Harry Potter e la magia di Fairy Tail

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  1. darkroxas92
     
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    暗いロクサス92

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    Le conseguenze dell’errore di Melody si fecero sentire subito.
    La mattina dopo il professor Vitious aveva cominciato a incantare le porte principali per far loro riconoscere Sirius Black e impedirgli di entrare, mentre Gazza andava su e giù per i corridoi a inchiodare assi dappertutto, dalle minuscole crepe nelle pareti alle tane di topo.
    Sir Cadogan invece era stato licenziato e il suo ritratto era stato riportato su al solitario pianerottolo del settimo piano. La Signora Grassa era tornata dopo essere stata restaurata da mani esperte, ma era ancora molto nervosa, e aveva accettato di riprendere il suo lavoro solo con la garanzia di una protezione speciale. Un gruppo di scontrosi troll guardiani era stato reclutato per sorvegliarla. Marciavano per il corridoio in un drappello minaccioso, parlando a grugniti e confrontando la misura delle loro mazze.
    “Suvvia, solo un piccolo scontro!” Esclamò Natsu a Erza. “Tu e Lucy vi siete divertite il primo anno, voglio affrontarli anch’io!”
    La punizione per Melody fu relativamente leggera. La McGranitt riconobbe il fatto che nessuno si aspettava che Black avesse realmente uno studente come complice. Questo, però, non le impedì di vietarle di andare in giro da sola, infatti, ordinò alle sue compagne di dormitorio di stare sempre insieme a lei. Tuttavia, ciò non sembrò preoccuparla poi molto, anzi: a detta di Ginny, sembrava che la McGranitt avesse punito lei e le sue amiche invece di Melody.
    Ma quello che tutti si chiedevano era come avesse fatto Black a convincere uno studente ad aiutarlo.
    “Lo minaccia, non c’è dubbio!” Esclamò Seamus a Dean, mentre mangiavano. “Chiunque sia, non ha altra scelta. Forse tiene in ostaggio i suoi parenti.”
    “Allora è un codardo.” S’intromise Natsu. “Basterebbe scappare mentre Black dorme e andare ad avvisare qualcuno. Eppure non l’ha fatto.”
    “Per quanto mi addolori dirlo, sono d’accordo con il fiammifero. Chi lo sta aiutando lo sta facendo volontariamente.” Disse Gray.
    “Ma allora perché? Chi può avercela tanto a morte con Harry da aiutare un assassino?” Domandò Lucy, guardando Hermione, che si portò una mano sotto il mento per riflettere.
    “L’unico che mi viene in mente è Klaun…”
    “Chi?” Chiesero gli altri due Grifondoro.
    “Solo un tipo che ce l’ha con noi. Non sappiamo nemmeno perché.” Rispose Harry.
    “Non era lui. Non aveva lo stesso odore. Era famigliare, ma non riesco a ricordare…” Borbottò Natsu.
    “Questo non ci aiuta.” Commentò Erza. “Ma per ora non possiamo farci niente.”
    “Bah, quando decidete di parlare chiaramente, fateci sapere. Noi siamo in biblioteca a vedere di finire quel maledetto saggio di Pozioni.” Avvertì Seamus, allontanandosi assieme a Dean e lasciando il gruppo di Fairy Tail da solo.
    “La mappa non ha rilevato nulla.” Disse Fred, avvicinandosi a Majutsu. “L’abbiamo aperta subito dopo che Black è scappato, ma il suo puntino è scomparso dopo pochi secondi. Chi lo accompagnava era senza nome, e anche lui è scomparso dopo poco.”
    “Senza nome… quindi non dovrebbe essere mai stato chiamato dentro il castello… com’è possibile?”
    “Se non sapessimo che è impossibile, potremmo pensare che si sono smaterializzati.”
    Hermione restò in silenzio.
    “Dovremmo far vedere la mappa a Lupin.” Propose Majutsu. “Lui è uno dei suoi creatori. Forse ora che ha più esperienza rispetto a quando studiava, può modificarla.”
    “Ma nemmeno Levy è riuscita a scoprire come funziona.” Mormorò Lucy, lasciando cadere sconsolata la testa sul tavolo. “E con le sue rune sarebbe dovuta riuscire a capire come funziona.”
    “Ad ogni modo, dobbiamo fare attenzione. Se Black può davvero entrare liberamente nella scuola, non possiamo abbassare la guardia un solo momento.”
    Harry incrociò le braccia, chiudendo gli occhi.
    Cercò di ricordare il suo incontro con Black nel passato.
    Non sapeva spiegarselo, ma era convinto che qualcosa d’importante gli stesse sfuggendo… qualcosa di fondamentale.
    “È solo stato fortunato!” Esclamò Natsu. “Se solo ci fossimo svegliati tutti in tempo, non sarebbe riuscito a fuggire.”
    Hermione restò in silenzio, per poi alzarsi.
    “Scusatemi, vado in biblioteca. Voglio finire il saggio di Antiche Rune per stasera, e come sapete, ho ben poco tempo libero.”
    Senza lasciare ai suoi amici nemmeno il tempo per salutarla, uscì di fretta dalla Sala Grande, ma non si diresse verso la biblioteca. Entrò invece in un’aula vuota.
    Chiuse la porta a chiave e attivò la sua magia, che le mostrò nuovamente la battaglia contro l’Heartless che avevano sostenuto nel passato.
    “Ormai non ci sono più dubbi su cosa Dark volesse che dimenticassimo… Quello che mi chiedo è il perché…” Mormorò.
    Era contenta di aver scoperto di poter salvare alcune ore di ricordi all’interno della sua magia, come se si trattasse di un semplice file di un computer. In questo modo era riuscita a impedire a Dark di cancellarle il ricordo che James e Sirius erano degli Animagus. Perché ormai era sicura che fosse quello il dettaglio che il Custode gli aveva fatto dimenticare.
    “Ma perché… Era un’informazione per noi fondamentale. Perché nascondercela?” Si chiese, per poi tirare fuori la mappa.
    “Black è scomparso in questo punto.” Pensò, indicando con un dito un corridoio. “Il suo complice invece ha proseguito fino a qui…”
    Hermione continuò a osservare la mappa, per poi crearne una copia in 3D con la sua magia, che cominciò a scorrere.
    “Non ci sono passaggi segreti… Quindi come hanno fatto?”
    Poi spalancò gli occhi, dandosi una manata sulla fronte.
    “Che stupida!” Esclamò. “Perché mai avrebbero dovuto mettere tutti i segreti che avevano scoperto in una mappa potenzialmente utilizzabile da chiunque?”
    Con rinnovato entusiasmo, la ragazza riprese a esaminare la mappa. “Devono aver tenuto per loro qualche segreto… e forse non l’hanno nemmeno condiviso con gli altri. Black probabilmente sta usando un passaggio noto solo a lui, altrimenti il professor Lupin avrebbe già avvertito il preside.”
    Hermione interruppe il suo ragionamento quando sentì la maniglia della porta abbassarsi, e fece subito svanire la sua magia, per poi nascondere la mappa.
    Non fu affatto sorpresa di sentire il rumore della serratura che cedeva sotto un ‘Alohomora’.
    Tirò subito fuori la bacchetta magica, pronta a respingere chiunque fosse entrato.
    La porta si aprì, ma non vide nessuno.
    “Ragazzi? Siete voi?” Domandò, pensando che fosse uno dei suoi amici con addosso il mantello.
    Tuttavia sgranò gli occhi quando la porta si richiuse, mentre di fronte a lei apparve come dal nulla Sirius Black, con un sorriso stampato sul volto.
    “Finalmente ci rivediamo… Hermione.”
     
     
    “Come mai ci hai messo tanto per arrivare?” Chiese Lucy, mentre si sedeva assieme a Hermione a Divinazione. “Cominciavamo a pensare che volessi saltare la lezione.”
    La castana sorrise. “Ho cominciato a leggere un libro e ho perso la cognizione del tempo. Per fortuna mi sono accorta di che ora fosse.”
    “Doveva essere davvero interessante, se ti ha fatto quasi arrivare in ritardo.” Commentò Gray, ridacchiando.
    “In effetti era molto… illuminante…” Rispose Hermione. “Anche se ho perso tempo prezioso per studiare.”
    “Dovresti davvero pensare di lasciare qualche materia.” Intervenne Harry. “Rischi di avere un collasso con questo ritmo.”
    “Lo so…Penso lascerò almeno Babbanologia… non è proprio quello che pensavo.” Ammise lei, sospirando, per poi rivolgersi a guardare la sfera di cristallo di fronte a lei. “Credevo che avremmo cominciato con la Sfera di Cristallo solo il prossimo trimestre.”
    “Buona giornata a voi!” Disse la familiare voce velata, anticipando il solito ingresso teatrale della professoressa Cooman. “Ho deciso di cominciare con la Sfera di Cristallo un po’ in anticipo sul programma poiché la sorte mi ha informato che il vostro esame a giugno verterà sull’Occhio, e ci tengo che facciate abbastanza pratica.”
    Hermione sbuffò. “Oh, andiamo… ‘la sorte l’ha informata’… chi li decide gli esami? Lei! Che profezia straordinaria!” Sbottò, senza preoccuparsi di abbassare la voce, e costringendo i suoi amici a trattenersi dal ridere.
    Era difficile dire se la professoressa Cooman l’avesse sentita, perché il suo viso era in ombra. Comunque riprese come se niente fosse.
    “La Lettura della Sfera di Cristallo è un’arte particolarmente avanzata.” Continuò in tono sognante. “Non mi aspetto che tutti voi vediate quando scruterete per la prima volta negli infiniti abissi dell’Occhio. Cominceremo provando a rilassare la mente consapevole e gli occhi esterni.”
    “Sono davvero tentata di far venire qui Cana prima o poi. Voglio proprio assistere a un loro dibattito sul vedere il futuro.” Sussurrò Erza a Harry, che ridacchiò sommessamente.
    Hermione fece un sorriso a sentire ciò, per poi mettersi a guardare dentro la sfera, vedendo solo il suo riflesso. Non che si aspettasse altro, soprattutto dopo ciò che aveva appena scoperto.
    Scoccò uno sguardo a Ron, che assieme a Gray cercava di ottenere qualche risultato.
    “Visto niente?” Chiese il mago del ghiaccio al compagno di lavoro.
    “Sì: c’è una bruciatura sul tavolo.” Rispose lui, indicando una macchia. “Qualcuno ha fatto cadere la cera dalla candela.”
    “Che perdita di tempo.” Sibilò Hermione.
    La professoressa Cooman si avvicinò frusciando. “Qualcuno vuole che lo aiuti a interpretare i misteriosi prodigi del suo Occhio?” Mormorò nel tintinnio dei suoi braccialetti, guardando in direzione di Harry, che sbuffò, sapendo già come sarebbe finita.
    Infatti, come da lui previsto, l’insegnante si avvicinò al suo tavolo e scrutò la sfera di cristallo.
    “Qui c’è qualcosa!” Sussurrò la professoressa Cooman, chinandosi sulla sfera, che si rifletté due volte nei suoi grandi occhiali. “Qualcosa si muove… che cos’è?”
    Majutsu, non visto dalla Cooman, alzò una mano, cominciando a fare un conto alla rovescia.
    “Mio caro…” Mormorò la professoressa guardando Harry, che sospirò divertito mentre abbassava l’ultimo dito. “È qui, chiaro come non mai… mio caro, avanza verso di te, si avvicina… il Gr-”
    “Oh, santo cielo!” Esclamò Hermione a voce alta, alzandosi. “Non sarà ancora quel ridicolo Gramo!”
    La professoressa Cooman alzò gli occhi enormi verso Hermione, mentre Calì sussurrò qualcosa a Lavanda, e anche loro guardarono la castana sprezzanti.
    La docente si sollevò e squadrò Hermione con inequivocabile ira.
    “Insomma, è dalla prima lezione che non vede altro quando guarda Harry. Se all’inizio poteva fare effetto, adesso è diventata banale. È più scontata del sorgere del sole!”
    Tutti quanti la guardarono in un silenzio sgomento: Neville e Natsu avevano letteralmente la bocca spalancata, mentre Erza sembrò osservarla quasi con ammirazione.
    Calì e Lavanda invece si erano portate le mani alla bocca, come se stessero vedendo qualcosa di orribile.
    “Sono spiacente di dover dire che da quando hai messo piede in quest’aula, mia cara, è apparso evidente che tu non possiedi i requisiti necessari alla nobile arte della Divinazione. A dire il vero non ricordo di aver mai incontrato uno studente la cui mente fosse così irrimediabilmente frivola.” Replicò la Cooman.
    Hermione prese fiato, per poi chiudere di colpo il libro. “Frivola, eh?” Ripeté in tono asciutto. “Molto bene allora. Credo che ci siamo detti tutto. Non c’è più niente che mi trattenga qui. Io sono una che analizza i fatti, mentre lei crede solo in ciò che vuole. Non è possibile per noi andare d’accordo.”
    Mettendo via la sua roba, Hermione si avviò verso la botola, la apri con un calcio, e sparì giù per la scala.
    “Beh… questo era inaspettato.” Disse Majutsu infine, ancora sorpreso per ciò che era appena successo. “Hermione ci ha battuti tutti sul tempo.”
    “Oooooh!” Esclamò Lavanda all’improvviso, facendo sobbalzare tutti. “Oooooh, professoressa Cooman, mi è appena venuto in mente! L’aveva visto, che se ne sarebbe andata, vero? Vero, professoressa? ‘Verso Pasqua, uno di noi ci lascerà per sempre!’ L’ha detto secoli fa, professoressa!”
    La Cooman sbatté le palpebre un paio di volte, poi le rivolse un sorriso svenevole. “Sì, mia cara, in effetti sapevo che la signorina Granger ci avrebbe lasciati. Uno spera sempre, naturalmente, di aver frainteso i Segni… L’Occhio Interiore può essere un fardello, sapete…”
    Lavanda e Calì sembravano profondamente colpite, e si avvicinarono per far posto all’insegnante al loro tavolo.
    “Io direi che ha fatto di tutto per arrivare a un simile risultato…” Commentò Gray, per poi sospirare. “E ora devo pure cinque Galeoni a Fred e George.”
    “Perché?” Chiese Lucy.
    “Semplice: avevamo scommesso su chi avrebbe lasciato prima questa materia. Io avevo puntato su Harry, loro invece su Hermione.”
    “Ehi… non dovreste almeno chiedere il permesso?” Fece Majutsu, sentendosi usato.
    “Non sarebbe più stato imparziale, no?”
     
     
    Dopo aver lasciato Divinazione, Hermione si diresse dalla McGranitt, riconsegnandole la Giratempo e dicendo che si sarebbe ritirata anche da Babbanologia, così da poter tornare ad avere un orario normale.
    La vicepreside non disse nulla, ma dentro di sé era contenta che la ragazza finalmente avesse accettato il fatto di non poter seguire tutte le materie. Inoltre, non poteva non sorridere segretamente al pensiero di ciò che aveva fatto durante la sua ultima lezione di Divinazione: in poche ore la voce si era diffusa in tutto in castello.
    Dopo quel giorno, Hermione riuscì finalmente a calmarsi grazie al calo di compiti, sebbene restasse sempre quella con il numero maggiore di lezioni.
    Harry ed Erza, nel frattempo, dovevano far convivere i compiti e le lezioni con l’allenamento quotidiano di Quidditch, per non parlare delle interminabili discussioni di tattica con Baston.
    La partita Grifondoro-Serpeverde si sarebbe tenuta il primo sabato dopo le vacanze di Pasqua. Serpeverde era in testa di duecento punti esatti. Il che voleva dire (come Baston ricordava costantemente alla squadra) che dovevano vincere la partita con un vantaggio maggiore per conquistare la Coppa. Voleva dire anche che la responsabilità della vittoria pesava soprattutto su Harry, perché la cattura del Boccino valeva da sola centocinquanta punti.
    “Quindi devi prenderlo solo se siamo in vantaggio di più di cinquanta punti.” Ripeté Baston a Harry per l’ennesima volta. “Solo se siamo sopra di più di cinquanta punti, Harry, altrimenti vinciamo la partita ma perdiamo la coppa. Hai capito, vero? Devi prendere il Boccino solo se-”
    “Baston, ho capito, non sono né sordo né stupido. Farò il mio dovere.” Lo interruppe il moro, esasperato.
    Tutta la Casa di Grifondoro era ossessionata dall’imminente incontro. Grifondoro non vinceva il trofeo da quando il leggendario Charlie Weasley (il secondo fratello di Ron in ordine di età) era Cercatore.
    Mai, a memoria di nessuno, l’attesa di una partita era trascorsa in un’atmosfera così elettrica. Alla fine delle vacanze, la tensione tra le due squadre e le loro Case era arrivata al punto di rottura. Nei corridoi esplosero piccole risse, che culminarono in un brutto scontro in cui un quarto anno di Grifondoro e un sesto anno di Serpeverde finirono in infermeria con dei porri che gli spuntavano dalle orecchie.
    La sera prima della partita, tutte le attività abituali furono abbandonate nella Sala Comune di Grifondoro. Anche Hermione mise da parte i libri.
    “Non posso studiare, non riesco a concentrarmi con tutto questo rumore.” Disse nervosamente.
    C’era un gran frastuono. Fred e George affrontavano la tensione comportandosi in modo più chiassoso e scatenato che mai, aiutati anche da Natsu e Happy. Oliver era chino sul modellino di un campo da Quidditch sul quale faceva avanzare minuscole figurine con la bacchetta magica, borbottando fra sé.
     
    Harry si svegliò presto la mattina dopo.
    Provò a riaddormentarsi per una mezz’ora, dopodiché rinunciò, andando alla finestra, dove i prati cominciavano a venire illuminati dall’alba. Nemmeno un alito di vento sfiorava le cime degli alberi della foresta proibita; il Platano Picchiatore era immobile e sembrava innocuo. Pareva che le condizioni per la partita sarebbero state perfette.
    Majutsu sospirò e fece per tornare a letto quando qualcosa catturò la sua attenzione. Un animale si aggirava sul prato.
    Harry sbatté le palpebre e si avvicinò al vetro per osservare meglio.
    Con un velato sollievo, sospirò nel vedere che era solo un gatto dal pelo rosso.
    Il mago di Classe S restò a osservare l’animale, chiedendosi a chi potesse appartenere. Sapeva che i gatti erano permessi come animali a Hogwarts, però finora a parte Happy non ne aveva visto nessuno.
    Mentre pensava a ciò, il suo sguardo si spostò verso gli alberi della Foresta Proibita.
    Majutsu spalancò gli occhi. Lì, incurante di tutto, il grosso cane nero che aveva visto a Privet Drive, uscì dalle ombre, avvicinandosi al gatto che, a dispetto dei luoghi comuni, restò al suo posto impassibile.
    “Che cosa succede? Che cosa ci fa qui?” Mormorò, guardandolo attentamente.
    Ora che ci pensava su, quel cane gli era stranamente familiare… e non solo per l’incontro avuto durante l’estate.
    Harry restò in silenzio a osservarli finché i due animali non si allontanarono assieme dentro la foresta, lasciando il prato deserto.
     
     
    La squadra di Grifondoro quella mattina entrò nella Sala Grande salutata da un fragoroso applauso anche da parte dei tavoli di Corvonero e di Tassorosso.
    Harry sorrise: significava che tutta la scuola desiderava che i Serpeverde finalmente venissero sconfitti a Quidditch.
    Baston passò tutta la colazione esortando la sua squadra a mangiare, ma lui non toccò cibo. Poi si affrettò a farli correre in campo prima che gli altri finissero, per farsi un’idea delle condizioni in cui avrebbero giocato. Mentre uscivano dalla Sala Grande, tutti applaudirono di nuovo.
    “Ok… niente vento… è fin troppo sereno, il sole potrebbe abbagliarvi, state attenti… il terreno è duro, bene, il decollo sarà veloce…” Osservò il capitano, una volta arrivati sul campo, che percorse guardandosi in giro, seguito dalla squadra. Alla fine videro le porte del castello aprirsi in lontananza, e il resto della scuola disperdersi nel prato.
    “Agli spogliatoi.” Ordinò asciutto Baston.
    Nessuno parlò mentre indossavano le divise scarlatte. Sembrarono passare solo pochi minuti prima di ritrovarsi nuovamente sul campo, questa volta accolti da un’ondata di fragoroso entusiasmo. I tre quarti della folla portavano coccarde scarlatte, agitavano bandiere scarlatte con il leone di Grifondoro disegnato sopra o brandivano striscioni con slogan come ‘VAI GRIFONDORO!’ e ‘LA COPPA AI LEONI’. Dietro la porta di Serpeverde, comunque, erano schierate almeno duecento persone in verde; il serpente argentato di Serpeverde scintillava sulle loro bandiere, e il professor Piton era seduto in prima fila, vestito di verde come tutti gli altri, con in faccia un sorriso sgradevole.
    “Ed ecco i Grifondoro!” Urlò Lee Jordan, che come al solito faceva la cronaca. “Potter, Bell, Johnson, Scarlett, i gemelli Weasley e Baston. Ampiamente accreditata come la squadra migliore che Hogwarts abbia avuto da parecchi anni!”
    Il commento di Lee fu seppellito da una marea di ‘buuu’ dal fronte di Serpeverde, mentre i Grifondoro, i membri di Fairy Tail in particolar modo, confermarono le sue parole applaudendo.
    “Ed ecco la squadra di Serpeverde, guidata dal capitano Flitt. Il capitano ha apportato alcune modifiche nello schieramento, e si direbbe che abbia privilegiato la taglia più che l’abilità…”
    Altri ‘buuu’ dalla folla di Serpeverde per il commento. Harry, tuttavia, pensava che Lee avesse ragione. Malfoy era di gran lunga il più piccolo in campo; tutti i suoi compagni erano enormi.
    “Beh… più grandi sono, più rumore fanno quando cadono.” Ridacchiò, consapevole che una simile tattica era in realtà molto sfavorevole per vincere.
    “I capitani si diano la mano!” Disse Madama Bumb.
    Flitt e Baston si avvicinarono e si strinsero forte la mano; era come se ciascuno stesse cercando di spezzare le dita dell’altro.
    “In sella alle scope!” Continuò Madama Bumb.
    Il fischio d’inizio andò perso nell’urlo della folla mentre quattordici scope si libravano a mezz’aria. “Grifondoro in possesso di palla. Katie di Grifondoro ha la Pluffa e si dirige verso la porta di Serpeverde, vai così, Erza! Argh, no… Pluffa intercettata da Warrington, Warrington di Serpeverde attraversa il campo… WHAM! Bel colpo di Bolide per George Weasley, Warrington perde la Pluffa, la prende Johnson, Grifondoro è di nuovo in possesso, forza, Angelina… bel dribbling su Montague… stai giù, Angelina, è un Bolide!… E SEGNA! DIECI A ZERO PER GRIFONDORO!”
    Angelina alzò il pugno mentre filava a bordo campo; il mare scarlatto sotto di lei urlava di gioia…
    “AHIA!”
    Angelina fini quasi disarcionata mentre Marcus Flitt la urtava.
    “Scusa!” Disse Flitt, mentre la folla in basso protestava. “Scusate, non l’ho vista!”
    Un attimo dopo, Fred Weasley colpì Flitt in testa con la sua mazza da Battitore. Il naso di Flitt finì spiaccicato contro il manico della sua scopa e prese a sanguinare.
    “Basta così!” Strillò Madama Bumb sfrecciando fra di loro. “Rigore a Grifondoro, per attacco immotivato al suo Cacciatore! Rigore a Serpeverde, per deliberata aggressione al suo Cacciatore!”
    “Ma insomma, Madama!” Ululò Fred, ma Madama Bumb soffiò il fischietto e Erza scattò in avanti per battere il rigore.
    “Forza, Erza!” strillò Lee nel silenzio che era sceso sulla folla. “SÌ! HA BATTUTO IL PORTIERE! VENTI A ZERO PER GRIFONDORO!”
    Harry voltò bruscamente la Firebolt e vide Flitt che, sempre sanguinando abbondantemente, volava in avanti per battere il rigore a favore di Serpeverde. Baston era accovacciato davanti alla porta di Grifondoro, le mascelle serrate.
    “Naturalmente Baston è un ottimo Portiere!” Disse Lee Jordan alla folla, mentre Flitt aspettava il fischio di Madama Bumb. “Superbo! Molto difficile da prendere… davvero molto difficile… SÌ! NON CI CREDO! L’HA PARATA!”
    Sorridendo, Harry sfrecciò via, cercando il Boccino con lo sguardo, ben attento a non perdere una parola del commento di Lee. Era fondamentale tenere Malfoy lontano dal Boccino finché Grifondoro non avesse avuto almeno cinquanta punti di vantaggio.
    “Grifondoro in possesso, no, è Serpeverde in possesso… no! …Grifondoro torna in possesso, ed è Katie Bell, Katie Bell per Grifondoro con la Pluffa, sta risalendo il campo… L’HA FATTO APPOSTA!”
    Montague, un Cacciatore di Serpeverde, aveva scartato davanti a Katie, e invece di prendere la Pluffa le aveva afferrato la testa. Katie si rovesciò in aria, riuscì a rimanere in sella ma lasciò cadere la Pluffa.
    Il fischietto di Madama Bumb sibilò di nuovo mentre lei sfrecciava verso Montague e gli urlava contro. Un minuto dopo, Katie segnò un’altra rete.
    “TRENTA A ZERO! VI STA BENE, BRUTTI IMBROGLIONI-”
    “Jordan, se non riesci a commentare in modo imparziale…”
    “Dico le cose come stanno, professoressa!”
    Harry avvertì un’ondata di eccitazione. Aveva visto il Boccino… scintillava accanto a una delle porte di Grifondoro… ma non doveva prenderlo, non ancora. E se lo vedeva Malfoy…
    Fingendo un’improvvisa concentrazione, Harry voltò la Firebolt e filò verso il campo di Serpeverde. Funzionò. Malfoy si affrettò a inseguirlo, convinto che Harry avesse visto il Boccino laggiù.
    WHOOSH.
    Un Bolide sfrecciò accanto all’orecchio destro di Harry, colpito dal gigantesco Battitore di Serpeverde, Derrick. Un attimo dopo…
    WHOOSH.
    Il secondo Bolide sfiorò il gomito di Harry. L’altro Battitore, Bole, si avvicinava.
    “Che succede Potter?” Domandò Malfoy ghignando, affiancandolo. “Difficoltà a restare in sella? Forse quella scopa è troppo veloce per te.”
    Majutsu non lo guardò nemmeno, ma dentro di sé sorrise. Se Malfoy era così determinato a denigrarlo, significava che sarebbe stato dietro alle sue finte.
    Pensando ciò, ebbe una visione fugace di Bole e Derrick che filavano verso di lui con le mazze levate, e decisamente non avevano l’intenzione di colpire un fantomatico Bollide.
    Puntò la Firebolt verso l’alto all’ultimo secondo e Bole e Derrick si scontrarono con un fragore assordante.
    “Ha haaa!” Urlò Lee Jordan, mentre i Battitori di Serpeverde si allontanavano l’uno dall’altro tenendosi la testa fra le mani. “Peccato, ragazzi! Dovete darvi una svegliata se volete battere una Firebolt! E Grifondoro è di nuovo in possesso, ecco Johnson che prende la Pluffa… Flitt la segue… colpiscilo nell’occhio, Angelina! Scherzavo, professoressa, scherzavo… oh, no… Flitt in possesso, Flitt vola verso le reti di Grifondoro, dai, Baston, prendila!”
    Ma Flitt aveva segnato; ci fu uno scoppio di applausi dall’ala di Serpeverde e Lee disse una parolaccia così grossa che la McGranitt cercò di strappargli il megafono magico.
    “Mi perdoni, professoressa, mi perdoni! Non succederà più! Allora, Grifondoro è in vantaggio trenta a dieci, ed è in possesso…”
    Stava diventando la partita più sporca a cui avessero mai preso parte. Furiosi che Grifondoro fosse passato in vantaggio così in fretta, i Serpeverde ricorrevano ormai a ogni mezzo per prendere la Pluffa. Bole colpì Angelina con la mazza e si giustificò dicendo che l’aveva scambiata per un Bolide. George Weasley in cambio diede una gomitata in faccia a Bole. Madama Bumb assegnò altri rigori a entrambe le squadre, e Baston fece un altro salvataggio spettacolare. Il punteggio era quaranta a dieci per Grifondoro.
    “Scusate, mi sono persa…” Fece Lucy, guardando gli altri. “Quand’è che siamo passati da Quidditch a Wrestling su scope volanti?”
    “Non lo so… Ma per la prima volta mi dispiace non essere parte della squadra!” Esclamò Natsu. “Mi sarei divertito parecchio oggi!”
    Erza si fermò al fianco di Harry, approfittando di un momento di apparente calma, mentre Katie volava con la Pluffa in direzione delle porte avversarie.
    “Sembra quasi di essere a casa, eh?” Chiese sorridendo.
    “Già. Solo che qui sembrano voler fare davvero del male.” Replicò lui, guardandosi in giro per assicurarsi che Malfoy non vedesse il Boccino. “Dobbiamo fare attenzione a non intervenire direttamente. Uno dei nostri pugni sarebbe sufficiente per far cadere dalla scopa il povero idiota che ha creduto di poterci mettere fuori gioco.”
    “Tranquillo, lo so. Ora vediamo solo di mettere fine a questa partita!”
    Dicendo ciò Titania volò di sotto, giusto in tempo per recuperare la Pluffa che era stata rubata da Flitt e riuscendo subito a segnare, portando così Grifondoro a cinquanta punti.
    Harry sorrise, per poi tornare serio.
    “Già… dobbiamo farla finita presto.” Mormorò, per poi volare via.
    Fred e George restarono intorno ad Angelina, pronti a difenderla nel caso i Battitori avversari decidessero di colpirla. Per loro sfortuna, essi approfittarono della loro assenza per sparare entrambi i Bolidi contro Baston, colpendolo allo stomaco uno dopo l’altro, facendolo rotolare nell’aria, stretto alla scopa, col fiato mozzo.
    Madama Bumb era fuori di sé. “Non si attacca il Portiere se la Pluffa non è nell’area di rigore!” Strillò contro Bole e Derrick. “Rigore per Grifondoro!”
    E Angelina segnò. Sessanta a dieci. Un attimo dopo, Fred Weasley sparò un Bolide contro Warrington, facendogli perdere la Pluffa; Katie la prese e la spedì nella porta di Serpeverde. Settanta a dieci.
    La folla di Grifondoro si sgolava: ora la squadra aveva sessanta punti di vantaggio, e se Harry avesse preso il boccino, avrebbero vinto la Coppa. Harry sentiva centinaia di occhi seguirlo mentre volava per il campo, alto sulla partita, con Malfoy che filava alle sue spalle.
    E poi lo vide. Il Boccino brillava sei metri più in alto.
    Harry accelerò bruscamente; il vento gli fischiava nelle orecchie; tese la mano, ma all’improvviso la Firebolt rallentò.
    Majutsu si voltò, per poi sgranare gli occhi: Malfoy si era lanciato in avanti, afferrando la coda della Firebolt e trattenendolo con tutta la sua forza, sorridendo.
    “Tu…” Cominciò furioso, accorgendosi di aver perso di vista il Boccino, mentre Draco lasciava andare la presa, soddisfatto del suo risultato.
    “Rigore! Rigore per Grifondoro! Non ho mai visto un comportamento simile!” Strillò Madama Bumb, sfrecciando in su mentre Malfoy riscivolava a cavalcioni della sua Nimbus Duemilauno.
    “TU, CANAGLIA, IMBROGLIONE!” Ululava Jordan nel megafono, saltellando fuori dalla portata della professoressa McGranitt. “TU, SUDICIO IMPOSTORE BAST-”
    La McGranitt non pensò nemmeno a zittirlo. Stava agitando la mano in direzione di Malfoy, aveva perso il cappello e urlava furibonda anche lei.
    Hermione la guardò incredula, anche se in parte condivideva a pieno la sua reazione. Gray e Natsu, d’altra parte, non si fecero problemi a esprimere tutto il loro disappunto contro il biondo, facendo sbiancare i loro compagni di dormitorio.
    “N-Non credo di aver nemmeno mai sentito così tante imprecazioni assieme…” Mormorò Dean sotto shock.
    “Io neanche le conoscevo tutte…” Aggiunse Seamus altrettanto sconvolto, mentre Neville annuiva d’accordo. E aveva visto Natsu combattere contro Gerard.
    Katie batté il rigore per Grifondoro, ma era così arrabbiata che mancò la porta di diversi metri. La squadra di Grifondoro stava perdendo la concentrazione e i Serpeverde, eccitati dal fallo di Malfoy, cavalcavano a spron battuto, sempre più in alto.
    “Serpeverde in possesso, Serpeverde avanza verso la porta… Montague segna…” Gemette Lee. “Settanta a venti per Grifondoro…”
    Harry ora marcava il Cercatore avversario così stretto che le loro ginocchia continuavano a urtarsi. Harry non aveva intenzione di lasciar avvicinare Malfoy al Boccino.
    “Vattene, Potter!” Urlò Draco irritato, mentre cercava di voltarsi solo per trovarsi la strada sbarrata.
    “Che ti prende? Sei stato così coraggioso prima che ora te la fai sotto?” Lo prese in giro il moro.
    Draco digrignò i denti.
    “Angelina Johnson prende la Pluffa per il Grifondoro, dai, Angelina, DAI!”
    Harry si voltò. Ogni singolo giocatore di Serpeverde a parte Malfoy stava risalendo il campo verso Angelina, compreso il Portiere: volevano bloccarla a tutti i costi.
    Harry puntò la Firebolt, si chinò tanto da aderire al manico e la spronò in avanti. Come un proiettile, filò verso i Serpeverde.
    “AAAAARGH!”
    Gli avversari si dispersero mentre la Firebolt sfrecciava contro di loro; Angelina aveva via libera.
    “HA SEGNATO! HA SEGNATO! Il Grifondoro è in testa ottanta a venti…”
    Harry, che era quasi finito a testa in giù nelle tribune, si arrestò a mezz’aria, si voltò e schizzò di nuovo a centrocampo.
    E poi vide qualcosa che gli paralizzò il cuore. Malfoy era in picchiata, trionfante. Laggiù, a pochi piedi dalla superficie dell'erba, c’era un lieve scintillio d’oro…
    Harry puntò rapido la Firebolt verso il basso, ma Malfoy era miglia davanti a lui…
    “Vai! Vai! Vai!” Harry spronò la scopa… stava per raggiungere Malfoy… Harry si appiattì lungo il manico mentre Bole gli lanciava contro un Bolide, subito deviato da Fred… era alle calcagna di Malfoy… erano alla pari…
    Harry si gettò in avanti, staccò entrambe le mani dalla scopa… allontanò con un colpo secco il braccio di Malfoy e chiuse le mani.
    “Sì!”
    Interruppe la picchiata, la mano alzata in aria, e lo stadio esplose. Harry volò sulla folla, con un ronzio nelle orecchie e il pallino d’oro stretto in pugno, che sbatteva invano le ali contro le sue dita per liberarsi.
    Poi Baston sfrecciò verso Harry, accecato dalle lacrime; gli saltò al collo e scoppiò in un pianto irrefrenabile sulla sua spalla. Harry sentì due colpi secchi sulle spalle, il saluto di Fred e George, seguito da una pacca di Erza, mentre le altre due Cacciatrici esultavano. “Abbiamo vinto la Coppa! Abbiamo vinto la Coppa!”
    Aggrovigliata in un enorme abbraccio collettivo, la squadra di Grifondoro scese lentamente a terra, urlando a squarciagola.
    Ondate di tifosi scarlatti si riversarono in campo scavalcando le barriere. Mani festanti battevano sulle schiene dei giocatori. Harry ebbe una confusa impressione di rumore e di corpi che premevano contro il suo. Poi lui e il resto della squadra furono issati sulle spalle della folla. Spinto verso la luce, vide Hagrid tappezzato di coccarde scarlatte. “Li hai battuti, Harry, li hai battuti!”
    C’era Percy che, dimenticata ogni dignità, saltava su e giù come un pazzo. La professoressa McGranitt singhiozzava più forte di Baston, asciugandosi gli occhi in un’enorme bandiera di Grifondoro; e laggiù c’erano i loro compagni di Gilda, che si facevano largo a fatica verso Harry, che venne trasportato verso le tribune, dove Silente attendeva in piedi con l’enorme Coppa del Quidditch tra le mani.
     
     

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    L’euforia dei Grifondoro per aver finalmente conquistato la Coppa del Quidditch durò almeno una settimana. Anche il tempo sembrava festeggiare: con l’avvicinarsi di giugno, le giornate si fecero serene e afose, e l’unica cosa che veniva voglia di fare era passeggiare nei prati e gettarsi lunghi distesi sull’erba con parecchie pinte di succo di zucca gelato, a giocare qualche distratta partita a Gobbiglie o a guardare l’enorme piovra che avanzava sognante sulla superficie del lago.
    Ma non potevano permetterselo: gli esami erano vicini, e invece di impigrire in giro, gli studenti erano costretti a rimanere al castello, cercando di obbligare i cervelli a concentrarsi mentre seducenti sbuffi di aria estiva penetravano dalle finestre. Anche Fred e George furono visti studiare: dovevano ottenere il G.U.F.O. (Giudizio Unico per i Fattucchieri Ordinari), mentre Percy invece si preparava per il M.A.G.O. (Magia Avanzata Grado Ottimale), il diploma più alto che si potesse prendere a Hogwarts. Dal momento che sperava di entrare al Ministero della Magia, doveva ottenere il massimo dei voti. Diventava sempre più irritabile, e assegnava punizioni molto severe a chiunque disturbasse la pace serale della Sala Comune.
     

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    “Allora, hai deciso?” Chiese una voce tramite la Lacrima a Harry, che si trovava da solo chiuso in un’aula.
    “Sì.” Disse freddo. “Non sono totalmente d’accordo, ma sono con te. Tutto questo… va fermato.”
    “Ottimo! Sono contento di sentirtelo dire. Ora però parliamo di te: hai trovato il tuo amato padrino?”
    Majutsu ringhiò. “Non ancora, ma spero proprio che decida di farsi vivo di nuovo. Stavolta non mi lascerò sorprendere. Anche se mi chiedo perché abbia deciso di ignorarmi e aggredire Ron…”
    “Forse, dopo tanto tempo passato in prigione, è diventato mezzo cieco e ha visto male.” Ridacchiò la voce.
    “Forse… o forse vuole solo farmi abbassare la guardia. Piuttosto, tornando all’argomento di prima… puoi assicurarmi di nuovo il tutto?”
    “Sì, sì… tranquillo. Se è tutto quello che chiedi, posso farlo… Anche se sei troppo sentimentale per i miei gusti.”
    Majutsu non replicò, limitandosi a poggiare la mano sulla Lacrima.
    “Vedi solo di non tradire la mia fiducia.” Disse, disattivandola.
     

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    La settimana degli esami cominciò e una quiete innaturale scese sul castello. Il lunedì i ragazzi del terzo anno uscirono da Trasfigurazione all’ora di pranzo, mogi e pallidi, confrontando i risultati e lamentandosi per la difficoltà delle prove, compresa la trasformazione di una teiera in una testuggine.
    Poi, dopo un rapido pasto, tutti di nuovo di sopra per l’esame di Incantesimi. Dopo cena, gli studenti tornarono in fretta nelle Sale Comuni, non per rilassarsi, ma per ripassare Cura delle Creature Magiche, Pozioni e Astronomia.
    “Ma com’è possibile studiare così tanto, aye?!” Esclamò esasperato Happy, buttando a terra disperato il suo libro di Difesa contro le Arti Oscure. “È impossibile, aye!”
    Il mercoledì fu poi il turno di Erbologia, mentre giovedì dovettero vedersela con una corsa a ostacoli all’aperto organizzata dal professor Lupin, in cui dovevano attraversare una piccola vasca che conteneva un Avvincino, superare una serie di buche piene di Berretti Rossi, farsi strada lungo un sentiero nella palude ignorando i consigli maliziosi di un Marciotto e infine arrampicarsi dentro un vecchio tronco e combattere contro un Molliccio.
    “Ottimo lavoro Harry!” Mormorò Lupin con un sorriso mentre il ragazzo usciva dal tronco. “Punteggio pieno!”
    Contento del proprio successo, Majutsu rimase nei paraggi per vedere come se la cavavano gli altri, costatando con piacere che tutti quanti riuscirono a superarlo senza troppi problemi. Giusto Ron uscì dal labirinto leggermente pallido, dicendo di aver incontrato un Molliccio… e davvero, non riusciva a capire come avesse potuto trasformarsi in un simile soggetto.
    L’ultimo esame per il gruppo di Fairy Tail era Divinazione, mentre Hermione si diresse a quello di Antiche Rune.
    “Ci vuole vedere uno alla volta.” Li informò Neville mentre si sedevano vicino a lui fuori dall’aula. “Ma so già che questo sarà un totale fallimento…”
    “Beh, se ti può consolare, a parte Harry credo che ne usciremo male tutti quanti.” Ridacchiò Erza.
    “Già.” Sbuffò lui. “A me basterà dire di vedere la morte alleggiare sopra di me armata di falce e mi darà il pieno dei voti.”
    Uno a uno, tutti quanti salirono, finché Harry non restò da solo.
    Quando anche Erza scese, aveva un sorriso sul volto.
    “Che è successo?”
    “Oh, nulla. Ha solo tentato di predirmi una grande sventura… ed io le ho detto che nella Sfera di Cristallo vedevo solo un flauto. Non so perché, ma si è esaltata nel sentirlo. Chi la capisce… beh, ci vediamo dopo nella Sala Comune.”
    “Harry Potter!” Si sentì chiamare Majutsu, che sospirando salì le scale.
    La stanzetta della torre era più calda che mai; le tende erano tirate, il fuoco acceso e il solito aroma nauseante fece tossire Harry mentre inciampava nella folla di sedie e tavoli fino a raggiungere la professoressa Cooman, che lo aspettava seduta davanti a una grossa sfera di cristallo.
    “Buona giornata, mio caro.” Disse con voce dolce. “Se gentilmente vuoi guardare nell’Occhio… fai pure con calma… poi dimmi che cosa vedi…”
    Harry si chinò sulla sfera di cristallo e la fissò più intensamente che poteva, nella speranza che gli mostrasse qualcosa oltre alla solita nebbia bianca vorticante.
    “Allora?” Lo esortò la professoressa Cooman. “Che cosa vedi?”
    Il moro restò in silenzio a osservare il fumo dentro la sfera. Finora non aveva mai visto nulla al suo interno. Per questo fu non poco sorpreso quando vide un luccichio brillare al suo interno.
    “C’è qualcosa…” Mormorò, quasi dimenticandosi dell’insegnante, che si fece attenta. “Sta brillando…”
    “Riesci a capire di cosa si tratta?” Sussurrò la professoressa Cooman. “Concentrati…”
    Harry socchiuse gli occhi. “Sembra una moneta. Ma una che non ho mai visto prima… sembra antica…”
    “Davvero!” Bisbigliò la professoressa Cooman, scarabocchiando furiosamente sulla pergamena che teneva in bilico sulle ginocchia. “Ragazzo mio, come ti dissi a inizio anno, il tuo Occhio Interiore è forte. Riesci a vedere altro?”
    Majutsu era esaltato. Non si aspettava minimamente quello che stava succedendo.
    “Vedo dell’acqua. Ma è nera… e la moneta ci galleggia sopra.”
    “Interessante… Non ho mai visto nulla del genere…” Rifletté la Cooman, smettendo di scrivere. “Bene caro, direi che è tutto. Puoi andare.”
    Ancora intontito, il ragazzo si alzò, prendendo la borsa e girandosi.
    “Accadrà questa notte.”
    Harry si irrigidì, voltandosi lentamente.
    La professoressa Cooman si era irrigidita sulla sedia, con gli occhi bianchi e la bocca tremante.
    “Co… Come?” Balbettò Harry.
    Ma la professoressa Cooman parve non sentirlo. Poi, dopo qualche secondo, parlò di nuovo.
    “Il Signore Oscuro è solo e senza amici, abbandonato dai suoi seguaci. Il suo servo è rimasto in catene per dodici anni. Questa notte, prima di mezzanotte, il servo si libererà e cercherà di unirsi al padrone. Il Signore Oscuro risorgerà con l’aiuto del servo, più grande e più orribile che mai. Questa notte prima di mezzanotte il servo si libererà per unirsi al padrone…”
    Potter sgranò gli occhi, lasciando cadere a terra la borsa e afferrando la professoressa per le spalle.
    “Come? Devo saperlo, come succederà?!” Esclamò.
    “Il servo si è nascosto nella luce. È rimasto visibile per tutto questo tempo. Nemmeno l’Imprevisto potrà impedire la riunione con il suo padrone. Le fate si ritroveranno ad affrontare una grande minaccia… Ma il fiume… Il fiume le colpirà in pieno… Inarrestabile… Malvagio…”
    La testa le ricadde sul petto. L’insegnante emise una sorta di grugnito. Poi, all’improvviso, la sua testa si rialzò.
    “Mi dispiace tanto, caro ragazzo.” Disse sognante. “Dev’essere stato il caldo, sai… mi sono addormentata…”
    Harry continuò a guardarla, lasciandola andare.
    “C’è qualcosa che non va, mio caro? Sei diventato piuttosto pallido.”
    Majutsu non rispose, limitandosi a correre fuori dall’aula, sotto lo sguardo incuriosito dell’insegnante. Attraversò di corsa i corridoi, finché non si ritrovò fuori dal castello.
    “Questa notte…” Ansimò, riprendendo fiato. “Questa notte Black farà la sua mossa… Dobbiamo impedirlo a ogni costo!”




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    Ok, sono in ritardo esagerato, ma finalmente eccomi qui ad aggiornare!
    Scusatemi, ma è stato un periodo abbastanza pieno... tra Digimon tri, Harry Potter 8, il lavoro e altre cose... ma finalmente ci sono!
    Anticipo la domanda che mi farà sicuramente qualcuno: non so ancora se userò nella trama l'ottavo libro, semplicemente perché quando ho messo giù i piani di questa fiction non era nemmeno lontanamente previsto un possibile sequel dei sette libri. Quindi non mi resta che vedere direttamente se mi sarà possibile integrare qualcosa o no.
    Beh, ormai siamo quasi alla fine del terzo libro... e spero di riuscire a concluderlo prima di Natale XD
     
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97 replies since 8/9/2012, 21:37   1730 views
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