Harry Potter e la magia di Fairy Tail

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  1. darkroxas92
     
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    暗いロクサス92

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    “Che cosa?!” Esclamò Erza, dopo che Harry aveva riunito tutti i membri di Fairy Tail in un’aula vuota.
    “Sirius Black… farà la sua mossa questa sera?” Ripeté Fred, preoccupato.
    “Sicuro che sia affidabile?” S’intromise George. “Stiamo sempre parlando della Cooman.”
    “Che ha previsto l’arrivo di un uomo pazzo a Natale, aye…”
    “Beh, direi che ha indovinato in pieno. Anche se mi sto ancora chiedendo se si riferisse al Dottore o Hakai…” Commentò Luna.
    “Beh, a chi importa?” Domandò Natsu sprezzante, battendo i pugni tra di loro. “Black tornerà stasera, no? Stavolta dobbiamo solo assicurarci di cuocerlo a puntino!”
    “Concordo con il fiammifero. Tu cosa dici, Harry?”
    Majutsu chiuse gli occhi, sospirando. “Sapete bene come la penso. Non vedo l’ora di farlo soffrire. So che è contro la politica di Fairy Tail, però… Non posso perdonarlo.”
    “Perché non provi ad ascoltarlo prima?” Intervenne Hermione, facendo girare tutti verso di lei. “Ti ricordi cosa ti ha detto nel passato, no? Perché non dargli almeno una possibilità per spiegarsi? Forse le cose non sono proprio come stanno…”
    “No.” Rispose subito Potter. “Non m’importa. L’unica cosa che manterrò di ciò che ha detto è che lo farò soffrire. Gli farò rimpiangere ciò che ha fatto.”
    Tutti lo guardarono preoccupati.
    “Harry…” Cominciò Lucy. “So di non essere la persona migliore a parlare, però-”
    “Appunto!” Sbottò il ragazzo, guardandola furioso. “Perciò non dire nulla! Non cambierò idea! Il traditore pagherà cara la sua scelta!”
    Senza dire altro, Majutsu uscì dalla stanza, lasciandosi dietro gli amici, che si guardarono tra di loro.
    “È piuttosto raro vederlo così.” Fece Gray, sospirando. “Ma almeno, dopo si calma. Meglio che sia esploso adesso piuttosto che stasera. Ora ci sono maggiori possibilità che Black riesca almeno a dire ‘Pietà’ prima di venire vaporizzato…”
     
    ~~~~~~~~~~~


    Hermione sospirò, mentre si dirigeva verso la Sala Comune, guardando attraverso una finestra il sole cominciare a tramontare.
    “Cosa devo fare?” Si chiese, fermandosi. “Mi sembra di essere in mezzo a due fuochi…”
    “Ma tu guarda.” Fece una voce alle sue spalle. “Quindi anche la geniale Hermione Granger può avere i suoi dubbi.”
    La castana si girò, ritrovandosi a guardare negli occhi Melody.
    “Anch’io sono umana in fondo. È solo un periodaccio… ma ora che gli esami sono finiti, sono sicura che mi riprenderò.”
    “Capisco… In effetti anch’io ho trovato gli esami piuttosto difficili. Quasi mi dispiace averli persi lo scorso anno… almeno sarei stata preparata a ciò che mi aspettava.”
    A quel punto Hermione si rese conto di un particolare.
    “Ma… Ginny e le altre dove sono?”
    “Ginny è nella Sala Comune, mentre le altre sono riuscita a seminarle. Non mi piace avere troppe persone intorno. Lo odio.”
    “Per questo te ne stai sempre in disparte?”
    Melody sorrise tristemente. “Ho i miei buoni motivi. E poi, è stato dimostrato che quando faccio qualcosa che reputo buono, combino solo guai. Non avrei mai creduto che quel ragazzo tentasse davvero di intrufolarsi dentro la Torre di Grifondoro.”
    Hermione spalancò gli occhi. “Aspetta… stai dicendo che sapevi che non era uno di noi?”
    “Certo che lo sapevo. Non sono stupida. Era impossibile che nessuno lo avesse mai visto prima. Tuttavia, non ho sentito alcuna minaccia in lui.”
    “Ti rendi conto di cos’hai fatto? Hai messo a rischio la nostra vita!”
    “Davvero? E tu cosa stai facendo ora, Granger?”
    La castana restò in silenzio. Che cosa sapeva Melody?
    “Il mondo dei maghi è davvero uno schifo. L’ho sempre saputo. Tuttavia anch’io ne faccio parte e non posso rifiutarlo.” Continuò la ragazzina, per poi riprendere la sua camminata. “Ma almeno, io non devo scappare per un errore.”
    Hermione la guardò allontanarsi, per poi voltarsi di nuovo verso la finestra.
    “Già… hai ragione. Nessuno dovrebbe farlo.” Mormorò, per poi cominciare a correre.

    “E… scacco matto!” sentenziò Ron con il sorriso sul volto.
    “Ah, non è possibile!” Sbraitò Erza, portandosi le mani sulla testa. “È la quinta volta di fila!”
    “Erza non è abituata a perdere.” Ridacchiò Natsu, poco prima di ritrovarsi un coltello infilzato nel muro due centimetri sopra la testa, mentre Titania lo guardava con uno sguardo che prometteva indescrivibile dolore se avesse fatto altri commenti sulla sua bravura a scacchi.
    La Sala Comune era vuota salvo loro, dato che tutti si stavano godendo la fine degli esami nella Sala Grande, dove la cena era stata servita in anticipo per festeggiare.
    Loro invece avevano deciso di restare lì, dato che sarebbe stato il luogo dove probabilmente Black si sarebbe fatto vivo, come le volte precedenti.
    “Io sono solo contento che sia finita, aye…” Sospirò Happy, mentre riposava su una poltrona. “Non pensavo fossero così difficili…”
    “Suvvia, non è stata poi così dura.” Cercò di consolarlo Ginny.
    “Ancora nulla…” Mormorò Majutsu, il quale invece appena arrivato aveva aperto la mappa, e non stava facendo altro che fissarla, in attesa di vedere qualcosa che non tornava.
    “Cerca di calmarti, Harry.” Fece George affiancandolo, subito seguito dal gemello.
    “Già. Non ti fa bene, e cosa più importante, fa ancora meno bene al castello.”
    “Potresti distruggerlo se non ti controlli.” Conclusero assieme, nel tentativo di farlo almeno ridacchiare.
    Cosa che purtroppo non avvenne.
    “Sarebbe un prezzo più che giusto.” Rispose serio. “Per quanto mi riguarda, da come finirà stasera potrebbe dipendere l’intera missione.”
    Prima che qualcuno potesse replicare, il passaggio della sala si aprì, rivelando Hermione, che ansimava per la corsa appena fatta.
    “Ehilà! Che succede?” Chiese Gray.
    “C-Crosta… Ron, mi serve Crosta!” Esclamò, guardando verso il minore dei fratelli Weasley, che sbatté le palpebre sorpreso.
    “P-Perché?”
    “Per un… Per un esame…” Rispose. “Di Antiche Rune. Ci hanno chiesto di verificare alcune rune che servono per rilevare l’età sui nostri animali… ma come sai, io non ne ho uno.”
    “Potresti usare uno dei nostri gufi.” Propose Lucy.
    “S-Sì… ma nel caso vi servissero, potrei essere d’intralcio. Invece Crosta, senza offesa Ron, è un po’ inutile da quel punto di vista.”
    “Va bene… ma fai attenzione. È da quest’estate che è così magro, preferirei evitare di fargli prendere troppi spaventi…” Rispose Ron, tirando fuori dalla tasca il suo topo.
    “Grazie!” Replicò subito la castana, prendendolo e correndo fuori dalla Sala Comune, tenendolo ben stretto tra le mani.
    “Che strano… Non pensavo chiedessero l’uso di animali domestici per un esame.” Fece Natsu.
    “Piton lo fa. Vi ricordate la Pozione Restringente, no? Piton ha testato la mia su Oscar. Sono stato fortunato che mi avete aiutato, altrimenti a quest’ora non avrei più il mio rospo…”
    “Piton è Piton.” Commentò Fred. “Se potesse, userebbe tua nonna come cavia.”
    “Però qualcosa non va…” Li interruppe Harry, che non aveva mai staccato gli occhi dalla Mappa. “Dove sta andando?”
    A quella frase tutti si voltarono a guardarlo.
    “Cosa intendi dire?” Domandò Erza, alzandosi.
    “Si sta dirigendo verso l’uscita del Castello.”


    Hermione varcò il portone, tenendo sempre ben stretto Crosta.
    “Mi dispiace ragazzi… non c’è altra scelta…” Disse tra sé, mentre correva in direzione del Platano Picchiatore. Stranamente, questi era perfettamente immobile.
    Ai suoi piedi sembrò apparire di colpo Dudley, sempre incappucciato, seguito da un grosso cane nero.
    “C-Ci sei riuscita?” Domandò preoccupato il ragazzo, mentre con un bastone premeva un nodo alla base dell’albero alle sue spalle.
    “S-Sì… è qui. Non gli ho permesso di vedere nulla. Devi tramortirlo ora.”
    Dudley deglutì, per poi tirare fuori da una tasca la bacchetta.
    Ma prima che potesse fare qualcosa, il cane al suo fianco si trasformò in Sirius Black, che lo fermò.
    “Scusa ragazzo, ma se permetti ci penso io. Non hai ancora un buon controllo della tua magia.”
    Prima che Hermione o Dudley potessero dire qualcosa, tirò fuori la sua bacchetta, per poi mormorare un incantesimo verso le mani di Hermione, che sentì al loro interno il topo smettere di muoversi.
    “Sai cos’hai fatto, vero?” Chiese la ragazza, guardando Black, che sorrise.
    “Certo. Ho appena suonato la campana del ritrovo.”


    Harry sgranò gli occhi.
    Aveva seguito il punto che indicava Hermione fin nel parco, dove si fermò per circa un minuto di fronte a un punto senza nome, sbucato fuori dal nulla.
    E pochi istanti dopo apparve anche Sirius Black.
    Majutsu scattò in piedi, continuando a tenere salda la mappa tra le mani.
    “Che succede?” Chiese Lucy.
    “Black… ha trovato Hermione.” Disse con gli occhi che tremavano per la rabbia.
    Per un lungo, lunghissimo secondo nessuno parlò.
    “Che… cosa?” Fece Neville, sperando di aver capito male.
    Harry non rispose, limitandosi a uscire di fretta dalla Sala Comune, seguito subito dagli altri.
    “Ginny, Happy, voi andate a cercare Luna. Potrebbe servirci anche il suo aiuto.” Ordinò Erza, guardando i due studenti del secondo anno, che a malincuore annuirono.
    Non essendo ancora passata l’ora del coprifuoco non si preoccuparono di nascondersi sotto i mantelli, e in pochi minuti si ritrovarono a correre attraverso il parco.
    Harry si fermò una volta giunto davanti al Platano Picchiatore. Lì, ad attenderlo, c’erano Sirius Black e il suo complice, entrambi con la bacchetta magica puntata contro Hermione.
    “Lasciatela andare!” Sbraitò Natsu, lasciandosi sfuggire qualche fiamma.
    Black sorrise. “Tu devi essere Dragonil. Ho sentito parlare di te.” Sghignazzò il ricercato, per poi voltarsi verso Erza. “È un piacere rivederti… Titania.”
    “Non posso dire lo stesso, Felpato.” Replicò lei gelida, pronta a evocare le sue spade.
    “Non pensavo avremmo davvero mai incontrato un altro dei Malandrini… ma speravo che sarebbe stato dalla nostra parte…” Commentò Fred.
    “Così alla fine tu e il tuo complice vi siete fatti vivi.” Disse Harry, continuando a fissarlo con rabbia. “Non so come tu abbia fatto a convincere un ragazzo a collaborare con te, ma non m’importa. Non mi fermerà.”
    Sirius continuò a sogghignare. “Se la pensi così, allora seguimi. Ovviamente anche i tuoi amici di Fairy Tail sono invitati. Ma vi consiglio di sbrigarvi a scegliere: il Platano Picchiatore non riposerà ancora per molto.”
    A conferma delle sue parole, alcuni rami ricominciarono a muoversi.
    “E dove? Dritto dritto dai Dissennatori?”
    “Harry, mi deludi. Per essere il figlio di uno dei Malandrini, non hai il nostro stesso spirito d’avventura. Hai osservato la Mappa e non ti sei accorto che ci troviamo proprio alla base di un passaggio segreto?”
    “Ma passa per la Stamberga Strillante!” Esclamò George. “E a parte le storie sui fantasmi, non è sicura!”
    “È sicura da quasi vent’anni. Ora seguitemi, forza. Non vorrete di certo che qualcuno ci veda. Sarebbe svantaggioso per tutti quanti.”
    E tenendo sempre la bacchetta verso Hermione, cominciò a scendere lungo delle scale nascoste dietro le radici dell’albero, seguito dal ragazzo incappucciato.
    Harry fece per seguirlo, ma Erza lo fermò per una spalla.
    “Aspetta. Sei sicuro? Potrebbe essere una trappola. Inoltre ha Hermione come ostaggio e-”
    “Un motivo in più per andare.” Replicò lui, liberandosi della presa e scendendo lungo le scale.
    “Beh, direi che non ci resta molto da fare.” Commentò Gray seguendolo, imitato da Erza e Natsu, mentre gli altri gli andarono dietro di malavoglia.
    Si dovettero chinare per scendere lungo le scale, dove proseguirono per qualche minuto, finché non si ritrovarono in una stanza che non vedeva cura umana da molti anni: la carta da parati si scollava dai muri, il pavimento era tutto macchiato, ogni mobile era rotto come se qualcuno lo avesse preso a randellate e le finestre erano chiuse da tavole inchiodate.
    “Possiamo tornare indietro?” Supplicò Lucy, deglutendo. “Non mi piace questo posto.”
    Ma prima ancora che potesse girarsi, la porta si chiuse alle loro spalle.
    Tutti si voltarono, vedendo Hermione con la mano sulla maniglia e lo sguardo che fissava il pavimento.
    “Mi dispiace… non c’era altro modo…” Mormorò con un filo di voce, appena udibile.
    “Hermione, che cosa-” Cominciò Ron, ma venendo subito interrotto.
    “Hermione è con noi.” Rispose Black, uscendo dalle tenebre, affiancato dal suo complice. “Ci ha aiutato a rendere possibile questa riunione.”
    Tutti guardarono alternamente la castana e il ricercato, finché Harry non cominciò a ridacchiare.
    “Direi che ha fatto un ottimo lavoro allora.” Fece, per poi fermare la sua risata, ma mantenendo il sorriso. “Erano mesi che aspettavo questo momento. Nel passato mi sono dovuto fermare, ma ora posso finalmente avere la mia vendetta.”
    Sirius restò impassibile dove si trovava. “Se vuoi uccidermi per aver tradito i tuoi genitori, non ti fermerò. Sono senza dubbio il responsabile della loro morte. Stavolta non posso negarlo.”
    Majutsu evocò subito la sua spada. “È una confessione allora?”
    “Sono morti a causa di una mia scelta. Una scelta per la quale non potrò mai chiederti perdono.”
    “Perdono che non ti concederei mai!” Urlò Majutsu, lasciandosi andare totalmente alla rabbia. “Tu… Tu hai ucciso i miei genitori! Tu sei il responsabile di tutto quanto!”
    Sirius restò in silenzio a guardarlo.
    “Tu… Tu mi hai abbandonato…” Continuò Harry, calmandosi e chiudendo gli occhi, sorprendendo tutti quanti. “I miei genitori ti avevano nominato mio padrino… E tu ci hai tradito. Tutti quanti.”
    “Harry… Io-”
    “Non l’ha fatto!” Intervenne il ragazzo al suo fianco.
    In quel momento Harry, Erza, Natsu e Gray spalancarono gli occhi.
    “Non è possibile…” Fece Majutsu, guardandolo incredulo.
    “Ormai non c’è più motivo per nasconderti.” Gli disse Black.
    Il suo complice annuì, per poi portarsi una mano sul cappuccio, levandoselo.
    “Dudley?!” Esclamarono immediatamente i membri originali di Fairy Tail, mentre gli altri, Hermione esclusa, spalancarono la bocca.
    “Dudley?! Il cugino Babbano di Harry?!” Ripeté Fred, guardando il ragazzo. “Ma non è possibile! Ha usato la magia, l’abbiamo visto tutti a Natale!”
    Dudley distolse lo sguardo, stringendo con maggiore forza la bacchetta.
    “Tu… è per questo che mi hai aiutato a ottenere il permesso!” Ragionò Harry. “Tu sei un mago!”
    “Non volevo esserlo!” Replicò subito lui, quasi offeso. “Io ho sempre e solo desiderato essere una persona comune!”
    “Ma perché?” Domandò Gray. “Tutti quanti sarebbero disposti a fare qualsiasi cosa per poter usare la magia e tu-”
    “Ed io non voglio perdere la mia famiglia per questo!” Urlò Dudley, per poi rivolgersi a Harry. “Tu sai bene cosa ne pensano i miei genitori. Se lo scoprissero, mi odierebbero. Proprio come fanno con te.”
    Majutsu sembrò essersi dimenticato del ricercato, il quale stava osservando in silenzio lo scambio di battute.
    “Da quanto tempo lo sai?” Chiese infine.
    “Quasi sei anni. Sono riuscito a spostare un oggetto senza toccarlo, e corsi a farlo vedere a mamma e papà. Era lo stesso giorno in cui tu sei scomparso. Stavo per entrare in cucina quando li ho sentiti discutere di com’erano felici di non doversi più occupare di te. E di come odiavano la magia…”
    “Ma come hai fatto a tenerlo nascosto per tutti questi anni?” Chiese Erza. “So per esperienza che i maghi difficilmente riescono a ignorare la propria magia. Questa viene fuori prima o poi. E la prima volta è raro che passi inosservata.”
    “Immagino fosse la paura di essere scoperto. Paura che è aumentata quando tre anni fa ricevetti la prima lettera per venire in questo posto. Ho risposto che non ero interessato e di non contattarmi più, ma ogni estate me ne arrivava sempre una…”
    “E qui siamo entrati in campo io e Grattastinchi.” Intervenne Sirius, riportando l’attenzione su di sé. “Dopo aver recuperato la memoria grazie alla vostra foto sulla Gazzetta, come sapete sono scappato da Azkaban. La mia prima tappa è stata Diagon Alley, dove ho preso in… prestito una nuova bacchetta. E lì ho incontrato anche Grattastinchi.”
    “Di chi stai parlando?” Domandò Natsu, sentendo subito dopo un miagolio.
    Da dietro Black sbucò fuori un gatto dal pelo rosso, che si strusciò sulla gamba del ricercato.
    “È lui. Mi è stato molto d’aiuto. Poteva entrare in più posti rispetto a me.”
    “Già! Un grosso cane nero immagino non passi totalmente inosservato.” Fece Erza, per poi portarsi una mano sulla testa. “Non posso credere di aver dimenticato una cosa così importante!”
    “È stato Dark.” Rispose Hermione. “Ci ha fatto dimenticare che Sirius e James erano degli Animagus.”
    “Ma perché ti ha aiutato? Dark era dalla nostra parte, nonostante tutto.” Disse Majutsu.
    “Beh, immagino che viaggiare nel tempo e nello spazio lo abbia reso cosciente della verità.” Ridacchiò Sirius, per poi tornare serio. “Harry, non ti chiedo di perdonarmi, ma solo di ascoltarmi… e di permettermi di vendicarmi.”
    “Vuoi che ti lasciamo uccidere Harry?!” Esclamò Natsu. “Ci prendi in giro?!”
    “Io NON voglio ucciderlo.” Urlò, sottolineando la negazione. “Preferirei affrontare Voldemort armato solo di uno stuzzicadenti piuttosto che fare del male al mio figlioccio.”
    “Tradire i miei genitori non è stato un buon modo per dimostrarlo. Come nemmeno le tue intrusioni nel castello.”
    “Harry, per piacere, ascoltalo. Le cose non stanno come sem-”
    Ma prima che Hermione potesse finire la frase, la porta alle sue spalle esplose, scaraventandola in avanti.
    Tutti i maghi si prepararono a combattere, ma sgranarono gli occhi nel vedere chi era il responsabile.
    “Bene, bene, bene… Sembra sia la mia serata fortunata.” Fece Piton, tenendo la bacchetta puntata contro di loro, avanzando lentamente nella stanza. “E direi che il posto è… perfetto.”
    “Professore… che cosa ci fa qui?” Chiese Lucy, deglutendo.
    “Mi sono incuriosito nel vedere Potter correre fuori a quest’ora… soprattutto con quell’espressione piena d’ira, ma mai potevo sperare che la vendetta potesse venirmi servita su un piatto d’argento.”
    “Vendetta?” Ripeté Harry, guardandolo. “Che cosa le ha fatto Black? Dubito voglia ucciderlo solo per il bullismo, vero?”
    Piton socchiuse gli occhi. “Diverse cose, Potter. Ma quella che può interessare ora è che ha tentato di uccidermi.”
    Sirius sospirò, per poi guardare il suo vecchio compagno di scuola. “Ero un ragazzo. Uno stupido ragazzo, vero, ma pur sempre un ragazzo.”
    “Un ragazzo che non ha esitato a gettarmi nelle fauci di un lupo mannaro.” Replicò gelido Piton. “E poi sei colpevole anche di un altro reato…” Continuò, abbassando leggermente la voce. “Molto più grave.”
    “Un lupo mannaro?” Ripeté Ron, sbiancando. “C-Come avrebbe fatto?”
    “Davvero Ron, non ci sei ancora arrivato?” Chiese Gray, guardandolo. “Questo spiega molte cose.”
    “È per questo che ci ha dato quel saggio da fare, vero?” Domandò Hermione, mettendosi seduta e fissando il professore di Pozioni. “Voleva che ci arrivassimo da soli. Che leggessimo gli indizi.”
    “Cosa che vedo avete fatto quasi tutti.” Ghignò Piton. “Ma a quanto pare, non è servito a molto.”
    “Perché dovremo preoccuparcene?” Fece Natsu. “Sarà anche un lupo mannaro, ma questo non cambia nulla.”
    “Ma di chi state parlando?” Chiese Neville, poco prima che un fascio di luce rossa colpisse alla schiena Piton, facendolo cadere in avanti privo di sensi.
    “Credo stesse parlando di me.” Intervenne Lupin, entrando nella stanza seguito da Ginny, Luna e Happy.
    “Professor Lupin!” Esclamarono tutti quanti, sorpresi per il suo arrivo.
    “Come ha fatto a scoprire dove eravamo?” Domandò Erza.
    Lupin sorrise, e tirò fuori un vecchio foglio di pergamena. “Dopo la vostra visita, abbiamo deciso di creare una seconda Mappa. L’ho custodita io per tutto questo tempo.”
    “La prima l’abbiamo lasciata in giro per il castello, nella speranza che venisse trovata da qualcuno.” Continuò per lui Sirius.
    “Ma come?” Fece Harry. “Credevo non aveste alcun ricordo di quell’incontro.”
    “Infatti era così, ma probabilmente, a livello subconscio, ci ricordavamo tutto.” Rispose Lupin, per poi voltarsi verso il suo vecchio amico. “Ora… Deduco che tu abbia fatto tutto questo per lui, vero?”
    Black sorrise. “Certo. Ho fatto mettere su questo spettacolo per il nostro ospite d’onore. Uno spettacolo che, mi auguro con tutto me stesso, lo lascerà senza fiato. In tutti i sensi possibili.”
    “Non sono così facile da spaventare, Black.” Replicò Majutsu.
    “Lo so. Infatti non sto parlando di te.” Dicendo ciò, si portò una mano in tasca, tirando fuori un topo privo di sensi.
    “Crosta!” Gridò preoccupato Ron, facendo un passo avanti per recuperarlo, ma venendo fermato da Hermione, che lo afferrò per i pantaloni, scuotendo la testa.
    “Un topo? Tutto questo per un topo, aye?” Asserì incredulo Happy.
    “Già. Un topo. Un topo che ho desiderato uccidere per dodici lunghi anni. Undici dei quali passati nella sua gabbia.”
    “Tu sei pazzo.” Fece Majutsu. “Completamente pazzo.”
    Sirius lo guardò triste. “Harry, ti hanno detto perché sono finito ad Azkaban?”
    “Cos’è, una presa in giro? Hai tradito i miei genitori, hai ucciso Peter Minus e assieme a lui dodici Babbani, facendo esplodere un’intera strada. Non è proprio qualcosa che si può dimenticare!”
    “Beh, Natsu al nostro primo incontro ha distrutto un intero porto…” Rifletté Lucy sottovoce, ma riuscendo ad attirare comunque l’attenzione di Black.
    “Come diamine ha fatto? Un porto intero, da solo?”
    “Però io non ho ucciso nessuno!” Si difese subito il rosato. “Tu invece?”
    “Io?” Ripeté Sirius, per poi cominciare a ridacchiare. “Io quella notte ero lì solo per uccidere Peter. Per vendicare James e Lily.”
    “Come osi?!” Gli urlò subito contro Harry. “Tu hai tradito i tuoi amici! Tu li hai uccisi! Che cosa c’entra Peter Minus ora?”
    “Tutto, Harry!” Replicò il suo padrino. “Ogni singola cosa successa finora è stata una conseguenza di quel lurido ratto! La morte dei tuoi genitori, la morte di quei Babbani, la mia prigionia… e il tuo soggiorno dai Dursley.”
    “Ma l’hai ucciso!” Intervenne Erza. “Come può essere lui il colpevole di tutto quanto?”
    “Perché non ero io il Custode Segreto!” Scoppiò Sirius, sbattendo un pugno contro il muro. “Io ho suggerito a James e Lily di nominare Peter al mio posto! Io ero quello più probabile, il loro migliore amico… era ovvio che tutti avrebbero pensato a me! Così scelsi di fare da esca, mentre Peter li avrebbe tenuti al sicuro.”
    “Perché dovrei crederti? Non hai nessuna prova per dimostrare quello che stai dicendo.” Disse Harry, senza però riuscire a nascondere la sua sorpresa nel sentire quelle parole.
    “Perché, grazie a Hermione, ho finalmente qui la prova fondamentale.” Rispose l’uomo, mostrando Crosta.
    “Che c’entra il mio topo?” Domandò Ron. “È solo uno stupido, vecchio topo domestico.”
    A quella frase Black scoppiò a ridere. “Stupido vecchio topo domestico, dici?” Ripeté. “Vecchio, non posso dirlo per autostima personale. Stupido? Non sai quanto vorrei dirlo, ma è riuscito a farmi restare per undici lunghi anni ad Azkaban.”
    Majutsu spalancò gli occhi.
    “Aspetta…” Fece Lucy. “Se tu e James siete Animagus… lo era anche Peter?”
    “Proprio così.” Rispose Lupin. “Scoprirono in poco tempo la mia vera natura. Adesso mi basta prendere una pozione preparata da Piton per trasformarmi senza cedere agli istinti del lupo, ma quando eravamo ragazzi non era ancora stata scoperta. Così ogni luna piena venivo in questa stanza. E come vedete, ancora oggi ci sono i segni della mia furia. James, Sirius e Peter, una volta scoperta la verità, decisero di restare al mio fianco. E dopo diversi anni di tentativi, riuscirono a diventare Animagus. James era un cervo. Sirius come avete visto un cane. E Peter…”
    “Peter Minus può diventare un topo.” Concluse Dudley, rivolgendo uno sguardo all’animale tenuto da Black. “Questo topo a essere precisi.”
    “Ci state dicendo che per dodici anni avremmo condiviso casa e scuola con un mago trasformato in topo?!” Esclamarono increduli i gemelli, fissando Crosta.
    “Come fai a esserne certo?” Chiese Gray. “Non avevi fatto saltare tu stesso in mille pezzi Peter? Hanno trovato solo un suo dito e-”
    “Sinceramente, pensate davvero che qui ci sia un mago normale in grado di far saltare un’intera via con un solo incantesimo? E anche se fosse, in quel caso di Peter non sarebbe rimasto qualcosa, essendo il diretto destinatario della magia. No… Questo traditore ha colpito un condotto del gas, facendolo saltare in aria. E poi si è tagliato un dito, trasformandosi subito dopo e scappando nelle fogne.” Sirius sbuffò. “La situazione mi è parsa così assurda che sono scoppiato a ridere. Sapere che il mio migliore amico e sua moglie erano morti per colpa mia, il tradimento di una delle persone di cui mi fidavo di più… L’aver scelto la vendetta invece del mio dovere… tutte cose che mi hanno messo fuori gioco psicologicamente. È così che mi hanno trovato. Era tutto così perfetto che hanno pensato bene di mandarmi ad Azkaban senza nemmeno sottopormi a un processo.”
    “Dimostralo.”
    Tutti si voltarono a guardare Majutsu, che si limitò a continuare a fissare freddamente il padrino.
    “Ti darò una sola possibilità per dimostrarmi che tutto quelle che hai detto è vero. Se Crosta è davvero Peter Minus, ti crederò.”





    ---------------------
    E finalmente eccomi qui con il nuovo capitolo!
    Ci siamo: ormai il momento della verità è giunto! Harry e gli altri sono finalmente di fronte a Sirius Black, e ora tutto dipenderà da ciò che Harry vedrà. E non temete... non sarà così semplice come potete credere ù.ù
    Nel prossimo capitolo, che sarà il penultimo di questa saga, finalmente si vedrà quale sarà il destino di Sirius... Andrà come nel libro? Verrà liberato? E di Peter... beh, non voglio anticiparvi troppo!
    Farò del mio meglio per postare il prossimo capitolo prima della fine dell'anno, ma nel frattempo... Buon Natale a tutti!
     
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