Harry Potter e la magia di Fairy Tail

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    Fuoco crepuscolare che mai si estinguerà

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    Meglio tardi che mai si diceva... io sono arrivata tardi, spero che vada bene comunque questa mia piccola recensione ç__ç

    Finalmente sappiamo cos'è successo a Ur e perché Leon ce l'ha tanto sia con lei che con Gray (Deliora è capitato nel mezzo, poteva pure esserci un coniglio mannaro o un unicorno rosa invisibile e sarebbe stata la stessa cosa). Povero cucciolo lui... Gray intendo ù.ù Tante coccole per lui ç_ç
    Ottima scelta per il sottofondo musicale, la beta approva a oltranza ù.ù
    Leon mi sta ufficialmente antipatico, se l'avevo già detto lo ribadisco! Brutto puzzone <.<
    Natsu come sempre è figo e quando combatte è ancora più figo del normale ù.ù E ovviamente i risultati delle sue imprese si possono ammirare in ogni momento! Le rovine inclinate hanno il loro fascino ù.ù
    Purtroppo non so cos'altro aggiungere ç__ç
    Dico solo che è un capitolo stupendo e, facendo finta di non sapere, ti dico di continuare così ù.ù
    Ciau!!
     
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    暗いロクサス92

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    Ed eccomi qui con il nuovo capitolo!
    Dunque... Ora che i capitoli di spiegazione sono finiti, finalmente possiamo passare alla prima parte dell'atto finale di questa saga!
    Ormai lo scontro contro Leon è sempre più accesso, e i nostri maghi sono vicini a mettere la parola fine a questa storia... o forse no?
    Non volendo anticiparvi troppo, ringrazio Liberty89 per avermi fatto da beta reader e passo subito a rispondere alle recensioni!

    @ Liberty89: Lib-Sensei!
    Già... finalmente la verità su Gray, Leon e Ur è stata rivelata... e devo dire che preferisco Deliora. L'idea di un coniglio mannaro o di un unicorno rosa invisibile mi fa tremare, brrr! XD. E ormai sembra che abbia trovato un rivale per Riku XD.
    Mentre Leon sembra aver trovato una nuova iscritta del club "Noi odiamo Leon!" XD
    Già... le rovine inclinate sono uno dei suoi capolavori... *stile Darth Sidious* Il mio apprendista sta imparando bene (XD)
    E facendo finta di non sapere che tu sai, ti dico solo che ti sorprenderò ù.ù

    Bene, e ora... buona lettura a tutti!

    Capitolo 24: Scontro finale tra i discepoli di Ur! Lost Magic - Torna all'indice dei capitoli
    “Iced Shell?!” esclamò incredulo Leon, cominciando a sudare vistosamente.
    “Iced cosa?” ripeté Natsu, per poi spalancare gli occhi quando si ricordò il nome dell’incantesimo.
    “Ma ti ha dato di volta il cervello?!” urlò l’albino.
    “Tu ora farai tornare gli abitanti dell’isola com’erano prima… poi radunerai i tuoi sgherri e te ne andrai da qui! Questa è l’ultima chance che ti do!” avvertì Gray, con gli occhi determinati ridotti a due fessure.
    “Certo, certo…” replicò Leon, che sembrò riacquistare un po’ di sicurezza. “Tanto so che si tratta di una ridicola… minaccia…”
    Per tutta risposta, il moro venne avvolto dalla sua energia magica, che allontanò Natsu e Leon.
    “Invece faccio sul serio!” affermò il mago del ghiaccio, mentre i suoi capelli si sollevavano. “Non hai speranze. Harry, Erza e gli altri in questo momento stanno affrontando i tuoi uomini. È finita.”
    “T-Tu…” cercò di dire l’Imperatore Zero, caricando sulla mano destra una magia di ghiaccio, che tuttavia si disperse subito, annientata da quella del mago di Fairy Tail.
    Le bende che avvolgevano il corpo di Gray si disintegrarono. “Potranno passare secoli… ma la realtà non cambierà mai… io ho provocato la morte di Ur… quindi in qualche modo devo assumermene la responsabilità!”
    Leon fissò spaventato il suo ex compagno, che rispose con uno sguardo ancor più determinato.
    “Intendo farlo ora! Sono pronto anche a morire!”
    “Allora… fai sul serio?!” chiese l’albino, ormai preda della paura.
    “Leon, rispondi!” urlò Gray. “Vuoi morire insieme a me?! O vuoi che continuiamo a vivere?!”
    L’Imperatore Zero restò a guardarlo per qualche secondo, per poi abbassare la testa.
    Quando la rialzò, lo guardò con aria di sfida.
    “Su, fallo! Tanto non ce l’hai il fegato di morire!”
    Il moro chiuse gli occhi, per poi riaprirli lentamente. “Un vero peccato…” commentò, aumentando ulteriormente l’energia che lo avvolgeva. “Ora la facciamo finita per sempre! Iced-”
    Petrificus Totalus!” urlò una voce, colpendo il mago del ghiaccio con l’incantesimo, fermando la sua magia.
    “Cosa?” fece Leon incredulo, mentre dal varco nel muro da cui era arrivato Gray apparivano Ron e George, accompagnati da Hermione.
    “G-Giusto in tempo…” mormorò ansimando il maggiore dei Weasley, abbassando la bacchetta.
    Natsu, ora libero dal vento provocato dall’Iced Shell, non perse un secondo e si rialzò, per poi raggiungere di corsa Gray e dargli un pugno in faccia, la cui potenza fu tale da infrangere l’incantesimo della Pastoia, facendolo volare a terra qualche metro più in là.
    “Natsu!!!” urlarono i tre nuovi arrivati, increduli, mentre il mago del ghiaccio rivolgeva uno sguardo di pura sorpresa al compagno.
    “Te ne esci all’improvviso a sciorinare storielle sulla responsabilità! Ma dacci un taglio! Su questo palcoscenico ora ci sono io!” urlò il Dragon Slayer.
    “Palcoscenico? Natsu non ha ben chiaro il significato di campo di battaglia per uno scontro all’ultimo sangue…” commentò Ron, guardando le pareti completamente congelate.
    “Ci penso io a sconfiggere quello lì!” continuò Salamander, alzando un pugno verso l’alto.
    “Ehi… Mi sembrava di averti detto che ci avrei pensato io!” replicò il moro.
    “Per caso mi hai sentito dire ‘Sì, certo! Vai pure!’?!”
    “Idiota…”
    Natsu lo guardò con un ghigno. “Che c’è? Vuoi farti sotto?”
    Gray si rialzò e lo raggiunse, prendendolo per la sciarpa. “Questa è una faccenda tra me e lui! Solo io posso concluderla! Sono disposto anche a morire!”
    Natsu afferrò con forza il suo braccio. “Per te concludere significa morire?” chiese minaccioso. “Eh?! È così?! Smettila di scappare! Non fare il codardo!”
    Gray restò a guardarlo con gli occhi spalancati.
    “Hai ragione lui.” Fece Hermione. “Non puoi scegliere di morire così alla leggera! Quando ho avvertito la potenza del tuo incantesimo, siamo subito corsi qui. E Harry ci ha detto di riferirti di non osare a portare a termine il tuo piano.” Continuò, sorridendo.
    “E poi, dove lo troviamo un altro in grado di manipolare come te il ghiaccio?” domandò George. “Prima di morire devi chiederci il permesso, e noi non te lo daremo così facilmente! E credimi… l’intera casa di Grifondoro si rifiuterà di aiutarti in questa tua missione suicida!”
    Gray si voltò verso di loro, completamente spiazzato.
    Ma prima che potesse dire qualcosa, il terreno cominciò a tremare.
    “E ora che cosa succede?! Non ditemi che le rovine stanno crollando proprio adesso!” esclamò il minore dei fratelli. “Eppure non dovremo aver abbattuto le colonne portanti!”
    “No… non stanno crollando…” fece Granger, attivando subito la sua magia.

    Erza alzò una lancia, per poi poggiarla a terra, guardando gli uomini dell’Imperatore tutti a terra, privi di sensi.
    Al suo fianco Lucy, Fred e Happy sospirarono di sollievo, per poi girarsi verso le rovine non appena la terra cominciò a tremare.
    “Cosa sta succedendo?” chiese la rossa, voltando anche lei lo sguardo.
    Lucy tuttavia spalancò gli occhi spaventata. “Non è possibile…”
    “Che razza di scherzo è questo?! Non può esistere una magia del genere! Non per qualcosa di così grande!” esclamò il Weasley.
    Sotto i loro occhi, le rovine stavano tornando alla loro posizione originale, come se non fossero mai state toccate.

    “Ma che cavolo succede?!” urlò Natsu, battendo furiosamente un piede per terra.
    “In questo modo i raggi lunari colpiranno Deliora.” disse Hermione. “Ma chi può aver fatto una cosa del genere?”
    “Perdonate il disturbo.” S’intromise Zarti, avanzando nella stanza, fermandosi di fronte a Leon. “Visto che manca poco al tramonto, ho pensato di raddrizzare le rovine…”
    “Zarti… allora è opera tua!” esclamò l’Imperatore Zero, guardandolo sorpreso.
    “E quello chi è? Non è lo stesso di ieri…” fece Gray, guardando il nuovo arrivato.
    “Erano in due?!” esclamò Ron, spalancando gli occhi. “Ditemi che questo qui non è potente quanto l’altro, o siamo spacciati!”
    Zarti si voltò verso di loro, divertito. “Certo che no… io sono più forte.” Rispose.
    “Se penso alla fatica che abbiamo fatto per spostarle… Come ci sei riuscito?” chiese Dragonil, ottenendo in risposta una divertita risata. “Ti ho chiesto come hai fatto a raddrizzarle!” urlò ancora, mostrando una piccola fiammella dentro la bocca.
    “Bene… vado a dare inizio al rituale delle gocce di Luna!” Continuò Zarti, fingendo di non averlo sentito e facendo dietro front.
    “Mi ignora!” si lamentò il rosa, per poi sputare due fiammate, accompagnate da due comici sbuffi di fumo dal naso. “Come ti permetti, sottospecie di Namahage*!” urlò, correndogli dietro.
    “Namahage?” ripeté il Weasley minore, guardando gli altri, che alzarono le spalle confusi quanto lui.
    “Vai con lui, Ron.” Disse Hermione. “Natsu probabilmente non userà alcun incantesimo oltre ai suoi, e potrebbe servirgli un supporto esterno.”
    Il rosso la guardò, per poi sospirare. “Lo sapevo io che mi sarei pentito di essere venuto qua…” replicò. “E va bene. Vedete solo di sistemare quel tipo.”
    “Non ti preoccupare.” Rispose Gray, guardandoli serio. “Ora ho capito. Non posso perdere. E non solo per me… ne va del buon nome di Fairy Tail!”
    “E anche del nome di Grifondoro. È la casa del coraggio, non dimenticarlo!” Esclamò George, alzando la bacchetta, imitato subito dalla ragazza.
    Leon restò impassibile mentre anche Ron spariva oltre il muro.
    “Che razza di scocciatori…” fece, guardandoli uno per uno.
    “Prima, quando ero pronto per colpirti con l’Iced Shell… tu avevi calcolato che mi avrebbero fermato?” domandò il moro.
    “No, non credevo che qualcuno sarebbe riuscito a interrompere l’incantesimo. Non avevo mai visto una simile magia…”
    “Allora eri pronto a subire il colpo!” disse il Weasley.
    “Certo!” ribatté l’albino. “Sapevo che poi qualcuno mi avrebbe aiutato… ecco perché ti ho spinto a provarci!”
    “Era come pensavo…” intervenne Hermione. “Non hai avuto paura perché ti trovi già nel posto dove l’Iced Shell può essere sciolto.”
    “Esattamente.” Rispose l’Imperatore Zero con un ghigno.
    “Sono stato un imprudente… Quindi l’Iced Shell è inutile…” mormorò Gray, stringendo i pugni.
    “Allora? Ti va ancora di farla finita una volta per tutte?”
    “Smettila!” gridò l’altro, facendo bloccare sul posto Leon.
    “Cosa?!”
    “Rinuncia a Deliora!”
    “Ma che stai dicendo?! Prima mi minacci e ora tenti di convincermi? Cos’è? Tenti di nascondere le zanne che hai snudato?”
    “Incontra Fuffi, poi ne riparliamo di zanne…” commentò George, sospirando.
    “Leon, ascoltami bene…” proseguì Gray, serio. “Ur è ancora viva!”
    L’albino restò fermo al suo posto, impassibile, a osservare il suo vecchio compagno, cosa che non fece George, che spalancò gli occhi sorpreso.
    “Che cosa?!” urlò, per poi guardare Hermione, che però aveva abbassato lo sguardo.
    “Allora non era un rilevamento sbagliato…” fece lei. “La forza magica che avevo individuato prima quando eravamo di fronte a Deliora era vera…”
    “L’Iced Shell è un incantesimo in grado di trasformare i corpi in blocchi di ghiaccio.” Spiegò il moro. “Il ghiaccio che ricopre Deliora… lo stesso ghiaccio che vuoi sciogliere… non è altro che Ur stessa. Ur è ancora viva sotto forma di ghiaccio!” urlò al nemico, che nonostante tutto restò ancora indifferente. “Mi dispiace non avertelo detto prima… ma Ur mi aveva fatto promettere di non farlo!”
    L’albino non disse nulla, limitandosi ad avvicinarsi all’altro.
    “Gray…” cominciò.
    “Leon… Quindi ti dico-” Ma Gray non completò la frase, spalancando gli occhi.
    “Basta!” decretò Leon, con uno sguardo folle.
    “Gray!” urlarono preoccupati George e Hermione, osservando la spada di ghiaccio che aveva trafitto allo stomaco l’amico.
    “Ero già al corrente di questa buffonata!” continuò l’albino, portando più a fondo la spada, ignorando il sangue che schizzava dal corpo del suo ex compagno. “Ormai quella cosa non è più Ur… è solamente un blocco di ghiaccio!”
    Dicendo ciò, estrasse la spada dal suo corpo, lasciandolo cadere a terra.
    “Gray!” urlò ancora la ragazza, raggiungendolo, mentre George restò al suo posto, guardando incredulo il corpo dell’amico.
    “Tu…” sputò, rivolgendo a Leon uno sguardo di puro odio. “Tu hai la minima idea del valore di una vita?!” gli urlò contro, alzando la bacchetta.
    Leon fendette l’aria con la spada per pulirla dal sangue che la ricopriva. “Certo… ed è per questo che voglio portare assolutamente a termine il mio piano. Non crederete davvero che Ur sia ancora viva sotto quella forma, vero?”
    “Tu sapevi tutto… eppure hai continuato con il tuo piano…” s’intromise una voce identica a quella di George, mentre Fred entrava nella stanza, riservando all’avversario lo stesso sguardo del gemello.
    “Altri rinforzi, eh? Poco importa, non potete nulla contro di me.”
    “Fratello… credo sia il momento di mostrare i nostri progressi.” Fece George, aspettando che il gemello lo affiancasse, mentre Hermione spostava Gray con cautela, portandolo vicino a un muro e cercando di fermare l’emorragia.
    “Cosa volete fare?” chiese lei, guardandoli.
    “Beh, diciamo che in questi mesi non siamo rimasti a guardare. E tu poche ore fa ci hai dato la conferma che non è stato inutile.” Disse Fred, mentre lui e il fratello venivano avvolti da un vento rosso. “Avremmo preferito usarla sotto la guida di Natsu, visto che lui con le fiamme è un esperto… ma credo che possiamo permetterci di testarla qui!”
    Il ghiaccio attorno alle pareti cominciò a sciogliersi di fronte a quel vento caldo, facendo spalancare gli occhi a Leon. “Com’è possibile? Il mio ghiaccio è a prova di fuoco! Non potete scioglierlo!”
    I due gemelli sorrisero, per poi mettere via le bacchette.
    “Infatti il nostro non è semplice fuoco.” Avvertì George, per poi battere un pugno contro quello del suo gemello.
    Magia gemella! Ignum! Lupus!” urlarono insieme.
    L’aria attorno a loro cominciò a riunirsi e a prendere la forma di un lupo di fuoco, che ululò contro l’avversario.
    “Una magia plastica… di fuoco?!” esclamò incredulo, guardando prima la creatura e poi i due gemelli.
    “Così è una magia plastica, eh? Buono a sapersi…” affermò Fred, sorridendo di fronte allo sguardo basito di Hermione.
    “Come… Quando…?” balbettò lei.
    “Sinceramente, non sapevamo se ci saremmo riusciti o no.” Rispose l’altro Weasley. “Però dopo la battaglia contro Phantom, abbiamo capito che in questo mondo la nostra magia non è sufficiente… perciò, in segreto dagli altri, abbiamo cominciato ad allenarci per poter usare un diverso tipo di magia. Questa però è la prima volta che creiamo qualcosa di potenzialmente pericoloso.”
    “Non crediate che questa buffonata basti per fermarmi! Io sono l’unico in grado di sconfiggere Deliora… di conseguenza voi non siete altro che nullità!” urlò Leon, alzando la spada.
    “Direi che prima dovrai sconfiggerci… e non sarà facile!” replicarono i due gemelli, muovendo le braccia davanti a loro. “Attacca!”
    Il lupo di fuoco alzò lo sguardo verso il nemico, spalancando la bocca e mostrando i suoi affilati denti. Poi, senza aspettare un secondo di più, sputò una palla di fuoco in direzione di Leon, che creò subito un uccello di ghiaccio.
    Ma con sua sorpresa, la sfera si divise, creando una decina di raggi di fuoco, che lo colpirono in pieno, provocando una catena di esplosioni, seguite da piccoli fuochi d’artificio, il cui fumo nascose l’albino alla vista degli altri.
    “Incredibile…” commentò Hermione.
    “I gemelli Weasley tornano alla carica!” esclamarono i due, dandosi un cinque.
    Tuttavia, la loro gioia finì presto.
    Uscendo di corsa dal fumo, con i vestiti bruciati in più punti, Leon tagliò in due il lupo, che esplose in una sfera di fuoco, cogliendo di sorpresa i fratelli.
    “Voi… Come osate ferirmi?!” urlò, alzando la spada contro i due.
    Ma prima che potesse raggiungerli, Gray lo colpì con un pugno al mento, lanciandolo indietro, sotto lo sguardo incredulo dei presenti, che non si erano nemmeno resi conto della ripresa dell’amico.
    “M-Ma… è assurdo!” esclamò l’Imperatore Zero, atterrando in piedi, mentre un fiotto di sangue gli scendeva dalla bocca. “Come fai a muoverti con una ferita del genere?!”
    “Ora mi sono stufato…” rispose lui con tono serio, rivolgendogli uno sguardo duro. “Avevo intenzione di aiutarti… ma ora mi sono davvero stufato!”
    Senza attendere un secondo di più, Fullbuster creò dal nulla un arco di ghiaccio, con tre frecce pronte per essere scoccate. L’istante seguente, i tre dardi partirono, fischiando, e colpirono in pieno il loro bersaglio, investendolo con un’ondata di ghiaccio.
    L’albino fu sul punto di cadere indietro, ma riuscì a restare in piedi, giusto per ricevere una ginocchiata sul naso, seguita subito da un calcio all’addome, un altro pugno in faccia e una testata, che lasciarono diverse ferite e lividi al primo apprendista di Ur, che barcollò fino a un muro.
    “I-Incredibile… Credevo che ormai non potesse più combattere, e invece gliele sta dando di santa ragione…” commentò Hermione. “Però così… non resisterà ancora per molto…” aggiunse, preoccupata.
    Leon ansimò, sputando diverse volte del sangue.
    “Gray mi sta…facendo sanguinare…” costatò, alzando la testa e mostrando uno sguardo infuriato. “No… Non lo accetto!” urlò, poggiando una mano sul muro. “Ice Make… Snow Dragon!”
    Non appena pronunciò la magia, il muro cedette, lasciando posto a un drago di ghiaccio, che si avventò su Gray, mordendolo al petto, per poi rompersi in migliaia di frammenti, lasciando cadere a terra il suo obiettivo, che cercò di tirarsi su con l’aiuto delle braccia, mentre i gemelli Weasley e Hermione restavano indietro, indecisi se intervenire o meno.
    “Vorrei che non mi faceste sprecare troppo potere magico…” asserì Leon, sorridendo. “Perché mi serve per affrontare Deliora!”
    “Ancora con questa storia?!” urlò Fred. “Non puoi davvero credere di poterlo sconfiggere! È impossibile!”
    Leon si girò verso di loro, continuando a rivolgergli il suo sorriso folle. “Direi di finirla qui, visto che tra poco Deliora si risveglierà… Ormai nessuno è in grado di fermarlo…”
    “Io… lo fermerò…” rispose il moro, riuscendo a rialzarsi e sollevando una mano per fermare gli altri, che si erano mossi per soccorrerlo.
    “Parole al vento, mentre Zarti si sta occupando del rituale delle gocce di Luna voi siete qui nell’inutile speranza di avere la meglio!”
    Gray sorrise. “Ti consiglio di non sottovalutare Natsu e gli altri!” esclamò, tirando fuori dalla tasca dei pantaloni la sua bacchetta, che era rimasta miracolosamente illesa. “E nemmeno noi!”


    Zarti restò fermo ad osservare Deliora di fronte a lui con un sorriso soddisfatto.
    “Ormai manca poco…” mormorò.
    “Beccato!” urlò una voce, poco prima che Natsu, completamente avvolto dalle fiamme, si avventasse su di lui per colpirlo, fallendo miseramente a causa del suo annuncio che aveva dato modo al mago di spostarsi. “Per cominciare, una bella riscaldata!” continuò il Dragon Slayer, cercando di sorprenderlo con una fiammata, che Zarti evitò, abbassandosi subito dopo per non essere colpito da un Filipendo di Ron.
    “Oh, oh… una frase che mette allegria!” esclamò il mago mascherato, atterrando poco lontano. “Come avete fatto a trovarmi? La maga sensoriale è rimasta indietro…”
    “Ho il fiuto sviluppato, io…” rispose Salamander, guardandolo, mentre il rosso lo raggiungeva. “E mi sta dicendo che tu usi un profumo da donna!”
    “Come?” fece il Weasley, guardandolo storto.
    “Oh, oh, oh…” continuò a ridere Zarti. “Io devo assolutamente risvegliare Deliora…”
    “Non provarci nemmeno, che tanto è impossibile!”
    “E come mai sarebbe impossibile?”
    Natsu sorrise, per poi indicarlo. “Perché io e Ron ti fermeremo! Mentre Gray, George e Hermione fermeranno quell’altro tipo! Punto e basta!”
    “Io vorrei tirarmi fuori…” replicò Ron, voltandosi a guardare il demone e deglutendo.
    Ma non appena i suoi occhi si soffermarono sul blocco di ghiaccio, fu costretto a sgranarli. “Natsu!” chiamò allarmato, facendo girare l’amico, che spalancò incredulo gli occhi.
    Di fronte a loro, la luce viola della Luna stava colpendo il ghiaccio, cominciando finalmente a scioglierlo, liberando la prima parte della testa di Deliora.
    “L-La luce?!” esclamò, incapace di accettare ciò che stava vedendo.
    “Qualcuno sta continuando il rituale?! Credevo che Harry e Erza ormai avessero sistemato tutti!”
    Zarti sorrise. “L’azione di un singolo uomo produce un effetto debole, ma devo dire che finora abbiamo accumulato un bel po’ di gocce di Luna… perciò Toby sarà sufficiente per concludere il rituale.” Spiegò. “Basta dare a Deliora la possibilità di muoversi…”
    “È terribile… contro un simile mostro, non abbiamo alcuna possibilità!” gridò il Weasley, indietreggiando.
    “Dobbiamo bloccare il tizio che sta continuando il rituale!” urlò il rosa, muovendosi per raggiungere le scale, ma venendo buttato a terra da Zarti, che si limitò ad abbassare il braccio verso terra.
    “Non mi direte che vi è venuta voglia di scappare?” domandò divertito. “Be’, toglietevelo dalla testa, non ve ne andrete.”
    Natsu si rialzò, guardando il tizio mascherato.
    “È stato un grosso errore inseguirmi… maghi di Fairy Tail!”
    Ron e Natsu restarono in silenzio.
    “Non sarà affatto facile… Ho davvero l’impressione che sia più forte dell’altro…” mormorò il mago di Hogwarts.
    “Ovvio che è così. In fondo, Klaun altri non è che il mio apprendista. Tuttavia, vi ha mentito… lui non vi ha mai incontrati prima d’ora.”
    Ron spalancò gli occhi. “Come sarebbe a dire? Conosceva i nostri nomi, le nostre magie… aveva anche una bacchetta magica!”
    “Che cosa?! Non ne sapevo nulla io!” esclamò Natsu sorpreso.
    Zarti sorrise, alzando una mano, facendo così apparire una sfera di cristallo. “Sapeva solo ciò che gli ho detto io… e la bacchetta è stato un mio regalo.”
    Il Weasley indietreggiò. “Q-Quella sfera… è la stessa che aveva quella ragazza a Hogwarts!”
    “Oh, oh, oh… Vedo che la memoria non ti inganna, ma quale sarà il mio vero aspetto? Quello di questo vecchio mascherato, o quello della bella ragazza?”
    Ma prima che potesse continuare, Natsu decollò contro di lui, distruggendo con un pugno il pavimento nel punto in cui si trovava Zarti prima che gli sfuggisse.
    “Se sciolgo il ghiaccio con le mie fiamme, farai meno fatica anche tu, no?!” chiese, girandosi a guardare l’avversario. “Prima sistemiamo te, poi ci occuperemo del tizio che sta lassù!”
    Zarti si mise a ridere di nuovo, per nulla preoccupato. “La tua velocità e la tua flessibilità in combattimento sono davvero notevoli…” commentò.


    “Le rovine stanno tremando ancora…” fece Hermione, cercando di restare in piedi.
    “Sarà iniziato il rituale delle gocce di Luna e il ghiaccio intorno a Deliora comincia a sciogliersi.” fece Leon, sorridendo.
    ‘Ur…’ pensò preoccupato Gray.
    “Credo che la questione sia chiusa qui… e voi non siete riusciti a fermarci!” urlò l’albino. “Non avete idea di quanto abbia aspettato questo momento! Anni di ricerche e di selezione accurata degli uomini giusti…” disse alzando l’indice e il medio della mano destra, facendo partire dal pavimento delle lance di ghiaccio che colpirono di striscio i quattro maghi.
    “Alla fine ho individuato il posto, l’Isola di Galuna, che raccoglie i raggi lunari! Tre anni fa abbiamo trasportato qui Deliora da Burago…”
    Gray sbatté il pugno destro contro il palmo dell’altra mano, riuscendo così ad annullare la magia avversaria.
    “Hai buttato al vento tre anni per inseguire questo progetto assurdo?” chiese il moro all’ex compagno, che sgranò gli occhi colmi d’ira.
    “Assurdo?!” ripeté, scagliandogli contro un blocco di ghiaccio. “Che faccia tosta! Proprio tu che hai sprecato tutto il tempo a spassartela in una gilda!”
    Gray alzò le braccia come scudo, riuscendo a infrangere la magia senza riportare troppi danni.
    “Non ha sprecato il suo tempo!” esclamò George, cercando di ignorare il sangue che colava dalle ferite sulle braccia, imitato dagli altri due. “La gilda ti permette di crescere e di diventare più forte! Noi l’abbiamo capito nonostante siano passati solo pochi mesi da quando ne abbiamo scoperto l’esistenza, ma ne siamo sicuri!”
    “Hai perfettamente ragione, fratello… ed è per questo che non possiamo passare oltre a tutto questo!”
    “Io ho solo avuto fiducia nelle parole di Ur…” continuò Fullbuster. “Perciò sono arrivato fino a Fairy Tail! Ur aveva ragione, lì c’erano un sacco di maghi potenti! Non riuscivo a credere ai miei occhi!”

    “Direi che è inutile…” fece Makarov, guardando Gray, ancora bambino. “Iced Shell è una magia che nasce dalla precisa volontà di chi la esegue… un estraneo, per quanto potente, non riuscirebbe mai a sciogliere quel ghiaccio…”
    “Ma qui ci sono un sacco di maghi eccezionali e io credevo-”
    “Forse un modo ci sarebbe… ma è meglio non provarci. Perché sciogliere quel ghiaccio significherebbe uccidere Ur…”


    “Ora che ci penso, immagino che il vecchio si riferisse proprio al rituale delle gocce di Luna…” continuò il moro, fissando con astio Leon. “Che delusione quando ho capito che quel crimine lo voleva compiere proprio il discepolo di Ur… un mio vecchio compagno…”
    “Puoi dire ciò che ti pare, io ho vissuto solo in attesa di questo giorno!” Dicendo ciò, Leon cominciò a caricare una magia nella mano destra. “Quando il maestro crepa, i suoi discepoli devono solo pensare a come superarlo in potenza! La chiave è Deliora! L’unica cosa che Ur non è riuscita a fare è abbatterlo! Invece io ci riuscirò e la supererò!”
    “Certo che sei ostinato…” asserì George. “Ma sei completamente cieco.”
    “Cieco?” ripeté Leon.
    “Già!” esclamò Hermione. “Il messaggio di Ur era di andare avanti, proprio come ha fatto Gray! Non di continuare a cercare di superarla!”
    “Che cosa ne sapete voi?!” buttò lui, rabbioso.
    “Fino a poco più di un anno fa, io non sapevo nemmeno dell’esistenza della magia… E ora mi ritrovo a usarla per combattere! C’è sempre qualcosa di nuovo e allo stesso modo c’è sempre qualcuno di più forte!”
    Leon spalancò gli occhi, riconoscendo nelle parole della ragazza quelle della sua maestra,
    “Sta’ zitta… Non parlare!” urlò, creando un lupo di ghiaccio, scagliandoglielo contro.
    Fu Gray a salvarla, mettendosi in mezzo e colpendo con un pugno la creatura, distruggendola.
    “Come può battere Ur uno che non riesce nemmeno ad aprire gli occhi?! Ripassa tra cento anni, idiota!” urlò, alzando la bacchetta, che fu completamente avvolta dal ghiaccio, restando incastonata all’interno di una spada, con cui colpì in pieno Leon, tagliandolo a metà.
    Tuttavia, il suo corpo divenne di ghiaccio, per poi disintegrarsi.
    Ice Make…” cominciò l’Imperatore Zero, riapparendo alle sue spalle. “Snow Tiger!”
    Una gigantesca tigre di ghiaccio apparve richiamata dalle sue parole, dirigendosi di corsa contro il moro, che saltò verso l’alto.
    Ice Make Prison!” urlò Gray, creando una complessa gabbia di ghirigori, con cui intrappolò l’animale che cercava inutilmente di liberarsi. “Un’immagine che ti sta a pennello, Leon! Una bestia feroce senza un briciolo di cervello!”
    L’albino digrignò i denti. “Sei ridicolo! Guarda che fine faccio fare alle tue costruzioni!” replicò, alzando la mano.
    Ma con sua sorpresa, non successe nulla.
    “Modellare con un’unica mano è un esercizio privo di equilibrio! Ecco perché nei momenti cruciali non sai esprimerti al meglio!” spiegò il moro, battendo il pugno contro il palmo dell’altra mano, creando subito un’enorme cannone di ghiaccio, puntandolo contro l’avversario. “Ice Cannon!” urlò, colpendo in pieno l’ex compagno, che urlò di dolore, volando contro il muro, che crollò sotto la potenza del colpo subito, mostrando la foresta che si trovava attorno al tempio.
    “Questa era una lezione di Ur.” Concluse il mago di Fairy Tail, facendo sciogliere il cannone, mentre l’Imperatore Zero si tirava in piedi davanti a ciò che restava della parete, con gli occhi vitrei.
    “Gr… ay…” riuscì a dire, poco prima che su tutto il suo corpo si aprissero decine di ferite, da cui prese a uscire il sangue, e crollasse a terra privo di sensi, decretando così la sua sconfitta.
    Il moro sospirò, stanco, per poi fare una smorfia di dolore quando la ferita all’addome riprese a sanguinare copiosamente, facendolo cadere in ginocchio.
    “Gray!” urlarono i tre maghi di Hogwarts, raggiungendolo, mentre lui congelava la zona della ferita.
    “Ce l’hai fatta… Hai sconfitto Leon!” esclamò felice la castana, mentre i due gemelli mostravano il pollice alzato e un sorriso luminoso.
    Gray rispose con lo stesso sorriso, che si spense quando un ruggito terribile riempì l’aria, facendo tremare tutto quanto.
    “No… non ditemi che è ciò che penso!” disse Hermione, sgranando gli occhi.
    “Controlla subito, presto!” esclamò Fred preoccupato.
    “Non posso… ho esaurito la mia energia magica, non sono ancora abituata a sfruttarla in questo modo… con la bacchetta non risentiamo dello sforzo.”
    “Quell’urlo… non potrei mai dimenticarlo…” mormorò Gray, alzandosi, con gli occhi che tremavano.
    “Deliora…” rispose per loro Leon, schiudendo le palpebre.
    ‘Dannazione! Allora deve essersi risvegliato!’ pensò il moro, chiudendo le mani a pugno. ‘Non c’è altro da fare! Iced Shell!’


    Lucy e Erza sollevarono lo sguardo preoccupate.
    “C-Cos’è stato?!” chiese la bionda, spaventata.
    “Forse era il tuo stomaco che si lamentava…” azzardò Happy, ricevendo un’occhiataccia dall’interessata.
    “Immagino che tu stia scherzando, ma mi dà fastidio lo stesso!”
    “Potrebbe trattarsi di quel famoso Deliora…” ipotizzò Erza.
    “Purtroppo è così.” Rispose una voce, mentre Harry li raggiungeva con i vestiti sporchi di sangue. “Hanno gestito bene la situazione. Mi hanno mandato contro tutti i loro uomini, facendomi perdere tempo.”
    “L-La stessa cosa che è successa con noi!” rispose la maga degli spiriti stellari. “Ma allora cosa possiamo fare?”
    Majutsu spostò lo sguardo verso il raggio lunare che attraversava la stanza. “Prepararci a combattere. Ormai non c’è altra scelta. Se quel demone lasciasse l’isola, sarebbe una tragedia!”
    “No.” Si oppose Titania. “Il rituale non si è ancora fermato, perciò il suo risveglio non dev’essere ancora completo. Se ci sbrighiamo, forse riusciamo a interromperlo prima che sia troppo tardi!”
    Harry annuì, avviandosi seguito dai compagni.


    Natsu e Ron si portarono le mani sulle orecchie quando Deliora ruggì, avendo finalmente la testa libera dal ghiaccio.
    “Ci siamo!” urlò Zarti, esultando per il risultato ottenuto.
    “È terribile! È quasi libero!” esclamò Ron, osservando con puro terrore il demone, che cominciò a muovere il capo, cercando di rompere il ghiaccio che ancora lo teneva fermo.
    “Stiamo sprecando troppo tempo! Dobbiamo riuscire a-” Ma Natsu con fece in tempo a completare la frase che la sfera di cristallo di Zarti lo colpì in faccia, facendolo cadere a terra.
    La sfera ribalzò sul pavimento, per poi andare a sbattere contro una delle pareti della grotta e infine tornare dal proprietario, restando sospesa in aria.
    “Guarda un po’… la stessa cosa che stavo pensando anch’io…” asserì il mago mascherato, per poi rispedire il globo contro il Dragon Slayer, colpendolo ancora.
    Ma prima che riuscisse a dargli il terzo colpo, la sfera di cristallo esplose in mille pezzi.
    Zarti si voltò verso Ron, che stava abbassando la bacchetta. “S-Stavolta non me ne starò in disparte…” balbettò, cercando di mandare via la paura.
    “Oh… a quanto pare, entrare a far parte di Fairy Tail aiuta… ma non troppo.”
    Il mago mascherato alzò la mano destra, e immediatamente i frammenti della sfera si riunirono, ricomponendola, per poi mandarla contro un incredulo Weasley, colpendolo in pieno stomaco e spingendolo contro il muro, contro cui impattò con violenza, spalancando la bocca e ritrovandosi con il respiro mozzato.
    “Com’è possibile?! È tornata come prima!” esclamò Natsu, rialzandosi.
    “Si tratta di una delle Lost Magic… Una magia che è stata cancellata col passare dei secoli a causa della sua potenza e dei suoi gravi effetti collaterali…” spiegò Zarti. “Proprio come successe al tuo Dragon Slayer.”
    “Una magia perduta?” domandò il rosso, ansimando per il dolore. “Ma questo non spiega… come hai restituito alle rovine il loro vecchio aspetto. Per un oggetto piccolo posso capire…”
    “Il tempo.” Rispose il mago mascherato. “Posso manovrare il fattore tempo degli oggetti! In altre parole, sono tornato al momento in cui non erano ancora state distrutte.”
    “Il tempo?!” ripeté Natsu. “Ma è impossibile! Non esiste una magia in grado di alterarlo!”
    “È L’Arco del Tempo, una delle Lost Magic…” disse ancora. “Adesso, però, che ne dite se vi mostrassi il suo completo potere? Per esempio accelerando il tempo della sfera e spostandola nel futuro?”
    Non appena ebbe detto ciò, la sfera di cristallo accelerò il suo movimento, per poi colpire decine di volte i due maghi in pochi secondi, sollevandoli da terra per la forza d’urto dei colpi, costringendo entrambi a urlare.
    Natsu riuscì ad avvolgere una mano con il fuoco e colpì l’oggetto, distruggendolo, salvo vederlo ricomporsi nuovamente davanti ai propri occhi, dopodiché esso riprese il suo moto, ricominciando a colpirlo.
    “Maledetto!” urlò Salamander, portando in avanti il braccio infuocato, pronto a ricevere la sfera, che però si fermò di colpo a pochi centimetri da lui.
    “Certo… posso fermare anche il tempo!” illustrò Zarti, spiegando quel blocco improvviso.
    “P-Però… non funziona… sugli umani, vero? Altrimenti ci avresti… già messo fuori gioco agendo sul nostro tempo…” dedusse Ron, cercando di rialzarsi, senza però ottenere troppi risultati.
    “Ti sei accorto di un particolare importante. Per essere precisi, non funziona su alcun organismo vivente… ecco perché non posso sciogliere il ghiaccio, visto che si tratta di Ur…”
    “Io proprio non ti capisco…” esordì Natsu, lasciando per la prima volta sorpreso l’avversario. “Desideri che Deliora rinasca per far sì che Leon lo sconfigga… A Leon la cosa sta più che bene, ma che ci guadagnate tu e i tuoi compagni?”
    “Che devo dirti? Mi sono aggregato di recente alla banda…”
    “Parla chiaro! Qual è il tuo obiettivo?!” chiese il Dragon Slayer, pulendosi un rivolo di sangue con il dorso della mano.
    Zarti sorrise, prima di lasciarsi andare a un attacco d’ilarità. “Non potresti mai capire… L’Imperatore Zero, anzi, per meglio dire, quel fantoccio non ha alcuna possibilità contro Deliora!”
    “V-Vuoi dire che ci penserai tu?” domandò il Weasley, riuscendo a mettersi seduto, osservando l’enorme demone che cercava ancora di liberarsi, mentre il ghiaccio continuava a sciogliersi.
    “Certo che no. Io voglio solo farlo mio…”
    I due maghi spalancarono gli occhi, mentre Zarti portava una mano di fronte a sé, venendo circondato da un’aura di pura malvagità.
    “Anche se si tratta di un demone immortale, esiste una magia per controllarlo… Chissà che spasso sarà poter manovrare un essere potente come quello!”
    “Tutti qui? Davvero ridicolo…” commentò Natsu, sbuffando deluso.
    “Come tutto qui?!” ripeté incredulo Ron, dimenticandosi un attimo delle ferite. “Se dovesse riuscire a controllare quella creatura, per questo mondo sarà la fine!”
    “Ma io mi immaginavo chissà quale obiettivo… e invece…” contestò il rosa, amareggiato.
    “Oh, oh, oh… Tu non sei ancora in grado di capire… arriva il momento in cui il potere diventa necessario…”
    Per tutta risposta, Natsu avvolse ancora il braccio destro con le fiamme. “In quel caso, io mi fiderò solo delle mie forze, dei miei amici e del potere dei maghi di Fairy Tail!” decretò in preda all’ira.
    “La spacconeria ti porterà alla rovina.” sentenziò Zarti, alzando una mano verso l’alto. “Soffitto… accelera il tempo e crolla!” ordinò.
    Non appena pronunciò l’incantesimo, diversi pezzi della volta cominciarono a staccarsi, precipitando verso il suolo.
    Protego!” riuscì a pronunciare Ron, giusto in tempo per deviare la traiettoria di una pietra.
    “Siete un branco di stolti!” urlò invece Natsu, incurante delle macerie che gli stavano cadendo attorno. “Avete devastato l’isola per i vostri futili interessi! Ne ho abbastanza di gente del vostro stampo!” Dicendo ciò, avvolse i piedi con le fiamme, per poi usarle come propulsore e lanciarsi contro l’avversario, pronto a colpirlo con il pugno.
    Lui sorrise, alzando ancora il braccio e circondandosi di decine di macerie, per poi scagliarle contro il Dragon Slayer.
    “Vediamo se il mio Arco del Tempo riesce a catturare le tue fiamme selvagge…”
    “Arco o porco, non m’importa un accidenti!” replicò Salamander, annientando con una fiammata le macerie, i cui rimasugli tornarono indietro, costringendo Zarti a coprirsi la maschera con un braccio.
    Quando riuscì a tornare a vedere chiaramente, Natsu era scomparso.
    “Dov’è finito?!” esclamò incredulo, guardandosi attorno.
    “Guarda che il tempo riesco a manipolarlo pure io!” dichiarò Dragonil, riapparendo sopra di lui.
    “Eh?!”
    “Come diamine ha fatto?!” si chiese il Weasley, guardando l’amico precipitare contro l’avversario, che per la prima volta mostrò uno sguardo impaurito.
    “In particolar modo il futuro… e predico che tra un secondo sarai scaraventato via!”
    Natsu portò indietro il braccio infuocato, per poi colpire il nemico su una guancia. “Pugno d’Acciaio Salamander!” urlò, mentre l’avversario veniva scagliato lontano come da lui anticipato, andando a schiantarsi contro una roccia, restando inerme.


    Toby volò all’indietro, mentre Erza abbassava la spada.
    Poco lontano, Harry, Lucy e Happy videro il raggio lunare dissolversi, decretando così la fine del rituale.
    “Ce l’ha fatta! Ha bloccato le gocce di Luna!” esclamò felice la bionda, mentre il gatto guardava dubbioso lo sgherro di Leon.
    “Ma quello agiva da solo?” si chiese, poco prima che una luce uscisse dal buco del pavimento, illuminando a giorno l’intera zona.
    “È troppo tardi!” urlò Toby. “Il rituale si è concluso!”
    “Che cosa?! Vuoi dire che non abbiamo fatto in tempo?!” esclamò Majutsu, avvicinandosi al raggio.


    * Surreale protagonista di una festa popolare di Akita, nel nord del Giappone.
     
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    Se non arrivo in ritardo io non sono a posto ç_ç Scusa ç_ç
    Capitolo assai interessante per le tante cose che si sono viste! Prima fra tutte la magia dei gemelli Weasley, davvero fantastica! Te l'avevo già detto in corso d'opera e anche durante la fase di betaggio, ma ripeterlo non fa male ù.ù Hai avuto un'idea davvero geniale!
    Gray, povero patato çAAç *tante coccole per lui* Tu sai che io so, ma faccio finta di nulla e mi dispero per la sua salute... Hermione sei inutile! ò_ò Non potevi imparare una magia di cura?!
    Ma passiamo oltre.
    Zarti continua a essere un personaggio ambiguo che dice di voler prendersi Deliora come animaletto domestico, un semplice gatto/cane/uccellino/pesce rosso è fuori moda... ma il suo potere è figo ù.ù E mi è piaciuto questo momento d'intelligenza di Ronald, ti prego Darky-kun, compi il miracolo, eh?
    Leon è stato finalmente sconfitto, Hermione si rivela inutile un'altra volta ò_ò e Deliora sembra essersi svegliato... Tombola! =D
    Detto questo, facendo sempre finta d'aver preso una botta in testa che mi ha cancellato la memoria, ti faccio i complimenti per quest'ottimo capitolo e ti raccomando di continuare così! ù.ù
    Ah, già. Ovviamente mi scuso per le parti demenziali di questa recensione, ma-sai-com'è-la-vita, in realtà il problema è che di prima mattina non carburo xD
    A presto Darky-kun! =D

    In risposta alla tua risposta (?) alla mia recensione dell'altra volta: un rivale per Riku? Dici nel mio cuoricino? Giammai! Riku occupa il trono ù.ù
     
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    E finalmente siamo giunti alla fine della saga di Galuna!
    Allora, eravamo rimasti alla sconfitta di Leon, dovuta in parte anche alla nuova magia dei nostri gemelli preferiti, i quali hanno sorpreso tutti (e direi anche voi lettori XD), seguita subito dal risveglio di Deliora. E ora i nostri maghi si ritrovano a dover affrontare il demone, ben consci che le possibilità contro di lui sono minime...
    Tra poche righe finalmente vedrete come si concluderà questa parte di storia, e dal prossimo capitolo si tornerà sulla Terra, assieme a parecchie novità... alcune delle quali saranno già disponibili in questo XD.
    Ma non voglio anticiparvi niente, quindi ringrazio Liberty89 per avermi fatto da beta reader e passo alle recensioni!

    @ Liberty89: Lib-sensei!
    Eheheh... la magia di Fred e George è stata, modestamente parlando, una delle mie idee migliori... anche se credo di averla superata con ciò che succederà nella prossima saga... *si mette a ridere sadicamente*
    Povera Hermione... già si è ritrovata da un mondo di tecnologia a uno di magia, poi a uno di magia parallelo... è anche un po' sconvolta per sapere una magia di guarigione XD. E Gray... beh, purtroppo doveva soffrire per vincere XD.
    Nah... chi non ha un demone come animale di compagna? Guarda Hagrid, alleva nientemeno che Cerbero per conto di Ade XD.
    Se il miracolo che chiedi è quello che sto pensando... allora mi sto attrezzando XD.
    Per la parti demenziali, tranquilla, anch'io deliro per il 99,99% del mio tempo XD.

    Bene, e detto ciò... Buona lettura a tutti!

    Capitolo 25: Il destino di Deliora: l’ultima magia di Ur - Torna all'indice dei capitoli
    Deliora distrusse il resto del ghiaccio che per anni l’aveva tenuto prigioniero, per poi lanciare un lungo ruggito che fece tremare l’intera struttura.
    “Impossibile…” fece Ron, alzandosi, mentre Gray, Fred, George e Hermione li raggiugevano, fissando increduli il demone che si guardava attorno, togliendosi di dosso i rimasugli del blocco di ghiaccio.
    Il moro posò una mano a terra, cercando di afferrare l’acqua da una delle pozzanghere che si erano create. “Ur…” mormorò, osservando l’acqua scorrere tra le dita.
    “Gray! Ragazzi! Siete qui!” urlò Natsu, raggiungendoli di corsa, mentre Ron veniva aiutato dai fratelli. “A questo punto non ci resta altro da fare se non abbatterlo!” continuò indicando Deliora.
    “Abbatterlo?” ripeté incredula Hermione, tremando. “Impossibile! Anche senza analizzarlo è chiaro che non abbiamo alcuna possibilità contro di lui!”
    “Uh, uh, uh…” ridacchiò una debole voce, anticipando Leon, che stava strisciando verso di loro. “Non ce la farete mai… Con quello io… Per superare Ur… Io solo…”
    I maghi di Fairy Tail guardarono sorpresi l’Imperatore Zero e il suo vaneggiare mentre si avvicinava.
    “Sei tu quello che non ce la farebbe!” gli urlò contro Gray. “Resta indietro!”
    L’albino lo ignorò, alzando lo sguardo verso il mostro. “Finalmente ci incontriamo… Deliora…” mormorò, mentre dentro di lui tornavano a galla antichi ricordi.

    ~~~~~~~~~~Flashback~~~~~~~~~~



    “Il mago più potente?” chiese conferma un uomo, guardando un Leon bambino, con un piccolo zaino sulle spalle dal quale spuntava un bastone da mago. “Be’, direi Ur, senza dubbio…”
    “Si era rifugiata nelle montagne per superare lo shock di aver perso la figlia…” disse triste un altro uomo.
    “Da queste parti nessuno può competere con Ur.” ammise un terzo.
    “Ur…?” ripeté il ragazzino, con un sorriso stampato sulla faccia. “Magari accetta discepoli…”

    ----------


    “Hai intenzione di accettare quel bamboccio come tuo discepolo?!” urlò indignato Leon a Ur, in quel momento seduta, intenta a leggere un libro.
    “Ha detto che vuole imparare la magia… che male c’è?”
    “Per sostituire la figlia che hai perso basto io, no?”
    Senza lasciare tempo al bambino di continuare, la donna si alzò, rifilandogli subito un sonoro schiaffo, che lasciò incredulo l’albino, il quale si portò una mano sulla guancia lesa.
    “Eh?”
    “Leon… ficcati in testa che non ti ho mai considerato nemmeno una volta come il sostituto di mia figlia…”
    Dicendo ciò si abbassò alla sua altezza, posandogli le mani sul capo.
    “Tu sei… il mio amato discepolo…”

    ~~~~~~~~~~Fine flashback~~~~~~~~~~



    L’Imperatore Zero si alzò in piedi e, barcollando, cercò di avvicinarsi al mostro.
    “Ma ora… io… ti supererò…” fece, poco prima che Gray lo colpisse al collo con la mano, facendogli perdere nuovamente l’equilibrio.
    “Leon… mi hai stufato!” esclamò, superando il corpo del vecchio compagno, fermandosi di fronte a Deliora. “Qui ci penso io!”
    Dicendo ciò, incrociò le braccia.
    “Ci penserò io a fermare Deliora! Iced Shell!” urlò, venendo subito avvolto dalla magia.
    “Gray, no!” gridò subito Hermione.
    “Non farlo Gray!” gridò Leon, fissandolo. “Pensa a quanto tempo c’è voluto per sciogliere quel ghiaccio! Così si ripeterà di nuovo tutto! Prima o poi il ghiaccio si scioglierà… ed io sarò lì, pronto a sfidarlo!”
    “Non mi resta altro da fare! È l’unico sistema per bloccare quel mostro!” replicò il moro.
    “Non credo proprio!” esclamarono insieme Fred e George, superandolo e fermandosi di fronte al demone, affiancati subito da Natsu e seguiti poco dopo da Hermione, che teneva sollevato per un braccio Ron. “Lo fermeremo noi!”
    “Ragazzi…” mormorò incredulo il mago del ghiaccio, per poi riprendersi. “Andatevene! Non intralciatemi!”
    “Non possiamo lasciarti usare quella magia!” ribatté George. “Non avremmo il coraggio di tornare a Grifondoro se ti lasciassimo morire!”
    Tutti e cinque i maghi alzarono lo sguardo, incrociando quello del demone.
    “Insieme ce la possiamo fare!” urlò Natsu, facendosi avvolgere dalle fiamme.
    Gray cominciò a diminuire l’energia magica, finché l’incantesimo non s’interruppe.
    “Ragazzi…” ripeté, guardandoli increduli.
    Fu Deliora a riportarlo alla realtà.
    Il mostro ruggì, alzando il suo braccio, pronto a colpire.
    “Preparatevi!” gridò Dragonil, facendo crescere le fiamme.
    Tuttavia non arrivò nessun colpo.
    Il braccio di Deliora restò fermo in alto, tremante.
    Poi, sotto gli occhi sconcertati dei presenti, si spaccò a metà, lasciando cadere a terra la mano, che s’infranse in migliaia di pezzi, come se fosse stato una statua di sale.
    “Eh?!” esclamarono tutti quanti, vedendo il demone riempirsi di crepe, per poi collassare su se stesso.
    “Che cosa sta succedendo?! Non abbiamo fatto niente!” esclamò Ron, mentre lui e gli altri indietreggiavano per evitare di essere schiacciati dai pezzi del mostro.
    “A-Assurdo… Non può essere…” balbettò Leon, guardando terrorizzato l’immensa figura del demone che scompariva per sempre. “Deliora… è già morto!”
    Detto ciò, sbatté i pugni a terra con forza, cercando di dar sfogo alla sua frustrazione per aver visto il suo sogno infrangersi definitivamente.
    “Che cos’è successo?” domandò Hermione. “Deliora era vivo… si è mosso di fronte a noi! E non mi sembrava in fin di vita!”
    “In questi anni…” cominciò l’Imperatore Zero, attirando l’attenzione di tutti su di sé. “Il ghiaccio di Ur gli ha succhiato la vita… Noi ora abbiamo solo visto i suoi ultimi istanti…” L’albino sbatté ancora un pugno per terra, piangendo. “Non ce l’ho fatta… non sono riuscito a superare Ur…”
    “Incredibile… Non solo lo aveva bloccato, ma aveva anche trovato un modo per impedire che al suo risveglio potesse tornare a seminare il panico… La tua maestra doveva essere veramente grande!” commentò Fred, guardando Gray, che restò in silenzio.

    “Ora sigillerò la tua oscurità!”



    Il mago del ghiaccio si portò una mano sugli occhi, dai quali cominciarono a uscire due fiumi di lacrime.
    “Grazie, maestra… Grazie di tutto…” mormorò.
    “Ma quindi ora Ur è-” cominciò Ron, interrompendosi quando vide Gray scuotere la testa.
    “No… è ancora viva… Il ghiaccio si è sciolto, riversandosi in mare… Ur sarà viva per sempre.” Rispose, facendo sorridere tutti i suoi amici.
    “Beh, ottimo lavoro!” esclamò la voce di Harry, mentre lui, Lucy, Happy ed Erza li raggiungevano, portandosi dietro un Toby svenuto dopo aver preso diverse botte in testa.
    Natsu fece per rispondere, ma si fermò quando Titania lo fissò con occhi truci.
    Lucy osservò i suoi amici lasciarsi cadere a terra esausti ma contenti di essere riusciti a uscire da quella situazione che ormai sembrava persa.
    E fu con ancor maggiore gioia che vide Gray aiutare Leon a rialzarsi, accompagnandolo fuori con un sorriso stampato in faccia.


    “Evviva! Ce l’abbiamo fatta!!!” esultò Salamander, non appena furono tutti fuori dalle rovine.
    “Siamo stati grandiosi!” replicarono i gemelli, battendo un cinque al rosa.
    “Per un attimo ho temuto il peggio…” fece Lucy, sospirando di sollievo.
    “A chi lo dici… Ma almeno ne siamo usciti più forti di prima.” Disse Hermione, trattenendo una smorfia di dolore per le sue ferite.
    “In questo modo abbiamo terminato una missione di classe S!” gridò ancora Natsu, saltando di gioia assieme ai due Weasley maggiori. “D’ora in poi potremo svolgerle quando vogliamo!”
    La loro felicità, però, s’infranse di colpo quando l’aria divenne gelida, facendo cominciare a sudare tutti quanti, che si voltarono lentamente.
    Majutsu e Titania li stavano osservando con occhi che lasciavano sperare ben poco di buono, mentre Ron si era nascosto dietro un albero.
    “S-Siamo morti…” deglutì Fred.
    “L’avevo scordato! Ci aspetta una punizione coi fiocchi!” urlò terrorizzata la bionda, portandosi le mani al viso.
    “Prima di questo, mi pare ci sia dell’altro da sistemare, no?” disse invece Harry, guardandoli.
    “Eh?” replicarono tutti quanti, a esclusione di Erza, che prese la parola.
    “Il vero obiettivo della missione è debellare il maleficio che ha trasformato in mostri gli abitanti del villaggio. La missione non è ancora conclusa.”
    “Ma ora che Deliora è morto, la maledizione non dovrebbe essere sparita?” chiese Ron.
    “No. Deliora non c’entrava affatto con il maleficio.” Ripose Potter. “È stato l’enorme potere delle gocce di Luna a devastare la gente del villaggio, perciò non dovrebbe essere cambiato nulla.”
    “Assurdo…” commentò incredulo George, per poi girarsi a guardare Natsu, che stava battendo un cinque a Happy.
    “Allora che aspettiamo? Guariamoli!” esclamò il Dragon Slayer.
    “E come pensi di fare?” domandò Lucy, guardandolo male, mentre Gray si voltava verso Leon, che era appoggiato contro un masso.
    “Tu!” lo chiamò, invitandolo così a rispondere.
    “Io non ne so nulla.” Disse lui schietto.
    “Ma come non ne sai nulla?!” gli urlò contro Happy.
    “Se non lo sapete nemmeno voi, come possiamo sciogliere la maledizione?” chiese Hermione, avvicinandosi.
    “Sapevamo dell’esistenza del villaggio sin dal momento in cui siamo giunti sull’isola… ma non abbiamo mai interferito con quella gente, e nemmeno loro si sono mai fatti vivi.”
    “Nemmeno una volta?” domandò sorpresa Erza.
    “Ora che ci penso, le gocce cadevano ogni notte… eppure nessuno del villaggio è venuto a indagare su questo posto.” Osservò Hermione.
    “Io ho parecchi dubbi sul fatto che quei raggi abbiano una qualche influenza sul corpo umano…” fece Leon.
    “Ma che stai dicendo? Non vorrai insinuare che non è colpa vostra?!” chiese dubbioso George.
    “Per tre anni quella luce l’abbiamo assorbita anche noi.” Rispose l’albino.
    “È vero…” ammise Harry. “Ed eravate ancora più vicini rispetto al villaggio…”
    L’albino spostò la testa di lato, incrociando le braccia attorno al petto.
    “Fate attenzione… quelli vi stanno nascondendo qualcosa… immagino che il lavoro della vostra gilda inizi adesso.”
    I maghi restarono in silenzio per qualche secondo.
    “Comunque, non la passerai liscia!” esclamò Natsu, indicando il mago sconfitto. “Hai raso al suolo il villaggio e-”
    Ma il Dragon Slayer non terminò la frase, visto che Erza provvide a zittirlo, schiacciandogli le guance con una mano e guardando seria Leon.
    “Toby ci ha detto perché volevano affrontare Deliora.” Fece Harry. “I loro villaggi sono stati rasi al suolo da quel mostro… per questo si sono uniti al piano di Leon per distruggerlo.” Spiegò, girandosi. “Non posso dirgli nulla. Anch’io sto proseguendo la nostra missione per motivi personali.”
    “Tu, Majutsu?” chiese Leon, guardandolo. “Cosa può volere un mago potente come te?”
    “La stessa cosa che volevano Toby e gli altri: vendicare i miei genitori.” Rispose lui senza voltarsi a guardarlo. “Non sono stati uccisi da un demone, ma da un mago malvagio. E non avrò pace finché non sarò io stesso a fargli trovare la morte.”
    “Non bisogna vivere solo nel passato… ma anche nel presente, per poter avere un futuro.” Proseguì Erza, guardando il compagno, sebbene le parole fossero rivolte a Leon. “Forza, andiamo. Abbiamo una maledizione da spezzare.”
    Dicendo ciò, cominciò ad allontanarsi, seguita dagli altri, a esclusione di Gray, che restò indietro a osservare Leon.
    “Che stai guardando?” chiese lui infastidito.
    “Hai mai pensato di unirti a una gilda? Ti faresti un sacco di amici… e di rivali! Magari riusciresti a trovare un altro obiettivo…”
    Leon restò a guardarlo, per poi digrignare i denti e spostare lo sguardo. “Non dire sciocchezze… vattene e lasciami da solo!”
    Gray sorrise, per poi raggiungere i suoi amici.


    Non appena i maghi misero piede nell’area di rifornimento, si guardarono intorno, spaesati.
    “Dove sono finiti tutti?” domandò sorpresa Lucy, senza riuscire a scorgere anima viva a parte loro.
    “Erano davvero tutti qui?” chiese Natsu, trovando difficile crederlo.
    “Sì… dopo che il villaggio è stato distrutto si sono spostati qui…” rispose George.
    “C’è nessuno?!” urlò Happy, volando sopra le tende.
    Ron si lasciò cadere su una delle sedie abbandonate, cercando di respirare normalmente nonostante le sue ferite.
    “Prima di cercare gli altri, ci conviene darvi una sistemata. Se lasciamo le vostre ferite così rischiate di non riprendervi facilmente.” Fece Harry, facendo apparire dal nulla delle bende, assieme ad altri medicamenti con cui i maghi si fasciarono.
    “Ehi!!!” urlò una voce, che fece girare tutti.
    Uno degli abitanti del villaggio stava attraversando di corsa il campo, salutandoli con la mano. “Finalmente siete tornati! È successa una cosa incredibile!”
    Tutti lo guardarono sorpresi, mentre lui si fermava di fronte a loro.
    “Sbrigatevi! Andiamo al villaggio!” esclamò l’uomo.
    I maghi restarono in silenzio a guardarlo.
    “Andiamo… al villaggio?” ripeté Hermione, sorpresa.

    Pochi minuti di corsa dopo, i nove maghi non poterono che restare a bocca aperta: davanti a loro, in tutto il suo splendore, il villaggio si ergeva come se nulla fosse accaduto.
    “Com’è possibile?! Lo abbiamo visto sciogliersi sotto i nostri occhi!” esclamò Fred, toccando la cinta di legno per assicurarsi che fosse reale.
    “È tornato come prima!” fece Natsu, guardando gli abitanti, nei loro panni di demoni, che stavano tutti esultando e festeggiando.
    “È come se fossimo tornati indietro con il tempo…” osservò Hermione.
    “Tempo?!” ripeterono insieme Salamander e Ron, guardandosi a vicenda, mentre a entrambi tornava in mente Zarti.
    Il Dragon Slayer si portò una mano sotto il mento.
    “Possibile? Mi sembra assurdo…”
    “Forse i sensi di colpa…” azzardò il Weasley minore.
    I due restarono in silenzio ancora qualche istante.
    “Che m’importa!” esclamò infine il rosato.
    “Già. L’importante è che si sia sistemato tutto!” confermò il rosso, attirando gli sguardi dei compagni.
    Lucy sorrise sconsolata, per poi voltare l’attenzione verso il capo villaggio, che era seduto di fronte alla tomba del figlio, anch’essa tornata come prima.
    In quel momento l’anziano girò la testa, per poi alzarsi e avvicinarsi ai maghi.
    “Siete stati voi a far tornare il villaggio com’era prima? Hoga…” chiese, aggiungendo un’onomatopea alla fine della frase che non aveva mai usato.
    “Beh… non direi proprio…” rispose sincera la bionda.
    “Comunque vi siamo debitori…” proseguì l’uomo, per poi alzare il suo bastone verso la Luna. “Tuttavia, cari maghi, mi chiedo proprio come farete a distruggere quella Luna! Hoga!”
    “La Luna?” ripeté Ron, per poi sgranare gli occhi. “Vuole che distruggiamo la Luna?!” urlò.
    “Non è difficile…” rispose Erza, avvicinandosi al capo villaggio, che la guardò incredulo, come anche i suoi compagni.
    “E lo dice come se niente fosse?!” esclamarono i due gemelli all’unisono.
    “Prima però vorremo verificare una cosa…” intervenne Harry, che sembrava non risentire minimamente delle parole pronunciate dalla rossa. “Raduni tutti gli abitanti!”
    Moka annuì, per poi correre a chiamare i compaesani.
    “Harry, Erza… che cos’avete in mente di fare?” chiese Hermione. “Distruggere la Luna è impossibile, anche se usassimo la magia tutti insieme!”
    I due si limitarono a sorridere.

    “Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza.” Esordì Titania, non appena tutti gli abitanti del villaggio si furono riuniti all’ingresso. “Avete assunto quell’aspetto da quando è apparsa la Luna viola, esatto?”
    “Hoga… A dire il vero diventiamo così solo quando appare la Luna…” rispose Moka.
    “Da quello che ci avete detto, la cosa avrebbe avuto inizio tre anni fa…” proseguì la rossa, cominciando a camminare verso il portone.
    “Sì, diciamo che le cose stanno così…” rispose uno degli abitanti.
    “Ogni giorno, per tre anni, in quest’isola si è tenuto il rituale delle gocce di Luna…”
    Lucy guardò la compagna camminare, per poi spalancare gli occhi, cominciando a sudare vistosamente.
    “Quindi ogni giorno avreste dovuto vedere uno di quei raggi provenire dalle rovine…” continuò Erza, non accortasi della preoccupazione della compagna, che nel frattempo si era estesa anche a Natsu, Ron, Fred e George, i cui capelli si erano rizzati verso l’alto per la paura, come successe anche a diversi abitanti.
    Prima che potessero dire qualcosa, Titania mise un piede sulla trappola di Lucy, che si attivò istantaneamente, facendola precipitare nel buco, non prima di aver gridato.
    I maghi di Fairy Tail, Harry compreso, deglutirono.
    “Era stata ricoperta anche la buca…” fece Happy, incredulo.
    “Sbaglio, o quello era un gridolino femminile?” osò chiedere Natsu, mentre dietro di lui i gemelli annuivano, guardando scioccati la scena.
    “Non è colpa mia! Non sono stata io!” urlò Lucy in preda al panico.
    “Significa che quello è il luogo più misterioso di tutta l’isola!” continuò Erza, riemergendo dalla buca facendo finta di niente. “Perché non siete mai andati a vedere che cos’era?”
    Gli abitanti cominciarono a parlare tra di loro, lasciando al loro capo il compito di spiegare la situazione.
    “Da generazioni, qui sull’isola si dice che non bisogna mai avvicinarsi a quelle rovine…”
    “Tuttavia, credo che la vostra sicurezza venisse prima di una superstizione, no?” s’intromise Majutsu. “Potreste gentilmente dirci la verità?”
    Moka guardò i maghi, per poi sospirare. “A dire la verità, ci abbiamo provato… ma nemmeno noi abbiamo capito bene cos’è successo. Ci siamo procurati armi che non sapevamo usare, io mi sono accomodato le basette e poi ci siamo diretti verso le rovine non so quante volte… ma non siamo mai riusciti ad avvicinarci.”
    “Come?” lo interruppe Fred. “La strada è dritta, è impossibile perdersi!”
    “Ogni volta puntavamo sulle rovine e ogni volta ci ritrovavamo davanti al portone del villaggio. Per farla breve, non c’era modo per noi di avvicinarci a quel luogo.”
    “Che significa?” chiese Lucy.
    “Noi siamo entrati dentro senza problemi… che cosa cambia?” fece Ron.
    “Non ve l’abbiamo mai detto perché non ci avreste creduto!” cercò di scusarsi uno degli abitanti.
    “È la verità! Abbiamo cercato di recarci a quelle rovine non so quante volte… ma nessuno di noi è mai riuscito ad avvicinarsi!”
    “Come pensavo.” Disse Erza, attirando gli sguardi di tutti su di sé, ad esclusione di Harry, che sorrise.
    “Allora…” riprese lui, stiracchiandosi le braccia. “Distruggiamo la Luna?”
    “Sì.” Rispose Scarlett, mentre la sua armatura scompariva, lasciando il posto a un’altra, che aveva l’aspetto di una tunica gialla, con dei pizzi bianchi nella parte bassa e le giunture nere.
    Le mani erano ricoperte da un paio di pesanti guanti rinforzati e sulla testa c’erano due estensioni che ricordavano delle orecchie animali, infine sulla pancia dell’armatura era incisa una croce.
    “EH?!?!” urlarono tutti gli altri, a parte Natsu, che, al contrario, assunse un’espressione entusiasta.
    “State scherzando, vero?!” esclamò Hermione. “È impossibile anche per voi!”
    “Poi distruggere la Luna… non è una soluzione esagerata?” fece Fred. “Insomma, pensate ai disagi che creerete a tutto il mondo…”
    “Fidatevi di noi.” Disse solamente Potter, mentre Erza alzava una mano, facendo apparire una lancia, la cui punta ricordava la croce sull’armatura.
    “Questa è l’Armatura del Gigante. È in grado di aumentare la potenza della lancia. Questa, invece, è la Lancia Spezza-Eresie, in grado di tenere lontana l’oscurità!”
    “Infilzerete la Luna con quella?! Magnifico!” gridò Natsu, al settimo cielo, mentre gli altri continuavano a far passare lo sguardo fra i tre maghi e la Luna.
    “Se ci riescono, non m’importa del segreto, ma lo dirò a tutti a scuola. Nessuno oserà più dirgli nulla… nemmeno se dovessero farci perdere cinquecento punti tutti insieme!” commentò George.
    “A dire la verità…” intervenne Harry, guardando Salamander. “Ci servirà anche il tuo aiuto.”
    “Davvero?!” esclamò il Dragon Slayer, con gli occhi che brillavano.
    “Già. Io tirerò la lancia, mentre Harry ne aumenterà ulteriormente il potere con la sua magia, ma ci servirà che tu la colpisca con tutta la tua forza, dandole la spinta necessaria a raggiungere l’obiettivo.” Spiegò Titania.
    “D’accordo!”
    “Quei due si sono presi sul serio…” commentò Gray, deglutendo.
    “Sono davvero convinti di distruggerla…” aggiunse Lucy.
    Erza piegò leggermente le gambe, puntando la lancia verso la Luna, mentre Harry si mise al suo fianco, circondandola con dell’energia magica.
    “Ora Natsu!” urlarono i due maghi di classe S all’amico, che avvolse il braccio destro con le fiamme.
    “Arrivo!!!” gridò lui, colpendo la lancia, la quale, unita alla forza di Erza, decollò contro la Luna alla velocità di un razzo, lasciando tutti i presenti a guardare lo spettacolo carichi di aspettativa.
    La scia bianca attraversò il cielo notturno per qualche secondo.
    Poi, senza fare alcun rumore, impattò contro la Luna, illuminando la volta celeste.
    Subito dopo, sul satellite apparve una crepa.
    Gli abitanti del villaggio saltarono subito per esultare, mentre gli altri maghi di Fairy Tail spalancarono tutti la bocca e gli occhi.
    “ASSURDO!!!” urlarono tutti quanti.
    “Hanno distrutto la Luna!” disse Happy incredulo.
    “E noi dobbiamo essere puniti da quei due?!” esclamò terrorizzata Lucy, diventando bianca.
    Harry ed Erza sorrisero, mentre la crepa continuava ad aumentare di dimensioni.
    Poi, senza alcun preavviso, il cielo s’infranse in migliaia di piccoli frammenti luminosi, che si dissolsero, lasciando vedere nuovamente la Luna, questa volta del suo colore originale.
    “Cosa?!” urlarono increduli gli abitanti del villaggio.
    “Quella è la Luna!” fece Ron.
    “Ma allora che cos’abbiamo appena distrutto?!” esclamò Natsu.
    “Non è la Luna a essersi disintegrata… ma il cielo…” costatò Lucy.
    “L’isola era avvolta da una specie di cupola.” Spiegò Harry.
    “Cupola?” ripeté Happy, non capendo.
    “Una specie di gas emesso dalle gocce di Luna… Quelle esalazioni si sono condensate e in seguito cristallizzate, creando la calotta nel cielo. Ecco perché la Luna appariva di colore viola.”
    Gli abitanti del villaggio s’illuminarono, rendendoli ben visibili nonostante il buio.
    “Guardate!” esclamò Fred. “Ora che il cielo è libero, la maledizione si è spezzata!”
    Tuttavia, quando gli abitanti smisero di brillare, il loro aspetto non cambiò minimamente.
    “Però… non sono tornati normali…” osservò Gray, guardandoli, mentre loro si osservavano increduli.
    “Sì che sono normali.” Rispose Erza, portandosi una mano sul fianco. “Questo perché la cupola non influiva sul loro aspetto, ma sulla memoria.”
    “Memoria?” ripeté Natsu, guardandola come se avesse detto un’assurdità.
    “Aspetta… state dicendo che in realtà loro…” cominciò Ron, avendo intuito cosa intendesse la rossa.
    “Sono dei veri demoni?!” completò Hermione, totalmente incredula, mentre Lucy cadeva in ginocchio urlando di paura.
    “È uno scherzo, vero?!” domandarono insieme i gemelli a uno degli uomini, che si grattò la testa, imbarazzato.
    “Ecco… ho ancora le idee un po’ confuse…” ammise lui.
    “Possiedono il potere di trasformarsi in umani…” spiegò Harry. “…e si sono convinti che il loro vero aspetto fosse quello! È stato questo il devastante effetto delle gocce di Luna.”
    “Ma allora perché a Leon e agli altri non è successo niente?” chiese Happy.
    “Perché loro erano umani.” Rispose Erza. “Probabilmente la perdita di memoria influiva solamente sui demoni. Inoltre, essendo demoni, non potevano avvicinarsi alle rovine perché liberavano Luce Sacra, e quindi erano inaccessibili alla gente dell’oscurità.”
    “Quindi la missione… era praticamente impossibile da svolgere, visto che non sono umani.” Rifletté Natsu.
    “Sapevo di potermi fidare di voi…” s’intromise una voce.
    I maghi di Fairy Tail che erano arrivati per primi sull’isola si voltarono, spalancando gli occhi per la sorpresa quando di fronte a loro si ritrovarono Bobo, ora con l’aspetto di un demone completo.
    “Grazie di tutto… maghi.” Continuò, alzando un braccio per salutarli.
    “Un fantasma!!!” urlò Happy, volando dietro la testa di Lucy, mentre il capo villaggio restò a guardare incredulo il figlio.
    “Bo… Bobo…” balbettò.
    “Eh?! Ma come…” fece invece uno degli abitanti, voltandosi verso la sua tomba.
    Bobo scoppiò a ridere.
    “Non basta una semplice pugnalata al petto per uccidere un demone, no?” replicò lui, sotto lo sguardo sorpreso di tutti.
    “Fratello… credo che questo sia troppo anche per noi…” commentò Fred, ricevendo un assenso da George.
    “Voi dite?!” gli urlò contro Ron. “Abbiamo visto poco fa un demone cento volte più grande di loro! E stavamo per affrontarlo! Cosa diamine mi è passato per la testa?!”
    “Ma come hai fatto a scomparire dalla barca?” chiese Gray al nuovo arrivato, il quale, come risposta, scomparve nel nulla.
    “Mi dispiace, ma non potevo raccontarvi la verità.” Disse dall’alto.
    Tutti alzarono lo sguardo, vedendolo in volo sopra di loro, grazie a un paio di ali demoniache che gli spuntavano dalla schiena.
    “Sono fuggito dall’isola perché ero l’unico ad aver riacquistato la memoria. Non mi trovavo a mio agio in mezzo a tutti loro, che pensavano di essere degli umani!”
    Moka guardò il figlio con le lacrime agli occhi, per poi farsi spuntare anche lui due ali identiche alle sue per poterlo raggiungere.
    “Bobo!!!” urlò, abbracciandolo.
    “Papà! Ora sì che ti riconosco!” rispose lui, ricambiando il gesto, per poi scoppiare entrambi a ridere.
    Uno a uno, anche gli altri demoni li raggiunsero in volo, festeggiando.
    “Isola dei demoni, eh?” fece Erza, sorridendo. “Ora che li guardo bene… più che demoni mi sembrano degli angioletti!”
    Tutti i maghi della gilda si voltarono verso di lei, per poi sorridere.
    “Non avrei usato proprio quelle parole… ma direi che possono andare.” Disse Hermione, alzando lo sguardo.
    “Stasera organizziamo una festa di demoni!” urlarono in coro gli abitanti del villaggio.

    Poco lontano, in piedi sopra il ramo di un albero, Zarti osservava divertito la scena, con una mano che massaggiava una grossa bolla sulla guancia nella parte scoperta della maschera, rimasta miracolosamente illesa.
    “Non si smentiscono mai… hanno capito tutto…” commentò, girandosi verso la sfera di cristallo, che era poggiata al suo fianco. “Come puoi vedere…”
    “Uhm…” rispose una voce proveniente dall’oggetto, mentre al suo interno un volto offuscato osservava la scena. “Perché hai fatto tornare il villaggio come prima?”
    “Una piccola concessione…” rispose l’uomo, alzando un pollice verso l’alto.
    “Siamo alle solite… Comunque si sono comportati egregiamente…” continuò la voce, mentre il volto diventava chiaro, mostrando un ragazzo dai capelli blu, con un tatuaggio rosso scuro sul lato destro del viso che partiva dalla fronte e terminava sulla guancia. “Bravi, maghi di Fairy Tail… Basta solo che non vi salti in mente di ostacolarci…”
    “Non oseranno, tranquillo.” Fece una voce al suo fianco, mentre Zarti si toglieva la maschera, per poi venire avvolto da una nuvola di fumo.
    Pochi istanti dopo, al suo posto vi era Urrutia, la quale indossava un kimono bianco.
    La ragazza prese in mano la sfera, sorridendo.
    “Concordo.” Si limitò a dire.


    “Uff…” sospirò Lucy, guardando gli altri impegnati a mangiare al banchetto. “Ci siamo riusciti…”
    “Già!” concordò Hermione, sorridendole. “Ed io sono pure riuscita a scoprire la mia vera magia!”
    “Non sei mica stata l’unica. Ti ricordo che anch’io e George ci siamo riusciti!” esclamò Fred.
    “Quindi manco solo io…” rifletté Ron.
    “Se vuoi, posso sottoporti allo stesso trattamento che ho riservato a Hermione.” Propose Harry, mentre la diretta interessata sbiancava all’istante.
    “A proposito, cos’hai fatto? Noi ci abbiamo messo mesi solo per capire il tipo di magia…”
    “E-Ecco…” cominciò la castana, tremando al ricordo. “Mi ha fatto combattere contro di lui… finché non ho risvegliato la mia magia…”
    Tutti i presenti deglutirono immaginando cosa avesse passato la compagna.
    “P-Passo… seguirò il processo normale…” si arrese Ron, rabbrividendo.
    “Ma come?!” urlò la voce del capo villaggio, che stava parlando con Erza, attirando così la loro attenzione. “Non accettate la ricompensa?”
    “Esatto.” Rispose la maga. “Ci accontentiamo di sapere che ora siete felici…”
    “Hoga… Ma…”
    “Come vi ho già spiegato, la gilda a cui apparteniamo non ha aderito ufficialmente alla vostra richiesta. È stata una missione intrapresa da un gruppo di sciocche teste calde.”
    Tuttavia Moka sorrise. “Hoga… Ma ciò non toglie che ci abbiate salvato. Vorremmo che lo accettaste come se fosse un regalo a degli amici, non come ricompensa alla gilda.”
    Erza scosse la testa.
    “Se la mettete così, allora potremmo pensarci…” cominciò.
    “Sono sette milioni di Jewel!” urlò Gray, mentre Natsu buttava fuori dalle narici due sbuffi di fumo.
    “Non so a quanto corrispondano, ma con la nostra parte potremo sistemarci per sempre!”
    “Tuttavia…” continuò Titania. “…se accettassimo i soldi andremmo contro i principi della gilda, quindi ci accontentiamo della chiave che ci avete gentilmente offerto…”
    “Non la vogliamo!” urlarono insieme Natsu, Gray, Fred e George, mentre Lucy, dietro di loro, saltava per farsi vedere.
    “Sì che la vogliamo!” replicò.
    Gli abitanti del villaggio annuirono.
    Bobo si avvicinò a Lucy, consegnandole una chiave dorata.
    “Si tratta di Sagittarius del Centauro.” Disse sorridendole.
    “Un centauro?” fece sorpreso Fred. “Questo sì che è raro! Ma è meglio se i centauri della Foresta Proibita non lo vengano a sapere. Sono molto restii all’idea che uno della loro razza possa collaborare con gli umani.”
    “Grazie mille!” esclamò la maga degli Spiriti Stellari, chinando la testa in segno di riconoscenza.
    Bobo poi si girò ancora verso Erza.
    “Permettetemi almeno di riaccompagnarvi fino a Harujion…”
    “Grazie, ma ci siamo già attrezzati.” Rispose Harry.
    Gli abitanti del villaggio li guardarono sorpresi, ma non replicarono.

    “Una nave pirata?!” commentarono increduli Natsu e Gray, vedendo la nave che li attendeva sulla spiaggia, dopo che ebbero salutato tutti e lasciato il villaggio.
    “Allora Ronald non stava scherzando!” esclamò uno dei due gemelli.
    “E come potevo immaginarmi una cosa del genere?” mormorò lui.
    “Su, andiamo.” Disse Majutsu. “Il Master ci sta aspettando!”
    “Ecco… a proposito…” fece Hermione. “Quale sarà la nostra punizione?”
    Erza sorrise.
    “Tu l’hai già passata.” Rispose. “Come anche Fred e George.”
    I tre la guardarono sorpresi.
    “Le parole del Master sono state: ‘Come punizione, dovrete fargli capire il significato della vera magia. Per Natsu, Happy, Gray e Lucy invece…’
    Qui i quattro deglutirono.
    “E noi?” osò chiedere la bionda.
    Harry scrocchiò le dita, assumendo un’espressione di puro sadismo.
    ‘…invece lascio a Majutsu scegliere la loro punizione’ ” completò il moro, ghignando divertito.
    “Siamo senza speranza!” urlò Happy disperato.
    “E credetemi… il tempo di arrivare alla gilda, e accontenterò Natsu, affrontandolo finalmente in un combattimento, seguito subito da voi altri. Ovviamente potete anche arrendervi e-”
    Mi arrendo!” esclamarono i quattro maghi all’istante.
    “… e rinunciare al grado di classe S.” terminò il moro, tornando alla sua solita espressione. “Okay, come volete!”
    I maghi restarono in silenzio per qualche secondo.
    “Nooo!!!” urlò infine Natsu, facendo scoppiare tutti a ridere.

    Sopra una delle alture dell’isola, Leon, Toby, Yuka, Sherry e Angelica osservarono la nave allontanarsi.
    “Se ne sono andati…” fece il sopracciglione, mentre Toby scoppiava a piangere.
    “F-Figuriamoci se mi commuovo!” urlò.
    “Ma se stai già piangendo…” commentò Sherry, per poi guardare Leon. “Ti sta bene la cosa? Proprio ora che avevate fatto pace… si tratta di vero affet-”
    “Piantala!” ordinò l’albino, sorridendo.
    Poi alzò lo sguardo.
    “Sentite…” riprese, rivolgendosi ai compagni. “Ma in una gilda ci si diverte davvero?”


    Urrutia entrò nella sede del Concilio Magico, l’ERA, percorrendo diversi corridoi, fino a entrare in una stanza.
    “Peccato per com’è finito l’affare Deliora…” sospirò, avvicinandosi a una poltrona, in quel momento girata verso una grande finestra, sopra la quale era seduto il ragazzo con cui aveva parlato tramite la sfera.
    “Che vuoi farci? Chi poteva immaginarsi che fosse già morto? Certo, se fossimo riusciti a impossessarci di lui, un altro passo verso il nostro obiettivo finale sarebbe stato compiuto.”
    “Mi dispiace, nobile Sieglein…” disse la ragazza. “Chi poteva immaginare che la magia di quella donna fosse così potente?”
    “È curioso sentirti dire quelle parole… in fondo, la persona che odiavi di più non era tua madre? O non è così, Urrutia, la lacrima di Ur?” osservò una voce, mentre Draco Malfoy entrava nella stanza.
    “Draco… o devo chiamarti ancora Klaun?” replicò lei, facendo ridacchiare il ragazzo.
    “Ha ragione lui.” Fece Sieglein. “Anch’io nutro un profondo rispetto per tua madre… Se fosse ancora viva, farebbe senza dubbio parte anche lei dei Dieci Grandi Maghi Sacri!” esclamò, mostrando un ciondolo che teneva al collo.
    “La state sopravvalutando, mia madre non era che una misera donna abbandonata da suo marito e troppo coinvolta nella magia demoniaca. Più importanti sono le cose che perdi e più grande e il potere che acquisisci…” continuò enigmatica. “Io sono solamente un granello di polvere della vita di mia madre.”
    “Chissà… forse è stato proprio quel rimpianto a spingerla ad allevare due discepoli-” cominciò il blu, per poi essere interrotto dal dito di Urrutia, che gli tappò silenziosamente la bocca.
    “Finiamola con questi discorsi…” sentenziò.
    “Giusto! Pensiamo piuttosto a procedere con il piano!” esclamò Draco, guardando i due alleati.
    Tuttavia scoppiò subito a ridere, mentre Sieglein guardò sorpreso la viola.
    Sotto gli occhi dei due maghi, la guancia della ragazza cominciò a gonfiarsi notevolmente.
    La proprietaria urlò non appena se ne rese conto.
    “Che cos’è questo?!” sbraitò, cercando inutilmente di nasconderlo, mentre anche il Mago Sacro scoppiava a ridere.
    “Certo che ce ne ha messo di tempo per gonfiarsi!” esclamò, per poi farsi serio. “Allora, che opinione vi siete fatti?”
    “Potter è potente come mi avevate detto, però credo di poterlo superare in tempi molto brevi.” Disse Draco, sbuffando. “Dopotutto, io ho scoperto questo mondo solo pochi mesi fa, mentre lui è rimasto qui per tre anni.”
    “Io invece contro Natsu non ho usato nemmeno metà dei miei poteri!” disse Urrutia, scocciata dal livido che aveva sulla guancia. “Tuttavia direi che è notevole. Temo che quel ragazzo diventerà ancora più forte... soprattutto con gli insegnamenti di quella scuola.”
    “Lo immaginavo.” commentò Sieglein, chiudendo una mano a pugno. “Il figlioccio di Igneel…”
    Il suo sguardò si fece ancora più serio, nonostante fosse sempre attraversato da un velo di pazzia.
    “Dovrà continuare a infiammarsi… per il mio grande ideale!”

    ~~~~~~~~~



    “Interessante…” fece il custode dello Specchio delle Brame. “Così sono riusciti a uscirne vivi… Forse allora potrebbero davvero essere coloro che sto cercando…”
    Dicendo ciò, si rese nuovamente visibile come riflesso, sebbene questa volta fosse privo di alcun lineamento che permettesse d’indentificarlo.
    “Però… preferisco metterli ancora alla prova.” Continuò, mentre dietro di lui apparivano altre quattro sagome indistinte. “Basterà trovare la giusta esca…”

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    Mh, dici che è colpa mia? Nah ù.ù Passiamo alla recensione!
    Ma tipo... l'ho già detto che Gray ispira una tenerezza infinita? *^* Troppo patato lui essere x3
    Leon mi sta sulle palle, basta. Spero che dopo tutto 'sto casino non si riveda più perché davvero, potrei compiere un omicidio. Che vada a piantare girasoli e si tolga dalle pervinche! [cit.] Se non la ricordi ti sgrido ù.ù
    Zarti continua a essere un personaggio a dir poco ambiguo... prima aiuta a far danni, poi ricostruisce un villaggio di cui, secondo la teoria dei personaggi cattivi, non dovrebbe fregargli una beata margherita (?). Mah, vai a capirli 'sti antagonisti.
    Alla fine la maledizione era tutta una bufala, Bobo non era un fantasma, Erza è caduta nella buca ma non ha avuto reazioni scomposte e questo ha fatto perdere dieci anni di vita alla povera Lucy... le cose non sono avvenute in quest'ordine, ma dammele buone lo stesso xD
    Draco infine ha mostrato il suo brutto muso sotto la maschera di Klaun e ora sono curiosa di vedere quale sarà la sua vera magia, perché deve averne una pure lui, no? ù.ù
    E ultimo, ma non meno importante, è comparso di nuovo lo Specchio delle Brame, scommetto che ci sarà da divertirsi con 'sto tizio kukukuku
    Detto questo, Darky caro ti saluto, mi raccomando continua così! :3
    See ya!
     
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    Ed eccomi qui il nuovo capitolo!
    Metto già le mani avanti dicendo che questo sarà un capitolo di passaggio verso il secondo libro... ma non per questo meno importante! Certo, nel prossimo ci saranno non poche novità in più... e che novità!
    Dunque, direi che non c'è altro da dire... perciò ringrazio Liberty89 per avermi fatto da beta reader e passo alle recensioni!

    @ Liberty89: Lib-sensei! Tranquilla, quella è ordinaria amministrazione! *colpisce un ufo con un Keyblade, facendolo precipitare*
    Quindi posso dedurre che un pupazzo chibi di Gray riuscirebbe a placarti anche di fronte a un Riku torturato? XD
    *Prova a immaginarsi Leon che pianta girasoli* ... visione inquietante XD
    Per Zarti... già, un nemico ben misterioso... e decisamente fuori dagli schemi XD
    E Lucy... credo avrebbe perso meno anni a fare lo scambio degli occhi con uno Shinigami XD, mentre la storia della maledizione si è conclusa con un "Happy End" XD.
    E hai ragione, ma la sua vera magia è ancora lontana dal venir rivelata... vedrai cosa ti combino, ma ci vorrà ancora un po'...
    Già... lo Specchio delle Brame avrà il suo ruolo... e non hai ancora la minima idea di cosa provocherà... *inserire risata malvagia qui, seguita da colpi di tosse per il troppo ridere*

    Bene, e detto ciò... Buona lettura a tutti!


    Capitolo 26: La Tana! - Torna all'indice dei capitoli
    “Okay… allora direi che è il momento di andare.” Esordì Harry, poggiando a terra il suo baule, imitato da tutti i maghi in partenza.
    “Dove andrete adesso?” domandò il Master.
    “A casa nostra.” Rispose Fred, per poi tirare fuori un sacchetto che tintinnava. “Non è granché, però sommando le nostre parti di ricompensa, riusciremo a stare bene economicamente per un po’. Anche se sarà dura spiegare alla mamma come abbiamo avuto quest’oro.”
    “Basterà dirle che lo avete guadagnato facendo dei lavori. Non è molto lontano dalla verità.” Ridacchiò Mira.
    “Già, me la immagino la scena: Ciao mamma, siamo tornati! Guarda, abbiamo anche guadagnato dell’oro combattendo mostri e bande di criminali, senza contare che abbiamo affrontato un demone che probabilmente nemmeno Tu-Sai-Chi sarebbe riuscito a sconfiggere, ma che fortunatamente si è distrutto da solo sotto i nostri occhi!
    A quella frase tutti scoppiarono a ridere.
    “Omettete la parte sui mostri, bande di criminali e demone e dovrebbe andare bene.”
    “Io invece mi limiterò a tornare a casa e omettere tutte le missioni fatte. Non perché non voglia dirlo, ma farei preoccupare per niente i miei.” Disse Hermione.
    “Almeno le nostre ferite sono guarite.” Commentò Ron. “Mamma non l’avrebbe presa bene se ci avesse visto tornare bendati come mummie… e per voi sarebbe stata la seconda volta.”
    I gemelli risero.
    “Che ci vuoi fare, fratellino? Le bende ci donano!” esclamarono, facendo scoppiare ancora tutti a ridere.
    “Principessa, io sono pronta.” Fece Virgo, apparendo dal nulla.
    Lucy annuì, per poi guardare gli altri. “Allora direi che è il momento di andare. Ci vediamo durante le prossime vacanze!”
    “Potremmo anche restare a Hogwarts questo Natale.” Propose Natsu. “E far venire tutta la gilda lì. Sono sicuro che ci divertiremo!”
    “Questo poi lo vedremo più in là, Natsu.” Rise il Master, per poi guardare Harry, che annuì.
    “Terremo conto dell’avvertimento di Dobby. Se c’è qualcuno di più pericoloso di Voldemort, cercheremo di scoprire di più sul suo conto.” Disse Majutsu.
    “Ecco… se fosse possibile…” fece Mira, guardando il Master, che le fece cenno con la testa di proseguire. “Potrei venire con voi fino all’inizio delle lezioni? Lucy mi ha parlato di Diagon Alley, e devo ammettere che mi piacerebbe vederla.”
    Tutti la guardarono sorpresi, mentre Erza si metteva a riflettere.
    “Uhm… Direi che non c’è problema. Silente dovrebbe farti tornare qui tranquillamente con Fanny. Che ne dici Harry?”
    “Dico che se non la portiamo dietro, rischiamo di venire mal accolti la prossima volta che torniamo.” Ridacchiò lui. “Non ci tengo ad affrontare una Mira arrabbiata.”
    “Grazie! Allora Elfman, ci vediamo tra qualche settimana!”
    “Buona fortuna, sorella!” urlò lui, per poi abbracciarla scoppiando a piangere.
    “Forza, andiamo!” esclamò Lucy, per poi illuminarsi assieme al resto del gruppo, scomparendo pochi instanti dopo nella luce.


    “Ahhh!!!” urlarono tutti, cadendo da un metro di altezza, finendo così con la faccia a terra.
    “Ahi ahi ahi…” si lamentò la maga degli spiriti stellari, rialzandosi e massaggiandosi la testa.
    “Questa volta è stato un atterraggio piuttosto brusco…” fece George, guardandosi attorno. “Ma per fortuna, il luogo è quello giusto.”
    Tutti quanti alzarono lo sguardo, ritrovandosi a osservare una delle più strane costruzioni che avessero mai visto.
    A una prima impressione sembrava che in passato fosse stato un grosso porcile, che era stato poi adattato a casa, aggiungendo qua e là delle stanze, alzandolo così di diversi piani, che rendevano l’edificio contorto, in grado di reggersi in piedi solo per magia, cosa probabilmente vera.
    “Casa dolce casa! O come diciamo noi, Tana dolce Tana!” Annunciò Fred.
    “Fantastica!” esclamò Natsu, mentre lui e Happy la guardavano letteralmente con gli occhi che brillavano.
    “Questa è la casa di un mago di questo mondo?” domandò incredula Lucy.
    “Solo la nostra.” Rispose Ron. “Le altre sono normali case. Quasi.”
    “Direi che questo la rende unica nel suo genere.” Commentò Erza, sorridendo.
    “È veramente bella!” fece Mira.
    “Bene, allora ora direi di… Oh, oh…”
    Ron s’interruppe di colpo, guardando la porta della casa aprirsi di colpo da cui uscì la signora Weasley, in quel momento con un’espressione che la rendeva simile a una tigre dai denti a sciabola, il che bastò a Happy per correre a nascondersi nello zaino.
    “Voi!” esclamò, raggiungendoli e guardando irata i tre figli.
    “Ehm… Ciao mamma…” la salutò George, deglutendo.
    “Avete la minima idea di quanto ci siamo preoccupati?!” gli urlò contro. “Quando non vi abbiamo visto scendere dal treno e abbiamo trovato solo la lettera di Ron!”
    “Ma non avevate detto che glielo avevate chiesto questa volta?” domandò Erza, guardando i due gemelli, che sorrisero nervosi.
    “Ecco… diciamo che potremmo esserci dimenticati di chiederlo…”
    Harry si sbatté una mano sulla faccia, mormorando qualche parola sulla loro imprudenza.
    I successivi dieci minuti li passarono a sentire la signora Weasley rimproverare i figli, i quali non facevano altro che annuire in silenzio.
    Alla fine sospirò, per poi studiare gli altri maghi.
    “E così siete voi i loro amici. Spero che non vi abbiano procurato problemi.”
    “Tranquilla signora, non hanno fatto altro che aiutarci.” Rispose Mira, chinando la testa. “Piacere di conoscerla, io sono Mirajane Strauss, ma può chiamarmi solo Mira.”
    “Direi che è il caso che ci presentiamo anche noi. Erza Scarlett.”
    “Gray Fullbuster.”
    “Natsu Dragonil!”
    “Lucy Heartphilia.”
    “Hermione Granger.”
    “E infine io sono Harry Potter.”
    “Piacere mio. Non ci vediamo dallo scorso settembre, anche se in quell’occasione non c’eravamo presentati. Forza, entrate. Immagino vogliate fare colazione, visto che è mattina. Ma come siete arrivati?”
    “Con una passaporta.” Rispose George, guadagnandosi un’occhiata poco convinta dalla madre.
    “Capisco…” commentò, per poi dirigersi verso la casa, seguita da tutti quanti.
    Si ritrovarono subito in una cucina piccola e piuttosto ingombra: in mezzo c’era un tavolo di legno con delle sedie, che furono subito occupate dai maghi di Fairy Tail.
    La loro attenzione fu subito attratta da uno strano orologio, che invece di segnare l’ora segnava cose come ‘Ora di fare il tè’ o ‘Ora di dare da mangiare i polli’ e ‘Sei in ritardo’. In più, invece delle tre classiche lancette, ne aveva nove, ognuna con scritto il nome di un componente della famiglia.
    “Temevo si fosse rotto.” Fece la signora Weasley, vedendoli guardare il quadrante. “Non indicava più nulla per loro tre. Come se non fossero più in questo mondo.”
    “Beh, stiamo bene, quindi dev’essere stato un errore… può capitare, no?” fece Ron, osservando la sua lancetta, che ora indicava ‘A casa’, come quella dei gemelli, assieme ad altre tre.
    “Allora, che cosa avete combinato in queste settimane? Non mi avete mandato nemmeno una lettera, niente di niente!”
    “Ecco… abbiamo svolto diversi lavori… oltre ad aver fatto i compiti ovviamente.”
    “Lavori?”
    “Sì. E sono stati veramente d’aiuto.” Fece Mira, osservando la signora Weasley mettere delle salsicce in una padella.
    “Abbiamo anche guadagnato qualcosina.” Aggiunse George, rovesciando il suo sacchetto sul tavolo, imitato dai due fratelli.
    La signora Weasley sgranò gli occhi, lasciando perdere le salsicce e avvicinandosi per verificare di non avere un’allucinazione.
    “Ma come… Non l’avrete rubato, vero?”
    “Certo che non l’hanno rubato! L’hanno guadagnato onestamente, come tutti noi!” esclamò subito il mago del fuoco, quasi offeso da quella domanda.
    “Non avevano monete correnti, perciò abbiamo chiesto di pagarci direttamente in oro, che è uguale ovunque.” Fece Hermione.
    “Volete dire che non eravate in Inghilterra?”
    “No. La nostra casa è un po’ più lontana. Per motivi di… segretezza non possiamo dire dove.” Rispose Erza. “Anche perché non sapremmo come spiegarlo… Se non fosse stato per Silente, non ce ne saremmo mai potuti andare.”
    “Anzi, se Harry non fosse apparso nel nulla di fronte a noi, saremmo rimasti isolati!” aggiunse Natsu, beccandosi subito un pugno in faccia da parte del diretto interessato e da Erza, che lo fecero cadere a terra.
    “Tranquilla signora, sta benone.” Assicurò subito Gray, vedendo l’espressione preoccupata della signora Weasley. “È abituato.”
    “Come sarebbe a dire abituato?!”
    “Facciamo a botte fin da bambini. Ormai simili pugni hanno solo un effetto temporaneo.”
    “P-Parla dopo essere stato colpito, ghiacciolo…” mormorò Salamander, rialzandosi e massaggiandosi la faccia. “Erza e Harry insieme… Ohi…”
    “Mamma che cosa sta succedendo-” iniziò una voce, mentre una bambina dai capelli rossi entrava nella cucina, per poi zittirsi vedendo il gruppo.
    “Ehm… Ciao Ginny…” la salutarono i tre Weasley, mentre la ragazza guardava uno a uno tutti quanti, finché non si soffermò su Harry.
    A quel punto cacciò un piccolo grido, per poi correre via, scomparendo lungo una rampa di scale.
    “Vostra… sorella?” chiese Lucy, ricevendo tre assensi.
    “Ma che cosa le è preso?” chiese Mira.
    “Ehi Harry, non sapevo facessi un simile effetto alle ragazze.” Scherzò Gray.
    “Scusatela, è solo emozionata. Ha sentito così tanto parlare di te e non si aspettava una tua visita.” Fece la signora Weasley rivolgendosi a Harry, che annuì, ancora un po’ scosso per quella reazione, mentre la donna davanti a ognuno di loro un piatto pieno di salsicce.
    Il silenzio regnò per diversi minuti, finché tutti non ebbero finito.
    “Ah, che mangiata!” esclamò Natsu. “Erano squisite, complimenti!”
    “Bene, direi che possiamo andare a sistemare i nostri bauli e-” cominciò Fred, venendo interrotto dalla madre.
    “Nossignore! Visto che avete pensato di passare diverse settimane via di casa, comincerete subito a ripulire il giardino dagli gnomi.”
    “Gnomi?” chiese Mira curiosa.
    “Piccole creature che infestano i giardini.”
    “Ma… non sono delle statuette?” fece Lucy.
    “Quelli sono gli gnomi dei Babbani e non hanno niente a che fare con i nostri.” Rispose George, sbuffando, mentre Hermione si avvicinava alla signora Weasley.
    “Scusi… potrei usare il vostro camino?” chiese, mostrando un sacchetto pieno di polvere.
    “Ma certo cara. Sei sicura di non volerti fermare qui?”
    “La ringrazio, ma non vedo i miei da Natale. Almeno qualche settimana la vorrei passare con loro.”
    La signora annuì, mentre la castana si voltò verso gli altri.
    “Allora aspetto una vostra lettera per sapere quando trovarci a Diagon Alley.” Disse.
    “Contaci! Te lo faremo sapere il prima possibile.” Rispose Erza, salutandola assieme agli altri.

    Quando la signora Weasley tornò indietro, dopo essersi assicurata che la Granger fosse andata via, trovò i figli che si stavano alzando dal tavolo.
    “Ah, prima di andare, vi consiglio di leggere che cosa dice Allock per mandare via gli gnomi.”
    Dicendo ciò, prese da una mensola un grosso libro, il cui titolo era scritto in elaborate lettere d’oro: ‘Guida alla disinfestazione domestica, di Gilderoy Allock’. Sul frontespizio c’era una grande foto di un mago molto avvenente, con i capelli biondi ondulati e due luminosi occhi azzurri.
    “Incredibile… si muove davvero!” esclamò Mira, guardando entusiasta la foto magica.
    “È vero, non ti avevamo ancora fatto vedere una delle nostre foto.” Rifletté George.
    “Oh, è straordinario!” esclamò la signora Weasley, che sembrava non aver sentito il discorso. “Nessuno è più esperto di disinfestazioni, è un libro meraviglioso…”
    “Mamma ha una cotta per lui.” Mormorò Fred in modo ben udibile agli altri.
    “Non essere ridicolo!” replicò la donna, diventando rossa. “E va bene, se voi pensate di saperne più di Allock datevi da fare!”
    “Oh, non si preoccupi signora! Un minuto e nessuno gnomo vorrà più restare qui!”
    “Ehm… Natsu, ti ricordi che non possiamo usare la magia, vero?” chiese Harry, facendo letteralmente pietrificare sul posto il Dragon Slayer.
    “Niente disinfestazione infuocata, mi spiace. Ma credo ti potrà piacere lo stesso.” Fece George, ridendo per la sua reazione.
    “Come intendevi mandarli via?” chiese la signora Weasley, curiosa.
    “Una bella fiammata e non sarebbero più tornati, ne sono sicuro!”
    “Fiammata?” ripeté la donna, sbattendo gli occhi.
    “A Natsu piace usare il fuoco.” Spiegò Ron. “È un vero maestro.”
    “Ho solo imparato da mio padre…” replicò lui, sorridendo, per poi far girare su se stesso il braccio destro. “Allora… dicevate una disinfestazione brutale, giusto? Quindi posso prenderli a pugni?”
    “Ti faresti solo male. Gli gnomi sono davvero una brutta cosa da cacciare.”
    Erza si alzò, sfoggiando un sorriso. “Se è così, allora voglio provarci anch’io.”
    “Io mi tiro fuori…” mormorò Lucy, mentre Harry e Gray si massaggiavano le braccia, pronti a seguire i compagni.
    “Meglio che stare fermi.” Affermò Majutsu, uscendo seguito da tutti meno la signora Weasley e Lucy.
    “Sono sempre così attivi?”
    “Anche peggio…Posso solo dirle che dopo oggi, quegli gnomi probabilmente non si faranno più vedere per molto, molto tempo.” rispose sconsolata la bionda, guadagnandosi uno sguardo curioso dalla donna.

    “Allora, dove sono questi gnomi?” chiese il rosa, guardandosi attorno. “Anzi… come sono fatti?”
    “Non riesci a trovarli con il tuo olfatto?”
    “Se sapessi che odore hanno, potrei anche provarci.”
    “Beh, allora direi di fartene vedere uno… Ecco!”
    Non appena ebbe detto ciò, Fred cacciò le mani in un cespuglio, tirando fuori una creatura piccola e coriacea, con una grossa testa calva e bitorzoluta, tale e quale a una patata.
    “Quello sarebbe uno gnomo? Mi aspettavo qualcosa di più simile a quelli finti…” commentò Harry, poco prima di vedere il rosso cominciare a girare su sé stesso, per poi lanciare in aria la creatura, che volò per più di dieci metri, atterrando oltre una siepe.
    “Vedete? È così che ci si libera degli gnomi e”-
    Ma George s’interruppe vedendo Salamander colpirne uno con un pugno, facendolo volare ben oltre quello lanciato dall’altro.
    “Tutto qui?” chiese sorpreso il Dragon Slayer, guardandosi il pugno. “Credevo avessero una resistenza maggiore.”
    “Natsu, non dovresti trattare così male quelle creature.” Fece Mira, tendendo una mano verso un altro gnomo, che per tutta risposta le morse il dito.
    Per qualche secondo nessuno fiatò, ma i tre Weasley guardarono con timore gli altri maghi, i quali, nessuno escluso, avevano fatto un passo indietro.
    Pochi istanti dopo, la creatura si ritrovò a volare per oltre cento metri in aria, per poi schiantarsi a terra, mentre Mira prendeva un fazzoletto per fasciarsi il dito, mantenendo sempre il suo solito sorriso, che la rendeva ancora più inquietante.
    Pochi metri più in là, la signora Weasley e Lucy erano rimaste con gli occhi e la bocca spalancati per l’incredulità.
    “D-Di’ un po’… che cosa facevano esattamente prima di andare a Hogwarts?” chiese la donna alla ragazza.
    “Mi creda signora… non ne ho la più pallida idea.”

    Quando i maghi tornarono indietro, il giardino era completamente sgombro dagli gnomi: i pochi che erano riusciti a evitare il trattamento alla Fairy Tail avevano saggiamente deciso di darsi alla fuga, e ora si potevano vedere decine di gnomi scappare verso l’orizzonte.
    “Ci abbiamo messo decisamente meno tempo del previsto.” Fece Gray, sbadigliando.
    “Quei codardi sono scappati prima che potessi colpirli tutti!” si lamentò Natsu, alzando un pugno e mostrando un’espressione arrabbiata.
    “Beh, direi che avete fatto un ottimo lavoro… in tanti anni, non eravamo mai riusciti a cacciarli così velocemente.” disse Ron.
    Lui, come i fratelli, alla fine era rimasto in disparte, a scommettere su chi sarebbe riuscito a lanciarli più lontano: il risultato era che nessuno era riuscito a battere il lancio di Mira, che stava camminando dietro a tutti, sempre con il suo sorriso stampato sul viso.
    “A-Avete fatto in fretta…” fece la signora Weasley, vedendoli rientrare, ancora scossa dalla loro dimostrazione di forza.
    “Dalle nostre parti abbiamo un problema simile, anche se con creature un po’ più grosse degli gnomi. Per questo non è stato un problema.” Disse Harry, sospirando.
    “Quanto più grosse?” chiese la donna.
    “Qualche… centimetro…” rispose il mago del ghiaccio, ripensando a Deliora.
    “Capisco… Beh, penso che andrò a prepararvi le camere… purtroppo dovrete stringervi, non abbiamo molti posti letto e-”
    “Non si preoccupi signora.” Intervenne Erza. “Dormiremo all’aperto. Ci siamo portati le nostre tende, perciò non sarà un problema per noi.”
    “Ma non posso lasciarvi dormire in una tenda!”
    “Ci siamo abituati.” Replicò Gray. “Abbiamo passato diversi giorni all’aperto, durante i nostri viaggi.”
    “E il vostro tutore non ha mai detto nulla?”
    “Se non distruggevamo niente, no.” Fece Natsu sorridendo.
    “Rinuncio a comprendere.” Sbottò la signora Weasley, salendo lungo le scale e scomparendo alla loro vista.
    “Complimenti, ancora un poco e gli potevate dire che abbiamo affrontato Voldemort in persona. Anche se in realtà dopo di lui abbiamo affrontato una banda di maghi che volevano far tornare in vita un demone in grado di distruggere una città in pochi minuti.” Commentò Harry, accennando a un piccolo sorriso.
    “Dimentichi l’elfo domestico.” Fece Fred.
    “E le bande di ladri che abbiamo sgominato nelle settimane successive.” Aggiunse George.
    “E i nostri allenamenti speciali.” Concluse Ron.
    In quel momento si udì sbattere la porta d’ingresso.
    “Oh, dev’essere papà che torna dal lavoro.” Disse il fratello minore, poco prima che un uomo magro, con addosso un lungo abito verde impolverato e sgualcito dal viaggio, quasi calvo a eccezione di pochi ciuffi rossi che confermavano senza ombra di dubbio la sua identità di Weasley, e con un paio d’occhiali entrasse nella stanza, appoggiandoli sul tavolo, tenendo gli occhi chiusi e lasciandosi andare su una delle sedie libere, non accorgendosi del gruppo di giovani.
    “Lei dev’essere il padre di Fred, George e Ron, vero?” domandò gentilmente Mira, facendo saltare l’uomo per la sorpresa.
    “R-Ragazzi!” esclamò questi, spalancando gli occhi e guardandoli, soffermandosi sui tre figli. “Siete tornati!”
    “Poco fa.” Rispose Fred, salutandolo con la mano.
    “E loro chi-”
    “Mira.”
    “Lucy.”
    “Erza.”
    “Gray.”
    “Natsu!”
    “Mentre lui immagino non abbia bisogno di presentazioni, vero?” fece George, indicando Harry, il quale, nascondendo il suo fastidio, si scosse i capelli per mostrare la cicatrice.
    “Per la barba di Merlino! Tu sei Harry Potter! Molto lieto di conoscerti. E voi siete gli altri amici di Ron, Fred e George! Ci hanno parlato così tanto di voi.”
    “Spero bene.” Fece Erza, sorridendo, per poi lanciare un’occhiata che sapeva di ‘O almeno lo spero per loro’ ai tre rossi, che deglutirono, annuendo impercettibilmente.
    “Allora, dev’essere proprio un bel posto dove abitate, per decidere di andarci per ben due volte senza chiederci il permesso, eh?” chiese il signor Weasley, facendosi serio e guardando i figli. “Ma vedo che almeno stavolta non siete tornati feriti.”
    “Te l’avevamo detto che era stato un incidente. Non è che deve capitare sempre.” Replicò George. “E poi stavolta Ron vi ha avvisato, no?”
    “L’unico motivo per cui vostra madre non è andata al Ministero per costringere Caramell a mandarvi a cercare per tutto il paese.”
    I due gemelli ridacchiarono.
    “Ma immagino non ci direte dove siete stati esattamente, vero? Nemmeno Silente ha voluto dircelo…”
    “Essendo all’estero, il nostro… Ministero ha regole molto più rigide sul divulgare le informazioni.” Rispose Mira. “Ha deciso di fare un’eccezione con noi su richiesta di Silente, ma solitamente preferisce restare isolato.”
    “Davvero?” domandò la signora Weasley, ritornando nella stanza. “Come mai?”
    “Da noi esistono solo maghi.” Spiegò Harry. “I Babbani non possono avvicinarsi al nostro stato, di conseguenza siamo liberi di usare la magia come e quando vogliamo. Infatti lì s’impara a usarla fin da bambini. È per questo che non vogliono avere contatti con altri maghi.”
    “Comincereste ad avere visitatori continui, e la vostra pace sparirebbe, giusto?” concluse il signor Weasley. “Però che strano… avevo capito che per voi non c’era differenza tra purosangue e non.”
    “È così infatti.” Continuò Gray. “Abbiamo molti maghi nati Babbani. Semplicemente, preferiamo restare isolati, ma ogni tanto qualche new entry c’è. Vero Harry?”
    “Già.” Confermò Potter.
    “E quei tatuaggi? Come mai tutti voi ne avete uno? Compresi Fred e George?”
    “Rappresentano la nostra amicizia.” Spiegò la maga degli spiriti stellari, mostrando con orgoglio il dorso della mano destra. “Tutti quelli che hanno questo simbolo sono amici. Non importa dove si trovano o cosa fanno.”
    “Ben detto Lucy!” esclamò Natsu. “Finché avremo questo simbolo, niente potrà batterci o dividerci!”
    “Siete proprio molto uniti, eh?” fece la signora Weasley, non potendo evitare di sorridere di fronte a quella scena.
    Poco lontano, nascosta agli occhi di tutti, Ginny osservava in silenzio il gruppo, soffermandosi in particolar modo su Harry.


    I giorni alla Tana passarono velocemente: i maghi di Fairy Tail, impossibilitati a usare la magia, dovettero limitarsi al continuare a spiegare teoricamente a Ron le basi per l’uso della sua vera magia.
    “Accidenti, non è proprio facile come credevo…” sbuffò lui.
    Si erano riuniti nella camera dei gemelli, dove erano sicuri che non sarebbero stati disturbati, visto che i due erano noti per i loro esperimenti semi-pericolosi.
    “Il problema è che al momento non possiamo esercitarci praticamente.” Rispose Harry. “Altrimenti potrei aiutarti un po’ di più, ma qui purtroppo la magia viene tenuta sotto controllo.”
    “Il problema di essere sotto il Ministero.” fece George, facendo scoppiare tutti a ridere.
    “Dimentichi che da noi il Concilio mi ha arrestato per puro divertimento.” Replicò Erza sorridendo, per poi farsi seria. “Tutto solo per dimostrare che sono più forti… anche se sono sicura che la colpa sia di Sieglein.”
    “Sieglein?” ripeté Ron. “È la prima volta che lo nomini.”
    “È un membro del Concilio, nonostante abbia la nostra stessa età.” Rispose Harry. “Per qualche misterioso motivo è uno dei pochi che cerca di non distruggere Fairy Tail usando le leggi. Tuttavia sia io che Erza pensiamo che abbia un secondo fine.”
    “Fiducia portami via, eh?” fece Fred.
    “Non è questione di fiducia. Dietro quel suo sorriso perenne nasconde qualcosa, ne sono sicuro.”
    “Senza contare che somiglia a lui…”
    “Lui?” domandò Lucy, curiosa quanto gli altri.
    “Forse un giorno vi dirò tutto quanto. Scusatemi.” Fece Titania, alzandosi e dirigendosi verso la porta.
    Ma non appena la aprì, vide la signora Weasley avvicinarsi, tenendo in mano otto lettere sigillate con l’emblema di Hogwarts.
    “Posta dalla scuola.” Disse sorridendo, consegnando alla maga le lettere, mentre anche gli altri la raggiungevano.
    “Mi stavo appunto chiedendo quando sarebbero arrivate.” Commentò Gray, prendendo la sua, imitato subito dai compagni.
    Per qualche minuto regnò il silenzio, mentre tutti leggevano la propria lettera.
    Per ognuno di loro c’era un biglietto per l’Espresso di Hogwarts, che come l’anno prima sarebbe partito dalla stazione di King’s Cross il primo di settembre.
    Tuttavia, c’era una cosa che sorprese Harry nella lettura:

    A merenda con la morte di Gilderoy Allock
    A spasso con gli spiriti di Gilderoy Allock
    In vacanza con le streghe di Gilderoy Allock
    Trekking con i troll di Gilderoy Allock
    In viaggio con i vampiri di Gilderoy Allock
    A passeggio con i lupi mannari di Gilderoy Allock
    Un anno con lo yeti di Gilderoy Allock

    “Ehm… Tutti voi avete sette libri da prendere di questo Allock?” domandò Lucy, mentre Mira leggeva la lettera dell’amica.
    “Così pare…” fece Fred. “Il nuovo insegnante di Difesa contro le Arti Oscure dev’essere un suo fan… sicuramente una strega.”
    L’occhiata che ricevette dalla madre fu sufficiente a convincerlo a non fare ulteriori commenti.
    “Questa volta però potremmo avere qualche difficoltà. I libri di Allock non costano poco.” Disse George, rileggendo la lista. “E a quanto pare, qui c’è la collezione intera…”
    “Fortuna che abbiamo guadagnato un po’ da voi.” Fece Ron, guardando i maghi di Fairy Tail, che annuirono, mentre scendevano in cucina.
    “A proposito, credo ci convenga aprire una camera di sicurezza tutta per noi.” Rifletté Lucy. “Non possiamo contare solo sui soldi che Hogwarts ci concede.”
    “Non preoccuparti Lucy.” Rispose Mira. “Il Master ci aveva già pensato. Uno dei motivi per cui sono venuta è anche quello di aprire un conto alla Gringott.”
    “Davvero?” esclamò incredulo Natsu.
    “Non è una cattiva idea.” Rifletté la signora Weasley. “Ogni mago dovrebbe avere un proprio conto alla Gringott. È il posto più sicuro per mettere da parte i propri soldi.”


    Un folletto stava seduto dietro la sua scrivania, intento a compilare una serie di moduli, quando una figura si avvicinò.
    “Desidera?” chiese lui, senza alzare lo sguardo.
    Tuttavia, quando sul tavolo fu rovesciato un sacchetto pieno di pepite d’oro, si costrinse a interrompere la sua attività, mentre le sue labbra si allargavano in un vero e proprio ghigno.
    “Vorrei aprire un conto da voi.” Rispose una voce femminile, appartenente a una figura minuta avvolta completamente da un mantello rosso. “E voglio la riservatezza assoluta.”
    “Ovviamente.” Rispose il folletto, prendendo una pepita ed esaminandola. “A chi devo intestare il conto?”
    Sotto il mantello, la figura sorrise.
    “Lo intesti con il nome Milkovich.” Rispose.

    Immagini Personaggi:


    Molly Weasley
    Ginny Weasley
    Arthur Weasley

    Edited by darkroxas92 - 2/6/2013, 08:59
     
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    Ecco il gruppone di sfollati (?) che raggiunge la mitica Tana!
    La signora Weasley ha preso con abbastanza filosofia le spiegazioni dei figli e dopo un po' s'è abituata al comportamento bizzarro e violento dei maghi di Fairy Tail... vedi Harry e Erza che tirano un pugno mastodontico a Natsu. Stessa cosa per gli gnomi, poverini mi fanno pena, davvero, e Mira fa spavento.
    Anche Ginny è entrata in scena e ha lasciato Harry piacevolmente di stucco, uh che carini <3
    I nostri maghi sono specializzati nelle disinfestazioni da parte di qualsiasi creatura, grande o piccola che sia! Potrebbero metterci su un bello slogan e aprire un'attività ù.ù
    Ma ecco che arrivano le lettere da Hogwarts e con una bellissima lista di libri che preannuncia un anno all'insegna del divertimento, nonché delle crisi di nervi, ma sto zitta perché tanto tu sai che io so, come sempre ù.ù
    Il capitolo si chiude in maniera misteriosa con una persona sconosciuta che apre un conto alla Gringott. Voglio proprio vedere cos'hai in mente stavolta ù.ù
    Complimenti Darky! Capitolo di passaggio ottimamente gestito ;3
     
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    Ed eccomi qui con il nuovo capitolo!
    E come annunciato, questo capitolo porterà importanti novità nella storia! Ho scritto qualcosa che, modestamente parlando, credo nessuno abbia mai scritto prima! XD
    Vi anticipo solo che ora molte cose cambieranno...
    Però non voglio rovinarvi troppo la sorpresa, perciò ringrazio Liberty89 per avermi betato il capitolo e passo alle recensioni!

    @ Liberty89: Già, il gruppo più distruttore di tutti i tempi è finalmente giunto alla Tana XD.
    Credo che la signora Weasley si sia arresa all'evidenza che non gli diranno mai la verità... oppure è la paura dovuta al doppio pugno di Harry e Erza XD. Gli gnomi invece stanno facendo autostop per allontanarsi il più possibile da Mira XD.
    E Ginny... già, anche lei finalmente fa la sua entrata definitiva... e i guai hanno dunque inizio XD
    Uhm... a questo punto probabilmente gliela farò aprire sì l'agenzia di disinfestazioni XD. Di sicuro avranno molti clienti per il loro servizio XD
    E con Gilderoy ci divertiremo non poco *sorriso malvagio* Oh, sì che ci divertiremo a vedere il suo confronto con i maghi di Fairy Tail, muahahahah!!!
    E per la persona sconosciuta... eheheh...

    Bene, ed ora... vi lascio al capitolo! Buona lettura a tutti!

    Capitolo 27: La rivalsa di Happy! Gilderoy Allock - Torna all'indice dei capitoli
    Happy sospirò.
    Da quando erano arrivati alla Tana, aveva passato quasi tutto il tempo chiuso in stanza, sotto il letto, impossibilitato a muoversi perché altrimenti la signora Weasley e gli altri membri della famiglia avrebbero scoperto la sua esistenza, mandando a monte la copertura.
    “Ma io mi annoio, aye…” mormorò sconsolato, con un sospiro e lasciandosi scivolare a terra.
    Fu il rumore di alcuni colpi battuti sul vetro a distrarlo dai suoi pensieri.
    Il gatto blu alzò lo sguardo, ritrovandosi a osservare un grosso barbagianni fuori dalla finestra, con una lettera legata a una zampa.
    “Perché è venuto qui, aye? Credevo andassero direttamente dal destinatario…” disse, uscendo allo scoperto e dirigendosi alla finestra, aprendola.
    Il gufo si appoggiò sul davanzale, prendendo con il becco la lettera e facendola cadere davanti a Happy, che guardò con incredulità il marchio di Hogwarts, accompagnato dal suo nome.
    “Aye?” si limitò a dire, sbattendo gli occhi.


    “Ne è sicuro, preside?” domandò la professoressa McGranitt, leggendo una pergamena, mentre il mago più anziano osservava la finestra.
    “Al cento per cento. Il precedente anno ci ha dimostrato che non è saggio tenerlo nascosto. Alla fine anche tu l’hai visto, no Minerva?”
    “E non solo io. Anche Severus e Gazza, sebbene non chiaramente come me, ma non capisco come mai mi ha chiesto di non rivelarlo a nessuno. Se quei ragazzi sono capaci di fare simili magie-”
    “Non è opera loro. La verità sulla scomparsa di Harry è molto più complicata di quanto possa sembrare.”
    “Lo immaginavo. Non è un ragazzo come gli altri della sua età e lo stesso vale per i suoi amici che sono venuti con lui. Sono molto più maturi. Senza contare la loro bravura nella magia, a tal punto che riescono a eguagliare anche studenti più grandi. Se non noi stessi professori.”
    “Questo perché da dove vengono loro, la magia viene insegnata in maniera diversa da qui. Molto diversa.”
    “E che cos’ha a che fare con un gatto parlante? Albus, nessuna magia può donare la parola agli animali!”
    “È vero. Ma nel suo caso non c’è stata alcuna magia. Da quel che mi hanno detto, è sempre stato in grado di parlare. Come di volare.”
    “Sarebbe una creatura magica sconosciuta?”
    “Credo si possa definire così, ma, come ho detto, è importante che non debba più nascondersi. E per fare questo, mi serve il tuo aiuto, Minerva.”
    “Io… e va bene. Farò il possibile, ma continuo a pensare che non sia la soluzione migliore. Potrebbe essere una minaccia.”
    “Io mi fido di loro. E quindi anche di lui. Ora, però, direi che è il momento di agire. Il nostro ospite è arrivato.”
    La McGranitt si voltò verso la finestra, dove si trovava Happy, in piedi sul davanzale, che li salutava con la zampa mentre faceva scomparire le ali.


    “Happy!” urlò Natsu, alzando un sasso per controllare sotto di esso.
    Lui, assieme agli altri, stava cercando il gatto blu ormai da diverse ore, fin da quando il Dragon Slayer era tornato in stanza per portargli da mangiare e non l’aveva trovato, cominciando immediatamente a setacciare tutta la casa -aprendo di colpo anche la stanza di Percy, che lo aveva cacciato fuori a malo modo- senza però ottenere risultati.
    “Niente, non è neppure in giardino.” Sospirò Fred, raggiungendolo.
    “Non sarà mica andato via da solo. Lo sa che non può farlo!” disse Lucy. Lucius.jpg
    “Beh, però qui non c’è…”
    “Dobbiamo trovarlo!” esclamò Natsu. “Lui è il mio migliore amico!”
    “Lo sappiamo. È anche un nostro amico!” Replicò Gray.
    Prima che qualcuno potesse dire qualcos’altro, il rumore della porta d’ingresso che si apriva e chiudeva attirò la loro attenzione.
    “Aspettavate qualcuno?” domandò Mira ai fratelli, che scossero la testa.
    “Oh, professoressa McGranitt! Che bella sorpresa!” esclamò la voce della signora Weasley.
    Tutti girarono la testa di colpo, per poi correre alla Tana.
    Una volta dentro, si ritrovarono di fronte alla vicepreside, che stava parlando alla padrona di casa.
    “Scusa Molly, dovrei parlare un attimo con i ragazzi.” asserì, ricevendo un assenso dalla donna, che uscì dalla stanza.
    “Professoressa, questa sì che è una sorpresa!” esclamò George.
    “Non ci faccia l’abitudine, signor Weasley. Sono qui su ordine del preside. Mi ha spiegato in parte la vostra attuale situazione… Ovvero che il signor Potter, quattro anni fa, non si è proprio smaterializzato all’estero.”
    Gli sguardi di tutti si fecero seri.
    “Ora, non mi ha detto i dettagli, ma mi ha assicurato che non c’è nulla da temere. Tuttavia, c’era una cosa che non potevamo ignorare.”
    “Cioè?” domandò Erza.
    “Il gatto del signor Dragonil.” Rispose la professoressa. “Alla fine dello scorso anno l’ho visto parlare e volare, sebbene fosse stata applicata su di lui una magia per renderlo leggermente diverso.”
    “Quindi lei adesso sa… di Fairy Tail?” domandò Harry, dubbioso.
    “So solo che è il posto che chiamate casa. Ad ogni modo, dicevo che io e il preside abbiamo trovato una soluzione per Happy, e lui ha accettato.”
    “Vuoi dire che adesso si trova con Silente?” chiese agitato Natsu, dimenticandosi di darle del lei.
    La McGranitt sorrise. “Non proprio. Forza, vieni pure.” Disse a voce alta, girandosi verso l’uscita della stanza.
    La porta precedentemente chiusa dalla signora Weasley si aprì, lasciando entrare un ragazzino dai capelli blu chiaro a caschetto, con due ciuffi che ricordavano la forma di due orecchie da gatto.
    Il viso aveva lineamenti delicati, con due profondi occhi neri. Indossava dei pantaloncini azzurri e una maglietta a maniche corte verde, dove in corrispondenza del cuore, c’era il simbolo di Fairy Tail.
    “Ciao!” esclamò il ragazzo, alzando la mano e sorridendo.
    “E tu chi sei?” chiese Lucy, guardandolo con curiosità, come gli altri.
    Ad eccezione di Natsu, che aveva spalancato gli occhi oltre quello che si credeva possibile. “Happy?!” esclamò lui, indicando il ragazzo. “Sei proprio tu?!”
    A quell’affermazione, tutti si girarono a guardare il Dragon Slayer, per poi spostare lo sguardo verso il nuovo arrivato, che continuò a mantenere il suo sorriso e annuì con un cenno del capo.
    “COSA?!?!” urlarono tutti, facendo letteralmente tremare le pareti della casa.
    “H-H-Happy?!?!” ripeté incredula Lucy, mentre anche Majutsu e Titania lo guardavano esterrefatti.
    “Già, aye!” Rispose lui, portandosi una mano dietro la testa. “Silente e la professoressa McGranitt mi hanno offerto questa possibilità. In questo modo, anch’io potrò frequentare Hogwarts con voi! Anche se dovrò partire dal primo anno, aye…”
    “Q-Questa non me la sarei mai aspettata…” fece Harry, guardando l’insegnante. “Che magia avete usato?”
    “Signor Potter, lei dimentica la materia che insegno. E anche il professor Silente in passato insegnava Trasfigurazione. Solo, è inutile dire che nessuno dovrà sapere la verità. Oltre al fatto che gli incantesimi che abbiamo usato non sono proprio tutti legali, il vostro segreto diventerebbe di dominio pubblico.”
    “Ma c’è un limite di tempo o qualcosa del genere?” domandò Mira.
    “Gli unici modi per cui la magia può sciogliersi sono che sia Happy a desiderarlo o che io muoia. Spero succeda per la prima possibilità, anche se ho intenzione di insegnargli a effettuare da solo gli incantesimi necessari per trasfigurarsi.” Rispose la professoressa, mentre il neo-umano si avvicinava ai compagni.
    “E così, ora puoi essere scambiato per un vero e proprio mago, eh?” fece Gray, sorridendo.
    “Guarda che anche prima ero un mago, aye!” replicò lui, mettendo il broncio. “Solo, ora ho un aspetto umano.”
    “È fantastico, Happy!” esclamò Natsu, al settimo cielo. “Ora possiamo essere un vero e proprio team senza che nessuno possa replicare!”
    “È una magia incredibile. È ben oltre la semplice trasformazione. Hanno cambiato totalmente la tua struttura fisica.” Osservò Mira, esaminando Happy. “E te lo dice un’esperta delle trasformazioni. Sono sicura che anche lei sarebbe entusiasta di vederti così.”
    “Già. Ne sono convinto anch’io.” Confermò il Dragon Slayer, con un velo di amarezza, che scomparve subito. “Allora, facciamo subito un combattimento?” chiese, ignorando lo sguardo della McGranitt.
    “Non sappiamo come ringraziarla.” intervenne Harry, guardandola con un ampio sorriso.
    “Basta solo che quest’anno non facciate alcuna sciocchezza e che vi manteniate allo stesso livello con gli studi. E che lo aiutiate ad ambientarsi. Alla signora Weasley ho detto che è un altro vostro amico giunto qui per Hogwarts. E questa dovrà essere la versione ufficiale.”
    “Forse ho un’idea migliore…” s’intromise Ron, attirando gli sguardi di tutti.

    ----------------


    “Sono Happy Dragonil, il fratello minore di Natsu. Piacere di conoscervi!” esclamò Happy, chinando leggermente la testa davanti al signore e signora Weasley.
    “E così hai un fratello, eh?” domandò lei, guardando con un sorriso Natsu. “Perché non ce l’hai detto prima? Lo avremmo ospitato volentieri fin dall’inizio.”
    “Ecco… Non eravamo ancora sicuri se avrebbe frequentato anche lui Hogwarts o no…” rispose il Dragon Slayer, ridacchiando.
    Poco lontano, Fred, George e Ron stavano osservando la scena.
    “Ottima idea, fratellino.” Fece uno dei due gemelli. “Così potremo spiegare il perché della sua improvvisa apparizione senza che facciano troppe domande.”
    “Beh, visto che hanno sempre lavorato insieme, mi sembrava una buona idea…” semplificò lui.
    “Sì, devo ammetterlo, ottima pensata.” Concordò Harry, avvicinandosi a loro. “Inoltre, non credo di avere mai visto Happy così felice. Il fatto di non dover più restare chiuso in stanza per lui è un sollievo.”
    “Anche il Master ne sarà entusiasta.” Fece Mira. “Questa è un risvolto a cui nessuno di noi aveva pensato. Ma sarà un’ottima cosa, no?”
    “Senza dubbio. Ora, però, dovremo fare di nuovo tutto il giro per Diagon Alley per procurargli il necessario.”
    “Beh, domani faremo tutto quanto.” Commentò Erza, appoggiandosi con la schiena alla parete. “Eravamo già d’accordo con Hermione per trovarci lì. E poi, voglio proprio vedere che faccia farà quando vedrà Happy.”


    La mattina dopo, il signor Weasley uscì in giardino a chiamare i maghi di Fairy Tail.
    Dopo una veloce colazione -dove Natsu si divorò senza tanti complimenti una decina di panini al prosciutto- si riunirono davanti al camino, dove la signora Weasley prese un vaso da fiori, guardandoci dentro.
    “Siamo un po’ a corto, Arthur!” sospirò, guardando il marito. “Oggi dovremo comprarne dell’altra… Oh, beh, prima gli ospiti!”
    Dicendo ciò, porse il vaso a Harry, che prese una manciata di Polvere Volante.
    “A tra poco allora. Diagon Alley!”
    Non appena ebbe pronunciato la destinazione, Majutsu fu inghiottito dalle fiamme, scomparendo in pochi secondi.
    Quando riaprì gli occhi, Potter si ritrovò di nuovo nel Paiolo Magico, con i vestiti pieni di fuliggine, che si affrettò a togliere. In pochi minuti, l’intera famiglia Weasley, assieme ai membri di Fairy Tail, uscì dal camino, occupando un’ampia porzione della stanza.
    “Ci siamo tutti?” chiese il signor Weasley.
    “Sì, papà.” Rispose Percy, scuotendosi gli abiti, mentre la madre aiutava Ginny.
    “Così questa è Diagon Alley?” chiese Mira, guardandosi attorno.
    “Oh, no, no, questo è solo l’ingresso.” Rispose Lucy, indicando una porta. “Vieni, ti faccio vedere come si entra.”
    “Vengo anch’io!” esclamò Happy, il quale era altrettanto curioso, non avendo potuto vedere la città come avrebbe voluto, essendo stato chiuso nello zaino per quasi tutto il tempo.
    Senza aspettare oltre tutti si diressero verso la porta, attraversandola e ritrovandosi di fronte al muro.
    Fu Harry a farsi avanti, tirando fuori la bacchetta e battendola sopra i mattoni, come aveva imparato l’anno precedente. E proprio come la prima volta, i mattoni cominciarono a muoversi da soli, ruotando e spostandosi, per rivelare Diagon Alley.
    “Prima tappa, Gringott.” esordì il signor Weasley, indicando la banca.
    “Quest’anno non dobbiamo preoccuparci troppo.” Disse Fred, battendosi la mano sopra la tasca della giacca.
    “Beh, per me non ci sono problemi se usate il mio denaro. Tanto per me è troppo.” Commentò Harry, mentre si dirigevano alla banca dei maghi.
    “Ehi!” li chiamò una voce. “Da questa parte!”
    I maghi alzarono lo sguardo, incrociando quello di Hermione, che li stava salutando con la mano per farsi vedere, per poi corrergli incontro.
    “Hermione! Tutto bene?” chiese Lucy, ricambiando il saluto.
    “Sì, grazie. Voi?” fece lei, per poi soffermarsi sul ragazzo dai capelli blu. “E tu…”
    “Indovina, aye!” esclamò lui, sorridendole e facendole spalancare gli occhi.
    “Happy? Sei davvero tu?” domandò, per poi abbassare la voce. “Ma come-”
    “Dobbiamo ringraziare un paio di professori.” Rispose Potter con lo stesso tono. “Ah, per la cronaca, ufficialmente è il fratello minore di Natsu.”
    “Davvero? A chi è venuto in mente?”
    “A me.” rispose Ron.
    “Beh, allora i miei complimenti! È senza dubbio la scusa migliore che si poteva trovare.”
    “I tuoi genitori dove sono?” chiese Erza.
    “Oh, sono rimasti nella Londra babbana. Gli ho detto che preferivo stare con i miei amici per gli acquisti. Ora, se non sbaglio abbiamo da fare qualche cambio alla Gringott, esatto?”
    “E un conto da aprire.” Aggiunse Mira, sempre sorridendo.
    I maghi entrarono nell’edificio, lasciando Mira assieme a Lucy per aprire il conto e convertire l’oro in denaro, mentre gli altri scendevano nuovamente nelle camere blindate, con grande dispiacere di Salamander, che nonostante l’incantesimo di Hermione, sembrò subire in pieno tutti gli effetti negativi della discesa.
    “Allora adesso cosa facciamo?” chiese Fullbuster, guardando gli altri, una volta usciti dalla banca, mentre Natsu continuava a tenere una mano sulla bocca per evitare di rimettere.
    “Happy e Ginny devono prendere tutto quanto, bacchetta compresa. Perciò direi che è meglio dividerci.” Rispose Harry.
    “Io vado con Happy.” Esclamò il Dragon Slayer. “In fondo, per lui è tutto nuovo.”
    “Vengo io con voi.” Fece il signor Weasley. “Molly accompagnerà gli altri a prendere i libri di testo. Ci vediamo al Ghirigoro, va bene?”
    Tutti annuirono, per poi allontanarsi, lasciando indietro solo Natsu, Happy, Ginny e il signor Weasley.
    “Allora, prima Olivander, va bene?” asserì, ricevendo tre assensi di risposta.
    I quattro si diressero subito verso il negozio di bacchette, dal quale stava uscendo una ragazzina dai capelli rosa e penetranti occhi verdi, con addosso una tunica bianca con una trama a ghirigori verdi, che si fermò un attimo a osservare il piccolo gruppo, per poi proseguire per la sua strada.
    “Che strani capelli. Sono rosa.” esordì Happy, guadagnandosi subito un’occhiataccia da Natsu.
    “Se tu non l’avessi notato in tutto questo tempo, fratellino, anch’io ho i capelli rosa!” esclamò lui, facendo scoppiare a ridere i due Weasley.
    Quando furono dentro, videro il signor Olivander intento a sistemare una serie di scatole, ma che s’interruppe non appena li vide per andargli incontro.
    “Salve, signor Weasley. E anche a lei, signor Dragonil.” Esordì, riservando un breve sguardo a Happy, che deglutì. “Vedo che avete portato due nuovi primini per scegliere la bacchetta.” Continuò, guardando Ginny.
    “Già.”
    “E lei sarebbe?” chiese, osservando ancora Happy.
    “H-Happy Dragonil… sono il fratello minore di Natsu… aye…” rispose lui con timore.
    “Capisco… Beh, allora direi di cominciare con la signorina Weasley, se non vi spiace.”
    “No, nessun problema.” Rispose Happy, per poi girarsi a guardare Natsu, mentre l’uomo cominciava a prendere le misure di Ginny.
    “Sei sicuro che andrà tutto bene?” domandò a bassa voce.
    “Perché non dovrebbe?”
    “Beh… le bacchette sono fatte per gli umani… e io non lo sono. Sono pur sempre un gatto… aye…”
    Olivander si fece attento, continuando però a controllare la ragazza, che sembrava non aver sentito nulla come il padre.
    “Tu sta tranquillo. Sei un mago dopotutto, no? Non importa se umano o meno.” Replicò il Dragon Slayer.
    Dopo ciò, i due rimasero in silenzio a osservare Ginny provare diverse bacchette.
    Fu dopo venti minuti buoni che la ragazza riuscì finalmente a trovare la sua, lasciando così il posto a Happy.
    “Un altro Dragonil, eh? Non pensavo avesse altri parenti che desideravano andare a Hogwarts.” Commentò il fabbricante di bacchette.
    “È stata una decisione improvvisa. Ho ricevuto la lettera solo ieri.” Rispose lui, ridacchiando.
    “Ma sai già usare la magia, non è vero?”
    Happy lo guardò con paura, per poi annuire. “G-Giusto qualche piccolo incantesimo… nulla di eccezionale…”
    Olivander annuì, per poi allontanarsi e tornando con una bacchetta nera.
    “Questa credo sia adatta a voi: cinque pollici, noce, piuma di fenice, rigida.” Disse, porgendola al giovane mago.
    “Non ho mai visto una bacchetta così corta.” Osservò il signor Weasley, guardando la bacchetta con curiosità.
    “Infatti è una delle poche da me costruite.” Replicò l’uomo, mentre Happy la prendeva in mano.
    Fu subito colpito da una piccola brezza, mentre il suo corpo si alzava da solo dal pavimento di un paio di centimetri, per poi tornare a terra.
    “W-Wow… aye…” commentò lui incredulo, come anche gli altri, ad eccezione di Olivander.
    “A quanto pare, ho visto giusto.” Disse lui con un sorriso, riprendendo la bacchetta e collocandola nella sua scatola, per poi consegnarla al suo nuovo proprietario, dicendogli quanto gli doveva.
    Non appena ebbero pagato, i due nuovi studenti, seguiti da Natsu e dal signor Weasley, si diressero negli altri negozi, procurandosi tutto il necessario.
    “Okay… ci restano le divise e i libri. Dato che ci dobbiamo ritrovare con gli altri al Ghirigoro, direi di pensare prima ai vestiti. Poi prenderemo i libri.” programmò l’uomo, dirigendosi verso il negozio di Madama McClan, dove Happy e Ginny provarono le loro uniformi.
    Fu mentre stavano pagando che videro di nuovo la ragazza uscita prima di loro da Olivander, solo che questa volta le parti erano invertite, dato che era lei che stava entrando.
    “Vorrei prendere gli abiti necessari per il primo anno a Hogwarts.” Disse con tono freddo a Madama McClan, che la guardò un po’ sorpresa.
    “Certo. Venga, la porto di là per prendere le misure.” Rispose, indicandole il retro del negozio.
    La ragazza annuì, per poi scoccare un’occhiata a Happy, Ginny e Natsu, ignorando totalmente il signor Weasley, il quale però non se ne accorse nemmeno, dato che stava consegnando i soldi.
    “Quella ragazza mi fa un po’ paura…” fece la rossa, guardandola sparire nel retro.
    “A chi lo dici, aye.”
    “Bah, a me sembrava normale.” Commentò Natsu, sbadigliando. “Su. Harry e gli altri ci stanno aspettando!”
    Cercando di dimenticare la strana ragazza, il quartetto si diresse al Ghirigoro, trovandosi di fronte a una lunga coda per entrare.
    “Che diamine… ci sono così tanti nuovi studenti quest’anno?” domandò il Dragon Slayer, facendosi largo tra le persone, seguito dagli altri.
    “Papà! Ginny! Natsu! Happy! Siamo qui!” li chiamò Fred da dentro, al sicuro assieme agli altri in quella che pareva essere una zona esclusa dalla folla.
    “Che cosa succede? Lo scorso anno non c’erano tutte queste persone!” esclamò Salamander, raggiungendoli assieme agli altri.
    “Tutta colpa di quello.” Rispose Harry, indicando un cartello appeso al centro del negozio.

    Oggi dalle 12,30 alle 14,30
    GILDEROY ALLOCK
    Firmerà copie della sua autobiografia
    Magicamente io



    “L’autore di tutti quei libri di testo?” chiese Happy, ricollegando il nome a quello visto sulla lista allegata alla lettera. “Dev’essere un mago davvero straordinario per aver scritto tutti quei libri.”
    “Così pare…” rispose Lucy, che teneva in mano proprio una copia di un suo libro. “Però, parlando da scrittrice principiante, questi mi sembrano più racconti che storie vissute.”
    La bionda restò in silenzio per qualche secondo, per poi alzare lo sguardo quando si rese conto che tutti la stavano guardando. “Che c’è?”
    “Tu scrivi?” chiese George, sorpreso.
    “Beh… è una mia passione… ma finora non sono riuscita a combinare granché…” rispose lei, leggermente imbarazzata.
    “Sono sicura che riuscirai a scrivere un bel libro.” La tranquillizzò Hermione, mentre Erza e Mira annuivano.
    Prima che la maga degli spiriti stellari potesse dire qualcosa, un boato di urla e grida li investì.
    Il gruppo si spostò, ritrovandosi a guardare da lontano Gilderoy Allock in persona, che apparve da dietro una fila di libri, restando in piedi dietro una scrivania.
    Indossava un abito color non-ti-scordar-di-me che si adattava perfettamente ai suoi occhi, mentre sopra i capelli c’era disinvoltamente poggiato di lato il cappello a punta da mago.
    “È lui, aye?” chiese Happy, osservando un fotografo farsi largo tra la folla. “Mi aspettavo qualcosa di meglio…”
    “È uguale alle foto.” Osservò Mira. “Non sembra nemmeno un mago che ha combattuto contro qualcosa di pericoloso. Insomma, non ha neppure un graffio.”
    “Questo perché è un mago fantastico!” rispose la signora Weasley, che sembrava non stare più nella pelle per l’emozione.
    Hermione storse il naso. “Mi sembra difficile credere che sia così bravo.” Disse, ricordandosi delle ferite che si era procurata durante la missione a Galuna, nonostante il suo ruolo fosse stato relativamente marginale. In fondo, rispetto a Gray non si era fatta praticamente nulla.
    “Quindi, alla fine è solo un pallone gonfiato!” esclamò Natsu, a voce un po’ troppo alta.
    Infatti molti maghi e streghe si girarono a guardarlo, compreso Allock, che vide prima il Dragon Slayer, per poi spostare lo sguardo su Harry.
    “È mai possibile?” fece, in modo che tutti potessero udirlo. “Ma quello è Harry Potter?”
    La folla si zittì all’istante, spostando lo sguardo su Majutsu, che sbuffò scocciato. “Ottimo lavoro, Natsu.” Riuscì a dire, prima che Allock lo raggiungesse dopo essersi fatto largo tra la gente, stringendogli subito la mano.
    Il moro non fece in tempo a dire nulla che una serie di flash lo accecò in pochi istanti.
    “Fai un bel sorriso, Harry!” esclamò Allock, girandosi verso il fotografo. “Tu e io insieme siamo degni della prima pagina!”
    “Io non voglio pubblicità!” replicò Potter freddo, rompendo la stretta di mano. “Non ho intenzione di guadagnare fama da una tragedia che mi ha portato via i genitori!”
    Allock lo guardò sorpreso per quella reazione. “Beh, sì, capisco… ma tu in fondo sei il simbolo della nostra nuova speranza. Non puoi sottrarti a questo ruolo. Tu e io siamo gli eroi della comunità magica!”
    “Eroe? Sarei un eroe solo perché non sono morto?” replicò il giovane, guardandolo con occhi truci e ignorando i giornalisti che stavano prendendo appunti. “Io non la penso così. I veri eroi sono i miei genitori per essersi opposti fino all’ultimo a Voldemort!”
    A quella parola tutti i presenti, ad esclusione dei maghi originali di Fairy Tail, tremarono.
    “Inoltre, mi permetta un consiglio.” Continuò Harry. “Se lei si definisce un eroe, allora smetta con tutta questa storia dei libri. Non si diventa eroi per avere un tornaconto in fama e soldi.”
    Allock lo guardò per qualche secondo, per poi sfoggiare uno smagliante sorriso.
    “Signori, Harry Potter ha ragione!” annunciò. “Volevo aspettare un’altra occasione per annunciarlo, ma date le circostanze, farò tutti voi partecipi della notizia! Ho intenzione di fare di più che scrivere dei semplici libri per aiutare la popolazione magica. Infatti, ho il piacere di annunciarvi che a settembre assumerò l’incarico d’insegnante di Difesa contro le Arti Oscure alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts!”
    Tutti si rallegrarono e cominciarono a battere le mani, mentre Allock faceva cenno a un uomo di portare a Harry l’intera collezione dei suoi libri che lasciò tra le braccia del moro, il quale era rimasto fermo al suo posto, incredulo per la notizia appena ricevuta.
    “State dicendo che ci troveremo direttamente lui?!” esclamò George con gli occhi spalancati, come gli altri maghi di Fairy Tail, mentre Potter li raggiungeva, lasciando i libri a Ginny, poggiandoli nel suo calderone.
    “Consideralo un regalo…” disse freddo, con le mani che tremavano per la rabbia.
    “Facile parlare per uno che ha sempre agito nell’ombra e senza alcun testimone oltre a se stesso.” Fece una voce, che interruppe il flusso di complimenti che Allock stava ricevendo.
    Tutti si voltarono verso la direzione da cui proveniva, ritrovandosi a guardare la ragazza dai capelli rosa, in quel momento seduta su una sedia intenta a leggere un libro.
    “Se penso a tutta la strada che ho fatto per poter frequentare Hogwarts, la notizia che un babbeo del genere sarà uno dei miei insegnanti mi rattrista non poco.” Detto questo, chiuse con uno scatto il libro, saltando giù dalla sedia. “Tu prima hai detto che sei un eroe, giusto? Però le tue imprese non mi sembrano nulla di che paragonate a quelle di Harry Potter. Il bambino che è riuscito a respingere Voldemort. Il ragazzo che solo pochi mesi fa ha affrontato il suo spirito, che si era impossessato del tuo predecessore. Eppure, non l’ho sentito vantarsi di queste sue imprese, anzi.”
    La ragazza ignorò lo sguardo dei presenti, prendendo un sacchetto con all’interno alcuni libri. “Per quel che mi riguarda, tra i presenti l’unica persona da cui sarei disposta a prendere lezioni è proprio Potter. Preferisco i fatti ai racconti. Perciò, professore, spero non se la prenda se non acquisterò i suoi libri di testo. E spero vivamente di non essere l’unica con un po’ di sale in zucca.”
    Detto ciò, si diresse all’uscita, mentre tutti gli astanti la osservavano increduli, compresi i maghi di Fairy Tail.
    “P-Però… discorso chiaro e conciso… aye…”
    “Scommetto che ti è piaciuto, non è vero, Potter?” intervenne una voce dietro di loro, mentre il pubblico di Allock ricominciava a parlare tra sé.
    Il gruppo si girò, ritrovandosi a suo malgrado a guardare in faccia Draco Malfoy, accompagnato da un uomo con il suo stesso pallore e gli stessi occhi freddi e grigi. Un uomo che doveva essere senza dubbio suo padre.
    “Il famoso Harry Potter colpisce ancora.” Continuò denigratorio. “Non può neanche entrare in una libreria senza fare notizia, eh?”
    “Lascialo in pace! Non è stato lui a volere tutto questo!” esclamò di colpo Ginny, guardando truce lo studente di Serpeverde, che replicò con un ghigno.
    “Potter, ti sei fatto la ragazza?” domandò, facendo arrossire la rossa. “È già strano vedere dei Weasley in una libreria. Immagino abbiate dovuto ipotecare la casa per permettervi i libri, non è vero?”
    “Attento Malfoy, non giocare troppo con il fuoco.” Replicò Natsu guardandolo male, imitato da tutti gli altri, mentre Ginny si nascondeva la faccia per non far vedere l’imbarazzo.
    “Che cosa ci fate ancora qua?” chiese il signor Weasley, raggiungendo i ragazzi cercando di evitare che la situazione peggiorasse. “Sbrighiamoci a prendere i libri, la folla aumenta sempre di più e-”
    “Bene, bene, bene… Arthur Weasley.” Fece il padre di Draco, ghignando.
    “Lucius.” Replicò l’interpellato, con tono freddo, alzando lo sguardo su di lui.
    “Ho sentito che è un momento di superlavoro, al Ministero.” Continuò Malfoy senior. “Tutte quelle ispezioni… Spero bene che le paghino gli straordinari!”
    Mentre diceva ciò, si avvicinò al calderone dove Ginny stava mettendo i libri, facendo bene attenzione a evitare i libri di Allock e prendendo una vecchia copia di Guida pratica alla trasfigurazione per principianti.
    “Ovviamente no.” Proseguì. “Santo cielo, a che serve essere un’onta al nome stesso di mago se non la pagano neanche a sufficienza?”
    Il signor Weasley divenne paonazzo.
    “Noi abbiamo idee un po’ diverse su cosa significhi essere una vergogna.” S’intromise Erza. “Almeno noi teniamo conto del vero valore delle persone.”
    Con noncuranza, l’uomo dai capelli biondi rimise il libro di Ginny nel suo calderone, per poi voltarsi e fare a un cenno a Draco di seguirlo, uscendo così dalla libreria, lasciandosi alle spalle il gruppo di maghi.

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    E finalmente eccomi qui con il nuovo capitolo!
    Allora, vedo con piacere che l'idea di un Happy umano ha colpito tutti! E dico senza modestia che anch'io ne vado fiero XD.
    Avviso che non so quando posterò il prossimo capitolo, per il semplice fatto che non so quando riuscirò a tornare al pc per scrivere XD.
    Ordunque, direi che non c'è molto da dire... perciò ringrazio Liberty89 per avermi betato il capitolo e auguro buona lettura a tutti!

    Capitolo 28: Viaggi, smistamento e platani - Torna all'indice dei capitoli
    La fine delle vacanze estive arrivò ben più velocemente di quanto credessero.
    L’ultima sera la signora Weasley, aiutata da Mira, organizzò una cena sontuosa con tutte le pietanze da loro preferite –e un bel pesce arrosto per Happy, il quale nonostante il nuovo aspetto aveva mantenuto gli stessi gusti–.
    Fred e George conclusero degnamente la serata con uno spettacolo di fuochi d’artificio Filibuster, sebbene fossero stati tentati di usare la loro magia, inondando la cucina di stelle rosse e blu, che ribalzarono dal soffitto alle pareti per una buona mezz’ora.
    “Fantastico!” esclamò Mira, battendo le mani. “Simili feste da noi ce le scordiamo! Fred, George, la prossima volta che venite da noi dovete portare un po’ di quei fuochi! Saranno perfetti per i nostri festeggiamenti!”
    “Certo! Vedrai, riusciremo anche a crearne qualcuno di nuovo!” rispose Fred, battendo il cinque al fratello.
    “A proposito…” intervenne la signora Weasley, guardando Mira. “Sei sicura di voler partire stasera? Non ci daresti fastidio.”
    “La ringrazio, ma abbiamo già preparato la passaporta.” Rispose lei. “Inoltre mio fratello è un tipo che si preoccupa facilmente, e non oso pensare a come abbia passato queste settimane senza di me.”
    “Probabilmente avrà girato mezzo paese urlando cose del tipo ‘Questo è quello che farebbe un uomo!’ o simili.” Ridacchiò Gray.
    “Ma dove vi procurate le passaporte? Al Ministero non arriva nessuna richiesta…” osservò il signor Weasley, sperando di risolvere quel mistero.
    “Se ne occupa un mio amico.” Rispose Lucy. “Le manda da me tramite la magia, ma le crea nel nostro paese. Per questo non sono riconosciute qui.”
    “Capisco…” fece lui, non troppo convinto della spiegazione.
    “Ad ogni modo, me ne andrò in piena notte, così non disturberò nessuno.” Continuò Mira.

    Verso le due di notte, un’assonata Lucy uscì dalla tenda, seguita da Mira.
    “Sicura che non ci sia nessun problema?”
    “No… il re degli Spiriti mi ha concesso un viaggio extra per te…” rispose lei dopo uno sbadiglio. “Dice solo che in cambio vuole il prossimo numero della rivista che ti intervisterà e fotograferà…”
    Mira sorrise.
    “Un buon cambio quindi.”
    “La fortuna di avere una modella in gilda direi piuttosto… e di avere un re che si lascia convincere facilmente…”
    Dicendo ciò, alzò lo sguardò, vedendo la classica luce di Virgo apparire.
    “Principessa, eccomi qui.” Disse, facendo abbassare sconsolata la testa a Lucy.
    “Allora ci vediamo la prossima volta.” Fece Mira, avvicinandosi allo spirito, il quale invece consegnò a Lucy un pacco.
    “Questi sono i nuovi mantelli, con le mappe e gli occhiali del vento per Hermione, Ron e Happy. Il vostro Master mi ha chiesto di consegnarveli.”
    “Oh, grazie Virgo! Credo che saranno ben accetti… tranne gli occhiali, per Hermione…” commentò la bionda, ridacchiando non troppo forte per non rischiare di svegliare nessuno.
    “Allora-”
    “Aspettate!” la chiamò Natsu, avvicinandosi.
    “Oh, ciao.” Lo salutò Mira.
    “Tieni.” Fece lui, consegnandole un mazzo di fiori. “So che torni indietro anche per lei… questi sono da parte mia e di Happy.” Disse serio. “Li ho ordinati a Diagon Alley per fargli arrivare ieri. E chiedile scusa per la nostra assenza.”
    Mira prese i fiori, sorridendo triste.
    “D’accordo, glielo dirò. Grazie.” Rispose, sotto lo sguardo curioso di Lucy. “Allora direi che adesso posso andare.”
    “Salutaci tutti!” fece il Dragon Slayer. “E ricorda a quel bastardo di Luxus che la prossima volta che lo incontro lo prenderò a calci!”
    “Io eviterei di riferire questo messaggio…” mormorò Lucy, salutando con la mano Mira, la quale scomparve assieme a Virgo.
    “Per chi erano quei fiori?” chiese poi maliziosa a Natsu, guardandolo divertita.
    Tuttavia il rosato non rispose, per poi girarsi.
    “Beh, io torno a dormire!” esclamò. “A domani mattina!”
    “Aspetta! È arrivato quello che abbiamo chiesto per Happy!” replicò Lucy, correndoli dietro.
    All’oscuro dei due, all’interno della casa Weasley, due occhi avevano osservato con attenzione la scena.


    La mattina dopo ci volle tutta la forza di volontà dei maghi per riuscire a partire.
    Si erano alzati al canto del gallo –con sommo disappunto di Lucy–, subito presi da mille cose da fare: la signora Weasley correva di qua e di là in cerca di calzini spaiati e di penne d’oca, mentre i maghi di Fairy Tail controllava che fosse tutto a posto per la partenza. Happy sembrava terrorizzato per l’imminente partenza, soprattutto perché sarebbe stata la sua prima uscita oltre a Diagon Alley, e sapeva che sarebbe rimasto separato dagli altri per lo smistamento.
    “Ma come faremmo ad arrivare alla stazione tutti quanti?” chiese Erza al signor Weasley, che stava portando fuori il baule della figlia. “Useremo ancora la Polvere Volante?”
    “No, no.” Rispose lui, sorridendo, “Vieni, ti faccio vedere.”
    L’uomo la condusse a una vecchia macchina color turchese parcheggiata dietro la casa.
    “Un auto? Mi scusi, ma dubito che ci staremmo tutti quanti… senza considerare i nostri bagagli.
    Il padre dei Weasley sorrise ancora, aprendo il bagagliaio.
    Con grande sorpresa della rossa, lo spazio dentro si rivelò ben più grande dell’esterno, tanto da permettere a tutti di entrare dentro comodamente.
    “Un piccolo tocco di magia.” Disse Arthur. “Anche se non proprio a norma…”
    “Fantastico!” esclamò Erza, entusiasta. “Devo imparare questo incantesimo! Mi permetterebbe di non portarmi dietro il mio solito carro di bagagli!”
    “Carro?” ripeté l’altro, guardandola sorpresa.
    Erza restò in silenzio per qualche secondo, pensando se poteva riferirlo.
    “Beh, da noi non esistono le automobili. Quindi quando viaggio, sono solita portarmi dietro tutto con un carro, che trascino a forza.”
    “Davvero? Non ti aiuta nessuno? Nessuna magia?”
    “Lo faccio anche per tenermi in forma. Certo però che così, sarebbe un bel intralcio in meno…”
    “Certo che da voi le cose funzionano proprio diversamente. Però devo dire che sembrate felici. Siete stati fortunati che Tu-Sai-Chi non è giunto fin lì…”
    “Lui no… ma abbiamo avuto anche noi i nostri guai.” rispose Erza, portando una mano a coprire l’occhio destro. “E non sono stati facili da risolvere…”
    “Erza-”
    “Ho perso un occhio da piccola per questo motivo.” Disse lei. “Ma in cambio, ho trovato una famiglia che mi ha accolta come loro figlia.”
    Il signor Weasley sospirò, non sapendo cosa dire.
    “Le chiedo di non rivelare ciò che ha visto questa notte.” Continuò Erza. “Silente ne è conoscenza.”
    Arthur si voltò verso di lei.
    “Co-”
    “L’ho vista alla finestra. Lei avrà visto solo Natsu e Lucy, ma io ero sveglia. E probabilmente anche gli altri.”
    “Non dirò niente a nessuno. Ma permettimi solo una domanda: chi siete davvero?”
    Erza sorrise, per poi girarsi.
    “Siamo maghi di Fairy Tail. Ovvero, siamo tra i maghi più forti del mondo.” Rispose divertita, facendo per allontanarsi.
    “Quindi è per questo che Fred e George lo scorso Natale sono tornati feriti: non è stato un incidente, vero?”
    “In un certo senso lo è stato.” Fece Harry, avvicinandosi. “Sono venuti con noi senza che lo avessimo messo in conto, ritrovandosi coinvolti in una situazione più grande di loro. Ma hanno saputo cavarsela egregiamente. Inoltre, io e Erza abbiamo fatto in modo che le cose non peggiorassero.”
    Arthur ridacchiò.
    “Quindi siete voi due a capo del vostro gruppo?”
    “Diciamo solo che siamo i due maghi più forti. E non si preoccupi: mi sto occupando personalmente di rendere Fred, George e Ron forti abbastanza per poter contrastare qualsiasi minaccia.”
    “Se ci sentisse Molly, non saprei come la prenderebbe… Io però non posso fare a meno di ringraziarvi. Ho visto chiaramente come sono entusiasti di questa nuova occasione. Inoltre se Silente lo sa e non ha nulla da dire, allora anch’io non dirò nulla.”
    “La ringraziamo.” Dissero insieme i due maghi di classe S, chinando la testa.

    Quando finalmente furono tutti in macchina, la signora Weasley si sedette nel sedile anteriore, per poi guardare dietro, dove uno accanto all’altro c’erano seduti tutti i ragazzi.
    Il signor Weasley mise in moto e l'auto si avviò fuori del cortile.
    Tuttavia non avevano fatto in tempo a chiedersi quando avrebbero rivisto La Tana che già erano tornati indietro: perché Fred doveva correre a prendere il suo manico di scopa, che aveva dimenticato nel trambusto della partenza.
    Avevano quasi raggiunto l'autostrada, quando Ginny, con uno strillo, disse di aver dimenticato il diario. Quando la ragazzina si fu di nuovo arrampicata in macchina erano decisamente in ritardo e gli animi si stavano surriscaldando.
    Il signor Weasley guardò l'orologio, poi sua moglie.
    “Molly, mia cara...”
    “No, Arthur.”
    “Ma nessuno ci vedrebbe. Questo bottoncino qui è il Turbo Invisibile che ho installato... che ci farebbe sollevare... e poi voleremmo sopra le nuvole. Arriveremmo in dieci minuti e nessuno ne saprebbe niente...”
    “Ho detto di no, Arthur, non in pieno giorno!” decretò lei, sotto gli sguardi curiosi dei maghi di Fairy Tail.
    Arrivarono alla stazione di King's Cross alle undici meno un quarto. Il signor Weasley attraversò di corsa la strada per procurarsi i carrelli portabagagli e poi, tutti insieme, si precipitarono in stazione.
    “Prima Percy!” disse mamma Weasley guardando nervosamente il grande orologio della stazione, dal quale risultava che avevano soltanto cinque minuti per scomparire tutti quanti disinvoltamente attraverso la barriera.
    Percy spiccò una corsa e sparì. Seguirono il signor Weasley e Ginny.
    “Forza, andiamo!” esclamò Natsu con Happy, correndo verso la barriera e sparendo oltre essa.
    “Sbrighiamoci!” aggiunsero i gemelli, seguendoli.
    La signora Weasley gli andò subito dietro, seguita da Erza.
    Harry prese un respiro, per poi cominciare a correre verso la barriera.
    Il carello passò senza problemi, ma non appena lui toccò il muro, sentì una forza invisibile opporsi al passaggio.
    Harry mise maggiore forza, riuscendo finalmente a passare.
    Tuttavia non senza conseguenze.
    Non appena Majutsu riuscì a passare, dalla barriera si udì un rumore secco, come di qualcosa che si rompeva.
    Poi prima che Ron, Gray e Lucy potessero fare qualcosa, un’onda d’urto li fece volare all’indietro, cadendo rumorosamente a terra, disseminando per buona parte della panchina i loro bauli.
    “Che cos’è successo?!” esclamò Lucy, rialzandosi, ignorando gli sguardi straniti dei Babbani.
    Gray si avvicinò alla barriera, mettendo una mano sopra.
    Con sua grande sorpresa, la mano aderì perfettamente sopra, senza passare oltre.
    “È chiusa…” mormorò, guardando gli altri due.
    Ron alzò subito lo sguardo verso l’orologio, che ormai segnava solo pochi secondi alle undici.
    “Non ce la faremo mai a prendere il treno!” esclamò spaventato.
    I tre restarono a guardare impotenti i secondi passare, finché la lancetta dei secondi non finì il suo giro.
    Lucy si lasciò scivolare a terra.
    “Abbiamo perso il treno… e ora cosa facciamo?”
    “Harry avrà notato che è successo qualcosa. Credo ci convenga aspettare.” Fece Gray, mentre si allontanavo per non destare ulteriori sospetti.
    “No, non credo.” Replicò Ron. “Temo che la barriera si sia rotta. Una cosa del genere non si era mai sentita prima…”
    “Quindi nemmeno i tuoi genitori possono tornare indietro?”
    Il Weasley scosse la testa.
    “Un bel problema…” mormorò Gray, portandosi una mano dietro la testa.
    Tuttavia Ron spalancò gli occhi.
    “La macchina!” disse, girandosi verso i due. “Possiamo usare la macchina!”
    “Andare a Hogwarts fino in macchina? Non è un po’ lontano?” domandò Lucy.
    Il rosso tuttavia sorrise.
    “Non per la nostra. Credo che papà non vi abbia detto un’altra piccola modifica che gli ha fatto…”
    I due lo guardarono.
    “Ovvero?”
    “Vedrete! Seguitemi!” fece, guidando il carello verso il posteggio, dove una volta giunti alla macchina aprì il bagagliaio con due colpi di bacchetta.
    Senza aspettare un secondo, misero dentro i bauli, per poi entrare: Ron al posto di guida, Gray al suo fianco e Lucy dietro.
    “E ora?” chiese la bionda.
    “E ora partiamo. Tenetevi forte!” rispose il rosso, guardando fuori per essere sicuro che nessuno li stesse guardando, per poi premere un bottoncino d’argento sul cruscotto.
    La macchina cominciò a diventare invisibile, assieme a loro, sebbene ciò si potesse capire solo dall’esterno.
    “Ho appena reso la macchina invisibile.” Spiegò infatti ai due amici Ron. “Così potremo volare senza problemi.”
    “Volare?!” ripeterono i due insieme, vedendo Ron mettere in moto la macchina con un colpo di bacchetta.
    Prima che Lucy e Gray potessero dire altro, la macchina si sollevò in cielo, per poi sparire oltre le nuvole.


    Harry cadde in avanti, lasciando scivolare il carello per qualche metro.
    “Che cosa-” fece, guardando indietro, mentre i signori Weasley correvano verso di lui.
    “Tutto bene Harry?” chiese Molly, aiutandolo a rialzarsi.
    “Sì… credo di sì… ma c’è qualcosa che non va con la barriera.” Disse.
    Il signor Weasley si avvicinò al varco, poggiandosi una mano sopra.
    “Già. Non è più in funzione…” affermò, senza nascondere un po’ di preoccupazione.
    “Ci sono ancora Ron, Lucy e Gray dall’altra parte!” esclamò Harry. “Non faranno in tempo a prendere il treno.”
    “Non preoccuparti, ci pensiamo noi a quello. Tu ora vai, o rischi di perderlo pure tu.” Fece Arthur.
    Harry restò fermo per qualche secondo, per poi annuire.
    Senza mostrare alcun sforzo, sollevò il baule e la gabbia di Edvige, per poi correre verso la porta più vicina del treno, giusto in tempo prima che si chiudesse.
    Il moro si guardò indietro, vedendo i signori Weasley, ora affiancati da altri maghi, cercare di riaprire il passaggio.
    “Che cosa diamine può essere successo?” mormorò, per poi guardare a destra e a sinistra nel corridoio.
    “Sono andati verso la testa.” Rispose una voce.
    Harry si voltò, ritrovandosi a guardare la ragazzina dai capelli rosa, in piedi nel corridoio, appoggiata al muro mentre leggeva ‘Storia di Hogwarts’.
    “Come scusa?”
    “I tuoi amici sono andati avanti. Li ho visti passare prima.”
    “Ah… grazie… Scusa, temo di non averti chiesto il tuo nome prima.”
    “Aisu, Potter. Ma sinceramente, dubito parleremo ancora.” Rispose fredda lei.
    Harry la ringraziò lo stesso, per poi seguire la direzione da lei indicata.
    Pochi minuti dopo finalmente vide la testa di Natsu uscire da dietro una porta.
    “Harry, siamo qui!” lo chiamò.
    Majutsu annuì, accelerando il passo e raggiungendolo.
    Assieme a Natsu c’erano tutti gli altri.
    “Finalmente! Credevo aveste perso il treno!” esclamò Hermione.
    “Io no, ma Ron, Lucy e Gray sì.” Rispose lui, sollevando il baule per metterlo assieme agli altri.
    “Come scusa?” domandò Erza.
    Harry li raccontò cos’era successo.
    “Beh, allora direi che non ci resta che aspettare. In fondo, non possono fare altro che attendere che qualche adulto li porti a Hogwarts in un altro modo.” Fece George.
    “Già. Dopotutto, non possono di certo venire a scuola in volo, no, aye!” disse Happy, facendo sbiancare i gemelli Weasley e Ginny.
    “Che succede?” chiese Natsu.
    “Beh… a dir la verità… sarebbe possibile…” mormorò Fred. “Ma Ronald non credo possa arrivarci… o almeno, lo spero, perché in quel caso supererebbe anche noi gemelli…”
    “Di cosa state parlando?”
    “La nostra macchina… può volare, quindi tecnicamente, potrebbero raggiungerci con quella… ma non sarebbe legale…”
    Il gruppo restò in silenzio.
    Fu Erza a interromperlo.
    “G-Gray e Lucy dovrebbero avere sufficiente buon senso per non fare una simile idiozia… spero…”


    “Stiamo per morire! Stiamo per morire! Stiamo per morire!!!” urlò Lucy, aggrappata al sedile, mentre la macchina perdeva drasticamente quota.
    Erano trascorse diverse ora da quando erano partiti, e ora la macchina sembrava non riuscire più a reggere la quota.
    “Riparti per piacere… non piantarci in asso proprio adesso!” esclamò Ron, continuando a schiacciare il pedale dell’acceleratore, mentre Gray cercava di restare il più impassibile possibile.
    “E io che credevo che Natsu fosse l’unico ad avere delle idee stupide…” mormorò, ignorando le grida di terrore di Lucy.
    Per loro fortuna, la macchina riprese lentamente quota, facendo tirare un sospiro di sollievo a tutti e tre.
    Ron mise la testa fuori dal finestrino, guardando l’espresso per Hogwarts sfrecciare sotto di loro.
    “Per il momento, a parte quello che è appena successo, non ci sono stati troppi problemi…” fece.
    “Ringrazia che stai guidando, o ti avrei già strozzato!” gli urlò contro la bionda. “Ho perso dieci anni di vita!”
    “Concordo… Senza pensare che non oso minimamente a cosa ci faranno stavolta Harry e Erza…”
    “M-Magari si congratuleranno con noi…” fece speranzoso il rosso, nemmeno lui troppo convinto delle sue parole.
    Il viaggio proseguì tranquillo, finché il sole non cominciò a tramontare.
    “Ci conviene scendere un po’ di quota…” disse Gray. “O queste nuvole non ci permetteranno di vedere quando arriveremo.”
    Ron annuì, obbedendo.
    “Là!” urlò Lucy, indicando un punto di fronte a loro.
    I due maghi seguirono la direzione, vedendo finalmente le torri del castello che si stagliavano sulla rupe sopra il lago.
    “Ci siamo!” esclamò Gray, mentre la macchina tremò nuovamente, abbassandosi di quota e perdendo velocità.
    “Dai, su…” la incitò Ron con fare persuasivo, dando una piccola scossa al volante. “Dai, ci siamo quasi.
    Il motore gemette, mentre da sotto il cofano cominciarono a uscire sottili getti di vapore.
    Lucy non attese un secondo ad aggrapparsi nuovamente al sedile.
    “Non di nuovo!” urlò sull’orlo di una crisi di nervi.
    L’auto ebbe un fremito sinistro.
    I tre guardarono fuori dai finestrini, un miglio sotto di loro il lago, mentre il castello si faceva sempre più vicino.
    “E dai, su…” sbottò Ron, pigiando sull’acceleratore.
    Ci fu un rumore di ferraglie, un crepitio e il motore si spense del tutto.
    I tre maghi si guardarono per un secondo, mentre il muso della macchina si abbassava, per poi prendere velocità, diretta verso il suolo.
    “Siamo morti!!!” urlò Lucy con le lacrime agli occhi mentre la velocità la schiacciava al sedile. “Sono troppo giovane per morire schiantandomi a terra!!!”
    La macchina ignorò le sue suppliche, dirigendosi verso la massiccia muragli del castello.
    “Fatti da parte!” urlò Gray, scambiandosi di posto con Ron e prendendo il volante, sterzando vigorosamente e riuscendo così ad evitare l’ostacolo, sebbene la macchina fece un giro della morte.
    “Aiuto!!!” gridò ancora la bionda, mentre l’auto sorvolava le serre, poi sopra l’orto, per poi andare oltre.
    “Fermati!” urlò Ron, puntando la bacchetta contro il volante, senza però ottenere alcun risultato.
    “Albero in rotta di collisione!” avvertì Lucy, lanciandosi in avanti per aiutare Gray a controllare il volante.

    “Uh?” fece Natsu, alzando lo sguardo, mentre si dirigeva assieme agli altri, ad esclusione di Happy e Ginny, verso delle carrozze trainate probabilmente da dei cavalli invisibili.
    “Che succede?” chiese Erza, guardandolo curiosa.
    “Mi è appena sembrato di sentire un botto…” rispose lui, mentre i gemelli si guardarono.
    “Ne sei sicuro? Che tipo di botto?” chiese uno di loro.
    “Come di qualcosa che andava a sbattere.”
    Harry si girò verso i due Weasley.
    “Non state pensando quel che penso, vero?” chiese speranzoso, ben conscio della verità.
    “Non saranno veramente Ron, Lucy e Gray, vero?” fece Hermione, senza ottenere risposta.

    “E così sei il fratellino di Natsu, eh?” fece Hagrid a Happy, mentre lo conduceva assieme agli altri del primo anno su per il sentiero, diretti all’ingresso del castello.
    “Già, aye!” rispose lui sorridendo, mentre dietro di lui Ginny restava in silenzio, troppo emozionata per parlare, come gran parte dei presenti.
    “Non mi aveva mai parlato di te. Credevo fosse figlio unico.” Continuò il guardiacaccia. “Lo scorso anno mi ha davvero aiutato…”
    “Beh, Natsu ha un talento naturale con il fuoco… non poteva tirarsi indietro, aye!”
    ‘Se dico che è stato lui a scaldare il mio uovo mi prendono per pazzo, aye…’ aggiunse mentalmente.
    “Sei un tipo curioso.” Disse una voce.
    Happy si girò, ritrovandosi a guardare una ragazzina dai capelli biondo sporco, con pallide sopracciglia e occhi sporgenti che le davano un’aria perennemente sorpresa, in quel momento fissi sul gatto trasfigurato.
    “M-Me lo dicono in molti… aye…” rispose lui, leggermente intimorito da quello sguardo, che non venne interrotto nemmeno per un secondo.
    “Non sei abituato a stare tra molta gente, vero?” continuò la ragazza. “I Gorgospizzi intorno a te sembrano felici di poter banchettare…”
    “I cosa?” ripeté Happy.
    “Gorgospizzi.” Ripeté lei. “Creature invisibili che ti entrano nel cervello e ti confondono-”
    Ma la ragazza si interruppe quando vide Happy cominciare subito a colpirsi la testa, spaventato.
    “Uscite dalla mia testa!” urlò nel panico, sotto lo sguardo degli altri.
    “Non hai avuto alcun dubbio nel credermi?” chiese la ragazza.
    Il gatto si fermò subito.
    “Volevi dire che era uno scherzo?”
    “No, ma di solito nessuno mi crede.”
    “Perché? Se mi metti in allerta, devo solo esserti grato, aye.” Rispose lui, mentre Ginny lo guardava come un pazzo. “Comunque io sono Happy! Tu come ti chiami?”
    “Luna Lovegood.” Rispose lei. “Piacere.”
    “Luna?” ripeté lui, guardandola leggermente spaventato. “Non è che ti succede qualcosa di strano con la Luna, vero? No, perché ti avverto, non voglio avere più niente a che fare con la Luna per molto, molto tempo.”
    “Oh.” Si limitò a dire lei.
    “Ma se è solo un nome, allora non c’è alcun problema!” si affrettò a dire Happy, temendo di aver combinato un guaio. “A proposito, dovevo dirti anche il mio cognome, vero?”
    Luna lo guardò ancora, per poi fare una piccola risata.
    “Sei strano.” Disse, facendo ridere anche l’altro.
    Il gruppo poi si fermò, osservando Hagrid bussare sull’enorme portone.

    “Ahia…” si lamentò Lucy, riaprendo gli occhi pochi secondi dopo l’impatto.
    Si trovava a terra, buttata fuori dalla macchina per la forza d’urto.
    Poco lontano da lei, Gray si stava rialzando, mentre Ron giaceva ancora a terra, sebbene sembrava conscio.
    La macchina invece giaceva inerme a terra, con il cofano fumante, dal quale si riuscivano a sentire distintamente i versi di terrore dei loro gufi.
    “State bene?” chiese la maga degli spiriti, cercando di ignorare il grosso bernoccolo che le stava venendo fuori sulla testa.
    “Sono stato meglio… Ohi… anche se in confronto alla battaglia contro Leon, sono incolume…”
    “La mia bacchetta!” esclamò Ron, mettendosi seduto e osservando il suo strumento di magia. “Guardate la mia bacchetta!”
    I due si avvicinarono, accorgendosi che era spezzata praticamente in due, tenuta insieme solo grazie a qualche scheggia.
    Tuttavia un rumore costrinse i tre a zittirsi, spostando lo sguardo verso l’albero, il quale aveva alzato un grosso ramo, il quale poi colpì in pieno la macchina, facendola volare più in là di diversi metri.
    “Non di nuovo!!!” urlò Lucy, guardando la pianta, i cui rami sembrarono voltarsi verso di loro. “Io non ho mai fatto niente contro il regno vegetale! Perché gli alberi mi prendono sempre di mira?!”
    Prima che qualcuno potesse rispondere, l’albero cercò di colpirli, e solo la prontezza di riflessi di Gray, che prese di peso gli altri due per poi correre via, riuscì a evitargli di finire spiaccicati.
    “Via da qui!” urlò Lucy non appena tornò con i piedi per terra, allontanandosi il più possibile, seguito dai due compagni.
    Raggiunsero la macchina, sospirando di sollievo quando si resero conto di essere fuori dalla portata di quell’albero assassino.
    “P-Per un pelo…” ansimò Ron, guardando l’auto, la quale tuttavia sembrò riaccendersi.
    Con tonfi sordi aprì il bagagliaio, sputando fuori i loro bagagliai: le gabbie dei gufi si aprirono, lasciandoli volare via.
    Poi, ammaccata, scorticata e fumante, l’automobile si immerse rombando nell’oscurità, con le luci posteriori che lampeggiavano di collera.
    I tre maghi di Fairy Tail restarono in silenzio.
    “… Credo che l’auto ci ha appena mandati a quel paese…” fece Gray infine.
    “Q-Questa mi mancava…”
    “Papà mi ammazzerà!” esclamò invece Ron, portandosi le mani sulla testa, ignorando Crosta, il quale li stava mordicchiando la tunica dalla tasca.
    “A questo ci penseremo più tardi… ora ci conviene tentare di entrare a scuola inosservati, per quanto possa essere possibile…”
    Prendendo i loro bagagli, i tre si diressero verso i grandi portali di quercia dell’entrata principale.
    Tuttavia il trio si fermò sugli scalini che portavano all’ingresso, avvicinandosi a una finestra illuminata.
    “Credo che la festa sia già iniziata.” Fece Ron, guardando dentro. “Temo ci perderemo lo smistamento…”

    Happy restò in silenzio.
    Il Cappello Parlante aveva appena finito di cantare la sua canzone di inizio anno, e la McGranitt ora era in piedi di fronte a loro, con la pergamena in mano.
    “Quando chiamerò il vostro nome, voi metterete il cappello in testa e vi siederete sullo sgabello per essere smistati.” Spiegò, usando le stesse parole dell’anno precedente. “Aisu Melody!”
    La ragazza dai capelli rosa si fece largo tra i suoi compagni, raggiungendo lo sgabello e prendendo il cappello, mettendoselo sulla testa senza mostrare alcuna emozione.
    Il Cappello Parlante si mosse leggermente, come se si fosse piegato su se stesso per pensare meglio.
    “Veramente difficile…” borbottò, facendo cominciare a parlottare diversi studenti, dato che difficilmente faceva commenti ad alta voce.
    Passò un altro minuto.
    Melody digrignò i denti, muovendo le labbra come per dire qualcosa, salvo poi cambiare idea.
    “GRIFONDORO!” urlò infine, facendo scoppiare il tavolo in esultazione.
    Tuttavia la ragazza si tolse il cappello senza mostrare alcuna soddisfazione.
    “Come vuoi.” si limitò a dire appoggiandolo sullo sgabello e attraversando l’intera sala, ignorando i suoi nuovi compagni che stavano applaudendo, andandosi a sedere in fondo, dove c’erano meno persone.
    “Ehi, che razza di modo di fare è questo?!” urlò Natsu. “Unisciti almeno alla tua casa per festeggiare!”
    Non fu l’unico a reagire così: diversi Grifondoro la guardarono, chi increduli, chi un po’ arrabbiati.
    Nel frattempo la vicepreside, cercando anche lei di non far caso a quella singolare reazione, continuò a chiamare qualche altro studente, per poi fermarsi a “Dragonil Happy!”
    Happy deglutì, avvicinandosi allo sgabello sotto lo sguardo della professoressa, che lo incitò con un sorriso appena accennato.
    Il falso umano annuì, prendendo il cappello e infilandoselo in testa, isolandosi dalla Sala Grande.
    Oh!” esclamò la voce del Cappello Parlante nella sua testa. “Questa sì che è una sorpresa!
    Aye?” replicò telepaticamente Happy.
    Il cappello ridacchiò.
    In tanti anni di onorato servizio, questa è la prima volta che mi capita di smistare un gatto… anche se sotto mentite spoglie. E per di più, un gatto nato da un uovo. Singolare, veramente singolare…
    È-È un problema?
    No. Sei a ogni modo un mago, il che è ciò che ti serve per venire smistato. Vedo che hai un profondo legame con Natsu, tanto da decidere di farti passare per suo fratello per questa missione…
    Già. È come se fossimo veramente fratelli, aye!
    Sei fortunato. Con te non ho alcun dubbio su dove metterti.” Disse, per poi urlare. “GRIFONDORO!”
    Il tavolo esultò ancora, questa volta ricambiato dal nuovo arrivato, il quale si tolse il cappello e corse al tavolo.
    “Ottimo lavoro!” esclamò Natsu, battendoli il cinque, mentre il ‘fratello’ si sedeva nel posto che il Dragon Slayer aveva occupato per lui, sicuro del risultato.
    “Grazie, aye!” rispose lui sorridendo. “Ma ho avuto una paura…”
    “Beh, è andato tutto bene.” Fece Harry, tornando a guardare lo smistamento. “Cosa che non sarà per quei tre…”
    Fred e George deglutirono, provando a immaginare che cosa sarebbe successo a loro fratello.
    Lo smistamento proseguì.
    Luna venne assegnata a Corvonero dopo pochi secondi.
    “Peccato… mi era simpatica…” borbottò Happy.
    L’ultima della lista fu Ginny, la quale si unì al tavolo dei Grifondoro, andandosi a sedere vicino a Percy.
    “E con questa, tutta la famiglia è ufficialmente a Grifondoro!” esclamò George.

    “Menomale!” sospirò felice Lucy, vedendo Ginny andare a sedersi al tavolo con gli altri. “Siamo sempre tutti insieme.”
    “Già…” fece Gray, mentre Ron guardava l’intera Sala.
    “Però manca qualcuno…” osservò lui, attirando l’attenzione dei due amici.
    “Chi?”
    “Piton.”
    I due guardarono il tavolo degli insegnanti, accorgendosi del posto mancante.
    “Forse è malato…” azzardò Lucy.
    “Un professore di pozioni? La vedo dura…”
    “Forse è stato licenziato?” fece Ron.
    “O forse…” disse una voce dietro di loro, che riuscì a congelare anche Gray. “…sta aspettando di sapere come mai voi tre non siete arrivati con il treno della scuola!”
    I tre maghi voltarono lentamente la testa, ritrovandosi così a guardare Severus Piton, il cui sorriso gli fece capire all’istante che erano nei guai.
    “Seguitemi.” Ordinò.

    “Che cosa succede?” domandò Natsu, guardando i professori, i quali stavano parlando tra di loro, ignorando Allock, il quale cercava inutilmente di attirare l’attenzione dei colleghi raccontato le sue avventure.
    “Forse hanno scoperto di Ron, Gray e Lucy…” azzardò Harry, mentre si metteva nel piatto un pezzo di arrosto, cercando di ignorare Happy, il quale si era fiondato su tutto ciò che era pesce.
    “Di cosa state parlando?” chiese Neville, seduto lì vicino.
    “Diciamo che hanno fatto una cosa tanto stupida quanto geniale.” Rispose uno dei gemelli. “Ah, il nostro fratellino sta crescendo bene. Presto potrebbe sperare di raggiungere il nostro livello…”
    “Mi auguro proprio di no!” esclamò Hermione, guardandoli male. “Sarà giù un miracolo che non vengano espulsi!”
    “Il fatto che forse non sono tanto sani e salvi non ti tocca minimamente, vero?” domandò Natsu, guardandola di traverso mentre infilava in bocca un intero pezzo di carne.
    “Dopo quel che ho visto, l’unico per cui avrei motivo di preoccuparmi è Ron. Ma qualcosa mi dice che non gli è successo niente.”
    “Non ancora. Aspetta che lo incontriamo io e Erza e potrebbe non essere così fortunato…” fece Harry, per poi mostrare un sorriso sadico, imitato subito da Scarlett, i quali fecero sbiancare tutti i presenti, anche chi ignorava la situazione.

    I tre maghi di Fairy Tail deglutirono.
    Piton li aveva portati nei sotterranei, per poi farli entrare attraverso una porta in quello che doveva essere il suo studio, come si poteva dedurre dagli scaffali carichi di grossi vasi di vetro dentro i quali galleggiavano oggetti rivoltanti di ogni genere.
    “E così…” cominciò Piton. “Voi tre non vi sentite degni di viaggiare sul treno come gli altri comuni studenti, eh?”
    Lo sguardo del professore gli esaminò uno ad uno, soffermandosi sul Weasley.
    “N-No, signore…” cominciò Lucy, cercando di trovare il coraggio sufficiente per parlare. “È-È stata t-tutta colpa della b-barriera di King’s Cross, altrimenti noi-”
    “Silenzio, Heartphilia!” intimò gelido l’adulto. “Che ne è stato della macchina?”
    “M-Macchina?” ripeté Gray, sperando di poter almeno evitare quella parte.
    Speranza che si infranse quando Piton li aprì davanti agli occhi una copia dell’edizione serale della Gazzetta del Profeta, dove si vedeva chiaramente una foto della macchina volare.
    “Siete stati visti!” sibilò, mostrandogli il titolo di testa: Una Ford Anglia Volante Sconcerta I Babbani.
    Poi girò il giornale, cominciando a leggere a voce alta.
    “Due Babbani, a Londra, affermano di aver visto una vecchia automobile volare sopra la torre dell'ufficio postale... a mezzogiorno, a Norfolk, la signora Hetty Bayliss, mentre stava stendendo il bucato... il signor Angus Fleet, di Peebles, ha riferito alla polizia...”
    Piton abbassò il giornale, guardando Ron.
    “Sei o sette Babbani in tutto. Sbaglio o tuo padre lavora nell'Ufficio per l'Uso Improprio dei Manufatti dei Babbani?” chiese con un sorriso ancor più maligno. “Per tutti i gargoyle... proprio suo figlio...”
    I tre non seppero come controbattere.
    Solo in quel momento Ron aveva realizzato che usando la macchina aveva fatto scoprire che suo padre l’aveva modificata con la magia.
    “Inoltre, mentre ispezionavo il parco, ho notato che il Platano Picchiatore, una pianta di valore inestimabile, sembra essere stato gravemente danneggiato.”
    “Se posso permettermi, quell’albero ha rischiato di fare più male a noi…” lo interruppe Gray.
    “Silenzio!” tuonò nuovamente Piton. “Con mio grandissimo rammarico, voi non appartenete alla mia Casa e la decisione di espellervi non compete a me. Ora vado a chiamare qualcuno cui spetta questo felice compito. Voi restate qui.”
    I tre restarono in silenzio mentre il professore usciva, per poi guardarsi.
    “Q-Qualcosa mi dice che siamo spacciati…” mormorò Lucy. “Il Master ci schiaccerà come mosche quando li riferiremo che siamo stati espulsi!”
    “Più che il Master, mi preoccupano Harry e Erza.” Fece Gray, deglutendo. “Se l’abbiamo scampata a Galuna, questa volta per noi non c’è via di scampo…”
    “Credetemi, niente in confronto a quel che spetta a me… mia mamma sa essere peggiore anche di Deliora se vuole… e stiamo parlando in un demone alto decine di metri!”
    “Ti ricordo che la mia città e la mia famiglia è stata distrutta da Deliora, perciò so bene com’era fatto.” Replicò il mago del ghiaccio.
    Il rosso aprì la bocca, per poi abbassare lo sguardo.
    “Scusa.” Mormorò.
    I tre restarono in silenzio per i dieci minuti successivi, finché la porta non si riaprì, lasciando rientrare Piton, accompagnato dalla professoressa McGranitt.
    “Spiegatevi.” Disse lei, con bagliori sinistri negli occhiali.
    Ron si lanciò nel racconto, cominciando dalla barriera della stazione che si era rifiutata di lasciarli passare.
    “...e quindi non abbiamo avuto altra scelta, professoressa, non potevamo prendere il treno.”
    “Perché non ci avete mandato una lettera via gufo? Penso che almeno uno di voi abbia un gufo.” chiese la McGranitt gelida.
    “E-Ecco… non ci… abbiamo pensato…” rispose Lucy.
    “Questo” continuò la professoressa “mi pare evidente.”
    Si sentì bussare alla porta e Piton, che in quel momento sembrava più felice che mai, andò ad aprire: era Silente.
    I tre maghi si sentirono gelare il sangue nelle vene.
    Non per il preside, ma per la piccola figura dietro di lui, che sbatté con forza il suo bastone a terra.
    Mararov guardò i tre, i quali deglutirono sonoramente.
    “Potremo sapere esattamente che cos’altro avevate in mente voi tre idioti?” chiese, ignorando lo sguardo sorpreso della McGranitt e quello invece soddisfatto di Piton.
    Gray prese aria, per poi cominciare a spiegare tutto quanto, tranne il fatto che il signor Weasley possedeva un'auto stregata, facendo sembrare che a loro fosse capitato per caso di trovare un'auto volante, parcheggiata fuori della stazione.
    Quando finì di ripetere anche al Master e al preside la storia, restarono in silenzio.
    “Andiamo a riprendere la nostra roba.” Disse infine Ron con un filo di voce.
    “Di che cosa stai parlando, Weasley?” domandò la McGranitt.
    “Beh, penso che saremo espulsi, non è così?” replicò il ragazzo.
    “Non oggi, Weasley.” Decretò Silente. “Ma intendo ribadire la gravità di quel che avete fatto. Stasera scriverò alla sua famiglia. Devo inoltre avvertirvi che se rifarete una cosa simile, non avrò altra scelta che espellervi. Per quanto riguarda voi due, essendo già qui il vostro tutore legale, discuterete con lui tra poco.
    Fu come se avessero detto a Piton che il Natale era stato soppresso, il quale infatti si schiarì la gola.
    “Professor Silente, questi ragazzi si sono presi gioco del Decreto di Restrizione delle Arti Magiche tra i Minorenni, hanno danneggiato gravemente un antico e prezioso albero... senza dubbio, atti di questa natura-”
    “Sarà la professoressa McGranitt a decidere la punizione, Severus.” disse con calma Silente. “Loro appartengono alla sua Casa e quindi la responsabilità è sua.” Poi si rivolse alla McGranitt: “Io devo tornare al banchetto, Minerva, devo dare alcuni annunci. Venga, Severus, c'è un dolce alla crema dall'aspetto delizioso che non voglio perdermi. Makarov, ti aspetto al mio ufficio. La accompagnerà minerva.”
    Piton scoccò un'occhiata di puro veleno ai tre mentre veniva trascinato fuori del suo ufficio e i due rimasero soli con la professoressa McGranitt e Makarov.
    Il Master sospirò.
    “Veramente, cosa devo fare con voi? E stavolta non c’era neppure Natsu…”
    “Ecco… noi…”
    “Mi dispiace dover arrivare a tanto, ma non mi lasciate altra scelta. Lascerò che siano Harry e Erza a pensare alla vostra punizione. Per Ron invece ci penserà la vostra professoressa.”
    La McGranitt fece per protestare a quella decisione, ma si bloccò quando vide Gray e Lucy assumere l’espressione più terrorizzata possibile.
    “La prego, ci ripensi! Possiamo rinunciare ai prossimi compensi! Ma non ci lasci nelle mani di quei due assieme!” esclamò Gray, diventando pallido.
    “Ho ancora troppe cose da fare per andarmene così giovane!” urlò invece Lucy, facendo sospirare Ron.
    “Forse a me è andata decisamente bene…” mormorò, ripensando a come Harry e Erza avevano sistemato un’intera banda di pirati da soli.
    “P-Professoressa…” cominciò Lucy, guardando l’insegnante. “Quando noi abbiamo preso la macchina, il semestre non era ancora iniziato e quindi... quindi in realtà al Grifondoro non dovrebbe essere tolto nessun punto, giusto?” concluse, guardandola con ansia, non osando pensare a come sarebbe sopravvissuta a un trattamento come quello che era stato riservato lo scorso anno a Natsu, Ron e Hermione.
    La McGranitt gli lanciò un'occhiata penetrante, ma per un istante ai tre parve quasi stesse sorridendo.
    “Non toglierò punti al Grifondoro.” Rispose infine. “Ma non mi opporrò alla punizione decisa dal vostro tutore. Parlerò con Molly per scegliere la punizione per il signorino Weasley, mentre per voi due chiederò indicazioni a Potter e Scarlett. Qualcosa mi dice che è meglio se non lascio fare direttamente a loro.”
    “Forse sì… sarebbe troppo traumatizzante per gli altri studenti.”
    La McGranitt sollevò la bacchetta magica, puntandola verso la scrivania di Piton. Con uno schiocco apparvero un vassoio di tramezzini, tre calici d'argento e una caraffa di succo di zucca ghiacciato.
    “Mangerete qui e poi ve ne andrete direttamente al vostro dormitorio.” disse.
    “Spero di non venire ancora disturbato per simili motivi.” Aggiunse Makarov. “Ora, spero solo che gli altri non abbiano fatto troppi danni in mia assenza… E poi, dimenticavo di dover ringraziare la professoressa McGranitt per il lavoro che ha fatto a Happy.”
    Quando la porta si fu richiusa dietro di loro, Ron emise un lungo fischio soffocato.
    “Pensavo di essere spacciato.” Fece, afferrando un tramezzino. “Ma vi rendete conto di quanto siamo stati sfortunati? Fred e George devono aver fatto volare quella macchina almeno cinque o sei volte lo scorso anno e nessun Babbano li ha mai visti, a loro.”
    Inghiottì e dette un altro grosso morso al tramezzino.
    “Ribadisco che voi avete troppo timore delle conseguenze. Dovreste rivelare al mondo intero la vostra esistenza. Vedete, da noi non abbiamo nessun problema di convivenza, anzi, collaboriamo perfettamente. In fondo, ci sono cose che i maghi non possono fare mentre i non magici sì.” Fece Gray
    “Ma perché non siamo riusciti a passare attraverso la barriera?” domandò Lucy.
    “Ora che ci penso… la barriera ha avuto qualche problema mentre l’attraversava Harry…”
    Ron restò in silenzio per qualche secondo, finendo di masticare il panino.
    “E se qualcuno l’avesse chiusa volontariamente?” azzardò, guardando gli altri due.
    “Può essere… ma chi e perché l’avrebbe fatto?”

    Quando ebbero mangiato quanti più tramezzini potevano, dato che il vassoio tornava a riempirsi da solo, si alzarono e lasciarono la stanza, percorrendo il familiare tragitto fino alla torre dei Grifondoro.
    Il castello era immerso nel silenzio; segno che la festa doveva essere terminata. Oltrepassarono i ritratti brontoloni e le armature cigolanti, salirono le anguste rampe della scala di pietra e finalmente raggiunsero il passaggio dove si trovava l'ingresso segreto alla torre dei Grifondoro, dietro al quadro a olio della Signora Grassa nel suo vestito di seta rosa.
    “Parola d'ordine?” chiese lei una volta che le furono di fronte.
    “Ecco… mi sembrava ci fossimo dimenticati di qualcosa…” sospirò Gray.
    “Tipo di chiedere la parola d’ordine?” domandò una voce dietro di loro.
    “Sì, proprio quello. E poi-”
    Ma il mago del ghiaccio si bloccò, vedendo il viso dei due compagni, che stavano guardando dietro di lui, diventare bianco.
    “E poi che la mia vita è probabilmente giunta al termine…” concluse, girandosi per ritrovarsi a fissare Harry e Erza, i quali non erano proprio al settimo cielo.
    “Riconosco che la barriera ha avuto qualche problema.” Cominciò il moro, alzando una mano per fargli star zitti. “Ma la vostra soluzione non è stata un po’ esagerata?”
    “Ecco… Noi…”
    “Il Master ci ha già avvertito che dobbiamo decidere una punizione per voi due.” Continuò Erza. “È un peccato che non possiamo usare il trattamento di Fairy Tail… la mia spada aveva sete di sangue…”
    I tre deglutirono.
    “Ma direi che per stasera ne avete passate fin troppe.” Decretò la rossa, sospirando. “La parola d’ordine è Colibrì. Ma sappiate che-”
    Ma le sue parole vennero interrotte da un'improvvisa raffica di applausi non appena il ritratto della Signora Grassa lasciò aperto il varco.
    Sembrava che l'intero dormitorio di Grifondoro fosse sveglio: erano tutti pigiati nella sala comune circolare, in piedi sopra i tavoli sbilenchi e sulle molli poltrone, in attesa del loro arrivo.
    “Eccezionale!” gridò Lee Jordan. “Un vero colpo di genio! Che arrivo spettacolare! A bordo di una macchina volante dritta dritta sul Platano Picchiatore! Se ne parlerà per anni!”
    “Certo che potevate dircelo che avevate intenzione di divertirvi.” Fece Fred, sorridendogli. “Vi avremo aiutato più che volentieri!”
    “Già… avete volato senza di me… Potrei offendermi, aye!” esclamò Happy.
    “E avete quasi distrutto un albero e una macchina senza chiedere la mia consulenza! Questa non la dimenticherò facilmente, sapete?” aggiunse Natsu.
    Ron era paonazzo e sorrideva imbarazzato, ma Lucy vide qualcuno con l'aria tutt'altro che allegra.
    Percy sovrastava alcuni ragazzi del primo anno, eccitatissimi, e sembrava assolutamente intenzionato a fare a tutti e tre una lavata di capo.
    “Ecco… ora noi andremo a dormire… siamo un po’ stanchi…” fece il mago del ghiaccio, cominciando a farsi largo verso l’altra parte della stanza, dove si trovava la porta che conduceva alla scala a chiocciola e ai dormitori, seguito dai compagni.
    “’Notte.” Dissero a Lucy, Hermione e Erza, le quali, ad esclusione della prima, avevano messo su un cipiglio come quello di Percy.
    Riuscirono a guadagnare il lato opposto della sala comune, sempre accompagnati da sonore pacche sulle spalle, e poi, finalmente, raggiunsero la pace della scala a chiocciola. Salirono di corsa fino in cima e, come dio volle, ecco la porta del loro vecchio dormitorio, che ora portava un'insegna con su scritto ‘Alunni del secondo anno’.
    “Lo so che non dovrei essere così contento, però-” cominciò Ron, interrompendosi quando vide entrare gli altri compagni di dormitorio, Seamus Finnigan, Dean Thomas e Neville Paciock.
    “Incredibile!” esclamò Seamus radioso.
    “Fantastico!” commentò Dean.
    “Strabiliante!” disse Neville reverente.
    Harry sospirò, per poi lasciarsi sfuggire anche lui un largo sorriso.

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    Capitolo 29: La Strillettera e l’inizio delle lezioni - Torna all'indice dei capitoli
    La mattina dopo, il gruppo di Fairy Tail si diresse alla Sala Grande, dove Ron, Gray e Lucy furono nuovamente accolti da un’ondata di applausi, che li seguì finché non si furono seduti.
    “Beh… non che sia una novità venire acclamati… ma qui mi sembra esagerato…” commentò il mago del ghiaccio.
    “Parla per te! Io lo detesto…” replicò la bionda, per poi sospirare.
    “Io ho paura per come ci puniranno…” mormorò il giovane Weasley, guardando Harry ed Erza, che restarono in silenzio.
    “Su, non sarà niente di troppo doloroso.” Disse Fred, sorridendo. “In fondo, Hermione è ancora qui. Una possibilità esiste, no?”
    “Io fossi al posto di Harry sceglierei la punizione peggiore.” Rispose la diretta interessata, mettendosi un po’ di porridge nel piatto, mentre Happy cercava invano qualche pietanza a base di pesce.
    “Ginny dov’è?” chiese Harry, guardando i gemelli.
    “Sta cercando di convincere quella ragazzina, Melody se non sbaglio, a venire a fare colazione con noi comuni mortali. Cavoli, non ho mai visto nessuno comportarsi così… sembra quasi che la disgusti l’idea di stare con noi.” Rispose George.
    “E dire che al Ghirigoro mi era sembrata così simpatica…” aggiunse il fratello.
    “A me mica tanto, aye…” asserì Happy, addentando un pezzo di pane con sopra della marmellata, dopo essersi arreso nella ricerca.
    “Quella ragazza è strana.” Intervenne una voce alle sue spalle, facendo andare di traverso il boccone al gatto umanizzato, che cominciò a tossire e fu subito aiutato da Natsu, che gli diede diversi colpi sulla schiena.
    Poi il gruppo si girò, ritrovandosi a guardare Luna, in piedi accanto al tavolo, con lo sguardo perso verso l’ingresso della sala.
    “Tu sei…?” fece Erza.
    “Luna!” esclamò Happy, facendo saltare la maggior parte del gruppo alla menzione del nome del satellite. “Mi hai fatto quasi soffocare per la sorpresa, aye!”
    “Oh, mi dispiace.” Rispose lei, senza guardarlo. “È che mentre passavo ho sentito il vostro discorso, e devo dire che quella ragazza mi preoccupa… è strana. Le creature magiche non osano avvicinarcisi.”
    “Creature… magiche?” ripeté Lucy, guardandola. “Che cosa intendi?”
    “Voi non le vedete, vero?” continuò Luna. “Non che sia sorpresa… sono molto pochi coloro in grado di vederle, e ancora meno quelli che ci credono…”
    “Dici sul serio?” chiese Salamander, annusando l’aria. “Strano, io non sento niente.”
    Per la prima volta Luna cambiò sguardo, rivolgendo un’occhiata leggermente sorpresa al Dragon Slayer.
    “Hai… annusato l’aria?”
    “Ho un olfatto molto sviluppato, come anche l’udito.” Rispose il rosato, sorridendo e mandando giù in un sol boccone un’intera ciottola di cereali.
    “E anche un buon appetito, vedo. Anche se credo sia colpa dei Plimpi Ghiottoni che sono intorno a te.”
    “Che cosa intendi dire che queste creature stanno alla larga da Melody?” domandò Harry, ignorando Natsu che si guardava attorno alla ricerca degli esseri appena nominati.
    “Non saprei… so solo che è strano. Non che sia importante. Beh, credo che andrò a vedere che lezioni devo frequentare oggi. Spero di rivederti presto, Happy. Ciao.”
    Dicendo ciò, si diresse verso il tavolo di Corvonero, lasciando il gruppo di Fairy Tail a osservarla in silenzio.
    “Non riesco a capire se quella ragazza è strana, tonta o così intelligente da sfuggire alla nostra logica.” Fece Heartphilia qualche secondo dopo.
    “Il nome mi ricorda troppo Galuna…” replicò Dragonil. “Cavoli, se penso a Deliora…”
    “Chi sarebbe Deliora?” domandò Neville, sedendosi al loro fianco, facendoli saltare per la sorpresa.
    “D-Deliora?” ripeté George. “Beh, è una… persona… che abbiamo incontrato quest’estate… Sfortunatamente, non è più tra noi…”
    “Sfortunatamente…” rimarcò Fullbuster acido. “Sinceramente, non mi dispiace. Almeno ora i miei genitori e Ur possono riposare in pace!”
    Tutti i maghi di Fairy Tail, e non solo, si girarono a guardarlo.
    Harry ed Erza gli diedero un’occhiata di avvertimento, ma il mago del ghiaccio non si fece intimorire.
    “Non m’importa niente del fatto che non vogliate parlarne o fare finta di nulla. Deliora è stato il responsabile della loro morte, e il fatto che sia crepato non mi dispiace minimamente!”
    “Gray…” mormorò Hermione.
    “I tuoi genitori… sono morti?” chiese Paciock, che sembrava ancora più impacciato.
    Non avevano mai parlato del loro passato prima di allora, e quell’uscita del moro lo preoccupava, soprattutto per la freddezza con cui aveva parlato.
    “Qualche anno fa. A essere sincero, fatico anche a ricordarne i volti… Ma ormai è acqua passata. Come mi disse Ur, devo andare avanti.” Continuò lui, incrociando le braccia. “Non importa quali saranno le difficoltà che incontrerò.”
    “Lo terrò presente per i suggerimenti da dare alla McGranitt per la tua punizione.” Intervenne Erza, tornando a bere il suo tè senza mostrare alcun risentimento nella voce, facendo sbiancare il diretto interessato.
    Tuttavia, la sua preoccupazione fu interrotta dall’arrivo della posta, anticipata dal fruscio di centinaia di gufi, che irruppero volteggiando nella sala, lasciando cadere lettere e pacchi sulla folla di ragazzi.
    “Wow…” fu l’unica cosa in grado di dire Happy, il quale, nonostante i racconti di Natsu e degli altri, si stava rendendo conto solo ora di quanto fosse fantastico quel posto.
    Un grosso pacchetto bitorzoluto ribalzò sulla testa di Neville, mentre un istante dopo qualcosa di grosso e grigio cadde nel piatto di Natsu, schizzandolo di porridge.
    “Errol!” esclamò Ron, riconoscendo il gufo di famiglia, apprestandosi a toglierlo dalla colazione del Dragon Slayer, che stava imprecando coloratamente l’arrivo dell’animale, facendo sbiancare diversi primini e non solo.
    “Non ho mai sentito nessuno sbraitare così…” commentò Lucy, osservandolo incredula, mentre il Weasley minore lasciava cadere di peso Errol sul tavolo, guardandolo con occhi sgranati.
    “Non mi pare sia morto…” osservò Fred, per poi spostare lo sguardo sulla lettera rossa che il gufo teneva con il becco, perseverando nel suo dovere anche da svenuto. “Oh, cavoli!”
    “Che succede?” chiese Titania, guardando curiosa la reazione dei tre fratelli, come anche quella di Neville, che aveva assunto un’espressione di puro terrore.
    “Mi ha… Mi ha mandato una Strillettera.” Rispose Ron con un filo di voce.
    “Una Strillettera?” ripeté Harry. “Sarebbe?”
    Tuttavia nessuno rispose, poiché Neville prese subito la parola.
    “È meglio se la apri, Ron.” Suggerì sussurrando. “Sarà peggio se non lo fai. Una volta mia nonna me ne ha mandata una ed io ho fatto finta di niente e…” deglutì “…è stato orribile.”
    “È una lettera! Cosa diamine può mai fare di così spaventoso?” domandò Lucy, zittendosi quando vide che la busta aveva cominciato a emettere fumo dagli angoli.
    “Io non c’entro nulla…” precisò subito Salamander, anticipando qualunque domanda.
    “Natsu…” lo chiamò Fred, portandosi le dita alle orecchie. “Un consiglio: tappati le orecchie più forte che puoi. E consiglio di farlo anche a chi non è dotato di un udito sopraffino. Farà male.”
    I maghi di Fairy Tail lo guardarono sorpresi, salvo vedere molti dei ragazzi di Grifondoro imitarlo, decidendo così di seguire il consiglio.
    “Aprila…” mormorò ancora Neville, guardando Ron. “Tra pochi minuti sarà troppo tardi…”
    Il Weasley deglutì, allungando una mano tremante per prendere la busta e, infine, aprirla.
    Una frazione di secondo dopo i maghi attorno a lui furono costretti ad allontanarsi per colpa di una specie di ruggito che riempì l’immensa sala, la cui forza fu tale da far cadere la polvere dai soffitti, zittendo tutti i presenti.
    … RUBARE LA MACCHINA! NON MI AVREBBE SORPRESO SE TI AVESSERO ESPULSO! ASPETTA CHE TI PRENDA! NON HAI PENSATO NEANCHE PER UN ISTANTE A QUEL CHE ABBIAMO PASSATO TUO PADRE E IO QUANDO ABBIAMO VISTO CHE NON C’ERA PIÙ…
    Le urla della signora Weasley, cento volte più acute del normale, fecero tremare piatti e posate, riecheggiando tra le mura di pietra. Tutti i ragazzi nella sala si voltarono per vedere chi aveva ricevuto la Strillettera e Ron sprofondò nella panca, così che si vedesse solo soltanto la sua fronte paonazza.
    … UNA LETTERA DA SILENTE IERI SERA! HO CREDUTO CHE TUO PADRE SAREBBE MORTO PER LA VERGOGNA! NON TI ABBIAMO ALLEVATO PERCHÉ TU TI COMPORTASSI IN QUESTO MODO! TU, LUCY E GRAY POTEVATE MORIRE…
    A quella frase i due nominati abbassarono lo sguardo.
    … ASSOLUTAMENTE DISGUSTATA! IN UFFICIO TUO PADRE VERRÀ SOTTOPOSTO A UN’INCHIESTA! È TUTTA COLPA TUA, E SE PROVI A FARE UN ALTRO PASSO FALSO TI RIPORTIAMO DRITTO FILATO A CASA!
    Cadde un silenzio assoluto.
    La busta rossa, caduta dalla mano di Ron, prese fuoco e si contorse su se stessa fino a ridursi in cenere.
    “O-Ora c-capisco il perché d-del nome… a-aye…” mormorò Happy, togliendosi le dita dalle orecchie, seguito dagli altri, a eccezione del Dragon Slayer, che restò perfettamente immobile.
    “Natsu?” mormorò Majutsu, toccandolo con un dito sulla spalla.
    Con loro sorpresa, il rosato cadde all’indietro, sempre con le dita nelle orecchie e gli occhi sgranati, come se fosse stato pietrificato.
    “Natsu!” urlarono subito tutti, a esclusione dei tre interessati della lettera, che restarono al loro posto.
    “Beh… valeva la pena scendere per un simile spettacolo… Ora so che mi conviene non dire ai miei tutori di questa magia…” fece una voce, mentre Melody si avvicinava al tavolo accompagnata da una rossa Ginny, la quale rivolse uno sguardo imbarazzato al fratello.
    “Natsu! Natsu, non morire!” esclamò Happy, scuotendo il Dragon Slayer.
    “Ugh… Perché non dovrei dormire, Happy?” chiese lui, sbattendo gli occhi.
    I membri di Fairy Tail si guardarono tra di loro.
    “Natsu… ci senti bene?”
    “Perché volete farmi bere?” continuò lui, massaggiandosi le orecchie. “Quella dannata lettera…”
    “Che cosa gli prende?” domandò Neville, guardandolo preoccupato.
    “Succede che avere un udito sopraffino non sempre è una cosa positiva…” commentò Harry con un sospiro, aiutando il compagno ad alzarsi, che però barcollò.
    “Non si saranno danneggiati i timpani, vero?” domandò preoccupata Hermione.
    “No, non credo. Però di certo ha ricevuto un brutto colpo. Lo porto io in infermeria. Prendete voi l’orario per noi. Ci vediamo qui tra poco.”
    “Sembra che a pagare le conseguenze del vostro atto sia stato Natsu…” fece Erza, osservando i due allontanarsi, per poi spostare lo sguardo su Lucy, Gray e Ron. “Spero siate soddisfatti.”
    I tre abbassarono la testa, mentre la McGranitt si avvicinava al tavolo, cominciando a distribuire gli orari.
    “Come sta il signor Dragonil?” chiese una volta raggiunti. “Ho visto che è stato male.”
    “Harry l’ha portato in infermeria. La Strillettera era troppo forte per il suo udito.” Rispose Fred, prendendo assieme al gemello i suoi orari. “Diamine, cominciamo bene… due ore di Pozioni…”
    “Io invece comincio con Trasfigurazione… aye!” esclamò Happy, guardando il suo foglio.
    “A noi invece tocca Erbologia, sempre due ore, con i Tassorosso.” Fece Erza, al che Neville tirò un sospiro di sollievo, grato di cominciare con l’unica materia in cui andava bene.
    Pochi minuti dopo, Harry li raggiunse all’uscita del castello.
    “Dov’è Natsu?” chiese Hermione.
    “Madama Chips ha preferito tenerlo in Infermeria. Dice che non gli conveniva venire a lezione con noi alle prime ore… poteva solo peggiorare.”
    “E perché? Non mi risulta che le piante possano mettersi a urlare…” commentò Lucy, guadagnandosi un’occhiataccia da Fred. “Le piante normali per lo meno, s’intende!” si affrettò a precisare.
    “Ah, ecco.” Fece lui, deglutendo al ricordo della creatura di Sherry. “Dopo quell’esperienza, non voglio sentire mai più parlare di piante giganti… Motivo per cui sono contento di non essere venuto con voi ieri. Il viaggio okay, ma il Platano Picchiatore… no grazie.”
    “Ed io cosa dovrei dire?” domandò Ron, tirando fuori dalla tasca Crosta, che stava dormendo come sempre. “Abbiamo incontrato la versione gigante e spaventosa di Crosta! Vestita pure da cameriera! Credo che mai una visione sarà tanto inquietante quanto quella!”
    “Almeno tu non l’hai affrontata…” aggiunse la bionda, sospirando.
    “Beh, direi che è il momento di separarci. Noi andiamo nella tana di un altro topo… molto più spaventoso.” Disse ridendo George, mentre lui e il gemello si allontanavano in direzione dei sotterranei.
    Gli altri maghi salutarono Happy, che si diresse verso la classe di Trasfigurazione –usando la Mappa del Malandrino per non perdersi– e uscirono dal castello, dirigendosi verso le serre, dove trovarono il resto della classe in attesa della professoressa Sprite.
    “Dove sarà? È strano da parte sua questo ritardo…” sentirono lamentarsi uno di Tassorosso.
    Come se l’avesse sentito, la professoressa di Erbologia apparve attraversando il prato, accompagnata da Gilderoy Allock.
    Con sorpresa di Lucy, Gray e Ron, tra le mani teneva diverse bende, e lontano si poteva intravedere il Platano Picchiatore con molti rami fasciati.
    “Salve a tutti!” li saluto il nuovo professore, rivolgendo un sorriso radioso ai presenti. “Ho appena finito di mostrare alla professoressa Sprite il modo corretto di medicare un Platano Picchiatore! Ma non voglio che pensiate che io sia più esperto di lei in Erbologia! È solo che nei miei viaggi mi è capitato di vedere molte di queste piante esotiche e-”
    “Serra numero Tre, ragazzi!” lo interruppe brusca la Sprite, la quale a differenza del solito sembrava decisamente contrariata e per niente allegra.
    Gli studenti restarono qualche secondo sorpresi, per poi seguirla. Tutto l’anno precedente avevano lavorato solo nella Serra numero Uno, e sapevano che nella Tre c’erano piante molto più interessanti e pericolose.
    La professoressa si staccò dalla cintura una grossa chiave e aprì la porta.
    Si percepì un odore di terra umida e concime, che si mischiava al greve profumo di alcuni fiori giganti, delle dimensioni di un ombrello, appesi al soffitto.
    Harry fece per entrare assieme agli altri, ma sentì una mano bloccarlo per una spalla.
    “Harry! Volevo dirti una parola… Non le spiace, vero, professoressa, se glielo rubo per un paio di minuti?”
    “Mi scusi, professore…” replicò il moro, sottolineando l’ultima parola e intravedendo appena lo sguardo accigliato della Sprite, la quale non sembrava molto contenta di accontentare quella richiesta. “Ma gradirei non perdere la prima lezione di quest’anno. Può parlarmi più tardi durante la sua lezione.”
    A sentire quella frase, molte delle ragazze presenti trattennero il fiato, incredule che qualcuno potesse aver parlato in quel modo al loro beniamino.
    “Su, su, non essere timido. Sono solo pochi minuti.” Insisté Allock, portandolo via di peso, mentre Gray ed Erza lo guardavano increduli.
    “Quel professore mi sta sempre più antipatico…” commentò Ron, per poi guardare i due maghi di Fairy Tail, i quali erano diventati pallidi.
    “Che succede?” chiese Lucy, altrettanto sorpresa da quella curiosa reazione.
    “Succede che è meglio se tieni pronta Virgo per un’evacuazione totale di Hogwarts…” mormorò Erza. “Allock sta facendo il suo errore più grande… Nessun giornalista da noi ha il coraggio di insistere con Harry…”
    “Ma Allock non è un giornalista.” Replicò Hermione.
    “Vero, ma non mi sembra una persona tanto… facile da convincere che esiste altro oltre alla fama e alla gloria. E lui è convinto che Harry sia alla ricerca di queste cose, sebbene sia stato pubblicamente smentito.”
    “Quindi?” domandò Ron.
    “Fred e George vi hanno parlato del Jupiter, vero?” rispose Gray, guardando gli ultimi arrivati. “Beh, non sarà così potente ma Harry potrebbe avere una reazione scomposta…”
    “Scusate…” intervenne Neville, avvicinandosi timoroso, non avendo sentito la parte del canone. “Cosa intendi dire con reazione scomposta?”
    “Intende dire che forse le bende che la professoressa Sprite ha usato sul Platano potrebbero servire ad Allock.”

    Nel frattempo, ignaro di tutti i trascorsi del suo studente, Allock stava conducendo Harry a qualche metro di distanza dalle serre, lontano dalle orecchie di chiunque.
    Il moro continuò a guardarlo truce, chiedendosi che cosa poteva volere da lui.
    “Harry!” esclamò il professore, poggiando entrambe le mani sulle sue spalle e mostrandogli i suoi grandi denti canditi. “Harry, Harry, Harry!”
    “Sì?” replicò lui, cercando di trattenersi dal rovesciare a terra l’uomo.
    “Quando ho sentito… be’, naturalmente è stata tutta colpa mia. Mi sarei mangiato le mani.” Continuò il biondo, facendo inarcare un sopracciglio al mago più giovane.
    “Scusi?”
    “Non sono mai rimasto tanto scioccato. Convincere i tuoi amici a far volare una macchina fino a Hogwarts! Be’, naturalmente, ho capito subito perché l’hai fatto. Era lampante. Harry, Harry, Harry.”
    “Prego?!?!” esclamò incredulo Majutsu, sgranando gli occhi.
    “Ti ho fatto provare il gusto per la pubblicità, non è vero? Ti ho contagiato! Sei finito sulla prima pagina del giornale assieme a me e non vedevi l’ora che accadesse di nuovo. E così hai pensato di mandare avanti i tuoi amici, così che tutti pensassero che tu non sei al loro livello. Poi fingere il problema con la barriera…”
    Harry chiuse le mani a pugno, prendendo fiato.
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    Makarov alzò lo sguardo verso l'alto, mentre un brivido lo percorse lungo tutta la schiena.
    “Che succede Master?” domandò Mira avvicinandosi, mentre puliva un bicchiere.
    “Per un momento ho avuto una brutta sensazione... come se un vulcano fosse sul punto di esplodere...” rispose lui, deglutendo.
    “Natsu? È un po’ lontano al momento…”
    “Qualcosa di peggio… come se qualcuno fosse stato tanto stupido da provocare Harry o Erza…”
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    “Quindi, secondo il suo ragionamento, io avrei detto a Lucy, Gray e Ron di volare per mezzo stato solo per mostrarmi, non ho ben capito in che modo, al pubblico?” chiese conferma il moro.
    “Tranquillo Harry, io ti capisco.” Continuò Allock, il quale non sembrava essersi accorto dello sguardo di puro veleno che stava ricevendo. “È naturale voler riassaporare una cosa che si è gustata per la prima volta e-”
    “Forse non l’ha capito l’altra volta…” lo interruppe Harry, togliendosi le mani dell’altro dalle spalle. “Io non sono interessato alla fama.” Scandì lentamente, in modo che il significato non potesse sfuggirgli. “Io non voglio essere famoso! Mi dà già fastidio che tutti m’indichino quando passo!”
    “Come scusa? Harry, non c’è niente di male in questo, non devi forzarti di nascondere i tuoi desideri.”
    “E non lo faccio infatti. Il mio desiderio è quello di stare in pace!” replicò acido. “Se volevo la fama, a quest’ora ero ricoperto d’oro, mi creda. Le do un consiglio: non mi faccia più perdere tempo per queste cose. Lei è un professore, e mi creda, è l’unica cosa che l’ha salvata!”
    Detto ciò, lasciandosi alle spalle un sorpreso Allock, Potter tornò alla Serra numero Tre, entrando e raggiungendo gli altri, sotto lo sguardo di tutti i presenti.
    “Mi scusi per il ritardo.” Disse rivolgendosi alla professoressa Sprite, la quale era in piedi dietro un bancone, su cui c’erano venti paraorecchie di colore diverso.
    “Cos’è successo? È ancora vivo?” gli chiese Erza in un sussurro.
    Prima che Harry potesse rispondere, un vaso vuoto poco lontano si ruppe a metà, attirando l’attenzione di tutti.
    “Sfortunatamente, è incolume.” Rispose Majutsu con voce tagliente.
    “Doveva essere crepato…” commentò la professoressa Sprite, ignara del reale motivo per cui il vaso si era spaccato, tornando a rivolgere l’attenzione alla classe. “Oggi rinvaseremo le mandragole. Allora, chi sa dirmi le proprietà della mandragola?”
    Hermione alzò subito la mano.
    “La mandragola è un efficace ricostituente.” Rispose, ripetendo perfettamente il testo del libro. “Si usa per riportare nella condizione originale le persone che sono state trasfigurate o sottoposte a un incantesimo.”
    “Ottimo! Dieci punti per il Grifondoro!” esclamò la professoressa. “La mandragola è un componente fondamentale della maggior parte degli antidoti, ma è anche pericolosa. Chi sa dirmi perché?”
    “Perché chi ascolta il pianto della mandragola muore.” Rispose Harry, senza alzare la mano.
    “Proprio così. Altri dieci punti per il Grifondoro!” fece la Sprite. “Ora, le mandragole che abbiamo qui sono tutte molto giovani…” proseguì, indicando un gruppo di vaschette profonde, dentro le quali, tutte in fila, crescevano un centinaio di pianticelle ricche di ciuffi color verde marcio “…perciò il loro pianto non vi ucciderebbe. Tuttavia vi metterebbe fuori combattimento per molte ore. Per questo ho chiesto a Madama Chips di trattenere il signor Dragonil in infermeria durante questa lezione. I paraorecchie dovrebbero isolare qualsiasi rumore, ma ho preferito non rischiare dopo gli eventi di stamani.” Spiegò, guardando i maghi di Fairy Tail, mentre gli altri studenti di Tassorosso la guardarono incuriositi da quel discorso.
    “Ora forza, quattro per ogni vaschetta!” continuò la professoressa, per poi continuare con la lezione.


    Happy lasciò cadere la testa sul banco, sospirando.
    Aveva appena finito la sua prima lezione, e si stava chiedendo come avrebbe fatto a sopportare un intero anno così.
    “Almeno non sono chiuso in stanza, aye…” mormorò, per poi alzarsi e cominciare a recuperare le sue cose, mentre gli altri studenti di Grifondoro e Corvonero uscivano.
    “Dragonil, aspetta un attimo.” Lo chiamò la professoressa McGranitt, invitandolo a raggiungerla alla cattedra.
    Il gatto sospirò ancora, alzandosi e obbedendo.
    “Volevo chiederti come va.” Continuò la McGranitt, controllando che nessuno li stesse ascoltando. “Hai avuto qualche problema?”
    “Sinceramente no. Sento solo la mancanza del volo. Prima ero solito volare spesso per risparmiare pezzi di strada, cosa che ora non posso fare… ma sono contento di potermi muovere quest’anno, aye!”
    La professoressa annuì, contenta di sentirlo. “Bene. È la prima volta che effettuo una simile trasformazione per così tanto tempo. E non essendo tu un Animagus, temevo potesse andare storto qualcosa.”
    “Fortunatamente non è andata così, aye! Solo, ho qualche difficoltà con la bacchetta… non mi sono ancora abituato ad avere le mani così grandi… fatico a muoverla bene.”
    “Ti consiglio di chiedere a qualcuno dei tuoi amici di aiutarti. Mi sembrano tutti capaci e particolarmente dotati con la magia.”
    “Eh eh… sono i più forti dopotutto, aye!” esclamò Happy, sorridendo.
    “Bene, puoi andare. Fammi sapere se c’è qualche problema con la trasfigurazione.”
    Il gatto umanizzato annuì, per poi uscire dalla classe di corsa.
    Pochi metri più in là, Luna, seduta su una panchina nel corridoio, aprì la mano, come per prendere qualcosa che cadeva dal cielo.
    “Curioso…” fece, sorridendo.


    Il gruppo di Fairy Tail si riunì a pranzo con Natsu, dove Ron si lamentò della sua bacchetta, che aveva tentato di aggiustare con dello scotch magico, ottenendo tuttavia dei pessimi risultati, dato che questa emetteva una raffica di esplosioni come quelle dei petardi.
    “E non posso nemmeno chiederne un’altra… La mamma mi ucciderebbe…” mormorò disperato.
    “Non è possibile aggiustarla con un incantesimo?” chiese Lucy a Harry, che scosse la testa.
    “Ci ho provato, ma non ha funzionato.” Rispose. “A quanto pare, la mia magia da sola non è sufficiente, e neppure usando la bacchetta sono riuscito a ottenere qualche risultato. A quanto pare, le bacchette non sono oggetti riparabili.”
    “Potremmo farti un prestito, fratellino…” cominciò Fred.
    “A condizione che poi tu ci restituisca il tutto con gli interessi ovviamente.” Concluse George.
    “No grazie. Piuttosto preferisco aspettare di guadagnare abbastanza quest’estate e comprarmene una nuova. Comunque, cos’abbiamo dopo?”
    Erza prese l’orario.
    “Difesa contro le Arti Oscure.” Rispose, per poi voltarsi verso Harry, che sospirò.
    “Di questo passo, Silente dovrà cercare un altro professore per stasera…” commentò lui.

    Dopo mangiato il gruppo uscì in cortile, dove rimasero a parlare, mentre Hermione si sedette a riflettere.
    “Che cosa succede?” le chiese Lucy, avvicinandosi.
    “Stavo pensando alla mia magia. Finora l’ho usata solo per analizzare l’avversario di fronte a me… ma mi chiedo se posso estenderne il campo.”
    “Non eri già in grado di farlo? Credevo potessi rilevare la magia a distanza.”
    “Solo se è nel raggio di pochi metri, e comunque non in maniera precisa. Quando ho rilevato l’Iced Shell di Gray, ho solo percepito una grande quantità di magia, ma non ho capito subito di cosa si trattasse…”
    Dicendo ciò, guardò che non ci fosse nessun altro e passò la mano di fronte a sé, facendo apparire la copia olografica di se stessa. “E purtroppo, uno dei limiti di questa magia è che analizza solo ciò che l’obiettivo sa di poter fare. Per questo non sono riuscita a rilevare prima la magia di Fred e George e non posso capire quale sia quella di Ron. E anche perché non posso analizzare me stessa oltre quello che già so.”
    “Beh, per come la vedo io, la tua è una magia utilissima già così com’è. Insomma, puoi sapere tutto del tuo avversario. Ci sono maghi che sarebbero disposti a tutto per sapere come fai.”
    “Harry ha detto che le nostre magie sono uniche. Non è possibile insegnarle a qualcun altro.” Fece la castana, dissolvendo l’incantesimo.
    “Beh, credo che dovrò lavorarci sopra, ma prima aiuterò Happy a usare bene la bacchetta. Mi ha detto che ha qualche difficoltà a tenerla in mano e a eseguire gli incantesimi.”
    “E quello purtroppo non si può capire dai libri.” Concordò Lucy.
    Poco lontano da loro, Harry e Erza stavano discutendo della punizione per Ron, Lucy e Gray quando si accorsero che qualcuno li stava osservando.
    “Chi va là?” esclamò il moro, girandosi.
    Da dietro un albero spuntò fuori un ragazzino mingherlino dai capelli color topo, che lo fissò pietrificato, tenendo stretta tra le mani quella che sembrava una comune macchina fotografica da Babbani.
    “Tu sei… Colin Canon, vero? Primo anno.” Fece Erza, riconoscendolo. “Ti sei unito ai Grifondoro ieri sera.”
    “S-Sì, sono io.” Rispose lui, azzardandosi a fare un passo avanti, mentre anche gli altri maghi di Fairy Tail lo osservavano. “Senti Harry… Pensi che sarebbe possibile… posso scattarti una foto?” chiese speranzoso, alzando la macchina fotografica.
    “Una foto?” ripeté Majutsu, guardandolo curioso. “E perché vorresti farmi una foto?”
    “Io so tutto di te. Tutti ne parlano. Che sei sopravvissuto quando Tu-Sai-Chi cercò di ucciderti e che lui è scomparso e tutto il resto e che tu hai ancora sulla fronte una cicatrice a forma di saetta.” E qui il suo sguardò si spostò sulla fronte di Harry. “E un ragazzo del mio dormitorio ha detto che se svilupperò la pellicola nella pozione giusta, le foto si muoveranno!”
    Harry restò in silenzio a guardarlo, per poi sospirare.
    “Mi dispiace, ma non amo farmi fotografare. Men che meno per qualcosa di cui non ho neppure il ricordo. Voldemort mi ha attaccato quando avevo un anno, e tutto ciò che mi è rimasto di quel giorno è solo la cicatrice. Io non mi prendo alcun merito per quanto è successo, sono solo stato fortunato. Poteva esserci chiunque al mio posto.”
    “Però… ecco… io non sapevo di essere un mago fino a pochi mesi fa…” continuò Colin. “Mio padre, che fa il lattaio, non riusciva a crederci. Per questo sto facendo così tante foto. E sarebbe davvero stupendo averne una tua. Potrebbe scattarla uno dei tuoi amici, così io posso mettermi accanto a te, no? E poi me la potresti firmare?”
    “Era da tanto che qualcuno non ti chiedeva una foto autografata, eh, Harry?” fece Natsu, ghignando divertito dalla situazione.
    “E ho sempre risposto a tutti che detesto essere fotografato. Tanto più firmare autografi.”
    “Foto autografate?” urlò una voce, facendo girare tutti verso Malfoy, che era in piedi poco lontano da loro con un sorriso irritante ben stampato in faccia. “Distribuisci foto autografate, Potter?”
    “Ovvio che no.” Rispose lui calmo. “Stavo appunto spiegando a Colin il perché sono costretto a rifiutare la sua richiesta.”
    “Tutti in fila! Harry Potter distribuisce foto con autografo!” iniziò a gridare Draco, in modo che anche gli altri studenti si avvicinassero curiosi.
    “Ridicolo.” Fece Erza. “Cos’è, una nuova tecnica per mostrare la tua gelosia? Approfittare della richiesta innocente di un primo anno per tentare di deridere Harry?”
    “Gelosia?” ripeté il biondo, incredulo. “Spero che tu stia scherzando! Chi la vuole una cicatrice in fronte? Non penso che farsi spaccare la testa in due renda così speciali.”
    Alcuni Serpeverde scoppiarono a ridere.
    “Ma va a farti un bagno, Malfoy!” disse Ron, non riuscendo a trattenersi. “La verità è solo che invidi Harry perché lui è famoso!”
    “Dovresti fare attenzione, Weasley. Non vorrai cacciarti in un altro guaio, vero? Altrimenti la tua mammina dovrà venire a prenderti e portarti via da scuola.” E con voce acuta e penetrante proseguì. “Se provi a fare un altro passo falso…
    A ciò, molti studenti scoppiarono a ridere, mentre il Weasley divenne rosso in volto, tirando fuori la bacchetta.
    “Non farlo Ron.” Lo interruppe Lucy. “Non ne vale la pena.”
    “Però la foto autografata di Potter vale più della sua casa!” continuò Malfoy, al ché anche Fred e George si animarono.
    “Cos’hai detto, biondino?” dissero i due gemelli insieme, mentre anche Natsu sembrava essere al limite della pazienza, dato che si stava già tirando su le maniche, pronto a fare a pugni.
    “Che cosa succede qui?” fece una voce, anticipando Gilderoy Allock, che si avvicinò con il suo abito color turchese svolazzante. “Chi è che sta distribuendo autografi?”
    Titania deglutì, mentre guardava Majutsu chiudere le mani a pugno e respirare profondamente.
    “Non c’è neanche bisogno di chiederlo!” continuò il professore, mettendogli un braccio intorno al collo. “Così ci incontriamo di nuovo, Harry!”
    “Per mia immensa sfortuna, sì.” Rispose lui con tono gelido, mentre Erza, Natsu e Gray facevano un passo indietro, mossi dal loro istinto di sopravvivenza.
    “P-Professore… meglio se lo lascia andare… Ci creda, è meglio per lei…” balbettò bianca Heartphilia, venendo totalmente ignorata da Allock, che si rivolse al ragazzino.
    “Coraggio, signor Canon! Una foto a tutti e due, non potrei immaginare una cosa più giusta di questa e te la firmeremo entrambi!”
    “Io non firmerò proprio nulla.” Replicò freddo il moro, mentre tutto confuso, Colin afferrava la macchina fotografica e scattava la foto proprio nel momento in cui suonava la campanella delle lezioni pomeridiane.
    “Forza, tutti dentro.” Disse Gilderoy rivolto agli altri studenti, per poi incamminarsi verso il castello con Harry ancora sotto il braccio, lasciando indietro i maghi di Fairy Tail, tutti bianchi in volto.
    “Okay… Credo che non ci sarà una prossima lezione di Difesa contro le Arti Oscure…” mormorò Fred. “Harry lo farà a pezzi molto prima!”
    “Ma quanto è idiota quel tipo? Non si è nemmeno accorto dell’aura omicida che circondava Harry…” aggiunse Natsu
    “Meglio se li raggiungiamo prima che avvenga l’irreparabile.” Convenne Hermione, ricevendo assensi dai suoi compagni di anno, per poi avviarsi verso la lezione.
    Nel frattempo Potter cercava di liberarsi dalla morsa del professore, cosa che riuscì a fare solo quando egli lo lasciò andare, continuando tuttavia a guidarlo.
    “A buon intenditore poche parole.” Fece sorridendo. “Io ti ho coperto con il giovane Canon… Con una foto scattata anche a me, i tuoi compagni non penseranno che tu ti creda chissà chi…”
    “Non lo avrebbero nemmeno mai immaginato se lei non si fosse messo in mezzo e costretto a fare quella foto.” Replicò lui. “Io odio essere fotografato!”
    “Su, su, non c’è bisogno di fingere. Ti capisco. Capisco che tu voglia uscire dall’ombra che io ho involontariamente gettato su di te. Ma Harry caro, devi capire che possiamo stare entrambi sotto i riflettori. E cominciare a farsi fare foto a questo punto della tua carriera non è molto sensato… Certo, verrà il momento in cui, come me, dovrai tenere una pila di foto a portata di mano ovunque tu vada, ma non mi pare che tu sia già arrivato a quel punto.”
    “Il punto a cui sono arrivato è probabilmente il limite della mia pazienza… e mi creda, la pazienza non è uno dei motivi per cui sono famoso.”
    Allock lo ignorò ancora, mentre raggiungevano l’aula di Difesa contro le Arti Oscure, dove il professore finalmente lo lasciò andare del tutto, entrando nel suo ufficio e permettendo così a Harry di sistemarsi i vestiti, per poi andarsi a sedere a uno dei banchi in fondo all’aula, nel vano tentativo di poter ignorare l’insegnante.
    Pochi minuti dopo lo raggiunsero i suoi amici, che occuparono i posti vicino a lui.
    “Tutto bene?” chiese Hermione, guardandolo preoccupata.
    “È ancora vivo… ma non posso garantire che esca da questa lezione intero…” rispose lui, sospirando profondamente, mentre pian piano anche gli altri entravano nell’aula chiacchierando.
    “Come può essere così ottuso da non capire che non vuoi la fama?” si chiese Erza, mentre Allock usciva dal suo studio, andandosi a mettere in piedi dietro la cattedra.
    “Speriamo che Ginny non incontri Canon, o rischi che fondino un Fan club di Harry Potter…” fece Ron.
    “Per carità, non dirlo a voce alta!” esclamò Harry. “Mi manca solo quello e dico al Master che rinuncio alla missione…”
    “In effetti, non ti ho mai visto così in difficoltà.” Rifletté Natsu.
    “Questo perché di solito nessuno osa chiedere a Harry una foto. O è in grado di insistere.”
    “Scusate…” s’intromise Neville, avvicinandosi timoroso. “Ma avevo capito che da voi Harry non fosse famoso… Ma allora perché qualcuno avrebbe dovuto chiedergli una foto?”
    Majutsu sospirò.
    “Non sono famoso come ‘Il bambino che è sopravvissuto’, ma questo non significa che non mi conoscono. Dopotutto, non capita spesso che un bambino si smaterializzi per sbaglio in un altro continente, no?”
    “Capisco… Quindi hai già vissuto tutto ciò…”
    “Sì, direi proprio di sì… ma la volta precedente ho potuto… trattare con i giornalisti…”
    A quella frase, Gray e Natsu deglutirono, ricordandosi del volo che quei poveri malaugurati avevano fatto: Harry li aveva fatti letteralmente volare fin fuori Magnolia.
    Erza si limitò ad annuire, mentre Lucy ripensava all’articolo scritto da quei giornalisti, che raccomandavano caldamente a tutti i loro colleghi di non avvicinarsi al mago di Fairy Tail se non quando era veramente di ottimo umore.
    In quel momento Allock si schiarì la voce, per poi cominciare a muoversi tra i banchi, fermandosi davanti a quello di Neville e prendendo in mano la sua copia di Trekking con i troll, sollevandola per mostrare a tutti la sua foto.
    “Io.” Disse indicandola e ammiccando al se stesso sulla copertina. “Gilderoy Allock, Ordine di Merlino, Terza Classe, Membro onorario della Lega per la Difesa contro le Arti Oscure e cinque volte vincitore del premio per il Sorriso più Seducente promosso dal Settimanale delle Streghe… ma lasciamo stare. Non mi sono liberato della strega Bandon facendole un sorriso!”
    “Questo poco ma sicuro… Sarebbe come dire che il Master ha sconfitto Jose dandogli la mano…” mormorò Titania.
    “Vedo che quasi tutti avete la serie completa dei miei libri…” continuò il professore, notando la mancanza di essi sui banchi dei membri di Fairy Tail, ma decidendo di ignorare la cosa. “Molto bene! Oggi pensavo di iniziare con un piccolo quiz. Niente di cui preoccuparsi… solo per verificare con quanta attenzione li avete letti, quanto avete assorbito…”
    Detto ciò cominciò a distribuire a tutti i testi della prova, per poi tornare alla cattedra. “Avete trenta minuti. Pronti… via!”
    Majutsu spostò lo sguardo verso i fogli giusto per togliersi la curiosità sull’argomento.

    1. Qual è il colore preferito di Gilderoy Allock?
    2. Qual è l’ambizione segreta di Gilderoy Allock?
    3. Secondo voi qual è il risultato più importante conseguito finora da Gilderoy Allock?


    E continuava così per altre tre pagine, fino all’ultima domanda:

    54. Quando cade il compleanno di Gilderoy Allock, e qual è il regalo ideale per lui?

    Harry sgranò gli occhi incredulo per le domande appena lette, faticando a crederci.
    E come lui, anche gli altri sembravano avere reazioni simili, Hermione in primis, che non riusciva a capacitarsi che in una lezione si chiedessero simili cose.
    Potter sospirò, girando i fogli e restando seduto in attesa che la mezzora finisse.
    Quando finalmente Allock raccolse i fogli per esaminarli, il moro chiuse gli occhi, immaginandosi cosa sarebbe successo tra poco.
    “Oh, oh… quasi nessuno ricordava che il mio colore preferito è il lilla. Lo dico in Un anno con lo yeti. E poi alcuni di voi dovranno leggere con più attenzione A passeggio con i lupi mannari… nel capitolo dodici dico chiaramente che il mio regalo di compleanno ideale sarebbe l’armonia tra il popolo dei maghi e dei non maghi… anche se non rifiuterei un bella bottiglia di Whisky Incendiario Ogden Stravecchio!”
    Il professore continuò a leggere i fogli, finché non si fermò a un gruppo lasciato completamente in bianco.
    “Signor Potter, come mai non ha risposto?” chiese deluso. “Non si ricordava i miei libri?”
    “Non li ho letti.” rispose Harry. “E non ho alcuna intenzione di farlo.”
    “Come prego?”
    “Mi ha sentito. Li avrei potuti leggere come libri di narrativa, ma non come libri scolastici.” Continuò.
    “Lo stesso vale per me.” Si aggiunse Erza, guardando anche lei fredda l’insegnate. “Sono abituata a cose più materiali e veritiere.”
    “Questo test è un insulto alle nostre capacità.” Osservò Hermione, facendo spalancare la bocca alla maggior parte dei presenti, che non si sarebbero mai aspettati una frase del genere da lei.
    Allock sembrò in difficoltà a quelle affermazioni, tuttavia si riscosse subito.
    “Molto bene allora! Se desiderate la pratica, allora pratica avrete!” esclamò, indicando una grossa gabbia coperta da un telo all’angolo della stanza, finora notata da nessuno.
    “Uh?” fece Natsu, guardandolo andare a prendere la gabbia per poi portarla sulla cattedra.
    “Ora… un avvertimento! Il mio compito è quello di armarvi contro le più orrende creature note alla stirpe dei maghi! In questa stanza potrete trovarvi a dover affrontare le vostre peggiori paure. Sappiate soltanto che niente di male potrà accadervi fintanto che io sono qui. Vi chiedo solo di rimanere calmi.”
    Dicendo ciò portò una mano sopra il telo, ottenendo straordinariamente l’attenzione di tutta la classe, compresi Harry e Erza.
    “Devo chiedervi di non gridare.” Disse Allock abbassando la voce, non riuscendo a trattenere un sorriso per essere riuscito a incuriosire tutti i presenti. “Potrebbe aizzarli.”
    E tolse il telo.
    Dentro la gabbia c’erano delle creature blu elettrico, alti circa venti centimetri, con visetti appuntiti e voci così penetranti che era come sentire il cicaleccio di uno stormo di pappagallini.
    “Ebbene sì!” esclamò. “Folletti della Cornovaglia!”
    Gli studenti restarono in silenzio, finché Natsu non scoppiò a ridere.
    “Pericolosi? Quelli?” gridò, battendo una mano sul tavolo, mentre anche Harry, Erza e Gray sorridevano, condividendo in pieno il pensiero dell’amico. “Credo sia più pericoloso un bambino a cui hanno tolto una caramella!”
    “Se fossi in te non ne sarei tanto sicuro.” Replicò Allock, scuotendo un dito ammonitore in direzione del Dragon Slayer. “Possono essere tipi discretamente diabolici!”
    “Non più di uno yeti pervertito, mi creda.” Rispose il rosa, mentre Lucy sbiancava.
    “Ero quasi riuscita a dimenticarlo…” mormorò sconsolata, lasciando cadere la testa sul banco.
    “Bene, signor Dragonil. Allora vediamo che cosa siete in grado di fare.” Disse Allock, aprendo la gabbia.
    Scoppiò subito il pandemonio. I folletti schizzarono in tutte le direzioni come missili.
    Due di loro afferrarono Neville per le orecchie e lo sollevarono in aria, appendendolo al grosso lampadario, dove il ragazzo perse praticamente subito i sensi per la paura.
    Molti folletti si fiondarono contro le finestre, innaffiando di vetri rotti i maghi di Fairy Tail, che riuscirono a saltare indietro per evitarli, trascinando a forza Ron e Hermione.
    Il rimanente gruppo di creature s’impegnò a distruggere la classe meglio di un rinoceronte infuriato: afferrarono i calamai e spruzzarono inchiostro dappertutto, ridussero a brandelli libri e fogli, strapparono i quadri dalle pareti, rovesciarono il cestino della carta, afferrarono borse e libri e li scaraventarono fuori dalle finestre rotte. Nel giro di pochi minuti quasi tutti erano scappati dall’aula, lasciando solo il gruppo di Fairy Tail e il professore, oltre a Neville, ancora appeso al lampadario.
    “Su, muovetevi, radunateli, radunateli!” esclamò, guardando Natsu che cercava di colpirne uno con i pugni. “In fondo sono soltanto folletti…”
    “E allora ci faccia vedere lei!” replicò Lucy, cercando di evitare che uno di loro le prendesse i capelli.
    Il professore annuì.
    “Non potrei mai rifiutare una richiesta da parte di una fanciulla.” Disse, brandendo la bacchetta magica. “Peskipiksi Pesternomi!
    Non accade assolutamente nulla, tanto che uno dei folletti ghermì la bacchetta di Allock e la scaraventò fuori dalla finestra.
    A quel punto Allock strabuzzò gli occhi, per poi fiondarsi verso l’uscita.
    “Lascio a voi il compito di prenderli e rimetterli nella gabbia!” urlò, scomparendo oltre la porta.
    “Ma tu guarda che tipo…” commentò Gray, per poi vedere la porta dell’aula chiudersi da sola.
    “E quello sarebbe un professore?” chiese Harry, alzando la mano e creando un’onda d’urto che colpì una decina di folletti, facendoli cadere a terra privi di sensi.
    “Non mi sono mai sentito tanto preso in giro come oggi!” continuò, colpendone un’altra decina con la stessa magia.
    Senza guardare nessuno dei compagni, continuò a pestare i restanti folletti, per poi radunarli tutti assieme e facendoli lievitare dentro la gabbia, che chiuse con la magia.
    “H-Harry? Cerca di calmarti…” tentò il mago del ghiaccio.
    “Calmarmi?!” gli urlò contro lui. “Non ho affrontato demoni e mostri per poi venire messo in ridicolo da uno che si crede chissà chi! Veramente, non so chi o cosa mi abbia impedito di farlo a pezzi!”
    “Harry, calmati.” Disse Erza, per poi evocare una spada, che lanciò verso il lampadario, tagliandone la base e prendendo al volo Neville, che non aveva ancora ripreso sensi. “Capisco come ti senti, ma sfogarti così non ti servirà a nulla.”
    “Ma io mi chiedo come hanno fatto a prendere un tipo simile come insegnante.” Rifletté Hermione.
    “Forse è semplicemente stato l’unico ad accettare, vista la fine che ha fatto Raptor…” rispose Ron.

    ~~~~~~~~~~~~~~~

    Un uomo dai lunghi e ribelli capelli neri, con il volto pallido, come se non vedesse la luce del Sole da anni, e scavato dal mal nutrimento, alzò lo sguardo, posandolo su un’altra figura che si trovava al di là di alcune sbarre.
    Si trattava di un uomo basso, corpulento, con capelli grigi tutti arruffati. Indossava un abito gessato, una cravatta scarlatta, un soprabito nero e stivali color viola. E in quel momento la sua faccia era terribilmente seria.
    “Che onore…” esordì con voce debole il prigioniero, ma con un accenno di ironia. “Il Ministro della Magia viene a farmi visita… Devo dedurre che sia successo qualcosa?”
    Come risposta l’uomo al di là della sbarre tirò fuori dal soprabito un giornale e lo lanciò dentro la cella.
    Il prigioniero spostò lo sguardo, soffermandosi sul titolo.
    ‘Distrutta la barriera del binario per Hogwarts! Attentato a Harry Potter?’
    “Chi c’è dei tuoi amici dietro a tutto questo, Black?” chiese il Ministro, mentre l’uomo prendeva il quotidiano in mano.
    “I miei amici sono morti undici anni fa… ed è stata tutta colpa mia.” Rispose lui, per poi alzare lo sguardo. “Come sta Harry?”
    “Per tua sfortuna, ne è uscito incolume. Chiunque l’abbia attaccato, l’ha mancato per pochi istanti. La barriera è stata distrutta, scaraventatolo dall’altra parte. Ora rispondi alla domanda: chi dei tuoi amici può aver fatto qualcosa del genere?”
    Black ghignò. “Non ne ho idea. Dopotutto, sta chiedendo alla persona sbagliata, Ministro. Qualche cella in là c’è una certa pazza… provi a chiedere a lei, forse saprà aiutarla…”
    Caramell sbatté le mani sulle sbarre.
    “Non prendermi in giro Black! Non so come tu faccia a essere così mentalmente integro nonostante tutti gli anni passati qui dentro, ma sappi che non ti permetterò di fare del male al nostro eroe!”
    “Allora le auguro buona fortuna. L’ultima volta che è venuto qui, mi sembrava l’aveste perso, il vostro eroe. Come l’avete ritrovato?”
    Il capo della comunità magica si allontanò di qualche centimetro dalla cella.
    “Non sono a conoscenza dei dettagli. Silente l’ha trovato in un altro continente, dove è stato adottato da una famiglia di maghi. Per riportarlo qua, Albus ha dovuto iscrivere a Hogwarts alcuni suoi coetanei, ma non ci ha detto altro.”
    Black strinse gli occhi, guardandolo interessato.
    “Davvero? Curioso… Mi chiedo quanto siano capaci come maghi, per aver impressionato Silente.” Disse, per poi fare una piccola risatina, mentre il Ministro si allontanava, arresosi alla questione.
    Black continuò a ridere finché non sentì la porta richiudersi.
    “Ho solo pochi minuti prima che tornino…” mormorò, riprendendo il giornale e saltando l’articolo su Harry, passando a quello sotto, dove c’era la foto della macchina volante. “Questi amici devono essere dei tipi divertenti. Nemmeno io e James avremmo osato tanto.”

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    Sirius Black
    Cornelius Caramell
     
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    Ciao Darky :D come promesso eccomi qui!
    Questo capitolo è stato una risata dall'inizio alla fine! La strillettera e il povero Natsu mi hanno piegata a metà x°°D Poveretto xD
    E seriamente, ma tu vuoi far arrivare Allock alla fine dell'anno vero? No perché ho l'impressione che se andiamo avanti così non arriva neanche a Natale xD Comunque, complimenti a Harry per l'autocontrollo, punteggio pieno ù.ù *alza cartello con scritto 10* Nonostante gli effetti si siano sentiti fino alla gilda xD
    Mi piace il rapporto che si sta instaurando tra Happy e la McGranitt, mi fanno una tenerezza quando sono insieme <3
    Luna è strana come sempre e a noi ci piace ù.ù poi comunque mi spiegherai cos'è che sarebbe curioso ù.ù E in qualche modo te lo farò sputare ò_ò
    Mh, volevo fare un commento ma mi trattengo perché alle menti più deboli potrebbe risultare offensivo, quindi vado avanti e eventualmente te lo riferirò in altra sede ù.ù
    Il compito di Allock è una vera presa per i fondelli <.< Stima profonda per Hermione! ù.ù
    Mi chiedo cosa avesse in mente Silente quando gli ha chiesto di diventare insegnante di Difesa contro le Arti Oscure. Era così disperato? Non c'era proprio nessuno nessuno? <.< Che brutta cosa <.<
    Interessante la scena finale, mi fa pensare che Sirius potrebbe entrare in azione prima della prossima estate, oppure ce l'hai mostrato ora per poi tenerlo in stand by? Mh, non mi sembri il tipo ù.ù
    Concludo facendoti i soliti complimenti :3 Bravissimo e continua così!
     
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    Ed eccomi qui con il nuovo capitolo!
    E vi avviso subito che questo sarà un capitolo col botto! XD
    Da questo capitolo, comincerà a venire introdotta una serie di eventi, che avranno non poca influenza sui futuri avvenimenti! E la cosa potrebbe non essere troppo positiva per i nostri maghi...
    Ma baldo alle ciance!
    Facendo il bravo ragazzo, ringrazio Liberty89 per avermi betato il capitolo e rispondo subito alle recensioni!

    @ Liberty89: Lib! Eccoti qui!
    Vedo che le sventure di Natsu hanno fatto divertire proprio tutti XD. Ma non potevo ignorarlo... era troppa la tentazione di torturarlo in quel modo XD.
    Per Allock... non so, sto ricevendo alcune spinte per farlo cadere giù da una torre... *cerca di ignorare Majutsu che tiene una spada puntata sul suo collo*, ma temo che ce lo dovremmo sorbire per tutto l'anno... dopo il quale Harry sarà in grado di resistere a qualsiasi provocazione XD (o alla minima distruggerà mezzo mondo... non saprei XD).
    Beh, in un certo senso, sono entrambi dei gatti, tra simili si intendono XD. Luna invece... vedrai, ho progetti ben precisi per lei. Ma non li rivelerò nemmeno sotto tortura XD *evita una falce volante*
    E vedo che sono riuscito a farti rivalutare la vecchia Hermione XD.
    Silente invece credo sia quello con il maggior autocontrollo di tutti... credo che se ci fosse stato Galdaf al suo posto, Allock stava precipitando nel Monte Fato assieme a Gollum XD.
    Per Sirius invece... *sorriso malvagio/divertito* Oh, vedrai... molto presto vedrai... e sarà qualcosa di (spero XD) fantastico!

    Bene, e detto ciò... buona lettura a tutti!

    Capitolo 30: Sogni, voci e sostituzioni - Torna all'indice dei capitoli
    Harry era in piedi, pieno di ferite e con il pugno alzato di fronte a sé, mentre attorno a lui c’era solo nebbia a non finire.
    Ansimando, spostò lo sguardo dalla propria mano e cercò di scrutare in avanti di qualche metro, fermandosi su una figura insanguinata che si stava rialzando a fatica da terra.
    “Dov’è finita la tua forza di prima?” chiese la figura, che tuttavia restò completamente offuscata per il moro. “Con così poco non riuscirai a uccidermi.”
    Majutsu restò in silenzio, guardandosi la mano sporca di sangue. Un sangue che non gli apparteneva.
    “Se nel non uccidermi sei stato mosso da pietà… sappi che hai commesso un grande errore.” Continuò la figura, pulendosi la bocca dal liquido vermiglio.
    “Perché?” chiese Harry, tremando. “Che cos’ho fatto?”
    “Stai solo compiendo il tuo destino.” Rispose una nuova voce, che costrinse il mago a girarsi.
    Nel far ciò, il paesaggio attorno a lui cambiò drasticamente, mutando in un fiume circondato dalle montagne.
    Harry si sentì subito sprofondare nelle acque gelide, attratto dalla gravità e dalla corrente verso il fondo, mentre una scia di sangue segnava la sua caduta.
    Spalancò gli occhi quando vide qualcuno che camminava sull’acqua, e che si fermò proprio sopra di lui.
    “Non sei sufficientemente forte per affrontarmi. E tu vorresti proteggere i tuoi amici?” domandò la stessa voce di prima, mentre Potter cercava di identificare il volto sconosciuto, cosa che non riuscì a fare a causa dell’acqua che gli distorceva la vista.
    “Patetico.” Fece la figura, girandosi e allontanandosi, mentre Harry continuava ad affondare.
    “Io… Io non mi arrenderò!” esclamò Majutsu, ignorando l’acqua che gli entrava nei polmoni, chiudendo le mani a pugno. “Non mi arrenderò mai per raggiungere il mio obiettivo!”
    “E quale sarebbe questo tuo obiettivo?” domandò una terza voce, mentre l’acqua scompariva, lasciando il moro in ginocchio di fronte a un’altra figura indistinta, seduta su quella che sembrava una poltrona. “Un rimbambito della pace come te… Nonostante la tua forza…”
    “Cercare la pace non è un crimine!” urlò Harry con rabbia, alzandosi. “Ed io non mi fermerò finché non riuscirò a ottenerla!”
    “E come vorresti fare?” domandò un’altra figura ancora, che uscì dal muro come se niente fosse, con una maschera a coprirgli il viso. “In fondo, non sei anche tu accecato dalla vendetta? Non hai detto tu che vuoi far soffrire l’assassino dei tuoi genitori con le tue mani?”
    “E con ciò?!” replicò lui. “Voldemort è malvagio! Deve pagare per tutte le persone che ha ucciso!”
    Harry non poteva vedere il volto delle due figure, ma era sicuro che in quel momento stavano sogghignando.
    “Bene. Allora, Harry… sveglia.”
    Il moro sbatté gli occhi.
    “Come?”
    “Sveglia Harry.”

    “Harry, svegliati!” esclamò una voce, scuotendo Majutsu nel letto.
    Il moro spalancò gli occhi di colpo, alzandosi in piedi l’attimo dopo e prendendo per il collo la persona che lo stava chiamando, facendola sbattere contro il muro.
    “Harry, per carità, torna in te!” urlò spaventato il proprietario della voce, mentre finalmente Potter metteva a fuoco Oliver Baston, che stava cercando di liberarsi dalla sua stretta.
    Il giovane mago sbatté gli occhi, per poi aprire la mano e lasciar cadere a terra il capitano della sua squadra di Quidditch, che cominciò a tossire e a fare grandi respiri.
    “I-Io… scusa Oliver, stavo avendo un incubo e-”
    “C-Cavoli… non credevo fossi così forte…” ansimò lui, mostrando comunque un sorriso. “Questo mi fa ben sperare! E tranquillo, è colpa mia. Terrò a mente di non svegliarti più in questo modo…”
    Harry sospirò, mettendosi seduto sul letto, mentre i suoi compagni di dormitorio sembravano non essersi accorti di nulla.
    “Come mai qui all’alba?” chiese a Baston, guardando fuori dalla finestra e accorgendosi dell’ora.
    “Allenamento di Quidditch!” rispose lui, fiero.
    “Adesso?” domandò con un certo cipiglio il moro. “Non dico che non sia una buona cosa allenarsi, però-”
    Ma prima che potesse completare la frase, un urlo squarciò l’aria, seguito da un tonfo.
    “Non sono l’unico a prenderla male quando si viene svegliati così…” concluse Harry, mentre Natsu e Gray si alzavano di colpo.
    “Chi è che ha svegliato Erza?!” chiesero all’unisono, bianchi in volto come lenzuoli, mentre Baston li guardava ricadere indietro addormentati con incredulità mista a perplessità.
    “Postumi di uno shock… Erza li ha ridotti a uno stato pietoso l’ultima volta che l’hanno svegliata durante un viaggio…” rispose Harry, guardando il maggiore correre fuori dalla stanza, dopodiché si alzò per vestirsi rapidamente.
    “Angelina!” urlò preoccupato Oliver scendendo le scale, mentre Happy e i gemelli Weasley lo raggiungevano.
    “Cos’è successo?” chiese sbadigliando Fred.
    “Baston ci ha convocati per un allenamento improvviso… però non aveva calcolato la reazione mia e di Erza a essere svegliati di punto in bianco.”
    “Ho paura di chiedere cosa sia successo…”
    “Niente di grave… spero. Erza dovrebbe avere sufficiente autocontrollo per non usare le spade…” rispose Harry.
    “C-Credo che tornerò a letto, aye…” fece Happy, deglutendo.
    “Noi invece andiamo a prepararci… Baston non sarà di ottimo umore…”
    Majutsu annuì, per poi cominciare a scendere le scale, raggiungendo l’uscita dei dormitori, dove trovò Erza già in divisa.
    “Brutto risveglio, eh?” le fece, sorridendo.
    “Lascia perdere. Angelina è stata fortunata che mi sono resa conto che era lei prima che la tagliassi in due… e tranquillo, non ho evocato nessuna spada… l’ho solo sbattuta sul muro.”
    “Temo che Baston e Angelina oggi non ci guarderanno troppo in faccia… gli abbiamo riservato lo stesso trattamento.” Commentò il moro ridacchiando, attraversando il passaggio nel muro assieme alla compagna.
    Attraversarono il castello, fino al portone, per poi proseguire nel giardino, fermandosi solo una volta giunti negli spogliatoi.
    Pochi minuti dopo i restanti membri della squadra gli raggiunsero, e rimasero lì in gruppo ad aspettare Baston, che giunse poco dopo assieme ad Angelina, che guardò per un secondo Erza, spostando immediatamente lo sguardo tremando.
    Oliver sembrava essersi ripreso dallo spavento, oltre a essere l’unico veramente sveglio: Fred e George erano entrambi sul punto di addormentarsi nuovamente, come Katie, che si trovava seduta al loro fianco. Angelina si era seduta dalla parte opposta rispetto a Erza, mentre lei e Harry cercavano di ignorare la stanchezza.
    “Bene!” esclamò Baston, attirando l’attenzione dei presenti. “Prima di entrare in campo volevo fare due chiacchere con voi, perché ho passato l’estate a mettere a punto un nuovo programma di allenamento che secondo me cambierà radicalmente le cose…”
    Mentre parlava, mostrò una grande pianta del campo da gioco, su cui erano state tracciate linee, frecce e croci con inchiostri di colore diverso. Tirò fuori la bacchetta magica con cui diede un colpetto al grafico e le frecce cominciarono a contorcersi come millepiedi.
    Ci vollero circa venti minuti per spiegare il grafico, ma con grande disappunto dei presenti, il capitano ne tirò fuori un altro, per poi proseguire con un terzo, facendo piombare i suoi giocatori in uno stato di semi-sonno con le sue spiegazioni infinite.
    “Allora!” concluse Baston, ridestando i ragazzi. “Tutto chiaro? Ci sono domande?”
    “Sì, io ne ho una, Oliver.” rispose George, sbadigliando. “Perché tutto questo non ce l’hai detto ieri, quando eravamo svegli?”
    Il capitano non apprezzò l’osservazione.
    “Statemi bene a sentire tutti! L’anno scorso avremmo dovuto vincere il Campionato di Quidditch. Siamo senz’altro la squadra migliore, ma purtroppo, a causa di circostanze non del tutto indipendenti dalla nostra volontà… abbiamo fallito.” e qui Harry, Erza e i gemelli distolsero lo sguardo, fingendo di non capire l’allusione. “Quindi quest’anno ci alleneremo molto più di quanto non abbiamo mai fatto. Bene, ora andiamo a mettere in pratica le nostre nuove teorie!” dichiarò, afferrando il suo manico di scopa e uscendo dagli spogliatoi, seguito dal resto della squadra.
    Erano rimasti così tanto dentro a parlare che il sole era ormai alto, sebbene l’erba del campo ristagnasse ancora qualche residuo di nebbia.
    Quando entrarono in campo, notarono gli altri membri di Fairy Tail seduti sugli spalti.
    “Non avete ancora finito?” chiese sorpresa Lucy.
    “Avessimo iniziato…” mormorò Fred sbadigliando, mentre gli altri guardavano con invidia i toast che il gruppo di Grifondoro aveva in mano. “Finora abbiamo fatto solo teoria…”
    Harry confermò con un cenno, per poi alzare lo sguardo più in alto, dove vide Colin con la sua fidata macchina fotografica, intento a scattare una serie di fotografie al suo eroe.
    Majutsu scosse la testa, salendo sulla scopa e librandosi in cielo, seguito dagli altri e rilassandosi con il vento che gli passava sulla faccia, scompigliandogli i capelli.
    Guardandoli, Happy non riuscì a trattenere uno sbuffo.
    “Non è giusto!” esclamò. “Perché non posso volare anch’io? Sono senza dubbio quello con più esperienza, aye!”
    “Purtroppo qui si vola usando le scope. Non le ali.” Rispose Gray a bassa voce. “Senza contare che non hai ancora provato a vedere se puoi usare la tua magia nelle tue attuali condizioni.”
    Il gatto abbassò la testa con aria triste.
    “Su, su, non demoralizzarti!” cercò di farlo riprendere Natsu. “Sono sicuro che non appena avrai la tua prima di lezione di volo, lascerai tutti di stucco!”
    Colin nel frattempo continuò a scattare foto, per poi fermarsi un attimo per mettersi a urlare.
    “Guarda da questa parte, Harry! Da questa parte!”
    Il moro sospirò, girandosi dalla parte opposta. “Non resisterò molto di questo passo…” mormorò, mentre Baston lo raggiungeva.
    “Che succede?” chiese, per poi guardare Colin. “Perché quel primo anno scatta foto? Non mi piace. Potrebbe essere una spia dei Serpeverde che cerca di sapere di più sul nuovo programma di allenamento.”
    “Tranquillo Oliver, è di Grifondoro.” Intervenne Erza. “È qui solo perché non sa stare al suo posto senza importunare Harry.”
    “Inoltre, i Serpeverde non hanno bisogno di una spia.” Disse Fred, tranquillo.
    “Perché dici così?”
    “Perché sono qui di persona.” Concluse il Weasley, indicando l’ingresso del campo, dove era comparso un gruppo di ragazzi in tuta verde con i manici di scopa stretti nelle mani.
    “Non ci posso credere!” esclamò Baston, scendendo subito a terra seguito dal resto della squadra. “Il campo l’ho prenotato io per tutta la giornata! Adesso la vedremo!”
    Atterrò bruscamente, barcollando appena una volta sceso dalla scopa.
    “Flitt!” gridò al capitano dei Serpeverde. “Questo è il nostro turno di allenamento! Ci siamo alzati di buon’ora apposta! E ora fuori dai piedi!”
    Marcus Flitt aveva un’espressione di diabolica furbizia. “C’è spazio a volontà per tutti, Baston.”
    “Ma il campo l’ho prenotato io!” ribatté il Grifondoro.
    “Ah, ma io ho un permesso speciale del professor Piton!” affermò l’altro capitano, mostrando un foglio di pergamena. “Il sottoscritto, professor S. Piton, autorizza la squadra del Serpeverde ad allenarsi oggi sul campo di Quidditch per l’istruzione del nuovo Cercatore.”
    “Avete un nuovo Cercatore?” domandò preoccupato Baston. “E dov’è?”
    “Proprio qui.” Rispose una voce conosciuta, mentre i componenti della squadra si spostavano, lasciando finalmente vedere il settimo giocatore, che altri non era che Draco Malfoy.
    “Chissà perché, ma ci avrei scommesso.” Asserì Harry gelido, guardandolo male assieme a Erza, Fred e George.
    “E lasciate che vi mostri il generoso regalo che il padre di Draco ha fatto alla squadra dei Serpeverde.” Continuò Flitt, mettendo bene in vista la sua scopa, imitato dai suoi compagni.
    Al sole del primo mattino, sette manici di scopa lustri e altrettante targhette d’oro fino, con scritto ‘Nimbus Duemila Uno’, brillarono sotto il naso dei Grifondoro.
    “Ultimissimo modello. È uscito solo il mese scorso. Credo che superi di molto il vecchio modello Duemila. Per non parlare delle Scopalinda. Quelle credo possiate usarle per spazzare il campo.”
    I gemelli Weasley guardarono i loro manici di scopa, due Scopalinda Cinque, chiudendo la mano libera a pugno, mentre Harry ed Erza continuarono a guardare freddamente i loro avversari.
    “Non è una scopa a decretare la bravura di un giocatore.” Replicò Majutsu, mentre i membri di Fairy Tail entravano in campo.
    “Che succede?” chiese Natsu, raggiungendoli.
    “Come mai vi siete fermati? E che ci fa lui qui?” aggiunse Gray, fissando Malfoy, che rispose con un ghigno.
    “Sono il nuovo cercatore dei Serpeverde, Fullbuster.” Lo informò. “E tutti stavano ammirando i manici di scopa che mio padre ha generosamente offerto alla squadra.”
    “E allora?” fece Happy. “Sono solo dei pezzi di legno per volare.”
    “Beh, non è proprio così…” mormorò Ron.
    “La tua è tutta invidia, Dragonil. In fondo, non puoi neppure volare, tu.”
    “Almeno nessuno della squadra di Grifondoro si è dovuto comprare il posto in squadra con dei manici di scopa.” Commentò aspra Hermione. “Loro sono stati scelti per il talento!”
    Il sorriso di Draco vacillò per un momento, per poi tornare più viscido di prima.
    “Nessuno ha chiesto il tuo parere… lurida sangue sporco.” Disse, sottolineando le ultime parole.
    Hermione sgranò gli occhi, mentre immediatamente gli altri Grifondoro si aizzarono contro di lui.
    “Come osi?!” esclamarono insieme Fred e George, cercando di saltargli addosso, venendo intercettati da Flitt, che gli impedì di toccare Malfoy, mentre Erza portò la mano avanti, pronta a evocare la spada, come Harry che aveva alzato il braccio.
    Ma prima che uno di loro potesse fare qualcosa, Ron alzò la sua bacchetta, che aveva banalmente aggiustato con dello scotch magico.
    “Questa la paghi Malfoy!” gridò, per poi lanciare l’incantesimo.
    Tuttavia la magia esplose all’interno della bacchetta, colpendo in pieno il proprietario, che volò all’indietro e finì a terra di schiena.
    “Ron!” urlarono i Grifondoro, correndo subito a verificare la salute del compagno, che si rialzò.
    Per qualche secondo restò immobile, poi si piegò in due, sputando una decina di lumache, che caddero a terra in tutto il loro viscidume.
    “L-Lumache?!?!” gridò schifata Lucy, mentre la squadra in verde scoppiò a ridere, con Flitt e Malfoy in prima fila.
    Ma prima che potessero continuare, una folata di vento li colpì in pieno, con tale forza da farli cadere.
    “Fate attenzione.” Disse Harry, senza girarsi a guardarli. “Se basta così poco per farvi cadere a terra, allora non resterete in volo nemmeno per un minuto.”
    Dopo questa frase fu il turno dei Grifondoro di scoppiare a ridere, compreso Ron, che però dovette fermarsi per vomitare altre lumache.
    “Meglio portarlo da Hagrid.” Suggerì Gray, prendendo un braccio del rosso per sollevarlo, aiutato da Natsu che lo prese dall’altro lato, per poi cominciare ad allontanarsi.
    “Baston, se non ti dispiace lo accompagniamo anche noi.” Disse Erza.
    “Non preoccupatevi. Ormai l’allenamento di oggi credo sia saltato.” Rispose il capitano, non poco scocciato. “Ma mi sentiranno! Oh, se mi sentiranno!” continuò, dirigendosi verso gli spogliatoi.
    “Cerchiamo di calmarlo noi. Voi portate Ron da Hagrid.” Sospirò George, seguendo il capitano assieme al gemello, mentre gli altri maghi di Fairy Tail seguivano i compagni in direzione della capanna del guardiacaccia.
    Malfoy nel frattempo sussurrò qualcosa a Flitt, per poi tornare indietro verso il castello.


    “Accidenti, mi sono svegliato tardi!” esclamò Neville, inciampando e saltellando in avanti per riuscire a non cadere. “La sala Grande chiuderà tra poco!”
    “Come mai tutta questa fretta?” chiese una voce, che fece fermare di colpo il Grifondoro.
    “C-Chi ha parlato?” domandò, guardandosi intorno, senza però riuscire a vedere nessuno.
    “Neville Paciock… Il mago meno dotato di questo posto pieno di pazzi…” continuò la voce, che sembrò risuonare in tutto il corridoio, completamente deserto a parte il ragazzo, che ora stava cominciando a tremare vistosamente.
    “F-Fatti vedere! C-Chi sei?!”
    “Chi sono? Domanda interessante… Ma credo che voi maghi siate soliti definirmi… un Babbano.”
    “Un B-Babbano? Impossibile!” esclamò Neville. “N-Nessun Babbano può entrare a Hogwarts!”
    “Se ti riferisci alle misere illusioni che avvolgono questo castello, sappi che per me sono ben poca cosa. Ma mi sorprendi: credevo non ne fossi a conoscenza.”
    “H-Ho letto a-anch’io Storia di Hogwarts…”
    “Il primo libro che ho letto quando sono arrivato qui. Devo ringraziare l’autore, senza non avrei saputo districarmi in questo mondo…”
    “Cosa vuoi da me?”
    “Molto semplice, Paciock…” proseguì l’altro, mentre da dietro una colonna una piccola figura usciva dalle ombre. “Semplicemente voglio prendere il tuo posto.” aggiunse, cambiando tono di voce e assumendo lo stesso di Neville, il quale fece per urlare, senza però riuscire a emettere alcun suono.
    “Oh, spiacente. Ho fatto in modo che tu non possa parlare.” Replicò la figura, che si rivelò essere la copia esatta del ragazzo. “Cerca di capirmi… Se devo sostituirti, non posso certo rischiare che qualcuno ti veda o senta… Ma sarò magnanimo. Prima di farti sparire, risponderò alle tue domande.” Continuò, muovendo la mano e facendo tornare la parola a Neville.
    “C-Cosa credi di fare con il mio aspetto?” domandò lui, guardando la sua copia. “S-Se non sbaglio, la pozione Polisucco ha una durata limitata…”
    “Te l’ho detto: io sono un Babbano, non ho un briciolo di magia dentro di me. E chi meglio di un mago incapace di fare decentemente un solo incantesimo può permettermi di nascondere questo mio problema?”
    “Se ne accorgeranno subito! I professori e i miei amici non sono stupidi!”
    “Ma tu sottovaluti il mio talento di attore. Sono ben in grado di imitare la tua goffaggine e incapacità. E come senti tu stesso, la voce non è un problema.” Gli fece notare con aria saccente.
    “E come credi di risolvere il fatto dei ricordi? Se qualcuno ti chiedesse qualcosa di me, non sapresti rispondere!”
    “Ed è per questo che non ti ucciderò, per ora…Ma non temere, soffrirai. Soffrirai a tal punto da dirmi tutto quello che sai, tutta la tua vita, supplicandomi poi di porvi fine. Per adesso, devi solo fare il bravo ragazzo.”
    Neville fece per replicare, ma i suoi occhi cominciarono a chiudersi.
    “C-Cosa… mi stai… facendo?” riuscì a mormorare, prima di cadere a terra, privo di sensi.
    L’altro Neville restò fermo per qualche secondo, per poi chinarsi verso l’originale.
    “Se tutto andrà come spero, presto sarò il padrone di questo mondo… E la cosa ironica sarà che ad aiutarmi sarà proprio colui che tutti ritengono l’ultimo della classe.” E qui i suoi occhi si strinsero. “Anche se non devo sottovalutarlo. Sono sempre loro i più temibili.”
    Il ragazzo si fermò quando sentì un battito di mani alle sue spalle.
    “Un piano davvero niente male, i miei complimenti.” Commentò una voce. “Purtroppo per te, in questa scuola non ci sono solo semplici studenti e professori.”
    Neville si girò, ritrovandosi a guardare Draco, con addosso la maschera di Klaun.
    “E tu chi sei? Non mi sembra di averti visto a scuola, e ho tenuto sotto controllo tutti.”
    “Come tu sei stato in grado di passare inosservato, lo stesso vale per me. Devo ammettere che non me n’ero accorto nemmeno io, e se non fosse stato per il semplice fatto che passavo da queste parti, ne sarei rimasto all’oscuro. Dovrei ringraziare Weasley.”
    “Dunque abbiamo un problema, immagino. Mi spiace, ma mi vedo costretto a eliminarti.”
    “Elimineresti un tuo possibile alleato?”
    Il ragazzo socchiuse gli occhi, guardandolo sospettoso. “Cosa intendi dire?”
    “Mi sembra abbastanza chiaro. Anch’io voglio conquistare questo mondo, ma a differenza di te, voglio solo eliminare chi non mi va a genio. Non ci tengo al controllo totale.”
    “E che cosa ci guadagno io a non eliminarti?”
    Draco sorrise. “Perché se non mi attaccherai, ti dirò come conquistare questo mondo senza rischiare che Fairy Tail ti intralci.” Rispose sorridendo da sotto la maschera, guardando il volto di Neville restare impassibile.
    “Parla. A seconda di come mi risponderai, vedrò se lasciarti vivere o no.”

    ~~~~~~~~~~~~~~

    “Meglio fuori che dentro.” Disse allegramente Hagrid, porgendo al giovane Weasley un secchio, dove il rosso cominciò subito a rimettere un altro conato di lumache. “Buttale fuori tutte, Ron.”
    “Credo non ci resti nient’altro da fare se non aspettare che finisca.” Sospirò Erza, mentre Lucy cercava di non guardare.
    “Ditemi un po’, chi ha cercato di incantare?” domandò il guardiacaccia.
    Hermione distolse lo sguardo, cercando di trattenere le lacrime.
    “Malfoy. Ron ha cercato di colpirlo dopo che mi ha chiamato… Sangue Sporco.”
    “Che cosa?!?!” ruggì Hagrid, guardandola incredulo.
    “Quel bastardo… Abbiamo studiato a sufficienza per sapere che è uno dei peggiori insulti che si possono fare!” esclamò Titania, chiudendo le mani a pugno.
    “Come avrei voluto bruciarlo! Deve ringraziare Ron, mi ha solo anticipato! È un peccato che l’incantesimo non l’abbia colpito!” sbottò Natsu.
    “Meglio se lo ignorate. Avere a che fare con lui vi porterà solo guai.” Ribadì l’uomo, per poi guardare Harry. “Ad ogni modo… Com’è che mandi in giro le tue foto a tutti tranne che a me?”
    “Io non mando in giro foto con l’autografo!” gridò furibondo. “E se quello pseudo professore osa ancora mettere in giro simili voci, io lo-”
    Ma si interruppe quando sentì il guardiacaccia ridere.
    “Ci sei cascato!” esclamò divertito, mentre anche gli altri si lasciavano sfuggire una risata. “Lo sapevo che non eri stato tu. Gliel’ho detto al professor Coso: tu non ce n’hai bisogno, sei più famoso di lui senza sbracciarti tanto.”
    “Già. Harry è solito vedere un articolo su di lui almeno un paio di volte la settimana.” Disse Gray.
    “Davvero?!” domandò incredulo Hagrid, guardando il bambino sopravvissuto, che sospirò, per poi prendere un mestolo appoggiato vicino al camino e lanciarlo in testa al mago del ghiaccio.
    “Non per mia scelta.” Replicò dopo, ignorando sia lo sguardo del guardiacaccia sia l’amico che cadeva all’indietro. “Quando si aiutano tante persone, i giornalisti cominciano a farsi troppe domande, tutto qui. E il mercato del gossip purtroppo è infinito.”
    A questo commento Lucy cominciò a fischiettare, cercando di distogliere lo sguardo.
    “Comunque, immagino che non abbia apprezzato il tuo commento.” Continuò Harry, ignorandola.
    “Mi sa di no. E gli ho pure detto che non ho mai letto manco uno dei suoi libri e a quel punto se n’è andato, dicendomi che ci avrebbe pensato lui a rimediare a questa mia grave mancanza… C’è mancato poco che lo buttassi fuori a forza da casa…”
    Poi Hagrid si girò verso una delle finestre, per poi indicare ai ragazzi di guardare fuori.
    “Guardate un po’ cosa sto coltivando!” esclamò fiero, attirando la curiosità dei presenti, che si sporsero per guardare.
    Nel piccolo orto dietro alla capanna c’era una dozzina di zucche, le più grosse che avessero mai visto, tanto da raggiungere le dimensioni di un macigno.
    “Cavoli, sono enormi!” gridò Happy incredulo. “Puoi fare lo stesso anche con il pesce, aye?”
    “Ti piace proprio, eh?” rispose divertito Hagrid. “Purtroppo no. Poi quelle zucche sono per Halloween, e per allora saranno grosse giuste.”
    “Vuoi dire che devono diventare ancora più grandi?” chiese incredula Lucy.
    “Un incantesimo di Ingozzamento, suppongo.” Osservò invece Hermione, divertita. “Direi che hai fatto un ottimo lavoro.”
    “Lo dice pure la piccola Weasley.” Disse Hagrid. “È venuta qui proprio ieri, assieme a quella strana ragazza dai capelli rosa… senza offesa Natsu, ma non è un colore molto comune.”
    “Ginny e Melody sono venute qui?” chiese Ron senza nascondere la sorpresa. “Avevo visto che Ginny aveva cominciato a parlare con lei, ma non pensavo sarebbe riuscita a convincerla a uscire insieme per qualche motivo. Quella ragazza è incredibilmente impassibile…”
    “Beh, perché lei sia venuta qui non lo so, ma per tua sorella, posso presumere che sperava in un fortuito incontro…” asserì, facendo l’occhiolino a Majutsu, che sospirò.
    Quando fu quasi ora di pranzo, il gruppo salutò Hagrid per dirigersi verso la Sala Grande.
    A loro insaputa, in piedi sopra il cornicione di una finestra, Neville li osservò allontanarsi, con il vento che gli passava tra i capelli e gli muoveva le vesti, donandogli un aspetto intimorente.
    “Così nemmeno loro sono di questo mondo, eh?” costatò sorridendo. “Avrei dovuto capirlo da solo, sono diversi, proprio come me. Senza considerare che due di loro mi ricordano delle vecchie conoscenze…”
    Dicendo ciò portò la mano sinistra a coprire l’occhio corrispondente.
    “Voglio proprio vedere il loro vero potere, e se sarà necessario, lo farò mio. Per il momento, però, meglio fare nuovamente la parte dell’idiota incapace… come si ci aspetta da un bravo ragazzo.”


    I maghi di Fairy Tail non fecero in tempo a mettere piede nella gelida sala d’ingresso che udirono una voce.
    “Eccoti finalmente, signor Weasley.” Disse la McGranit, raggiungendoli con dipinta sul volto un’espressione seria. “Stasera dovrà scontare la sua punizione.”
    “C-Come?” balbettò il diretto interessato, totalmente colto di sorpresa.
    “E anche voi, signor Fullbuster e signorina Heartphilia.” Continuò, per poi guardare Harry ed Erza. “Allora siete sicuri sulla punizione?”
    “Stando alle condizioni che ci ha dato, è stata la cosa peggiore che potessimo pensare.” Rispose Harry, facendo deglutire i due compagni.
    “C-Che cosa dovremo fare?” osò domandare Lucy.
    “Weasley dovrà lucidare l’argento della sala dei trofei assieme a Gazza. E niente magie, solo olio di gomito! Voi due invece… beh, credo lascerò l’onore di dirvi la vostra punizione direttamente a chi l’ha scelta.”
    Detto ciò la professoressa si allontanò.
    “A-Allora Harry… che cosa dobbiamo fare?” chiese Gray, sperando che i loro amici fossero stati abbastanza clementi.
    Speranza che durò solo pochi istanti, dato che sui volti di Majutsu e Titania apparve un ghigno ben poco rassicurante.
    “Diciamo che vi userò per liberarmi di un problema…” rispose il moro, facendo deglutire tutti.


    “Non ci credo…” mormorò Lucy con un tic nervoso all’occhio destro, mentre lei e Gray avevano già passato ben due ore a firmare autografi a nome di Allock, con il suddetto professore seduto di fronte a loro, che non gli stava prestando la benché minima attenzione, come se fosse deluso per qualcosa.
    “Ora capisco l’intenzione di Harry… Vuole che ce ne liberiamo noi lasciandolo con le mani pulite… Più subdolo del solito…” rispose con lo stesso tono il mago del ghiaccio.
    “Suvvia, da come state parlando sembra quasi che sia una tortura.” S’intromise Allock, rivolgendogli uno dei suoi sorrisi a trentadue denti. “Credetemi, non sono molti coloro che possono dire di aver passato così tanto tempo con me!”
    “E speravo di non farne parte…” disse a volume quasi impercettibile Gray. “Anzi, spero quasi che un secondo Deliora appaia qui…”


    “Non siete stati un po’ severi?” domandò Happy ai due maghi di classe S, mentre finiva di scrivere un compito nella sala comune, in quel momento vuota a parte loro.
    “Se fossimo stati severi, li avremmo mandati a occuparsi di Fuffi o del Platano Picchiatore.”
    Hermione sospirò divertita. “E conoscendo Gray, lui di certo avrebbe preferito qualcosa del genere piuttosto che firmare autografi per conto di Allock.”
    “Solo Ron è convinto che a lui sia capitata la punizione peggiore… E fortuna che almeno le lezioni di quello pseudo-professore sono momentaneamente sospese…” intervenne Fred, lasciando subito la parola al gemello.
    “Già. Dopo l’esperienza avuta con i folletti, dice che sta preparando qualcos’altro…”
    “Finché non avrò a che fare con lui, credo possa andare bene.” Commentò Harry. “Anche perché dubito di riuscire a sopportarlo ancora a lungo.”
    “La tua rabbia si è sentita anche a Earthland. Direi che hai stabilito un nuovo record.”
    “Devono solo ringraziare che mi sono sfogato su quei folletti. Altrimenti rischiavo veramente di lasciar andare la mia vena distruttrice.”
    Hermione deglutì. “Spero di restare immune all’effetto Fairy Tail: non voglio diventare anch’io una potenziale distruttrice di città…”
    Harry, Erza, Natsu e Happy si guardarono tra di loro.
    “Impossibile, è il tuo destino.” Risposero infine insieme, facendo letteralmente cadere a terra la ragazza.
    “N-Non cercate nemmeno di nasconderlo?!” esclamò lei, leggermente stizzita dalla loro schiettezza.
    “Prendi Harry.” Cominciò a spiegare Titania. “Quattro anni fa era un bambinetto ignaro della magia. E ora è conosciuto come uno dei maghi più forti del nostro mondo.”
    “E ho sulla coscienza qualche città… certo, sono riuscito a far scappare tutti gli abitanti prima, però ciò non toglie che poi sono dovuto scappare da una folla inferocita…” continuò ridacchiando Majutsu.
    “Conoscendo chi l’ha aiutato nella formazione magica, è un miracolo che possa camminare senza distruggere tutto ciò che tocca, aye…”
    “Era così terribile il tuo maestro?” domandò curioso George.
    “Non troppo, diciamo solo che spesso era… distratto. Magnolia deve cambiare topografia ogni volta che viene in gilda. Non si accorge nemmeno delle case che ha di fronte.”
    “… Da come ne stai parlando, deduco che non va semplicemente a sbatterci contro, vero?”
    “Ci passa attraverso come se fossero fatte di carta.”
    “Un giorno riuscirò a sconfiggerlo!!!” urlò di colpo Natsu, ricevendo un colpo in testa da Erza.
    “Vuoi svegliare tutta Hogwarts?!?!” replicò lei con lo stesso tono, facendo scoppiare tutti a ridere.
    “Fortuna che ho isolato la stanza.” Disse il moro. “Altrimenti ci ritroveremmo qui tutti i professori più velocemente di quanto potrebbe fare Superman.”
    “Superman?” ripeté la rossa, guardandolo con curiosità. “E chi sarebbe?”
    “Un personaggio inventato dai Babbani.” Rispose Hermione. “Sarebbe un… accidenti, come posso dirlo senza risultare offensiva?”
    “Anche lui, secondo la sua storia, veniva da un altro mondo.” La aiutò Majutsu, sorridendo di fronte all’imbarazzo della compagna. “In un certo senso è simile a voi. Possiede poteri unici rispetto agli altri ed è praticamente invulnerabile. Ma per non avere troppe attenzioni addosso, quando combatte per aiutare le persone indossa un costume da supereroe, mentre il resto del tempo finge di essere una persona imbranata e debole.”
    “Interessante…” mormorarono assieme Natsu e Happy, ricevendo pochi istanti dopo due pugni in testa dai maghi di Classe S.
    “E voi due non fatevi venire strane idee come andare in giro in costume!” urlarono all’unisono, facendo scoppiare ancora a ridere tutti quanti.
    “Ahio! Non c’era bisogno di colpirci… stavamo solo fantasticando… Anche se non sarebbe male come idea…” ridacchiò Natsu.
    Ti farò a pezzi…
    Il Dragon Slayer si irrigidì di colpo, deglutendo. “S-Scusa Harry… ritiro tutto, ma non farmi a pezzi!” esclamò, girandosi verso il moro, che tuttavia era sorpreso quanto lui.
    “Farti a pezzi?” ripeté Fred. “Va bene tutto, ma non credo che arriverebbe a tanto.”
    Natsu si voltò verso il rosso. “Voi… Voi non l’avete sentito parlare?”
    “Natsu…” s’intromise Majutsu, guardandolo serio. “Non sono stato io a parlare…”
    “Eh? C-Come sarebbe a dire che non sei stato tu?”
    “Ma di cosa state parlando?” domandò Erza.
    “Voi non avete sentito proprio nulla?” replicò Harry, guardando i compagni, che scossero tutti la testa.
    “No, aye.”
    Vieni, vieni da me… Ti squarterò… Ti ucciderò…
    Harry tirò fuori la bacchetta, mentre Natsu avvolse un pugno con il fuoco.
    “Dove sei?! Fatti vedere!” urlò il rosato, guardandosi attorno, imitato da Potter, che si rivolse alla compagna.
    “Hermione, presto, un’analisi immediata della stanza! Dobbiamo scoprire se c’è qualcuno che ci sta spiando!”

    Poco lontano, al sicuro sulle scale, Neville sorrise.
    “È inutile che vi affanniate tanto…” mormorò, chiudendo l’occhio sinistro. “Non capirete mai cosa vi sta per colpire, maghi.”
    “Sai… anch’io sarei un mago.” Fece una voce, per qualche motivo non identificabile, vicino a lui. “E non uno qualsiasi, aggiungerei.”
    Il falso Paciock si girò a guardare la figura al suo fianco.
    “Ma tu sei un caso a parte… Tom.” Rispose. “So bene che tu non sei paragonabile a loro. E presto avrai modo di dimostrarlo… e di vendicarti.”
     
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    E finalmente rieccomi con il nuovo capitolo!
    Dunque, eravamo rimasti con il rapimento e sostituzione di Neville da parte di un nuovo misterioso personaggio, il quale non sembra avere buoni propositi... e mi dispiace dirvelo, dovrete aspettare qualche capitolo per sapere chi è XD.
    Per il momento, direi di proseguire con la prima parte del secondo libro!
    Perciò ringrazio Liberty89 per avermi betato il capitolo e auguro buona lettura a tutti!

    Capitolo 31: Il segreto di Hogwarts viene riaperto! - Torna all'indice dei capitoli
    “Che-cosa-vuole-che-facciamo?!?!” scandì un incredulo Harry Potter ad Allock, il quale continuava a rivolgergli il suo indistruttibile sorriso.
    “Ha sentito perfettamente, signor Potter. Dato che per motivi a me ignoti lei e i suoi amici vi rifiutate di leggere i miei libri, li reciterete in classe. Vedrete, per la fine dell’anno conoscerete tutto ciò che vi serve per sperare di avvicinarvi al mio livello.”
    Prima che Majutsu potesse dire qualcosa, il calamaio di Erza scoppiò, macchiandola d’inchiostro, cosa che lei ignorò totalmente.
    “Mi dica, professore… lei ci tiene alla sua carriera, vero?” chiese la rossa, lasciando intendere tra le righe di cosa avrebbe realmente dovuto preoccuparsi il docente.
    “Che domanda è, signorina Scarlett?”
    “Semplicemente che se lei ci costringe a fare queste recite, noi non garantiremo per la sua incolumità fisica e psicologica.”
    I compagni di classe sospirarono.
    Da quando Allock aveva ricominciato le lezioni, quelle scene erano ormai diventate abituali.
    Il secondo anno di Grifondoro si era spaccato in tre fazioni: una che era dalla parte dei maghi di Fairy Tail, ovvero la gran maggioranza degli studenti maschi. La seconda a favore del professore, composta unicamente dalle sue fan. E la terza era un piccolo gruppo di neutrali, che preferivano non schierarsi apertamente da nessuna parte, sebbene segretamente tifavano per Fairy Tail.
    “Suvvia, così vi resterà ben impresso in mente ciò che dovrete fare se mai vi trovaste in situazioni simili alle mie.”
    “Ma persino io ho affrontato situazioni più pericolose!” esclamò Lucy, ormai sul limite della pazienza, come gli altri. “Io sono stata rapita da uno yeti. Eppure non vado a raccontarlo ai quattro venti!”
    “S-Sei stata rapita da uno yeti?!” domandò Neville, guardandola incredulo.
    “Lunga storia… devo ringraziare Natsu se sono tornata libera…”
    “Pfui! Quello era una mezza calzetta!” ribatté il Dragon Slayer.
    “Cosa che riferiremo a Macao.” Gli fece a bassa voce Harry, calmandosi, osservando Allock che tentava inutilmente di riportare silenzio nell’aula.
    “Beh, è la verità.” Replicò Natsu. “E poi non era in lui. E Romeo non la prenderebbe bene se sapesse che ho picchiato il suo vecchio.”
    “Romeo? Chi sarebbe?” domandò Dean.
    “Un altro membro della nostra famiglia.” Rispose Erza. “Ma ha solo sette anni.”
    “Quindi non verrà qui prima del nostro sesto anno, eh?”
    “No, non credo verrà. Siamo solo noi quelli che erano interessati a seguire il corso a Hogwarts. Solitamente la magia da noi viene insegnata da maestri singoli. Inoltre, è l’unico di noi che ha ancora un padre biologico… Almeno, un padre riconosciuto…” aggiunse Gray, sentendo il colpo di tosse di Lucy.
    “N-Nessuno di voi ha un parente in vita?” chiese Neville, sorpreso.
    “Io non so neppure chi sono i miei veri genitori. L’unico che chiamo padre è Ignell, ma è sparito nel nulla da anni.”
    “Lo stesso vale per me.” Rispose Erza, abbassando lo sguardo e portandosi d’istinto una mano sull’occhio sinistro. “E non ho proprio dei bei ricordi della mia infanzia…”
    “Invece per quel che mi riguarda, mia madre è morta quando ero piccola, e sono scappata di casa pochi anni dopo, dato che mio padre m’ignorava completamente.” Fece Lucy. “E dopo la sua ultima azione, ho smesso del tutto di considerarlo tale.”
    “Certo che dalle vostre parti la legge funziona in maniera alquanto particolare. Sembra quasi che i bambini siano abbandonati a se stessi.”
    “Beh, la regola del più forte vige ovunque. Per nostra fortuna, ci sono diversi maghi disposti ad aiutare i più deboli.” Disse Majutsu. “Se non fosse stato per loro, di certo adesso sarei una persona ben diversa.”
    “Cavoli… più ne sento parlare, più sono curioso di vedere questa vostra nazione… Dev’essere un paradiso per i maghi da quel che ho capito. Non avete mai detto di aver avuto un solo problema dovuto ai Babbani.”
    “Siamo piuttosto abili a nasconderci alla luce del sole.” Rispose sorridendo Erza, per poi sospirare di sollievo quando la campana suonò, permettendole così di lasciare l’aula insieme ai compagni.

    Era ormai passata qualche settimana da quando Harry e Natsu avevano sentito quella misteriosa e inquietante voce.
    Da quella sera, l’intero gruppo di Fairy Tail aveva cominciato a cercare di scoprire a chi appartenesse, dato che non poteva essere un’allucinazione, visto che era stata sentita da due persone, purtroppo però la magia di Hermione non aveva dato alcun risultato, come se quella voce fosse saltata fuori dal nulla.
    Fred e George passavano gran parte del loro tempo libero a controllare la mappa, mentre Lucy e Hermione si erano chiuse in biblioteca alla ricerca di una possibile spiegazione. Incredibilmente, la maga degli Spiriti Stellari riuscì a convincere l’amica a usare gli Occhiali del Vento per leggere più velocemente, nonostante la Granger continuasse a ripeterle che era solo per risolvere questo mistero.
    Harry e Natsu invece continuavano a prestare attenzione alle proprie orecchie, pronti a correre alla ricerca della fonte di quella voce se l’avessero sentita ancora.
    In parallelo, i maghi notarono come lentamente, Melody e Ginny sembravano fare amicizia: la ragazza dai capelli rosa era sempre in disparte, tuttavia cominciava a parlare un po’ con la Weasley, sebbene fosse principalmente per motivi scolastici.
    Happy invece cominciava a sentire realmente la mancanza del suo corpo originale: abituato com’era a volare per diversi tratti, ora si ritrovava a dover attraversare a piedi l’intero castello, anche più volte al giorno, cosa che a fine giornata lo lasciava stremato.
    E così, tra lezioni, ricerche e allenamenti di Quidditch, Settembre e Ottobre passarono velocemente.
    Fu dopo l’ennesimo allenamento che Fred e George, dopo aver spiato i Serpeverde, rivelarono alla squadra che i nuovi manici di scopa della squadra avversaria erano veramente di un livello superiore, facendoli piombare in una piccola depressione, che Baston eliminò subito raddoppiando gli esercizi.
    “Io sono abituata a missioni di giorni, in località sperdute, ad affrontare mostri e demoni, bande di criminali… e ti dirò: in confronto all’allenamento di oggi, erano delle vacanze di puro svago!” esclamò Erza, mentre rientrava nel castello assieme a Harry, entrambi sporchi di fango per la pioggia che li aveva colti mentre erano in campo. Fred e George erano rimasti indietro con il resto della squadra, cercando un modo per convincere Baston a non distruggerli fisicamente prima della partita contro Serpeverde.
    “Mi trovo d’accordo con te.” Replicò Majutsu, sospirando. “Preferirei avere di nuovo a che fare con i Phantom o con Deliora… fra gli allenamenti e Allock, la mia pazienza e resistenza si stanno velocemente esaurendo…”
    “Sai, sono ancora sorpresa: credevo che avresti ridotto Allock a un oggetto indistinguibile già da un pezzo.”
    “Ho solo troppi testimoni che direbbero cos’ho fatto. Aspetta che osi di nuovo dirmi qualcosa da solo e sulla Gazzetta del Profeta ci sarà un articolo su come un insegnante sia stato misteriosamente ritrovato in condizioni così pietose che in confronto l’acqua risulterebbe essere un corpo solido.”
    Erza gli riservò uno sguardo misto tra lo spaventato e l’incredulo.
    “A volte mi fai più paura tu che chiunque altro…”
    “Voi due!” urlò una voce che li fece fermare sul posto, costringendoli a girarsi.
    Di fronte a loro c’era Gazza, con addosso una pesante sciarpa scozzese e con il naso rosso come un peperone. “Disordine e sporco dappertutto!” continuò lui, indicando le pozze di fango che i due maghi avevano involontariamente lasciato dietro di loro. “Adesso ne ho abbastanza! Seguitemi!”
    “Ci mancava solo questa…” borbottò Majutsu, sospirando, per poi seguire assieme all’amica il custode.
    Fino a quel momento avevano sentito parlare dell’ufficio di Gazza da Fred e George, ma non c’erano mai stati. Era un locale squallido e privo di finestre, illuminato da un’unica lampada a petrolio che pendeva dal basso soffitto. Su tutto aleggiava un vago odore di pesce fritto, che fece sorridere lievemente i due maghi, pensando che Happy sarebbe stato capace di farsi mettere in punizione solo per quello, se ne fosse venuto a conoscenza.
    Lungo le pareti erano appoggiati degli armadi da archivio di legno e dalle etichette era chiaro che contenevano i rapporti su tutti gli alunni puniti da Gazza. I gemelli Weasley avevano un intero cassetto riservato appositamente per loro.
    Appesa sulla parete dietro alla scrivania faceva bella mostra di sé una collezione lustra e smagliante di catene e manette. In quel momento a Harry e Erza tornò in mente che avevano sentito dire che Gazza implorava in continuazione il preside affinché gli concedesse di appendere qualche studente per le caviglie.
    Il custode afferrò una pena d’oca da un calamaio posto sulla scrivania e cominciò a frugare in cerca di una pergamena.
    “Sterco!” imprecò furioso. “Gran caccole sfrigolanti di drago… cervelli di rana… intestini di topo… non ne posso più! Dov’è il modulo… ecco…”
    Recuperò un grosso rotolo di pergamena dal cassetto della scrivania e lo srotolò davanti ai due.
    “Devo ringraziare i vostri amici Weasley se ora ho un modulo per i crimini in coppia.” Borbottò, intingendo nel calamaio la lunga penna nera.
    Nomi… Harry Potter e Erza Scarlett. Reato-”
    “Suvvia, era solo un po’ di fango!” esclamò Titania, incredula.
    Non era cosa nuova per lei essere accusata di reati e crimini di vario genere… ma le altre volte aveva distrutto qualcosa o fatto del male a qualcuno.
    “Solo un po’ di fango per voi, ma per me è un’ora in più passata a sgobbare!” sbraitò Mastro Gazza. “Reato… Insudiciamento del castello… Condanna proposta-
    Ma fu nuovamente interrotto, questa volta da un colpo che si abbatté sul soffitto dell’ufficio, seguito da una risata, che fece tremare la lampada a olio e far alzare la testa a Mrs Purr.
    “Pix!” tuonò furibondo l’uomo, buttando via la penna in un impeto di rabbia. “Questa volta ti prendo, vedrai se non ti prendo!”
    E senza degnare di un solo misero sguardo i due membri di Fairy Tail, si precipitò fuori, seguito dalla sua fidata gatta.
    “Ricordami di fare un regalo a Pix…” commentò Harry, ricevendo un assenso dalla compagna.
    “Già… Anche se, devo dirla, ero curiosa di sapere come voleva punirci… ma credo sia come chiedersi qual è il cibo preferito di Natsu…”
    “Di sicuro Virgo andrebbe molto d’accordo con Gazza. Motivo per cui dobbiamo assicurarci che non s’incontrino mai!” esclamò Majutsu.
    “Sarebbe una catastrofe.” Concordò lei, per poi spostare lo sguardo verso una busta color viola appoggiata sulla scrivania.
    I due maghi si avvicinarono, riuscendo così a vedere la scritta sopra:

    SPEEDYMAGIC
    Corso di Magia per Corrispondenza
    per Principianti



    “E questo che cos’è?” chiese Majutsu, prendendola in mano e aprendola, cominciando a leggere ad alta voce per far sentire anche a Erza.

    Non vi sentite al passo nel moderno mondo della magia?
    Vi accorgete di ricorrere a qualsiasi scusa pur di non eseguire gli incantesimi più semplici?
    Siete mai stati presi in giro per gli esiti scadenti della vostra bacchetta magica?
    Ecco la risposta per voi.

    SpeedyMagic è un nuovissimo corso dai risultati garantiti, rapido e di facile apprendimento. Maghi e streghe a centinaia hanno tratto grandi benefici dal metodo SpeedyMagic!

    Ecco cosa ci scrive la Signora Z. Ortica di Topsham:
    «Non ricordavo nessun incantesimo e in famiglia le mie pozioni erano una barzelletta.
    Ora, dopo il corso SpeedyMagic, sono diventata il centro dell'attenzione a tutti i ricevimenti e gli amici non fanno che chiedermi la ricetta del mio Decotto di Scintillazione!»

    E il mago D.J. Prod di Didsbury:
    «Mia moglie mi prendeva sempre in giro per i miei mediocri incantesimi, ma dopo un mese del vostro favoloso corso SpeedyMagic sono riuscito a trasformarla in uno yak. Grazie, SpeedyMagic!»


    Incuriositi, i due maghi continuarono a esaminare il resto del plico.
    “Perché Gazza sarebbe interessato a un simile corso?” domandò Harry.
    “Forse… Forse non sa usare la magia!” esclamò lei, battendo il pugno sull’altro palmo. “Ora che ci faccio caso, non l’ho mai visto usare la magia per pulire il castello.”
    Ma prima che potesse aggiungere altro, si sentirono dei passi strascicati lungo il corridoio che annunciavano il ritorno del custode.
    Potter si affrettò a mettere la lettera nella busta, ma non riuscì a rimetterla nel posto esatto prima che Gazza rientrasse con aria trionfante.
    “Quell’armadietto che scompare è stato molto utile!” stava dicendo allegro a Mrs Purr. “Questa volta, gioia mia, Pix ce lo siamo tolti dai piedi!”
    Ma la sua felicità s’infranse non appena si rese conto che la busta si trovava a circa mezzo metro da dove l’aveva appoggiata l’ultima volta.
    La faccia di Gazza divenne paonazza, e i due maghi di Fairy Tail per la prima volta provarono una leggera paura nei suoi confronti. Restarono a guardarlo mentre si avvicinava incespicando alla scrivania, afferrando la busta e gettandola dentro un cassetto.
    “L-L’avete letta?” farfugliò preoccupato, guardandoli.
    “No.” Risposero i due, cercando di mantenere la loro migliore faccia da poker, vedendolo torcersi le mani nodose.
    “Se mai dovessi pensare che voi due avete letto la mia corrispondenza… non che sia mia… è per un amico… ma comunque sia…”
    I due ragazzi lo osservarono allarmati: il custode non era mai sembrato così fuori di sé. Strabuzzava gli occhi, e una delle sue guance flaccide era in preda a un tic che la sciarpa non riusciva a nascondere.
    “Molto bene… andatevene pure… e acqua in bocca… non che… e comunque, se dite che non l’avete letta… ora andatevene pure. Devo scrivere il rapporto di Pix… andatevene.”
    Senza perdere un ulteriore secondo, i due schizzarono letteralmente fuori dall’ufficio, increduli di essersela cavata senza alcuna conseguenza.
    “Ha funzionato?” dissero due voci ben conosciute ai ragazzi, anticipando i gemelli Weasley, che sbucarono da dietro un muro togliendosi il mantello.
    “Siete stati voi?” esclamò incredula Titania. “Ma come-”
    Fred e George sorrisero.
    “Non dovete sottovalutare il nostro potere di fare scherzi. Natsu avrà convinto Pix a non importunarlo, ma noi abbiamo altri metodi per persuaderlo ad aiutarci.” Rispose Fred.
    “Erza… temo che facendoli diventare membri di Fairy Tail abbiamo creato due mostri…” mormorò Harry, sbiancando di fronte a quella scena.
    “Ma come facevate a sapere che eravamo nei guai con Gazza?” continuò la rossa, annuendo alla frase del compagno.
    “Vi siete dimenticati chi ha trovato per primi questa?” risposero insieme, tirando fuori la mappa. “E poi ci ha avvertito anche Nick che Gazza vi ha portato via. Poverino, era così giù…”
    “Ho paura a chiederlo… ma cos’è che potrebbe abbattere un fantasma, oltre alla sua morte, ovvio…”
    “Se ho capito bene, parlava del fatto che lo avessero rifiutato per partecipare a qualcosa per fantasmi senza testa…” fece George. “Va beh! Pix si libererà da solo in poco tempo. Ora dobbiamo tornare nella Sala Comune: Natsu ci sta aspettando per poter fare un piccolo esperimento con una salamandra…”
    “Cosa volete fargli?”
    “Solo vedere cosa succede se inghiotte un fuoco d’artificio Filibuster. Potrebbe ispirarci una nuova combinazione magica.”

    ~~~~~~~~~~~~



    “Allora?” domandò Neville, fermandosi a fianco di un muro, assicurandosi che nessuno potesse vederlo o sentirlo.
    “Tutto come previsto.” Rispose una voce poco lontana, che fece sorridere il Grifondoro fasullo. “Tra poco avrà tutto inizio. L’erede tornerà in azione.”
    “E ironicamente, nella notte della paura. Una festa piuttosto singolare, devo ammetterlo. Da me non esiste, esattamente come il Natale e tutte le altre vostre insulse festività.”
    “Pare che anche quest’anno sarà un Halloween piuttosto movimentato… Ma chi vuoi colpire per primo?”
    Neville restò in silenzio, per poi mostrare un ghigno.
    “Regola numero uno… gettare panico e discordia. L’ultima volta che l’ho fatto sono morte centinaia di persone.”
    L’altra figura restò in silenzio ad osservarlo.
    “Ad ogni modo, a me tocca solo la prima fase… Il che è un vero peccato. Ma sono un bravo ragazzo, perciò mi atterò al piano.”
    “Cerca solo di non farti scoprire.”
    “Non sottovalutarmi. Non avrò potere magico, ma sono probabilmente la persona più pericolosa qui dentro.”
    “Su questo ho qualche dubbio. Tuttavia anch’io devo seguire il piano. Ma preparati, di sicuro ci sarà più di un’interferenza.”
    “Che ci provino pure. Tanto, finché avrò questo aspetto, nessuno sospetterà mai di me e quando se ne renderanno conto, se ne pentiranno.”
    La figura restò in silenzio, per poi girarsi e sparire nelle ombre.
    Neville voltò leggermente la testa.
    “Pare che in ogni mondo alla fine ci siano solo complotti.” Fece serio. “Ma non importa… per il mio scopo, un mondo vale l’altro. Non la pensi come me, Ginny?”
    Come apparsa dal nulla, al suo fianco la minore dei Weasley alzò il viso, mostrando due occhi castani vuoti e inespressivi.
    “Sì…” rispose atona, mentre il suo aspetto tremolava, venendo sostituito in pochi secondi da un ragazzo più grande, apparentemente di sedici anni, con un cartellino d’argento sulla divisa scolastica di Hogwarts. “Direi che finalmente è giunto il momento che io torni in azione per la purificazione di questo mondo.” Completò con un tono completamente diverso, che celava malvagità pura.

    ~~~~~~~~~~~~



    Happy abbassò la testa per evitare uno stormo di pipistrelli, che volarono sopra di lui e gli altri ragazzi del Grifondoro.
    “Aww… che invidia, aye!” esclamò mettendo il broncio e osservando i mammiferi volanti sparire nelle tenebre riflesse del soffitto. “Come mi manca volare!”
    “Allora perché durante le lezioni di volo non sei neppure riuscito ad alzarti di qualche metro?” domandò Colin. “Da come ne parli, sembri più che capace.”
    “La questione è un po’ più complicata, aye…” rispose lui, per poi osservare Natsu strappare con un solo morso mezza coscia di pollo. “Non sono abituato a usare manici di scopa… Sono difficilissimi da controllare, aye!”
    “Su, quando torneremo a casa potrai divertirti quanto vuoi.” Fece Gray sorridendo. “Compiti a parte ovviamente.”
    “Dev’essere un posto davvero bello casa vostra.” Disse Neville. “Non è che ci invitate qualche volta?”
    “Non è così facile. Sono ben pochi quelli che hanno il permesso di andarci.” Rispose Harry. “E bisogna superare delle prove per venire ammessi.”
    “Come mai?” domandò Dean.
    Majutsu e Titania si guardarono, per poi sorridere.
    “Diciamo solo che non tutti potrebbero reggere il nostro stile di vita. Bisogna essere forti, e non solo fisicamente.”
    “Questo lo avevo immaginato per via delle condizioni in cui sono tornati Fred e George. Se due come loro, combina guai cronici, non sono riusciti a uscirne indenni-”
    “Percy, ti abbiamo già detto che è stato solo un incidente. Non abbiamo mica affrontato una banda di squilibrati che a momenti distruggevano un’intera città usando un castello in grado di camminare!”
    A quella frase il gruppo restò in silenzio, per poi scoppiare a ridere.
    “Questo sì che sarebbe stato bello da vedere!” esclamò Seamus.
    “Soprattutto quando ti prendi uno di quei colpi direttamente…” mormorò a bassa voce Scarlett, senza nascondere l’ironia, a Harry, che fu l’unico a sentirla assieme a Hermione, essendo seduti al suo fianco.
    “Beh, non dimentichiamoci di Gajil!” esclamò Natsu. “Quel tipo ci ha dato non pochi problemi!”
    “Gajil?” ripeté Percy. “E chi sarebbe?”
    “Un ragazzo con cui abbiamo avuto un piccolo diverbio.” Si affrettò a precisare Lucy, cercando di nascondere l’errore fatto dal Dragon Slayer. “Ci ha importunato, ma siamo riusciti a convincerlo a cambiare aria…”
    “E qualche osso credo…” aggiunse Fred, facendosi sentire solo dal gemello.
    “Già, ma dopo l’incidente abbiamo potuto far visita senza problemi alla loro città. Non è ai livelli di Diagon Alley, però dobbiamo ammettere che non è male.”
    “E che tipo di prove bisogna sostenere?” domandò Neville. “Non sarà una sfida magica, vero?”
    “Beh, a essere sinceri-” cominciò Harry, interrompendosi quando il portone della Sala Grande si aprì, lasciando entrare un affannato e spaventato Gazza.
    “Preside!” urlò con tutto il fiato che aveva. “Hanno ucciso la mia gatta!”
    A quella frase il silenzio piombò su tutti i presenti.
    Silente si alzò dalla sua sedia.
    “I Prefetti portino gli studenti nei loro dormitori. I professori con me. Facci strada Argus.” Ordinò calmo, per poi voltarsi verso Harry e gli altri. “Signor Potter. Vorrei che tu e i tuoi amici rimaneste qui ancora qualche minuto.”
    Sentendo il cognome, Gazza si voltò verso di lui, per poi indicarlo. “È stato lui preside! Lui e la sua amica Scarlett!”
    “Che cosa?” esclamò Erza, incredula. “E perché mai avremmo dovuto farlo?!”
    “Argus, cosa ti fa pensare che siano loro i responsabili?” domandò Silente, guardandolo, mentre gli altri studenti uscivano, non senza riservare qualche occhiata curiosa alla scena.
    Solo Malfoy sorrideva, nascosto tra i Serpeverde.
    Una volta che tutti furono usciti, il preside si rivolse ai presenti.
    “Andiamo. Facci strada Argus.”
    Il custode annuì, per poi uscire dalla Sala Grande, seguito da tutti.
    Salirono le scale per un piano, per poi percorrere un corridoio.
    Quando arrivarono a destinazione, i professori trattennero il fiato increduli, mentre il gruppo di Fairy Tail restò semplice attonito.
    Sopra un muro, una scritta rossa a lettere cubitali luccicava sotto la luce delle torce.

    LA CAMERA DEI SEGRETI È STATA APERTA
    TEMETE, NEMICI DELL’EREDE



    E a poca distanza dall’inquietante messaggio, appesa a una torcia per la coda, Mrs Purr guardava con occhi vuoti il pavimento, in quel momento ricoperto da una pozza d’acqua, rigida come uno stoccafisso.
    Tra gli astanti, Happy era il più spaventato. “C-Ce l’hanno c-con i g-gatti?” domandò balbettando.
    Silente tirò fuori la bacchetta, agitandola e facendo alzare in volo Mrs Purr, che atterrò dolcemente tra la sue braccia, restando comunque come di pietra.
    Allock in quel momento si fece avanti. “Il mio ufficio è il più vicino, signor preside… qui al piano di sopra… la prego di fare come se fosse a casa sua…”
    “Grazie, Gilderoy.” Rispose lui, per poi girarsi verso gli altri presenti. “Minerva, Severus, vorrei che veniste con me. Anche voi, Scarlett e Potter. Gli altri professori controllino l’intero castello, se c’è un intruso dev’essere trovato subito. Mentre voi è meglio che portiate in dormitorio il giovane Happy. Mi sembra abbastanza scosso.”
    Salamander stranamente non obiettò, annuendo e portando un braccio intorno alle spalle del gatto umanizzato, ma prima che potesse allontanarsi, fu fermato proprio dal preside.
    “Non sente niente, signor Dragonil?” chiese.
    Il Dragon Slayer annusò l’aria, sotto lo sguardo sorpreso di molti docenti, per poi scuotere la testa. “Nulla… è come se da qui non sia passato nessuno da diverse ore. E tutta quest’acqua non aiuta.”
    Silente annuì. “Ti ringrazio. Potete andare.”
    Poi, senza perdere altro tempo, seguirono Allock nel suo ufficio, dove il professore di Difesa contro le Arti Oscure accese le candele sulla scrivania.
    Il preside ci appoggiò la gatta con delicatezza, per poi cominciare a esaminarla, imitato dalla professoressa McGranitt, mentre Piton restava in disparte, cercando di nascondere un piccolo sorriso.
    Harry ed Erza osservavano anche loro Mrs Purr a distanza, mentre Allock, gironzolando di qua e di là per l’ufficio, avanzava ipotesi sull’accaduto.
    “Dev’essere stata una maledizione a ucciderla… probabilmente la Tortura Transilvanica, l’ho vista fare molte volte. Peccato che non fossi presente: conosco il contro-incantesimo che l’avrebbe salvata…”
    I commenti di Allock erano punteggiati dai singhiozzi secchi e rumorosi di Gazza, che si era lasciato cadere su una sedia accanto alla scrivania con il viso tra le mani, incapace di guardare Mrs Purr.
    Intanto Silente continuava a mormorare strane parole, colpendo delicatamente la gatta con la bacchetta magica, ma senza ottenere alcun risultato.
    “…Ricordo che a Ouagadougou è accaduto qualcosa di molto simile.” Continuò Allock. “Una serie di aggressioni-”
    “Professore!” esclamò di colpo Harry, zittendolo all’istante. “Direi che la situazione è già abbastanza grave senza le sue storie.”
    In quel momento Silente si tirò su. “Non è morta, Gazza.” Decretò, girandosi verso il custode.
    “Non è morta?” ripeté lui con voce soffocata, guardando Mrs Purr. “Ma allora… perché è così… rigida e congelata?”
    “È stata pietrificata.” Rispose il preside, facendo sgranare gli occhi ai presenti (escluso Allock, che si limitò a dire “Proprio quel che pensavo!”). “Ma non sono in grado di dire come…”
    “Lo chieda a loro!” strillò Mastro Gazza, indicando i due maghi di Fairy Tail.
    “Nessun allievo del secondo anno può aver fatto qualcosa del genere… Anzi, temo che nessuno studente all’interno della scuola possa farlo. È una cosa che richiede la più sofisticata Magia Nera…”
    “Vi dico che sono stati loro!” gridò ancora il custode. “Avete visto quello che hanno scritto sul muro! Hanno scoperto… nel mio ufficio… loro sanno che io sono… che io sono… un Magonò!”
    I due accusati si guardarono, per poi parlare insieme. “Un che cosa?”
    “Comunque noi non abbiamo nemmeno sfiorato Mrs Purr!” si difese Majutsu. “Nessuno di noi si sognerebbe mai di fare del male a qualcuno! In particolar modo a un gatto!”
    “Garantisco io su questo punto, signor Gazza.” Intervenne la McGranitt.
    “Comunque, se ci permettete…” intervenne Titania, guardando Silente. “Noi conosciamo una persona molto esperta in pietrificazioni… potrebbe sapere qualcosa in più su cos’è successo a Mrs Purr.”
    “E chi sarebbe questa persona?” domandò freddo Piton, squadrando i due.
    Harry sospirò. “Una ragazza per la quale dobbiamo sperare che sia di ottimo umore… o rischiamo di fare tutti la fine di Mrs Purr. Preside, se permette vorrei usare Fanny per contattarla.”
    Silente annuì. “D’accordo. Minerva, Severus, Gilderoy, aspettate qui per piacere.”
    Detto ciò, uscì assieme a Harry.
    Passarono dieci minuti, in cui il gruppo restante restò completamente in silenzio, prima che sentissero qualcosa da oltre la porta.
    “…un misero giorno di vacanze e tu mi porti in un lugubre castello, di notte, al freddo e senza un solo minuto di avvertimento!” sbraitò una voce femminile, poco prima che la porta dell’ufficio di Allock si aprisse di colpo, rivelando una ciabatta appartenente a una ragazza dai lunghi capelli castani, con addosso solo un costume da bagno verde e un paio di occhiali da sole a celarle gli occhi.
    “Per la centesima volta, non ne avevo idea. E poi non avevo mai verificato il fuso orario.” Replicò Harry, rientrando assieme al preside.
    La ragazza abbassò il piede, voltando lo sguardo verso Scarlett. “Titania… non stai molto bene in divisa, sai?” disse con tono freddo.
    “Non ho scelta, Evergreen, lo sai.” Ribatté lei con la stessa freddezza.
    “Scusate…” s’intromise Piton. “Ma chi sarebbe questa ragazzina dalla… sensibilità assai diversa dalla nostra alle temperature?”
    La nuova arrivata si voltò verso di lui. “Ascolta un po’ tu, uomo pipistrello!” esclamò, avvicinandosi con passo quasi marziale. “Sono già di pessimo umore per essere stata prelevata dalle mie vacanze! Mi sono ritrovata da una fantastica spiaggia a un’orrida foresta in piena notte e al freddo. Ci vedo poco e niente per colpa di questi occhiali e prega che non decida di togliermeli!”
    Nella stanza calò il silenzio totale, con il professore di Pozioni che guardava la nuova giunta con una faccia indescrivibile.
    “Bene, mi sono un po’ sfogata.” Sospirò la castana, per poi voltarsi verso Potter. “Allora Majutsu, mi devi ancora spiegare perché mi hai fatto arrivare qui così in fretta.”
    “Abbiamo bisogno di una consulenza su una pietrificazione che è avvenuta poco fa. Pare che non sia qualcosa che succeda spesso.”
    “Chi è la vittima?”
    “La mia gatta.” Rispose Gazza, indicando con la testa il tavolo, dove Mrs Purr giaceva ancora immobile.
    “Un gatto? Mi avete chiamato per controllare un comunissimo gatto?! Ringrazia solo il fatto che Luxus ti rispetta Majutsu, o a quest’ora mi sarei già tolta gli occhiali!”
    “Evergreen, non è solo lei. Se c’è qualcuno che può pietrificare esseri viventi così, sarà solo questione di tempo prima che colpisca un umano. Per piacere, ci serve il tuo aiuto.”
    La ragazza restò in silenzio, per poi sospirare. “E va bene… tutti voi, allontanatevi. Devo guardarla senza occhiali per capire meglio la situazione.”
    “Come mai tutta questa premura per degli occhiali?” domandò la vicepreside.
    “Mi creda… i pochi sventurati che mi guardano negli occhi finiscono peggio di quanto possa immaginare.”
    “Hai per caso una rara malattia?” intervenne Allock. “Se permetti, posso cercare di trovare un rimedio. Dopotutto, tra tutti i miei viaggi, sono sicuro di aver già visto qualcosa del genere.”
    “Lui lo puoi guardare negli occhi senza problemi.” Commentò Harry. “Faresti solo un piacere al mondo.”
    “Oh, allora dev’essere il famoso Allock!” esclamò Evergreen, ignorando il professore che si gonfiò il petto soddisfatto. “L’idiota che si crede un eroe, ma che non è nemmeno capace a tenere in mano un pezzo di legno.”
    A quella frase tutti i presenti, a esclusione del diretto interessato, accennarono un sorriso.
    “Ad ogni modo, vediamo un po’…” riprese, avvicinandosi a Mrs Purr e togliendosi gli occhiali. “Non reagisce… eppure non è una pietrificazione vera e propria. Non è di pietra.”
    “Cosa può averla ridotta così?” domandò Erza.
    “Qualunque cosa sia stata, mi duole ammettere che potrebbe essere anche più abile di me. Io faccio diventare le persone delle vere e proprie statue, ma in questo caso… hanno irrigidito al limite del possibile ogni singola cellula del suo corpo. Nemmeno io posso annullare l’incantesimo.” Continuò, rimettendosi gli occhiali e girandosi a guardare gli altri. “Il che lo rende decisamente pericoloso.”
    “Quindi non ci resta che sperare che non si ripeta più.” Decretò Silente con tono grave.
    “E la mia gatta? Come farà Mrs Purr a tornare come prima?!?!” urlò Gazza. “E sono sicuro che loro sono colpevoli!” continuò, indicando ancora Harry ed Erza.
    “Loro?!” esclamò Evergreen, per poi scoppiare a ridere. “Questa sì che è bella!”
    “Cosa ci trova di così divertente, signorina?” domandò Piton, zittendo la risata di Evergreen.
    “Se mi aveste detto che un’ala di questo castello o qualsiasi altra cosa fosse stata distrutta o avesse preso fuoco, o altro ancora, allora avrei anche potuto crederci. Ma queste due pappamolle sono incapaci di fare realmente del male a qualcuno.” Rispose con serietà. “Se ci fosse stato il capo, il discorso sarebbe stato ben diverso. E credimi, se ci fosse stato lui, avreste già perso un componente del vostro consiglio docente.”
    “È una minaccia?” replicò l’insegnante di Pozioni, fissandola freddamente.
    “Non parlavo mica di lei. Nonostante tutto, mi è simpatico. Parlavo di un certo biondino… motivo per cui sarebbe stato subito colpito da un fulmine a ciel sereno…”
    “Ora basta, Evergreen.” S’intromise Majutsu. “Ti ringrazio per la tua consulenza, ma questo è sufficiente.”
    La ragazza sbuffò, per poi girarsi. “Allora me ne tornerò a godermi le vacanze. Devo solo andare allo stesso posto di prima, no?” proseguì, avviandosi, ma fermandosi sull’uscio. “Oh, giusto, me ne stavo dimenticando. Luxus ti vuole parlare non appena torni.” Disse, voltandosi verso Harry. “Vedi di non farlo aspettare troppo.”
    “Ricevuto. Digli di farsi trovare per metà estate. Non ho voglia di girare mezzo Paese per cercarlo, visto che è lui che mi deve parlare.”
    La ragazza non disse altro, avviandosi e scomparendo lungo il corridoio.
    “Bene, direi che ora è il momento per voi di tornare in dormitorio. Riferite pure la verità ai vostri amici e-”
    “Mi perdoni, preside.” Intervenne Piton. “Ma dopo la presentazione della loro amica, credo sia saggio limitare la libertà di Potter e Scarlett… Potrebbero essere loro i responsabili e aver organizzato questo spettacolino. Personalmente, credo che dovrebbero essere espulsi dalla squadra di Quidditch di Grifondoro.”
    “Ma insomma, Severus!” esclamò con voce tagliente la professoressa McGranitt. “Non vedo il motivo per cui dovrebbe essergli vietato giocare a Quidditch. La gatta non è stata colpita alla testa da un manico di scopa! E solo perché una loro amica è un po’ bizzarra e sembra approvare le pietrificazioni, non significa che sono loro i colpevoli!”
    “E poi ripeto, che motivo avremmo avuto di pietrificarla? Inoltre eravamo nella Sala Grande, come tutti.” Fece Harry.
    “Innocenti fino a prova contraria.” Sentenziò Silente con fermezza.
    “La mia gatta è stata pietrificata!” strillò furibondo Gazza, con gli occhi che sembravano mandare saette. “Qualcuno deve essere punito!”
    “Riusciremo a curarla, Gazza.” Rispose il preside con grande pazienza. “Di recente, la professoressa Sprite è riuscita a procurarsi alcune Mandragole. Non appena saranno cresciute faremo una pozione che riporterà come prima Mrs Purr.”
    “Lasciate fare a me!” si mise in mezzo Allock. “Devo averla preparata centinaia di volte. La pozione ricostituente alla Mandragola so prepararla a occhi chiusi…”
    “Fino a prova contraria…” intervenne Severus con voce glaciale. “…l’esperto di Pozioni in questa scuola sono io.”
    Majutsu sospirò. “Perché non l’ho fatto guardare negli occhi da Evergreen?” mormorò a bassa voce, facendo sorridere Erza e riuscendo a far muovere le labbra del professore di Pozioni in quello che pareva un piccolo ghigno.
    “Allora con il vostro permesso, noi torniamo in dormitorio.” Disse Titania, per poi uscire dalla stanza seguita dall’amico.
    I due percossero il corridoio in silenzio.
    “Perché non gli hai detto della voce?” chiese di colpo la rossa a Potter, che sospirò.
    “Non mi sembrava il caso. Non siamo ancora sicuri se fosse reale o no. Inoltre stasera non l’ho sentita, quindi potrebbe non avere niente a che fare con quanto è successo.”
    “Capisco… ma chi può essere il responsabile allora? Una magia sconosciuta per entrambi i mondi…”
    “Non era sconosciuta.” Disse subito Harry. “Silente non mi sembrava sorpreso. Temo… che questa non fosse la prima volta.”
    “In tutto questo trambusto, credo che ci siamo dimenticati di qualcosa… cos’è questa Camera dei Segreti? Non ne ho mai sentito parlare, e abbiamo letto tutto su Hogwarts. Inoltre non è segnata sulla mappa.”
    “Anche le stanze dove ci siamo scontrati con Voldemort lo scorso anno non erano segnate. I Malandrini, come li chiamano Fred e George, a quanto pare non erano a conoscenza di tutte le stanze della scuola. Certo, ne sapevano più di qualsiasi altro studente, però-”
    “La Camera dei Segreti è una leggenda della scuola.” Intervenne una voce, mentre da una parete usciva Nick-Quasi-Senza-Testa. “Ed è il peggior segreto di questo posto.”
    “Di cosa si tratta, Nick?” chiese Harry, fermandosi ad ascoltare il fantasma.
    “Bisogna tornare ai tempi in cui Hogwarts è stata costruita, ormai più di mille anni fa.” Rispose lui, guardando i due maghi di Fairy Tail. “Molto prima che io muovessi i miei primi passi in questo mondo. Come sapete, è stata opera dei quattro maghi più famosi dell’epoca, di cui ancora oggi ricordiamo i loro nomi grazie alla Case: Godric Grifondoro, Tosca Tassorosso, Priscilla Corvonero e Salazar Serpeverde. Per un periodo, i quattro collaborarono con armonia, cercando maghi per educarli, ma quando Salazar cominciò a pensare che solo i cosiddetti Purosangue fossero meritevoli di tale privilegio, tra lui e gli altri tre fondatori cominciarono a nascere dei dissapori, che si conclusero con Salazar che abbandonò la scuola.”
    “E la camera?”
    “Secondo la leggenda, Serpeverde costruì nel castello una stanza segreta, di cui gli altri fondatori ignoravano l’esistenza, che sigillò finché non sarebbe giunto il suo erede. Solo lui sarebbe stato in grado di aprirla, scatenando gli orrori al suo interno per epurare la scuola da tutti coloro che secondo Serpeverde, sono indegni di studiare la magia.”
    “Voi fantasmi non avete alcuna idea di cosa siano questi orrori?” domandò Erza. “Senza offesa, ma voi siete qui da più tempo di qualsiasi studente e professore…”
    “Purtroppo no, però sappiamo una cosa: la Camera era già stata aperta in passato… oramai cinquanta anni fa. E proprio come è successo con Mrs Purr, gli studenti non purosangue cominciarono a venire pietrificati. Tuttavia… ci fu anche una vittima.”
    A sentire ciò i due maghi spalancarono gli occhi.
    “Quindi non si tratta di semplice pietrificazione…” rifletté Harry. “Potrebbe essere solo un effetto secondario… ma chi può essere il responsabile, se questo erede era qui cinquanta anni fa?”
    “Noi fantasmi cercheremo di scoprire qualcosa in più… Teniamo a questo castello quanto voi studenti. E il fatto che ci possa essere un simile pericolo non è ammissibile.”
    “Grazie Nick. Anche noi, se dovessimo scoprire qualcosa, te lo faremo sapere.”

    Non appena i due maghi si furono allontanati e il fantasma scomparve nuovamente nel muro, Neville uscì dalle tenebre, restando in penombra, tanto che il suo occhio destro sembrò riflettere in modo inquietante la luce.
    “Questo non lo avevo previsto… Credo sia meglio occuparsene il prima possibile… o i miei piani potrebbero saltare…”
    “Non sarà facile come credi!” esclamò una voce nella sua testa.
    Neville ghignò, per poi scomparire nel nulla, riapparendo in uno spazio completamente bianco.
    “Scusa Paciock, hai parlato?” chiese, rivolgendosi al vero Neville, sospeso nel vuoto, come se fosse appeso a un muro invisibile, che alzò lo sguardo, cercando di superare i capelli cresciuti per guardare il suo rapitore.
    “Harry e gli altri ti fermeranno! Ora che so la verità su di loro, ne sono sicuro!” esclamò, sorridendo.
    “Ma tu dimentichi che io ho te. Credi davvero che mi faranno qualcosa finché sei mio ostaggio? Inoltre, finora nessuno si è accorto che ti ho sostituito, neppure i tanto famosi maghi di Fairy Tail. E tu speri ancora che mi possano fermare?”
    “Ne sono certo!”
    Il falso Neville scoppiò a ridere.
    “Ho fatto bene a non sottovalutarti! Sei senza dubbio migliore di quel che dimostri. Ho visto persone abituate alla tortura soccombere alla mia tecnica in pochi minuti. E tu, nonostante ne stia subendo gli effetti da settimane, hai ancora la forza di sperare.”
    “La tua magia non fa altro che darmi ulteriore speranza… la speranza di potertela far pagare di persona!”
    “Mi sembrava di avertelo già detto, Neville… la mia non è magia. È qualcosa di migliore e più potente. Voi maghi non ne avete neppure la più pallida idea. E comunque, anche se dovessi riuscire a liberarti, non potresti essere di nessun aiuto ai tuoi amici. Come ho detto, sono stato previdente, ho fatto in modo che tu non venissi a conoscenza di ciò che sto realmente organizzando. Non sai chi è l’erede.”
    Neville digrignò i denti. “Lo scopriranno da soli! E tu verrai sconfitto! Nonostante quello che dici, stai sottovalutando noi maghi! Come anche i comuni Babbani… anche se riuscirai a sconfiggere tutti noi, il tuo progetto resterà irrealizzabile!”
    “Credi davvero che le loro armi possano nuocermi più dei vostri incantesimi? Tutti voi dovete rassegnarvi a vivere nel mio nuovo mondo.”
    “Aspetta e spera.”
    Il fasullo ghignò ancora, per poi dare le spalle al suo prigioniero.
    “Molto bene allora. Resterò in attesa di vedere la tua speranza infrangersi. Intanto, ti lascerò alla tua tortura…”
    Detto ciò, scomparve così come era apparso, lasciando Neville nella più completa solitudine. “Mamma… Papà…” mormorò con un tono completamente diverso da prima, quasi arrendevole, mentre riabbassava il capo. “Datemi la forza… vi supplico…”
     
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    Macciao Darky! Vedi che alla fine-fine sono arrivata? Mai disperare ù.ù

    Io sono convinta che prima o poi Harry farà qualcosa ad Allock. Magari per sbaglio, ma la farà <.< Non potrà essere così schifosamente fortunato in eterno, giusto?
    Poi penso che forse, e ripeto forse (!!!) solo Natsu riuscirebbe a resistere senza problemi a uno degli allenamenti di Baston, purché riguardi il fare a pugni o prendere a calci qualcuno s'intende. Sarebbe una bella sfida, no? ù.ù Crollerebbe prima Natsu perché stanco o Baston perché sfiancato dalla troppa energia del suo allievo? Sarebbe da vedere xD

    “Non dovete sottovalutare il nostro potere di fare scherzi. Natsu avrà convinto Pix a non importunarlo, ma noi abbiamo altri metodi per persuaderlo ad aiutarci.” Rispose Fred.
    E io non ho la minima intenzione di scoprire quali siano!

    “Erza… temo che facendoli diventare membri di Fairy Tail abbiamo creato due mostri…” mormorò Harry, sbiancando di fronte a quella scena.
    Mai parole furono più vere <.<

    Falville (contrazione di Falso Neville, ho visto troppo Fringe xD) continua a complottare con il suo amico (?) e la piccola Ginny-posseduta. Facendo due conti -poiché tu sai che io so- sei riuscito a creare un ottimo intreccio facendo più cross-over, senza però cadere nell'entropia (?) stile Equilibrio... e questo ci piace ù.ù

    Happy mi fa una tenerezza incredibile... posso spupasharlo un po'? *^* Eh? Posso? *^* Tipregotipregotipregotipregotipregotiprego~ Te lo restituisco come alla consegna *^*

    I deliri di Allock non si contano più, meno male che giunge un nuovo personaggio a rallegrare la serata! Simpatica questa Evergreen, la McGranitt e Silente credo che la inviterebbero per un the, ma non posso dire lo stesso di Piton, mi sembra un po' combattuto sul da farsi con questa signorina. Allock ovviamente si rifiuterà di farle avere una copia autografata di tutti i suoi libri. Ma per questo tutti ringraziano ù.ù xD

    Anche Neville continua la sua battaglia con Falville (xD)... resisti caro çAç Vedrai che ti salveranno!!! çAç

    Che dire ancora? Bel capitolo, complimenti e mi raccomando continua così ù.ù
    Ora questo delirante commento può chiudersi... non far caso alle astrusate che potrei (?) aver scritto, ok? xD
    See ya!
     
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    E finalmente eccomi qui con il nuovo capitolo!
    Dunque, eravamo rimasti con Neville prigioniero e torturato dal misterioso personaggio che ne ha preso il posto... cosa che vi ha lasciato tutti quanti sorpresi, a quanto ho visto XD
    Perciò baldo alle ciance, perciò ringrazio Liberty89 per avermi betato il capitolo e passo alle risposte alle recensioni!

    @ Liberty89: Lib-sensei! Eccoti qui!
    Uhm... togli il "per sbaglio". Prima o poi lo torturerà peggio di come farebbe il peggior torturatore esistente XD.
    Natsu VS Baston... credo verrebbe fuori lo scontro del secolo XD
    - Io pure! XD
    - Già ù.ù
    Falville... nome fantastico! Se permetti, lo prendo in prestito in cambio di Happy XD *offre Happy*
    Vedo che Evergreen ha fatto colpo XD. E credo che parecchi professori sarebbero lieti di prenderla in classe, forse anche Piton XD. E non credo si dispererà per la mancata copia gratuita dei libri XD
    La battaglia tra Neville e Falville (nome che userò d'ora in poi XD) andrà avanti ancora per qualche capitolo, anche se solo in background ù.ù

    Bene, e ora... buona lettura a tutti!

    Capitolo 32: Bolidi impazziti, illusioni e maldestri tentativi di salvataggio - Torna all'indice dei capitoli
    Harry sbatté gli occhi, cercando di mettere a fuoco la vista.
    Ma con sua sorpresa, tutto ciò che vide fu pura oscurità, che gli impediva di scorgere qualsiasi cosa fosse celata al suo interno.
    Aprì la bocca per parlare, tuttavia tutto ciò che uscì fu solo silenzio.
    “Io dico le cose così come stanno e non cambio idea!” urlò una voce, che riecheggiò in quel misterioso spazio, facendo girare la testa al mago, alla ricerca della fonte.
    “RASSEGNATI AL FATTO CHE IO MI RASSEGNI.” Continuò, mentre di fronte a Majutsu l’oscurità cominciava a vorticare per riunirsi in un punto e prendere lentamente un aspetto umanoide, lasciandosi dietro solo bianco.
    “Non restare lì immobile a piangere sul destino immutabile, perché tu, a differenza di me, non sei un fallito.” Parlò la figura, mostrando una bocca bianca, mentre apriva gli occhi, rivelando due iridi azzurre.
    “Non deve succedere, giuro che ti fermerò anche a costo di toglierti la vita.” Concluse, per poi illuminarsi, costringendo Harry a serrare le palpebre per non restare accecato.
    E fu a quel punto che Potter si alzò di colpo dal letto, con un rivolo di sudore che gli scendeva dalla tempia.
    “Tutto bene Harry?” domandò Neville, anche lui sveglio, seduto a gambe incrociate sul letto, come se fino a un secondo prima fosse stato intento a riflettere.
    “S-Sì… solo un altro sogno assurdo… Forse dovrei mangiare più leggero la sera…”
    “I sogni non sono mai assurdi.” Replicò l’altro, attirando su di sé lo sguardo dell’amico. “Io trovo che sarebbe magnifico se potessimo vivere nei nostri sogni… Pensa, sarebbe il mondo che desideriamo… dove nulla va come non vorremmo…”
    “Sarebbe un mondo orrendo.” Ribatté subito Harry, alzandosi. “Mi dispiace, ma per quanto una cosa possa essere terribile, se è successa significa che doveva succedere. Ora scusami, ma è meglio che cominci a scendere, tanto Baston avrebbe mandato qualcuno a svegliarmi tra poco. Avvisa tu Natsu e Gray per piacere.”
    Ancora mezzo assonato, Majutsu non notò lo sguardo gelido che il compagno gli stava riservando.
    “Va bene.” Rispose questi, per poi osservarlo uscire. “Così anche tu la pensi così, eh? Siete tutti degli stupidi… ma tanto durerà ancora per poco…” concluse, guardando il Dragon Slayer agitarsi nel sonno.

    “’Giorno Harry!” lo salutarono assieme Fred e George, sedendosi al suo fianco al tavolo di Grifondoro, mentre Erza si sedeva di fronte. “Pronto per la partita?”
    “Vuoi dire per forse una delle più grandi prove di pazienza che dovrò mai sostenere?” replicò Majutsu, ghignando. “Sarà difficile non spaccare il naso a Malfoy…”
    “Prima di quello dobbiamo pensare a dimostrargli che è l’abilità quella che conta davvero!” esclamò Titania. “Poi dopo Fred e George saranno più che liberi di mandarli contro entrambi i bolidi assieme.”
    “Contate pure su di noi! Gli manderemo contro due bolidi… esplosivi!” esclamarono assieme.
    “Questo è lo spirito giusto!” intervenne una voce, anticipando Baston e il resto della squadra.

    Sul far delle undici, tutta la scuola cominciò ad avviarsi allo stadio. Era una giornata umida e coperta, e nell’aria c’era odore di temporale. Il gruppo di Fairy Tail arrivò di corsa, giusto in tempo per augurare buona fortuna ai loro amici che stavano entrando negli spogliatoi. Dopodiché si diressero verso gli spalti del Grifondoro, accompagnati da Neville, Ginny e una scocciata Melody.
    “Non capisco proprio cosa ci troviate in questo sport…” sbuffò, sedendosi accanto a Paciock.
    “È semplicemente il miglior sport esistente.” Rispose Ron.
    “Già. Anche se secondo me dovrebbero permettere ai giocatori di prendersi a pugni.” Affermò Natsu.
    “In quel caso ci giocheresti pure tu, vero, aye?” commentò Happy, sconsolato.
    “Beh, volare su una scopa sarebbe un problema…” rispose sincero il Dragon Slayer. “Ah, come vorrei essere come mio padre…”
    “Era abile a volare?” domandò Neville, interessato.
    “In un certo senso…”
    “Oh, ecco perché gli Alagai sono così intensi intorno a te.” S’intromise Luna, facendo saltare per aria i presenti.
    “L-Luna!” balbettò Lucy. “C-Come mai sei qui? Credevo che gli spalti dei Corvonero fossero dall’altra parte…”
    “Da qui si vede meglio.” Replicò la nuova arrivata con una semplicità disarmante.
    “Cosa sono gli Alagai?” domandò Gray, inarcando un sopracciglio.
    “Oh, piccoli spiriti che circondano le persone abituate a volare. Natsu e Happy ne hanno centinaia intorno a loro… Cosa strana, visto che nessuno dei due gioca a Quidditch…”
    “E-Ecco…”
    “Spiriti?” disse Melody interrompendo il rosato, guardando di traverso la compagna di anno. “Ridicolo. Come se esistessero veramente.”
    “Temo che tu non potrai mai percepirli.” Replicò Luna, con il suo solito tono sognante.
    Tuttavia Neville socchiuse gli occhi e la fissò con sguardo attento.
    ‘Forse questo gruppo di pazzi non è l’unico che devo tenere sotto controllo…’ pensò. ‘A quanto pare non sono l’unico in grado di recitare.’
    Diversi metri sotto di loro, chiusi negli spogliatoi, i membri della squadra di Grifondoro si stavano cambiando, mentre Baston si apprestava a cominciare il solito discorso pre-partita.
    “I Serpeverde hanno scope migliori delle nostre.” Esordì. “Inutile negarlo, ma a cavallo delle nostre ci sono giocatori più valenti! Ci siamo allenati più di loro, abbiamo volato col sole e con la pioggia…”
    “Troppo vero.” Mormorò Fred. “Nemmeno con Juvia ci siamo bagnati così tanto…”
    “… e gli faremo rimpiangere il giorno che hanno permesso a quello schifoso di Malfoy di comprarsi l’ammissione nella squadra.” Continuò il capitano, ignaro del discorso del Weasley, per poi rivolgersi a Majutsu.
    “Starà a te dimostrargli che per essere un bravo Cercatore non basta avere un babbo coi quattrini. Metti le mani su quel Boccino prima di Malfoy anche a costo della vita Harry, perché oggi dobbiamo vincere, dobbiamo assolutamente vincere!”
    “Tanto per non metterti sotto pressione.” Gli disse Titania.
    “E tu Erza… se magari riesci a colpire per sbaglio qualche giocatore con la Pluffa… Beh, non credo sarebbe cosa malvagia, vista la tua forza.”
    “Ehi, ti dimentichi di noi, i Bolidi umani!” esclamarono insieme i due gemelli, facendo scoppiare a ridere tutti.
    Quando entrarono in campo furono accolti da un boato, soprattutto applausi, poiché il Tassorosso e il Corvonero erano ansiosi di vedere battuto il Serpeverde, ma in mezzo alla folla, questi ultimi fecero sentire anche i loro fischi e le loro grida.
    Madama Bumb chiese a Flint e a Baston di stringersi la mano, cosa che loro fecero lanciandosi occhiate velenose e serrando la presa un bel po’ più del necessario.
    “Al mio fischio.” Disse l’arbitro. “Tre, due, uno…”
    La folla esultò al decollo dei giocatori: i quattordici ragazzi si sollevarono nel cielo plumbeo. Harry volò subito più in alto di tutti, mettendosi alla ricerca del Boccino.
    “Tutto bene, Sfregiato?” gli gridò Malfoy, saettando sotto di lui, come se volesse mostrare la velocità della sua scopa.
    Majutsu fece per replicare, ma fu costretto a spostarsi velocemente per evitare un Bolide che aveva deciso di colpirlo e che lo mancò di pochi centimetri, tanto che si sentì arruffare i capelli.
    “Fuori uno, Harry!” urlò George, sfrecciandogli accanto a tutta velocità, per poi colpire il Bolide e mandarlo contro un Serpeverde, Adrian Pucey.
    Ma sotto lo sguardo incredulo dei due, il Bolide si fermò a metà strada, per poi tornare indietro.
    “Che cosa?!” esclamò il Weasley, mentre Potter si abbassava di nuovo, permettendogli di colpirlo nuovamente e mandarlo contro Malfoy.
    Per la seconda volta, il Bolide cambiò direzione, puntando nuovamente verso Majutsu.
    “Tu resta qui!” urlò lui al rosso, per poi scendere velocemente di quota, seguito subito dalla sfera.
    Tuttavia, con sua sorpresa, a metà strada cambiò direzione e volò a tutta velocità verso Erza, che con la Pluffa in mano era diretta verso le porte avversarie.
    Fred fu più veloce, raggiungendola e colpendo il Bolide, mandandolo contro Flit. La palla però cambiò ancora direzione, tornando a seguire Harry.
    Sugli spalti, i maghi di Fairy Tail guardarono con sgomento la scena.
    “Che cosa sta prendendo a quel Bolide? Perché cerca di colpire solo Harry ed Erza?!” esclamò Lucy, mentre Neville fissava la partita in silenzio.
    Visto da nessuno, sul suo volto apparve un ghigno.
    ‘Vediamo come ve la cavate con questo… Maghi di Fairy Tail!’ pensò, mentre Malfoy gli passava davanti, fermandosi per qualche secondo.
    Anche sul suo volto apparve il medesimo ghigno, dopodiché partì nuovamente.
    Majutsu si abbassò ancora, evitando per l’ennesima volta il Bolide impazzito.
    Dietro di lui Erza dovette fare lo stesso, mentre Fred e George cercavano in tutti i modi di mandarlo via.
    “Ma che cosa diamine prende a questo coso?!” esclamò uno dei due, colpendolo nuovamente, ma senza ottenere risultati, mentre cominciava a piovere.
    “Qualcuno deve averlo sabotato. Non era mai successo durante gli allenamenti che seguisse solo persone predefinite!” replicò Titania, per poi fermarsi a mezz’aria, guardando incredula davanti a sé.
    Gli altri tre la imitarono, restando increduli di fronte a quello spettacolo.
    Dinnanzi a loro, al posto di un solo Bolide ora ce n’erano una decina.
    “Stiamo scherzando?! Qui la partita va subito sospesa!” urlò Fred, facendo per alzare la mano per segnalare la situazione a Baston.
    Ma prima che potesse portare a termine il gesto, i Bolidi partirono all’attacco, questa volta dirigendosi verso tutti e quattro, che furono costretti a volare via per evitarli.
    “Okay, temo che non ci permetteranno di avvertire gli altri. E con questa pioggia dubito che qualcuno oltre a noi se ne sia accorto!” sentenziò Harry, deglutendo.
    “Che cosa facciamo?” domandò Fred. “Se usassimo la magia-”
    “No! Lo sai che non possiamo usarla qui. Siamo di fronte a tutta la scuola, capirebbero subito che c’è qualcosa che non va! Dobbiamo solo resistere finché non diminuisce la pioggia, permettendo anche agli altri di vedere che ci sono diversi Bolidi in più!”
    “Allora meglio darci da fare!” esclamò George, preparandosi a colpire un Bolide che lo aveva preso di mira.
    Ma con sua totale incredulità, la mazza gli passò attraverso, come se fosse stato un fantasma.
    “Che… cosa…?” mormorò con gli occhi sgranati, guardando il Bolide proseguire la sua corsa, per poi scomparire nella pioggia.
    “Sono finti?!” gridò il fratello, non credendo neppure lui ai suoi occhi. “Ma che razza di magia è questa? Non è di questo mondo!”
    “Questo complica non poco la situazione.” Rifletté Potter, affiancandosi a Erza. “Significa che probabilmente solo uno è quello vero.”
    Per i successivi dieci minuti, i quattro Grifondoro furono costretti a eseguire una serie di manovre azzardate per evitare i Bolidi. I gemelli cercavano di colpirne il più possibile, ma trovarono quello vero solo un paio di volte.
    “Vi allenate per un ballo?” domandò una voce sopra di loro, mostrando Malfoy che li guardava divertito.
    “Tu… Ci sei tu dietro a tutto questo, non è vero? Non ti bastava esserti comprato il posto?!” gli gridò contro Erza.
    “Non so di cosa stai parlando, Scarlett.” Rispose lui.
    “Lurido-”
    Ma Majutsu non completò la frase.
    Dietro alla testa di Malfoy, il Boccino d’Oro era fermo a mezz’aria, a pochi centimetri dall’orecchio del Serpeverde.
    WHAM!
    Harry lanciò un urlo di dolore che echeggiò per tutto il campo.
    Il Bolide alla fine lo aveva colpito al gomito, approfittando di quell’attimo di distrazione.
    Potter sentì distintamente l’osso rompersi, e fu costretto a compiere diversi giri su se stesso con la scopa, con il braccio che ciondolava inerte lungo il fianco.
    “Harry!” urlarono i tre amici, mentre i finti Bolidi scomparivano, lasciando solo l’originale, che si diresse nuovamente verso il moro, deciso a finire il lavoro.
    Majutsu nel frattempo alzò nuovamente lo sguardo, constatando con piacere che il Boccino d’Oro era rimasto al suo posto, e Malfoy non se n’era ancora accorto, troppo intento a ridere di lui.
    “Voi occupatevi di quel maledettissimo Bolide.” Ordinò ai compagni, per poi partire a tutta velocità contro il Cercatore avversario.
    “Non aspettavo di meglio!” urlò Scarlett, tirando indietro il braccio e mettendosi a metà strada tra il bolide e Harry. “Prendi questo!”
    Sotto lo sguardo incredulo dei gemelli Weasley, Titania colpì il Bolide con un pugno, facendogli attraversare a tutta velocità i metri che li distanziavano dal suolo, facendolo scontrare con esso con una forza tale da creare un piccolo cratere, che sollevò una nuvola di fango e pioggia, e causare una piccola scossa.
    In quel momento tutti quanti, giocatori e spettatori, si girarono verso la fonte del frastuono, guardando sorpresi il Bolide, che ora giaceva a terra spaccato in due parti.
    “Siete stati voi a colpirlo, chiaro?” dichiarò Erza, scuotendo la mano intorpidita.
    “E come diamine potremmo spiegare una cosa del genere?!” risposero i fratelli all’unisono.
    Sopra di loro, Harry continuava la sua corsa contro Malfoy, il quale fece sparire il ghigno.
    “Speri forse di riuscire a colpirmi?” domandò con sufficienza, spostandosi di lato.
    Fu il turno di Harry di sorridere.
    “No… volevo che facessi proprio ciò che hai appena fatto!” esclamò, superandolo e afferrando con la mano sana il Boccino, restando attaccato alla scopa solo grazie alla forza delle gambe.
    A quel punto, l’adrenalina che l’aveva fatto andare avanti fino a quel momento venne meno, e il moro cominciò a precipitare verso terra, incapace di manovrare la scopa per il dolore al braccio.
    Con un ultimo sforzo riuscì a rallentare la caduta, ma a pochi metri da terra scivolò, cadendo nel fango, mentre la scopa rotolò poco lontano.
    Rimase lì, fermo, con il braccio rotto che formava un angolo innaturale, mentre le grida degli spettatori si facevano sempre più deboli, come la sua vista.
    “A… Abbiamo… vinto…” mormorò, prima di svenire.
    Quando riprese i sensi, la prima cosa che attirò la sua attenzione fu una voce a lui ben tristemente nota.
    “Suvvia, fatemi passare… Lo aiuterò senza alcuna difficoltà!”
    “Grazie, ma non ce n’è alcun bisogno. Lo porteremo in infermeria.”
    “Non siate ridicola, signorina Scarlett… Oh, guardate, si è svegliato!”
    Prima che Erza, Fred o George potessero fermarlo, Gilderoy Allock riuscì finalmente a superare la barriera umana che i tre avevano formato, raggiungendo uno stordito Potter.
    “Oh no… lui no…” mormorò, cercando di ignorare il dolore al braccio.
    “Non sa quello che dice.” Commentò il professore ad alta voce. “Niente paura Harry, adesso ti rimetto a posto il braccio.”
    “No!” urlò subito Majutsu, tremando al solo pensiero di cosa avrebbe combinato al suo povero arto. “Grazie, ma me lo tengo così… un braccio rotto non è una novità…”
    Cercò quindi di mettersi seduto, ma il dolore era troppo forte, e lo costrinse a restare sdraiato. Prima che potesse aprire bocca sentì un clic familiare.
    “Colin, non sono nelle condizioni giuste per una foto… e mi pareva di essere stato chiaro sul fatto che non volevo essere fotografato…”
    “Rilassati Harry.” Ordinò Allock. “È una magia semplicissima. L’ho usata un’infinita di volte.”
    “Può averla fatta anche a Mavis per quel che m’interessa, non ho alcuna intenzione di farmi curare da lei! Mi lasci semplicemente andare in infermeria!”
    “Penso abbia ragione lui, professore.” Intervenne Baston che nonostante il suo Cercatore fosse ferito, non riusciva a fare a meno di sorridere. “Ottimo lavoro Harry. Credevo fosse successo qualcosa, quando tu, Erza, Fred e George siete come scomparsi nel nulla per diversi minuti. Dannata pioggia… Certo, chi si aspettava che un fulmine avrebbe colpito un Bolide? Non abbiamo nemmeno sentito il tuono…”
    “Un fulmine, eh?” ripeté Majutsu, guardando la compagna, che si limitò a guardarsi la mano, fischiettando con nonchalance, sotto lo sguardo ancora incredulo dei gemelli.
    “Su, state indietro.” Disse Allock, agitando la bacchetta prima che qualcuno potesse fermarlo e pronunciando l’incantesimo.
    “No!” urlò ancora Harry, inutilmente.
    Il moro avvertì una sgradevole sensazione che partiva dalla spalla e si diffondeva fino alla punta delle dita. Era come se il braccio gli si fosse sgonfiato.
    Gli bastò vedere i tre amici perdere di colpo il colore dal viso per capire che qualcosa era decisamente andato storto. E il fatto che Colin cominciò a scattare foto all’impazzata lo confermò.
    “Andiamo a chiedere asilo politico a Makarov?” Mormorarono Fred e George insieme, indietreggiando.
    Potter prese fiato, poi spostò lo sguardo verso il braccio. O meglio, quello che una volta doveva essere stato il suo braccio. Dalla manica della tuta spuntava quello che assomigliava più a uno spesso guanto di gomma color carne.
    Sotto i suoi occhi spalancati, Harry cercò di muovere le dita, senza però ottenere alcun risultato.
    La temperatura sembrò scendere immediatamente di diversi gradi.
    “Lei non mi ha saldato le ossa… me le ha fatte sparire…” mormorò con voce glaciale Majutsu, facendo indietreggiare tutti i presenti, a esclusione del professore, che sembrò non rendersi conto del pericolo che stava correndo.
    “Beh… sì, a volte può succedere. Ma l’importante è che le ossa non sono più rotte, questo è ciò che bisogna tenere presente, poi vedrai che Madama Chips sarà in grado di rimetterti un po’ in sesto…”
    “Ma lei è completamente idiota?!” gli urlò contro Harry, decisamente infervorato. “Nessuno finora mi ha fatto sparire tutte le ossa di un braccio!”
    Prima che potesse fare qualcosa di cui probabilmente non si sarebbe pentito tanto presto, Erza lo prese per l’arto sano e lo tirò in piedi.
    “Forza, andiamo… Per quanto vorrei aiutarti, non possiamo fare nulla…”
    “Lasciami almeno staccargli un braccio! Uno solo!” sbraitò il moro per tutta risposta, venendo trascinato via dal campo, sotto lo sguardo sorpreso di Allock.
    “Non capisco perché abbia reagito così. È stato un semplice errore…” bofonchiò, ignaro degli sguardi furiosi del resto dei Grifondoro.

    Madama Chips non fu affatto contenta.
    “Sareste dovuti venire dritto filato da me!” li redarguì, mentre sollevava lo squallido e floscio avanzo di quello che, soltanto mezz’ora prima, era stato un braccio perfettamente funzionante.
    “Mi creda, ci ho provato, ma ero impossibilitato a reagire… Riuscirà a farmele ricrescere, vero? Non vorrei dover tornare a casa per farmi curare…”
    L’infermiera lo fissò truce, come se il ragazzo l’avesse appena offesa.
    “Certo che ci riuscirò! Ma ti avverto Potter, sarà doloroso. Dovrai passare la notte qui.”
    Majutsu sospirò, prendendo al volo un pigiama che la donna gli lanciò.
    “Vado io ad avvisare gli altri, tranquillo.” Fece Scarlett, girandosi.
    “Grazie. E di’ agli altri di stare tranquilli, e di non venire. Ho paura che potrebbero comunque venire buttati fuori per il troppo casino che farebbero…”
    “D’accordo. Cercherò di convincere Natsu a non bruciare Allock…”
    “Magari lasciagli fare una piccola ustione di primo grado… o fagli dare fuoco ai capelli…” replicò Harry, togliendosi la parte superiore della tuta per poi cominciare a mettersi il pigiama, mentre l’amica usciva dall’infermeria.
    Non appena finì di cambiarsi si mise a letto, con il braccio che sbatacchiava di qua e di là, inutilizzabile.
    In quel momento lo raggiunse Madama Chips, che teneva tra le mani una grossa bottiglia con scritto sopra ‘Ossofast’.
    “Preparati a una nottataccia.” Disse versandogli in un bicchiere il liquido incolore e fumante e porgendoglielo. “Far ricrescere le ossa è proprio una faccenda poco piacevole.”
    “E lo è anche bere questa roba!” pensò Majutsu mandando giù la pozione, che gli bruciò la bocca e la gola, costringendolo a tossire non appena ebbe finito di berla.
    “N-Non sarà peggiore di alcune mie notti passate fuori casa…” bofonchiò, cercando di riprendere fiato, mentre l’infermiera si allontanava, borbottando qualcosa sugli sport pericolosi e su insegnanti inetti, lasciandolo solo.
    “Restare senza ossa… un’esperienza che ancora mi mancava… Polyushka di certo chiederebbe come minimo la testa di quell’idiota…” mormorò, sorridendo divertito al pensiero, per poi sdraiarsi e chiudere gli occhi.


    Colin Canon guardò oltre un muro, dove si era appiattito per non farsi scoprire dai professori che facevano la guardia.
    “Sono sicuro che Harry sarà felice di vedermi!” esclamò a se stesso sottovoce, sorridendo e stringendo la macchina fotografica con una mano per l’entusiasmo, mentre nell’altra teneva un grappolo d’uva.
    “Non hai fatto una gran bella figura oggi.” Sentì dire da una voce sconosciuta, poco lontana, che attirò la sua curiosità.
    “Umpf. Non era nel mio interesse. Dopotutto, l’importante è che si sia fatto male, no? E i tuoi Bolidi alla fine non sono serviti a granché!” rispose un’altra voce, nella quale si poteva sentire un filo di furia.
    “Vedo che le cose in cinquant’anni non sono poi cambiate troppo.” Replicò una terza.
    Colin deglutì silenziosamente, cercando di avvicinarsi alla fonte delle voci.
    Quando riuscì a individuarla, spalancò gli occhi incredulo, restando ben nascosto dietro il muro.
    A pochi metri di distanza c’era Neville, assieme a un tizio con una maschera a coprirgli interamente il volto, e che indossava una divisa di Hogwarts, mentre al loro fianco c’era uno studente con le braccia incrociate che doveva essere intorno al quinto anno.
    “Voi maghi siete gente proprio stramba. Io non avrei esitato un momento a eliminarlo visto che qualcuno aveva già deciso di aiutare.”
    “E allora perché non l’hai fatto? Con i tuoi poteri babbani, di certo non sarebbe stato difficile.” Replicò Klaun, guardando storto Paciock.
    “Ero accanto ai membri di Fairy Tail, e ci sarebbero stati troppi testimoni. Ma pazientate, presto farò la mia mossa contro di loro, e l’unico ostacolo che si pone tra me e la conquista di questo mondo sarà distrutto.”
    “Prima dovrai affrontarmi. La nostra alleanza durerà solo finché non avrò riguadagnato tutte le mie energie. Cosa che sarà più veloce grazie alla tua strana magia. Altrimenti non potrei essere qui così ora.”
    “Tsk. È solo perché per attuare il mio piano mi serve il tuo aiuto. E comunque, contro di me neppure il famigerato Lord Voldemort può fare qualcosa. Sono a un livello superiore di voi miseri maghi.”
    Il ragazzo diventò livido, per poi cominciare a sibilare, come un serpente.
    “Non mi fai paura, Tom. Sai perfettamente che posso respingere il tuo animaletto senza alcun problema.”
    Il ragazzo sorrise.
    “Tu sì, ma non il ragazzino nascosto dietro quel muro.” Rispose.
    Colin spalancò gli occhi, per poi cominciare a correre lontano, mandando a quel paese tutta la discrezione e la prudenza. Anzi, sperava che qualche professore lo trovasse prima di quei tre.
    “Guarda attraverso la macchina fotografica!” urlò una voce nella sua testa.
    Colin non badò minimamente a come poteva aver sentito quella voce e a chi appartenesse, ma obbedì a quel silenzioso ordine.
    L’ultima cosa che vide prima che diventasse tutto buio furono due occhi rossi.

    ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

    “Sei davvero diventato più forte…” esordì una voce. “Forse mi eguagli, o addirittura mi superi.”
    Harry sollevò gli occhi stanchi, cercando di guardare chi gli stava parlando, ma vedendo soltanto una sagoma indistinta, che continuò a parlare. “Ma mettiti bene in testa che più una tecnica è potente, tanto maggiore è il rischio per chi la usa.”
    “Lo so…” rispose d’istinto Majutsu, senza riuscire a fermarsi, come se le parole fossero uscite di loro spontanea volontà.

    Harry si svegliò con un piccolo gemito di dolore. Il braccio ora sembrava come pieno di grosse schegge.
    Per un istante pensò che fosse per quello che si era svegliato, ma con suo orrore, sentì qualcosa di umido sulla fronte. Cercando di restare impassibile, controllò di avere il pieno uso del braccio intero, per poi muoverlo di colpo, afferrando colui che gli stava bagnando la fronte con un panno umido.
    “Fermo!” esclamò, mentre sollevava come se niente fosse l’intruso, con sua sorpresa.
    Quando lo ebbe portato a portata di vista, sbuffò.
    “Immagino di avere finalmente l’onore di incontrare Dobby, vero?” domandò, osservando la creatura di fronte a lui.
    “Harry Potter è tornato a scuola.” Bisbigliò tristemente questo, mentre veniva lasciato libero. “Dobby sperava che i suoi amici lo avessero avvertito, ma così non è stato…”
    “Sì che mi hanno riferito il tuo messaggio.” Rispose lui. “E adesso tu mi dirai come hai fatto a raggiungere Fiore! Chi stavi seguendo oltre a noi?”
    “Gli elfi domestici usano una magia diversa, Harry Potter. Dobby ha seguito la vostra traccia e la sua… Ah, Harry Potter, perché non ti sei fermato quando la barriera ha opposto resistenza?”
    Majutsu lo guardò serio.
    “Quindi sei tu il responsabile!” ruggì, cercando inutilmente di mettersi seduto. “I miei amici hanno rischiato l’espulsione per colpa tua!”
    “Dobby lo sa… Dobby si è dovuto stirare le mani per punirsi.” Rispose lui, mostrando dieci lunghe dita bendate. “Ma Dobby doveva impedire a Harry Potter di tornare a Hogwarts. Dobby sapeva che Harry Potter era potente, ma non credeva così potente. Dobby è rimasto così sconvolto che Harry Potter era tornato a Hogwarts che ha fatto bruciare il pranzo del suo padrone. Dobby non aveva mai ricevuto una frustata come quella, signore…”
    “Se penso a tutto quello che hanno rischiato Ron, Lucy e Gray… è meglio che tu sparisca prima che mi tornino a posto le ossa, o rischio di strangolarti.”
    L’elfo domestico fece un debole sorriso.
    “Dobby è abituato alle minacce di morte, signore. Dobby ne riceve cinque volte al giorno, quando è a casa.”
    Si soffiò il naso su un pezzo della lurida federa che gli faceva da vestito, con un’aria tanto patetica che Harry sentì svanire la rabbia.
    “Perché indossi quel coso, Dobby?” chiese curioso.
    “Questo, signore?” replicò l’elfo, attorcigliando un altro pezzo della federa. “Questo è un segno della schiavitù dell’elfo della casa, signore. Dobby può essere liberato solo se il padrone gli regala dei vestiti veri, signore. La famiglia sta bene attenta a non passare a Dobby neanche un calzino, signore, perché altrimenti lui sarebbe libero di lasciare la casa per sempre.”
    “Allora non dev’essere tanto conveniente avere un elfo domestico.” Disse Harry, sorridendogli. “La mia preoccupazione principale sarebbe più che altro avere qualcuno che mi pulisce i vestiti, piuttosto che prepararmi il pranzo. Tanto a casa ci sto comunque solo qualche notte, non di più.”
    “Harry Potter è tanto diverso da come Dobby credeva. Harry Potter deve tornare nell’altro mondo! Dobby pensava che il suo Bolide bastasse a fargli-”
    “Il tuo Bolide?!” esclamò Majutsu, sentendo tutta la rabbia tornare. “Come sarebbe a dire il tuo Bolide? Hai manomesso tu quel coso perché ammazzasse me e i miei amici?”
    “Ammazzarvi no signore, Dobby non oserebbe mai! Dobby voleva solo ferirvi per farvi tornare a casa. Dobby non immaginava che qualcuno avrebbe preso il controllo del suo Bolide.”
    Harry spalancò gli occhi.
    “Cos’hai detto?”
    “Il mio Bolide avrebbe dovuto colpire solo Harry Potter e la sua amica Scarlett. Il Bolide di Dobby non avrebbe dovuto moltiplicarsi.”
    Harry si portò la mano sana sotto il mento.
    “Quindi c’è davvero qualcuno che cerca di farci la pelle… Ma chi? E immagino che tu non voglia dirmi il pericolo da cui vuoi così disperatamente salvarmi, vero?”
    “Ah, se solo Harry Potter sapesse!” gemette l’elfo. “Se lui sapesse cosa significa per noi, per noi ultimi, per noi schiavi, per noi che siamo la feccia del mondo della magia! Dobby ricorda com’era quando Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato era al culmine del suo potere, signore! Noi elfi della casa eravamo trattati come vermi, signore. Naturalmente, Dobby viene ancora trattato così, signore. Ma in generale, per la gente della mia specie, signore, la vita è migliorata da quando lei ha trionfato su Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato. Harry Potter è sopravvissuto e il potere del Signore Oscuro si è infranto, ed è sorto un nuovo giorno, signore, e Harry Potter ha brillato come un raggio di speranza per quelli di noi che pensavano che i giorni Oscuri non avrebbero mai avuto fine, signore… E ora a Hogwarts stanno per accadere cose terribili, forse stanno già accadendo, e Dobby non può lasciare che Harry Potter rimanga qui ora che la storia sta per ripetersi…”
    “Dobby.” Disse Majutsu con calma, guardandolo seriamente. “Io non sono debole come pensi. E non lo sono neppure i miei amici. Non so se nel tuo viaggio l’hai scoperto, ma io sono famoso nell’altro mondo come uno dei maghi più forti della mia età. Anzi, forse il più forte. Certo, esistono maghi molto più potenti di me, ma io non sono da sottovalutare. Ti assicuro che finché io e miei amici saremo qui, nessuno morirà. Questa è una promessa. Se l’erede è davvero tornato, allora lo ricacceremo a calci da dov’è venuto, come direbbe Natsu. E non solo, farò di tutto anche per aiutare te! Da ciò che mi hai detto della tua vita, non posso lasciare che continuino a torturarti!”
    Dobby lo guardò con le lacrime agli occhi.
    “Dobby aveva sentito dire di quanto Harry Potter era nobile… Sì, Dobby ha sentito parlare di Majutsu… Ma lui deve salvarsi, deve, Harry Potter non deve-”
    Ma l’elfo domesticò si impietrì e le sue orecchie da pipistrello cominciarono a tremare. Anche Harry si fece attento, mentre fuori dalla porta cominciava a sentirsi il rumore di passi affrettati.
    “Dobby deve andare!” ansimò terrorizzato l’elfo, per poi svanire nel nulla con uno schiocco.
    Majutsu lasciò cadere sul letto il braccio, sospirando.
    In quel momento la porta dell’infermeria si spalancò di colpo, lasciando entrare Silente e la professoressa McGranitt. Reggevano tra le mani quella che sembrava una statua, che depositarono su un letto.
    “Chiama Madama Chips.” Fece Silente, e la McGranitt passò in fretta davanti al letto di Harry, per poi scomparire.
    “C’è stato un altro attentato.” Disse il Preside, ben sapendo che Majutsu era sveglio. “Ma questa volta non si è trattato di un animale.”
    “Chi… Chi è stato colpito?” domandò il moro, non senza un po’ di timore nel sapere la risposta.
    “Il giovane Colin Canon. Minerva l’ha trovato sulle scale. Pensiamo stesse venendo a trovarti.”
    Harry sentì lo stomaco torcersi, mentre cercava di tirarsi su per vedere il compagno di Casa.
    Colin Canon aveva gli occhi spalancati e le mani, ancora sollevate, reggevano la sua fidata macchina fotografica.
    In quel momento riapparve la McGranitt, seguita da Madama Chips.
    “Pietrificato?” chiese in un sussurro l’infermiera.
    “Proprio così, ma mi vengono i brividi al pensiero… se Albus non fosse sceso di sotto per prendere una cioccolata calda chissà cosa avrebbe potuto…”
    Tutti e quattro restarono a fissare in silenzio Colin. Poi Silente si chinò e liberò la macchina fotografica dalla rigida stretta del ragazzo.
    “Pensate che sia riuscito a scattare una foto del suo aggressore?” chiese ansiosamente la vicepreside.
    Silente non rispose, facendo saltare il coperchio sul retro della macchina.
    Uno sbuffo di vapore uscì con un sibilo dalla macchina fotografica. Majutsu, a tre letti di distanza, sentì l’odore acre della plastica bruciata.
    “Per tutti i gargoyles!” esclamò Madama Chips, sorpresa. “Fuso… è tutto fuso…”
    “Che cosa significa questo, Albus?” incalzò la McGranitt.
    “Significa… che la Camera dei Segreti è stata davvero aperta di nuovo…” rispose il preside con sguardo serio.
    Madama Chips si mise una mano sulla bocca, mentre la professoressa fissava Silente.
    “Ma chi è che può averla aperta dopo cinquant’anni?” domandò Harry, attirando gli sguardi dei tre adulti su di sé.
    “La questione non è chi…” lo corresse Silente. “La questione è come…”
    Harry annuì.
    “Solo un mostro potrebbe fare qualcosa del genere, ma bisogna vedere se il mostro è umano o meno.” Disse enigmatico quanto il preside, lasciando le due donne a guardarli con aria interrogativa.
     
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