione ausiliare.”
    “Così mi fai sembrare una batteria…” Mormorò Dark, sospirando.
    “Quindi… nemmeno voi siete maghi?” Domandò il Ministro.
    “Beh, non maghi come intendete voi.” Rispose Clara. “Ma di certo, se solo volessero, potrebbero sconfiggervi tutti a occhi chiusi e senza usare nemmeno un dito.”
    “Clara, per piacere. Una volta tanto vorremo passare per quasi normali.”
    “Viaggiando con noi? Impossibile.”
    Dark sospirò. “E la cosa divertente è che non possiamo nemmeno replicare questo punto.”
    “Insomma, chi siete?!” Esclamò Harry. “Continuate a dire cose senza senso!”
    I due falsi gemelli si guardarono, per poi annuire.
    “Io sono Dark. Ex Custode dell’Equilibrio.”
    “Io invece sono Hikari, l’attuale Custode dell’Equilibrio.”
    “No.” Fece Hermione, indicando Dark. “Tu… il potere che emani… è di gran lunga superiore al suo. Chi sei davvero?”
    Il ragazzo sorrise. “Credo che per voi sia meglio non scoprirlo.”
    “E chi sei per deciderlo?!” Gridò Erza. “Sei forse qualcuno che ci vuole eliminare?”
    “Che?! Certo che no! Nonostante chi sono, sto dalla parte dei buoni, credetemi.”
    “Ehm… Ragazzi?” Fece Clara, venendo però ignorata.
    “Cosa vuoi dire?”
    “Gente?” Ritentò la ragazza viaggiatrice, senza riuscire a ottenere attenzione.
    “Sentite, non posso dirvi chi sono davvero solo per la vostra sicurezza. Qualcuno potrebbe pensare di usarvi in qualche modo contro di me e-”
    Un rumore secco tuttavia deviò l’attenzione di tutti i presenti.
    Dall’interno del TARDIS uscì una fortissima luce, mentre in contemporanea qualcosa brillò attorno al collo di Hermione.
    “Cosa?” Fece lei sorpresa, mentre Harry ed Erza, che erano al suo fianco, la guardavano preoccupati.
    “Hermione, che c-” Cominciò a chiedere Majutsu, poco prima che la luce aumentasse d’intensità, costringendolo a chiudere gli occhi.
    Quando li riaprì, lui, Erza e Hermione si ritrovarono da soli, sempre nel parco di Hogwarts.
    Ma la neve, il TARDIS e tutti gli altri sembravano essersi volatilizzati.
    “Cos’è successo?” Chiese Titania, guardandosi attorno.
    “Oh, no… No, no, no…” Mormorò Hermione, tirando fuori da sotto la divisa quello che sembrava un ciondolo a forma di clessidra. “Non doveva succedere! Non l’ho nemmeno toccata!”
    “Hermione?” Domandò Harry. “Che cos’è quello?”
    La ragazza sussultò, per poi voltarsi a guardare i due amici.
    “È… è il motivo per cui riesco a seguire tutte quelle lezioni… è una Giratempo.”
    “Una che cosa?”
    “Un oggetto in grado di portarmi indietro nel tempo, anche se solo di poche ore al massimo. È molto difficile ottenerne una, Silente e la McGranitt hanno praticamente dovuto supplicare il Ministero per farmela avere, facendomi giurare di non dirlo a nessuno e di usarla solo per seguire le lezioni.”
    “Ecco spiegato come mai sembravi essere in due posti in contemporanea. Lo eri davvero!” Esclamò Erza. “Quindi adesso siamo tornati indietro di qualche ora?”
    “No.” Rispose Harry, guardandosi intorno. “Non c’è neve. E la temperatura è maggiore rispetto agli ultimi giorni.”
    “Meglio andare a vedere allora.” Fece Erza. “E non appena ritroviamo quel tipo proseguiremo la discussione. Dev’essere stata colpa sua.”
    Hermione restò in silenzio, non del tutto sicura di quell’affermazione.

    Il trio si nascose dietro alcune colonne, osservando diversi studenti cambiare aula.
    “Decisamente non siamo più a Natale.” Borbottò Harry. “Ma la cosa che mi preoccupa è che non riconosco nessuno.”
    “Quel Dark… Parlava di una linea temporale diversa… Non ci avrà spedito lì, vero?”
    “Speriamo di no.” Rispose Hermione. “Sarebbe terribile, soprattutto perché in quel caso non potremmo tornare indietro.”
    “Di solito come fai?”
    “Aspetto. La Giratempo funziona in un solo senso. Per questo non torno indietro mai più di tre ore.”
    “Capisco…”
    “Ehi! Che cosa ci fai qui?” Esclamò uno voce dietro di loro.
    I tre si girarono, ritrovandosi a guardare un ragazzo dai capelli neri apparentemente del quarto anno, con il simbolo di Grifondoro sulla divisa.
    “C-Cosa?” Fece Hermione.
    “Non tu, dolcezza. Ramoso!” Disse, guardando Harry. “Capisco che tu faccia il filo a Evans, però uscire con un’altra rossa non mi sembra la cosa più intelligente da fare. E te lo dice un esperto!”
    “R-Ramoso?” Ripeté Majutsu, incredulo.
    Il ragazzo lo guardò curioso.
    “Che hai fatto alla fronte? Gli occhi posso capire, ammetto che il verde attira sicuramente di più del nocciola, ma quell’obbrobrio invece direi proprio che farà scappare le ragazze.”
    “Scusa… ma temo tu ti stia confondendo.” Intervenne Erza. “Lui non è Ramoso.”
    Il ragazzo si voltò verso di lei.
    “Non so chi sei, bellezza, però ti posso assicurare che so riconoscere il mio migliore amico. Allora Ramoso, perché tutta questa resistenza al buon vecchio Felpato? Credevo che per oggi avessimo in mente di fare uno scherzo a Mocciosus! Io, Lunastorta e Codaliscia ti aspettiamo da quasi un’ora!”
    Hermione si voltò a guardare Harry, il quale restò in silenzio.
    “Perdonami, ma davvero non so chi tu sia.” Disse infine.
    “Su, ora basta. Cominci a preoccuparmi. Non vorrai ignorarmi così, vero?”
    “Titania… piano di fuga C.” Fece Majutsu, facendo sorridere la rossa.
    “Come vuoi. Non le uso spesso, però…”
    Mentre diceva ciò portò una mano dentro la manica dell’altro braccio, per poi tirarla fuori assieme a una pallina nera. “…Cambiare ogni tanto non fa di certo male.”
    Senza alcuna esitazione la buttò a terra, provocando un bagliore che costrinse Felpato a chiudere gli occhi.
    Quando li riaprì, dei tre non era rimasta alcuna traccia.
    “E ora dove sono finiti? E soprattutto, come osa Ramoso creare un nuovo scherzo da solo?! Ah, ma appena lo ritrovo…”
    E senza dire altro corse via.
    Poco lontano, il trio lo osservò allontanarsi.
    “Okay… direi che siamo nei guai. Decisamente non siamo indietro di poche ore o giorni.” Fece Hermione, deglutendo.
    “In compenso, abbiamo realizzato uno dei sogni di Fred e George: conoscere dal vivo uno dei Malandrini.”
    “E a scoprire l’identità di un altro.” Aggiunse Harry, serio. “Perché da quel che so, l’unico con cui potrei essere confuso… è mio padre.”
    “Potrebbe essere una coincidenza, no?”
    “Sinceramente, quante possibilità ci sono che sia così? Senza contare che continuava a insistere sul chiamarmi Ramoso.”
    “Un modo c’è… per esserne sicuri.” Disse Erza, guardando l’amico. “Però… devi esserne sicuro.”
    “Ci ho già pensato… e ho paura della risposta. Perché se fosse così, significa che siamo tornati indietro di più di vent’anni.”
    “Però… è meglio sapere la verità. Ogni cosa che facciamo qui, potrebbe alterare il futuro.”
    Harry ci pensò qualche secondo, per poi annuire e tirare fuori la Mappa del Malandrino.
    I tre la guardarono attentamente. All’interno del castello, al secondo piano videro il nome ‘James Potter’, affiancato da quello di ‘Minerva McGranitt’. Due piani sopra, riconobbero il nome di ‘Remus Lupin’ e di ‘Peter Minus’. Infine, poco lontano da dove si trovavano adesso, il nome ‘Sirius Black’ si muoveva velocemente verso il castello.
    “Sirius… Black…” Lesse Harry, stringendo con forza la mappa. “Lui era… Black…”
    Erza lo afferrò subito per la spalla.
    “Non possiamo fare nulla. Posso capire la tua rabbia, però-”
    “Potrei impedirgli di tradire i miei genitori!” Replicò Majutsu. “Così… loro sarebbero ancora vivi…”
    “Harry, pensa alle conseguenze! Non sai nemmeno come si sono conosciuti i tuoi genitori. Per quanto ne sappiamo, potrebbe essere stato proprio Black a farli incontrare.”
    Il moro restò in silenzio, per poi allontanarsi.
    “Scusate, ho bisogno di stare da solo per un po’. Tranquille, non andrò a salvare i miei genitori.” Disse sarcastico, senza nascondere la sua irritazione.


    “James!” Urlò Sirius, avvicinandosi all’amico, il quale stava parlando con una professoressa McGranitt decisamente più giovane. “Che razza di scherzi sono questi?!”
    “Sir? Di cosa stai parlando?” Chiese Potter, guardandolo e sbattendo le palpebre.
    “E me lo chiedi pure?! Prima ti metti a farti tatuaggi assurdi sulla fronte e a cambiarti colore degli occhi, poi esci con ben due ragazze e infine fingi pure di non riconoscermi! Senza considerare la cosa più grave, ovvero quella granata di luce! Credevo che ogni nuovo scherzo dovesse venire detto agli altri!”
    La professoressa di Trasfigurazione fece un colpo di tosse. “Se permette, signor Black, le posso assicurare che il signor Potter è rimasto con me per l’ultima mezz’ora a chiedermi informazioni sulla lezione di prima. Anche se sinceramente non voglio sapere a cosa gli servano tali approfondimenti, e tremo al pensiero di ciò che potrete farci.”
    Sirius la guardò sorpresa. “Davvero? E allora con chi diamine ho parlato?”
    “Aspetta, stai dicendo che c’era davvero uno uguale a me?”
    “Era la tua copia sputata, tranne appunto il colore degli occhi, la mancanza degli occhiali e un assurdo tatuaggio al cui interno c’era una specie di fulmine stilizzato.”
    Mentre i due parlavano, la McGranitt sospirò, per poi allontanarsi, borbottando qualcosa sulle buffonate.
    “Guarda Felpato, ti assicuro che io non c’entro davvero nulla.” Disse James, guardando l’amico, per poi portarsi una mano sotto il mento. “Probabilmente è qualcuno che vuole gettare cattiva luce sulla mia magnifica figura. Dieci a uno è il risultato di una pozione Polisucco. E sappiamo bene che c’è solo una persona che ne sarebbe capace.”
    “Mocciosus dici? In effetti, questa tua copia era con una ragazza che somigliava terribilmente a Evans. L’ha chiamata Titania se non sbaglio.”
    “Che razza di nome è Titania?”
    “Titania è il nome che Shakespeare, uno scrittore Babbano, ha dato alla regina delle fate. Non che mi aspettassi che tu lo conoscessi, Potter.”
    I due si girarono, ritrovandosi a guardare una ragazza di Grifondoro dai capelli rossi e gli occhi verde smeraldo, che in quel momento li stavano fissando gelidi.
    “Evans! Come al solito, la tua fonte di conoscenza è pressoché infinita. Quando mi concederai il piacere di condividerla con me a pieno?” Fece James, mimando un inchino.
    “Quando l’inferno gelerà e Tu-Sai-Chi si metterà a vendere panini per strada, magari distribuendo anche delle caramelle ai bambini.” Replicò lei, acida. “Che cos’altro avete in mente tu e la tua banda di stupidi?”
    “Oh, nulla al di fuori dal normale. Tu invece hai sempre intenzione di perdere tempo dietro a quella serpe?”
    “Almeno lui studia seriamente, e non per creare degli scherzi idioti e privi di significato.” Concluse lei, per poi allontanarsi.
    “Sai Ramoso, mi chiederò sempre che cosa ci trovi in una come lei.”
    “Che vuoi farci, le ragazze ribelli sono il mio punto debole. Soprattutto se sono rosse.”

    “Etciù!” Starnutì Erza.
    “Salute.” Disse Hermione, guardandola.
    “Grazie. Che strano però, non ho freddo…”
    “Forse qualcuno ti stava pensando?”
    “Nah, altrimenti avrei passato anni a starnutire, visto che Gerard non voleva altro che usarmi come sacrificio. Piuttosto, hai scoperto qualcosa?”
    L’altra scosse la testa, mentre osservava il suo schermo olografico, dentro il quale c’era l’immagine della Giratempo.
    “Purtroppo no. La mia analisi ha solo confermato che il suo limite dovrebbe essere di poche ore al massimo, e solo verso il passato. Sono state fatte così apposta perché non vengano usate per modificare la storia. Altrimenti chiunque potrebbe riscriverla come vuole.”
    “E allora come siamo finiti qui?”
    “Forse c’entra quella luce uscita dalla cabina di quel Dottore.” Azzardò la castana. “In effetti, sembra che la mia Giratempo sia entrata in risonanza proprio con quella cosa.”
    “Una cabina in grado di volare che riesce a influenzare la magia? Sarebbe preoccupante come cosa.”
    “Io sono più preoccupata per quel tipo… Dark. Tu hai idea di cosa sia un Custode dell’Equilibrio? Ha detto che prima era lui, mentre quello attuale è la sua compagna.”
    “Mai sentito nominare prima. Eppure lui conosceva tutti noi… Ed è rimasto particolarmente sorpreso dalla nostra presenza. Che cosa può significare?”
    “Non lo so… ma il suo potere è davvero spaventoso. E sono sicura che si stesse pure trattenendo.”

    “Come sarebbe a dire che non è un pericolo?!” Esclamò Harry, guardando una figura di fronte a lui. “Per colpa sua siamo finiti nel passato!”
    “Da quel che ho sentito e visto, lui era sorpreso quanto voi. Natsu l’ha attaccato subito dopo, ma il suo fuoco non ha nemmeno bruciato i suoi vestiti.”
    “E allora cosa dobbiamo fare? È già un miracolo che sia riuscito a parlare con te!”
    “Al momento il proprietario di quella strana cabina sta cercando una soluzione. A quanto pare, se ne intende di viaggi del tempo.”
    “Speriamo bene. Farò fatica a trattenermi dall’uccidere Black. Averlo così vicino e non poter fare nulla…”
    “Posso capire come ti senti, ma lascia che te lo dica: uccidere una persona non è mai la scelta giusta. Il peso che ti porteresti sulle spalle non sparirebbe mai.”
    Majutsu spostò lo sguardo.
    “Prova a capire perché ha tradito i tuoi genitori. Forse, per quanto assurda e sbagliata, c’è una spiegazione e-”
    “Una spiegazione?!” Replicò il moro, irato. “Ha consegnato alla morte i miei genitori! Quale giustificazione ci può mai essere per questo?! Io sono vivo solo per pura fortuna, e adesso, o nel futuro, come vuoi dire, vuole concludere l’opera!”
    La figura non disse nulla, per poi girarsi.
    “Cercherò di far sapere che state bene.” Disse, allontanandosi, lasciando così Majutsu da solo.
    “Maledizione!” Urlò lui, scagliando una sfera d’energia contro un albero, che cedette e cadde all’indietro. “Sono solo un debole…”
    La sua attenzione a quel punto venne attirata da una serie di risate.
    Senza aspettare un secondo, cominciò a correre verso la loro fonte, per poi nascondersi lontano dalla vista.
    Lì, in mezzo al prato, un ragazzo dai capelli neri a caschetto sembrava essere sospeso in aria a testa in giù, tenuto per una caviglia da una figura invisibile.
    E sotto di lui, Black, un ragazzo che Majutsu riconobbe subito anche senza averlo mai visto prima, e altri due ragazzi, tutti e quattro di Grifondoro, stavano ridendo.
    “Allora Mocciosus, vuoi dirci cos’hai fatto?” Chiese James, tenendo la bacchetta verso il ragazzo.
    “Per l’ultima volta, Potter. Se il tuo amico Black ha le visioni, il mio unico consiglio è di fargli visitare il San Mungo. Magari lo rinchiudono per sempre e ci liberiamo definitivamente della sua presenza!”
    “James, io comincio a stufarmi. Oggi Mocciosus è decisamente meno divertente del solito.” Sbuffò il diretto interessato.
    “Oh, a questo rimediamo subito.” Rispose il moro, muovendo la bacchetta e facendo fare un giro completo a mezz’aria alla loro vittima, mentre gli altri due ragazzi ridevano.
    “Fantastico…” Mormorò Harry, con una faccia disgustata. “Ora mi spiegò perché Piton mi odia così tanto… Mio padre era un idiota.”
    Il ragazzo fu fatto girare di nuovo. A quel punto, Harry decise di fregarsene del futuro.
    Basta così! Urlò, ma con sua sorpresa, la sua voce si era unita a quella di un’altra persona.
    Dall’altra parte rispetto a lui, Evans si stava avvicinando, con il viso deformato in una smorfia di rabbia.
    “Eccolo!” Esclamò Sirius, indicando Harry. “È lui!”
    “Oh, allora Mocciosus davvero non c’entrava.” Fece James, senza però mostrare pentimento nella sua voce. “E per Merlino, sembra davvero la mia copia mal riuscita.”
    “Lascialo andare, Potter!” Gridò Evans, raggiungendolo e indicando il ragazzo.
    “Perché dovrei farlo? È uno schifoso Serpeverde. Deve imparare a stare al suo posto.”
    “Tutto qui?” Domandò Harry, avvicinandosi. “Questa è la vostra ridicola motivazione?” Continuò, per poi tirare fuori la bacchetta per fingere di lanciare un incantesimo, mentre con la sua magia infrangeva quella che tratteneva il ragazzo, che cadde a terra con un tonfo.
    Evans andò subito ad aiutarlo ad alzarsi.
    “Tutto bene?” Chiese preoccupata.
    “Sì… Sì, grazie…” Rispose lui, sollevato, per poi guardare Harry. “Ma lui chi è? Non l’ho mai visto prima…”
    “Nemmeno io. Cosa strana, visto che sembra essere di Grifondoro ed è quasi la copia sputata di Potter.”
    James invece, assieme agli altri tre ragazzi, osservava incuriosito suo figlio.
    “Non male. Incantesimo non verbale. E sei solo del terzo anno, direi.”
    “Perché stavate importunando quel ragazzo?”
    “Chi, Mocciosus? È il nostro passatempo preferito. E poi, credevamo che tu fossi lui che si era trasformato in me, ma a quanto pare, dev’esserci qualche altro studente che per qualche misterioso motivo ce l’ha con me.”
    “Mi chiedo chi possa mai esserci, oltre a quasi tutta la scuola, visto come ti comporti.”
    A Harry sfuggì lo sguardo di meraviglia mista a una lieve ammirazione sul volto dell’unica ragazza presente.
    “E ad ogni modo, questo è il mio aspetto. Fattene una ragione, p- Potter.” Si corresse subito.
    “Davvero? E allora come ti chiami, sentiamo.”
    Harry restò in silenzio. Non poteva di certo dirgli il suo vero nome.
    “Majutsu. Majutsu Tail!” Si presentò.
    A quello Black scoppiò a ridere.
    “Majutsu? Ed io che pensavo che il nome della tua amica fosse strano!” Esclamò.
    “È davvero un nome ridicolo.” Ridacchiò il ragazzo basso e grassoccio al suo fianco.
    “Hai ragione, Peter.” Disse il quarto ragazzo, che sorrise.
    “Portalo in infermeria, per piacere.” Disse Majutsu a Evans, che annuì, per poi allontanarsi con il ragazzo di Serpeverde.
    “Ed io che credevo che Evans fosse l’unico grifone a simpatizzare con i serpenti.” Commentò Black, non nascondendo una vena di disgusto all’ultima parola.”
    Harry restò in silenzio, a fissarlo con uno sguardo infastidito.
    Infine sospirò, per poi girarsi.
    “Non valete nemmeno il mio tempo.” Asserì. “Siete solo dei maghetti che si divertono a tormentare gli altri.”
    “E tu allora? Vai in giro spacciandoti per me! E non mi dire che quello è il tuo vero aspetto! Credi che non ti avrei mai notato?”
    Harry sorrise. “Credi a ciò che vuoi.” Concluse, allontanandosi.
    Sirius e James restarono a osservarlo dirigersi verso la Foresta Proibita.
    “Remus, hai la mappa con te, vero?” Chiese Ramoso.
    “Certo. L’avevo presa nel caso non avessimo trovato subito Mocciosus.” Rispose lui, tirando fuori dalla tasca un foglio di pergamena, che aprì subito, pronunciando la formula per far apparire la mappa.
    Ma non appena lo fece, sgranò gli occhi.
    “Che succede?” Domandò Peter, sorpreso.
    “James, è meglio che venga tu stesso a vedere. La mappa non riconosce chi usa la Polisucco, vero?”
    “No. Non siamo riusciti ancora a risolvere quel problema. Purtroppo le riconosce per le persone in cui si sono trasformate. Dunque l’ha davvero usata per trasformarsi in me?”
    “Beh, dipende… James, per caso tu in realtà ti chiami Harry? Perché qui dice che Harry Potter si sta allontanando verso la Foresta Proibita.”




    ------------------
    E come regalo di Natale, ecco qui il nuovo capitolo!
    Dunque, ecco rivelato il mistero! Il Dottore arrivato è il numero 11, accompagnato da Clara e da due misteriosi personaggi.
    Complimenti a chi ha intuito il loro arrivo! Infatti si tratta di Dark e Hikari, due miei personaggi originali provenienti dall&#39;altra mia fan fiction "Equilibrio".
    Devo dire che pensavo avreste indovinato tutti cosa sarebbe successo con l&#39;arrivo del Dottore, ma vedo con piacere che sono riuscito a tenerlo come effetto sorpresa. Ora che Harry, Erza e Hermione sono nel passato che cosa succederà? Solo guai ovviamente XD.
    Beh, temo che per il 2015 sia tutto... perciò non mi resta che augurarvi buon Natale e felice anno nuovo!
    Ci vediamo nel 2016 con il proseguimento di questa saga, che avrà i suoi colpi di scena, di cui uno assolutamente fondamentale per l&#39;intera storia!
    Alla prossima!
     
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    Capitolo 59: Caos - Torna all'indice dei capitoli
    “Che cos’hai detto?!” Esclamò James, raggiungendolo e strappandogli la mappa dalle mani.
    “Harry Potter?” Ripeté Sirius, sorpreso. “Non sapevo che avessi un parente che frequenta Hogwarts.”
    “Questo perché non ho un parente che si chiama Harry Potter! Sono figlio unico, e non ho nemmeno un cugino con lo stesso cognome. Sono letteralmente il Potter più giovane, e dovresti saperlo bene. La mappa deve avere ancora qualche difetto. Dopotutto, l’abbiamo creata solo di recente.”
    “Però finora non ha mai sbagliato.” Osservò Peter.
    Codaliscia, per piacere, vuoi davvero dirci che credi ci sia un altro Potter oltre a me? Forse è riuscito a combinare la pozione Polisucco a qualche altro incantesimo, così da potersi nascondere meglio.”
    “Oppure hai avuto un figlio e non ce lo vuoi dire? Però diamine, Ramoso, non credevo che tu fossi così precoce!”
    “Idiota!” Replicò James, dandogli un pugno sulla spalla. “E poi, se fosse stato mio figlio, di sicuro ci avrebbe aiutato con Mocciosus, invece di prendere le sue difese.”
    “Non dirmi che ci stai davvero pensando su!”
    “Un modo c’è per sapere se la mappa mente o no.” Intervenne Remus.
    “Ovvero? Dicci tutto, Lunastorta.”
    “Basterà seguirlo, no? E abbiamo chi fa al caso nostro.”
    James, Sirius e Remus si voltarono verso Peter, che sospirò.
    “Non c’è un’altra maniera? Avete idea di quanti gatti ci sono in giro?”
    “Non ci dirai che hai paura, vero?” Lo provocò James. “E poi tranquillo, noi saremo poco lontani da te, ma tu sei l’unico che si può avvicinare senza destare sospetti.”
    Codaliscia sospirò. “Okay, okay, lo farò. Ma voglio la vostra parte di dolci per questo!”

    “Insomma, dov’è finito Majutsu?” Si chiese Erza, battendo ritmicamente un piede a terra.
    “Perché continui a chiamarlo così?”
    “Me l’ha fatto capire lui. Non possiamo usare i nostri veri nomi qui. Rischiamo solo di provocare del caos. Io e lui siamo a posto, abbiamo già i nostri. Ti consiglio di pensarne a uno anche per te.”
    “Dici? Non credo sia un pericolo per me. In fondo, solo Harry rischia di alterare il proprio futuro.”
    “Vuoi davvero rischiare? Metti anche solo che lo sappia qualcuno dalla parte di Voldy. Potrebbe andare a cercare i tuoi genitori e ucciderli.”
    “Vero…”
    “Grazie ancora, Lily.” Fece una voce.
    Le due ragazze si allontanarono subito, nascondendosi dietro una parete, per poi voltarsi verso la voce. Il ragazzo che era stato aggredito dai Malandrini stava attraversando il corridoio all’aperto, accompagnato da Evans.
    “Di nulla Sev, ma ricordati di ringraziare anche quel ragazzo, quando lo rivedi.”
    “Dubito potrò farlo. Potter aveva ragione sul fatto che deve aver usato la pozione Polisucco. Mi ricorderei bene se ce ne fossero due con quella stupida faccia.”
    Erza si sbatté una mano sul volto. “Non poteva stare fermo, vero? Doveva proprio mettersi in mezzo…”
    “Aspetta… Quella ragazza l’ha chiamato Sev… Titania, non ti ricorda nessuno?”
    La maga di Classe S guardò meglio il ragazzo, per poi spalancare gli occhi. “No… Non può essere! Quello sarebbe… Piton?”
    “Così dice la Mappa.” Rispose Harry, sbucando come dal nulla alle loro spalle, con la pergamena tra le mani. “Lei invece si chiama Lily Evans.”
    “Lily… Come tua ma-”
    “Non come… lo è. Evans è il cognome da nubile di mia zia. Non l’ho capito subito perché non avevo sentito il nome… mentre mi sarebbe bastato guardarle gli occhi. Sono uguali ai miei.”
    “Aspetta… quindi Piton conosceva tua madre? Ed era pure suo amico?!” Chiese Hermione incredula, mentre un topo le passava vicino.
    “Così sembra, ma a quanto pare non gli è bastato per non odiarmi.” Disse, osservando Severus e Lily allontanarsi.
    “Che cosa facciamo?”
    “Per questa notte ci nasconderemo nella Foresta Proibita. Erza, nelle tue riserve hai un kit da campeggio, vero?”
    “Purtroppo no. Sono specializzata con le spade e vestiti, tengo ben poco di altro. Solitamente mi porto dietro tutto di peso, ma ovviamente non ho portato nulla a Hogwarts.”
    “Capisco… Allora vedrò di trasfigurare qualcosa io. Non sarà il massimo, ma meglio di niente.”
    “E con le bestie della Foresta?” Domandò Hermione.
    “Credi davvero che ci preoccupino? Siamo riusciti a uscire vivi da Raptor, Deliora, Voldy junior e Gerard. Qui la cosa peggiore che possiamo trovare sono dei ragni giganti, ma basterà stare lontani dalla loro zona.”
    “Okay… beh, credo sia la fortuna di trovarsi con due maghi di Classe S…”
    Majutsu guardò di nuovo la mappa per assicurarsi che nessuno li potesse vedere. “Bene, via libera. Domani torneremo qui e cercheremo maggiori informazioni su come possiamo tornare a casa.”
    Le ragazze annuirono, per poi seguirlo in direzione della Foresta Proibita.

    “James!!!” Urlò Peter, correndo verso gli amici più velocemente che poteva, per poi fermarsi una volta giunto da loro, ansimando per la fatica.
    “Allora? Scoperto nulla?”
    “N-Non ci crederete… Ma anche loro… hanno la Mappa!”
    A quelle parole gli altre tre Malandrini spalancarono gli occhi.
    “Cos’hai detto?” Esclamò Sirius. “Ne sei sicuro?”
    “Sì. Ho visto il falso James tenerla in mano. E non è tutto.”
    “Cos’altro c’è?”
    “Sembra… che conoscano Mocciosus, ma ne parlavano come se non lo vedessero da tempo. Il falso James diceva… che conosceva sua madre. Sono arrivato che ne stavano parlando. Inoltre, non sono studenti.”
    “Non sono studenti?” Ripeté sorpreso Remus. “Eppure hanno la divisa e il simbolo di Grifondoro. Quello viene consegnato solo agli studenti, non è nemmeno possibile replicarlo.”
    “Nemmeno la nostra Mappa dovrebbe esserlo.” Replicò scocciato Ramoso. “Non mi piace questa storia… Hanno detto altro?”
    “La ragazza dai capelli rossi… ha lasciato intendere che sapesse usare le spade. Mentre il ragazzo parlava di trasfigurare degli oggetti per passare la notte nella Foresta Proibita.”
    “Dormire nella Foresta? Ma sono più stupidi di quanto sembrano allora!”
    “Hanno detto… che le creature al suo interno non li spaventano… e…”
    “E…?”
    “E… parlavano di Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato… come se lo avessero affrontato e non ne avessero paura.”
    “Che cosa?!” Esclamò Sirius, incredulo. “Ma è impossibile! Sono solo dei ragazzini!”
    “La castana ha chiamato gli altri due maghi di Classe S, ma non ho mai sentito prima una simile classificazione.”
    “Nemmeno io.” Fece Lunastorta. “Forse è un loro modo per identificarsi.”
    “Bah, maghi di Classe S o stregoni da Due Soldi, la questione non cambia! Ci hanno copiato la mappa e umiliato, quindi, in qualità di secondo gruppo di Malandrini di Hogwarts, è nostro dovere riscattarci!” Esclamò James.

    ~~~~~~~~~~~



    Majutsu era seduto davanti a un piccolo focolare, mentre dietro di lui c’erano due tende.
    Era calata la notte, e lui ed Erza avevano deciso di fare dei turni per assicurarsi che nessun animale della Foresta li attaccasse.
    E ora Harry stava pensando a tutto quello che aveva scoperto in una sola giornata.
    “Che ironia…” Mormorò. “Ho sempre desiderato che succedesse qualcosa di simile… e ora che è successo spero che finisca il prima possibile.”
    Un fruscio attirò la sua attenzione.
    Poi, da dietro un albero spuntò fuori un cervo, che avanzò lentamente verso di lui.
    “Uh? Vuoi vedere che qui ci sono creature anche innocue?” Fece sorpreso Majutsu, guardando l’animale.
    Il cervo si fermò a pochi metri da lui.
    “Sono messo proprio male, eh?” Continuò lui, sospirando. “Incontrarli mi ha scosso più del dovuto… e dire che ho pure rischiato di venire sacrificato per far tornare in vita il mago più pericoloso di tutti… Dovrei essere abituato alle stranezze.”
    Il cervo rimase dove si trovava, mentre Harry alzava lo sguardo verso l’alto, riuscendo a scorgere lo spicchio di luna che li sovrastava.
    “Dire che poi sono rimasto deluso è un eufemismo. Da come me ne parlavano tutti, pensavo fosse migliore, e invece ho verificato di persona che era un idiota in piena regola.”
    “Un cervo?” Disse Erza, uscendo da una delle tende. “Non pensavo ce ne fossero nella Foresta Proibita.”
    “Nemmeno io, ma sembra docile, quindi non dobbiamo preoccuparci.”
    “Ne sei sicuro?”
    “Ho notato che gli animali tendono a non interagire troppo con chi è stato a contatto con l’Eterion. Ed io, che stavo per venire assorbito, devo essere proprio insopportabile per loro.” Ridacchiò Majutsu.
    “Non dire così. Ci hai salvati tutti, oltre ad aver impedito il ritorno di Zeref. Tremo al solo pensiero di ciò che sarebbe successo se fosse tornato in vita…”
    Harry annuì, ma non disse altro.
    “Sai… capisco come ti senti. Quando ho rivisto Sho e gli altri, ero felice. Ma scoprire che stavano facendo del male ad altri… Non ti nascondo che sono rimasta scioccata.”
    “Io… Io non so cosa fare… vorrei intervenire… ma ho paura. Perché se dovessi cambiare le cose… potrei non conoscervi mai. Potrei non finire mai a Fiore. E nonostante tutto quello che mi è successo… non credo potrei davvero rinunciare alla mia vita così com’è.”
    “Ogni ricordo è prezioso.” Disse lei. “Anche quelli dolorosi. In fondo, sono stati loro a plasmarci. Perciò, Majutsu, vedi di non dimenticarlo. E poi, senza di te non sarebbe divertente. Sei l’unico che mi tiene testa quando combatto.”
    “Lo stesso vale per te, Titania.”
    A quel punto il cervo girò, per poi sparire tra gli alberi della foresta.


    “Allora?” Domandò Sirius, vedendo James rientrare nella Sala Comune, togliendosi il mantello dell’invisibilità di dosso. “Gli hai fatto prendere uno bello spavento?”
    “No… non ci sono riuscito. Avevano deciso di fare la guardia.” Rispose Ramoso, sedendosi su una delle poltrone.
    “E allora? Non mi dirai che ti sei fermato per quello!”
    “No, no. È quello di cui stavano parlando che mi ha fermato.” Rispose sincero Potter.
    “Ovvero?” Chiese Remus.
    “Lunastorta, tu hai mai sentito parlare di un mago di nome Zeref?”
    “Zeref? No, mai sentito. Perché?”
    “Perché ne parlavano… dicevano che il falso me aveva impedito il suo ritorno… salvando così la vita ai suoi amici. Inoltre continuava a blaterare sul fatto che non poteva cambiare le cose…”
    “E la Mappa?” Domandò Peter.
    “Non l’aveva con sé. Anche se sarebbe stato inutile, visto che non rileva gli animali. Se è uguale alla nostra ovviamente.”
    “Quindi, ricapitoliamo: c’è una copia non fedele di Ramoso che si chiama Harry Potter, una ragazza che somiglia a Evans e una terza ragazza che sembra non aver nessun collegamento con qualcun altro e che la mappa non riesce a capirne il nome per qualche motivo.” Riassunse Felpato.
    “Inoltre, sembra che i nomi che hanno usato li usino tra di loro normalmente, proprio come noi.” Aggiunse James.
    “Quindi c’è Majutsu Tail, Titania e una ragazza senza nome.” Disse Lunastorta. “Inoltre, conoscono Hogwarts ma non ne fanno parte.”
    “E devono conoscere anche qualcuno di noi.” Continuò Ramoso. “Quel Majutsu… diceva di essere rimasto deluso da qualcuno di cui gli avevano parlato bene… e che ha definito un idiota.”
    “Allora dev’essere Felpato!” Scherzò Codaliscia.
    “Ehi, come sarebbe a dire?!” Replicò questi, facendo scoppiare tutti a ridere.
    “Beh, ad ogni modo, direi che possiamo dormirci su. Sono accampati nella Foresta Proibita e non sembrano intenzionati ad andarsene presto.” Concluse James, sbadigliando.

    La porta del dormitorio maschile si aprì lentamente, lasciando entrare una mano con una bacchetta.
    Accio mantello.” Sussurrò una voce.
    Uno dei bauli si aprì, lasciando uscire il mantello dell’invisibilità, che venne preso al volo dalla mano, che si ritirò subito.
    “Spiacente Potter… ma ora ne ho bisogno io.”


    Majutsu sbadigliò, per poi guardare la posizione della luna.
    Erza era rientrata nella tenda per dormire, e lui era rimasto a fare la guardia. Ma dopo il cervo, non era accaduto nient’altro di interessante.
    “Okay… credo sia il momento di fare cambio.” Fece, alzandosi da terra.
    Ma prima che riuscisse a fare un passo, sentì un ramo spezzarsi.
    Il mago di Classe S si girò subito, portando la mano in avanti.
    “Chi va là?” Esclamò, guardandosi attorno, ma senza riuscire a vedere nessuno.
    Alzò la mano, creando una sfera di luce per illuminare lo spiazzo dove si trovavano, senza però riuscire a vedere nulla.
    “Sarà stato un animale?” Si chiese, ma qualunque altra cosa stesse per dire, s’interruppe quando sentì la punta di una bacchetta dietro il collo.
    “Come… Come hai fatto? Senza bacchetta?” Chiese una voce che aveva già sentito.
    “Ognuno ha i suoi segreti… Ora, mi aspettavo un grazie, non una minaccia… Evans.” Disse Majutsu senza girarsi.
    La ragazza a quel punto si tolse il mantello, rivelandosi completamente. “Lo avrei fatto, se solo tu non fossi così sospetto. Pure Potter e i suoi amici se ne sono resi conto, ed è tutto dire.”
    “Davvero? In effetti, forse sono stato troppo incauto… ma davvero, minacciarmi? Un po’ azzardato, non trovi? Soprattutto considerando che le mie amiche si trovano a pochi metri di distanza. Mi basterebbe urlare per svegliarle.”
    “Mi spiace, ma ho già usato un incantesimo di silenzio attorno a noi due. Non ci può sentire nessuno.”
    A sentire ciò Harry scoppiò a ridere.
    “Lo trovi così divertente?”
    “No, no.” Rispose lui, scuotendo una mano. “Solo, per qualche motivo, ho trovato la cosa ironica. Uso spesso anch’io l’incantesimo di silenzio.”
    “E allora perché non l’hai usato prima? Almeno ora Potter non saprebbe di te… Harry.”
    Sentendo ciò Majutsu interruppe di colpo le sue risate.
    “Come mi hai chiamato?”
    “Harry Potter. È questo il tuo vero nome, no? Almeno stando a quanto dice quella mappa.”
    “La Mappa? Hanno già creato la Mappa?!”
    “Già? Ma che cosa stai dicendo? Da come parli sembra quasi che tu-”
    Evans s’interruppe di colpo, togliendo la bacchetta di dosso a Harry, che a quel punto si voltò a guardarla, tenendo la sfera d’energia ancora attiva.
    “Che succede, Lily?” Chiese lui, senza scomporsi.
    “Tu… Anzi, voi tre… non siete di questo tempo, vero?”
    “Complimenti. L’hai capito, eh? Anche se forse non abbiamo fatto molto per nasconderlo, ora che ci penso.”
    “Cielo… Tu sei il figlio di Potter! Ecco perché sei praticamente identico a lui!” Esclamò incredula, indietreggiando.
    “Solo come aspetto. Come hai visto, ho una linea di pensiero leggermente diversa dalla sua.”
    “Ma com’è possibile? Non esiste un incantesimo in grado di far viaggiare nel tempo!”
    “Ci sono molte cose misteriose nel mondo, Evans.” Esordì Erza dietro di lei, affiancata da Hermione. “E al momento stiamo ancora cercando di capire come siamo finiti qui.”
    “Tu… Tu non sarai mia figlia, vero?” Chiese di punto in bianco Lily.
    Come risposta Majutsu e Titania si guardarono, per poi mettersi a ridere.
    “No, no, tranquilla. La nostra somiglianza è puramente casuale.” Rispose Erza, sorridendole.
    “Però questo è un guaio… Nessuno doveva scoprirci.” Fece Hermione, mordendosi un’unghia. “Ora il nostro tempo è a rischio…”
    “Tranquilla. So benissimo che cosa si può rischiare viaggiando nel tempo. Prima di venire qui ho visto un po’ di film sull’argomento, perciò procederò a cancellarmi la memoria per sicurezza. Ma ditemi… da quanti anni nel futuro venite? Mi sembrate del terzo anno, sbaglio?”
    “No, non sbagli.” Rispose Harry. “Ma non possiamo dirti il periodo esatto da cui proveniamo, scusa.”
    “Sì, immaginavo una simile risposta.” Ridacchiò Lily, guardandolo. “Allora… Harry. Tuo padre è rimasto sempre lo stesso idiota o quella sventurata che l’ha sposato è riuscita a fargli mettere la testa a posto?”
    Harry si grattò una guancia, non sapendo bene come rispondere al fatto che sua madre si era appena insultata da sola.
    “Beh… diciamo che la sua ombra di ragazzaccio è rimasta… ma ben sopita…”
    “E tu sei cresciuto con linee di pensiero per fortuna ben diverse dalle sue. A quanto pare la stupidità Potter si è fermata con lui, grazie al cielo.”
    “Quella sì… la spericolatezza direi di no…” Mormorò Hermione.
    La Grifondoro del passato a quel punto si voltò a guardarla.
    “Tu invece chi sei?”
    “Il mio nome è Hermione Granger. Ma qui… beh, Titania mi ha consigliato di cercare un altro nome, perciò puoi chiamarmi Joanne Heartphilia!”
    A quel nome gli altri due la guardarono male.
    “Beh, Lucy non se la prenderà se uso il suo cognome, no?”
    “Immagino di no… ma quel nome?” chiese Erza.
    “È il primo che mi è venuto in mente. Probabilmente ho letto qualche libro scritto da un’autrice con quel nome.”
    “E tu invece come ti chiami?”
    “Erza Scarlett, sopranominata Titania. E se serve un altro cognome da usare qui, allora credo che sceglierò Tail.”
    “Ma dai, anche tu?” Esclamò Harry, sorridendo. “Io mi sono presentato a mio padre come Majutsu Tail.”
    “In pratica avete deciso inconsciamente di farvi passare per fratelli.” Ridacchiò Lily.
    “Ah, questa situazione è pazzesca!” Esclamò Hermione, portandosi le mani tra i capelli. “Siamo finiti nel passato, non abbiamo la più pallida idea di come tornare indietro e i Malandrini ci hanno presi come loro obiettivo! Peggio di così non può andare!”
    In quel momento un tonfo risuonò nella foresta.
    “Grazie Hermione, ci serviva proprio quella frase.” Sbottò Erza, preparandosi a combattere.
    Un albero venne fatto cadere da una chela gigante, mostrando quello che probabilmente era uno dei figli di Aragog, che avanzava minaccioso verso di loro.
    “Un ragno gigante?!” esclamò spaventata Lily, mentre Harry la superava.
    “A quanto pare in qualunque tempo, vogliono sempre fare spuntini con noi umani. Non saranno il mostro della Camera, ma di certo non sono più innocui.”
    “Camera? Intendi la Camera dei Segreti?” Chiese sorpresa Evans.
    “Già. L’abbiamo scoperta qualche mese fa e Harry ha ucciso il mostro al suo interno.”
    “Davvero? Allora avete dimostrato che Hagrid era innocente!”
    “Fortunatamente sì.” Rispose Titania, per poi far apparire la sua spada. “E ora sembra che potrò recuperare il divertimento che mi sono persa mentre ero pietrificata.”
    “Come-”
    “Hermione, analisi!” Ordinò Majutsu, facendo apparire anche lui la spada. “Questa volta non voglio rischiare di fare errori. Senza considerare che non c’è Natsu e il mio controllo sul fuoco non è lontanamente al suo livello.”
    La castana annuì, facendo apparire lo schermo olografico con le informazioni sulla creatura.
    “Acromantula adulta.” Lesse, sotto lo sguardo stupefatto di Lily. “Altamente velenosa e pericolosa grazie alle sue potenti chele. È considerata come una delle creature magiche più letali.”
    “Stupefacente… non ho mai sentito parlare prima di una magia simile!” Esclamò entusiasta Lily, facendo sorridere Harry, che si affiancò a Erza.
    “Sbaglierò, ma ho l’impressione che stavolta tu ti voglia mettere in mostra.”
    “A questo punto ormai non vedo perché non farlo.” Replicò lui, alzando la spada.
    “Allora si va?”
    “Sì.”
    In perfetta sincronia, i due maghi di Classe S saltarono verso il ragno gigante, tranciandogli subito una zampa a testa e facendolo così barcollare all’indietro.
    Majutsu avvolse la sua spada con il fuoco, mentre Erza sostituì la sua con una che emanava elettricità.
    Senza aspettare oltre, i due saltarono sull’Acromantula, per poi trafiggerla assieme in mezzo agli occhi, facendole così cacciare un grido di dolore. Majutsu e Titania a quel punto saltarono giù, osservando la creatura cadere a terra, esanime.
    “Un gioco da ragazzi.” Commentò Erza, facendo sparire la spada. “Da come me lo avevi raccontato, pensavo peggio.”
    “Questa era una sola. Noi ci siamo trovati faccia a faccia con tutta la loro colonia. Non c’è paragone!” Replicò Harry, per poi voltarsi a guardare la madre.
    “Q-Quello non mi sembra il programma di Hogwarts…” Disse, incapace di trovare altre parole.
    “Direi proprio di no. Diciamo che abbiamo avuto anche altri… maestri.”
    “E per voi quella era anche una cosa da niente?”
    “Credimi, anch’io ho visto una creatura ben peggiore. Per non parlare di una magia molto più potente di quella che hanno usato loro adesso.” Disse Hermione.
    “Che diamine è successo nel futuro? Voi-Sapete-Chi è riuscito a vincere?”
    “No, no. Tutto quello che abbiamo vissuto prima di Hogwarts aveva ben poco a che fare con lui.” Rispose Erza. “Anzi, noi non sapevamo nemmeno della sua esistenza prima di iscriverci a Hogwarts assieme a Harry.”
    “Come? Sei anche tu una nata Babbana?”
    “Non saprei. Non mi ricordo i miei genitori. So solo che da bambina ho imparato a usare la magia da sola. Inoltre, vengo da un altro Stato, nascosto anche ai maghi del resto del mondo.”
    “Esiste un posto del genere? Ma allora come fai a conoscere Harry?”
    “Quando avevo otto anni, per sbaglio mi sono smaterializzato da loro. Da allora siamo rimasti in contatto.” Rispose Majutsu, optando per una mezza verità.
    “E tuo padre non ha detto nulla? Non voglio criticare, ma solitamente i maghi non combattono in quel modo.”
    “Ecco-”
    “Uh, uh, uh…” Ridacchiò una voce profonda, che fece mettere subito sull’attenti tutti e quattro. “A quanto pare, il Maestro aveva visto bene…”
    “Chi sta parlando?” Esclamò Erza, guardandosi attorno.
    “Quando vi ha visti, ha subito percepito che qualcosa non era normale… così mi ha ordinato di seguirvi… e sono contento di essere stato scelto io.”
    A quelle parole, il corpo dell’Acromantula cominciò a brillare, ma si trattava di una luce strana. Era quasi nera, e mostrava solo il profilo della creatura, che si rimise in piedi. Sotto lo sguardo incredulo dei presenti, gli arti tagliati ricrebbero quasi all’istante, mentre la ferita inferta sulla testa si richiuse. Poi il ragno cominciò ad aumentare di dimensioni.
    Ma la sua metamorfosi non si limitò a quello: il corpo cominciò a venire ricoperto da quella che sembrava un’armatura, mentre dalle chele sbucarono decine di braccia armate di spade
    Il mostro spalancò tutti e otto gli occhi, ora rossi come il fuoco, mentre dalla cima della sua testa cominciò a crescere quello che pareva essere un busto umano.
    “C-Cosa diamine è quello?” Domandò Titania, questa volta facendo apparire la sua armatura e due spade.
    “Non ne ho idea! L’altra volta non era successo nulla del genere!” Rispose Harry, rievocando la sua arma, ma questa volta affiancandola con la bacchetta.
    “La mia magia non riesce ad analizzarlo! Ma percepisco un’energia ben maggiore rispetto a prima!” Avvertì Hermione, preoccupata, mentre si metteva davanti a Lily per farle da scudo.
    “Sciocchi mocciosi. Non potete sperare che delle fate come voi possano opporsi a me.” Disse la creatura, mentre sul busto appariva una bocca, che si deformò subito in un ghigno. “Io sono una creatura del Caos! La vostra magia è impotente di fronte a me!” Urlò, provocando un’onda d’urto che fece tremare anche il suolo.
    Majutsu e Titania osservarono l’ex Acromantula, ormai alta quasi venti metri, con lo sguardo pieno di sorpresa e incredulità.
    “Una creatura del caos?” Ripeté Lily, guardandola.
    “Proprio così, umana. E sono qui per eliminare le fate che si opporranno al mio Maestro!”
    “Che cosa sei esattamente?” Chiese Harry. “E come fai a sapere di Fairy Tail?!”
    “Il mio Maestro ha interrogato un umano chiamato Klaun, che gli ha rivelato tutto quanto su di voi, ma era a conoscenza di Fairy Tail già da tempo.”
    “Ancora Klaun?” Asserì Erza. “Quindi c’è ancora lui dietro a tutto ciò?”
    “Avete frainteso. Lui è stato costretto a dirgli di voi. Ha riconosciuto che il potere del mio Maestro era nettamente superiore al suo.” Disse la creatura. “Ma ora basta parlare! Non vedo l’ora di far annegare i vostri cuori nell’Oscurità!”




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    Beh, tra tutti i giorni, non potevo non postare oggi!
    Come molti di voi ormai sapranno, manca davvero poco (meno di un'ora) alla trasmissione dei primi quattro episodi in italiano di Fairy Tail, quindi era l'occasione giusta per aggiornare XD.
    Senza contare che ho avuto l'onore e il piacere di preparare i video per il rilascio online delle sigle italiane (che potete vedere dalla mia pagina facebook), quindi diciamo che sono abbastanza gasato al momento XD.
    Okay, ma torniamo alla storia! Come avete letto, Lily ha scoperto quasi tutto, ma questo l'ha ovviamente trascinata nei guai alla Fairy Tail... e ora Majutsu, Titania e Hermione dovranno affrontare uno dei nemici più forti incontrato finora.
    Chi ha letto la mia altra fan fiction probabilmente ha già capito chi si trova dietro a tutto ciò, ma vedrete: saprò sorprendere anche voi ù.ù
    Bene, con questo è tutto direi... al prossimo capitolo!
     
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    Tutti quanti si portarono le mani sopra gli occhi quando la luce divenne più forte.
    Quando finalmente si dissipò, tutti cominciarono a sbattere più volte le palpebre.
    “C-Che cosa… è successo?” Fece Neville, massaggiandosi gli occhi per tornare a vedere bene.
    “Che razza di luce era quella?” Chiese Ron. “Nemmeno io sono riuscito a tenere gli occhi aperti… e di solito non ho questi problemi!”
    “Dottore?” Chiamò Dark, guardando l’uomo avvicinarsi alla cabina. “Cos’è successo?”
    Il Dottore fece una strana smorfia, per poi girarsi, alzando verso l’alto gli indici. “Beh, direi una cosa curiosa… assai curiosa…”
    “Aspettate un attimo! Dove sono finiti Harry, Erza e Hermione?!” Esclamò Natsu, guardandosi in giro.
    Immediatamente tutti quanti cominciarono a cercarli, mentre i professori, escluso Silente, puntarono le loro bacchette contro i quattro visitatori.
    “Cosa gli avete fatto?”
    “Noi niente!” Replicò Clara, per poi guardare l’uomo al suo fianco. “Vero Dottore?”
    “Beh, tecnicamente no. Almeno volontariamente. Involontariamente… beh, credo che il TARDIS non ami molto la magia. Effettivamente, non abbiamo mai avuto buoni rapporti con maghi e streghe.”
    “In parole povere, il TARDIS li ha spediti in un punto a caso del tempo e dello spazio, vero?” Domandò Hikari.
    A quella frase tutti si voltarono a guardarli.
    “Come, scusa?” Fece Lucy. “Cosa volete dire?”
    “Questa bellezza è una macchina del tempo.” Spiegò il Dottore, indicando la cabina. “Inutile che tentiate di usarla, io e mia moglie siamo gli unici rimasti nell’universo in grado di guidarla. E lei non è più tra noi.” Aggiunse subito dopo, notando lo sguardo di sorpresa e tentazione su diversi studenti. “Anche se non mi spiego perché abbia fatto sparire proprio loro tre.”
    “Non ti ricordi? Hermione lo rivela alla fine del terzo l-” Cominciò Clara, venendo poi interrotta da Dark, che le mise prontamente una mano sulla bocca.
    “E noi non possiamo rivelare il futuro.” Disse lui.
    “Perché dovremmo credervi?” Chiese Piton, guardandoli male.
    Hikari sbuffò. “Perché se solo volessimo, potremmo rivelare tutti i tuoi segreti. Tipo chi guardavi su una certa altalena da bambino.” Buttò, guardando l’insegnante di Pozioni, che sgranò gli occhi.
    “Non è possibile…” Pronunciò incredulo. “Quello… non lo sa nessuno…”
    “E conosciamo molte altre cose sul tuo conto.” Aggiunse Dark.
    “Okay, ora però rispondeteci: dove sono Harry e le ragazze?” Domandò Gray, portando un pugno sul palmo dell’altra mano, pronto a usare la magia.
    “Se il Dottore ha ragione, potrebbero essere ovunque. Su un altro pianeta, nel passato, nel futuro… Chi lo sa.”
    Incendio!” Urlò Natsu, pronunciando l’incantesimo e tirando fuori la bacchetta solo per non far cadere la copertura, scatenando su Dark un vero e proprio tornado di fuoco.
    “Dragonil!” Gridò la McGranitt, incredula. “Che cosa stai facendo?!”
    “Voglio sapere dove hanno mandato Harry, Erza e Hermione! Le fiamme non dovrebbero ucciderlo, tranquilla.” Rispose lui, per poi guardare Hikari, che si limitò a sbadigliare.
    “Scusa, ma non è il tuo ragazzo?” Domandò George. “Un minimo di preoccupazione non guasterebbe, sai?”
    “Se avessi motivo di preoccuparmi, lo farei. Ma delle fiamme così tiepide non ci preoccupano.”
    A conferma delle sue parole, il tornado di fuoco sembrò esplodere, rivelando l’ex Custode perfettamente illeso.
    “Non male, ma la prossima volta ti consiglio di aumentare la temperatura. Non mi hai bruciato nemmeno i vestiti.” Disse con noncuranza.
    “Non mi abituerò mai a questo…” Mormorò Clara, per poi guardare il Dottore. “E dire che ormai dovrei essere abituata alle cose strane… ti ho pure detto io quale TARDIS prendere…”
    “Sì, dopo aver fatto un’azione che ti è quasi costata l’esistenza stessa.” Replicò l’uomo. “Possibile che debba avere sempre dei compagni incoscienti e spericolati?”
    “C-Com’è possibile?” Balbettò incredulo Natsu. “I-Il mio fuoco… non ha nemmeno lasciato il segno…”
    “Non era mai successo prima, aye!”
    “Non prendertela male.” Disse Dark. “Semplicemente, ci vuole molta più energia per potermi ferire. Credo che ormai solo alcuni Custodi e pochi altri siano in grado di farlo.”
    “Il che comprende praticamente solo i tuoi genitori.” Commentò la ragazza al suo fianco.
    “Com’è possibile?” Domandò ancora Piton, guardando il suolo sotto di lui. “Quelle fiamme hanno bruciato anche il terreno… Non erano di sicuro basse come temperatura.”
    “Credo che pecchiate anche di esperienza. Nessuno di voi può anche solo sperare di eguagliarlo.” Disse il Dottore.
    “Già, è solo uno degli esseri più potenti che esistano.” Aggiunse Clara. “E fatico ancora a credere al resto della storia, ma dopo aver sentito che Biancaneve è finita in prigione accusata di omicidio… non me la sento di escluderlo. Considerando che è stata la diretta interessata a dircelo.”
    “Scusi, signorina Clara.” Intervenne Silente. “Se la mia conoscenza Babbana non sbaglia, Biancaneve è il personaggio di una storia.”
    “Non dove siamo stati qualche tempo fa.” Rispose Hikari. “Lì tutti i cosiddetti personaggi da fiaba vivevano una vita tutta loro, apparentemente senza sapere chi erano davvero. È stato proprio in quel posto che abbiamo incontrato il Dottore e Clara.”
    “E comunque, un nostro amico aveva incontrato Biancaneve già tempo prima, assieme ad altre principesse fiabesche.” Aggiunse Dark. “E anche molti altri personaggi più o meno famosi e considerati inesistenti.”
    “Allora, se mi permetti, rifaccio la domanda che ti è stata posta prima.” Continuò Silente. “Chi sei? Hai l’aspetto di un ragazzo, ma è lampante che non lo sei. I tuoi atteggiamenti sono finti e-”
    “E sei sorpreso di non riuscire a leggere la mia mente, vero? È da quando siamo arrivati che ci stai provando, senza risultati.”
    Il preside spalancò leggermente gli occhi.
    “Credevi che non me ne sarei accorto? Ho affrontato diverse creature in grado di giocare con la mente. Anche se l’unico che effettivamente è riuscito nel suo attacco… è stato mio padre…” Continuò il custode, rivolgendo uno sguardo triste a Hikari.
    “Tuo padre?” Domandò Lucy. “Perché ti ha attaccato?”
    “Oh, direi la classica ribellione figlio contro padre. Non gli andava giù il fatto che stia provando a salvare l’universo.”
    “E perché diamine non dovrebbe esserne felice?” Fece Ron. “Insomma… è assurdo, ma di certo non negativo.”
    “Non quando è tuo padre a volerlo distruggere.” Sbuffò Dark, ritrovandosi subito tutte le bacchette dei maghi presenti puntate addosso. “E ho detto che sono contro mio padre, se non fosse chiaro.”
    “Chi ce lo assicura?” Chiese il Ministro. “Hai appena ammesso che un tuo parente minaccia la nostra pace! Tu non puoi di certo essere migliore.”
    “Ora capisco perché veniva considerato un idiota.” Commentò Clara. “Nemmeno sta a sentire…”
    “Su, su, non c’è bisogno di arrabbiarsi.” Intervenne Hikari. “Vi assicuro che Dark non ha intenzione di fare del male a nessuno, se non lo ritiene necessario”
    “Come possiamo fidarci di voi? Tu sei la sua ragazza, no? È ovvio che sei dalla sua parte!”
    “Certo che sono dalla sua parte! Mi ha nominato sua Custode, oltre a farmi tornare indietro! Se non fosse per lui ora non sarei qui!”
    “Cosa intendi dire signorina?”
    “Intende dire che l’ho riportata in vita. Anche se a un prezzo molto alto.” Rispose Dark, spostando lo sguardo. “È diventata Custode dell’Equilibrio come conseguenza.”
    “Ma… Ma non esiste un incantesimo in grado di riportare in vita i morti! Nemmeno tra i più oscuri!” Esclamò Vitious.
    Il Dottore fece un colpo di tosse, attirando lo sguardo di tutti su di sé.
    “Beh, tecnicamente non sei mai totalmente morto…” Disse Clara, guardandolo. “Almeno, credo… non ho molti ricordi di quella mia versione, quindi non posso dire di esserne certa…”
    “Però il professor Vitious ha ragione. È stato dimostrato che non è possibile riportare in vita i morti.” Osservò Silente. “Con nessun incantesimo o oggetto magico.”
    Dark ridacchiò. “Infatti non ho usato alcuna pietra antica o magia oscura… ho solo rinunciato alla mia umanità.”
    “Tu… Tu non sei umano, aye?” Fece sorpreso Happy.
    “Non più. Anche se forse sarebbe più giusto dire che ho solo ripreso il mio vero ruolo.”
    “Prima hai detto che eri anche tu un Custode dell’Equilibrio, mentre Hikari è quella attuale. Significa che non ce ne può essere più di uno?” Domandò Neville.
    Hikari sospirò. “Ovunque andiamo, ci ritroviamo sempre a fare lo stesso discorso, ma possiamo parlarne dentro? Vedo che buona parte dei ragazzi sta tremando dal freddo.”
    “Non potete mettere piede dentro Hogwarts!” Tuonò il Ministro, continuando a puntargli contro la bacchetta. “Se vi avvicinate, chiamerò i Dissennatori e-”
    “E sarò più che felice di cancellare quelle disgustose creature.” Replicò Dark. “E mi creda, Ministro, io ho tutto il potere necessario per far sì che i Dissennatori vengano aggiunti alla lista delle creature magiche estinte.”
    “Prima di andare, potreste darmi una mano a rimetterlo in piedi? Finché non aggiusto lo stabilizzatore, non si può entrare.” Disse il Dottore, indicando il TARDIS.
    “Arrivo.” Rispose l’ex Custode, avvicinandosi alla cabina, per poi battere le mani e poggiarle a terra.
    Sotto lo sguardo sorpreso dei maghi, la terra sotto il TARDIS cominciò a sollevarsi, creando un piccolo cumulo che alzò la macchina del tempo, rimettendola in posizione verticale.
    “Oh, perfetto!” Esclamò l’uomo, per poi entrare. “Oh, beh, ci vorrà un po’ per sistemare tutto, ma darò priorità alle riparazioni fondamentali. Voi andate pure, vi raggiungo tra poco!”
    “Ma Dottore, abbiamo la possibilità di entrare a Hogwarts! Credevo saresti stato il primo a volerla vedere!” Ribatté Clara.
    Il Dottore uscì solo con la testa dalla porta. “Una volta aggiustato il TARDIS, andrò direttamente al giorno d’inaugurazione! Sarà molto più emozionante, no?”
    “Prima andremo a recuperare Harry, Hermione ed Erza.” intervenne Dark. “Dopotutto, abbiamo solo l’intero continuum temporale da controllare, sperando che si siano limitati a viaggiare nel tempo.”
    “Ma-” Tentò nuovamente il Ministro, interrompendosi quando tra le mani del ragazzo dai capelli bianchi e neri apparve una scia di luce, che lasciò spazio a quella che pareva una gigantesca chiave, che sembrò alzarsi da sola in direzione del castello.
    “Di già? Di solito ci mettiamo molto di più a trovarla.”
    “Che cos’è quell’arma?” Domandò incredulo Fred, osservandola.
    Hikari sorrise, per poi far apparire anche lei la stessa identica chiave. “Questo è ciò che distingue i Custodi dal resto degli esseri viventi. Il Keyblade, l’arma più potente di tutto l’universo.”
    “Tanto potente che c’è una leggenda secondo la quale ne esiste uno solo. Come potete vedere da voi, non è proprio così. Ogni pianeta ne possiede due: uno che rappresenta la Luce, uno che rappresenta l’Oscurità. Questo nel nostro universo ovviamente. Qui probabilmente non esiste nemmeno.”
    “E possiamo sapere perché state puntando una simile arma contro il castello?” Chiese la vicepreside senza nascondere la preoccupazione.
    “I Keyblade… hanno il potere unico di chiudere e aprire i passaggi dei mondi. Uno dei doveri dei Custodi è quello di chiudere questi passaggi per impedire ai mondi di venire raggiunti dall’Oscurità e venire distrutti.” Rispose Dark, mentre sulla punta del suo Keyblade cominciava a crearsi una sfera di luce, imitato da quello di Hikari.
    Con stupore di tutti, il castello di Hogwarts sembrò brillare per un istante, per poi scagliare verso il cielo un raggio di luce, che esplose come un fuoco d’artificio, creando la sagoma di una serratura gigante, che risplendette sopra le loro teste.
    “Fantastico!” Esclamarono entusiasti i gemelli Weasley, mentre anche gli altri osservavano l’insolito spettacolo.
    In quel momento dai due Keyblade partì un raggio, che colpì al centro la sagoma nel cielo, che brillò, per poi cominciare a scomparire, emettendo il rumore di una porta che veniva chiusa a chiave.
    “E anche questa è fatta, un problema in meno. Almeno non ci saranno mostri ad attaccarci.” Disse Dark, facendo scomparire l’arma.
    “Erza farebbe carte false per procurarsi quella strana spada.” Fece Gray.
    “Sfortunatamente, da noi non è stata lei la prescelta del vostro gruppo a ottenerlo.” Ridacchiò Hikari. “Certo, si fa valere ogni volta che la incontriamo… però no, lei non è in possesso di un Keyblade.”
    “Com’è possibile? Chi può esserci più adatto di le-” Cominciò Natsu, interrompendosi e voltandosi verso Neville.
    “Eh?! No, impossibile!” Esclamò subito lui, incrociando le braccia per negare. “Non sono lontanamente al suo livello!”
    L’ex Custode si mise a ridere, mentre ignorando il balbettio del Ministro si dirigeva verso il Castello, come se sapesse già dove andare.
    “Non possiamo di certo dirvi chi è stato scelto al suo posto, però sono curioso. Da noi, Hogwarts e Fairy Tail non sono mai entrati in contatto. E qui vedo che la cosa è piuttosto profonda.” Disse, per poi riservare uno sguardo veloce alle mani dei gemelli.
    Lucy decise di intervenire subito, prima che lo straniero potesse rovinare quasi tre anni di copertura.
    “B-Beh… solitamente non ci saremmo mossi dal nostro Stato… ma Harry qualche anno fa si è involontariamente smaterializzato da noi, ed è cresciuto con noi. Poi quando è arrivato Silente… beh, alla fine abbiamo deciso di venire qui tutti insieme.”
    Dark si voltò a guardarla con serietà, poi dopo pochi secondi sorrise.
    “Capisco. Ecco cos’è andato diversamente.” Commentò. “Da noi invece non siete mai usciti dal vostro Stato finché il mondo non è stato in pericolo.”
    “A causa di Voi-Sapete-Chi?” Chiese Vitious.
    “Voldemort? Mi prende in giro? Da noi la situazione è molto più grave, e quel piccolo signore oscuro non è altri che una formica rispetto ad altri che abbiamo incontrato.”
    “Voldemort una formica?” Ridacchiò Silente. “Non credo approverebbe un simile commento.”
    “Beh, quando eravamo in procinto di incontrarlo avevamo un altro avversario di cui occuparci…” Rispose Hikari. “Anche se rispetto a quello attuale…”
    “Non pensiamoci adesso.” La interruppe Dark. “Nonostante tutto, ci vorrà un po’ prima che sia nuovamente in grado di usare tutto il suo potere. Non attaccherà prima di allora.”
    Il gruppo scomparve dentro il castello, lasciando il Dottore da solo. “Bene, diamoci da fare!” esclamò, tirandosi indietro le maniche e girandosi verso la cabina.
    Ma lì, con suo stupore, trovò Luna, che stava guardando attentamente il TARDIS.
    “Tu sei la signorina Lovegood, vero?” Chiese, non sapendo bene come comportarsi di fronte a quella ragazzina.
    “Esatto, Dottore. Sa, lei è davvero contenta di viaggiare con te.” Disse Luna, poggiando una mano su una delle pareti della cabina.
    “Tu… Tu riesci a sentirla?”
    “Oh, sì. Anche più chiaramente dei Nargilli.”
    “Oh, sì, creature interessanti quelle! Difficili da trovare, però questo ti dà ancora più soddisfazione.”
    “Tuttavia… quello che avete visto insieme… è stato terribile.” Continuò Luna. “Quelle guerre… sono state orribili.”
    Il Dottore sospirò. “Già. Io le ho già viste tutte… e so qualcosa che anche Dark e Hikari ignorano, ma come Signore del Tempo, non posso di certo divulgare simili informazioni.”
    “Capisco.” Fece la ragazza, per poi allontanarsi. “Meglio che raggiunga gli altri ora.”
    Il Dottore restò a guardarla, per poi ridacchiare, entrando nella cabina. “È un peccato che non possa venire con noi, vero?” Osservò parlando al TARDIS. “Ma dopotutto… portarla via da qui creerebbe dei problemi non da poco. E poi non credo sia il suo desiderio.”

    “Ehi, tu.” Fece Malfoy, parlando per la prima volta a Dark. “Devo parlare con te.”
    L’ex Custode si voltò a guardarlo, assieme a Hikari e Clara, mentre gli altri studenti e professori lo fissarono un po’ sorpresi.
    “Hikari, vai pure avanti, noi arriviamo subito. Giusto il tempo di sentire cosa vuole Malfoy.”
    La ragazza annuì, per poi proseguire verso la Sala Grande assieme al resto del gruppo, seguiti da Luna, che entrò a passo veloce, salutando i due con la mano e raggiungendo gli altri.
    “Bene Draco… di cosa vuoi parlarmi?” Chiese Dark non appena restarono totalmente da soli.
    Il biondino si portò una mano sul volto, facendo apparire la maschera di Klaun, per poi creare subito una sfera di energia che scagliò contro l’altro, che la fermò con una sola mano, distruggendola con facilità.
    Draco ridacchiò. “Come pensavo… sei come lui.”
    “Deduco tu ti riferisca all’energia che percepisco intorno a questo castello. Però devo ammettere che mi hai sorpreso: non pensavo che ti saresti mostrato per quello che sei davvero. Da come sei stato in silenzio, immaginavo avessi in mente qualcosa, ma lasciati dire che attaccarmi non è stata la più geniale delle trovate.”
    “Come se m’importasse. Tu non sei di certo uno che si mette a uccidere a caso e-”
    Klaun non concluse la frase che si ritrovò contro il muro, tenuto per il collo da Dark, mentre la sua maschera cadde a terra.
    “Non sottovalutare gli avversari, Malfoy. Percepisco in te un potere che non dovresti avere, ma è notevolmente inferiore al mio. E sappi che ho già ucciso in passato quando si è rivelato necessario.”
    “S-So che sei f-fuori dalla m-mia portata…” Bofonchiò Draco, cercando di respirare. “P-Per questo… v-voglio chiederti a-aiuto…”
    Il ragazzo lo lasciò andare, permettendogli di riprendere fiato. “Tu che chiedi aiuto? Sei decisamente diverso dal Malfoy che conosco io.”
    “Non fraintendere. Lo faccio solo perché non ho altra scelta… Tra un folle che vuole la rovina di tutti, preferisco guadagnare tempo per i miei piani… E qualcosa mi dice che tu sei il solo a poterlo fermare.”
    Dark gli diede le spalle. “Conosco solo poche persone che potrebbero essere paragonate a me. E una sola potrebbe essere giunta fin qui in questo momento.”
    Klaun gli rivolse uno sguardo freddo. “Che cosa farai adesso?”
    “Prima di tutto, andrò a recuperare Harry, Erza e Hermione. Poi… probabilmente darò il via a una battaglia che non verrà dimenticata tanto presto.”
    “E per quanto riguarda me? Hai intenzione di fermarmi?”
    Dark restò in silenzio per qualche secondo. “Una regola dei Custodi… è quella di non interferire coi mondi se non quando necessario. Sistemerò questa questione e poi ce ne andremo, non faremo altro. Ma non credere che con questo tu te la caverai. Percepisco chiaramente la tua energia magica… e mi spiace dirti che non è ai livelli di quella di Harry e di altri maghi qui presenti.”
    Draco sorrise. “Sarà solo questione di tempo prima che io diventi più forte di loro.”
    Dark non disse altro, limitandosi ad andarsene, lasciando da solo il Serpeverde.
    “E così anche lui è qui…” Mormorò l’ex Custode. “Mi chiedo se Hogwarts resisterà…”

    “Allora, signorina Hikari…” Fece Silente, dopo che tutti si sedettero attorno al tavolo nella Sala Grande. “Potreste raccontarci qualcosa in più su voi Custodi?”
    Hikari si portò una mano sotto il mento, pensando a come rispondere, mentre aspettava che Dark li raggiungesse.
    “Beh, come abbiamo detto prima, il compito principale dei Custodi ordinari è quello di chiudere le serrature dei mondi e impedire all’Oscurità di conquistarli, ma bisogna fare una piccola precisazione: esistono due macro gruppi di Custodi, composti da migliaia, forse milioni di persone l’uno, e altri due gruppi, che invece sono rappresentati da un unico Custode.”
    “Come te, vero?” Domandò Lucy.
    “Esatto. Luce e Oscurità hanno molti più rappresentanti perché è più facile scegliere da che parte sta uno. Anch’io in passato appartenevo ai Custodi della Luce. Dark invece rappresentava l’Equilibrio. Inutile dire che i nostri principali nemici sono i Custodi dell’Oscurità, che mirano alla riconfigurazione totale del nostro universo per poterlo controllare.”
    “E chi è il quarto gruppo?” Chiese Melody, intervenendo per la prima volta. “Luce, Oscurità e Equilibrio. Tutti nomi non da poco.”
    Hikari la guardò per qualche instante.
    “La quarta e ultima categoria di Custodi è il mio opposto.” Rispose Dark, entrando nella Sala Grande. “Per esserci l’Equilibrio… dev’esserci anche il Caos.”
    “Caos?” Ripeté Gray, sorpreso.
    “Proprio così. Come l’Equilibrio, anche il Caos ha un solo rappresentante… i cui poteri sono vicini ai miei.”
    “E Hikari? Quanto è potente?” Domandò Neville.
    La ragazza sorrise. “Io prendo i miei poteri direttamente da Dark. Quindi sono solo leggermente più debole di lui.”
    “Per questo sembrate gemelli?” Chiesero insieme Fred e George.
    “Quello è stato un effetto collaterale di averla riportata in vita.” Rispose l’ex Custode. “L’unico modo era nominarla al mio posto come rappresentante dell’Equilibrio. E ogni Custode dell’Equilibrio, nelle varie epoche, ha avuto dei punti fissi nel suo aspetto. Visto che possono usare in ugual modo sia la Luce che l’Oscurità, il loro corpo deve adattarsi.”
    “E tu ora cosa sei?” Intervenne Caramell. “Se la ragazza è l’unica Custode, tu sei tornato normale?”
    “Ho detto prima che ho perso la mia umanità quando lei è diventata la mia rappresentante.”
    “Aspetta… la tua rappresentante?” Ripeté Natsu, chinando la testa di lato. “Che cosa vuoi dire?”
    “Non è ancora chiaro?” Replicò Dark. “Io sono-”
    “L’Equilibrio stesso.” Rispose la Cooman, guardandolo. “Non è vero? Il mio occhio interiore trema di fronte a te… le mie visioni non rispondono più alla mia volontà, e solo una terribile interferenza potrebbe causare questo.”
    Il ragazzo la guardò sorpreso. “Beh, devo dire che lei sarebbe stata una delle ultime persone da cui mi aspettavo di sentirlo dire. Complimenti.”
    “Oh, quindi tu sei l’Equilibrio, aye…” Ripeté Happy, per poi spalancare gli occhi, assieme a tutti i presenti. “Che cosa, aye?!”
    “A essere precisi, è anche uno dei tre esseri che hanno creato l’universo.” Disse Clara. “Questo ragazzo è molto più vecchio di tutti noi messi assieme.”
    “A-Abbiamo di fronte il creatore dell’universo?!” Esclamò Ron, con gli occhi quasi fuori dalle orbite. “C-Cioè, praticamente l’essere più potente di tutti…”
    “Impossibile!” Replicò il Ministro. “Se fosse vero… sarebbe una cosa senza precedenti…”
    “Tranquilli. Non sono il creatore di questo universo, ma del mio.” Precisò Dark. “E poi, sarebbe meglio dire che l’universo è nato assieme a me. Io sono il frutto dell’unico giorno di tregua tra i miei genitori, che erano in conflitto da molto, molto tempo. E la loro battaglia non è ancora finita.”
    “Aspetta…” Disse Ginny. “Se tu sei l’Equilibrio, che è un mix tra Luce e Oscurità… i tuoi genitori sono-”
    “Proprio così.” Intervenne Hikari. “Sua madre è la Luce, mentre suo padre è l’Oscurità.”
    Nella stanza scese il silenzio totale.
    “Quando il mio cuore nacque… ebbe inizio anche una terribile guerra. Fu allora che io scelsi il mio primo Custode.” Cominciò a spiegare l’incarnazione dell’Equilibrio. “Quella guerra fu devastante, tanto che l’intero universo venne avvolto dalle tenebre. La leggenda narra che fu solo grazie ai cuori dei bambini, che cominciarono a risplendere, che i mondi si ricrearono, dando vita all’universo così come lo conosciamo.”
    “E la realtà com’è?” Chiese Luna.
    “Più o meno uguale. Con la differenza che fui io a permettere alla luce dei loro cuori di non spegnersi, ma il prezzo da pagare fu alto: i mondi, una volta uniti, si isolarono gli uni dagli altri, sigillandosi. I guerrieri del Keyblade si estinsero, e solo raramente ne nasceva qualcuno nuovo. Per quanto mi riguarda, io cominciai a vagare nell’universo, mentre i miei Custodi continuavano a nascere, sostituendosi uno dietro l’altro, fino a giungere a me.”
    “Cosa intendi dire?” Chiese Vitious, preso da quel racconto.
    “In origine ero umano. Non ero un Custode, non avevo alcun potere speciale… ero un semplice bambino. Fu allora che il mio vero cuore mi raggiunse e si unì a me. Ovviamente, non scoprii subito la verità. Semplicemente, resi questo corpo il nuovo Custode dell’Equilibrio.”
    “E fu allora che lo incontrai per la prima volta.” Intervenne Hikari. “Eravamo solo dei bambini, ma entrambi eravamo già addestrati nell’usare il Keyblade. Io, per alcuni… particolari motivi, dovetti nascondermi per dieci anni dopo quell’incontro.”
    “Nel frattempo, un altro bambino venne nominato Custode della Luce, il primo della nuova generazione. Mentre noi vivevamo relativamente tranquilli nel nostro mondo, questo ragazzo cominciò a viaggiare per i mondi, per sconfiggere un essere che ambiva a dare nuovamente vita a quella guerra del passato… E per ben due volte riuscì a sconfiggerlo.
    “È stato allora che entrai in contatto con lui e i suoi amici per la prima volta. Cominciammo a viaggiare insieme, salvando i vari mondi in cui ci imbattevamo. Nel frattempo, io, assieme al Custode della Luce e dell’Oscurità del mio mondo, entrambi miei amici, cominciai a muovere i fili per un piano che avrebbe dovuto distruggere per sempre la minaccia.” Dark sospirò. “Sfortunatamente… non ci è andata bene. Anzi, per colpa nostra, ha guadagnato un’arma ancora superiore al Keyblade… e ha dichiarato il via alla seconda guerra dei Keyblade.”
    “Ma proprio quando pensavamo che non potesse andare peggio, hanno fatto la loro apparizione due nuovi nemici, ancora più pericolosi. Il primo fu il Custode del Caos, che si impossessò del corpo di un ragazzo qualsiasi, limitandoci così nelle nostre azioni, visto che è contro la nostra politica ferire chi non c’entra nulla. E poi… è arrivato il padre di Dark.”
    “Qualcosa mi dice che l’incontro non è stato rose e fiori, vero?” Chiese George.
    “Affatto. Mio padre voleva che mi unissi a lui per distruggere l’universo, ma per farlo… non dovevo essere in possesso dell’amore.”
    “E qui entro in gioco io, visto che sono la responsabile di questo suo sentimento.” Disse Hikari, sorridendo. “Motivo per cui suo padre ce l’ha particolarmente con me.”
    “Quella volta non ero a conoscenza di chi ero davvero… e l’ho scoperto nel peggiore dei modi. Usando la sua oscurità, prese il controllo della mia volontà e io… io…” Dark chiuse le mani a pugno, per poi portarle davanti al viso. “Io… ho torturato Hikari in maniera tanto violenta che ancora provo disgusto per me stesso, portandola più e più volte in punto di morte…”
    Lucy e Ginny, assieme a molti altri, si portarono le mani davanti alla bocca, inorridite.
    “Io non lo accuso di nulla… so che non era in sé. E il fatto che riuscì a riprendere il controllo di se stesso prima di darmi il colpo di grazia ha confermato che facevo bene a fidarmi di lui. Suo padre d’altronde, non era della stessa idea. E così, nel nostro successivo scontro, mi privò di tutti i miei poteri di Custode della Luce e infine… mi ruppe il collo.”
    “Io non sapevo cosa fare…” Riprese Dark. “Così… mi permisi di essere egoista. C’era un solo modo per riportarla in vita… Normalmente, per nominare un nuovo Custode dell’Equilibrio, il candidato deve… uccidere il suo predecessore. Io però agii in maniera diversa. Le donai tutti i miei poteri da Custode, e allo stesso tempo riacquistai il mio vero ruolo… anche se esternamente sono rimasto uguale.”
    “Che storia terribile…” Commentò incredula la professoressa McGranitt. “Ma ora quindi-”
    “Mio padre non si è arreso al suo piano, e ancora una volta, i miei progetti si sono rivoltati contro di me. Per dare una possibilità ad altri Custodi di affrontarlo, scelsi i migliori e li sottoposi a sette prove particolari, alla fine delle quali avrebbero guadagnato nuovi poteri. E così è stato… tranne che all’ultima prova… mio padre è riuscito a prendere il possesso totale dello stesso ragazzo che aveva salvato l’universo in passato. Il primo dei Custodi della Luce è caduto sotto il potere dell’Oscurità. Ora io e Hikari stiamo viaggiando da soli, in attesa che gli altri Custodi recuperino le forze. Dopodiché… sono sicuro che la guerra avrà inizio al nostro ritorno.”
    “Per quanto riguarda me invece, mi farò lasciare da qualche parte più sicura.” Intervenne Clara. “Ho già visto una guerra, non ho intenzione di assistere a una seconda.”
    “Non sei anche tu una Custode?” Chiese Neville.
    “Io? No, no, assolutamente no. Io sono totalmente umana. Niente magia, niente poteri cosmici… solo una grande pazienza e volontà, visto il mio continuo viaggiare con il Dottore. Ormai ho perso il conto delle volte che abbiamo rischiato la vita. Anche se assistere al matrimonio del Dottore con Elisabetta è stato… beh, imprevisto.”
    A quella frase tutti si guardarono.
    “Elisabetta… chi?” chiese Ron.
    “Elisabetta I ovviamente. Non è stato reso pubblico perché… beh, l’ha abbandonata subito dopo il bacio. Da allora i rapporti con lei sono stati altalenanti… a volte lo accoglie a braccia aperte, altre minaccia di decapitarlo. Come dopo quella volta che ha fatto lanciare un Expelliarmus a Shakespeare…”.
    “Prego?” Fece sorpresa la vicepreside. “Se non sbaglio, era uno scrittore Babbano. Come ha fatto a fargli usare una magia?”
    “Beh, non ero presente di persona, ho solo visto il ricordo… se non sbaglio, dovevano affrontare un esercito di streghe aliene, e il Dottore, su proposta di una sua amica, ha suggerito a Shakespeare quelle parole… che hanno effettivamente rispedito al mittente le streghe.”
    “Interessante. Questo Dottore dev’essere davvero intrigante.” Commentò Silente.
    “Ha salvato la Terra più volte di quante forse è stata effettivamente a rischio secondo la storia.” Fece Dark.
    “Eppure non mi sembra tanto vecchio… certo, se usiamo te come confronto, allora-”
    L’ex Custode interruppe Fred. “Il Dottore ha una caratteristica unica che gli permette di andare avanti con gli anni molto più a lungo di altre persone. Ora, secondo lui, dovrebbe avere intorno ai mille anni.”
    “Sì, beh, non mi interessa tenerne conto. Almeno, a questa faccia non interessa.” Disse il Dottore, entrando.
    “Fantastico… e io che pensavo che Flamel e sua moglie fossero vecchi…” Bofonchiò Ron.
    “Il TARDIS è pronto a partire. Sta ancora sistemando qualche stanza, ma non dovrebbe influire sul viaggio.”
    Dark annuì. “Andrò io con lui. Tu e Clara restate qui.” Disse a Hikari, che assentì.
    “Nel caso dovesse succedere qualcosa, almeno ci sarò io a difendere il forte, giusto?”
    “Esatto. Anche perché sembra che lui sia qui, perciò fai molta attenzione.”
    “Lui chi?” Domandò Caramell, spazientito.
    “Meglio per voi che mi sbagli.” Si limitò a rispondere l’Equilibrio, per poi avvicinarsi al Dottore. “Da dove pensi sia meglio cominciare?”
    “Beh, comincerei a fare un salto indietro di sette anni. Se non dovessimo trovarli nel passato, procederemo nel futuro e-”
    “So io dove sono.” Fece una voce debole.
    Tutti si voltarono, vedendo un pallido Lupin entrare nella Sala Grande.
    “Remus, sicuro di farcela?” Chiese preoccupato Silente, ricevendo un assenso.
    “Sì. Anche perché erano vent’anni che aspettavo questo giorno. Dark, così ci rivediamo infine. Proprio come mi avevi detto.”
    Nella stanza scese nuovamente il silenzio, mentre i presenti fissavano increduli il professore.
    “E anche il Dottore. È una fortuna che io abbia riacquistato i miei ricordi.”
    “Lei… li conosce?” Chiese sorpresa Lucy.
    “Certo. Dopotutto… Harry, Erza e Hermione in questo momento si trovano a Hogwarts, nel periodo in cui ero studente. Ho incontrato Dark e il Dottore quando sono andati a recuperarli, e mi è stato detto che sarei stato io a dare loro quest’informazione.”
    “I paradossi temporali… come non amarli?” Disse il Dottore, sorridendo. “Bene allora! Destinazione Hogwarts del passato! Mi puoi dire l’anno esatto?” Chiese poi a Lupin, raggiungendolo.
    Il professore gli rispose a bassa voce, ricevendo un assenso.
    “Bene, abbiamo le nostre coordinate temporali!” Esclamò, voltandosi verso Dark.
    “Veniamo anche noi!” Urlò Natsu, alzandosi di colpo dalla sedia, subito imitato da Gray.
    “Mi spiace, ma non potete. La storia è già stata scritta, e solo noi due possiamo andare a recuperarli.” Replicò il Dottore.
    Dark annuì, per poi raggiungerlo, ma venne fermato da Lupin.
    “So che è contro la tua politica interferire… ma proprio non si può fare nulla per cambiare il destino di James?”
    “Il passato non si può cambiare. E se lo facessi, potrei creare problemi di una gravità tale che potrei vedermi costretto a ripristinare forzatamente la vecchia versione. È sufficiente soffrire una sola volta.”
    “Se il passato venisse alterato, noi potremmo anche non essere qui.” Aggiunse Luna.
    Lupin chiuse le mani a pugno, ma annuì.
    “Ci sono tante cose che vorrei cambiare.” Riprese Dark. “Avere il potere è relativamente facile… usarlo con saggezza è assai più difficile. Soprattutto quando hai letteralmente l’universo tra le tue mani. È anche per questo che non posso guarirti dalla tua malattia. Perdonami.”
    Dopo aver detto ciò, si allontanò, lasciando la Sala Grande.
    “Non sarai stato un po’ duro?” Osservò il Dottore.
    “Forse, ma è meglio dire le cose come stanno invece di indorare la pillola.”

    Nella Sala Grande, il gruppo di Fairy Tail si avvicinò all’insegnante di Difesa contro le Arti Oscure, che si sedette per riposarsi.
    “Professore, ci può dire quando sono finiti esattamente?” Domandò Fred.
    Remus sorrise. “Diciamo solo che ora… stanno incontrando i vostri idoli.”
    “I nostri idoli, aye?” Ripeté Happy.
    “Già. Quattro ragazzi ai miei tempi ben famosi a Hogwarts.”
    “Figuriamoci.” Intervenne gelido Piton, guardando con disgusto il suo collega. “Dovevo immaginarlo che Potter sarebbe andato da loro. Dopotutto, tra simili ci si intende.”
    Lupin non rispose. “La colpa è stata di tutti e cinque, Severus.” Disse infine. “E dal nostro punto di vista, il colpevole principale resti tu.”
    Il Capocasa di Serpeverde non disse nulla, limitandosi ad avvolgersi nel suo mantello e andarsene.
    Nel frattempo i gemelli si guardarono tra di loro, con la bocca spalancata.
    “Non sarà… Non è possibile, vero?!”




    ----------------
    Ed eccomi qui!
    Scusate, stavolta mi sono davvero fatto aspettare... ma finalmente sono riuscito ad aggiornare! E come avete visto, d'ora in poi i capitoli avranno la loro immagine di copertina!
    Una piccola precisazione: con la trasmissione in italiano della serie di Fairy Tail, alcuni termini sono risultati essere diversi (ad esempio Erza/Elsa, Aye/Cì, e così via). Per praticità, io continuerò con i termini usati finora, continuando prevalentemente ad usare il manga italiano come punto di riferimento.
    Detto questo, vi prometto che posterò il prossimo capitolo prima!
    Alla prossima!
     
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    La creatura saltò verso di loro, mentre le chele ricoperte di lame si prepararono a colpire.
    “Via!” Urlò Harry, per poi saltare indietro, prendere sua madre in braccio e correre più velocemente possibile, mentre Erza faceva lo stesso con Hermione.
    “Vi capitano spesso cose del genere?” Chiese Lily, guardando il mostro inseguirli.
    “Più spesso di quanto vorremmo.” Rispose il moro, senza fermarsi. “Anche se devo dirlo, è la prima volta che un mostro torna in vita così.”
    “Dev’essere qualcosa che ci ha seguito! Altrimenti non poteva chiamarci in quel modo!” Esclamò Erza, affiancandoli.
    “Intendi fate? Perché vi dovrebbe chiamare così?”
    “Il gruppo a cui apparteniamo si chiama Fairy Tail.” Disse Majutsu. “Siamo tutti maghi relativamente famosi e potenti, quindi ci ritroviamo spesso coinvolti in situazioni più o meno pericolose.”
    “E tuo padre davvero non ha nulla da ridire?!”
    “Quando lo saprò, te lo dirò!” Replicò il ragazzo, senza pensarci troppo.
    “È inutile fuggire! Distruggerò questa foresta, per poi passare al resto di questo mondo!” Gridò la creatura, per poi spalancare le fauci, cominciando a creare un’enorme sfera di fuoco.
    “Dannazione, quando serve Natsu non c’è mai!” Sbottò Harry.
    “Perché, è specializzato con i mostri?”
    “No, ma è il figlio di un drago, a lui il fuoco non fa nulla!”
    “Figlio di un drago?! Com’è possibile?!”
    “Lunga storia. E direi che adesso non abbiamo il tempo materiale per raccontarla! Erza!”
    “Sì!” Rispose prontamente lei, fermandosi e lasciando andare Hermione, per poi sostituire l’armatura con la stessa che aveva usato contro i Phantom Lord. “Ho riparato tutte le mie armature, perciò posso fare da scudo!”
    La creatura continuò a sorridere, per poi scagliarle contro la magia, che esplose contro l’armatura di Titania, che subito dopo si sgretolò, lasciando la ragazza solo con dei pantaloncini e una maglietta a maniche corte.
    “Erza!” Urlò Harry, girandosi a guardarla, per poi lasciare la presa su Lily e correre in aiuto dell’amica.
    “Ugh… Come ha fatto? Avevo potenziato le armature dopo lo scontro con Ikaruga…” Ansimò Titania, guardando il loro avversario e facendo scomparire i resti della sua corazza.
    “Quell’attacco… era più potente di quelli di Natsu!” Fece Hermione, incredula.
    “Che cosa facciamo?” Domandò Lily. “Io non conosco nessun incantesimo offensivo sufficientemente potente…”
    “È inutile! Nessuna vostra magia è efficace contro di me!” Dichiarò la creatura, per poi alzare una delle chele.
    Le braccia con le spade s’incrociarono attorno ad esse, per poi sparire all’interno del corpo.
    Al contempo la superficie della chela cominciò a diventare più lucida, trasformandosi in un’enorme lama gigante.
    “E ora di’ pure addio alla tua esistenza, Majutsu!” Urlò il mostro, puntando verso Lily, che spalancò gli occhi.
    Harry alzò subito una mano verso di lei, mentre in contemporanea una voce urlava “Protego!”.
    Le due magie si combinarono, creando una barriera che riuscì a respingere la chela, provocando una piccola onda d’urto che fece cadere a terra la giovane strega.
    I tre maghi di Fairy Tail si voltarono verso la fonte della voce, trovando un ansimante Remus Lupin con la bacchetta alzata, affiancato da Peter, che stava vistosamente tremando.
    “G-Giusto in tempo…” Fece Lunastorta, per poi voltare lo sguardo verso il mostro. “Anche se ora mi chiedo come ne usciremo.”
    “Scappate!” Urlò Erza. “È troppo forte per voi!”
    Ma prima che potesse dire altro, Remus e Peter furono superati da un cervo e da un grosso cane nero, che attaccarono la creatura andando contro la chela ora priva di lame, riuscendo a farla barcollare all’indietro, anche se di poco.
    I due animali poi corsero subito indietro, ponendosi come scudo di fronte agli altri.
    “Cosa… Non è possibile…” Fece Harry, guardando il cane, che rispose allo sguardo.
    “Non è lo stesso che abbiamo visto a Privet Drive?” Domandò Erza, fissandolo, mentre dietro di lei Lily spalancava gli occhi.
    “Il Gramo? Quello sarebbe un Gramo?!” Esclamò Hermione, scettica.
    A quel punto il cane si alzò su due zampe, trasformandosi in Sirius Black.
    “Ehi! Che razza di modi sono questi?!” Obiettò offeso. “Io vi salvo la vita e voi mi date del Gramo?!”
    “Black?!” Esclamarono i due maghi di Classe S, scioccati.
    “Tu… sei un Animagus?” Chiese Harry, chiudendo le mani a pugno.
    “Sorpresi, eh? Non ve lo aspettavate.”
    “Quindi se tu sei Black, lui è…” Continuò Hermione, per poi vedere il cervo trasformarsi in James.
    “Perspicace, Granger.” Disse lui, sorridendo.
    “Come-”
    “La Mappa, vero? L’avete usata per trovarci.” Fece Harry, guardandolo.
    “Proprio così.” Rispose Felpato. “Ci siamo accorti che qualcuno aveva rubato il mantello a Ramoso. Certo, scoprire che è stata Miss Perfettina ci ha sorpresi. Poi quando abbiamo visto il suo nome assieme ai vostri abbiamo deciso di raggiungervi, ma il mostro decisamente non era incluso nei nostri piani.”
    “E perché dovresti cercare di salvarci?” Chiese Majutsu, guardandolo con rabbia. “Tu, un mago oscuro-”
    “Solo perché appartengo alla famiglia Black non significa che la penso come quella manica di pazzi dei miei parenti! Anzi, è proprio per come la penso che sono stato rinnegato!” Ribatté lui, per poi tornare a guardare il mostro. “Ma ora direi che abbiamo un bestione da abbattere.”
    “Non male. Mi ero dimenticato che alcuni maghi hanno la capacità di trasformarsi in animali.” Disse questi, facendo tornare la chela come prima. “Ma poco importa. Mi darete solo più divertimento! La disperazione che Majutsu proverà sarà più che sufficiente!”
    Harry spostò lo sguardo su di lui, per poi alzare la spada.
    “Forse stai facendo i conti senza l’oste. Finché io sarò vivo, tu non metterai un solo… beh, non torcerai loro un solo capello!”
    “E cosa speri di fare? Ho già distrutto l’armatura migliore di Titania e-”
    Per tutta risposta la maga dai capelli rossi fece apparire l’Armatura del Purgatorio, brandendo una nuova spada.
    “Solo una delle mie armature, prego!” Esclamò, mentre Sirius fischiava.
    “Cavoli, non male come magia! E senza nemmeno usare la bacchetta.” Commentò sghignazzando, per poi farsi serio. “Beh, meglio così. Un simile mostro non credo possa essere affrontato normalmente… Anzi, forse sarebbe meglio farsi beccare e chiamare Silente.”
    “Il potere che il mio Maestro mi ha concesso è ben superiore a quello del vostro stupido preside.” Rispose la creatura, alzando una chela verso di loro. “Io sono stato creato dal Caos puro, nessuna delle vostre magie può danneggiarmi!”
    “Questo lascialo decidere a noi!” Urlarono assieme Majutsu e Titania, saltando verso l’alto, puntando direttamente al busto umano.
    Ma con loro sorpresa le spade gli passarono attraverso, senza fare alcun danno, facendoli rotolare lungo la schiena del mostro e cadere a terra dietro di lui.
    “Ve l’ho detto, è tutto inutile contro di me. E ora, Harry Potter, preparati a dire addio a questo mondo. Farò ciò che Voldemort è stato incapace di fare!”
    Dicendo ciò si girò verso Majutsu, spalancando la bocca e cominciando a creare una sfera d’energia.
    “Che diamine… Che cos’è davvero questa cosa?” Fece Ramoso, guardando impotente la sfera aumentare di dimensioni.
    “James Potter!” Urlò Lily, guardandolo da dietro Hermione. “Che cosa stai facendo?! Quella cosa sta per uccidere nostro figlio e tu te ne stai lì fermo?!”
    A quelle parole tutti si girarono a guardarla.
    “Nostro… figlio?” Ripeté incredulo James, fissandola.
    “Quando-” Cominciò a chiedere Hermione.
    “Quando quel mostro ha cercato di uccidermi ha detto che avrebbe cancellato la sua esistenza.” Rispose Evans velocemente. “E lì ho collegato tutti i punti. Se uccide me o James, lui non nascerà mai. Infine avete nominato Privet Drive, mia sorella mi ha accennato che il suo ragazzo abita lì… Ma ora basta parlare!”
    “Giusto!” Esclamò James, trasformandosi in cervo e correndo in direzione del figlio.
    “James, aspetta!” Urlò Sirius, imitandolo.
    Nel frattempo, Harry ed Erza si rialzarono, osservando la sfera, sospesa in aria davanti alla bocca della creatura, ormai grande una decina di metri.
    “Com’è possibile?” Disse Titania. “Le nostre spade… non l’hanno nemmeno scalfito.”
    “Non lo so… ma non possiamo di certo arrenderci, no?” Replicò Majutsu, brandendo nuovamente la spada davanti a sé. “Se non possiamo colpirlo, possiamo almeno tentare di rimandargli indietro la sua magia.”
    “Poveri stolti!” Commentò il mostro. “La mia energia non è come la vostra. Solo una magia simile alla mia può respingermi, e voi sfortunatamente non ne siete in possesso!”
    Dicendo ciò, scagliò la sfera d’energia contro di loro, i quali, ignorando le sue parole, alzarono le spade, pronti a riceverla.
    Ma prima che riuscisse a raggiungerli, James arrivò di corsa, prendendo suo figlio con le corna e sollevandolo, lanciandolo sulla sua schiena.
    Nello stesso modo Sirius si fermò giusto pochi istanti davanti a Erza, indicando con il muso la sua schiena.
    Titania non se lo fece dire due volte e salì su di essa, per poi lasciare che i due animali corressero via, permettendo così che la sfera colpisse solo gli alberi. L’esplosione che ne seguì però fece letteralmente volare via tutti quanti, mentre gli alberi attorno a loro sembrarono disintegrarsi nel nulla di fronte a quell’energia devastante.
    Harry scivolò via dalla schiena di James, rotolando a terra per diversi metri, fino a fermarsi contro il tronco di un albero.
    “A-Accidenti…” Fece Peter, alzandosi. “È davvero un mostro…”
    “Non male.” Disse la creatura. “Mi avete sorpreso di nuovo, ma non succederà una terza volta!”
    Titania si rialzò anche lei, evocando l’arma che era sparita prima. “Noi… non ci arrenderemo! Né ora né mai!”
    “Molto bene allora! Affrontate la vostra fine! Cancellerò voi e quel castello con un solo colpo!”
    Ma prima ancora che riuscisse a ricaricare nuovamente quella devastante magia, un rumore indefinito riempì l’aria.
    “E ora cosa succede?” Domandò Sirius, ritornando umano.
    “Questo rumore… l’ho già sentito.” Fece Hermione, alzando lo sguardo verso il cielo.
    Lì, dal nulla, apparve il TARDIS del Dottore, roteando su se stesso. Senza dare il tempo a nessuno di reagire, fece un giro attorno alla creatura, per poi fermarsi in volo sopra Harry.
    Sotto lo sguardo incredulo dei presenti, le porte si aprirono, lasciando che Dark saltasse giù.
    “E quello chi è?” Chiese Ramoso, guardando il nuovo arrivato.
    “Tu!” Esclamò invece la creatura. “Com’è possibile?!”
    “Oh, mi conosci? Il tuo creatore deve averti parlato di me.” Rispose il Custode, sorridendo.
    “Tu… Tu come fai a essere qui?” Fece Majutsu, fissandolo.
    “Per vostra informazione, il TARDIS non è un semplice mezzo di trasporto.” Disse lui, guardandolo. “È anche una macchina del tempo, perciò non essere troppo sorpreso: il periodo che abbiamo dovuto attraversare è stato davvero breve rispetto a quelli a cui è abituata.”
    “Tu sai che creatura è quella?” Domandò Hermione, guardandolo con timore.
    “Immagino sia una sua nuova trovata… Dopotutto, lui è il Custode del Caos…”
    “Maledetto!” Imprecò il mostro. “Perché continui a opporti al Caos?! Il mio Maestro è migliore di te, sotto tutti i punti di vista!”
    “Forse sì, o forse no, ma direi che è normale per me oppormi a lui.” Mentre diceva ciò portò in avanti una mano. “Siamo nemici naturali. Lui rappresenta il Caos…”
    Una luce apparve davanti al palmo della mano, per poi aumentare d’intensità.
    Pochi istanti dopo, il ragazzo teneva in mano una spada dall’aspetto che i maghi non avevano mai visto prima: all’apparenza ricordava una chiave gigante, ma era divisa a metà dal nero e dal bianco, con diversi ghirigori a ornarla.
    Subito dopo dal corpo di Dark cominciò a uscire una folata di vento provocata dalla sua energia, che continuava ad aumentare.
    “Io invece sono l’Equilibrio, ed è mio dovere fermarlo!”
    Senza dire altro, scomparve dalla vista dei presenti, riapparendo dietro una delle chele del ragno, che si staccò di netto, svanendo nel nulla.
    Il mostro cacciò un urlo di dolore, per poi girarsi e tentare di colpire Dark, che tuttavia sparì di nuovo. Subito dopo un’altra chela si staccò, seguita immediatamente dalle altre, facendo così cadere a terra la creatura.
    Il Custode riapparve sopra di essa, restando sospeso a mezz’aria.
    “Tu sei una creatura del Caos, devota all’Oscurità. Perciò userò proprio essa per eliminarti. Porta i miei saluti a mio padre.”
    “Dannato, non vincerai così facilmente!” Urlò la creatura, per poi scagliare un’ultima, disperata, sfera d’energia, che tuttavia fu facilmente dissipata dalla mano libera del ragazzo volante.
    “Addio.” Si limitò a dire, per poi puntargli contro la sua spada, dalla cui punta cominciò a crearsi una sfera nera.
    Pochi secondi dopo gliela lanciò contro.
    Il ragno gigante urlò dal dolore, per poi scomparire nel nulla, disintegrato da quell’attacco tanto silenzioso quanto devastante.
    Majutsu, Titania e gli altri erano rimasti a guardarlo increduli.
    Dark sospirò, facendo sparire la spada e tornando a terra.
    P-Per i calzini puzzolenti di Merlino…” Mormorò Sirius, fissandolo con la bocca spalancata. “Che diamine era quello?!”
    Dark si voltò a guardarlo, per poi sorridere. “Oh, nulla di che. Ho solo usato parte del mio potere per cancellare dall’esistenza quella creatura. Deve aver trovato un modo per alterare gli Heartless… non me lo aspettavo.”
    “Heartless?”
    “Creature che seminano oscurità in molti mondi.” Rispose il Dottore, uscendo dal TARDIS dopo averlo fatto atterrare.
    “Grazie, Dottore. Inoltre, sono immuni a quasi tutte le armi e magie di base. Solo chi possiede il Keyblade e pochi altri fortunati possono opporsi a loro.”
    “Keyblade?” Ripeté Erza, mentre Dark faceva riapparire la sua arma.
    “La chiave dei mondi. Un’arma infinitamente potente, usata per il bene o per il male. E concessa solo a una persona per mondo, solitamente.”
    “Allora l’energia che sentivo… proveniva da quell’arma?” Chiese Hermione.
    “Oh, no, no. Per me questa è ormai solo un’arma come un’altra. Sono sufficientemente potente anche senza.”
    “E chi saresti?” Domandò James. “Se sei così potente, dovresti essere anche vecchio. Sono sicuro che nemmeno Silente avrebbe potuto fare molto contro quella… cosa.”
    Il Dottore a quel punto ridacchiò. “Certo che fa effetto sentire questa frase rivolta a qualcun altro. Di solito sono io quello che la sente.”
    “Perché?” Fece Lily. “Non mi sembri tanto vecchio.”
    “Porto bene i miei mille e passa anni.” Rispose lui, sistemandosi il farfallino.
    “Mille anni?!” Esclamò Remus. “Impossibile! Saresti vecchio quasi quanto Hogwarts!”
    “Oh, per me simili quisquilie non hanno importanza. Posso viaggiare nel tempo, ho visto la nascita e la fine dell’universo.”
    “S-Sei serio? Quella cosa può davvero viaggiare nel tempo?” Chiese Peter.
    “Tempo e Relativa Dimensione nello Spazio. In breve, TARDIS.”
    “E lui è vecchio quanto te?” Chiese James, indicando Dark.
    “Oh, no. Lui è molto più vecchio di me.” Rispose sincero il Dottore, guardando il ragazzo, che annuì.
    “In effetti, ho sempre incontrato il Dottore in ogni epoca, fin dalla creazione dell’universo. Anche se ho cambiato aspetto e corpo innumerevoli volte. Quello che vedete adesso è il vero me, ma non è sempre stato così.”
    “Aspetta… tu avresti miliardi di anni? Non può essere! Nemmeno con la Pietra Filosofale sarebbe possibile!”
    “I piccoli privilegi di essere uno dei creatori dell’universo, immagino.”
    A quella frase, tutti si zittirono.
    “Aspetta…” Fece infine Sirius. “Ci stai dicendo che adesso… stiamo parlando con una divinità?”
    “Dal vostro punto di vista, potrei essere considerato tale, ma preferisco essere definito semplicemente un essere superiore. In fondo, sono nato come qualsiasi altro comune essere umano.”
    “Okay, okay. Ora, ‘semplice essere superiore’, domanda intelligente.” Disse James, indicando Harry. “Come diavolo può essere figlio mio e di Lily?! Abbiamo praticamente la stessa età!”
    “Mi sembrava fosse ovvio che veniamo dal futuro… E prova a immaginare quel che sto passando io, a scoprire che mio padre era un idiota.” Rispose Majutsu, sospirando. “Credo non ringrazierò mai abbastanza di essere finito a Fiore…”
    “Beh, io sono l’ultimo a poter parlare, visto il rapporto che ho con mio padre, ma penso che tu possa anche dargli una seconda possibilità.” Commentò Dark, ridacchiando.
    “Io me ne starò zitto invece.” Intervenne il Dottore. “Con quello che ho fatto non ho alcun diritto di parlare.”
    “Ad ogni modo, per rispondere alla domanda di James.” Riprese l’Equilibrio. “È successo un piccolo problema che li ha trascinati qui dal futuro. Vedete, il TARDIS del Dottore mal sopporta altri dispositivi in grado di alterare il tempo, perciò è andato in conflitto con la Giratempo di Hermione, e ha trasportato lei e chi le era vicino in un punto qualsiasi dello spazio tempo. Per nostra fortuna, avevamo a disposizione un testimone che sapeva dove e quando erano finiti. Così una volta sistemato il TARDIS, io e il Dottore li abbiamo raggiunti. Ho lasciato Hikari nel futuro per proteggere Hogwarts da eventuali creature come quella.”
    “Ce ne sono delle altre?!” Esclamò spaventata Lily.
    “Sì, ma tranquilla. Ho già impedito che ne possano giungere di nuove: ogni mondo, o pianeta, come preferite chiamarli, ha una specie di varco, i Keyblade possono chiuderlo o aprirlo, e io ho fatto in modo che nessun’altra creatura possa giungere qui.”
    “Senti allora, perché non vai a uccidere Tu-Sai-Chi?” Chiese Sirius. “Con i tuoi poteri dovrebbe essere un giochetto da ragazzi, no?”
    “Sì, è vero. Potrei cancellare Voldemort dall’esistenza semplicemente alzando un dito, ma non lo farò.”
    A quell’affermazione, tutti cominciarono a gridargli contro.
    “Come sarebbe a dire?!” Urlò Remus, indignato. “Vuoi lasciarlo continuare a operare come se niente fosse?! Credevo che tu fossi uno dei buoni!”
    “Io sono l’Equilibrio. Sapete cosa significa?” Domandò Dark, non ricevendo risposta. “Significa che devo far sì che l’Oscurità e la Luce restino in armonia tra di loro. Se dovesse essere necessario, potrei dovermi ritrovare costretto anche a combattere per l’Oscurità. Un universo di sola luce può essere disastroso tanto quanto uno di sola oscurità.”
    “Impossibile!” Esclamò James. “La luce è buona, no? Come può essere paragonata al male?”
    “Banalmente, uno che è convinto di essere dalla parte del bene, comincia a punire quelli che considera malvagi. Puoi assicurarmi al cento per cento che sia assolutamente nel giusto? O che il cosiddetto malvagio non abbia avuto un buon motivo per fare quello che ha fatto?”
    “Certo che sì! Ci stai forse dicendo che se saltasse fuori che Tu-Sai-Chi da piccolo ha ricevuto un trauma allora questo lo giustificherebbe?” Sbraitò Sirius.
    “Parli proprio tu?!” Urlò Harry, guardando il suo non ancora padrino. “Tu più di tutti dovresti stare zitto!”
    Sirius si ammutolì subito. “Come scusa?” Chiese poi, scioccato.
    “Harry-” Cominciò Erza, venendo subito interrotta dall’amico, che non la sentì nemmeno.
    “Tu sei solo un lurido traditore, ecco la verità!”
    “Come osi?” Saltò James. “Sarai anche il mio futuro figlio, ma non ti permetto di offendere il mio migliore amico!”
    “E poi, cosa diamine potrò aver mai fatto per meritarmi un simile odio da te?” Domandò Sirius, preoccupato per la risposta.
    “Che cos’hai fatto?!” Ripeté Majutsu, furente. “Ci hai venduto a Voldemort, ecco cos’hai fatto! Per colpa tua sono rimasto orfano a un anno!”
    Il silenzio calò su tutti i presenti, con l’eccezione di Dark, che si limitò a sospirare mentre scuoteva la testa.
    “Io… Io ho fatto cosa?” Balbettò Black, indietreggiando spaventato.
    “Come sarebbe a dire che sei rimasto orfano a un anno?” Domandò Lily, altrettanto scioccata.
    Harry abbassò lo sguardo, rendendosi conto che aveva detto troppo, ma ormai era inutile tacere.
    “Voldemort… ci ha trovati. Non so bene il perché, ma ci dava la caccia. Io… Io sono l’unico che è sopravvissuto. Per qualche motivo, il suo incantesimo è ribalzato su di me, distruggendo il suo corpo e lasciandomi solo questa cicatrice.” E s’indicò il segno sulla fronte. “Ma sono rimasto da solo. Chi si doveva prendere cura di me ha preferito venderci a chi ci voleva morti! E dopo ha pure ucciso Peter, che ha provato a ostacolarlo!”
    “Impossibile!” Ribatté Sirius. “Io non lo farei mai! Morirei piuttosto che tradire i miei amici! Preferirei patire le sofferenze dell’inferno!”
    “Allora perché lo avresti fatto?! Ho sentito proprio ieri la McGranitt che ne parlava con Hagrid, il Ministro e il professor Vitious!”
    “Sirius non lo farebbe mai.” Disse James, calmo. “Ho la massima fiducia nei miei amici. Nessuno di loro ci tradirebbe, mai.”
    “Spoiler…” Mormorò il Dottore. “È quello che direbbe mia moglie, se fosse ancora qui.”
    “Io so solo che per colpa sua sono cresciuto come se fossi da solo, senza nemmeno sapere di essere un mago fino a quando non ho incontrato Erza e gli altri di Fairy Tail!”
    “Come sarebbe a dire? Con chi sei andato a vivere?” Domandò Lily.
    Harry spostò lo sguardo. “Da zia Petunia e suo marito. Sette anni infernali, passati quasi come uno schiavo e a dormire nel sottoscala.”
    “Petunia ha fatto che cosa?!” Esclamò incredula Evans. “La sua gelosia arriva davvero a tal livello?”
    Majutsu si voltò a guardarla. “Gelosia?”
    “Petunia mi detesta non perché sono una strega, ma perché non lo è lei. Fin da quando abbiamo conosciuto Sev e-”
    “Aspetta, aspetta, aspetta!” La interruppe Erza. “Vuoi dire che anche la zia di Harry conosce Piton?”
    “Beh, sì, abitiamo vicino. È stato lui a rivelarmi dell’esistenza della magia, quando ho cominciato a usarla senza sapere che cosa fosse.”
    “In che relazione siete con Mocciosus?” Chiese Peter, cercando di non pensare a quanto detto da Majutsu.
    “È il nostro insegnante di Pozioni, oltre che il Capocasa di Serpeverde.”
    “Lavorerà qui a Hogwarts?! Quella serpe?!” Esclamò James, indignato. “Inaudito!”
    “Beh, io sto pagando le conseguenze di tutti gli scherzi che gli avete fatto.” Replicò il Potter del futuro. “Perché qualcosa mi dice che quello di prima non era il primo, vero?”
    “E non sarà nemmeno l’ultimo.” Aggiunse Sirius, sorridendo per un momento. “Non possiamo di certo fargli passare liscia la sua futura professione.”
    “Non sarà l’ultimo, ma non per quello.” Intervenne Dark. “Mi sembra ovvio che sappiate ormai troppe cose sul futuro. Per questo vi cancellerò la memoria.”
    “No!” Protestò Harry. “Ora sanno che cosa li attende! Possono cambiare il loro futuro!”
    “E tu accetteresti di scomparire?” Gli domandò il Custode, facendolo sussultare. “Perché sarebbe questo il tuo destino.”
    “Come?”
    “Forse Harry Potter nascerà lo stesso, ma non saresti tu.”
    “Senza considerare tutti i paradossi temporali che provocheresti. Una mia… amica una volta l’ha fatto. Ha voluto salvare la vita a suo padre, che era morto prima che nascesse. Siamo rimasti bloccati in un loop temporale, incapaci di andarcene, e l’unica soluzione è stata che il padre morisse comunque.” Fece il Dottore.
    “Hanno ragione, Harry.” Aggiunse Hermione. “Cambiare il passato… è troppo pericoloso.”
    Majutsu spostò lo sguardo. “Ma io…”
    “Ora basta!” Esclamò Erza, colpendolo in pieno volto con un pugno, facendolo volare contro un albero. “Riprenditi!”
    “F-Forte la ragazza…” Sussurrò Sirius a James, che annuì deglutendo, mentre Titania raggiungeva Harry, sollevandolo per la divisa.
    “Te lo abbiamo già detto più volte: adesso siamo noi la tua famiglia!” Gridò. “Non importa cos’hai passato, ora devi solo guardare al futuro! Me l’hai fatto capire proprio tu! Se non fosse stato per te, io ora sarei stata sacrificata per far tornare in vita Zeref, e probabilmente entrambi i nostri mondi sarebbero in una crisi mai affrontata prima! Gerard sarebbe al potere!”
    Majutsu restò in silenzio.
    “Non pensare solo a te stesso.” Continuò Erza, calmandosi. “Se cambi il passato, non arriveresti mai a Fairy Tail. Non ci conosceremmo mai. E senza di te, non credo sarebbe altrettanto divertente.”
    “Sì… è vero…” Ammise il moro, per poi guardare Lily e James. “Il mio passato… ormai è scritto. Posso solo pensare a scrivere un futuro che mi soddisfi a pieno. Ed è per questo che ucciderò Voldemort. E prima ancora te, Black!”
    Sirius sospirò. “E io ti ripeto che non tradirei mai i tuoi genitori. Visto come sei testardo, servirà a poco, ma ti chiedo almeno di darmi la possibilità di parlare prima di tagliarmi in due. Una spiegazione a ciò che dici dev’esserci… per forza! Altrimenti, ti autorizzo adesso a farmi soffrire come nessun essere umano ha mai sofferto. Sarebbe la mia giusta punizione.”
    “Sirius, che cosa dici? Io mi fido assolutamente di te! Come anche di Remus e Peter!” Esclamò James. “Come hai detto tu, dev’esserci una spiegazione! Forse qualcuno ha assunto il tuo aspetto e ti ha incastrato… Sì, dev’essere per forza così!”
    “La verità è una sola… ma non possiamo rivelarvela.” Intervenne Dark, per poi guardare verso il castello. “Quando siamo arrivati, ho isolato quest’area, e ho creato una falsa immagine dove chiunque guarda vede che non è cambiato nulla. Anzi, ora…”
    Mentre parlava dai suoi piedi cominciarono a uscire degli strani fulmini rossi, che ricoprirono l’area del combattimento. Sotto lo sguardo attonito dei presenti, gli alberi che erano stati distrutti vennero sostituiti da nuovi alberi, identici ai loro predecessori, mentre i vari crateri provocati dalle esplosioni si riempirono fino a scomparire.
    Quando i fulmini cessarono la loro attività, la Foresta Proibita era tornata come prima, come se niente fosse successo.
    “I-Incredibile!” Esclamò Remus. “Come hai fatto?”
    “Un’abilità che ho imparato in un mondo che ho visitato tempo fa, amplificata poi dai miei poteri. Ora, porrò una piccola condizione all’incantesimo di memoria che sto per farvi.”
    “Ovvero?” Chiese Lily.
    “Quest’incantesimo si scioglierà automaticamente nel momento in cui vedrete in qualsiasi forma Harry, Erza e Hermione insieme. Solo allora ricorderete questo episodio. Se i miei calcoli sono esatti, non dovrebbe succedere prima della fine del loro secondo anno.”
    “Perché questa condizione?” Domandò Hermione.
    “Perché se non lo ricordassero, non potremmo venire a prendervi. È stato Remus a dirci che eravate finiti qui.”
    “Ecco perché sembrava conoscerci!” Affermò Erza, guardandolo il ragazzo nominato. “Ci aveva già incontrati!”
    “Volete dire che conoscete anche me nel futuro?” Domandò incuriosito Lunastorta.
    “Certo! Sei il nostro insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure del terzo anno.” Rispose Harry, sorridendogli. “E al momento, sei il miglior insegnante che abbiamo avuto. Certo, non che abbiamo avuto molti altri esempi, considerando che il primo era sotto il controllo di Voldemort e il secondo era un idiota patentato.”
    “Io… un insegnante?” Ripeté incredulo Remus. “No, impossibile. È assurdo.”
    “Intendi per quella tua malattia che ti colpisce una volta al mese? Beh, finché non torna Piton a farci da supplente, per noi non c’è problema. In fondo, abbiamo già visto una malattia simile. Anche se leggermente inversa, come problema.” Ridacchiò Erza, mentre Remus li guardava increduli.
    “Beh, a questo punto non posso che essere contento che sia mio figlio ad avere la nostra Mappa.” Disse James. “Per caso hai anche il mio mantello? Sai, è un cimelio di famiglia…”
    Harry sorrise, per poi tirare fuori da sotto la divisa sia il mantello che la Mappa. “Oh, sì, ho entrambi. Fred e George erano entrati in possesso della Mappa prima del nostro arrivo a Hogwarts, poi me l’hanno consegnata. Il mantello invece mi è stato restituito da Silente, che l’ha custodito fino al mio primo anno.”
    “E grazie all’aiuto di un’amica, ognuno di noi ora possiede una copia della Mappa.” Aggiunse Erza, mostrando la sua. “E lo stesso vale per il mantello, anche se non siamo riusciti a copiare la sua resistenza.”
    “Dev’essere davvero in gamba la vostra amica. Avevamo fatto sì che la mappa non fosse copiabile, nemmeno da noi stessi.”
    “Allora direi di procedere con l’incantesimo.” Disse Dark. “Ah, per sicurezza dovrò rimuovere qualche informazione anche a voi tre. Tranquilli, ricorderete tutto quando sarà il momento, e non cambierà nulla per voi.”
    “Possiamo sapere che cosa ci farai dimenticare?” Domandò Hermione, muovendo una mano dietro di sé.
    “Mi spiace, ma no. Lo scoprirete quando lo ricorderete.” Rispose l’ex custode, per poi alzare una mano.
    Da quella partirono otto raggi di luce, che colpirono alla testa gli studenti, che caddero a terra svenuti. Subito dopo lanciò un nono raggio, che si diresse verso il castello.
    “Meglio cancellare i ricordi anche a Piton. Se ha parlato con Lily, potrebbe essere a conoscenza di ciò che è successo. Ora, puoi portare Harry, Erza e Hermione dentro il TARDIS per piacere?” Chiese poi al Dottore, mentre faceva sollevare in aria gli altri. “Io riporterò loro alla torre di Grifondoro.”
    “A saperlo mi sarei rigenerato in uno con più muscoli.” Commentò lui sarcastico, annuendo.
    “Grazie. A tra poco allora.” Disse Dark, alzando ancora una mano e creando di fronte a lui quello che sembrava essere un passaggio di luce diretto verso l’ignoto, che attraversò seguito dai cinque Grifondoro.

    Fece atterrare sulle poltrone i Malandrini e Lily.
    “Ho mentito.” Mormorò. “A uno di voi ho cancellato definitivamente tutto ciò che è successo qui. Sarebbe stato troppo pericoloso lasciargli una simile conoscenza.”
    Dicendo ciò si girò. “E ora vediamo di trovare quello che ho sentito.”
    Senza usare nuovamente il varco, uscì dal passaggio, sotto lo sguardo sorpreso della Signora Grassa.
    “E tu chi sei? Quando sei entrato?” Chiese.
    “Tranquilla. Non mi vedrai più.” Le disse, per poi allontanarsi.
    Percorse diversi corridoi, fino a fermarsi di fronte a una parete. Lì poggiò una mano sopra il mattone leggermente più chiaro, che rivelò il passaggio per la stanza che nascondeva.
    Vide che era stata addobbata con bandiere e sciarpe di Grifondoro, e sul tavolo al suo centro c’erano decine di fogli con scritte sopra le formule di diversi incantesimi e rune.
    “Mi chiedevo quando saresti arrivato.” Disse una voce alle sue spalle.
    Dark si girò, ritrovandosi a fissare una figura di luce, dai tratti indefiniti.
    “Così sei tu l’energia che ho sentito. Direi che non sei un fantasma.”
    “No, direi di no.” Rispose la figura, con tono sereno, per poi superarlo, fermandosi davanti al tavolo. “Ragazzi geniali, vero? Quasi ai livelli degli altri quattro che occuparono in precedenza questa stanza. Chissà, potrebbero anche superarli in astuzia, un giorno.”
    “Di chi stai parlando?”
    “Del primo gruppo di Malandrini. I loro scherzi erano così buoni che ancora oggi continuano ad aver effetto. Anche se effettivamente, all’epoca erano più che altro una difesa.”
    “E tu chi sei?”
    “Chi pensi che io sia, Equilibrio?”
    Dark restò in silenzio, per poi sorridere e dirigersi verso l’uscita.
    “Bah, non m’interessa in fondo. Presto me ne andrò da questo mondo, quindi non voglio impicciarmi ulteriormente. Addio.”
    La figura restò a guardarlo allontanarsi, restando in silenzio finché il passaggio non si richiuse.
    “Non pensavo l’avrei mai più rivisto.” Disse, per poi fare un giro su se stessa.
    Il soffitto della stanza s’illuminò.
    “È passato così tanto tempo… Vero Godric, Priscilla, Salazar e Tosca?”
    Mentre diceva ciò sul soffitto cominciò ad apparire il logo di Hogwarts.
    “Da quando abbiamo costruito questo castello, è passato quasi un millennio… Ed erano più di mille anni che non vedevo quel magnifico disegno.”
    Al centro del logo apparve anche il simbolo di Fairy Tail, che coprì la grande H centrale.
    “Forse è il momento che anch’io torni indietro.” Concluse la figura con tono nostalgico.



    -------------
    Ed eccomi ad aggiornare!
    No, non è un pesce d&#39;aprile, tranquilli (anche se, arrivati qui, credo sia chiaro XD).
    Dunque, dunque, dunque... con questo capitolo, diciamo addio al passato per tornare al presente... anche se la fine della saga non è proprio prossima (altri due capitoli XD).
    Ditelo, non vi aspettavate la scena finale, eh? Pensavate che l&#39;immagine del logo di Hogwarts fosse casuale, vero? XD E invece no! Anzi, questa non sarà l&#39;ultima volta che questo discorso verrà tirato fuori.
    Alcuni misteri vedranno presto la loro soluzione... per altri invece temo bisognerà aspettare un bel po&#39; in più... ma non temete, tutto verrà spiegato ù.ù
    E no, non sarà un certo detective in miniatura a dare le soluzioni, tranquilli XD
    Con questo... alla prossima!
     
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97 replies since 8/9/2012, 21:37   1730 views
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